INFERMIERI E RELAZIONE D AIUTO. Un esperienza formativa ad ispirazione motivazionale

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Transcript:

INFERMIERI E RELAZIONE D AIUTO Un esperienza formativa ad ispirazione motivazionale d.ssa Claudia Passudetti Ser.T. Castelfranco Veneto ULSS 8 passu.c@libero.it

Un dilemma apparentemente insolubile

L infermiere è una figura professionale di fondamentale importanza nella gestione della relazione con il malato, per il ruolo di raccordo e di mediazione con la figura medica e con l azienda sanitaria. Questa sua particolare posizione lo mette a contatto con l intera gamma dei sentimenti dei pazienti raramente espressi con le professionalità mediche verso le quali vi è un rapporto di maggiore subalternità e comunque più centrato su aspetti clinici che relazionali.

Il principale ostacolo alla relazione con l utenza è la carenza di tempo da dedicare al comunicare con i pazienti

La richiesta sempre più frequentemente rivolta all infermiere riguarda il rispetto del numero di prestazioni da erogare, ossia i tempi e metodi di un assistenza che sembra sempre più incompatibile con una relazione assistenziale intesa in senso ampio.

Nel ritmo delle prestazioni, il malato rischia di essere frantumato, percepito solo per le parti del suo corpo che necessitano di cura. Il malato si trasforma nella sua diagnosi.

E difficile rimanere imperatore in presenza di un medico; difficile anche conservare la propria essenza umana: l occhio del medico non vede in me che un aggregato di umori, povero amalgama di linfa e di sangue M.Yourcenar, Memorie di Adriano

L altro ostacolo ha a che fare con la scarsa adeguatezza dei luoghi in cui si dovrebbe comunicare

Quanto detto sembra avere a che fare con la fatica di poter garantire un setting adeguato all incontro ed alla relazione con l altro.

E possibile conciliare una doverosa relazione d aiuto con un paziente sentito come intero con una pratica routinaria che avviene in un apparente assenza di setting, in luoghi poco idonei alla comunicazione ed i cui tempi sono scanditi dalla durata della prestazione?

Stando ad un concetto classico di setting, si direbbe che non è possibile! Per la maggior parte dei professionisti che si dedica alla relazione d aiuto, appare scontato che questa si svolga in un luogo deputato allo scopo, generalmente una stanza apposita, con delle sedie in un atmosfera distesa in cui possa svilupparsi un clima che faciliti confidenza e comunicazione

La caratteristica, invece, che contraddistingue la relazione infermieristica è spesso l assenza di un luogo deputato all incontro. La comunicazione infatti avviene ovunque: in ambulatorio, al letto del paziente, in sala operatoria

La relazione con il paziente accompagna qualsiasi attività routinaria: talvolta rimane sullo sfondo, talvolta la travalica, ma rimane costantemente presente.

Sembra possibile pensare ad uno spazio di incontro con l altro il cui tempo e luogo siano dati dai tempi e dai luoghi della prestazione infermieristica. La competenza relazionale dell infermiere influisce sul come stare accanto al paziente secondo lo spazio ed il tempo che ha a disposizione

Lo spazio relazionale tra infermiere e paziente può caratterizzarsi oltre che per la tipologia di prestazioni sanitarie anche per competenze relazionali specifiche.

Un tentativo di superamento del dilemma

Ad oggi, sono moltissimi gli IP formati al CMB. Le informazioni raccolte cominciano ad essere orientative in vista di : una selezione delle tecniche utili una nuova visione di come la relazione con l utenza si possa articolare nei diversi setting di cura.

Il primo passo è stato raccogliere dagli stessi infermieri i principali bisogni formativi attinenti alla relazione con l utenza.

Gestione della relazione in contesti sfavorevoli Gestione della sofferenza emotiva Aumento della motivazione e adesione al trattamento Gestire la sala d attesa (situazioni conflittuali, rivendicazione, rabbia) Stabilire un clima accogliente con l utenza nonostante: contesti senza privacy (barriere logistiche) tempi circoscritti (barriere temporali) prestazioni infermieristiche (barriere legate al compito) barriere linguistiche e culturali Condurre una consultazione/comunicazione telefonica Sostenere la dignità di chi soffre senza cadere in forme di evitamento/consolazione/identificazione (blocchi della comunicazione) Gestire situazioni ad alto livello di emotività (IP interlocutore privilegiato) Rispondere a domande delicate, Decodificare le richieste nascoste Fornire informazioni ai pazienti e ai familiari in modo da favorire i livelli di collaborazione e di adesione al trattamento Motivare il paziente al trattamento o all abbandono di comportamenti problematici Essere incisivi sul piano informativo in un solo incontro

Il secondo passo è stato di strutturare dei corsi che, tenendo conto di tale complessità, proponessero competenze relazionali articolabili in protocolli comunicativi : 1. applicabili nei tempi e nei contesti reali 2. in linea con gli obiettivi relazionali di volta in volta perseguibili

Aree problematiche Obiettivi relazionali Tipologia di corso Gestione della relazione in contesti sfavorevoli Creare un clima accogliente e stabilire un rapporto Gestire le conflittualità Corso base Supervisione Gestione della sofferenza emotiva Informare ed aumentare i livelli di adesione al trattamento Sostenere la dignità di chi soffre senza cadere in forme di evitamento/consolazione/identificazione Gestire situazioni ad alto livello di emotività Rispondere a domande delicate Fornire informazioni ai pazienti e ai familiari in modo da favorire i livelli di collaborazione e di adesione al trattamento Motivare il paziente al trattamento o all abbandono di comportamenti problematici Corso di Approfondimento Supervisione

Continuum delle diverse forme di aiuto relazionale: 1 Incontro d aiuto occasionale (parentale, amicale, relazioni quotidiane) 2 Relazione d aiuto 3 Counseling 4 Psicoterapia A. Ditadi

Corso base: creare un rapporto con il paziente e/o un clima accogliente (nonostante le barriere spazio-temporali)

Continuum delle diverse forme di aiuto relazionale: 1 Incontro d aiuto occasionale (parentale, amicale, relazioni quotidiane) 2 Relazione d aiuto 3 Counseling 4 Psicoterapia Modificata da A.Ditadi

Gestione della relazione in contesti sfavorevoli Obiettivi: Creare un clima accogliente Stabilire un rapporto Gestire le conflittualità Il setting come spazio mentale L ascolto attivo La comunicazione non verbale I blocchi della comunicazione L ascolto riflessivo La validazione della rabbia Centrato sulla Fase di Accoglienza Ad ispirazione motivazionale, ma non solo Particolarmente utile nelle interazioni rapide o occasionali o in cui non sia richiesto all utenza una collaborazione al trattamento o un cambiamento comportamentale Modulo formativo a se stante Seguito da supervisione di situazioni problematiche o conflittuali

Obiettivi del corso: Fornire un accoglienza e creare un rapporto Fornire informazioni Fornire uno spazio d ascolto nelle interazioni brevi Gestione delle situazioni di conflittualità derivanti dalla scarsa quantità o qualità dei servizi erogati dall Azienda sanitaria (p.e., ritardi nelle prestazioni, lunghe attese) Gestione delle telefonate

Corso di approfondimento: Il counselling sanitario: motivare al cambiamento e sostenere la sofferenza

Continuum delle diverse forme di aiuto relazionale: 1 Incontro d aiuto occasionale (parentale, amicale, relazioni quotidiane) 2 Relazione d aiuto 3 Counseling 4 Psicoterapia Modificata da A.Ditadi

Il counselling in ambito sanitario: E un processo di interazione fra due persone di cui una è in difficoltà E orientato a far prendere coscienza della propria situazione così da poterla gestire E un intervento che favorisce il cambiamento Non fornisce suggerimenti o risposte specifiche, aiuta la persona a trovare le sue soluzioni.

Gestione della sofferenza emotiva Sostenere la dignità di chi soffre senza cadere in forme di evitamento/consolazione/identificazione Gestire situazioni ad alto livello di emotività Rispondere a domande delicate Lo spirito del CM L ascolto riflessivo La gestione delle resistenze La comunicazione di cattive notizie Informare ed aumentare i livelli di adesione al trattamento Fornire informazioni ai pazienti e ai familiari in modo da favorire i livelli di collaborazione e di adesione al trattamento Motivare il paziente al trattamento o all abbandono di comportamenti problematici La valutazione della motivazione Aumentare la fiducia al cambiamento Esplorare l importanza del cambiamento Scambio di informazioni e riduzione della resistenza

Centrato sulla fase di Valutazione e di Trattamento E un corso di Counselling Motivazionale Breve Obiettivi: -Valutazione e Aumento della Motivazione - Gestione di situazioni ad elevato livello di emotività E il seguito del corso base ed è seguito da una supervisione

Conclusioni

Funzionalità della ripartizione fra primo e secondo corso Fornisce una base condivisa di tecniche fra tutti gli infermieri quale che sia il loro ambito di lavoro. Il fatto che il percorso formativo possa limitarsi al solo primo corso, è funzionale anche al turn over frequente in questa professione e alle difficoltà organizzative sempre presenti nella partecipazione a questi corsi. Il corso base: Particolarmente utile nelle interazioni rapide con l utenza (come il centro prelievi, il centro di prenotazioni per gli esami, la gestione della sale d attesa) o ad alta intensità emotiva (il Pronto Soccorso, la fase preoperatoria, ecc) ed in cui non sia richiesto un cambiamento comportamentale

Il corso di approfondimento E generalmente ritenuto utile da chi opera in strutture in cui : 1. sia richiesto ai clienti di mantenere uno stile di vita in linea con le loro problematiche fisiche 2. l utenza tendenzialmente rivolga confidenze o quesiti di difficile gestione: Mi sembra che non vedrò la prossima estate... Secondo Lei mi stanno dicendo tutto? che il paziente frequentemente non osa indirizzare alla figura medica, le cui risposte sono percepite come più temibili.

Gradimento dei diversi formati dei corsi: le supervisioni Il livello di gradimento dei corsi è stato sempre molto elevato in entrambi i formati, in particolare nelle supervisioni dove si sono simulate situazioni tratte dalla pratica clinica dei corsisti.

Tutti i formati dei corsi hanno infine contribuito alla diffusione di una cultura che considera il setting infermieristico come un potente elemento terapeutico presente anche in assenza di luoghi fisici e spazi ben definiti (un colloquio avviene anche al capezzale di un malato o in un angolo di un day-hospital nel corso di una somministrazione di una flebo).

a condizione che esso sia chiaramente rappresentato nella mente dell infermiere con strumenti e tecniche relazionali che, pur mutuate dalla psicologia, siano elaborate ed adattate alla specificità di questa fondamentale figura professionale.

Grazie per l attenzione