Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali alla Scuola Superiore. Gian Marco Marzocchi. Di cosa parleremo

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Transcript:

Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali alla Scuola Superiore Gian Marco Marzocchi Università di Milano-Bicocca Centro per l Età - Bergamo Di cosa parleremo 1. Perché occuparci di alunni con BES? 2. Di chi stiamo parlando 3. Cambio di prospettiva: da sanitaria a educativa 4. a scuola 5. a scuola 1

Perché occuparci di alunni con BES La Direttiva sposta definitivamente l attenzione dalle procedure di certificazione all analisi dei bisogni di ciascuno studente ed estende in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto e quindi il dovere per tutti i docenti alla personalizzazione dell apprendimento L attenzione agli alunni con BES non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni ma di rimuovere quanto ostacola i percorsi di apprendimento Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. Dalla nota Regionale di accompagnamento alla direttiva MIUR del 6 marzo 2013 Disturbi Evolutivi Specifici Gli alunni con Disturbi Evolutivi Specifici sono circa 1.800.000 alunni, pari a circa il 20%...1 alunno su 5! 1. Funzionamento Intellettivo Limite (13%) 2. Disturbi Specifici di Linguaggio DSL (2%) 3. Disturbi Specifici di Apprendimento DSA (5%) 4. Sindrome Non Verbale - SNV (2 ) 5. Disturbo della Coordinazione Motoria Disprassia (3%) 6. Disturbo dell Attenzione e Iperattività - ADHD(4%) 7. Disturbo dello Spettro Autistico Lieve DGS (2 ) 2

Un ruolo importante e difficile La direttiva MIUR sui BES prevede osservazioni e interventi su alunni con difficoltà, anche privi una valutazione clinico-diagnostica Bisogna passare da una visione sanitaria a quella di osservazione e intervento di tipo educativo-didattico in ambito scolastico Non sono necessarie le etichette diagnostiche ma bisogna conoscere i processi cognitivi, comportamentali ed emotivo-relazionali su cui intervenire. servirà sempre più formazione e aggiornamento! 1. Funzionamento Intellettivo Limite ll ragazzo fatica a comprendere le consegne, ad effettuare: un ragionamento logico, anche con materiale non verbale. a compiere delle generalizzazioni e collegamenti tra diverse informazioni a fare previsioni su informazioni in ingresso Semplificare e ridurre i concetti complessi Usare linguaggio affermativo e positivo Individuare obiettivi minimi 3

2. Disturbi Specifici di Linguaggio ll ragazzo fatica a: Produrre frasi sintatticamente corrette (scritto e orale) Ridotto repertorio lessicale Difficoltà a memorizzare e recuperare termini specifici Semplificare e ridurre i concetti complessi Usare linguaggio affermativo e positivo Individuare obiettivi minimi Si può osservare una differenza di comprensione delle frasi semplici (che contengono un solo predicato): Paolo corre l assassino è stato arrestato dalla polizia Rispetto alle frasi complesse (che contengono più predicati, tra loro collegati): Tornando a casa ho incontrato il mio commercialista Paolo corre per prendere l autobus Ieri mi hai promesso che saresti arrivato in orario 3. Difficoltà negli apprendimenti di base Dislessia Lettura lenta e un po scorretta velocità di 3 sillabe / secondo non percepita lenta, ma il doppio rispetto alla norma Selezione, riduzione materiale di studio Aumentare le strategie di studio: pre-lettura, anticipazione, schematizzazione 4

3. Difficoltà negli apprendimenti di base Disortografia Errori ortografici alla scuola secondaria dipendono da un disturbo neuropsicologico (lieve vs severo) Autocorrezione, inventario di errori per aumentare consapevolezza (e autocorrezione), correttore ortografico, non penalizzare in caso di errore 4. Sindrome Non Verbale Difficoltà di analisi delle immagini, delle figure, problemi di coordinazione motoria, disorientamento spaziale Disgrafia, impaccio motorio, basso rendimento in geometria, tecnologia pratica, aritmetica che richiede rappresentazione spaziale, bassa comprensione del testo se bisogna immaginare la situazione Fare usare strumenti con marker spaziali (quadretti, righe e punti ben evidenti per facilitare scrittura e disegno), tabelle pre-compilate per operazioni aritmetiche (per errori di incolonnamento), tollerare imprecisioni nel disegno tecnico, aiutare a interpretare grafici e tabelle 5

5. Disprassia e problemi motori Difficoltà a compiere movimenti intenzionali in sequenza per portare a termine un azione; Bisogno di pensare alla pianificazione dei movimenti Lentezza nella produzione della sequenza di gesti. Disgrafia, oltre alla lentezza di scrittura, spesso non si leggono le parole L uso di strumenti tecnici è impacciato, il tratto sporco malgrado l esercizio ripetuto Insegnare l uso di strumenti compensativi: computer.per scrivere, disegnare, tracciare linee, ecc. 6. Difficoltà di attenzione viste dai ragazzi E come se avessi dei buchi neri dei black out sto seguendo la lezione, a un certo punto mi perdo via vado nel mio mondo poi succede qualcosa e mi risveglio e ho perso dei pezzi Quando torna l attenzione sono un po agitato perché non so cosa fare, non so se la profe mi ha chiamato o no Quando ho visto la pagella allora mi sono un po preoccupato perchè ho pensato che andavo male.. 6

6. Difficoltà di attenzione viste dai ragazzi Quando ci sono la mamma in casa o la Marta dei compiti arrivano e mi fanno prendere i compiti, ma appena vanno via, quando sono da solo non ce la faccio. Inizio a pensare ad altre cose alla playstation, all allenamento a volte però non penso a niente di preciso e dopo un ora non ho ancora aperto il libro 6. Difficoltà di attenzione / organizzazione Difficoltà a mantenere lo sforzo attentivo durante le spiegazioni più monotone Rendere le lezioni più interattive e coinvolgere personalmente gli studenti Facile distraibilità, cerca altri stimoli per sostenere l attenzione Difficoltà ad organizzare le proprie attività, materiali Concedere attività collaterali, se non disturbanti Per attività che richiedono sequenze di azioni apprendere meccanicamen-te lo schema Frequenti dimenticanze Usare strumenti pro-memoria 7

7. Profili di Autismo Riconosciuto più spesso che in passato 2 Autismo ad alto funzionamento (QI > 70) Sindrome di Asperger (linguaggio corretto) provo antipatia per i cambiamenti, tendo ad essere ossessiva, divento molto ansiosa e capisco alla lettera quello che mi è detto. Ho difficoltà a sapere quando le persone stanno scherzando; mi piace che le persone dicano quello che vogliono dire. Trovo difficile sapere come mantenere una conversazione... a meno che non sia su un mio tema favorito. Non sono mai sicura quando è giusto interrompere una conversazione. Trovo piuttosto arduo guardare le persone negli occhi. Trovo difficile fare amicizia. Mi piace essere lasciato sola qualche volta. Sono anche sovraccaricata da tutte le informazioni sensoriali che arrivano dalle persone in una situazione sociale, come il rumore della conversazione, il movimento delle persone, i vestiti, le porte e così via. Come probabilmente saprai, le persone neuro-tipiche sono piuttosto diverse da quelli come noi Marzocchi con Sindrome Gian Marco - di Centro Asperger Età 7. Autismo: Difficoltà e comunicative e linguistiche La comprensione del linguaggio è a livello letterale, non capiscono i numerosi modi di dire Faticano a capire i segnali non verbali della comunicazione (determinano l 80%) Nelle verifiche le domande aperte creano disorientamento e mettono in evidenza le difficoltà di integrazione delle informazioni Indicazioni molto brevi, schematiche e affermative Dire esattamente quello che il ragazzo deve fare Accompagnare stimoli visuospaziali che risultano integrativi per la comunicazione Prevedere verifiche con risposte a scelta multipla 8

7. Autismo: Ripetitività e rigidità Difficoltà a cambiare nuovi schemi di azione Manifestazioni di stress e paura di fronte alle novità nelle sequenze di azioni. È importante programmare e comunicare in anticipo il piano di lavoro previsto. Nel caso in cui sia necessario anticipare i cambi di schemi è opportuno spiegarli bene al ragazzo e cosa deve compiere esattamente 7. Autismo: Relazioni sociali Difficoltà a capire i pensieri e le emozioni proprie e degli altri per cui è necessario aiutarli a leggere nella mente delle persone Vi è una scarsa conoscenza delle abilità sociali per rapportarsi con i pari Spesso è presente uno scarso contatto oculare Esercitare il ragazzo sulle più elementari abilità interpersonali (presentarsi, chiedere di giocare, chiedere scusa, chiedere in prestito un oggetto, ecc) e mediare con altre persone Valorizzare il contatto oculare ma non forzarlo per evitare un eccessivo livello di stress e difficoltà nell eseguire altre attività. 9

In sintesi Osservare in modo gerarchico le difficoltà: comprensione (cognitiva o linguistica), apprendimenti automatici, visuo-spaziale, prassie, attenzione/organizzazione, relazioni sociali e comunicazione Conoscere le caratteristiche dei processi cognitivi e di apprendimento (NON I DISTURBI) Avere a disposizione strategie di lavoro da applicare con un atteggiamento sperimentale: ipotesi, intervento, osservazione risultati, revisione dell intervento Commenti finali Direttiva MIUR su alunni con BES molto ambiziosa, obiettivi di inclusione auspicabili Attualmente: scarse risorse di personale, di organizzazione, di formazione/aggiornamento Difficile passare da una visione sanitaria ad una visione educativo/didattica Necessario passare attraverso collaborazioni efficaci tra il clinico che valuta il ragazzo in modo individuale e analitico e l insegnante che lo valuta in modo collettivo e globale. 10

Bibliografia 1. Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti - LE GUIDE ERICKSON 2. Studio efficace per ragazzi con DSA (Erickson) Gianna Friso, Valeria Amadio, Angela Paiano, Maria Rosaria Russo, Cesare Cornoldi 3. Disturbi della coordinazione motoria (Erickson). Lisa A. Kurtz 4. ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti - LE GUIDE ERICKSON 5. Guida alla sindrome di Asperger (Erickson). Tony Attwood 11