LINEE GUIDA PER LA PROGRAMMAZIONE DELL OFFERTA DEI SERVIZI NELL AREA DELLE TOSSICODIPENDENZE



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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO DIPARTIMENTO LAVORO E WELFARE LINEE GUIDA PER LA PROGRAMMAZIONE DELL OFFERTA DEI SERVIZI NELL AREA DELLE TOSSICODIPENDENZE SETTEMBRE 2012

1. PREMESSA Le attività sanitarie e socio-sanitarie a favore dei soggetti dipendenti da sostanze rientrano nei Livelli essenziali di assistenza assistenza territoriale. L Azienda provinciale per i servizi sanitari provvede alla prevenzione dei comportamenti favorenti, alla cura e alla riabilitazione dei cittadini affetti da dipendenze patologiche attraverso il Servizio per le tossicodipendenze e il Servizio di riferimento per le attività alcologiche afferenti al Dipartimento dipendenze inter-distretto. Nello svolgimento di tale attività di cura e riabilitazione l Azienda sanitaria si avvale del contributo di molte associazioni del privato sociale, enti e istituzioni accreditate e convenzionate con il servizio sanitario nazionale. 2. INQUADRAMENTO EPIDEMIOLOGICO E INTERVENTI DI CONTRASTO NELL AMBITO DELLE SOSTANZE STUPEFACENTI ILLEGALI 2.1. CONCETTI GENERALI E DEFINIZIONI Il consumo di sostanze stupefacenti rappresenta un problema di sanità pubblica non solo per gli effetti diretti sulla salute del consumatore ma perché tali effetti si estendono alle famiglie e alla società nel suo insieme. I rischi per la salute associati al consumo di sostanze stupefacenti illegali aumentano con l aumentare della frequenza del consumo e della quantità della sostanza consumata. L uso problematico viene suddiviso dalla International Classification of Diseases (10th revision) in uso dannoso (harmful use) e dipendenza. Per essere definito dannoso l uso deve essere alla base di danni fisici (per esempio danni a qualche organo) oppure causa di danni psicologici (per esempio la psicosi indotta dalla sostanza). La dipendenza è definita in presenza di almeno tre indicatori per almeno un mese nell ultimo anno. Tali indicatori comprendono: forte desiderio di assumere la sostanza; mancanza di controllo dell uso; sindrome di astinenza seguita da cessazione dell assunzione/in seguito alla riduzione del dosaggio; bisogno di assumere quantità crescenti per avere l effetto psicologico desiderato; quantità di tempo importante trascorsa nel tentativo di procurarsi e consumare la sostanza e riprendersi dai suoi effetti; persistenza nell assunzione della sostanza nonostante i problemi provocati dal consumo. La dipendenza e l uso dannoso possono istaurarsi nell ambito delle quattro maggiori classi di sostanze stupefacenti (stimolanti tipo anfetamine, cannabis, cocaina, oppiacei). Tuttavia l European Monitoring Centre for Drugs and Drug addiction (EMCDDA) limita la definizione di uso problematico all uso per via endovenosa oppure di lunga durata/con assunzione regolare di oppiacei, cocaina e/o anfetamine. 2.2. PREVALENZE IN PROVINCIA DI TRENTO In Trentino la sostanza stupefacente illegale maggiormente consumata risulta essere la cannabis (si stima che circa l 11% della popolazione tra i 15 e i 64 anni abbia consumato cannabis nell anno precedente l inchiesta). Sostanza Consumato almeno una volta nella vita (% sulla popolazione generale tra 15-64 anni) Consumato nell ultimo anno (% sulla popolazione generale tra 15-64 anni) Cannabis 35% 10,5% 11% Cocaina 6% 1,8% 1,6% Eroina 1,7% 0,4% 0,4 Anfetamine 3,6% 0,8% 0,5 Dati IPSAD riferiti al Trentino Alto Adige, anno 2010 Media nazionale di consumo nell ultimo anno 2

La prevalenza di uso problematico di sostanze stupefacenti viene stimata essere di 6,5 persone ogni mille residenti di età compresa tra i 15 e i 64 anni, corrispondenti a circa 2.400 persone, di cui 1.600 consumatori problematici di oppiacei e 800 consumatori problematici di stimolanti (principalmente cocaina). Mentre i valori di consumo stimati in Trentino-Alto Adige si sovrappongono sostanzialmente alla media di consumo nazionale (vedi tabella sopra), i valori stimati di uso problematico risultano inferiori alla media nazionale (8,5 persone ogni 1.000 abitanti). 2.3. GLI EFFETTI SULLA SALUTE Gli effetti sulla salute possono essere raggruppati in quattro categorie: - effetti tossici acuti (overdose) - effetti acuti dovuti allo stato di intossicazione (incidenti e violenza) - sviluppo della dipendenza - effetti dovuti al consumo cronico (malattie cardiovascolari, cirrosi, infezioni batteriche e virali parenterali e problemi di salute mentale). Il consumo di cannabis è associato a problemi di dipendenza e di salute mentale (comprese le psicosi) ma non sembra avere un effetto apprezzabile sulla mortalità. Il consumo di oppiacei rappresenta una delle cause principali per morte per overdose e dipendenza; infezioni con HIV, epatite C e B rappresentano un importante rischio collegato all assunzione per via endovenosa di eroina, cocaina e amfetamine. Problemi di salute mentale, incidenti stradali, suicidio e violenza sono più frequenti nelle persone che consumano sostanze stupefacenti. 2.4. I FATTORI DI RISCHIO PER IL CONSUMO E LO SVILUPPO DI DIPENDENZA I modelli prevalenti dell iniziazione del consumo di sostanze (per esempio la successione temporale del consumo in cui si inizia con il consumo di alcol e tabacco seguito da cannabis e altre sostanze) varia tra Paesi e culture diverse. Ciò confermerebbe l influenza dei fattori sociali, della disponibilità delle sostanze nonché di altri fattori di contesto ambientale, nel favorire od ostacolare l iniziazione del consumo e la sua evoluzione in consumo problematico e dipendenza. Il consumo di sostanze può quindi essere considerato il risultato di complesse interazioni multifattoriali tra l esposizione ripetuta alle sostanze, fattori biologici e ambientali (modello biopsico-sociale così definito dall Organizzazione mondiale della sanità). Ciò premesso, i fattori di rischio si possono suddividere in: fattori sociali e di contesto (disponibilità delle sostanze, consumo di alcol e tabacco in giovane età, accettazione sociale del consumo di alcol e di altre sostanze, difficoltà economiche, basso livello di istruzione); fattori familiari (scarsa qualità della relazione con i genitori, violenza intra-familiare, conflitti tra i genitori, uso di sostanze da parte di genitori e/o fratelli); fattori individuali (sesso maschile, tratti particolari del carattere di ricerca di novità sensazionali, problemi comportamentali nell infanzia, scarsi successi scolastici e abbandono scolastico); pressione del gruppo (rappresenta uno dei fattori predittivi l iniziazione del consumo di alcol/sostanze più forte in adolescenza, anche indipendentemente da altri fattori individuali o familiari). Spesso più di uno di questi fattori coesistono nello stesso individuo. Il consumo di sostanze provoca a sua volta disregolazioni del sistema dei mediatori cerebrali, prevalentemente della dopamina, responsabili della sensazione di gratificazione e di una forte spinta (craving) al consumo ulteriore della sostanza. La resistenza a tale spinta è inversamente proporzionale al numero/intensità dei fattori di rischio sopra elencati. 3

2.5. LA PREVENZIONE Il target maggiore delle azioni di prevenzione è rappresentato dai giovani, visto che l esposizione alle sostanze e la probabilità di iniziare a consumarle è maggiore in quella fascia di età. Le misure di prevenzione dovrebbero servire a impedire l iniziazione del consumo ma possono servire a spostare in età maggiore l iniziazione o a impedire che i consumatori occasionali diventino consumatori regolari e dipendenti. I programmi di prevenzione possono essere classificati rispetto all ambito in cui vengono realizzati (scuola, media, comunità, medicina di base ecc.) o ad altre modalità: interventi sul contesto ambientale finalizzati alla riduzione della disponibilità delle sostanze; interventi psico-sociali; interventi di educazione sanitaria finalizzati ad aumentare la consapevolezza dei rischi; interventi di screening e di counselling breve in ambito sanitario. Secondo i review sistematici della Cochrane collaboration gli interventi sullo sviluppo psicosociale possono essere efficaci; gli interventi di educazione sanitaria finalizzati ad aumentare conoscenze e consapevolezza (come quelli solitamente veicolati dai mass-media) sono spesso di scarsa efficacia. Gli interventi psico-sociali più promettenti, sia a livello di contesto familiare che scolastico, risultano essere quelli improntati sullo sviluppo delle abilità vitali in generale (life skills) e non specificatamente sul consumo di alcol o droga. Una tattica efficace sembra essere inoltre la correzione di alcune percezioni errate sulla presunta grande diffusione del consumo di sostanze tra i giovani. Nel campo della prevenzione secondaria risultano efficaci interventi basati su screening e counselling motivazionale breve, in ambito sanitario. 2.6. GLI INTERVENTI DI SANITÀ PUBBLICA E A FAVORE DEI CONSUMATORI Gli interventi rivolti ai consumatori di sostanze coprono una grande varietà di bisogni, dal trattamento farmacologico della dipendenza a sostegno dell astinenza, ai servizi finalizzati alla riduzione della frequenza/quantità di consumo e altri danni/comportamenti ad alto rischio. Gli interventi devono seguire un approccio olistico mettendo l individuo al centro e non dimenticando che il recupero completo è possibile e auspicabile. Le diverse opzioni a disposizione e la loro efficacia sono riassunti nella tabella seguente. Interventi Efficacia Forza delle prove Commenti Terapia sostitutiva Buona evidenza per l efficacia nella riduzione della mortalità, consumo di eroina, criminalità, infezioni da HIV e epatiti virali. Numerosi studi in molti paesi. Programmi di scambio di siringhe Trattamento psicosociale Trattamento comportamentale familiare o di coppia Riduzione delle infezioni da HIV e avvicinamento al trattamento. Buona evidenza per l efficacia nella riduzione del consumo, dei problemi legati al consumo e delle attività criminali. Alcuni studi randomizzati evidenziano l efficacia nell astinenza durante il trattamento per consumo di Ricerche condotte in Canada, Regno Unito, Australia e USA. Molti studi in molti paesi diversi. Studi quasi esclusivamente condotti in USA. Solo per consumatori di oppiacei. La combinazione con interventi psicosociali aumenta l efficacia. Buon rapporto costo-efficacia. Solo per chi usa droghe per via endovenosa. Nessun effetto sull epatite C. Nessun trial randomizzato controllato disponibile. Appropriato per tutti i tipi di consumo e di sostanze. Possono essere combinati a interventi farmacologici e somministrati in ambito sia ambulatoriale, che residenziale, sotto forma sia individuale che di gruppo. Non molto diffuso in USA, non testato in altri paesi/culture. 4

eroina e cocaina. Comunità residenziali Sono stati realizzati pochi trial randomizzati. Una durata maggiore del Disponibilità di poche evidenze di buona qualità scientifica nonostante la Molto diffuso in tutto il mondo con approcci diversi. soggiorno è associato ad outcome migliori, benché queste osservazioni non vengano confermate dai trial randomizzati che evidenziano benefici identici con durate inferiori del soggiorno e successivo follow-up oppure con interventi ambulatoriali. diffusione molto ampia di tale approccio. Organizzazioni di automutuo-aiuto Buona evidenza per l efficacia nella riduzione del consumo e della criminalità. Evidenze disponibili da molti Paesi anche molto diversi tra di loro (USA, Regno Unito, Iran, Cina). Buon rapporto costoefficacia. Probabilmente l approccio più diffuso a livello mondiale. Interventi brevi nell ambito sanitario Buona evidenza sull efficacia nella Evidenze disponibili dal Regno Unito, USA, Sud- Le evidenze riguardano molte sostanze diverse. riduzione del consumo tra i consumatori ad alto rischio. Africa, India, Australia e Brasile. La tabella è stata tratta e adattata da: John Strang, Thomas Babor, Jonathan Caulkins, et al., Drug Policy and the public good: evidence for effective interventions, The Lancet, Vol. 379, pp. 71-83, January 7, 2012. L efficacia e i benefici dei singoli interventi dipendono molto dal contesto in cui vengono realizzati, la scelta delle strategie e degli interventi deve essere calibrata alle caratteristiche del contesto locale. Risulta infine fondamentale suddividere la tipologia di intervento a seconda dei bisogni specifici, dei potenziali beneficiari (per esempio interventi differenziati per persone con co-morbidità psichiatrica o di altra natura, con poli-dipendenze, giovani, non autosufficienti, oppure con figli piccoli, ecc.). 3. IL SERVIZIO PER LE TOSSICODIPENDENZE SER.T All interno di un modello aziendale di tipo dipartimentale, dove forte è l integrazione con i diversi soggetti pubblici e privati parte della rete assistenziale, il Ser.T ha un ruolo centrale nella prevenzione, cura e riabilitazione delle persone a rischio o che fanno uso di sostanze stupefacenti o psicotrope. L'equipe multidisciplinare del Ser.T costituisce il contesto all interno del quale sono elaborati e attuati i diversi interventi che si strutturano in tre fasi strettamente correlate: l accoglienza, la valutazione, la presa in carico. ACCOGLIENZA L attività di accoglienza si rivolge a tutte le persone che accedono al servizio per sé o per altri, portando una generica o specifica richiesta d aiuto legata alla tossicodipendenza. La persona che si rivolge al servizio per la prima volta, o dopo un periodo d assenza, è accolta senza tempi d attesa al fine di rendere il più agevole possibile il primo contatto e l accesso. VALUTAZIONE La fase della valutazione, può essere definita come l insieme delle attività che consentono una conoscenza più approfondita del caso e che permettono di formulare un ipotesi di trattamento personalizzato in relazione ai bisogni del singolo utente. La valutazione interessa tre aree: psicologica, sociale e medica. La valutazione psicologica è finalizzata a produrre ipotesi diagnostiche inerenti l organizzazione di personalità del paziente, la psico-dinamica delle sue relazioni familiari e il significato soggettivo dell esperienza tossicomanica. E volta a individuare le risorse psicologiche attivabili ai fini del cambiamento. La valutazione sociale permette di cogliere il 5

livello d integrazione, il grado di conservazione e/o compromissione delle abilità sociali nell ambito dei differenti contesti di vita del paziente e gli eventuali problemi giuridici connessi alla tossicodipendenza. La valutazione medica permette di formulare una diagnosi, secondo i criteri del DSM IV, di abuso o dipendenza da sostanze e di avere un quadro sulla situazione clinica generale e sulla presenza o meno di patologie correlate e di comorbilità psichiatrica. PRESA IN CARICO Consiste nella definizione e nell avvio di un progetto terapeutico coerente con la valutazione diagnostica e rispondente alla domanda d aiuto del soggetto. Il progetto terapeutico è sempre concordato con l utente, ricercando l attivo coinvolgimento del paziente rispetto alla definizione degli obiettivi, del reciproco impegno e dei criteri di verifica. 4. LE TIPOLOGIE DI INTERVENTO E I PERCORSI DI CURA E ASSISTENZA Le tipologie di intervento si differenziano in relazione alle esigenze specifiche dei diversi gruppi di utenti, ma si accomunano per la valenza terapeutico riabilitativa volta al superamento dello stato di dipendenza. Per ognuno degli interventi e dei percorsi di cura proposti sono stati formulati alcuni obiettivi specifici, rispetto ai quali l Azienda provinciale per i servizi sanitari individua indicatori d esito che ne documentino il grado di raggiungimento. 4.1. SERVIZIO DI TRATTAMENTO PER PAZIENTI IN COMORBILITA PSICHIATRICA Questo servizio specialistico è diretto a persone dipendenti da sostanze in comorbilità psichiatrica nonché a persone poli-dipendenti o ristrette da provvedimenti giudiziari per le quali è richiesto un servizio di tipo specialistico. Per questa tipologia di utenza, accanto ai trattamenti ambulatoriali del Ser.T., del Servizio di alcologia, delle U.O. di Psichiatria e dei Centri di Salute Mentale (CSM), è necessario prevedere un trattamento residenziale in una comunità specialistica per doppia diagnosi attrezzata all accoglienza, secondo criteri di appropriatezza, alla gestione, alla cura e alla riabilitazione. Gli obiettivi, modulabili anche in funzione della patologia psichiatrica associata, possono essere: - l approfondimento e la valutazione diagnostica; - la stabilizzazione del quadro clinico sia psichiatrico sia tossicologico; - la continuità assistenziale; - il progressivo reinserimento del paziente nel contesto sociale. 4.2. SERVIZIO DI TRATTAMENTO PER PAZIENTI POLIDIPENDENTI E/O CON PERSISTENZA DEL SINTOMO Questo servizio è diretto a persone con poli-dipendenze e/o persistenza nel sintomo da molti anni, nonché per pazienti ristretti da provvedimenti giudiziari. Questo gruppo di persone è caratterizzato frequentemente dalla presenza di problematiche sociali e di salute mentale. Per questa tipologia di utenza, accanto ai trattamenti ambulatoriali del Ser.T. è necessario un trattamento residenziale in comunità attrezzata all accoglienza secondo criteri di appropriatezza, alla gestione, alla cura e alla riabilitazione. Gli obiettivi, modulabili anche in funzione del quadro clinico, sono: - il pronto soccorso sociale; - il contenimento nell uso di sostanze; - la stabilizzazione delle condizioni sociali, psico-fisiche e di salute mentale; - la continuità e/o l adattamento terapeutico dei trattamenti farmacologici impostati dalle strutture ambulatoriali; - il miglioramento della qualità della vita. 6

4.3. SERVIZIO DI TRATTAMENTO PER PAZIENTI GIOVANI CON DIPENDENZA E/O GRAVE USO PROBLEMATICO Questo servizio è diretto a pazienti giovani con dipendenza e/o grave uso problematico (associato o meno a problematiche di salute mentale di lieve entità). Accanto ai trattamenti ambulatoriali del Ser.T. è necessario un trattamento residenziale riabilitativo strutturato su più moduli in funzione della tipologia di questi pazienti, inclusa l accoglienza secondo criteri di appropriatezza. Gli obiettivi sono così individuabili: - l approfondimento diagnostico; - la ristrutturazione della personalità nelle diverse gradualità e sfaccettature possibili attraverso la mobilizzazione delle risorse personali attivabili; - il rafforzamento della motivazione alla cura; - il reinserimento nel contesto sociale. 4.4. SERVIZIO SOCIO-RIABILITATIVO E DI REINSERIMENTO SOCIO-LAVORATIVO CHE NON ABBISOGNA DI GESTIONE INTENSIVA E SPECIALISTICA Rappresenta un servizio in continuità con gli interventi precedentemente attivati presso le strutture ambulatoriali del Ser.T. o presso le comunità residenziali per assicurare agli ospiti attività educative e riabilitative finalizzate al reinserimento sociale e lavorativo. Gli obiettivi, da definire in funzione della tipologia dei pazienti ospitati, sono: - gli interventi di prossimità; - la facilitazione dell accesso ai trattamenti farmacologici per i pazienti che contestualmente seguono un trattamento ambulatoriale presso il Ser.T.; - la gestione del tempo libero e il miglioramento della qualità della vita; - il progressivo reinserimento sociale con la strutturazione di reti territoriali di supporto. 4.5. SERVIZIO DI TRATTAMENTO PER DIPENDENTI CON SITUAZIONI DI NON AUTOSUFFICIENZA CORRELATA A PATOLOGIE CRONICHE EVOLUTIVE Accanto ai trattamenti ambulatoriali dell Azienda provinciale per i servizi sanitari può essere necessario un trattamento residenziale in una struttura attrezzata alla gestione dei pazienti con gravi problematiche sanitarie associate alla dipendenza con conseguente necessità di integrazione con i reparti di infettivologia, con l assistenza domiciliare integrata dei distretti sanitari, con i Comuni e con il Servizio sociale territoriale. I tempi di permanenza sono decisi in funzione della gravità della patologia associata alla dipendenza. Gli obiettivi, modulabili in funzione del quadro clinico, sono: - la gestione clinica delle complicanze legate alle diverse patologie; - la continuità assistenziale dei trattamenti farmacologici in atto; - il pronto soccorso sociale nei casi in cui è necessario; - il miglioramento della qualità della vita. 4.6. SERVIZIO DI TRATTAMENTO PER LE SITUAZIONI DI COPPIA E MADRE BAMBINO Accanto ai trattamenti ambulatoriali del Ser.T. può essere opportuno un trattamento residenziale specialistico per coppie e/o madri con figli. Il lavoro deve prevedere l interazione madre-bambinopadre. Gli obiettivi del trattamento consistono nel reinserimento sociale e nello sviluppo di capacità genitoriali. Alla data attuale, vista la specificità dell intervento richiesto e la contenuta numerosità dei pazienti eleggibili, pare indicato appoggiarsi a strutture terapeutiche esistenti fuori provincia. 7

4.7. SERVIZIO DI TRATTAMENTO PER NUOVE DIPENDENZE NON DA SOSTANZE, TIPO GAMBLING, CON CONSEGUENTE NECESSITÀ DI INTEGRAZIONE DEI TRATTAMENTI AMBULATORIALI CON TRATTAMENTI RESIDENZIALI SPECIFICI Accanto ai trattamenti ambulatoriali del Ser.T. e dei gruppi di auto mutuo aiuto, può essere necessario un trattamento residenziale in una comunità terapeutica per le dipendenze non da sostanze. L obiettivo è il contenimento di una particolare situazione di crisi. Alla data attuale, vista la specificità dell intervento richiesto e la contenuta numerosità dei pazienti eleggibili, rispetto a eventuali trattamenti residenziali, qualora non fosse possibile intraprendere i medesimi sul territorio provinciale, pare indicato appoggiarsi a strutture terapeutiche esistenti fuori provincia. 5. L UNITA DI VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Le dipendenze rappresentano una delle cinque aree di fragilità che la legge provinciale 16/2010 in materia di tutela della salute, ha ricompresso nella dimensione più vasta della integrazione sociosanitaria di cui la valutazione multidimensionale e il punto unico provinciale di accesso, rappresentano due strumenti fondamentali. Il Punto unico di accesso infatti ha tra le proprie funzioni l attivazione dell unità valutativa multidimensionale atta a favorire la presa in carico integrata di problemi complessi (per gravità, situazioni familiari, incertezze, diagnosi e prognosi, relazioni conflittuali o sfiduciate tra utenti e servizi, multi-problematicità ) consentendo di creare, anche nelle situazioni di particolare problematicità, le condizioni che possono favorire lo sviluppo di un progetto condiviso e coordinato. L unità di valutazione multidimensionale mira ad assicurare i seguenti obiettivi: - definisce il progetto individualizzato di intervento attraverso la condivisione delle esigenze della persona valutata complessivamente in tutte le sue dimensioni (biologica, relazionale, socio-ambientale, ecc.), attivando le risorse appropriate ed evitando la frammentazione di obiettivi e strumenti di intervento; - definisce in modo chiaro responsabilità e compiti di ciascun operatore o professionista coinvolto nel processo di presa in carico ed erogazione del servizio; - pianifica la fruizione dei servizi secondo criteri di priorità e tenuto conto delle risorse disponibili; - opera con la finalità di promuovere la qualità della vita della persona, concordando con tutti i soggetti interessati, ivi compreso il paziente e la famiglia (laddove realizzabile), soluzioni personalizzate, adeguate e appropriate; - individua, in relazione alle caratteristiche della situazione, un case manager; - pianifica, rispetto agli indicatori individuati, la revisione dei progetti individualizzati per assicurare l adeguatezza e l appropriatezza degli stessi nel tempo. La valutazione UVM rappresenta la modalità di inserimento nelle strutture residenziali come specificato nei relativi atti provinciali e aziendali. La proposta di inserimento in strutture residenziali, si ritiene coerente con la presenza di una situazione complessa a elevata integrazione sanitaria che quindi necessita di essere gestita all interno di un progetto individualizzato di intervento elaborato in sede UVM. L UVM è uno degli strumenti a cui ricorrere nelle situazioni di criticità e inefficacia dei progetti di presa in carico territoriale nonché quando emerga la necessità di un approfondimento integrato e di una progettualità condivisa con la persona interessata e la famiglia. La gestione da parte dell UVM favorisce un appropriato governo delle risorse secondo criteri di priorità ed equità e facilita il necessario approfondimento in caso di abbandono del percorso proposto, al fine di attivare correttivi e valutazioni dell offerta assistenziale. 8

Nei casi in cui il progetto assistenziale prevede l inserimento in una struttura residenziale, l UVM individua la struttura sulla base delle caratteristiche della stessa, degli obiettivi fissati facendosi carico, laddove compatibile, delle preferenze espresse dalla persona e dalla famiglia. Qualora il paziente sia inserito in una struttura residenziale e, nel tempo, siano maturate le condizioni per un suo trasferimento presso una diversa struttura residenziale, sarà sempre l UVM, attivata direttamente dalla comunità terapeutica, a decidere e ratificare il nuovo percorso terapeutico. La comunità terapeutica si impegna a definire, in collaborazione con il Ser.T, il progetto terapeutico della persona accolta sulla base del piano assistenziale individualizzato e proposto dall unità di valutazione multidimensionale. 6. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO FUTURO Gli interventi di prevenzione e controllo del consumo di sostanze in essere nelle provincia di Trento, rispondono agli standard internazionali del settore e rappresentano una componente importante della sanità pubblica trentina. Si riportano di seguito gli ambiti di attività che paiono essere rilevanti in una prospettiva di continuo sviluppo della prevenzione e del controllo del fenomeno della tossicodipendenza e delle nuove dipendenze: 1. implementare le attività di prevenzione e di promozione della salute, puntando su interventi di maggiore efficacia (vedi paragrafo 2.5 La prevenzione); 2. avviare un percorso che porti allo sviluppo di una rete di gruppi di auto-mutuo-aiuto in stretto collegamento con i servizi aziendali per le tossicodipendenze. Nella letteratura biomedica internazionale viene evidenziata l efficacia/costo-efficacia dei gruppi di automutuo-aiuto nel mantenimento dell astinenza, nella riduzione dei costi sanitari e nel miglioramento psicosociale complessivo dei partecipanti. Fare rete con tali gruppi viene indicata quale buona prassi per i servizi pubblici anche dal National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) del Regno Unito. Al Dipartimento territoriale per le dipendenze dell Azienda sanitaria il compito di valutare come avviare tale processo sul modello di quanto già in essere nel campo alcologico e nel campo emergente della dipendenza da gioco; 3. rafforzare gli interventi nel campo della ludopatia, facendo emergere il bisogno di salute reale ma solo parzialmente espresso dalla popolazione: - promuovere il contatto precoce con le persone con disturbi da gioco patologico; - attivare offerte terapeutiche specifiche finalizzate alla cura, riabilitazione e prevenzione delle recidive anche attraverso una diffusione più capillare dei gruppi di auto-mutuo-aiuto sul territorio trentino; 4. promuovere le necessarie collaborazioni con i servizi territorialmente competenti, anche attraverso lo strumento delle unità di valutazione multidimensionale, al fine di dare maggiori opportunità di inclusione sociale e lavorativa ai cittadini in cura. 7. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO - Louisa Degenhardt, Wayne Hall, Extent of illicit drug use and dependence, and their contribution to the global burden of disease, The Lancet, Vol 379, pp. 55-70, January 7, 2012 - John Strang, Thomas Babor, Jonathan Caulkins, et al., Drug Policy and the public good: evidence for effective interventions, The Lancet, Vol 379, pp. 71-83, January 7, 2012 - Robin Room, Peter reuter, How well do international drug conventions protect public health?, The Lancet, Vol 379, pp. 84-91, January 7, 2012 9

- Virginia Berridge, The rise, fall, and revival of recovery in drug policy, The Lancet, Vol 379, pp. 22-23, January 7, 2012 - National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE), Drug misuse, Psychosocial interventions, NICE clinical guideline 51, July 2007 - HM Government, Drug Strategy 2010 Reducing Demand, Restricting Supply, Building recovery: Supporting People to Live a Drug Free Life - WHO, World Drug Report, 2010: http://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/wdr- 2010.html - Dipartimento Politiche Antidroga, Stockholm Statement 2012 - Report of the Global Commission on Drug Policy, 2011 - Il fenomeno delle dipendenze in provincia di Trento, Anno 2010, infosalute 23, Provincia Autonoma di Trento, 2012. 10