Condotta colposa ed inosservanza di regole cautelari

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1 Condotta colposa ed inosservanza di regole cautelari Prof. Adelmo Manna Argomenti Argomenti della lezione: condotta colposa; inosservanza delle regole cautelari. 1

2 Condotta colposa Per affrontare questa tematica occorre partire da un profilo generale della ricostruzione del reato colposo, poichè anche il codice del 1930 parte da una concezione unitaria del reato costruendo il reato colposo sul modello del reato di azione di carattere doloso. Successivamente, soprattutto per merito del grande penalista Giorgio Marinucci, nel 1971, viene chiaramente introdotto in Italia la costruzione separata dei tipi di reato fra reato commissivo doloso e reato commissivo colposo, e fra reato commissivo e reato omissivo proprio ed improprio. Bisogna studiare il reato commissivo colposo con le proprie peculiari caratteristiche che lo differenziano dal reato commissivo doloso. Condotta colposa Il Legislatore nel 1930 usava quale unico idealtipo il reato commissivo doloso. Ne è una riprova la cd. suitas e, cioè la volontà della condotta di cui all art. 42, primo comma del Codice Penale che recita: nessuno può essere punito per un azione o un omissione punita dalla legge come reato se non l ha commessa con coscienza e volontà. 2

3 Condotta colposa Ci si è subito resi conto che interpretando questa norma nel senso di una coscienza e volontà in atto e non anche in potenza si sarebbe dovuto escludere dal novero della responsabilità tutti i reati colposi derivanti dagli atti automatici istintivi o riflessi. Si prenda come ipotesi: una persona che, distrattamente, durante una passeggiata, butta un cerino e provoca un incendio non si può sostenerne la coscienza e volontà della condotta perché con uno sforzo di attenzione avrebbe potuto evitare il gesto; il cambio delle marce durante la guida il soggetto non ha la coscienza di quello che fa essendo un atto automatico, ma occorre vedere se con uno sforzo della coscienza si poteva evitare l evento. Condotta colposa Il riferirsi alla coscienza e volontà come requisiti in atto e in potenza fanno capire che il Legislatore nel 1930 aveva in mente l idealtipo del reato commissivo doloso strutturalmente e deontologicamente diverso dal reato commissivo colposo. Questo spiega perché da Antolisei in poi si è interpretato l articolo 42 primo comma c.p. nel senso di una coscienza e volontà in potenza, avendo dovuto, in caso contrario, negare la responsabilità penale in una serie di reati colposi gravi. Questo già pone una netta differenza strutturale tra reato commissivo doloso e reato commissivo colposo. Quindi, sotto questo profilo, l azione nell ambito del reato commissivo colposo può anche essere sorretta da una coscienza e volontà della condotta soltanto in potenza e non anche in atto. 3

4 Le regole cautelari Detto questo occorre individuare le regole cautelari. Sotto questo profilo aiuta la definizione del reato colposo di cui all articolo 43 del Codice Penale in base al quale è colposo o contro l intenzione il delitto quando l evento anche se preveduto non è voluto dall agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia ovvero per inosservanza di legge, regolamenti, ordine o discipline. In base a tale norma si possono individuare due forme di colpa: colpa generica inosservanza di regole cautelari non scritte (es. le regole dell arte medica); colpa specifica inosservanza di norme cautelari scritte (leggi, regolamenti, ordini o discipline). Le regole cautelari Significato di negligenza: non compiere un azione che una regola sociale impone. Significato di imprudenza: compiere un azione che non si doveva compiere oppure compiere un azione senza le cautele prescritte dalla regola sociale. Significato di imperizia: concetto che comprende gli altri due in applicazione a determinati settori professionali che richiedono conoscenze tecniche particolari. Sotto il profilo dell imperizia si pone il problema della validità in ambito penale dell art C.C. in base al quale in caso di operazioni particolarmente difficili rileva ai fini dell imperizia solo la colpa grave. 4

5 Le regole cautelari Può l art C.C. essere esteso al campo penale? La tesi negativa, che ritiene la norma esclusivamente civilistica, non sembra, per il docente, meritevole di accoglimento, in quanto l art C.C. è una norma generale: fonda la regola cautelare e ne stabilisce i contorni. La riprova è che, se fosse rilevante la colpa lieve nei casi di imperizia, si verrebbe a creare una ipotesi di penale rilevanza, senza la possibilità del risarcimento del danno, con una conseguente antinomia del sistema. Ne deriva che l art deve applicarsi anche in ambito penale. Le regole cautelari Le regole cautelari possono essere: scritte colpa specifica; non scritte colpa generica. Il reato colposo che è, per definizione, un reato per il quale il precetto penale rinvia a fonti sottordinate, cioè regole cautelari, sembrerebbe costruito su una norma parzialmente in bianco e, quindi, in contrasto con il principio di riserva assoluta di legge. Il Manna respinge questa tesi dovendo altrimenti espungere il reato colposo dal catalogo dei reati. Bisogna tenere presente che la Corte Costituzionale consente un rinvio a fonti sottordinate se inerenti a materie tecniche. Ne deriva la legittimità del reato commissivo colposo che presuppone un rinvio a violazione di regolamenti, ordini e discipline. 5

6 Le regole cautelari Il rinvio ad una materia tecnica dà luogo, nell ambito del reato commissivo colposo, alla fondamentale distinzione tra misura oggettiva e soggettiva della colpa. Il reato colposo nella sua fattispecie tipica è caratterizzato dall inosservanza di una norma cautelare che costituisce la dimensione oggettiva del reato, mentre il rapporto tra la regola violata ed il soggetto agente rappresenta la misura soggettiva della colpa. In riferimento alla misura oggettiva e alla colpa specifica, cioè l inosservanza di regole cautelari, va evidenziato che non basta la semplice inosservanza della regola ma è necessario un quid pluris individuato nella prevedibilità ed evitabilità dell evento. Le regole cautelari Un esempio per comprendere meglio: incidente di auto provocato da ragazzi messisi al volante dopo essere usciti dalla discoteca ubriachi. Individuare la colpa di tali soggetti solo nell inosservanza della regola cautelare di non bere porta ad una responsabilità puramente oggettiva; per la responsabilità colposa occorre dimostrare che il soggetto, pur prevedendo l evento (magari conoscendo la propria scarsa tolleranza all alcool) e potendolo evitare, non l ha fatto. 6

7 Le regole cautelari Occorre distinguere tra: regole cautelari rigide sono individuate fermamente dal legislatore (es. divieto di passaggio con semaforo rosso); regole cautelari elastiche il giudizio di chi tipizza la regola non è esaustivo ma deve essere concretizzato in base alla situazione oggetto di giudizio (es. distanza di sicurezza tra i veicoli). Le regole cautelari rigide, pur se più consone al principio di tassatività, si espongono al significativo rischio di trasformarsi in responsabilità oggettiva. Le regole cautelari Bisogna evitare il crearsi di responsabilità di posizione sconfinanti, poi, nella responsabilità oggettiva. Il Legislatore dovrebbe preferire l utilizzazione di regole cautelari elastiche e non rigide, oppure aggiungere il criterio della prevedibilità o evitabilità per evitare una responsabilità di posizione rendendo impossibile distinguere una responsabilità per colpa da una responsabilità per caso fortuito o forza maggiore. Si pensi all ipotesi della norma che prevede il divieto di passare con il semaforo rosso: quid iuris nel caso in cui all incrocio non vi sia assolutamente nessuno? E se il soggetto che vede che non c è nessuno passa con il semaforo rosso e poi improvvisamente attraversa un bambino? È colpa o caso fortuito? 7

8 Lo standard di diligenza Nell accertamento della responsabilità per colpa viene in rilievo lo standard di diligenza, essendo, quindi, necessario trovare un parametro generale per l imputazione di un certo fatto ad un soggetto al fine di accertarsi se ha rispettato lo standard di diligenza per lui previsto. Nell impossibilità di riferirsi a criteri quali il buon padre di famiglia o la diligenza dell uomo medio, troppo generici e sorpassati, i civilisti hanno individuato un nuovo criterio: l agente modello, rapportando lo standard di diligenza al modello cui appartiene un determinato soggetto (es. se si tratta di violazione di norme tecniche in materia ingegneristica lo standard che l ordinamento richiede è riferito al modello dell l ingegnere medio). Lo standard di diligenza Quid iuris se il soggetto presenta necessariamente una capacità di diligenza minore della media richiesta (vedi un guidatore principiante recante la P sulla propria autovettura)? Viene richiesto uno standard di diligenza minore. Quid iuris se il soggetto presenta una capacità di diligenza superiore alla media richiesta (vedi pilota di formula uno)? Viene richiesto uno standard di diligenza più elevato. Si noti che taluni ritengono non corretto l elevamento dello standard di diligenza, ma il docente aderisce alla tesi contraria. 8

9 La colpa in attività lecite ed illecite Sotto il profilo della colpa in attività lecite e illecite risulta fondamentale la questione del versare in re illicita. Nell attività lecita la colpa si configura con la violazione di una regola cautelare scritta o non scritta con prevedibilità dell evento. Nell attività illecita occorre distinguere tra rischio lecito ed illecito di base laddove: il rischio lecito riguarda attività pericolose (es. trasporto di materiale infiammabile) e diviene penalmente rilevante allorquando lo si aumenta violando una norma cautelare; il rischio illecito si ha quando si pone in essere una attività illecita (versare in re illicita). La colpa in attività lecite ed illecite In questo caso si è di fronte al reato aggravato dall evento o al delitto preterintenzionale nell ambito di cui il versare in re illicita spiega perché la preterintenzione veniva considerata era un dolo misto a responsabilità oggettiva. Allorquando si ponga in essere una attività illecita saranno addebitati all agente tutti i mali derivanti dalla condotta illecita anche se, per avventura, derivino dal caso fortuito in quanto la colpa risiede proprio nel versare in re illicita. Secondo Antonio Pagliaro, quindi, nel versare in re illicita ha ancora valore la responsabilità oggettiva che è da considerarsi costituzionalmente orientata allorquando ad essa si accompagni la prevedibilità dell evento. 9

10 La colpa in attività lecite ed illecite Alcuni autori hanno obiettato a tale ricostruzione, la creazione di un doppione mascherato della colpa, con la trasformazione delle ipotesi di responsabilità oggettiva in responsabilità per colpa. Manna preferisce l interpretazione del Basile secondo cui la preterintenzione non è dolo misto a responsabilità oggettiva ma dolo misto a colpa, dovendosi dimostrare che l evento aggravatore sia dovuto ad inosservanza di norme e sia prevedibile ed evitabile. Si prenda ad esempio l ipotesi di uno spintone in un sotterraneo della metropolitana ad una signora che, cadendo, muore sbattendo il capo. Secondo Manna è un tipico omicidio colposo in quanto si ha preterintenzione solo allorquando all inosservanza di norme si accompagni la prevedibilità ed evitabilità dell evento. La colpa in attività lecite ed illecite Si ha la preterintenzione solo laddove si possa dimostrare che l evento aggravatore sia anch esso dovuto ad un inosservanza di norma cautelare scritta o non scritta con l aggiunta del requisito fondamentale della prevedibilità ed evitabilità dell evento. Si può sostenere che era prevedibile? Sotto questo profilo non convince la tesi sostenuta da Pagliaro per cui nel caso di attività illecite basterebbe una responsabilità oggettiva in quanto tutta la responsabilità penale sarebbe anticipata nel versare in re illicita. 10

11 La colpa in attività lecite ed illecite Tra l altro sotto questo profilo non si saprebbe che ruolo dare all articolo 45 c.p. sul caso fortuito. Anche secondo il nostro sistema penale non è vero che ogni ipotesi di versare in re illicita dia luogo ad una responsabilità penale perché se l evento è dovuto ad un caso fortuito o ad una forza maggiore, il caso fortuito ne esclude la responsabilità per colpa o, comunque, è tale da interrompere o escludere il rapporto causale. Ha quindi ragione chi sostiene che il caso fortuito o la forza maggiore siano istituti polimorfi perché possono essere intesi, a seconda delle emergenze processuali, come cause di esclusione della colpa, come cause di interruzione del nesso causale o come cause di esclusione della coscienza e della volontà della condotta (vedi il sonnambulismo o il delirio febbrile). Copyright AVVISO - Ai sensi dell'art. 1, comma 1 del decreto-legge 22 marzo 2004, n. 72, come modificato dalla legge di conversione 21 maggio 2004 n. 128, le opere presenti su questo sito hanno assolto gli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi. Tutti i contenuti sono proprietà letteraria riservata e protetti dal diritto di autore della Università Telematica Guglielmo Marconi. Si ricorda che il materiale didattico fornito è per uso personale degli studenti, al solo scopo didattico. Per ogni diverso utilizzo saranno applicate le sanzioni previste dalla legge 22 aprile 1941, n Copyright UNIMARCONI 11

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