La polemica «Pfas, filtri in bolletta» Ma l' Ato stronca Pastorello

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02/08/2017 Corriere del Veneto (ed. Verona) pagina 1 La polemica «Pfas, filtri in bolletta» Ma l' Ato stronca Pastorello VERONA «Due euro per ogni bolletta da destinare all' emergenza Pfas». Sarà più o meno questo il contenuto della richiesta alla Regione, all' Autorità di Bacino e ad Acque Veronesi, dal presidente della Provincia Antonio Pastorello. Ma L' Ato veronese (l' autorità di bacino provinciale) risponde seccamente di no. a pagina 6 Orsato.

02/08/2017 L'Arena pagina 25 INCONTRO. Nella macroarea del Veronese interventi per 87 milioni per captare risorse idriche e portarle agli 11 paesi Pfas nell' acqua, vertice in Regione Pacchetto di opere per 200 milioni Ma servono cinque anni Pastorello: «Nel frattempo si potenzi l' abbattimento dei livelli coi carboni attivi» Vertice a Venezia sui Pfas. Regione, Province di Verona, Padova e Vicenza e rappresentanti dei Comuni interessati dall' inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche nell' acqua, con Veneto Acque che raggruppa i diversi gestori, si sono incontrati con alcuni tecnici per discutere dei progetti di intervento per giungere a una soluzione definitiva del fenomeno. Il costo dei lavori necessari, individuati con il supporto dei Consigli di bacino e dei gestori, ammonta a 200 milioni di euro. Il territorio è stato diviso in tre macroaree. Per quella veronese, comprendente gli 11 Comuni scaligeri, Montagnana (Padova) e alcuni paesi del Vicentino, si parla di opere per 87 milioni di euro: si prevede di captare acqua pulita a Piazzola del Brenta e al campo dei pozzi di Belfiore convogliandola a Madonna di Lonigo dove c' è l' acquedotto che serve la zona e dove appunto la falda è inquinata. L' intervento strutturale comprende anche una diramazione per Recoaro, per l' immissione della risorsa idrica proveniente da Valdagno-Recoaro (questo intervento avrà la precedenza), e un collegamento tra Monselice e Ponso in provincia di Padova. I provvedimenti risolveranno i problemi di approvvigionamento nelle aree colpite dal grave problema. Ma le opere, inoltre, metteranno in connessione una vasta area territoriale del Veneto. Sarà così possibile gestire in modo ottimale l' acqua prelevata dai diversi acquiferi, più potenti e di qualità, della nostra Regione. Certo, occorrerà tempo: per le diverse fasi di progettazione e l' affidamento definitivo dei lavori ci vorranno due anni, partendo subito con l' iter. E i lavori poi saranno cominciati e portati a termine tra il 2020 e il 2021. Quello temporale è un aspetto non di poco conto per il quale si è mosso il presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello, a Venezia ieri. Oggi invierà una lettera alla Regione, all' Ato veronese chiedendo un' operazione già sollecitata ad Acque Veronesi: «La società sta abbattendo i Pfas nell' acqua che beviamo introducendo carboni attivi. In attesa che i lavori siano effettuati (il Governo ha assicurato che invierà gli 87 milioni ma sinora la Regione non li ha ricevuti), chiediamo che l' operazione di abbattimento sia potenziata per raggiungere il livello zero di presenza di Pfas».È un' operazione che costerà 1,2 milioni all' anno, ma che serve per tutelare i cittadini e soprattutto metterli tranquilli. Scriverò quindi perché sia implementata la spesa. La cifra impiegata sarà chiesta poi in risarcimento quando sarà individuato il responsabile dell' inquinamento». MARIA VITTORIA ADAMI

02/08/2017 Corriere del Veneto (ed. Verona) pagina 6 La proposta e la polemica «Filtri per i Pfas con 2 euro in bolletta» L' idea di Pastorello che non piace all' Ato «Una stupidaggine, non si può fare» VERONA «Due euro per ogni bolletta da destinare all' emergenza Pfas». Sarà più o meno questo il contenuto della richiesta che perverrà alla Regione, all' Autorità di Bacino e ad Acque Veronesi, firmata dal presidente della Provincia Antonio Pastorello. Una misura eccezionale per supplire all'«inattività» dello Stato, accusato sempre da Pastorello di essere in ritardo con i fondi destinati ai lavori che risolverebbero una volta per tutte i problemi relativi all' inquinamento della falda acquifera di quell' ampia porzione di territorio tra le province di Verona, Vicenza e Padova. Pastorello l' ha annunciato ieri: «Chi abita nella zona - è la chiosa - ha diritto a bere acqua potabile e sicura. L' obiettivo dev' essere quello di scendere come livello sotto i cento nanogrammi per litro d' acqua, come nei paesi civili». Allo stato attuale, la presenza nelle falde dei comuni esposti si aggirerebbe - è un dato comunicato sempre da Pastorello - tra i 300 e i 400 nanogrammi per litro: lo Iarc (l' agenzia dell' Onu per la ricerca sul cancro considera pericoloso un livello superiore ai 500, come accadeva del resto prima che fossero installati i filtri). E un maggior controllo sui filtri ai carboni attivi è proprio il piano (provvisorio) che ha in testa il presidente della Provincia in attesa di una soluzione destinata a durare. «Non sto chiedendo necessariamente un aumento - fa sapere - ma è naturale che i soldi vanno trovati lì: abbiamo calcolato che due euro all' anno per ogni singola bolletta dovrebbero bastare». Ma si tratta di una via tecnicamente percorribile? L' Ato veronese (l' autorità di bacino provinciale) ha una risposta netta: no. «È una stupidaggine - replica il presidente Mauro Martelli - che non sta né in cielo né in terra». Una risposta che arriva alla luce della recente normativa sulle tariffe disposta dall' Autorità per l' energia elettrica, il gas e il sistema idrico. «Abbiamo semplicemente le mani legate - spiega Martelli - ora le bollette devono essere strettamente commisurate all' erogazione e ai servizi, non si può minimamente pensare di ritoccarle così senza dare spiegazioni». Le nuove regole sono così severe che l' Ato veronese ha dovuto anche rinunciare ad attingere dalle bollette il fondo di solidarietà sociale destinato alle famiglie meno abbienti, che resta comunque in piedi grazie agli avanzi di bilancio. Martelli però ha da ridire anche sulla più ampia idea di finanziamento ad hoc destinata all' emergenza Pfas. «Sembra una proposta che non tiene conto del fatto che ci sono già stati ampi investimenti su questo fronte, da parte nostra. Si parla di sei milioni di euro per un piano di quattro anni, con alcune importanti infrastrutture già realizzate: trovare maggiori risorse significa levarle ad altri settori. Faremo il punto sulla questione giovedì (domani, ndr ) in un incontro che si terrà ad Arzignano. Non dimentichiamo, inoltre che, entro la fine dell' anno, l' istituto superiore di Sanità rivedrà al ribasso i limiti consentiti delle sostanze perfluoro alcaline: per questo occorre stare attenti a

non prendere decisioni affrettate. Quel che è sicuro è che non si può prendere sottogamba il problema: anche lo Stato deve intervenire». Insomma, resta il tema del ritardo dei finanziamenti governativi: 87,6 milioni che servono prevalentemente al nuovo acquedotto che, collegando proprio il pozzo di Belfiore a quello di Madonna di Lonigo a Piazzola del Brenta consentirà un nuovo approvvigionamento d' acqua potabile evitando quella proveniente dalla Valle dell' Agno, allo sbocco della quale c' è la Miteni, l' azienda considerata responsabile dell' inquinamento. È solo una frazione, benché la più importante del monte d' opere complessive che, secondo i calcoli della Regione si aggirano sui 200 milioni di euro.

02/08/2017 Il Gazzettino pagina 48 DOLO Dibattito sulla sanità promosso dal circolo di Sinistra italiana «Non c' è ancora un progetto sull' ospedale» DOLO - Le problematiche legate alla nuova sanità regionale sono state affrontate alcune sere fa allo Squero monumentale di Dolo dal circolo di Sinistra italiana. Durante la serata, coordinata da Andrea De Lorenzi, sono intervenuti Emilio Zen, del Comitato cittadini per la difesa dell' ospedale, e Fortunato Guarnieri, responsabile sanità per Sinistra Italiana. «I problemi maggiori ha evidenziato Guarnieri - si riscontrano sul piano economico: da un lato, tagli e costi elevati causano una assistenza ridotta, dall' altro, sale la rinuncia alle cure e scende la prevenzione». Per quanto riguarda la situazione locale, Zen ha espresso molte preoccupazioni: «La non applicazione completa delle schede ospedaliere, cosa che sarebbe invece positiva per l' ospedale di Dolo, il ritardo di un progetto organico per il recupero e l' utilizzo del suo patrimonio edilizio, lo scarso sostegno dell' amministrazione». Numerosi gli interventi del pubblico, a volte anche dai toni aspri. Andrea De Lorenzi ha concluso: «Noi andremo avanti su questa strada assieme ai cittadini, consapevoli che il loro aiuto è fondamentale». (L.Per.)