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Transcript:

FIUMI INFORMA MARCHE 2009 Monitoraggio sullo stato di salute delle acque marchigiane Indagine realizzata nell ambito di Fiumi Informa Marche 2009 campagna per la qualità delle acque di Legambiente Marche Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso modificare il mio vele sempre a raggiungere la mia destinazione Jimmy Dean Si ringrazia per la fornitura dei dati: Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche (ARPAM). Dipartimento per le Politiche Integrate di Sicurezza e per la Protezione Civile Regione Marche. Autorità di Ambito Territoriale Ottimale - AATO 1 Marche Nord. Autorità di Ambito Territoriale Ottimale - AATO 2 Marche Centro Ancona. Autorità di Ambito Territoriale Ottimale - AATO 3 Marche Centro.- Macerata Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).

Premessa. I fiumi rappresentano un patrimonio importantissimo per le Marche. Questi corsi d'acqua sono però troppo spesso abbandonati a se stessi, aggrediti dal cemento, dall inquinamento e dalla captazione delle acque. L'Acqua e mutamenti climatici I cambiamenti climatici sono ormai chiaramente intesi dalla comunità scientifica e non solo come variazioni attribuibili, direttamente o indirettamente, alle attività dell uomo che creano alterazioni nella composizione dell atmosfera globale. La stima dei cambiamenti climatici si basa sulle valutazioni delle concentrazioni di gas serra in atmosfera, la cui massiccia presenza porta ad un aumento della temperatura terrestre. Tale aumento di temperatura implica una serie di cambiamenti che vanno ad influire in maniera diretta sugli ecosistemi. Fiumi e torrenti rispondono rapidamente ai cambiamenti della temperatura dell aria perché sono relativamente poco profondi e ben mescolati. Pertanto, ci si aspetta che il futuro riscaldamento climatico porterà a un diretto aumento delle temperature stagionali nella maggior parte degli ecosistemi fluviali. I cambiamenti climatici avranno conseguenze anche sulle economie; la desertificazione porterà problemi all agricoltura, ai metodi di irrigazione e alla disponibilità di acqua. In Italia i modelli di simulazione prevedono una riduzione delle precipitazioni alle medie e basse latitudini e questo fenomeno dovrebbe interessare anche la regione Marche. Le precipitazioni Dati delle precipitazioni nelle Marche (1) anno 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 mm 1.124,3 728,0 812,8 947,9 663,5 957,6 1.108,7 763,5 698,5 809,5 gg 99,9 81,1 94,7 101,8 81,0 107,1 102,6 82,3 84,8 88,8 Fonte: Protezione Civile Marche Elaborazione Legambiente Marche (1) I dati in tabella sono la media annua delle 41 stazioni pluviometriche, sulle 83 della rete regionale, che hanno funzionato in maniera ininterrotta in tutti gli anni di riferimento. Altezza di precipitazione (mm) 1.200,0 1.000,0 800,0 600,0 400,0 200,0 0,0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fonte: Protezione Civile Marche Elaborazione Legambiente Marche FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 2 di 12

Giorno piovoso (n gg) 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fonte: Protezione Civile Marche Elaborazione Legambiente Marche Legenda Altezza di precipitazione (mm): quoziente del volume di acqua raccolta nel pluviometro (compresa, eventualmente, la neve sciolta) per l area della superficie orizzontale dell imbuto raccoglitore. Giorno piovoso (n ): giorno in cui è stata misurata un altezza di precipitazione uguale o superiore ad un millimetro. Nota: La linea rosso rappresenta la tendenza La qualità delle acque dei fiumi marchigiani. I fiumi custodiscono ecosistemi di primaria importanza. Attraverso il bacino idrografico, l acqua meteorica non assorbita dal suolo viene raccolta e convogliata al mare svolgendo un azione modificatrice sul paesaggio, modellando le zone elevate e colmando quelle depresse mediante l azione combinata di erosione e trasporto. I fiumi regolano il microclima delle zone attraversate grazie alla diffusione dell umidità nel terreno circostante e sono una delle principali risorse naturali per le piante, gli animali e per l uomo stesso. Le zone di vegetazione ripariale, oltre a filtrare le sostanze drenate dai suoli e a consolidare le rive, costituiscono degli habitat (le zone umide ) insostituibili per numerose specie animali e vegetali, rappresentando uno degli ambienti a maggiore diversità biologica. Una politica dissennata di utilizzo e sfruttamento del territorio, e soprattutto delle sponde, sta negli ultimi decenni mettendo a dura prova l habitat fluviale, sia dal punto di vista della qualità delle acque che della sicurezza idrogeologica. Tra le cause di questo degrado ci sono sicuramente la rettificazione degli alvei, lo sfruttamento intensivo delle fasce fluviali a fini agricoli e, soprattutto, gli scarichi abusivi e non depurati che riversano le loro sostanze inquinanti all interno dei corsi d acqua. La rete di monitoraggio nelle Marche La rete di monitoraggio delle acque superficiali interne individuata nella Regione Marche secondo i criteri stabiliti nel D.Lgs. 152/99 comprende 60 stazioni di campionamento posizionate sui principali corsi d acqua e 3 stazioni sono posizionate sui laghi ritenuti significativi: lago di Gerosa, lago del Fiastrone, lago di Castreccioni. FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 3 di 12

Dati sulla qualità dei fiumi marchigiani Gli indici per la valutazione della qualità dei corpi idrici sono stati introdotti dalla legge quadro sulla tutela delle acque, il Dlgs 152/99, e si basano su parametri chimici, fisici e biologici. Indicatori della qualità delle acque fluviali Indicatore Definizione SACA - Stato di qualità ambientale dei corsi d acqua SECA - Stato Ecologico dei Corsi d'acqua LIM - Livello d'inquinamento da Macro-descrittori Il SACA viene definito in base al SECA e allo stato chimico stabilito in base alla presenza dei principali inquinanti pericolosi inorganici e di sintesi. Suddivide lo stato dei corsi d acqua in classi di qualità: 1 elevato; 2 buono; 3 sufficiente; 4 - scadente; 5 pessimo. IL SECA viene determinato integrando i due indici LIM e IBE. Suddivide lo stato dei corsi d acqua in classi di qualità: 1 elevato; 2 buono; 3 sufficiente; 4 - scadente; 5 pessimo. Il LIM valuta e classifica il livello di inquinamento chimico e microbiologico utilizzando dei macro-descrittori chimici e microbiologici (Ossigeno disciolto, BOD 5, COD, NH 4, NO 3, Fosforo totale, Ortofosfato, Escherichia coli) IBE - Indice Biotico Esteso L'IBE valuta e classifica la qualità biologica dei corsi d'acqua analizzando la struttura delle comunità di macro-invertebrati bentonici Scala di valutazione dello stato ambientale dei corsi d'acqua (SACA) Classe Giudizio Descrizione 1 Elevato Ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile 2 Buono Ambiente con moderati sintomi di inquinamento o di alterazione 3 Sufficiente Ambiente inquinato o comunque alterato 4 Scadente Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato; 5 Pessimo Ambiente fortemente inquinato e fortemente alterato FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 4 di 12

# FIUME PROV Staz. n Classifica 2009 dei Corsi d'acqua delle Marche CLASSE MEDIA 2007 2008 GIUDIZIO 1 Burano PU 1 2 2 Buono 1 Candigliano PU 2 2,5 2 Buono 1 Fiastra MC 1 2 2 Buono 1 Fiastrone MC 2 2 2 Buono 1 Fluvione AP 1 2 2 Buono 1 Nera MC 1 2 2 Buono 1 Sentino AN 1 2 2 Buono 1 Tennacola MC 1 2 2 Buono 9 Cesano AN/PU 2 2,5 2,5 Buono/Sufficiente 9 Giano AN 2 3 2,5 Buono/Sufficiente 9 Marecchia PU 2 2,5 2,5 Buono/Sufficiente 9 Tronto AP 4 2,5 2,5 Buono/Sufficiente 13 Chienti MC 5 2,6 2,6 Buono/Sufficiente 13 Potenza MC 5 2,6 2,6 Buono/Sufficiente 15 Aso FM 3 2,7 2,7 Buono/Sufficiente 16 Metauro PU 5 3 2,8 Buono/Sufficiente 17 Conca PU 1 4 3 Sufficiente 17 Musone AN/MC 3 3,3 3 Sufficiente 17 Nevola AN 1 3 3 Sufficiente 20 Tenna FM/MC 4 2,75 3,25 Sufficiente/Scadente 21 Esino AN/MC 3 3 3,3 Sufficiente/Scadente 22 Foglia PU 4 3,5 3,5 Sufficiente/Scadente 22 Misa AN 2 3,5 3,5 Sufficiente/Scadente 24 Arzilla PU 1 4 4 Scadente 24 Aspio AN 1 4 4 Scadente 24 Ete Vivo FM 1 5 4 Scadente 24 Tesino AP 1 3 4 Scadente 28 Tavollo PU 1 5 5 Pessimo Fonte: ARPAM Elaborazione Legambiente Marche FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 5 di 12

Riepilogo generale dello stato ambientale dei corsi d'acqua della Regione Marche Anno Media regionale 1999 3,2 2000 3,4 2001 2,9 2002 3,1 2003 3.2 2004 3,0 2005 2.9 2006 2,8 2007 2,9 2008 2,9 Fonte: ARPAM Elaborazione Legambiente Marche Il piano di tutela delle acque Il Piano di tutela delle Acque costituisce lo strumento di pianificazione a disposizione delle Pubbliche amministrazioni e della Regione, per raggiungere gli obiettivi di qualità fissati dalle Direttive Europee e recepite nella norma italiana, attraverso un approccio che deve essere necessariamente integrato considerando gli aspetti quantitativi (minimo deflusso vitale, risparmio idrico, verifica delle concessioni, diversione degli scarichi, ecc...) oltre a quelli più di carattere qualitativo. La normativa prevede che entro il 31 dicembre 2008 ogni tratto deve rientrare almeno nella classe sufficiente, ed entro il 31 dicembre 2016 deve raggiungere o mantenere lo stato ambientale buono e mantenere, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale elevato. Qualità ambientale dei corsi d'acqua (SACA) della Regione Marche (anno 2009) Numero Classe Giudizio % stazioni 1 Elevato 0 0,0% 2 Buono 22 36,1% 3 Sufficiente 28 45,9% 4 Scadente 9 14,7% 5 Pessimo 2 3,3% Fonte: ARPAM ATTENZIONE! Dal 1 gennaio 2009, 11 stazioni di monitoraggio (18%) sono fuori norma. E stante questa situazione (senza nessun miglioramento della qualità ambientale dei corsi d'acqua) al 1 gennaio 2016, 39 stazioni di monitoraggio (63,9%) saranno fuori norma. FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 6 di 12

Acque non idonee alla vita dei pesci La legge riporta un elenco di parametri chimici con le relative concentrazioni che devono essere rispettate affinché ogni tratto dei corsi d acqua possa essere definito: a) idoneo alla vita dei pesci salmonicoli; b) idoneo alla vita dei pesci ciprinicoli. Stazioni di rilevamento con la qualità delle acque non idonea alla vita dei pesci # Fiume Località (Comune) Prov. Definizione 1 Aso Montefiore dell'aso FM Non idoneo alla vita dei pesci 2 Aso Pedaso FM Non idoneo alla vita dei pesci 3 Conca Sassofeltrio PU Non idoneo alla vita dei pesci 4 Ete Vivo Fermo AP Non idoneo alla vita dei pesci 5 Foglia Pesaro (Borga S. Maria) PU Non idoneo alla vita dei pesci 6 Foglia Pesaro (Ponte della ferrovia) PU Non idoneo alla vita dei pesci 7 Nevola Rosora AN Non idoneo alla vita dei pesci 8 Nevola Senigallia AN Non idoneo alla vita dei pesci 9 Aspio Numana AN Non idoneo alla vita dei pesci 10 Musone Numana AN Non idoneo alla vita dei pesci 11 Tavollo Gabicce Mare PU Non idoneo alla vita dei pesci 12 Tenna Fermo FM Non idoneo alla vita dei pesci 13 Tenna Porto Sant'Elpidio FM Non idoneo alla vita dei pesci 14 Tesino Grottammare AP Non idoneo alla vita dei pesci Fonte: ARPAM In totale le stazioni non idonee alla vita dei pesci sono 14 (22%) su un totale di stazioni monitorate di 63 FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 7 di 12

L'Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (A.A.T.O.) Le Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (A.A.T.O.) sono state costituite a seguito delle cosiddetta legge "Galli". Questa legge (n. 36 del 5 gennaio 1994) ha introdotto rilevanti novità nel campo della tutela, della risorsa e della gestione dei servizi idrici, tra i quali: il concetto di uso e salvaguardia delle acque pubbliche per le generazioni future; l idea di risparmio e rinnovo della risorsa nel rispetto del patrimonio idrico e dell'ambiente. Per realizzare questi obiettivi la legge ha stabilito la costituzione del Servizio Idrico Integrato su base di ambito dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. La legge ha anche previsto di attribuire alla Regione la responsabilità nella delimitazione e nella organizzazione degli ambiti e, soprattutto, della creazione di questi soggetti, le Autorità di Ambito Territoriale Ottimale. La Regione Marche, con la legge n. 18 del 1998, ha suddiviso il territorio regionale in 5 Ambiti Ottimali (Marche Nord -Pesaro e Urbino (AATO1); Marche Centro Ancona(AATO1); Marche Centro Macerata (AATO1); Marche Sud - Alto Piceno Maceratese (AATO1); Marche Sud Ascoli Piceno(AATO1)). AATO Stato ambientale dei corsi d'acqua (SACA) negli AATO delle Marche PROV Staz. n Valore medio 2007 2008 GIUDIZIO 1 PU 19 3,1 2,9 Buono/Sufficiente 2 AN 9 3,0 3,0 Sufficiente 3 MC/AN 18 2,7 2,7 Buono/Sufficiente 4 FM 3 2,7 3,0 Sufficiente 5 AP/FM 14 2,6 2,7 Buono/Sufficiente Fonte: ARPAM Elaborazione Legambiente Marche Consumi idrici I consumi idrici per usi civili variano in relazione alle dimensioni degli agglomerati urbani, al livello di benessere economico e alle abitudini di vita della popolazione. Negli ultimi decenni si è registrato un aumento delle dotazioni idriche pro capite, da ricondursi principalmente all'innalzamento della qualità del servizio idrico e del reddito medio della popolazione. Consumo di acqua per uso domestico per i comuni capoluogo di provincia (lt/giorno) 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Ancona 178 186 172 167 177 170 175 167 Ascoli Piceno 160 164 156 156 152 148 147 146 Macerata 184 172 178 178 170 165 154 152 Pesaro 192 187 176 179 190 182 188 186 MEDIA 180 180 171 170 176 169 171 167 ITALIA 211 214 208 204 196 194 196 192 Fonte: ISTAT (Indicatori ambientali urbani) FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 8 di 12

Dispersione della rete I dati in nostro possesso sono ridotti e non permettono delle valutazioni Acqua fatturata/acqua immessa Note AATO 1 27,40% Dati 2008 AATO 2 26,50% Dati 2007 AATO 3 AATO 4 AATO 5 Fonte: AATO Marche n.d. n.d. n.d. La Depurazione La depurazione degli scarichi civili a livello nazionale è prossima all 80% (da ECOSISTEMA URBANO 2009 LEGAMBIENTE). Abitanti forniti depurazione/abitanti residenti AATO 1 78,3% AATO 2 71,4% AATO 3 72,0% Note AATO 4 AATO 5 n.d. n.d. MEDIA 73,8% Fonte: AATO Marche Fitodepurazione Il ricorso a tecniche di depurazione naturale per il trattamento dei reflui rappresenta ormai una scelta ampiamente diffusa a livello mondiale. Tali tecniche rappresentano sicuramente una valida soluzione impiantistica, nonché una scelta ottimale per i centri abitativi sparsi e in generale per piccole e medie utenze, in quanto, da un lato, consentono uno straordinario inserimento nell'ambiente e nel paesaggio e, dall'altro, possono sopportare carichi inquinanti discontinui, anche con punte di inquinamento non diversamente trattabili, che si verificano nei centri a forte sviluppo turistico. Numerose sono le applicazioni delle tecniche di depurazione naturale realizzate all'estero (Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Germania, Svezia, Slovenia, USA, Australia), che hanno fornito risposte positive sia in termini di inserimento paesaggistico-ambientale, sia di efficienza depurativa, sia di capacità di sopportare variazioni quali-quantitative dei reflui, sia di economicità di realizzazione e di gestione. In Italia, la recente normativa in materia di tutela delle risorse idriche (D.Lgs. 11 maggio 1999, n.152 recante "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole" e successive disposizioni correttive ed integrative di cui al D. Lgs. 18 agosto 2000, n.258) ha ribadito l'importanza dell'impiego di tali tecniche in alternativa ai sistemi tradizionali, per il FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 9 di 12

trattamento dei reflui provenienti da piccole comunità, o per il trattamento di finissaggio dei reflui provenienti dai comuni depuratori. Il Decreto auspica, per piccoli insediamenti abitativi (con abitanti equivalenti inferiori a 2.000 A.E.) il ricorso a tecniche di depurazione a ridotto impatto ambientale, quali la fitodepurazione e il lagunaggio. N impianti di solo fitodepurazione N impianti di finissaggio con fitodepurazione N Abitanti equivalenti N Abitanti equivalenti AATO 1 0 0 0 0 AATO 2 1 4.500 1 60.000 AATO 3 4 815 2 22.100 AATO 4 n.d. n.d. n.d. n.d. AATO 5 n.d. n.d. n.d. n.d. TOTALE 5 5.315 3 82.100 Il riuso dell'acqua Il riutilizzo delle acque reflue depurate può essere considerato un espediente innovativo ed alternativo nell'ambito di un uso più razionale della risorsa idrica. Il vantaggio economico del riutilizzo risiede nel fornire alla comunità un approvvigionamento idrico, almeno per alcuni usi per i quali non si richieda acqua di elevata qualità, a costi più bassi, poiché il riciclo costa meno dello smaltimento. Un notevole passo avanti è stato fatto con la pubblicazione del Decreto del 12 giugno 2003, n. 185 "Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell'articolo 26, comma 2, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152" per la depurazione e la distribuzione delle acque reflue al fine del loro recupero e riutilizzo in campo domestico industriale e urbano. Il decreto stabilisce le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue domestiche, urbane ed industriali attraverso la regolamentazione delle destinazioni d'uso e dei relativi requisiti di qualità, ai fini della tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche, limitando il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, riducendo l'impatto degli scarichi sui corpi idrici recettori e favorendo il risparmio idrico mediante l'utilizzo multiplo delle acque reflue. In particolare, il provvedimento indica tre possibilità di riutilizzo di queste acque recuperate: in campo agricolo per l'irrigazione, in campo civile per il lavaggio delle strade, per l'alimentazione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e per l'alimentazione delle reti duali di adduzione, in campo industriale per la disponibilità dell'acqua antincendio e per i lavaggi dei cicli termici. Per poter riutilizzare l'acqua per uno qualsiasi di questi scopi, si deve comunque raggiungere un certo grado di qualità, soprattutto igienico-sanitaria. I trattamenti di tipo convenzionale non sono quasi mai sufficienti e quindi la tecnologia si sta orientando verso la messa a punto di nuovi sistemi alternativi di trattamento terziario e di disinfezione, finalizzati all'ottenimento di un elevato grado di qualità dell'acqua, attraverso l'abbattimento della carica microbica, dei nutrienti e delle sostanze tossiche. Nello scenario dei vantaggi e delle prospettive future che può offrire il riciclo delle acque usate, si collocano pertanto nuove tecnologie che cercano di ottenere processi efficienti a garanzia di un approvvigionamento di acqua depurata a costi contenuti. FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 10 di 12

Riutilizzo delle acque reflue depurate (mc) Note Uso industriale Uso irriguo Altri usi AATO 1 0 0 0 Dati 2008 AATO 2 0 0 127.894 Dati 2007 AATO 3 0 0 0 Dati 2008 AATO 4 n.d. n.d. n.d. AATO 5 n.d. n.d. n.d. TOTALE 0 0 127.894 CONCLUSIONI Il nuovo problema dei cambiamenti climatici si aggiunge alle solite criticità del sistema idrico della nostra regione e finirà con ampliarne gli effetti. a) I dati del dossier rilevano che la qualità media dei nostri corsi d'acqua misurata come SACA (Stato di qualità ambientale dei corsi d acqua) è da alcuni anni pressoché costante, nonostante la legge ci chieda un forte impegno di miglioramento. Oggi 11 stazioni di monitoraggio della qualità dell'acqua (il 18% del totale) sono fuori norma. E stante questa situazione (senza nessun intervento di miglioramento) al 1 gennaio 2016 le stazioni di monitoraggio fuori norma saranno 39 (il 63,9% del totale). Il Piano di Tutela delle Acque (PTA), che la Giunta Regionale delle Marche ha trasmesso al Consiglio Regionale nel dicembre del 2008 per la sua approvazione, ha come obiettivo il compito di superare questo stato di fatto e portare la qualità delle acque allo stato buono, ovvero ad un Ambiente con moderati sintomi di inquinamento o di alterazione, come ci chiede l'unione Europea, ma l'uso di deroghe, concesse dal legislatore, ridimensiona questo obiettivo. Il PTA Marche avvalendosi delle deroghe valuta che 16 delle attuali 39 stazioni di controllo che hanno una giudizio di valutazione peggiore di buono non rientreranno entro il 31 dicembre 2015 nello stato buono. Questo significa che la politica punta ad un PTA che avrà un efficienza del 59%. Non lo si può certamente definire un obiettivo ambizioso. b) I dati del dossier evidenziano, inoltre, il fatto che a fronte di un elevato numero di abitanti forniti dal servizio di depurazione (circa il 74 %) la qualità dei nostri corsi d'acqua degrada progressivamente e significativamente al raggiungere delle foci con classi di qualità che oscillano negli anni ed a seconda delle condizioni meteoclimatiche, tra le classi quarta e la quinta, corrispondenti ad uno stato ecologico scadente o pessimo. Questi risultati negativi debbono farci ripensare una politica depurativa aggiornata realizzando anche sistemi di trattamento locale usando soluzioni tecniche a minima manutenzione, meno energivore e costose, come la fitodepurazione restituendo gli scarichi trattati alla circolazione superficiale locale ed evitando di concentrare gli scarichi. c) I dati del dossier evidenziano, infine, come il riutilizzo delle acque reflue depurate sia ancora una pratica del tutto disattesa. Dal quadro tracciato dai dati risulta evidente la necessità di una politica maggiormente incisiva e partecipata per un settore, quale quello della tutela e gestione delle acque. FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 11 di 12

Le proposte di Legambiente Marche Veniamo allora alle proposte della nostra associazione: 1) rivedere completamente il sistema di tariffazione degli usi dell acqua, con un sistema di premialità e penalità che valorizzi le esperienze virtuose. Ad esempio modificare le modalità di vendita dell'acqua da parte dei Consorzi di bonifica, che non incentivano al risparmio; 2) ripensare il sistema di irrigazione dei terreni agricoli, quasi totalmente fondato sulla modalità ad aspersione o a pioggia, per riconvertirlo il più possibile ai sistemi di microirrigazione e a goccia, che possono garantire almeno il 50% del risparmio di acqua utilizzata, oltre che di concimi e di combustibili fossili; 3) ridurre i prelievi di acqua dall ambiente e ridurre gli scarichi nei corpi idrici ricettori praticando il riutilizzo delle acque reflue depurate nell industria ed in agricoltura; 4) potenziare il sistema dei controlli preventivi da parte degli enti locali, ma anche di quelli repressivi da parte delle forze dell ordine, dei prelievi abusivi di acqua dalle aste fluviali e dalle falde; 5) infine per quanto concerne gli usi civili occorre incentivare l uso di sistemi duali per recuperare le acque piovane o per riutilizzare le acque grigie depurate per gli usi domestici meno nobili, come lo scarico del wc, partendo quantomeno dalle nuove edificazioni, ma anche la diffusione di quegli strumenti semplici ma utili per risparmiare acqua come ad esempio i riduttori di flusso per i rubinetti e le docce o gli scarichi a doppio tasto del water. Alcune buone pratiche Oltre al rispetto delle leggi che ne regolano l'uso, ognuno di noi è in dovere di adottare comportamenti che tutelino qualitativamente e quantitativamente l'acqua. Quotidianamente infatti si consuma molta più acqua di quanto sarebbe necessario se adottassimo semplici regole: lavare le verdure o la frutta lasciandole a mollo anziché sciacquarle sotto l'acqua corrente: ogni famiglia può risparmiare circa 4.000 litri di acqua all'anno; riutilizzare l'acqua quando possibile: ad esempio l'acqua usata per lavare la frutta e la verdura può essere riutilizzata per innaffiare le piante e l'acqua di cottura della pasta per lavare i piatti; fare la doccia anziché il bagno: ogni famiglia può risparmiare circa 30.000 litri di acqua all'anno; chiudere i rubinetti dell'acqua quando non serve (es. mentre ci laviamo i denti, ci facciamo la barba, ci insaponiamo, ecc.) e riaprirli solo quando dobbiamo risciacquarci, per evitare inutili sprechi; riparare le perdite dei rubinetti: un rubinetto che gocciola ci fa perdere 4.000 litri di acqua all'anno. Un foro di un millimetro in una tubatura provoca in un giorno una perdita di circa 22.000 litri di acqua potabile; mettere in funzione le lavatrici e le lavastoviglie solo a pieno carico: il consumo energetico e idrico è il medesimo che a carico ridotto; applicare ai rubinetti dei frangigetti: arricchiscono il getto di aria riducendo la fuoriuscita dell'acqua e consentendo quindi di risparmiarne notevoli quantità; per lavare la macchina utilizzare secchi di acqua anziché l'acqua corrente; applicare allo scarico del water un sistema a doppio tasto o a manovella, che permette di regolare la durata dello scarico. Oltre a limitare l'abuso di acqua dovremmo sforzarci di inquinarla meno per non alterarne troppo la qualità: fare un uso parsimonioso di saponi e detersivi, che andando a finire nelle reti di scarico producono inquinamento e rendono più difficile la depurazione delle acque; non gettare rifiuti nello scarico del water per non compromettere la funzionalità del sistema fognario; prestare attenzione allo smaltimento di alcune sostanze particolarmente inquinanti. Ad esempio non versare gli oli di frittura e di lubrificazione nello scarico, ma gettarlo in appositi contenitori. Un litro di olio rende imbevibile un milione di litri di acqua!; non lavare la macchina presso fiumi, laghi o altri corsi d'acqua. I detersivi provocano un danno irreparabile andando ad inquinare tutto il reticolo idrografico superficiale ed anche quello sotterraneo. FIM09_DOSSIER.090721FIM09_DOSSIER.090721 Pag. 12 di 12