Progettazione della circolazione urbana

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1 Norme per i Piani Urbani del Traffico (PUT): Art. 36 del C.d.S. Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei PUT (D.M. LL.PP. G.U. del , n 146) [redatte su indicazioni del CIPET] 1 Le indicazioni del CIPET per la redazione dei PUT delineano una nuova politica dei trasporti (consapevolezza dei limiti d uso dell auto privata): Potenziare l offerta di T.P. e orientare e controllare la domanda anche con tariffazione d uso dell auto privata (conseguente necessità di articolare il PUT su diversi orizzonti temporali possibilità di finanziare il TP con i proventi dell auto e relativa giustificazione) Progetto degli interventi considerando il sistema plurimodale (pubblico e privato, su strada e su sede propria) Coordinamento e integrazione degli interventi proposti con la strumentazione urbanistica Compatibilità degli interventi con l ambiente e con le risorse Differenziazione in 2 aree a seconda del tipo di intervento (solo riorganizzazione della circolazione o auto + TP + orientamento domanda) Illustrazione delle metodologie per la valutazione, la progettazione ed il monitoraggio (pianificazione dinamica)

2 Verifiche suggerite dal CIPET sugli schemi di intervento proposti: 2 a) Valutazione effetti del sistema di trasp motorizzato sui pedoni e sui ciclisti (incoraggiamento della mobilità non motorizzata presupposto per lo sviluppo del TP) b) Valutazione del livello di sicurezza c) Valutazione degli effetti esterni (inquinamento) d) Valutazione costi e ricavi e fattibilità finanziaria (attuabilità del Piano) Per le opere di maggiore importanza è richiesta l analisi di convenienza economica (tipo B/C) e l analisi di fattibilità finanziaria e) Coerenza interventi con la strumentazione urbanistica Segnalazione delle opere infrastr non presenti nel PRG per l inserimento con le modalità di legge f) Individuazione priorità di intervento (attuazione organica del Piano)

3 Direttive Min. per la redazione, adozione ed attuazione dei PUT (Sostanziale recepimento delle indicazioni del CIPET) 3 2 le strategie generali in cui inquadrare gli interventi: Interventi sull offerta (miglioramento circolazione, sosta e TP) Interventi sulla domanda (orientamento e controllo verso modi che richiedono meno spazio) Lo strumento principale è la classificazione funzionale delle strade (minore promiscuità d uso, migliore vivibilità nelle isole ambientali) con riferim. all art.2 del C.d.S. che comprende anche le strade extraurbane principali e secondarie: Rete principale (urbana): (serve spostamenti di lunghezza via via minore e con maggiore promiscuità d uso) Autostrade (urbane) no sosta, no TP, no pedoni, biciclette e ciclomotori Strade di scorrimento sosta solo in aree esterne con corsie di manovra, pedoni, biciclette e ciclomotori solo se è V=50 km/h Strade di quartiere ammesse tutte le componenti di traffico incluso TP Itinerari ciclo-pedonali riservati (L.214/2003 convers D.L.151/2003) Rete locale (urbana) (strade locali) sviluppata all interno delle isole ambientali ricavate nelle maglie della rete principale (recupero vivibilità priorità ai pedoni e alla sosta, pochi e lenti movimenti veicolari, no TP)

4 4 Progettazione della circolazione urbana Direttive Min. per la redazione, adozione ed attuazione dei PUT Individuazione importanza delle componenti di traffico (all interno del Piano, in relazione agli interventi sulla domanda - Punto Direttive) 1. Circolazione pedoni 2. Movim veicoli trasp collettivo con fermate di linea (urbani ed extraurb) 3. Movim. veicoli motorizz. senza ferm. (auto, moto, ciclom, bus tur, taxi) 4. Sosta veicoli motorizz (prevalentemente autovetture private) Articolazione PUT in 3 livelli di dettaglio: a) Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU): progetto preliminare o piano quadro relativo all intero centro abitato con indicazione di: 1. Politica intermodale adottata 2. Classificazione funzionale dei singoli elementi della viabilità principale 3. Eventuali elementi della viabilità locale destinati esclusivamente ai pedoni 4. Regolamento viario 5. Dimensionamento preliminare degli interventi previsti e relativo programma di esecuzione

5 Direttive Min. per la redazione, adozione ed attuazione dei PUT Il punto 4 tratta separatamente ciascuna delle componenti la mobilità dando luogo a: Piano di miglioramento della mobilità pedonale (definizione di piazze, strade, itinerari e aree pedonali (AP) e zone a traffico limitato (ZTL) Piano di miglioramento della mobilità dei mezzi collettivi pubblici (linee, corsie o carregg. Riservate, parcheggi di scambio) Piano di miglioramento della mobilità delle auto private (schema della circolazione veicolare) Piano di riorganizzazione della sosta (strade parcheggio, aree di sosta a raso su strada e fuori strada anche in silos, sistema di tariffazione e regolamentazione) NB: Per le piste ciclabili esiste il D.M n.557 (Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili) 5

6 Direttive Min. per la redazione, adozione ed attuazione dei PUT 6 b) Piani particolareggiati del traffico urbano (PPTU): progetti di massima per l attuazione del PGTU relativi ad ambiti territoriali più ristretti (circoscrizioni, settori urbani, quartieri) contengono gruppi di interventi riguardanti: Progetti per le strutture pedonali Tipo di riorganizzazione delle fermate, dei capolinea e dei punti di interscambio del T.P. Schemi dettagliati di circolazione per i diversi itinerari della viabilità principale e di quella di servizio, il tipo di organizzazione delle intersezioni stradali, il piano generale della segnaletica verticale Il tipo di organizzazione della sosta per gli eventuali spazi laterali della viabilità principale, per le aree di sosta esterne alle sedi stradali, ecc

7 Direttive Min. per la redazione, adozione ed attuazione dei PUT c) Piani esecutivi del traffico urbano (PETU): riguardano ciascuno la progettazione esecutiva dell intero complesso degli interventi contenuti in un singolo PPTU definiscono a livello esecutivo ogni intervento proposto (definizione delle canalizzazioni, segnaletica di dettaglio, opere di protezione, ecc.) Integrano i PPTU con le modalità di gestione del PUT 7

8 Direttive Min. per la redazione, adozione ed attuazione dei PUT Critiche e perplessità: Difficoltà di realizzare la classificazione delle strade (città piccole o collinari) con il rischio di forzare verso una delle tipologie penalizzando una categoria di utenti Opportunità di vietare il servizio di TP sulle strade locali (+ velocità comm e regolarità, - accessibilità) Mancanza di indicazioni sulle dimensioni degli spazi pedonali lungo le strade di scorrimento e di quartiere, il tipo di protezione Mancanza di una suddivisione delle velocità massime sulle strade locali (potrebbe adottarsi 50, 30, 15 km/h in funzione della geometria e del ruolo svolto dalla strada) 8

9 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM) secondo l art.22 della L.340/2000) Definizione: progetti del sistema della mobilità comprendenti l insieme organico degli interventi su: infrastrutture di trasporto pubblico e stradali parcheggi di interscambio tecnologie parco veicoli governo della domanda di trasporto attraverso la struttura del mobility manager sistemi di controllo e regolazione del traffico informazione all utenza logistica e le tecnologie destinate alla riorganizzazione della distribuzione delle merci in città. 9

10 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM) secondo l art.22 della L.340/2000) Obiettivi: Soddisfare i bisogni di mobilità della popolazione Abbattere i livelli di inquinamento atmosferico e acustico Ridurre i consumi energetici Aumentare i livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale Minimizzare l uso individuale dell autovettura privata a favore del trasporto collettivo del car sharing e car pooling Ridurre i fenomeni di congestione nelle aree urbane 10

11 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM) secondo l art.22 della L.340/2000) 11 Meccanismo di finanziamento Risorse proprie dei comuni e cofinanziamento statale (max 60% dei costi complessivi di investimento Creazione a decorrere dal 2002, di un apposito fondo presso il Ministero, alimentato dai fondi finalizzati, da leggi in vigore, alla costruzione e sviluppo di singole modalità di trasporto e mobilità Adozione di uno specifico regolamento che disciplina: il procedimento di formazione e approvazione dei PUM i requisiti minimi dei relativi contenuti i criteri di priorità nell assegnazione delle somme le modalità di erogazione del finanziamento statale le modalità di controllo dei risultati e delle relative procedure Erogazione annua delle risorse finanziarie, promotori dei PUM presentati, fino alla concorrenza delle somme disponibili sul Fondo, sulla base dei criteri di valutazione stabiliti nel Regolamento.

12 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM) secondo l art.22 della L.340/2000) Gli Enti abilitati a presentare richiesta di cofinanziamento (non esiste obbligo): Singoli comuni con pop > abitanti Aggregazioni di comuni limitrofi con pop complessiva > ab Province aggreganti comuni limitrofi con pop compless > ab (d intesa con i comuni interessati) Regioni relativamente alle aree metropolitane di tipo policentrico e diffuso (d intesa con i comuni interessati) Comuni che per ragioni tecniche, geografiche o socio-economiche non possono aggregarsi (a questi è destinato solo il 5 % del Fondo) 12

13 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Iter di redazione del Regolamento Modifica dell art117 della Costituzione (Legge costituzionale n 3 passaggio alle regioni (dopo il attuazione della modifica costituz) delle risorse di cui ai fondi per la costruzione e sviluppo di singole modalità di trasp e mobilità che sarebbero dovuti convergere (secondo l art.22 della L.340/2000) sul Fondo per il cofinanziamento dei PUM la potestà regolamentare sui trasporti passa alle regioni rimanendo allo Stato la necessità di indicare linee di indirizzo (pari accessib. sul territorio nazionale) le regioni dovrebbero emanare il Regolamento lo Stato può cofinanziare i PUM solo se trova altre risorse 13 La Conferenza unificata dalle Regioni ed Enti locali tenutasi il 14 ottobre 2002 ha approvato, in linea tecnica il Regolamento per il cofinanziamento statale dei Piani urbani della mobilità (PUM): prime indicazioni Il Ministero Infr./Trasp. ha emanato le Linee guida per la redazione dei PUM La redazione dei PUM è oggi promossa e parzialmente finanziata dal Ministero dei Trasporti nell ambito della redazione dei Piani Strategici

14 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Linee guida per la redazione dei PUM Indirizzi sul procedimento di formazione ed approvazione dei PUM 14 Approvazione del PUM da parte del soggetto promotore, in accordo con gli enti gestori (ANAS, RFI, ecc.), previa convocazione di tutti i comuni partecipanti mediante accordo di programma Obiettivi generali (procedere non per opere ma per obiettivi): gli stessi dell art.22 L.340/2000 Interventi compresi nel PUM: le infrastrutture di trasporto pubblico; le infrastrutture stradali; i parcheggi di interscambio; le tecnologie; il parco veicoli; il governo della domanda di trasporto, attraverso la struttura del mobility manager ; i sistemi di controllo e regolazione del traffico; i sistemi d informazione all utenza; la logistica e le tecnologie destinate alla riorganizzazione della distribuzione delle merci

15 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Linee guida per la redazione dei PUM Indirizzi sul procedimento di formazione ed approvazione dei PUM Orizzonte temporale: 10 anni Componenti essenziali: a) Analisi della struttura e delle criticità del sistema di trasporto attuale Domanda ricavata da indagini campionarie, dati da fonte, simulazioni Offerta infrastrutturale e dei servizi di T. collettivo (su ferro e gomma), strada, sosta, distribuzione merci Politiche di controllo della domanda di mobilità e del traffico Valori di inquinamento e della qualità dell aria Aspetti economici della gestione del sistema dei trasporti 15

16 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Linee guida per la redazione dei PUM Indirizzi sul procedimento di formazione ed approvazione dei PUM Componenti essenziali (segue): b) Indicatori di obiettivo, valori attuali (da indagini o simulazione) e valori obiettivo Accessibilità (OB= soddisfac fabbisogno di mobilità) Quantità di inquinanti emessi (OB= abbatt livelli inquinam atmosferico) Livello medio di pressione sonora (OB= abbatt livelli inquinam acustico) Teq. di petrolio consumato (OB= riduzione consumi energetici) Numero annuo di incidenti, morti e feriti (OB= aumento livelli sicurezza) Posti x km offerti (OB= incremento capacità di trasporto) Quota modale di trasp collettivo incl car sharing e car pooling (OB= aumento% trasportati sui mezzi collettivi) Grado medio di saturazione (OB= riduzione fenomeni di congestione) 16

17 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Linee guida per la redazione dei PUM Indirizzi sul procedimento di formazione ed approvazione dei PUM Componenti essenziali (segue): c) Strategie di intervento strategie su infrastrutture stradali e di TP, tecnologie, parco veicoli, e aspetti economico gestionale per ciascuna delle aree: Trasporto collettivo Rete stradale Sosta Distribuzione merci 17

18 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Linee guida per la redazione dei PUM Indirizzi sul procedimento di formazione ed approvazione dei PUM Componenti essenziali (segue): d) Coordinamento ed integrazione con altre pianificazioni Piani generali ed esecutivi Piani ambientali Piani igienico-sanitari Piani energetici Piani urbanistico-territoriali (sia generali che attuativi) in particolare quelli relativi ad attività produttive, ad attività ricreative e residenziali Piani dei servizi sociali di welfare dei tempi e degli orari 18

19 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Linee guida per la redazione dei PUM Indirizzi sul procedimento di formazione ed approvazione dei PUM Componenti essenziali (segue): e) Scenari di riferimento relativi all orizzonte di 10 anni ed eventualm ad uno intermedio; comprendono: Le infrastrutture esistenti; Le infrastrutture in corso di realizzazione Le infrastrutture programmate e con completa copertura finanziaria Gli interventi organizzativi e gestionali per la ottimizzazione del sistema Per ciascuno scenario, avvalendosi di idonei modelli di previsione e simulazione vanno analizzate le criticità e quantificati gli indicatori di obiettivo 19

20 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Linee guida per la redazione dei PUM Indirizzi sul procedimento di formazione ed approvazione dei PUM Componenti essenziali (segue): f) Scenari di progetto ottenuti dagli scenari di riferimento con l aggiunta degli interventi infrastrutturali, tecnologici, organizzativi e gestionali in progetto; La definizione degli scenari di progetto comprende: La definizione degli interventi infrastrutturali e tecnologici del PUM L analisi di coerenza degli interventi con i documenti di pianificazione approvati La verifica di prefattibilità tecnica e ambientale degli interventi infrastrutturali La progettazione funzionale di ogni intervento La definizione degli interventi organizzativi e gestionali 20

21 Il Piano Urbano di Mobilità (PUM): Linee guida per la redazione dei PUM Indirizzi sul procedimento di formazione ed approvazione dei PUM 21 Componenti essenziali (segue): g) Conseguimento degli obiettivi del PUM quantificazione, relativamente agli scenari di progetto, del valore degli indicatori tramite opportuni modelli di previsione e simulazione h) Effetti complessivi del PUM valutazione degli effetti complessivi in termini trasportistici, ambientali, territoriali, economici, finanziari e gestionali, rispetto agli scenari di riferimento i) Metodologia e modelli utilizzati descrizione delle metodologie e dei modelli utilizzati per la valutazione degli scenari

22 22 Contesto normativo Progettazione della circolazione urbana Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) Sustainable Urban Mobility Plan (SUPM) (sito web: Piano d Azione sulla Mobilità Urbana (Commissione Europea 2010): Il Consiglio di E. «supporta lo sviluppo dei PUMS per le città e le aree metropolitane. ed incoraggia la previsione di incentivi, quali assistenza tecnica e scambio di buone pratiche per la redazione» Libro Bianco sui Trasporti «Tabella di marcia verso uno Spazio Unico Europeo dei Trasporti Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile» (Comm. Europea 2011) Propone la possibilità di rendere obbligatori i PUMS per le città di una certa dimensione sulla base di standard nazionali basati su Linee Guida Europee Guidelines: Developing and Implementing a Sustainable Urban Mobility Plan

23 Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) Il concetto di sostenibilità: Impiego di risorse compatibile con gli obiettivi, la disponibilità ed il valore Quindi: Soggettività (compatibilità con le proprie disponibilità e possibilità) Prospettiva di lungo periodo (sostenibilità implica il lungo periodo Le risorse per la mobilità Risorse private Risorse pubbliche Rinnovabili Non rinnov. Rinnovabili Non rinnov. 23 Denaro Tempo, stress, salute (qualità della vita) Denaro Ambiente, territorio, energie non rinnov.

24 Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) Il PUMS è un Piano strategico costruito su strumenti di pianificazione esistenti (non è un piano aggiuntivo ma si costruisce estendendo i contenuti dei piani esistenti) tiene conto dei principi di integrazione, partecipazione e valutazione Dà risposte ai bisogni di mobilità attuali e futuri Migliorando la qualità della vita nella città e nei quartieri Gli obiettivi del PUMS Creazione di un sistema di trasporto sostenibile che: Garantisce a tutti adeguata accessibilità Migliora la sicurezza Riduce l inquinamento le emissioni di gas serra ed il consumo di energia Aumenta l efficienza del trasporto di persone e merci 24 Aumenta l attrattività e la qualità dell ambiente urbano

25 Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) Le caratteristiche del PUMS sono: Un approccio partecipativo Un approccio integrato che tiene conto di strumenti e politiche dei diversi settori, livelli amministrativi e autorità limitrofe Un impegno verso la sostenibilità (orientamento non solo verso l efficacia ma anche verso l economicità) Una visione chiara, obiettivi e traguardi misurabili nel lungo periodo Un esame dei costi e dei benefici dei trasporti con legame degli impatti alle risorse spese Internalizzare i costi esterni applicando principi comuni alle specificità di ciascun modo 25

26 26 Il Processo del PUMS:

27 Il Piano Urbano della Sicurezza Stradale definito nel Piano Nazionale della Sicurezza Stradale (Art.32 Legge 17 maggio 1999 n 144) Obiettivo: Riduzione numero ed effetto degli incidenti Indirizzato: agli enti proprietari e gestori si strade 27 Contenuti: Sistema articolato di Indirizzi, misure per la promozione ed incentivazione di piani e strumenti Interventi infrastrutturali Misure di prevenzione e controllo Dispositivi normativi e organizzativi Tutti finalizzati a migliorare i livelli di sicurezza Durata: 3 anni Compiti del Ministero II.TT. definire gli indirizzi generali del Piano redigere le linee guida per la redazione dei Piani (anche urbani Linee guida per la redazione dei Piani Urbani di Sicurezza Stradale moderaz. traffico) finanziare in quota l attuazione dei Piani specifici

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