Economia monetaria e creditizia. Slide 4

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1 Economia monetaria e creditizia Slide 4

2 Le teorie diverse che spiegano come di determina la domanda di moneta possono essere ricondotte alle due funzioni di mezzo di pagamento e di riserva di valore la teoria neoclassica enfatizza il ruolo della moneta come mezzo di pagamento. Stabilisce una stretta correlazione tra livello del reddito e quantità di moneta domandata. Alla base di ciò sta l idea che la moneta sia "unica" rispetto agli altri strumenti. Di qui l'effetto ricchezza, ovvero l'impatto che la quantità di moneta detenuta ha sulle decisioni di spesa, svolge un ruolo centrale i keynesiani concordano con i neoclassici sul ruolo della moneta come mezzo di pagamento. Essi tuttavia danno a essa anche una funzione di riserva di valore. In questo caso però molto dipende dal tasso di interesse, dal momento che la funzione di riserva di valore viene svolta anche da strumenti alternativi

3 Friedman recupera la tradizione neoclassica, mettendo tuttavia nel conto le considerazioni di Keynes Altre spiegazioni della domanda di moneta fanno riferimento a spiegazioni di natura microeconomica. Il modello delle scorte monetarie illustra come, in presenza di una sfasatura tra incassi e pagamenti, la domanda di moneta per transazioni (moneta transattiva) dipenda sia dal reddito che dal tasso di interesse. Simili le conclusioni a cui pervengono i modelli di domanda di moneta precauzionale

4 Teoria neoclassica della domanda di moneta Per i neoclassici l unica funzione della moneta è di fungere da mezzo di pagamento. Essa non ha alcuna utilità intrinseca (altrimenti verrebbe detenuta anche per altre finalità). Il solo motivo per cui è domandata dagli operatori-consumatori è che non c è sincronia tra gli incassi e i pagamenti che essi effettuano La versione di Fisher (1911) L ammontare di moneta (M) detenuto dipende in modo diretto da: il numero di transazioni (T) che interessa ogni soggetto, 2) dal loro valore unitario, ovvero dal livello dei prezzi (P); 3) da una serie di variabili istituzionali, ovvero dal numero di passaggi che la moneta fa in ogni intervallo di tempo considerato (la velocità di circolazione) ovvero (equazione di Fisher)

5 T è costante, in quanto associato alla piena occupazione V è costante, poiché determinato dall organizzazione istituzionale (organizzazione del sistema bancario, regole di pagamento, assetti fiscali, ecc.) è variazioni di M decise dalla banca centrale hanno ripercussioni dirette sul livello dei prezzi P Pigou (1917) Marshall (1923) La quota di reddito che gli operatori decidono di mantenere liquida dipende dall utilità associata ai servizi connessi al possesso di moneta (scorta in funzione di eventi futuri, possibilità di potersi avvantaggiare di future riduzioni di prezzi, ecc.) Equazione di Cambridge. NB: rispetto all equazione degli scambi di Fisher k è l inverso della velocità di circolazione y rappresenta il reddito in termini reali

6 L equilibrio sul mercato monetario L aumento dell offerta di moneta genera aumenti dei prezzi

7 La domanda di moneta in Keynes Per Keynes gli operatori detengono moneta per 3 motivi: 1) quello transattivo; 2) quello speculativo, 3) quello precauzionale 1) Movente transattivo: del tutto simile alla spiegazione data dalla scuola di Cambridge. Data la non sincronizzazione tra incassi e pagamenti la moneta serve per dare comunque corso agli scambi 2) Movente precauzionale: moneta detenuta per fare fronte a imprevisti. Può essere anche influenzata dal tasso di interesse ma il peso di questa variabile è meno importante del livello del reddito

8 3) Movente speculativo: dal momento che in futuro il tasso di interesse può aumentare (o crescere), producendo una caduta (o un aumento) dei prezzi dei titoli, i soggetti decideranno di detenere maggiore moneta, o meno, in funzione del tasso di interesse atteso se il tasso è troppo alto rispetto a quello che è ritenuto il suo valore normale, ci si aspetta una caduta con conseguente aumento dei valori dei titoli detenuti Il contrario, nel caso opposto

9 Consideriamo il caso dei titoli di stato non rimborsabili che producono un rendimento costante nel tempo. Il tasso di rendimento atteso sarà pari dove i è il tasso di interesse fissato all emissione è il rendimento atteso in conto capitale, pari a ovvero alla differenza tra il prezzo all emissione e prezzo corrente Il valore di P dipende tuttavia dal tasso di interesse

10 dove C rappresenta la cedola fissa pagata annualmente. Se poniamo avremo Ricordando che possiamo scrivere da cui

11 Possiamo dunque riscrive il rendimento atteso nel seguente modo L indifferenza tra detenere moneta, o meno l avremo quando ovvero se

12 Se l aspettativa di crescita dei tassi di interesse sono tali da indurre gli individui a detenere moneta. Se invece siamo nella situazione opposta: le aspettative di calo dei tassi sono tali da consigliare l investimento in titoli, piuttosto che in circolante

13 L effetto aggregato può essere rappresentato come in figura Le aspettative non sono uguali per tutti gli individui e il livello critico del tasso di interesse è compreso tra un min e un max: sopra max i tutti gli individui si attendono un calo dei tassi di interesse: tutti preferiscono non avere moneta e optano per i titoli sotto min i tutti si aspettano un aumento dei tassi. Preferiscono dunque detenere la loro ricchezza in moneta per fini speculativi tra max i e min la retta è inclinata negativamente in funzione della distribuzione delle aspettative

14 L equilibrio sul mercato monetario può essere rappresentato come segue NB: lo spostamento verso l alto della curva di domanda aggregata deriva da un aumento strutturale delle aspettative del tasso di interesse, ovvero dalla convinzione diffusa che il livello critico del tasso di interesse è superiore rispetto a quanto accadeva in precedenza Per Keynes la domanda di moneta dipende dalle aspettative degli individui: poiché queste sono volatili, anche la domanda di moneta è caratterizzata da incertezza.

15 diversamente dai neoclassici, qui la velocità di circolazione è variabile e dipende dalle aspettative. Essa inoltre dipende dall offerta di moneta: un aumento dell offerta, producendo un calo dei tassi, producendo un aumento della domanda di moneta speculative e, di conseguenza, una riduzione della velocità di circolazione Diversamente dai neoclassici qui ciò che conta, soprattutto, è l effetto di sostituzione tra le diverse attività, non come l effetto che la ricchezza ha sulla domanda di beni e di attività finanziarie La domanda di moneta e le scelte di portafoglio In Keynes i singoli soggetti hanno solo 2 possibilità: o detengono tutta la loro in ricchezza in moneta, oppure tutta in titoli (l unico elemento di incertezza è la distribuzione delle aspettative tra gli individui). Tuttavia nella realtà gli individui detengono portafogli diversificati. L analisi di Tobin (1958) descrive bene questa situazione. Qui gli individui sono incerti, nel senso che non hanno certezze circa ciò che guadagneranno (o perderanno) detenendo titoli oppure moneta

16 Se i soggetti conoscono il tasso di interesse dei titoli al momento dell acquisto ma non il loro prezzo di mercato nel momento della cessione, se questa avviene prima del termine di scadenza Se l individuo acquista un titolo al tempo t, il rendimento totale atteso al tempo t+1 (sulla base dell informazione nota) sarà pari a ovvero sarà dato dalla somma tra il tasso di interesse garantito e il guadagno atteso in conto capitale (vedi Keynes), dove è una variabile stocastica, data dalla somma di tutti i possibili guadagni per la probabilità che si realizzino Posto che

17 Il rendimento atteso è dunque dato dal tasso di rendimento medio, mentre il grado di rischio è rappresentato dallo scarto quadratico medio dei possibili futuri prezzi del titolo Il rischio complessivo del portafoglio dipende dal grado di rischio delle diverse attività che lo compongono e dal grado di interdipendenza dei diversi rischi. Ipotizziamo che esistano 2 sole attività: un attività rischiosa B (un titolo) e la moneta M. In questo caso di grado di interdipendenza tra i rischi è pari a zero. Se W è la ricchezza di un individuo avremo dove

18 Poiché la moneta non dà rendimento, il tasso effettivo di rendimento del portafoglio sarà pari a Se ipotizziamo il rendimento del portafoglio sarà mentre il rischio a esso associato sarà pari a Tramite una semplice sostituzione si ottiene OB è delle combinazioni possibili rischio-rendimento è Tassi di rendimento maggiori implicano gradi di rischio più elevati è Variazioni del tasso di interesse modificano l inclinazione di OB Data la propensione al rischio di ogni soggetto, (rappresentata dalle curve di indifferenza) è possibile stabilire il portafoglio ottimo

19 Curve di indifferenza e equilibrio relativi a propensioni al rischio diverse: a) Amante del rischio è tutto viene investito in titoli (soluzione d angolo) b) Avversione al rischio alta è portafoglio misto c) Avversione al rischio bassa è tutto viene investito in titoli (soluzione d angolo) NB: col l approccio di portafoglio la moneta è considerata come una delle tante attività esistenti. Non si fa alcun riferimento alla moneta come mezzo di pagamento. Non si spiega perché i soggetti detengano moneta anche quando sono disponibili attività liquide e prive di rischio

20 La domanda di moneta di Friedman Friedman si oppone alla tesi keynesiana secondo cui il tasso di interesse è importante nella determinazione della domanda di moneta, mentre il legame con il consumo è secondario. Per fare questo rivisita lo schema neoclassico proponendo un meccanismo in cui la moneta domandata deriva, come per tutti i beni, dall utilità che produce è NB: in realtà, il modello non è molto diverso dai modelli di scelta di portafoglio dato un vincolo di bilancio, rappresentato dalla ricchezza la domanda di moneta dipende dal suo prezzo, dal prezzo dei suoi succedanei e dalle preferenze degli individui

21 W oltre alle attività detenute comprende la ricchezza umana, ovvero il valore attuale dei flussi futuri di reddito (il quale dipende dal KU) è dove i è il tasso di interesse e permanente è il reddito Le attività alternative alla moneta sono obbligazioni, azioni e beni reali Ø obbligazioni. Il loro rendimento (vedi sopra) è pari a Ø azioni. Il loro rendimento è pari a NB: oltre a quanto detto per le obbligazioni, va considerato l effetto dovuto alla variazione del livello generale dei prezzi

22 Ø Beni reali. Da essi gli individui ricavano il rendimento derivante dai servizi che essi producono, il quale è ipotizzato costante nel tempo, e dunque ininfluente sulla domanda di moneta. Il loro valore cambia tuttavia in funzione dei prezzi la quota h di ricchezza non umana detenuta (poiché la ricchezza umana non è liquida, più alto è h minore è la domanda di moneta) I gusti e le preferenze (tra questi, vanno considerati sia il grado di incertezza, sia i profili di mobilità)

23 Il livello dei prezzi, dal momento che la domanda moneta, come quella di qualsiasi altro bene, non può che riferirsi alle quantità reali La funzione di domanda di moneta può dunque essere espressa come in questa funzione sono presenti 3 tassi di interesse dove però il primo (i) può essere considerato pari alla media del secondo e del terzo inoltre, in equilibrio, avremo

24 E tuttavia ragionevole immaginare che i tassi siano soggetti a variazioni simili. Pertanto avremo dove la differenza tra tasso di interesse nominale e taso di interesse reale è data dalla variazione dell indice dei prezzi E dunque possibile semplificare l equazione di domanda di moneta nel seguente modo

25 come in Keynes, la domanda di moneta è influenzata dalla scelta tra detenere liquidità oppure altre attività però, mentre in Keynes è possibile la sostituzione solo con attività finanziarie, qui la sostituzione comprende anche i beni reali è un aumento dell offerta non comporta solo un aggiustamento del portafoglio finanziario (e dunque una riduzione del tasso di interesse), ma anche un aumento della domanda di beni reali è le analisi empiriche di Friedman evidenziano la non correlazione tra tassi di interesse e domanda di moneta Friedman riafferma la relazione causale tra moneta e reddito nominale messa in risalto dall equazione di Cambridge è la velocità di circolazione è prevedibile (dipende stabilmente da alcune variabili)

26 Scorte di moneta e domanda di moneta transattiva dal dibattito macroeconomico tra monetaristi e keynesiani sono originate molte analisi microeconomiche volte a stabilire le determinanti della domanda di moneta. alcune di queste (Baumol, 1952 Tobin, 1956) si sono soffermate sulla domanda di moneta transattiva, provando a meglio specificare una variabile che nell analisi di Keynes veniva collegata solo al reddito e all assetto istituzionale le conclusioni a cui arrivano è che anche questa componente della domanda di moneta è fortemente determinata dal tasso di interesse Ipotesi: 1. all inizio di ogni intervallo di tempo considerato agli individui è data una disponibilità di risorse pari a T 2. queste risorse possono essere investite in attività (esenti da rischi) che danno un rendimento pari a i, oppure in moneta (che non dà rendimenti)

27 3. durante il periodo di riferimento, gli individui possono smobilizzare gli investimenti fatti per ottenere liquidità pari a K 4. si tratta però di un operazione onerosa, il cui costo unitario è pari a b Avremo: numero di smobilizzazioni fatte da ogni soggetto = costo complessivo delle smobilizzazioni = quantità media di moneta detenuta = costo opportunità del detenere moneta = costi totali associati alla moneta detenuta =

28 La quantità ottima di moneta sarà quella che minimizza CT da cui In termini logaritmici avremo

29 NB: l elasticità della domanda di moneta al reddito e al tasso di interesse è pari a ½, ovvero aumenta in misura meno che proporzionale rispetto alla loro crescita è la moneta ha economie di scala: se il valore delle transazioni raddoppia, le scorte di moneta aumentano del 50% la domanda di moneta dipende dalla distribuzione del reddito. Se il reddito è posseduto da un solo soggetto avremo dove Nel caso di 2 soggetti invece da cui

30 La domanda di moneta precauzionale i modelli delle scorte sono formulati partendo da informazioni certe relative ai flussi-deflussi di liquidità questa ipotesi è rimossa nei modelli di domanda precauzionale Ipotesi: 1. immaginiamo che i flussi di liquidità siano incerti, anche se è nota la loro distribuzione di probabilità 2. Il costo-oppurtunità di detenere moneta è Mi 3. Il costo dell illiquidità, ovvero il costo di vendere titoli nel caso in cui i pagamenti (N) da effettuare eccedono le scorte monetarie (M) detenute, sia pari a pb, dove p è il costo unitario della conversione dei titoli e p è la probabilità di N>M I costi totali di detenere scorte monetarie saranno

31 E chiaro tuttavia che p dipende da M: maggiore è M, minore è la probabilità che N>M, ovvero che i pagamenti da effettuare eccedano le scorte monetarie detenute Il teorema di ineguaglianza di Tchebycheff ci dice che la probabilità p che una variabile casuale devii dal suo valore medio oltre il limite M è dove corrisponde al rapporto tra il limite M e lo scarto quadratico della stessa variabile

32 I costi totali delle scorte da detenere possono dunque essere riscritti nella seguente forma Una volta nota la varianza dei flussi di pagamento, si può dunque determinare il valore di M che minimizza i costi totali di detenzione della moneta da cui

33 La domanda di moneta precauzionale dipende: In modo diretto, dal costo della conversione titoli-moneta In modo diretto, dalla varianza dei flussi di pagamento In modo inverso dal tasso di interesse

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