GIUSTIZIA E CONFLITTO

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Transcript:

Vereno Brugiatelli GIUSTIZIA E CONFLITTO Ermeneutica delle situazioni conflittuali della giustizia in Ricoeur Prefazione di Daniele M. Cananzi Collana Orizzonti 26

Vereno Brugiatelli, Giustizia e conflitto Copyright 2013 Tangram Edizioni Scientifiche Gruppo Editoriale Tangram Srl Via Verdi, 9/A 38122 Trento www.edizioni-tangram.it info@edizioni-tangram.it Collana Orizzonti NIC 26 Prima edizione: dicembre 2013, Printed in EU ISBN 978-88-6458-105-7 In copertina: harmony Constantinos Fotolia.com Stampa su carta ecologica proveniente da zone in silvicoltura, totalmente priva di cloro. Non contiene sbiancanti ottici, è acid free con riserva alcalina.

A Catia. Ringrazio di cuore il prof. Daniele M. Cananzi per la benevola attenzione a questo mio lavoro. Sono grato alla Casa editrice e ai numerosi studiosi che in diversi modi hanno contribuito alla mia ricerca.

SOMMARIO Prefazione 13 Introduzione 21 I. Lotta per il riconoscimento dei diritti, capacità e giustizia sociale 29 1. Istituzione, giustizia distributiva e «vita buona» 29 2. Il dibattito intorno alla prospettiva deontologica e procedurale della giustizia 33 3. Le osservazioni di Ricoeur intorno alla giustizia procedurale di Rawls 36 4. Indignazione e lotta per il riconoscimento dei diritti 41 5. Lotta per il riconoscimento di identità collettive 46 6. Un possibile nesso sinergico tra Ricoeur e Sen su giustizia sociale, capacità e capabilities 49 7. Lotta per il riconoscimento del diritto alle capacità e giustizia sociale 55 II. Il chi dell azione, imputazione e responsabilità 59 1. Cos è l azione? Le risposte della filosofia analitica 60 2. L «ontologia dell evento impersonale» 63 3. L ascrizione dell azione all agente 67 4. Le aporie generate dall ascrizione dell azione all agente 70 5. Le risposte alle aporie dell ascrizione 76 6. Ascrizione, imputazione e responsabilità 82 7. Le tre dimensioni temporali della responsabilità 84

III. Vita buona e obbligo morale tra accordo e conflitto 89 1. La vita buona e la norma morale 90 2. L interdizione della norma 94 3. La saggezza pratica come estremo rimedio ai conflitti 96 4. Rispetto e conflitto: la risposta della phrónesis 99 5. Dall etica fondamentale alle etiche regionali 104 6. Il giusto nel giudizio medico 105 7. Il livello prudenziale del giudizio medico 106 8. Il momento deontologico del giudizio medico 108 9. Giudizio riflessivo e vita buona 111 10. Atto di giudicare e pace sociale 112 11. Il giusto alla luce del confronto tra il giudizio medico e il giudizio giudiziario 114 IV. Amore e giustizia tra opposizione e scambio reciproco 119 1. Il linguaggio dell agape 120 2. Il linguaggio della giustizia 123 3. Una poetica della giustizia 124 4. Dalla sanzione alla riabilitazione 129 5. Oltre la giustizia. Perdono e mutuo riconoscimento 132 6. Agape e «stati di pace» 137 7. Sui possibili contributi della pratica della traduzione alla giustizia e agli stati di pace 139 Bibliografia 143 Indice dei nomi 153

GIUSTIZIA E CONFLITTO Ermeneutica delle situazioni conflittuali della giustizia in Ricoeur

11 I giusti (Los justos) Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire. Chi è contento che sulla terra esista la musica. Chi scopre con piacere una etimologia. Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi. Il ceramista che premedita un colore e una forma. Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace. Un uomo e una donna che leggono le terzine finali di un certo canto. Chi accarezza un animale addormentato. Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto. Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson. Chi preferisce che abbiano ragione gli altri. Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo. (J. L. Borges, La cifra, a cura di D. Porzio, Arnoldo Mondadori, 1982, p. 113)

13 PREFAZIONE Trattare il tema della giustizia è sempre una impresa e, come tutte le imprese, espone chi si applica al rischio di trovarsi davanti non a una delle questioni ma alla questione: enorme, infinita, inesauribile e misteriosa. Del resto, non riduce il senso dell impresa concentrare l attenzione sul percorso esistenziale e filosofico svolto da Paul Ricoeur; da un lato perché Ricoeur avverte la problematicità della giustizia come questione esistenziale prima che come tema filosofico e dall altra parte perché vive tanto la questione tanto il tema con originalità inusuale, segnando come è solito modi e contatti inediti, direi, per un tema come questo. Merita dunque molta attenzione il contributo di Vereno Brugiatelli che richiama opportunamente l attenzione sulla giustizia in Paul Ricoeur rintracciando nel conflitto l elemento cardine per svolgere la sua ricerca e che affronta l impresa portandola a compimento con risultati pregevoli. Come Brugiatelli nota iniziando il suo percorso, «si parla di giustizia in molteplici ambiti e settori della vita umana» 1 ma Ricoeur offre innanzi tutto una prospettiva direi rara perché riesce, cosa non facile in ottica soprattutto francese, a rilevare l essenzialità e la centralità del diritto, assieme mantenendo compresenti tutti i molteplici ambiti e settori dell esistenza appunto. Questa mi sembra anche una caratteristica della meditazione ricoeuriana sulla giustizia. Quando, in Le Juste, osserva che il giusto è lo «statuto specifico del giuridico» 2 avvia quella differenziazione che porta a una giustizia non limitata nell amicizia e 1 Infra, p. 21. 2 P. Ricoeur, Il Giusto, Torino, Sei, 1998, p. 3.

14 Prefazione che non si esaurisce totalmente nel fenomeno politico. Una giustizia che può ricomprendere entrambi e che è nell esistenza proprio perché colta assieme come istanza e rivendicazione pratica e come questione teoretica, scorta nella sua qualificazione giuridica. Come scrive lo stesso Ricoeur, nella tradizione filosofica «il diritto occupa uno spazio permanente, senza dubbio, con la forte convinzione che esso costituisca un luogo concettuale, normativo e speculativo irriducibile, a un tempo, al morale e al politico. Al morale, poiché il diritto rappresenta, in rapporto all interiorità dell obbligo, l esteriorità [ ] e, di più, presuppone la legittimità della coercizione [ ]. Irriducibile al politico, nella misura in cui la questione della legittimità non si lascia mai assorbire da quella del potere. Il potere stesso è in cerca di legittimità» 3. Rilevante proprio perché, colmando la «mancanza stupefacente», Ricoeur indaga il giusto non passando «direttamente dal morale al politico» 4 o viceversa né, come dicevo, astrae dal vissuto e dalla concretezza del quotidiano la questione. È nell indignazione davanti all ingiusto che «si forma e si educa il desiderio di giustizia» 5 ponendo assieme la questione che si avverte nella concretezza del momento ma che si ambienta nella dimensione umana, un «cogito integrale» 6 attorno al quale Ricoeur non ha mai smesso di lavorare. Come sottolinea anche Brugiatelli, l antropologia ricoeuriana si riallaccia a quel «fondo di essere, a un tempo potente ed effettivo» 7 del quale si discute in Soi-même comme un autre e la giustizia si può cogliere nel momento di corto circuito tra struttura antropologica che si afferma nel fondo di essere e che viene negata con l atto ingiusto. Andando all essenziale, si può dire che l ingiustizia si consuma sempre in questo corto circuito, ogni volta che viene negato l essere e la 3 P. Ricoeur, La critica e la convinzione, Milano, Jaca Book, 1997, pp. 167-168. 4 Ivi, p. 167. 5 P. Ricoeur, Il Giusto vol. 2, Torino, Effatà, 2007, p. 277. 6 P. Ricoeur, Philosophie de la volonté, I, Paris, Aubier, 1950, p. 13. 7 P. Ricoeur, Sé come un altro, Milano, Jaca Book, 1999, p. 421.

Prefazione 15 sua libertà, per nominare termini che hanno un ruolo centrale nella riflessione ricoeuriana, ogni volta che la libertà pensa di poter negare l essere. Ecco come e perché Ricoeur è capace di mantenere unite questione teoretica e istanza pratica, è capace di mantenere la giustizia contemporaneamente presente a tutte le sfere che la rendono così molteplice ma sussistente nell unità che la qualifica e la attesta in quella molteplicità. In questi termini coglie bene Brugiatelli quando, introducendo il suo lavoro, avverte come Ricoeur discute la giustizia assumendola come questione e, come tale, sempre aperta alla costante interrogazione schiva verso sistematizzazioni o definizioni. E proprio in questi termini che pare particolarmente opportuna la scelta di affiancare giustizia e conflitto, anzi conflitti. La giustizia, assunta da Brugiatelli come dimensione sociale, è all insegna del riconoscimento volta al superamento dei conflitti ma è anche quella modalità per affrontare i conflitti di senso nascenti dall incontro tra universale e particolare, norma e caso. Su queste due direzioni l analisi di Brugiatelli riesce con chiarezza mirabile a discutere quel chi dell azione che costituisce come in più occasioni ha rilevato Jervolino 8 l unità della riflessione ricoeuriana. Distese nei quattro capitoli nei quali vengono svolte, queste due linee di ricerca svelano anche da subito la loro stretta connessione. Brugiatelli, infatti, rintraccia proprio nella questione del chi? l elemento centrale per cogliere le tante sfumature nelle quali trova un senso non banalizzabile il rapporto tra giustizia e conflitti. Nel primo capitolo Brugiatelli evidenzia la posizione ricoeuriana attraverso il confronto con modelli teorici di giustizia come quelli di Rawls e Sen e approcci al tema come l aristotelico e l habermasiano; ne risulta il riconoscimento come momento e dimensione nel quale la giustizia si fa esperienza e non semplice teoria. La posizione di Ri- 8 D. Jervolino, L unità dell opera di Ricoeur: l homme capable, in Paul Ricoeur in dialogo, a cura di D. Iannotta, Torino, Effatà, 2007, pp. 124 ss.