Economia Industriale: esercizi su INNOVAZIONE E R&D



Documenti analoghi
a) In concorrenza perfetta il ricavo totale è dato dal prodotto tra il prezzo e la quantità venduta:

Economia Industriale - ESERCITAZIONE 4

Esercizi svolti per l esame di Microeconomia

Il mercato di monopolio

Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA

OLIGOPOLIO. Introduzione

MONOPOLIO, MONOPOLISTA

La Concorrenza Monopolistica

Anno 4 Grafico di funzione

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria

13.4 Risposte alle domande di ripasso

ELASTICITÀ. Sarebbe conveniente per il produttore aumentare ulteriormente il prezzo nella stessa misura del caso

Teoria dei Giochi. Anna Torre

9 a Esercitazione: soluzioni

ESERCITAZIONE 8: GIOCHI SEQUENZIALI, ASIMMETRIE INFORMATIVE ED ESTERNALITA

ESERCIZI DI MATEMATICA FINANZIARIA DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT UNIFE A.A. 2015/ Esercizi: lezione 24/11/2015

Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI

LEZIONE 7. Esercizio 7.1. Quale delle seguenti funzioni è decrescente in ( 3, 0) e ha derivata prima in 3 che vale 0? x x2. 2, x3 +2x +3.

Concorrenza monopolistica

Fallimenti del mercato: Il monopolio

La pubblicità. La pubblicità. La pubblicità. La pubblicità

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

FUNZIONE ESPONENZIALE E FUNZIONE LOGARITMICA

Capitolo 12 Il monopolio. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright The McGraw-Hill Companies, srl

Esame di Microeconomia: Soluzioni. VERSIONE A Esercizio 1

Economia Politica. Il monopolio. Cap 15. Appunti delle lezioni Fabiano Schivardi

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

CAPITOLO 10 I SINDACATI

12.4 Risposte alle domande di ripasso

ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato

Concetti di soluzione in giochi dinamici a informazione perfetta in strategie pure (LEZIONE 4)

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

Microeconomia A-K, Prof Giorgio Rampa a.a Svolgimento della prova scritta di Microeconomia AK del 19 settembre 2012

Lezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale

Indice. 1 La disoccupazione di 6

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza

Capitolo 8. La massimizzazione del profitto e l offerta concorrenziale. F. Barigozzi Microeconomia CLEC 1

Istituzioni di Economia Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale Lezione 16 Offerta dell impresa

Lezione 13 Il mercato e il prezzo

Funzioni. Parte prima. Daniele Serra

Appunti sul teorema di Modigliani-Miller

Economia Politica 2 - MICROECONOMIA ESERCITAZIONE 6 PRIMA PARTE

Lezione 27: L offerta di moneta e la LM

Paperone e Rockerduck: a cosa serve l antitrust?

LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ

INTRODUZIONE ALLA MICROECONOMIA [F O] / Prova finale 14 Gennaio Nome.. Cognome. Matricola. Corso di laurea: CLEMI CLEA CLSES

5 Risparmio e investimento nel lungo periodo

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata?

Introduzione alle opzioni

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/ Moneta/ Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.

REGOLAZIONE (E TASSAZIONE OTTIMALE) DI UN MONOPOLIO CON PIÙ LINEE DI PRODUZIONE

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014

L oligopolio a.a. 2008/2009. Dott. Laura Vici

Il concetto di valore medio in generale

Esercitazione del 5/10/09

Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Scienze politiche, della Comunicazione e delle Relazioni internazionali

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Il monopolio (Frank, Capitolo 12)

Una tassonomia dei mercati

Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione:

Il modello generale di commercio internazionale

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.

studi e analisi finanziarie La Duration

Opzioni americane. Opzioni americane

Basi di matematica per il corso di micro

Istituzioni di Economia

Esercizi su lineare indipendenza e generatori

APPUNTI SU PROBLEMI CON CALCOLO PERCENTUALE

Principi di Economia - Macroeconomia Esercitazione 3 Risparmio, Spesa e Fluttuazioni di breve periodo Soluzioni

ESEMPI DI DOMANDE per la prova scritta dell esame di Istituzioni di Economia.

Elementi di economia Domanda e Offerta

Alireza Naghavi. Capitolo 6 (c) Dumping. Economie di scala, concorrenza imperfetta e commercio internazionale. Economia Internazionale

Master della filiera cereagricola. Impresa e mercati. Facoltà di Agraria Università di Teramo. Giovanni Di Bartolomeo Stefano Papa

Esercitazione 2 di Economia Pubblica CLEF Soluzioni Tutor Dottor Matteo Maria Cati A.A.:

Massimizzazione del profitto

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23. Dott.ssa Rossella Greco

G6. Studio di funzione

Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN)

Microeconomia, Esercitazione 3 Effetto reddito, sostituzione, variazione compensativa, domanda di mercato, surplus del consumatore.

Il modello generale di commercio internazionale

Scelte in condizioni di rischio e incertezza

Consideriamo due polinomi

Capitolo 26: Il mercato del lavoro

LEZIONE 23. Esempio Si consideri la matrice (si veda l Esempio ) A =

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Discriminazione Non Lineare Di Prezzo

Iniziamo con un esercizio sul massimo comun divisore: Esercizio 1. Sia d = G.C.D.(a, b), allora:

1 Principali funzioni e loro domini

Teoria dei Giochi. Dr. Giuseppe Rose Università degli Studi della Calabria Corso di Laurea Magistrale in Economia Applicata a.a 2011/2012 Handout 2

Lezione 5. Argomenti. Premessa Vincolo di bilancio La scelta ottima del consumatore

Studio di funzioni ( )

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 7 e 8

Equivalenza economica

EQUILIBRIO DI MERCATO

Mercati di concorrenza perfetta

SEGNO DELLA FUNZIONE. Anche in questo caso, per lo studio del segno della funzione, occorre risolvere la disequazione: y > 0 Ne segue:

Il valore assoluto. F. Battelli Università Politecnica delle Marche, Ancona. Pesaro, Precorso di Analisi 1, Settembre 2005 p.

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)

Capitolo 10 Z Elasticità della domanda

Transcript:

Università Carlo Cattaneo - LIUC Economia Industriale: esercizi su INNOVAZIONE E R&D 26 Novembre 2009

Informazioni generali Testo: Garavaglia C. (2006), Economia Industriale: Esercizi e Applicazioni, Carocci editore. Lezione di oggi: Garavaglia C. (2006), Economia Industriale: esercizi 13.2 e 13.4. Altri esercizi consigliati: Garavaglia, Capitolo 13. Prossimi ricevimenti: da ssare; per qualsiasi dubbio scrivetemi a fedele@eco.unibs.it

Esercizio 13.2 p. 203 Il mercato delle saponette (percepite come perfetti sostituti dai consumatori) è perfettamente concorrenziale. Supponete ci siano n imprese. La funzione di costo totale di ciascuna impresa è pari a TC i (q i ) = 50q i, con i = 1, 2,.., n. La funzione di domanda di mercato è p (Q) = 80 Q = n i =1 q i è la quantità totale di saponette. 20Q, dove Una delle n imprese, che si chiama Supersoap, introduce un innovazione di processo che le consente di ridurre i costi di produzione a TC S (q S ) = 28q S, dove il pedice S sta per Supersoap. (i) ostrate che l innovazione di S non è drastica. De niamo con c il costo marginale dell impresa S prima dell innovazione e con c il costo marginale dopo dell innovazione. Si ottengono calcolando la derivata dei costi totali TC i (q i ) e TC S (q S ) rispetto a q i e q S, rispettivamente: c = 50 e c = 28.

Un innovazione di processo si dice drastica se il prezzo di un ipotetico monopolio ove operi la sola impresa innovatrice, che indichiamo con ps (c), è inferiore al costo marginale pre-innovazione, c. Per calcolare ps (c) supponiamo dunque che l impresa S diventi monopolista dopo l innovazione. La quantità venduta da S è dunque pari a quella di mercato: q S = Q. Il suo pro tto è dato da: π S = (80 20q S ) q S cq S dove c = 28 è il costo marginale post-innovazione. Calcolando la derivata di π S rispetto a q S e ponendola uguale a zero si ottiene la quantità di monopolio in funzione di c, q S (c): π S q S = 80 40q S 28 = 0 da cui qs (c) = 80 28 40 = 1. 3. Sostituendo qs (c) nella funzione di domanda di mercato p qs = 80 20 1. 3 si ottiene il prezzo di monopolio ps (c) = 54.

Il valore trovato è superiore al costo marginale pre-innovazione, c = 50, dunque possiamo concludere che l innovazione non è drastica. La ragione per cui un innovazione si de nisce non drastica quando vale ps (c) > c si fonda sulla logica della concorrenza à la Bertrand: si ipotizza che dopo l introduzione dell innovazione le imprese competano infatti sul prezzo. Ricordando che le saponette sono perfetti sostituti, infatti, se l impresa S ssasse il prezzo di monopolio ps (c) = 54, le rivali, proponendo un prezzo ps (c) ε, con ε > 0 e piccolo, incorrerebbero in pro tti non negativi, dato che il loro costo marginale c = 50 è inferiore al prezzo ps (c) ε, così estromettendo la S dal mercato. (Vedere Esercizio 13.1 per una de nizione di innovazione di prodotto drastica e non drastica). (ii) Di quanto deve diminuire il costo marginale di produzione a nché l innovazione possa essere de nita drastica? Deve valere: ps tale che ps (c) scenda al di sotto del costo marginale (c) < c, ovvero il costo marginale c deve essere pre-innovazione, c = 50. Scriviamo il pro tto di S in funzione del costo marginale c: π S = (80 20q S ) q S cq S

La quantità di monopolio si calcola attraverso la derivata della funzione di pro tto posta uguale a zero: π S q S = 80 40q S c = 0 ottenendo così qs (c) = 80 40 c. Dato che il prezzo è dato da p (q S ) = 80 20q S, possiamo scrivere il prezzo di monopolio in funzione di c come ps c (c) = 80 2080 = 1 40 2 c + 40 Notate che il prezzo di monopolio è crescente in c: un impresa più e ciente (con c più basso), è in grado di ssare un prezzo più basso, pure se monopolista. La condizione che cerchiamo è dunque 1 c + 40 < 50 2 Risolvendo rispetto a c si ottiene c < 20. Con un costo marginale post-innovazione inferiore a 20 l impresa S potrebbe ssare un prezzo di monopolio ps (c) < 50, così estromettendo le rivali dal mercato e massimizzando il proprio pro tto.

In questo caso possiamo parlare di innovazione drastica di processo. Vediamo perché. (iii) Quale sarebbe il prezzo di mercato in seguito all introduzione dell innovazione (tale per cui c = 28) da parte di S? Prima dell innovazione il prezzo di equilibrio concorrenziale è pari al costo marginale, comune a tutte le imprese: pc = 50, dove C sta per concorrenza. Dopo l innovazione l impresa S è in grado di catturare l intera domanda di mercato, ssando un prezzo pari a ps = (50 ε). Infatti le rivali che non hanno innovato verrebbero estromesse, perché, seguendo la strategia dell impresa S incorrerebbero in pro tti negativi, dato che il loro costo marginale c = 50 sarebbe inferiore al prezzo ps = (50 ε). Anche qui, essendo le saponette perfetti sostituti, opera la stessa logica che sta alla base della concorrenza à la Bertrand! (iv) Quanto sarebbe disposta a pagare l impresa S per introdurre tale innovazione? La risposta sta nel confronto fra i pro tti che l impresa S ottiene prima e dopo l innovazione.

Prima dell innovazione l impresa è in concorrenza perfetta, ottenendo un pro tto nullo, π PRE C = 0, perché il prezzo di equilibrio è pc = 50, pari al costo marginale.1 Dopo l innovazione il pro tto, che indichiamo C, è π S = p S (c) q S (c) 28q S (c) dove ps (c) = 50 ε e q S (c) si ottiene risolvendo ps (c) = 80 20q S (c). Si ha 50 ε = 80 20qS (c) ovvero qs ε (c) = 1.5 + 20 s 1.5. Possiamo dunque calcolare il pro tto come C = (50 ε) 1.5 28 1.5 ottenendo C = 33 1. 5ε s 33. La disponibiltà massima a pagare è data dunque da C π PRE C = 33 0 = 33. 1 In appendice alla lezione vediamo la ratio, attraverso la concorrenza à la Cournot, della regola prezzo uguale a costo marginale in concorrenza perfetta.

(v) Supponiamo ora che la struttura iniziale di mercato sia di monopolio, dove opera solo l impresa S, e non più di concorrenza perfetta. Quanto sarebbe disposta a pagare ora l impresa S per introdurre tale innovazione? Come sopra, la risposta sta nel confronto fra i pro tti che l impresa S ottiene prima e dopo l innovazione. Già abbiamo tutti gli elementi, per calcolare il pro tto post-innovazione, che indichiamo con : = P q S 28q S Sappiamo infatti dal punto i) che qs = 1. 3 e che il prezzo di monopolio è ps (c) = 54. Sostituendo tali valori in π S, otteniamo = 54 1.3 28 1.3 = 33. 8 Il pro tto pre-innovazione è quello di un monopolista che ha c = 50 come costi marginali: ovvero π PRE = p S (c) q S (c) 50q S (c) π PRE = (80 20q S ) q S 50q S

Calcoliamo la derivata di π PRE rispetto a q S e poniamola π uguale a zero: PRE q S = 80 40q S 50 = 0, da cui qs (c) = 80 50 40 = 0.75. Sostituendo qs (c) nella funzione di domanda di mercato p = 80 20 0.75 si ottiene il prezzo di monopolio pre-innovazione ps (c) = 65. Sostituendo tali valori in π PRE, otteniamo π PRE = 65 0.75 50 0.75 = 11. 25. La disponibiltà massima a pagare è data dunque da π PRE = 33. 8 11.25 = 22. 55. Notate che questo valore è minore rispetto a quello calcolato nell ipotesi che S operi in concorrenza perfetta. Il monopolio ha dunque un e etto negativo sugli incentivi ad innovare: ciò è de nito e etto di rimpiazzo. Vediamo di che si tratta. In generale il confronto che abbiamo fatto è stato tra due di erenze. La di erenza rilevante per l impresa in concorrenza è C π PRE C.

La di erenza rilevante per il monopolista è Abbiamo trovato che C π PRE C ovvero, sapendo che π PRE C = 0, π PRE > πpost > π PRE π PRE. C (1) Questa condizione vale sempre se = C, ovvero se l innovazione di processo è drastica. In tal caso infatti l impresa che opera in concorrenza è in grado, una volta introdotta l innovazione, di ssare il prezzo di monopolio. Nel nostro caso = 33. 8 > C = 33. Tuttavia la condizione (1) vale: l e etto rimpiazzo dice che le imprese con maggiore potere di mercato hanno meno incentivo a innovare perché hanno più da perdere. Infatti il costo opportunità di innovare per un monopolista è π PRE > 0, maggiore dell equivalente per un impresa in concorrenza, π PRE C = 0.

Esercizio 13.4 p. 204 Considerate il seguente problema di R&D e innovazione. L impresa ajor () è monopolista delle spedizioni celeri di pacchi da Roma a New York. Indicate con Q la quantità di pacchi spediti. La funzione di costo totale di è pari a TC (Q) = 20Q. La funzione di domanda di mercato è data da p (Q) = 60 2Q. Un laboratorio di ricerca ha appena fatto una scoperta sensazionale: ha inventato un macchina del teletrasporto che permette di spedire in tempo reale i pacchi. Con la nuova macchina il costo totale della spedizione si riduce a TC (Q) = 4Q. La scoperta è stata brevettata dal laboratorio. L impresa è monopolista nel mercato ma deve fare i conti con un potenziale entrante, l impresa Express (E). La E sarebbe in grado di entrare e ettivamente nel mercato solo se acquistasse il brevetto del laboratorio.

In tal caso la concorrenza fra ed E sarebbe à la Cournot (e non à la Betrand, come nell esercizio precedente). (i) Che cos è un brevetto? A voi la risposta. (ii) Quanto sarebbe disposto ad o rire per il brevetto il potenziale entrante? La risposta sta nel confronto fra i pro tti che l impresa E ottiene se sta fuori dal mercato, perché non ha acquistato il brevetto, e quanto guadagna se invece compra il brevetto e dunque entra nel mercato competendo à la Cournot con. Nel primo caso i pro tti sono chiaramente nulli. Nel secondo caso le imprese si comportano come duopolisti à la Cournot. La condizione di massimizzazione del pro tto dell impresa E sarà data da: max q E π E = [60 2 (q E + q )] q E 4q E dove q E + q = Q è la quantità prodotta dalle imprese E ed se la prima entra nel mercato dopo aver comprato il brevetto.

Notate che l impresa E ha costi pari a 4q E se compra il brevetto, perché può così introdurre l innovazione. La funzione di risposta ottima della E si ottiene calcolando la derivata del pro tto π E rispetto a q E e ponendola uguale a zero: π E q E = 60 4q E 2q 4 = 0 Risolvendo rispetto a q E si ottiene q E = 28 q 2. Il pro tto della, se la E entra, è invece π = [60 2 (q E + q )] q 20q dove i costi di produzione sono 20q, maggiori rispetto alla rivale perché la, non avendo comprato il brevetto, non ha potuto usufruire dell innovazione. La funzione di risposta ottima della si ottiene calcolando la derivata del pro tto π rispetto a q e ponendola uguale a zero: π = 60 4q q 2q E 20 = 0 Risolvendo rispetto a q si ottiene q = 20 q E 2. Le due funzioni di risposta ottima sono diverse perché le imprese hanno diversi costi variabili.

ettiamo a sistema le due funzioni di risposta ottima pere trovare le quantità di equilibrio: ( q E = 28 q 2 q = 20 q E 2 Sostituendo la seconda equazione nella prima: q E = 28 20 q E 2 2 e risolvendo rispetto a q E si ottiene qe = 12, che è la quantità di equilibrio prodotta dall impresa E. Sostituendo questo valore nella seconda equazione si ottiene q = 20 12 2 = 4, che è la quantità di equilibrio prodotta dall impresa. La quantità di equilibrio è dunque Q = q + q E = 16. Il prezzo di equilibrio di mercato è invece p (Q ) = 60 2Q = 28.

Possiamo dunque calcolare il pro tto di equilibrio dell impresa E: E quello dell impresa : E = 28 12 4 12 = 288. π PRE = 28 4 20 4 = 32. La di erenza fra i pro tti che l impresa E ottiene se sta fuori dal mercato, ovvero 0, e i pro tti se invece compra il brevetto ed entra così nel mercato, ovvero 288, è 288: questo è quanto sarebbe disposto ad o rire per il brevetto l impresa E. (iii) Quanto sarebbe disposto ad o rire per il brevetto il monopolista? Qui la risposta sta nel confronto fra i pro tti che l impresa ottiene se si trova costretta a competere con E, perché non acquista il brevetto, e quanto guadagna se invece compra il brevetto e dunque rimane monopolista, producendo inoltre a costi inferiori. Nel primo caso abbiamo calcolato sopra che l impresa ottiene π = 32. Nel secondo caso dobbiamo calcolare il valore massimo del seguente pro tto: π = (60 2q ) q 4q

Il valore ottimo di q si ottiene calcolando la derivata del pro tto π e ponendola uguale a zero: π q = 60 4q 4 = 0 Risolvendo per q si ha q = 14. In corrispondenza di tale quantità il prezzo è P = 60 2q = 32 dunque il pro tto ottimo è = 32 14 4 14 = 392 La di erenza fra i pro tti che l impresa ottiene se si trova costretta a competere con E, ovvero 32, e quanto guadagna se invece compra il brevetto, ovvero 392 è dunque 360: questo è quanto sarebbe disposto ad o rire per il brevetto l impresa. Notate che il monopolista è disposto a pagare più dell entrante per acquistare il brevetto. Questo fa sì che il brevetto sarà acquistato dal primo.

In generale il confronto che abbiamo fatto è stato tra due di erenze. La di erenza rilevante per l entrante è fra i pro tti di duopolio con innovazione e il pro tto nullo se sta fuori, E 0. La di erenza rilevante per il monopolista è fra i pro tti di monopolio con innovazione e il pro tto di duopolio con innovazione, π PRE. Analiticamente abbiamo veri cato che vale la seguente disequazione: ovvero π PRE > π PRE > πpost E 0 + πpost E La disequazione dice che il pro tto del monopolista dopo l innovazione deve essere maggiore del pro tto complessivo di duopolio, ovvero della somma dei pro tti del (ex)monopolista e dell entrante. In altre parole, il pro tto dell industria monopolistica deve essere maggiore del pro tto dell industria duopolistica.

Tale condizione vale quasi sempre, secondo l adagio "la concorrenza distrugge i pro tti". Tuttavia, la regola generale che apprendiamo è che l industria con pro tti maggiori, (in genere è il monopolio), sarà quella che si imporrà nel corso del tempo. Questo è de nito e etto di e cienza. Nel nostro caso l e etto di e cienza è veri cato: vale la condizione secondo cui il pro tto dell industria monopolistica è maggiore del pro tto dell industria duopolistica. Vale la conseguenza che il brevetto sarà acquistato dal monopolista, come abbiamo veri cato, e l industria rimarrà dunque monopolistica.

Concorrenza perfetta: prezzo uguale a costo marginale Consideriamo un industria con n imprese simmetriche che producono un bene omogeneo e competono à la Cournot. La curva di domanda del bene è p (Q) = a bq, dove Q = n i =1 q i, a e b sono parametri positivi. Tutte le imprese hanno funzione di costi totali pari a TC i (q i ) = cq i, i = 1,.., n. i) Calcolate quantità e prezzo di equilibrio nel mercato. Il pro tto dell impresa i, de nito come la di erenza fra ricavi e costi totali: π i = p (Q) q i TC i (q i ) = a b q i + j6=i q j qi cq i Al solito calcoliamo la derivata di π i rispetto a q i e la poniamo uguale a zero: π i q i = a c b j6=i q j + 2q i = 0.

Risolviamo l equazione sopra rispetto a q i : q i = a c b j6=i q j 2b, (2) così ottenendo la funzione di risposta ottima dell impresa i. Dato che le imprese sono simmetriche, tutte produrranno la stessa quantità in equilibrio, che indichiamo con q. Sostituendo q in (2) q = e risolvendo per q, otteniamo: a c b (n 1) q 2b q = a c b (n + 1), trovando così la quantità prodotta in equilibrio da ciascuna impresa. La quantità di equilibrio di mercato sarà dunque: Q = n i =1 q i = nq = n a c b (n + 1)

Il prezzo di equilibrio di mercato si ottiene sostituendo la quantità di equilibrio di mercato nella funzione di domanda: p (Q ) = a bq = a bn a c b (n + 1) = a n (a c). n + 1 Le caratteristiche tipiche di un mercato in concorrenza perfetta sono: 1 il bene prodotto è omogeneo; 2 ci sono tante imprese, al punto che la quantità prodotta da ciascuna è trascurabile rispetto alla quantità di mercato; 3 le imprese sono price-taker (e c è libertà di entrata). Il numero n di imprese in concorrenza perfetta è dunque molto grande. In tal caso la quantità di mercato Q = n a c tende al valore b(n+1) a c b perché lim n n! n+1 = 1. Il prezzo di equilibrio è quindi dato da p (Q ) = a bq = a b a c b ovvero è pari al costo marginale. = c