Economia Monetaria - Slide 3
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1 1 Economia Monetaria - Slide 3 Giorgio Calcagnini Università di Urbino Dip. Economia, Società, Politica giorgio.calcagnini@uniurb.it Anno accademico, 2012/2013
2 Le 3 triadi Il passo successivo alla FF è quello di studiare le funzioni di comportamento degli operatori. Ricerca dei nessi causali all interno di un sistema economico: aumento della complessità e ruolo delle innovazioni finanziarie. Analisi monetaria: 3 triadi. 1 La triade tradizionale: che spiega la moneta dal punto di vista funzionale. 2 La triade keynesiana: che spiega la moneta dal punto di vista motivazionale. 3 La triade hicksiana: che spiega la moneta all interno di un quadro interpretativo unificato. Il problema fondamentale della teoria monetaria a cui si è cercato di dare risposta è perché si utilizza la moneta e, soprattutto, perché si tengono scorte monetarie in presenza di AF più remunerative.
3 3 La definizione più comunemente conosciuta è quella di rappresentare la moneta in base alle funzioni che può svolgere, che sono: 1 mezzo di scambio 2 riserva di valore 3 unità di conto La teoria tradizionale prekeynesiana (si concentra sulle situazioni di buon funzionamento dell economia), ha adottato questa triade, dando però rilevanza soprattutto alla prima funzione, quella di mezzo di scambio.
4 4 La storia del mezzo di scambio può essere riassunta in quattro fasi successive, nell ordine: 1 la moneta - merce 2 la moneta convertibile 3 la moneta fiduciaria 4 la moneta elettronica
5 Il signoraggio: facoltà bella BC di stampare moneta ad un costo irrisorio rispetto al loro valore nominale di scambio, e di acquistare con questi pezzi di carta le AF che vengono registrate nell attivo del suo bilancio. E di fondamentale importanza avere una istituzione al servizio della collettività che attribuisca valore di bene pubblico alla moneta fiduciaria e che si assuma la responsabilità di tutelare il suo potere di acquisto. La necessità di una garanzia istituzionale cresce man mano che la moneta legale si smaterializza. il principio della convertibilità ritorna. Prima si trattava di convertibilità in oro, in presenza di demetallizzazione della moneta. Ora si tratta di convertibilità in moneta fiduciaria, in presenza di smaterializzazione della moneta. 5
6 . Qualsiasi scambio di beni sul mercato tra un venditore ed un acquirente implica una spesa che può essere specificata in due modi distinti: 1 Il valore della spesa dell acquirente deve essere uguale alla moneta consegnata al venditore; inoltre, la spesa complessiva dei membri di un gruppo che include sia acquirenti che venditori deve essere uguale all ammontare di moneta usata dal gruppo moltiplicata il numero di volte che è stata usata. Se definiamo il numero di volte che la moneta è stata usata per finanziare le transazioni/scambi come velocità di circolazione della moneta (V), la spesa in termini monetari con ey, lo stock di moneta em, allora: ey em*v (1) dove il simbolo indica che la (1) è un identità e non un equazione.
7 continua 2 Il valore della spesa può anche essere misurato dalla quantità fisica (y, Q nel testo di Alessandrini) di beni scambiata per il loro prezzo medio: ey ep*y (2) Se uguagliamo la (1) e la (2) Py MV (3). La (3) essendo un identità è sempre valida ed è chiamata equazione quantitativa. Utilizziamo il termine equazione per differenziarla dal termine teoria che include delle condizioni comportamentali. Mentre un identità è sempre valida, una teoria è valida solo in condizioni di equilibrio.
8 8 Se al posto del numero di beni scambiati concentriamo l attenzione sulle transazioni (T) possiamo ridefinire la (3) e la spesa come il prodotto di T per il prezzo medio pagato per transazione (P T ). Per illustrare la differenza tra y e T, e tra P y e P T ipotizziamo di scambiare in una sola transazione 10 camicie (y) al prezzo di e10 (P y ) ciascuna per una spesa complessiva di e100. Alternativamente, il numero di transazioni è T=1 con un prezzo medio di e100 (P T ).
9 9 La teoria quantitativa ha una tradizione di lunga data, e può essere semplicemente riassunta nella proposizione secondo cui una variazione nell offerta di moneta determina una variazione proporzionale nel livello dei prezzi. Questa teoria ha dominato tutto il 19 secolo ed esistono diverse versioni della teoria quantitativa. 1 (I. Fisher, The Purchasing Power of Money,1911). 2 esamina la determinazione dei prezzi dal punto di vista della domanda e offerta di moneta (Cambridge University, U.K.).
10 10 Fisher ha cercato di fornire basi rigorose alla teoria quantitativa partendo dall equazione quantitativa e aggiungendo a quest ultima delle ipotesi comportamentali. Fisher riconosce che i beni alcune volte sono pagati con circolante (C) e altre con assegni (D, depositi in c/c). Definiamo con V C e V D le velocità di circolazione rispettivamente di C e D. Quindi, dall equazione quantitativa (1) si ha che (C V C + D V D ) P y (4).
11 Fisher assume che le banche tengano un rapporto relativamente costante tra riserve e depositi, mentre imprese e famiglie tengano un rapporto relativamente costante tra circolante e depositi. Di conseguenza, C e D variano proporzionalmente. Per trasformare l equazione quantitativa nella teoria quantitativa (secondo cui una variazione nell offerta di moneta determina una variazione proporzionale nel livello dei prezzi), Fisher assume che: 1 Le velocità di circolazione di C e D non dipendano dalla quantità di circolante, dei depositi, o del livello dei prezzi, ma dipendano dalle abitudini degli individui, dalle convenzioni commerciali, dalla densità della popolazione, dalla rapidità dei trasporti, da alcune condizioni tecniche; 2 Il volume degli scambi sia indipendente dalla quantità di moneta. La produzione dipende dalle risorse naturali e dalle
12 In simboli, la teoria può essere riassunta come: D = ac, M = C + D, y/ M = 0, V / M = 0, y/ P = 0, V / P = 0 e y = ȳ per la teoria classica della piena occupazione. Nella teoria di Fisher l effetto della variazione della moneta sui prezzi passa attraverso un aumento della spesa aggregata. E questo il meccanismo diretto di trasmissione della politica monetaria. Il meccanismo indiretto (ripreso da Keynes) passa attraverso variazioni dei tassi di interesse e della conseguente variazione degli investimenti.
13 . Questa teoria esamina la determinazione dei prezzi dal punto di vista della domanda e offerta di moneta. Alcuni degli economisti che hanno seguito questo approccio sono A. Marshall, J.M. Keynes (pre 1936), e A.C. Pigou. Pigou è interessato a capire quali proprietà un attività finanziaria deve possedere per essere definita moneta legale. Pigou individua sia C che D (o M1) come le due attività che possiedono le caratteristiche per essere definite moneta legale. Infatti, sia C che D permetterebbero l effettuazione di scambi senza difficoltà, e di garantire al loro possessore la possibilità di far fronte a necessità inattese, o un aumento dei prezzi dei beni a cui non è possibile rinunciare. 13
14 14 Pigou sostiene che: 1 La domanda di M1 va posta in relazione (alla ricchezza o) al reddito degli individui. 2 il rapporto tra M1 e Py (cioè, Y) dipende dal tasso di rendimento interno degli investimenti ( r ) (e dall utilità marginale persa per il mancato consumo). M d /Y = k(r) con, k/ r < 0 (5). M d = k(r)y (6). Se M s = M, in equilibrio avremo che: M = k(r)y = k(r)py (7). Se y = ȳ, allora: M = k(r)pȳ (8).
15 Inoltre Pigou assume che: 1 ȳ/ P = 0 e ȳ/ M = 0. 2 mentre il tasso di rendimento interno del capitale (r ) è determinato dalla produttività marginale del capitale che a sua volta è indipendente da P e da M (il reddito è dato al livello di piena occupazione!). Quindi in equilibrio: M = k(r )Pȳ (9). oppure: P = M/[k(r )ȳ] (10). La (10) implica che: P/ M = 1/[k(r )ȳ] (11). e l elasticità di P rispetto a M (E P,M ) = (M/P) P/ M E P,M = [k(r )ȳ](1/[k(r )ȳ]) = 1 (12).
16 16 Dal momento che E P,M = 1, il livello dei prezzi (in analisi di statica comparata) varierà proporzionalmente all offerta di moneta. di Pigou è una teoria dell equilibrio nel mercato della moneta, anche se per essere tale il modello completo deve spiegare come si determina il reddito e il tasso di rendimento interno del capitale (Sostanzialmente, Pigou rimanda al modello classico). Per quanto riguarda la velocità di circolazione della moneta: V = Y M = 1 [k(r)] (13). Teoricamente, V non è costante perché dipende da r.
17 17 Tuttavia, date le ipotesi di indipendenza di r dall offerta di moneta, significa che anche V è indipendente da M s. Ma nel tempo V può non essere costante perché dipende da cambiamenti che interessano ad esempio il sistema di pagamenti, ecc.
18 18. La teoria quantitativa è stata riaffermata nel secondo dopoguerra da Milton Friedman, che assieme ad altri importanti autori (tra questi, Karl Brunner, Allan Meltzer, Harry Johnson), ha dato vita alla scuola monetarista. L apporto di Friedman è stato importante perché ha riportato l attenzione sul fatto che la causa dell inflazione, cioè di uno stabile (non temporaneo) aumento dei prezzi, è sempre da ricercare negli squilibri del mercato monetario. In altre parole dipende da un eccesso di creazione di moneta. Questo avviene perché la politica monetaria gestita in un ottica di breve periodo a scopi anticiclici non tiene conto degli effetti che può produrre nel lungo periodo.
19 Il quadro interpretativo predisposto dal monetarismo si sostiene su tre pilastri. Il primo riguarda la stabilità della domanda di moneta, che può essere sintetizzata nella conferma empirica dell ipotesi di stabilità della velocità di circolazione e quindi del parametro k. Il secondo riguarda la relazione inversa tra tasso di disoccupazione e tasso di inflazione, noto come la curva di Phillips. Il terzo pilastro riguarda i ritardi della politica monetaria. Come sempre sono stati i fatti, ossia la storia, a mettere ordine nel dibattito: cambiamenti strutturali nei mercati reali e finanziari indotti da innovazioni tecnologiche e istituzionali, che tra l altro hanno ampliato il grado di liquidità delle attività finanziarie, rendendo più labile il confine tra AF monetarie e 19
20 Problemi aperti. La triade monetaria tradizionale si sofferma esclusivamente sulla prima delle tre funzioni attribuita alla moneta, quella di mezzo di scambio. Due ordini di problemi della teoria prekeynesiana: sono state trascurate le altre due funzioni della moneta, la riserva di valore e l unità di conto. Riserva di valore: non si può parlare di una dimenticanza, di una conseguenza di un ordine preferenziale che ha subordinato questa funzione a quella di mezzo di scambio (la riserva di valore viene considerata funzionale a questo scopo, visto come prioritario). Unità di conto: la dimenticanza è stata invece voluta. Gli economisti hanno sempre sottovalutato l importanza delle unità di conto (es. nr tassi di cambio bilaterali, n(n 1) ). 20
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