Gabriella Picerno. Quando iniziare



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Transcript:

Gabriella Picerno EDUCAZIONE SESSUALE E AFFETTIVA: COME E PERCHE Nel nostro paese da anni si discute di educazione sessuale. Le proposte di legge sono state tante, ma fino ad oggi nessuna è diventata operativa. Una polemica sempre aperta è se si debba fare informazione o educazione sessuale. Educare alla sessualità vuol dire dare al bambino gli strumenti per conquistare in piena autonomia una vita affettiva e sessuale in modo da poterla agire da adulto in maniera responsabile. Educare vuol dire anche trasmettere delle conoscenze e quindi mettere in atto un informazione. Informare vuol dire dare al bambino le conoscenze fondamentali di anatomia, fisiologia, biologia sessuale. Per un corretto approccio verso la sessualità è importante sia l informazione che l educazione nella maniera più ampia possibile. Per molti anni l argomento è stato affrontato in modo limitato rispetto all importanza che la sessualità riveste nella persona durante tutta la vita. La sessualità non riguarda soltanto la funzione genitale, ma è una risorsa della persona che permette all individuo di conoscersi, di stabilire legami affettivi, di comunicare, di dare e ricevere tenerezza. Oggi quasi tutti sono d accordo sul fatto che sia necessario e importante dare un educazione sessuale anche se vi è disaccordo su chi deve occuparsi di tali argomenti. Una collaborazione tra scuola e famiglia sarebbe auspicabile anche per dare ai bambini la sensazione che di questo argomento se ne parla con naturalezza e senza tabù. Molti genitori vorrebbero dare ai figli un educazione sessuale, ma intraprendono questo compito a volte incerti su cosa fare e cosa dire. Dai tre anni in poi, ma spesso anche prima, il bambino inizia a fare domande. Dobbiamo considerare il bambino come un esploratore al quale nessuna realtà può sfuggire, si guarda intorno, si fa più attento e vuole capire. Quando le domande diventano imbarazzanti dobbiamo chiederci che rapporto noi adulti abbiamo con la sessualità, come la viviamo. Ecco alcuni consigli per affrontare l argomento: Quando iniziare Non esiste un momento giusto, valido per tutte le situazioni. Fin dalla più tenera età il bambino manifesta attenzioni verso la sessualità e al piacere che ne è legato: dalla suzione del seno materno al piacere di toccare i propri genitali. Crescendo altre manifestazioni esprimono l interesse verso questi temi: il gioco del dottore, spiare e confrontarsi con i compagni, l uso di parole volgari, le domande che i piccoli rivolgono agli adulti.

Spiegare sempre Il bambino può fare domande esplicite papà come sono nato? o domandare in maniera indiretta magari esibendo gli organi genitali. Non negare le risposte dicendogli: Capirai quando sarai grande. Questo atteggiamento può creare nel bambino la sensazione di non essere ascoltato quindi difficilmente in futuro chiederà qualcosa. Cercherà le risposte alla televisione, dai compagni con il rischio di acquisire una informazione distorta della realtà. Come Parlatene con naturalezza, senza atteggiamenti ansiosi: i bambini percepiscono immediatamente le insicurezze e gli imbarazzi. Non ricorrere a invenzioni grossolane in quanto si può essere smentiti dai compagni, dalla televisione, dalla maestra. Usare un linguaggio semplice, lineare, adeguato all età quindi NO ai paroloni scientifici e ai discorsi aridi e distaccati dando la sensazione di parlare di argomenti a noi estranei. I bambini intorno ai tre anni parlano e pensano per storie e quindi hanno bisogno di personaggi, vicende, non di astrazioni, né di trattati di anatomia. Non usare un tono saputello. Fare attenzione al linguaggio gestuale. La mimica, la postura, il tono della voce giungono rapidamente al bambino. Se vogliamo dargli un messaggio gioioso della sessualità non possiamo dirlo soltanto a parole, ma anche con il nostro corpo: il sorriso, l entusiasmo e un tono di voce rassicurante. Evitare i discorsi molto lunghi: i bambini hanno un attenzione limitata e hanno bisogno di fare molte domande. Non parlare solo degli aspetti biologici in quanto i bambini vogliono sapere qualcosa sulle emozioni: spiegando ad esempio che il papà e la mamma si amano e quindi desiderano stare molto vicini facendo l amore. Gli organi genitali non servono soltanto per gli escrementi, ma anche per sensazioni di piacere e desiderio. Amare è anche piacere. Trasmettere un messaggio di sessualità come fonte di gioia e amore e non come vergogna e sporcizia. Non avere fretta a dire troppo e tutto insieme. Spesso l imbarazzo può indurre l adulto a dire tutto e subito ma le informazioni che non capisce o che non gli interessano, le dimentica. Il bambino in genere fa domande precise quindi è inutile tergiversare o fare premesse perché quando arrivate finalmente al punto il bambino ha perso l interesse e non ascolta più. Non stancatevi di ripetere. Può succedere che nonostante i vostri sforzi il bambino dopo un po di tempo o dopo qualche anno può dimenticare tutto e rifare le stesse domande. Bisognerà ripetere senza stupirsi di questa dimenticanza. Ciò può succedere perché il bambino rimette in gioco le

sicurezze, confrontando quello che dicono gli amici, i genitori, i parenti. Vuole conferme e rassicurazioni che sia sempre vero quello che avete detto. Inoltre i bambini vivono di fantasie quindi possono dare alle loro domande delle spiegazioni fantastiche. Il bambino che non fa mai domande Può succedere che il bambino non chieda mai spiegazioni. Probabilmente in famiglia il sesso viene vissuto come un tabù o qualcosa di cui non si parla perché crea troppo imbarazzo. Il questi casi il bambino non chiede niente per paura di fare domande inopportune. Per saperne qualcosa si documenta tramite i compagni, la televisione, i giornali. Tutto ciò deve far riflettere sulle possibili informazioni che può ricavare da queste fonti: le notizie possono essere sbagliate, distorte o non corrispondenti alla verità. Parlarne nella coppia E molto importante parlare di sessualità tra genitori in quanto dobbiamo sempre tener presente che prima di essere genitori i partner sono una coppia che dà messaggi ai figli sull affettività e la sessualità. Ognuno può documentarsi singolarmente, ma è importante anche un confronto su questi temi. Può essere utile anche per superare l imbarazzo e affrontare tali argomenti in modo più sereno. Il confronto con il partner è sempre importante anche per stabilire una linea educativa coerente. I messaggi contrastanti, infatti, alla lunga possono creare nei figli insicurezza e disagi. Quando ciò non è possibile perché l altro genitore non c è (separazione traumatica, morte) almeno un genitore deve dare un educazione all affettività. Dobbiamo evitare di dare la sensazione al bambino di delegare all altro: non fare a me queste domande, di questi argomenti te ne parla papà/mamma. In questo modo chiudiamo ogni possibile comunicazione. La masturbazione e i giochi sessuali Il bambino può ricercare il piacere nell autoerotismo e in alcuni giochi sessuali. La masturbazione va considerata come un evento normale ( anche se molti non la praticano) che non prova danno fisico né denota l esistenza di problemi emotivi. I genitori quindi dovrebbero accettare questa attività con la stessa naturalezza con cui il bambino la pratica, influenzando così in modo positivo l immagine di se stesso che egli sta costruendo. La masturbazione diventa anomala quando è eccessiva o abituale o quando avviene in luoghi non appropriati: in pubblico, in classe In questi casi può essere presente nel bambino un isolamento o la mancanza di altre

forme di gratificazione e di piacere nella sua vita. Il bambino ricorre eccessivamente alla masturbazione quando si sente trascurato o rifiutato dai genitori o può avere la sensazione di essere incompetente nei vari ambiti di vita: scuola, amici, etc. I giochi sessuali che i bambini fanno tra di loro dai tre ai dodici anni, rientrano nella norma: giochi come mamma e papà, dottore o infermiera in cui la componente erotica si mescola alla curiosità del corpo. Questi giochi possono rassicurare il bambino sulle differenze anatomiche tra maschi e femmine, inoltre possono rappresentare la voglia di imitare gli adulti in quelle effusioni amorose che avvengono nella realtà o che si vedono al cinema o in TV. Il gioco sessuale può diventare pericoloso quando il bambino è forzato da altri a fare qualcosa che non vorrebbe o quando è al centro di sadismi o quando si fa ricorso ad oggetti e strumenti. Allora gli adulti devono intervenire senza mostrarsi ansiosi o troppo preoccupati evitando di colpevolizzare e di punire i bambini. Si può spiegare cosa è opportuno fare e perché, sdrammatizzando il tutto e ricorrendo al senso dell umorismo. Le parolacce Non sempre i bambini capiscono il significato delle parolacce che dicono, specialmente se a carattere sessuale. Hanno ben chiaro però che si tratta di parole sconvolgenti. Dietro la parolaccia detta da un bambino vi possono essere motivi diversi: Per farsi notare dagli adulti Per divertirsi mettendo in imbarazzo Per gioco e suscitare una reazione Per alleviare la tensione se è arrabbiato Per affermare la sua indipendenza con un atto di ribellione Per sentirsi grande Per essere accettato dagli amici Per provare una forma di piacere Cosa fare in questi casi? o Ragionare con il bambino sull opportunità di dire certe parole o Ignorare quello che dice per evitare un effetto rinforzo o Insegnare che certe espressioni sono offensive per chi le ascolta o Sollecitare il bambino ad essere più originale nelle sue esclamazioni dando così la sensazione che la parolaccia non sia fantasiosa o Tenere presente che il divertirsi alle sue esclamazioni lo incoraggia ad usare le parolacce.

L esperto Può risultare molto utile la consulenza di un esperto con specifica qualificazione professionale che può suggerire in modo opportuno le modalità, i libri e i materiali adeguati per educare alla sessualità i bambini. Bibliografia AA.VV, Educazione al sesso, Corriere della Sera, Milano, 1994. Giommi R. Perrotta M., Guida all educazione sessuale, Juvenilia, Torino, 1994. Masters W., Johnson V., tr. it. Il sesso e i rapporti amorosi, Longanesi, Milano, 1987.