PAGINE BOTANICHE PERIODICO DEL GRUPPO BOTANICO MILANESE



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PAGINE BOTANICHE PERIODICO DEL GRUPPO BOTANICO MILANESE N. 38-2014

PAGINE BOTANICHE PERIODICO DEL GRUPPO BOTANICO MILANESE Direttore responsabile: Gabriele Galasso Comitato di redazione: Enrico Banfi, Gabriele Galasso, Riccardo Mazza, Roberto Ferranti, Benedetto Prinetti Coordinamento editoriale: Sandro Perego, Giorgio Ceffali Coordinamento tecnico: Lorenzo Achilli Direzione e redazione: c/o Museo Civico di Storia Naturale di Milano C.so Venezia, 55-20121 Milano C.C.P. n. 36070209 intestato al Gruppo Botanico Milanese Registrazione Tribunale di Milano: N. 124 del 3-3-1984 Distribuzione gratuita ai soci Stampa: Aessegi srl - via Andrea Costa, 8-20131 Milano Finito di stampare: Febbraio 2015 Sito internet: www.gruppobotanicomilanese.it Il Gruppo si riunisce ogni lunedì sera dalle 21.00 alle 23.00 presso il Museo di Storia Naturale di Milano, ingresso gratuito

PAGINE BOTANICHE 2014 PERIODICO DEL GRUPPO BOTANICO MILANESE N. 38 SOMMARIO Pag. Le piante tossiche sono soltanto velenose per l'uomo? Franca Davanzo, Chiara Falciola & Maria Laura Colombo 3 Notulae ad plantas advenas Longobardiae spectantes: 5 (263-310) Gabriele Galasso & Enrico Banfi 17 Settimana botanica G.B.M. Dobbiaco. 21-27 giugno 2014 Alberto Sessi 49 XLII Mostra Micologica Milanese 5-6 ottobre 2013 Alberto Sessi & Benedetto Prinetti 57 Il G.B.M. ricorda Luigi Cagnolaro Giogio Bardelli, Giorgio Chiozzi, Michela Podestà & Stefano Scali Alberto Sessi 63 65

Silene elisabethae Jan 2

PAG. BOT. 2014, 38: 3-16 LE PIANTE TOSSICHE SONO SOLTANTO VELENOSE PER L UOMO? Franca Davanzo*, Chiara Falciola* & Maria Laura Colombo** RIASSUNTO Tutto il regno vegetale, in particolare le angiosperme, produce una vasta gamma di principi attivi che permettono alla pianta di sopravvivere nell ambiente circostante. Tali composti chimici, presenti a centinaia in ogni vegetale, svolgono il ruolo di molecolesegnale che permettono alla pianta che li produce di interagire con le altre vicine, con gli animali predatori e anche con gli animali che, al contrario, sono attratti da queste sostanze (ad es. gli insetti impollinatori). Alcuni di questi composti sono particolarmente tossici per i mammiferi, uomo compreso, mentre i medesimi composti possono non esserlo per gli insetti, dotati di altre vie metaboliche. La presenza di piante tossiche in natura va sicuramente studiata e l uomo deve essere a conoscenza della presenza di piante potenzialmente tossiche. Tuttavia le piante tossiche, cioè capaci di produrre molecole in grado di indurre nell uomo effetti avversi, diventano una fonte insostituibile di farmaci, anche salvavita, naturalmente da assumersi sotto stretto controllo medico. Deve quindi essere chiaro a tutti che ogni essere vivente (piante comprese) contiene al suo interno centinaia e centinaia di composti chimici, che necessariamente devono essere valutati anche per i loro potenziali effetti avversi. Si descrivono alcuni tra i casi più ricorrenti di intossicazione da ingestione di parti di piante tossiche avvenuti in Italia nel periodo 2010-2012: aconito, colchico, euforbia, fico, mandragora, veratro. I casi solitamente si verificano per errore durante la raccolta di piante spontanee e sono supportati dalla radicata e falsa credenza che le piante, per qualche oscuro motivo, non conterrebbero sostanze chimiche e quindi sarebbero di per sé innocue. * Centro Antiveleni di Milano, A.O. Ospedale Niguarda Ca Granda, piazza Ospedale Maggiore 3, 20162 Milano (MI); franca.davanzo@ospedaleniguarda.it; chiara_mente@live.it ** Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Torino, via P. Giuria 9, 10125 Torino (TO); marialaura.colombo@unito.it 3

ABSTRACT ARE TOXIC PLANTS ONLY POISONOUS FOR HUMANS? The Plant Kingdom and all the flowering plants in particular, produce a wide range of active ingredients, which allow the plant to survive in the environment. These chemical compounds are hundreds in each plant and they play the role of signaling molecules that allow the plant that produces them to interact with other nearby plants, with predatory animals and also with the animals that are attracted to the contrary, by these chemical compounds (e.g. pollinating insects). Some of these compounds are particularly toxic to mammals, including man, while the same compounds may not be so for the insects, with other metabolic pathways. The presence of toxic plants in nature definitely should be investigated and the person must be aware of the presence of potentially toxic plants. However, the toxic plants, capable of producing molecules that can give adverse effects to humans, become an irreplaceable source of life-saving drugs also, of course, if taken under direct medical supervision. On the one hand it must be clear to everyone that all living things (including plants) contains within it hundreds and hundreds of chemical compounds, which necessarily must also be evaluated for their potential adverse effects. We describe some of the most recurrent cases of poisoning from ingestion of pieces of toxic plants occurred in Italy in the period 2010-2012: Monk s-hood, Meadow Saffron, Spurge, Fig, Mandrake, Falsehelleborine. The cases usually occur for confusion in the collection of wild plants, supported by the false belief that plants, for some reason, do not contain chemicals, and then they would in itself harmless. INTRODUZIONE Le intossicazioni causate da specie vegetali sono un fenomeno troppo spesso ignorato e sottostimato. L opinione ormai diffusa che tutto ciò che è naturale sia effettivamente utilizzabile per mantenersi in buona salute (MOWRY et al., 2013) non tiene conto che molte delle sostanze farmacologicamente attive e mortali provengono proprio dal regno vegetale e sono il frutto di una attenta selezione naturale, che nel tempo ha agito sulle piante al fine di rendere inoffensivi o allontanare eventuali aggressori (PICHER- SKY & GANG, 2000). Il Centro Antiveleni (CAV) di Milano gestisce ogni anno circa 1.000 nuovi casi di esposizione e/o intossicazione con vegetali, appartenenti sia a specie esotiche, ma presenti nelle nostre case, sia a piante selvatiche, autoctone nel nostro Paese (COLOMBO et al., 2010). MATERIALI E METODI Nel periodo 1 gennaio 2010-31 dicembre 2012 il CAV di Milano ha gestito 2.719 richieste di consulenza provenienti dalle varie regioni italiane, con il coinvolgimento di 2.903 pazienti (157 richieste hanno riguardato casi multipli, cioè hanno coinvolto contemporaneamente più soggetti). Questa casistica non comprende le intossicazioni da miceti. 4

PAGINE BOTANICHE 2014 RISULTATI E DISCUSSIONE Dal 2010 al 2012 la maggior parte delle consulenze è stata richiesta dal privato cittadino (n = 1.844; 67,82%), il 32,07% (n = 872), invece, proveniva dagli ospedali; solo in 3 casi (0,11%) la provenienza non è nota. Nel 70,9% (n = 1.928) la fascia di età maggiormente coinvolta è quella pediatrica (0-14 anni); nel 93,60% (n = 2.545) le circostanze di esposizione sono accidentali, nel 4,04% (n = 110) sono volontarie, mentre nel 2,35% (n = 64) non se ne conosce la causa. Una quota pari a circa l 86,17% (n = 2.343) delle esposizione si verifica in ambiente domestico o nelle sue pertinenze (orto, giardino, cortile, garage, balcone), in percentuale minore in ambienti pubblici (scuole, case di cura e luoghi di lavoro). Il 34,17% dei pazienti era sintomatico al momento della richiesta di consulenza e la sintomatologia presentata interessava l apparato gastroenterico, cardiocircolatorio, oculare, neuromuscolare e il sistema nervoso centrale. La gravità dell intossicazione deriva sia dalla natura della tossina ingerita sia dalla dose assunta; l esito dell evento è condizionato dalla tempestività con cui si interviene e dall efficacia della terapia messa immediatamente in atto. L elevato numero delle esposizioni, seppure asintomatiche, deve invitare alla prudenza, considerando che la popolazione maggiormente coinvolta è costituita dai bambini di età inferiore ai 5 anni. L assenza di sintomi è legata molto spesso alla precocità di trattamento messo in atto su consiglio dei medici del CAV: infatti la breve latenza che si verifica in caso di intervento tempestivo consente di approntare un efficace prevenzione dell assorbimento delle eventuali sostanze tossiche presenti nelle piante, fatto questo che risulta efficace nella maggior parte dei casi. Un fattore che depone a sfavore e che semmai favorisce il verificarsi dei casi di intossicazione, è l assenza quasi totale, nella maggior parte della popolazione umana e degli animali da compagnia, dell abitudine al contatto e alla consuetudine con il regno vegetale. Tutto ciò ha provocato una carenza di conoscenze delle piante selvatiche commestibili e, di conseguenza, di quelle pericolose, causando ogni anno svariate intossicazioni che possono anche porre in serio pericolo la vita degli esposti. Un altro punto da chiarire è che non esistono antidoti nei confronti delle sostanze tossiche contenute nelle piante: in caso di intossicazione il medico può attuare una terapia sintomatica, che affronta appunto i sintomi, non la causa della intossicazione. Unica eccezione può essere considerato il trattamento posto in atto nel caso di pazienti intossicatisi mangiando foglie di digitale (Digitalis spp., Fig. 1) in quanto confuse con quelle della borragine (Borago officinalis L., Fig. 2). In quest ultimo caso vengono somministrati farmaci specifici opportunamente preparati in laboratorio: si tratta di anticorpi anti-digossina (il principio attivo presente nella digitale), che in modo specifico sanno catturare le molecole di digossina e renderle innocue per l individuo. 5

Fig. 1: Digitalis purpurea: pianta prima della fioritura (plant before flowering). (Foto/ Photo Sandro Perego). Fig. 2: Borago officinalis: pianta all inizio della fioritura (plant at the beginning of flowering). (Foto/Photo Sandro Perego). 6

PAGINE BOTANICHE 2014 Vengono ora fornite alcune brevi informazioni sulle entità vegetali che si presentano costantemente nella casistica del CAV di Milano e rappresentano un serio rischio per la salute e la vita di coloro che inconsapevolmente vi si espongono. La nomenclatura utilizzata segue BANFI et al. (2012). Aconitum spp. Le esposizioni ad aconito (Aconitum spp., Fig. 3) hanno coinvolto 6 pazienti, 4 maschi e 2 donne, tutti soggetti adulti di età compresa tra i 41 e i 74 anni. Di particolare interesse sono stati due casi risalenti al 2010. Il primo riguarda una coppia di coniugi che ha ingerito delle foglie di aconito raccolte dal figlio come radicchio (Lactuca alpina L. Cicerbita alpina (L.) Wallr., Fig. 4) e poi conservate in barattoli sott olio. L uomo ha presentato una sintomatologia più marcata, probabilmente per averne ingerito una quantità maggiore: tachicardia, ipotensione, parestesie, oltre a vomito e diarrea. Il secondo caso ha coinvolto due pazienti di nazionalità cinese, che avevano messo a macerare la radice di aconito in alcool per poi ingerire circa 150 cm 3 di preparato per trattare una sintomatologia dolorosa a carico delle articolazioni, come suggerito dalla loro medicina tradizionale. Hanno presentando parestesie agli arti e bigemini- Fig. 3: Aconitum napellus: germoglio (sprout). (Foto/Photo Sandro Perego). 7

Fig. 4: Lactuca alpina: germoglio (sprout). (Foto/Photo Sandro Perego). smo sporadico. La procedura della macerazione delle radici in alcool, messa in atto dai due pazienti cinesi, di per sé non è concettualmente errata. Infatti le sostanze tossiche presenti nell aconito, cioè aconitina e altri alcaloidi diterpenici, di per sé sono molecole labili, che si idrolizzano facilmente, soprattutto al variare dell acidità del solvente, perdendo così parte della loro tossicità (BISSET, 1981). Tuttavia è chiaramente sconsigliabile cercare di preparare dei medicamenti fai da te utilizzando piante potenzialmente mortali e per le quali non sia noto alcun antidoto. Colchicum spp. I casi di ingestione di colchico (Colchicum spp., Fig. 5) per i quali è pervenuta la richiesta di consulenza sono stati in totale 8, di cui 2 possono essere definiti multipli in quanto hanno interessato più soggetti contemporaneamente. Uno di questi ultimi è avvenuto mese di marzo 2011: durante una scampagnata in provincia di Bari, 4 adulti hanno raccolto e poi consumato alcuni bulbi di colchico confuso col lampascione (Muscari comosum (L.) Mill. Leopoldia comosa (L.) Parl., Fig. 6). La sintomatologia comparsa ha interessato l apparato gastroenterico (numerosi episodi di vomito) e si è risolta in breve tempo e in modo positivo dopo la decontaminazione con carbone attivato in polvere. Il secondo caso ha coinvolto, nel mese di novembre dell anno 2012, una famiglia di Desio composta da padre e figlio di 17 anni; la madre non 8

PAGINE BOTANICHE 2014 Fig. 5: Colchicum autumnale: germoglio in fiore (flowering sprout). (Foto/Photo Sandro Perego). Fig. 6: Muscari comosum: bulbo (bulb). (Foto/Photo Sandro Perego). 9

ha mangiato il piatto contaminato soltanto per un caso fortuito. Il padre ha preparato un risotto utilizzando degli stami di colchico, raccolti 2 mesi prima e poi fatti essiccare; la confusione è avvenuta con lo zafferano (Crocus sativus L.). Padre e figlio hanno presentato una sintomatologia piuttosto marcata e tardiva (dopo 18 e 24 ore rispettivamente) a carico dell apparato gastrointestinale, caratterizzata da nausea e numerosi episodi di diarrea; la donna, invece, avendone assaggiato soltanto una cucchiaiata scarsa, è risultata completamente asintomatica. I due pazienti sono stati ricoverati per una settimana in medicina d urgenza, dove sono stati sottoposti a controlli seriati della funzionalità renale ed epatica, che ha manifestato alterazioni regredite nell arco di una settimana, mantenendoli in infusione di liquidi. Si è verificato anche un alterazione dei parametri emocromocitometrici e della coagulazione, rientrati con la sola terapia sintomatica. Euphorbia spp. I casi di esposizione a piante appartenenti al genere Euphorbia sono numerosi soprattutto nel periodo invernale: generalmente coinvolgono bambini che, attratti dal colore rosso della stella di Natale (Euphorbia pulcherrima Willd. ex Klotzsch), vengono a contatto con il latice, ricco di aghi microscopici di ossalato di calcio (comunemente detti rafidi), latice presente in tutte le piante di questo genere. Questi aghi provocano la comparsa di edema e dolore alle mucose del cavo orale e della gola o alla cute con le quali avviene il contatto e possono provocare, soprattutto nei bambini molto piccoli, danni gravi con rischio per la vita (edema della glottide con conseguente insufficienza respiratoria). La terapia è solo sintomatica e di supporto alle funzioni vitali. Particolarmente indicativo è stato un caso di esposizione a Euphorbia lathyris L. (Fig. 7). L episodio ha coinvolto un bimbo di 2 anni che stava giocando con il fratellino in cortile; i due bimbi sono stati attratti dal vegetale e il fratello maggiore, dopo averne spezzato un ramoscello, ha spalmato alcune goccioline di latice fuoriuscite dal ramo sulle guance del fratellino. Queste si sono immediatamente arrossate e l irritazione, simile a ustione, molto dolorosa, è durata circa 2 giorni. Relativamente a E. lathyris si dice che, piantata negli orti e nei giardini, tenga lontane le talpe. Probabilmente questa reputazione deriva dall uso di introdurre rami spezzati nelle gallerie sotterranee scavate dalle talpe: l odore sgradevole del latice irriterebbe gli animali, tenendoli così lontani dagli orti coltivati. E. lathyris è espressamente venduta dai florovivaisti proprio per rispondere a questo scopo (cfr. <http://www.localharvest. org/mole-plant-seed-c6395>, ultima consultazione il 9 ottobre 2014). Ficus carica Le esposizioni a parti dell albero del fico (Ficus carica L.) sono state 15 e hanno coinvolto 9 maschi, 5 femmine e un cucciolo di cane di appena 1 anno. La via di esposizione che provoca sintomi significativi è quella cutanea, con 10

PAGINE BOTANICHE 2014 Fig. 7: Euphorbia lathyris: pianta con frutti (plant with fruits). (Foto/Photo Sandro Perego). manifestazioni di fotosensibilità per la pelle dovute alla presenza nel latice di questa pianta di alcune sostanze chimiche che causano la comparsa di lesioni. Il caso più grave si è verificato in una donna di 55 anni la quale, a seguito di uso improprio di fico a scopo abbronzante (la paziente ne aveva preparato un infuso con alcune foglie, poi utilizzato sulla cute prima di esporsi al sole), ha presentato ustioni di 2 grado e 2 grado profondo sull 87% della superficie corporea. Il quadro clinico risultante è stato molto grave a causa dell elevata percentuale corporea esposta, che ha reso necessario il ricovero per un lungo periodo in un centro ustioni. Si è avuta la guarigione delle ustioni di 2 grado e un miglioramento di quelle di 2 grado profondo. L utilizzo di parti di fico per meglio acquisire l abbronzatura è una tecnica tramandata per via orale, scritta e suggerita da alcune persone prive di buon senso e che non si documentano consultando fonti sicure, certe che il naturale è bello e non fa male. Le foglie sono irritanti per contatto o sfregamento con la pelle e, in soggetti predisposti, la reazione di sensibilizzazione è aumentata dal calore e dalla esposizione ai raggi ultravioletti. Il latice, presente in tutta la pianta, contiene furocumarine, bergaptene e psoralene, cumarine tutte capaci di provocare gravi reazioni di fotosensibilizzazione (JOSE- PH & RAJ, 2011). Anche il latice che sgorga dai tagli delle parti verdi, dai frutti immaturi e dai giovani rametti 11

contiene sostanze in grado di ustionare e irritare la pelle. Mandragora autumnalis I casi di esposizione a mandragora (Mandragora autumnalis Bertol., Fig. 8) sono numerosi ogni anno e interessano le regioni dell Italia meridionale, in modo particolare la Sicilia dove la pianta cresce molto diffusamente. Il numero complessivo dei pazienti coinvolti è stato 42: 24 femmine e 17 maschi; in un solo caso non è noto il sesso del paziente. La sintomatologia presentata, seppur con diversa gravità, corrisponde alla sindrome identificata in tossicologia col nome sindrome anticolinergica. I segni e i sintomi manifestati hanno coinvolto principalmente l apparato cardiocircolatorio (tachicardia, ipertensione) e il sistema nervoso centrale (atassia, confusione, agitazione, allucinazioni, convulsioni), oltre a manifestazioni oculari come pupilla dilatata (midriasi) e diminuzione dell acuità visiva. Generalmente le foglie della mandragora sono state raccolte e consumate al posto della borragine (Borago officinalis, Fig. 2), nonostante si distinguano da queste ultime per la mancanza dei caratteristici peli pungenti (pelosità fitta, omogenea e pungente nella borragine); in un solo caso le foglie della pianta sono state confuse con le erbette selvatiche (Beta spp.). In tutti i casi la terapia seguita è stata di tipo sintomatico e la sintomatologia si è risolta nell arco di alcune ore o di pochi giorni nei casi più gravi (per i quali si è resa necessaria la somministrazione di sedativi, benzodia- Fig. 8: Mandragora autumnalis: foglie (leaves). (Foto/Photo Sandro Perego). 12

PAGINE BOTANICHE 2014 zepine, e fisostigmina per calmare la grave agitazione psicomotoria). Veratrum spp. Nel periodo considerato, l intossicazione da veratro (Veratrum spp., Fig. 9) ha coinvolto 10 pazienti, 7 maschi e 3 femmine. La maggior parte dei soggetti esposti è costituita da persone adulte di età compresa tra 38 e 66 anni, oltre a due bambini rispettivamente di 2 e 8 anni; in soli 2 casi non si conosce l età del paziente. La richiesta di consulenza è giunta dall ospedale (medici del Pronto Soccorso) per il 70% dei soggetti, in 3 casi proveniva da fuori ospedale (privati cittadini). La pianta, raccolta e utilizzata, è stata confusa con la genziana (Gentiana sp. sect. Gentiana); l errore viene indotto dalla non corretta identificazione delle foglie o delle radici, a seconda della parte che si desidera raccogliere. I sintomi presentati hanno coinvolto l apparato cardiocircolatorio (con abbassamento della pressione arteriosa -ipotensione- e rallentamento del battito cardiaco -bradicardia-), gastroenterico (nausea, vomito) e oculare (lacrimazione). Di particolare rilevanza è la richiesta di consulenza pervenuta nel mese di aprile 2011 da parte di Regione Lombardia: durante una passeggiata sul Monte Denervo, nei pressi di Tignale (BS), una famiglia composta da marito, moglie, nonni e 2 bimbi di 8 e 2 anni ha raccolto e succhiato delle foglie di Veratrum lobelianum Bernh. (Fig. 9), confondendolo con genziana, allo scopo di dissetarsi a causa della giornata estremamente calda. I bambini, che hanno soltanto assaggiato e immediatamente sputato la foglia a causa del sapore estremamente amaro e sgradevole, hanno manifestato una lieve alterazione del ritmo cardiaco; le due donne (madre e nonna dei bambini), che si sono rifiutate di masticare le foglie, non hanno presentato sintomi; invece i due uomini (padre e nonno), che hanno masticato e ingerito una quantità abbondante di foglie, hanno presentato una grave sintomatologia caratterizzata da ipotensione (80 mmhg di massima per diverse ore) e bradicardia (41-44 battiti al minuto), nausea seguita da numerosi episodi Fig. 9: Veratrum lobelianum: parte inferiore della pianta (lower part of the plant). (Foto/Photo Sandro Perego). 13

di vomito, lacrimazione degli occhi. I soggetti più gravi sono stati ricoverati in unità di cure intensive per tre giorni e, dopo la decontaminazione mediante la somministrazione di carbone attivato in polvere nelle prime 24 ore e la terapia di supporto cardiocircolatoria, sono stati trasferiti in un reparto medicina e quindi dimessi. Il riconoscimento della pianta responsabile dell intossicazione è stato effettuato inizialmente mediante l invio delle foto dei vegetali, in seguito con l invio dei campioni freschi direttamente all esperto botanico, come da procedura. Relativamente alle esposizioni al veratro, nei mesi primaverili (come in quest ultimo caso) esse si verificano poiché le persone coinvolte erano alla ricerca di giovani foglie di genziana per utilizzarne il succo amaro come dissetante; nei mesi tardo-estivi o autunnali, invece, i pazienti esposti cercavano le radici di genziana (soprattutto Gentiana lutea L., Fig. 10) per aromatizzare grappa e liquori vari. Quindi le esposizioni e/o intossicazioni da veratro possono verificarsi in stagioni diverse dell anno, a seconda della parte della pianta che le persone vorrebbero raccogliere. Fig. 10: Gentiana lutea: pianta in fiore (plant with flowers). (Foto/Photo Sandro Perego). 14

PAGINE BOTANICHE 2014 CONCLUSIONI In conclusione, le piante tossiche possono essere anche utili all uomo oppure no? Le piante tossiche, ovviamente, non devono essere ingerite e consumate senza riflettere e senza alcuna motivazione. Anche le apparentemente innocue carote, se ingerite in quantità smodata possono dare effetti avversi. Tuttavia, soprattutto le piante tossiche sono molto utili all uomo, principalmente dal punto di vista farmacologico. Infatti, è bene sottolineare che una pianta tossica contiene principi attivi chimici altamente velenosi, che tuttavia possono essere proficuamente utilizzati per preparare farmaci, talvolta anche salvavita. Ricordiamo, ad esempio, la pianta del tasso (Taxus baccata L., Taxus brevifolia Nutt. e altre specie del genere Taxus), che i florovivaisti comunemente chiamano albero della morte talmente è nota a tutti la sua elevata tossicità. Eppure, dagli inizi degli anni 90 del secolo scorso da parti diverse dell albero del tasso si ricava e si usa in terapia un principio attivo altamente tossico, il tassolo, indispensabile nel trattamento di alcune forme tumorali che colpiscono l utero e le ovaie. Gli esempi che si potrebbero fare sono davvero molteplici: tra questi la Digitalis lanata Ehrh., la D. purpurea e altre specie simili, impiegate nella terapia dell insufficienza cardiaca; alcune specie della famiglia delle Solanaceae, utilizzate nella preparazione del farmaco Buscopan; Papaver somniferum L., conosciuto come papavero da oppio, dal quale si ricavano morfina, papaverina, codeina, tebaina e molti altri composti che rientrano nella formulazione di farmaci acquistabili solo con ricetta medica; e gli esempi potrebbero continuare ancora. Quindi soltanto la nostra conoscenza, il desiderio e la curiosità di sapere e di essere informati ci permettono di evitare seri guai per la nostra salute e per quella dei giovani, verso i quali abbiamo il compito di trasmettere il nostro sapere. È come dire che l unico rimedio è studiare. Ringraziamenti Per la raccolta dei dati clinici si ringraziano: Francesca Assisi, Maurizio Bissoli, Rossana Borghini, Tiziana Della Puppa, Valeria Dimasi, Marcello Ferruzzi, Paola Angela Moro, Ilaria Rebutti, Angelo Roberto Travaglia, Paolo Severgnini, Joannhe Georgatos, Fabrizio Maria Sesana, Antonella Pirina e Giovanni Milanesi, del Centro Antiveleni dell Ospedale Niguarda di Milano. Per il materiale iconografico si ringrazia Sandro Perego, del Gruppo Botanico Milanese. BIBLIOGRAFIA BANFI E., COLOMBO M. L., DAVANZO F., FALCIOLA C., GALASSO G., MARTINO E. & PEREGO S., 2012 - Le piante velenose della flora italiana nell esperienza del Centro Antiveleni di Milano. Natura, Milano, 102 (1): 1-184. 15

BISSET N. G., 1981 - Arrow poisons in China. part ii. aconitum botany, chemistry, and pharmacology. J. Ethnopharmacol., Lausanne, 4 (3): 247-336. COLOMBO M. L., ASSISI F., DELLA PUPPA T., MORO P., SESANA F. M., BISSOLI M., BORGHINI R., PEREGO S., GALASSO G., BANFI E. & DAVANZO F., 2010 - Exposures and Intoxications after herb-induced poisoning: A retrospective hospital-based study. J. Pharm. Sci. & Res., 2 (2): 123-136. JOSEPH B. & RAJ S. J., 2011 - Pharmacognostic and phytochemical properties of Ficus carica Linn. An overview. Int. J. Pharm Tech Res., 3 (1): 8-12. MOWRY J. B., SPYKER D. A., CANTILENA L. R., BAILEY J. E. & FORD M., 2013-2012 Annual Report of the American Association of Poison Control Centers National Poison Data System (NPDS): 30th Annual Report. Clin. Toxicol., Philadelphia, 51 (10): 949-1229. PICHERSKY E. & GANG D. R., 2000 - Genetics and biochemistry of secondary metabolites in plants: an evolutionary perspective. Trends in Plant Science, Oxford, 5 (10): 439-445. 16

PAG. BOT. 2014, 38: 17-48 NOTULAE AD PLANTAS ADVENAS LONGOBARDIAE SPECTANTES: 5 (263-310) Gabriele Galasso* & Enrico Banfi* Notula 263 Eugenio Zanotti, Enrico Banfi* & Gabriele Galasso* Via G. Galilei 10, 25034 Orzinuovi (BS); ezanotti@provincia.brescia.it * Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano (MI); enrbanfi@yahoo.it; gabriele.galasso@ comune.milano.it 263. Echinochloa colona (L.) Link (Poaceae) ( Panicum colonum L.) + (NAT) BS: Orzinuovi (BS), sponda sinistra del Fiume Oglio tra Cascina della Lunga e Casella Corradini (UTM ED50: 32T 0569405.5031266), 74 m s.l.m., no exp., greto, 19 Sep 2013, E. Zanotti (MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la provincia di Brescia. Pianta a distribuzione pantropicale, di origine paleotropica, attualmente diffusa nelle zone temperato-calde del globo, inclusa l area mediterranea; YABUNO (1966), HILU (1994) e YAMA- GUCHI et al. (2005) hanno dimostrato che questa specie è il progenitore diretto di E. frumentacea Link, cereale domesticato in India e diffuso, specialmente nel passato, nelle aree a clima tropicale e subtropicale per la produzione di farina alimentare, birra e foraggio (MICHAEL, 2003). E. colona è ormai presente in quasi tutte le regioni italiane, comportandosi da sinantropica occasionale dei luoghi umidi, con frequenza massima al centro-sud e nelle isole. In Lombardia la specie è stata segnalata da TABACCHI et al. (2006) per le risaie del milanese e qui considerata naturalizzata da BANFI & GALASSO (2010), come casuale da ARDENGHI (2012) in provincia di Pavia. BIBLIOGRAFIA ARDENGHI N. M. G., 2012 - Notulae 51-94. In: Notulae ad plantas advenas longobardiae spectantes: 2 (29-140). Galasso G. & Banfi E. (eds.). Pag. Bot., Milano, 35 (2011): 58-78. BANFI E. & GALASSO G. (eds.), 2010 - La flora esotica lombarda. Museo di Storia Naturale di Milano, Milano. * Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano; gabriele.galasso@comune.milano.it; enrbanfi@yahoo.it 17

HILU K. W., 1994 - Evidence from RAPD markers in the evolution of Echinochloa millets (Poaceae). Pl. Syst. Evol., Wien, 189 (3-4): 247-257. MICHAEL P. W., 2003-25.07 Echinochloa P. Beauv. In: Flora of North America North of Mexico. Flora of North America Editorial Committee (ed.). Oxford University Press, New York, Oxford, 25 (Magnoliophyta: Commelinidae (in part): Poaceae, part 2): 390-403. TABACCHI M., MANTEGAZZA R. & FERRERO S., 2006 - Morphological traits and molecular markers for classification of Echinochloa species from Italian rice fields. Weed Sci., Urbana, 54 (6): 1086-1093. YABUNO T., 1966 - Biosistematic study of the genus Echinochloa. Jap. Journ. Bot., Tokyo, 19 (2): 277-323. YAMAGUCHI H., UTANO A., YASUDA K., YANO A. & SOEJIMA A., 2005 - A molecular phylogeny of wild and cultivated Echinochloa in East Asia inferred from non-coding region sequences of trnt-l-f. Weed Biol. Manag., Carlton South, 5 (4): 210-218. Notulae 264-266 Milena Villa Via Lauro 4, 23888 Rovagnate (LC); milena. villa@libero.it 264. Cornus sericea L. (Cornaceae) + (CAS) LOM (LC): Olgiate Molgora (LC), loc. Olcellera (tra via Mondonico e via Olcellera) (UTM ED50: 32T 0531250.5065040), 299 m s.l.m., E, bosco umido, 8 Mai 2014, M. Villa (MSNM). - Neofita casuale nuova per l Italia, per la Lombardia e per la provincia di Lecco. In un bosco umido è presente un arbusto di corniolo sericeo, residuo di coltivazione, vicino al quale vi sono alcune plantule nate spontaneamente. 265. Lonicera tatarica L. (Caprifoliaceae) (Fig. 1) + (CAS) LOM (LC): Montevecchia (LC), via delle Sorgenti (UTM ED50: 32T 0529831.5060891), 281 m s.l.m., no exp., margine, 17 Apr 2014, M. Villa (MSNM). - Neofita casuale nuova per l Italia, per la Lombardia e per la provincia di Lecco. In questa località il caprifoglio dei Tartari è presente con due piante, una in forma arbustiva al margine della strada, l altra come alberello all interno della fascia boscata. 266. Physalis peruviana L. (Solanaceae) + (CAS) LC: Lomagna (LC), loc. Tricudai, a E di via Giotto nell alveo del torrente Molgoretta in secca (UTM ED50: 32T 0528665.5057937), 234 m s.l.m., no exp., bosco, 1 Oct 2013, M. Villa (MSNM). - Neofita casuale nuova per la provincia di Lecco. Una sola pianta cresciuta su ghiaia fine, spesso inondata. Nelle vicinanze vi sono alcune piante di Amaranthus sp., Lipandra polysperma (L.) S.Fuentes, Uotila & Borsch ( Chenopodium p. L.), Persicaria dubia (Stein.) Fourr., Solanum lycopersicum L. e S. nigrum L. Un altra pianta 18

PAGINE BOTANICHE 2014 Fig. 1: Lonicera tatarica. (Foto/Photos Milena Villa). 19

è stata osservata a poche centinaia di metri di distanza, nell alveo del torrente Lavandaia. Notula 267 Marco Merli Via dei Caputèi 7, fraz. Scelmo, 38070 Stenico (TN); marco.0671@alice.it 267. Actinidia deliciosa (A.Chev.) C.F.Liang & A.R.Ferguson (Actinidiaceae) ( Actnidia latifolia (Gardner & Champ.) Merr. var. deliciosa A.Chev.) + (CAS) BS: Gardone Riviera (BS), a S di via dei Colli, lungo un ruscello nelle immediate vicinanze del parcheggio del Museo del Divino-Infante (UTM ED50: 32T 0622380.5053665), 100 m s.l.m., E, sponda ombrosa di ruscello, 1 Dec 2013, M. Merli (MSNM). - Neofita casuale nuova per la provincia di Brescia. La zona del rinvenimento è molto ombrosa e fresca, con abbondanza di Asplenium scolopedrium L. subsp. scolopedrium, ambiente che ha sicuramente favorito la nascita del kiwi, verosimilmente coltivato in qualche giardino della zona. Lungo il ruscello troviamo anche alcuni individui di Ligustrum lucidum W.T.Aiton e Prunus laurocerasus L., mentre nei dintorni è comunissima la presenza di Trachycarpus fortunei (Hook.) H.Wendl. Notula 268 Giorgio Ceffali, Enrico Banfi* & Gabriele Galasso* Via Anguissola 23, 20146 Milano (MI). *Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano (MI); enrbanfi@yahoo.it; gabriele.galasso@ comune.milano.it 268. Nicotiana sylvestris Speg. & S.Comes (Solanaceae) (Fig. 2) + (CAS) LOM (BS): Manerba del Garda (BS), Porto Dusano, via G. Carducci, tornante prima del porto, scarpata sopra la curva appena sopra il muro di contenimento in calcestruzzo (UTM ED50: 32T 0622592.5045047), 90 m s.l.m., SW, boscaglia spontanea, con rifiuti solidi e Robinia pseudoacacia, Celtis autralis, Sambucus nigra, Trachycarpus fortunei, Ulmus minor, Rubus sp., Hedera helix, Passiflora caerulea e Phytolacca americana, esemplare unico, alto ca. 1.5 m, prosperoso, 6 Nov 2013, G. Ceffali (MSNM). - Neofita casuale nuova per l Italia, per la Lombardia e per la provincia di Brescia. Il tabacco silvestre è una pianta erbacea perenne originaria dell Argentina (Catamarca, Jujuy, La Rioja, Salta, Tucumán: COCUCCI & HUNZIKER, 2005), bienne o annuale nelle aree temperate, dove è presente come fiore da giardino. In Italia sembra poco coltivata, ma è in grado di sfuggire via seme, determinando avventiziati più o meno effimeri. BIBLIOGRAFIA COCUCCI A. A. & HUNZIKER A. T., 2005-256. Solanaceae. Subtribu VIIa. Nicotianinae, parte A. 1. Nicotiana L. In: Flora Fanerogámica Argentina. ProFlora Conicet, Cordoba, 89: 1-15. 20

PAGINE BOTANICHE 2014 Fig. 2: Nicotiana sylvestris. (Foto/Photo Giorgio Ceffali). 21

Notulae 269-272 Nicola M. G. Ardenghi Dipartimento di Scienze della Terra e dell Ambiente, Università degli Studi di Pavia, via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@ hotmail.com 269. Bidens connatus Muhl. ex Willd. (Asteraceae) + (NAT) LOM (PV): Pavia (PV), viale Lungo Ticino Sforza, all incirca davanti al bar Imbarcadero Barbieri, sponda sinistra del Fiume Ticino (UTM ED50: 32T 0512252.5003016), 65 m s.l.m., S, sponda fluviale, substrato sabbioso, con Xanthium italicum, Persicaria lapathifolia, Digitaria sanguinalis, Panicum dichotomiflorum, Eragrostis pectinacea, Amaranthus powellii e A. hybridus (Polygono-Xanthietum italici), 17 Sep 2013, N. Ardenghi (MSNM, APP); ibidem, 14 Oct 2013, N. Ardenghi (MSNM, APP). - Neofita naturalizzata nuova per la Lombardia e per le province di Pavia e Cremona. Prima del presente ritrovamento, la forbicina connata era già stata osservata in Lombardia da Paolo Marenzi a Stagno Lombardo (CR), nell ottobre del 2012 (http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic. php?f=40&t=42783, ultima consultazione il 29 giugno 2014). 270. Cyperus eragrostis Lam. (Cyperaceae) + (NAT) MI: Motta Visconti (MI), sponda sinistra del Fiume Ticino, Bosco Maina, centro parco Geraci (UTM ED50: 32T 0499024.5013075), 72 m s.l.m., no exp., sponda fluviale, substrato sabbioso, 27 Iun 2013, N. Ardenghi (MSNM, APP). - Neofita: cambiamento di status, da casuale a naturalizzato, per la provincia di Milano. Circa una trentina di esemplari sono stati rinvenuti a Motta Visconti, lungo la sponda orientale del Fiume Ticino, sia sulle sabbie che tra le pietre ingabbiate utilizzate per la messa in sicurezza spondale. È altamente probabile che gli esemplari osservati, dotati di rizomi sotterranei particolarmente sviluppati, siano presenti da diversi anni, elemento che consente di modificare lo status d invasività da casuale a naturalizzato, analogamente a quanto osservato più a sud lungo il tratto pavese del fiume (SOLDANO, 1980; osservazioni personali dell autore). 271. Opuntia humifusa (Raf.) Raf. (Cactaceae) ( Cactus humifusus Raf.) + (CAS) PV: Cava Manara (PV), via G. Marconi, ferrovia a S della stazione FS di San Martino Siccomario-Cava Manara (UTM ED50: 32T 0509038.4998901), 66 m s.l.m., no exp., massicciata ferroviaria, con Cynodon dactylon, Elytrigia repens e Convolvulus arvensis, 29 Aug 2014, N. Ardenghi (MSNM). - Neofita casuale nuova per la provincia di Pavia. Un singolo esemplare fruttificante è stato rinvenuto sulla massicciata ferroviaria presso la stazione FS di San Martino Siccomario-Cava Manara. La pianta è costituita da numerosi ar- 22

PAGINE BOTANICHE 2014 ticoli e potrebbe essere presente nel sito da svariati anni, favorita dalle condizioni particolarmente termofile dell ambiente di crescita. Ulteriori osservazioni negli anni futuri potranno stabilirne l eventuale naturalizzazione. 272. Vitis instabilis Ardenghi, Galasso, Banfi & Lastrucci (Vitaceae) (= Vitis riparia Michx. Vitis rupestris Scheele) + (NAT) CR: Rivolta d Adda (CR), ca. 100 m s.l.m., bordo bosco, 19 Apr 1982, R. Cavani, V. Terzo & R. Zucchetti (PAV sub V. vinifera). - Neofita naturalizzata: nuovi dati sul periodo di introduzione in Lombardia e in Italia. Notospecie già nota per la provincia di Cremona (BONALI & GALASSO, 2012). Il campione qui citato venne inizialmente revisionato come V. riparia da ARDENGHI (2012), ma le lamine arrotondato-cordate, dotate di seno basale a U allargata e prive di evidenti ciuffi di peli all ascella delle nervature sulla pagina inferiore consentono invece di identificare correttamente l exsiccatum come l ibrido V. instabilis (ARDENGHI et al., 2014). Il reperto anticipa di 28 anni la prima segnalazione in Italia e in Lombardia, fatta da ARDENGHI et al. (2010). BIBLIOGRAFIA ARDENGHI N. M. G., 2012 - Notulae 51-94. In: Notulae ad plantas advenas longobardiae spectantes: 2 (29-140). Galasso G. & Banfi E. (eds.). Pag. Bot., Milano, 35 (2011): 58-78. ARDENGHI N., ARRIGONI P., ASSINI S., BANFI E., BONA I., BONALI F., BRUSA G., CATTANEO G., CEFFALI G., COLA- TORE A., FEDERICI G., FENAROLI F., FERRANTI R., FRATTINI S., GALASSO G., GARIBOLDI L., GIORDANA F., GRUPPO BOTANICO MILANESE, GRUPPO FLORA ALPINA BERGAMASCA, GRUPPO BRE- SCIANO DI RICERCA FLORISTICA, GUIGGI A., KLEIH M., MARTINI F., MAURI S., PAROLO G., PERICO M., PROSSER F., ROVELLI P., SARTORI F., TRUZZI A., VIL- LA M. & ZANOTTI E., 2010 - Dati su presenza e distribuzione provinciale. In: La flora esotica lombarda. Banfi E. & Galasso G. (eds.). Museo di Storia Naturale di Milano, Milano. ARDENGHI N. M. G., GALASSO G., BANFI E., ZOCCOLA A., FOGGI B. & LASTRUCCI L., 2014 - A taxonomic survey of the genus Vitis L. (Vitaceae) in Italy, with special reference to Elba Island (Tuscan Archipelago). Phytotaxa, 166 (3): 163-198. BONALI F. & GALASSO G., 2012 - Notula 47. In: Notulae ad plantas advenas longobardiae spectantes: 2 (29-140). Galasso G. & Banfi E. (eds.). Pag. Bot., Milano, 35 (2011): 55-56. SOLDANO A., 1980 - Naturalizzazione nel pavese di Amaranthus bouchonii Thell. e di altre sette esotiche nuove per la Lombardia. Considerazioni distributive su altre specie già note. Atti Ist. Bot. Univ. Lab. Critt. Pavia, Pavia, s. 6, 13 (1978-1979): 137-143. Notula 273 Gabriele Galasso Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano (MI); gabriele.galasso@comune.milano.it 23

273. Poncirus trifoliata (L.) Raf. (Rutaceae) ( Citrus trifoliata L.) + (CAS) MI: Milano (MI), Trenno, canale scolmatore di nordovest (sponda ds.), lungo la recinzione di Boscoincittà (UTM ED50: 32T 0507521.5036921 ± 10m), 126 m s.l.m., no exp., nata spontaneamente sotto un cespuglieto d impianto, 24 Apr 2014, G. Galasso (MSNM). - Neofita casuale nuova per la provincia di Milano. Specie segnalata recentemente per la Lombardia nel mantovano (TRUZ- ZI, 2014). Nella stazione qui indicata è presente con un piccolo esemplare nato da seme. BIBLIOGRAFIA TRUZZI A., 2014 - Notulae 213-222. In: Notulae ad plantas advenas Longobardiae spectantes: 4 (209-262). Galasso G. & Banfi E. (eds.). Pag. Bot., Milano, 37 (2013): 43-46. Notula 274 Giorgio Ceffali & Gabriele Galasso* Via Anguissola 23, 20146 Milano (MI). *Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano (MI); gabriele.galasso@comune.milano.it 274. Danaë racemosa (L.) Moench (Ruscaceae) (Fig. 3) ( Ruscus racemosus L.) + (CAS) MI: Milano (MI), Trenno, lungo la recinzione di Boscoincittà, presso il canale scolmatore di nordovest (sponda ds.) (UTM ED50: 32T 0507456.5037182 ± 5 m), 130 m s.l.m., no exp., nata spontaneamente sotto un cespuglieto d impianto, 9 Mar 2014, G. Ceffali (MSNM); ibidem, 25 Apr 2014, G. Galasso (MSNM). - Neofita casuale nuova per la provincia di Milano. Specie sinora conosciuta solo per le province di Varese e Mantova (AR- DENGHI et al., 2010). Nella stazione qui segnalata è presente con un esemplare nato da seme. BIBLIOGRAFIA ARDENGHI N., ARRIGONI P., ASSINI S., BANFI E., BONA I., BONALI F., BRU- SA G., CATTANEO G., CEFFALI G., CO- LATORE A., FEDERICI G., FENAROLI F., FERRANTI R., FRATTINI S., GALASSO G., GARIBOLDI L., GIORDANA F., GRUPPO BOTANICO MILANESE, GRUPPO FLORA ALPINA BERGAMASCA, GRUPPO BRE- SCIANO DI RICERCA FLORISTICA, GUIGGI A., KLEIH M., MARTINI F., MAURI S., PAROLO G., PERICO M., PROSSER F., ROVELLI P., SARTORI F., TRUZZI A., VILLA M. & ZANOTTI E., 2010 - Dati su presenza e distribuzione provinciale. In: La flora esotica lombarda. Banfi E. & Galasso G. (eds.). Museo di Storia Naturale di Milano, Milano. Notula 275 Enrico Banfi & Gabriele Galasso Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano (MI); enrbanfi@yahoo.it; gabriele.galasso@ comune.milano.it 275. Narcissus Tête-à-tête (Amaryllidaceae) (= Narcissus cyclamineus DC. Narcissus tazetta L.) 24

PAGINE BOTANICHE 2014 Fig. 3: Danaë racemosa. (Foto/Photo Giorgio Ceffali). 25

+ (CAS) LOM (MI): Milano (MI), via Canelli (UTM ED50: 32T 0519852.5037548 ± 5m), 117 m s.l.m., no exp., margine erboso, 2 Mar 2014, E. Banfi (MSNM). - Neofita casuale nuova per l Italia, per la Lombardia e per la provincia di Milano. Il narciso tête-à-tête è un ibrido triploide di origine complessa (WU et al., 2011), formatosi a seguito dell incrocio Narcissus Cyclataz (= N. cyclamineus DC. N. tazetta L. Soleil d Or ) N. cyclamineus DC. e stabilizzato per via vegetativa con discreta autonomia propagativa. Questa cultivar costituisce attualmente uno degli articoli di maggior attenzione fra le bulbose da aiuola, da vaso e da giardino. Il reperto in oggetto consiste di pochi individui cresciuti in un prato marginale a lato della strada che delimita a ovest il parcheggio del cimitero di Lambrate; tale presenza può essere in qualche modo correlata con l immediata adiacenza di un garden center. BIBLIOGRAFIA WU H., RAMANNA M. A., ARENS P. & TUYL J. M. VAN, 2011 - Genome constitution of Narcissus variety Tête-àtête, analysed trough GISH and NBS profiling. Euphytica, Dordrecht, 181 (2): 285-292. Notula 276 Milena Villa & Pierfranco Arrigoni* Via Lauro 4, 23888 Rovagnate (LC); milena. villa@libero.it *Via Concordia 8, 23068 Valmadrera (LC); pierfranco.arrigoni@alice.it 276. Vitis instabilis Ardenghi, Galasso, Banfi & Lastrucci (Vitaceae) (= Vitis riparia Michx. Vitis rupestris Scheele) + (NAT) LC: Perego (LC), località Galbusera Nera (a monte di via Galbusera Nera) (UTM ED50: 32T 0528981.5063795), 381 m s.l.m., S, incolto erboso al margine del sentiero, 28 Mai 2014, M. Villa & P. Arrigoni (MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la provincia di Lecco. Per i caratteri distintivi di questo ibrido, osservato anche nella limitrofa località Galbusera Bianca in comune di Rovagnate, si rimanda ad ARDENGHI et al. (2014). BIBLIOGRAFIA ARDENGHI N. M. G., GALASSO G., BANFI E., ZOCCOLA A., FOGGI B. & LASTRUCCI L., 2014 - A taxonomic survey of the genus Vitis L. (Vitaceae) in Italy, with special reference to Elba Island (Tuscan Archipelago). Phytotaxa, 166 (3): 163-198. Notula 277 Luca Gariboldi Via Ghisolfa 3, 20017 Rho (MI); info@ lucagariboldi.it 277. Pterocarya fraxinifolia (Lam.) Spach (Juglandaceae) ( Juglans fraxinifolia Lam. Pterocarya fraxinifolia (Lam.) K.Koch, isonym) + (NAT) LOM (MI): Cesate (MI), via per Senago, al margine della strada, entro i confini del Parco delle Groane 26

PAGINE BOTANICHE 2014 (UTM ED50: 32T 0507060.5048605), 194 m s.l.m., no exp., boschetto, 4 Mai 2014, L. Gariboldi (MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la Lombardia e per la provincia di Milano. Nella stazione qui indicata il noce della Cina è evidentemente naturalizzato in quanto forma un boschetto chiuso, con individui adulti alti circa 10-15 m e rinnovazione soprattutto al margine dello stesso. Notula 278 Luca Frezzini & Luca Gariboldi* Via Giusti 13, 22066 Mariano Comense (CO) *Via Ghisolfa 3, 20017 Rho (MI); info@ lucagariboldi.it 278. Triteleia laxa Benth. (Themidaceae = Asparagaceae subfam. Brodiaeoideae) (Fig. 4) ( Brodiaea laxa (Benth.) S.Watson Hookera laxa (Benth.) Kuntze Milla laxa (Benth.) A.C.Baker Seubertia laxa (Benth.) Kunth Tulophos laxa (Benth.) Raf. = Triteleia candida Greene Brodiaea candida (Greene) Baker Brodiaea laxa (Benth.) S.Watson var. candida (Greene) Jeps.) + (CAS) LOM (MI): Limbiate (MI), Mombello, Brughiera di Mombello, entro i confini del Parco delle Groane (UTM ED50: 32T 0509136.5051509), 209 m s.l.m., no exp., robinieto, 16 Iun 2014, L. Frezzini & L. Gariboldi (MSNM). - Neofita casuale nuova per l Italia, per la Lombardia e per la provincia di Milano. La triteleia comune è una geofita bulbosa originaria di America nordoc- Fig. 4: Triteleia laxa. (Foto/Photo Luca Gariboldi). 27

cidentale e Messico settentrionale, dove vive in foreste aperte, boschi misti di conifere o boschi pedemontani e praterie su suolo argilloso, da 0 a 1.500 m s.l.m (CHRIS PIRES, 2002). La pianta è stata introdotta in Italia a scopo ornamentale, come altre specie e cultivar di Triteleia a fiori colorati, ed è molto apprezzata per le aiuole, il giardino o come fiore reciso. La specie, determinata usando le chiavi dicotomiche di BEIDLEMAN & KOZLOFF (1994) e di CHRIS PIRES (2002), è stata rinvenuta in un robinieto vicino a una pista ciclopedonale che lo attraversa, in un gruppetto sparso di pochi (4-6) individui emergenti tra le foglie di Potentilla reptans L. e Parthenucissus quinquefolia (L.) Planch. BIBLIOGRAFIA BEIDLEMAN L. H. & KOZLOFF E. N., 1994 - Plants of the San Francisco Bay Region: Mendocino to Monterey. University of California Press, Berkeley, Los Angeles. CHRIS PIRES J., 2002-69. Triteleia Douglas ex Lindley. In: Flora of North America North of Mexico. Flora of North America Editorial Committee (ed.). Oxford University Press, New York, Oxford, 26 (Magnoliophyta: Liliidae: Liliales and Orchidales): 338-346. Notula 279 Simone Pedrini & Nicola M. G. Ardenghi* Flora Conservation srl società agicola, via A. Brambilla 34, 27100 Pavia (PV); simone. pedrini@floraconservation.com *Dipartimento di Scienze della Terra e dell Ambiente, Università degli Studi di Pavia, via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@ hotmail.com 279. Heracleum mantegazzianum Sommier & Levier (Apiaceae) + (NAT) SO: Valdidentro (SO), Pian del Vino, greto del torrente Viola Bormina (UTM ED50: 32T 0601065.5148701), 1.320 m s.l.m., no exp., greto ciottoloso, 19 Iul 2014, S. Pedrini (MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la provincia di Sondrio. Benché la prima testimonianza di Heracleum mantegazzianum sul territorio nazionale sia stata documentata nella vicina località Bagni Nuovi di Bormio (SO) (fotografia di esemplari coltivati risalente all agosto 1899: CELESTI-GRAPOW et al., 2009), la specie non risultava ancora nota allo stato spontaneo per la provincia di Sondrio (ARDENGHI et al., 2010). Il popolamento copre una superficie di circa 15-20 m 2 ed è costituito da circa una ventina di esemplari, di cui una decina fruttificanti; gli individui più sviluppati superano i 3 m di altezza. H. mantegazzianum non risulta coltivato nelle vicinanze; il sito di crescita si trova a ridosso di un parcheggio molto frequentato da turisti (tra cui svizzeri e tedeschi), il cui transito potrebbe aver promosso l introduzione accidentale dei frutti (ad esempio attraverso i pneumatici degli autoveicoli, vettore già preso in considerazione da PYŠEK et al., 2007). Non si esclude, tuttavia, che 28

PAGINE BOTANICHE 2014 i mericarpi, in grado di galleggiare per almeno tre giorni (PYŠEK et al., 2007), possano essere giunti attraverso l acqua del torrente. La popolazione è da tenere sotto controllo in quanto la panace di Mantegazza può causare serie fitofotodermatiti caratterizzate da arrossamenti, rash e lesioni papulovescicolari e talvolta necrotiche, anche persistenti (GALASSO et al., 2010). L identificazione della specie (piuttosto simile ad altre entità native dell Asia sud-occidentale e introdotte in Europa nord-orientale) è stata permessa dalla consultazione di NIELSEN et al. (2005), PYŠEK et al. (2007) e FRÖBERG (2010). BIBLIOGRAFIA ARDENGHI N., ARRIGONI P., ASSINI S., BANFI E., BONA I., BONALI F., BRUSA G., CATTANEO G., CEFFALI G., COLA- TORE A., FEDERICI G., FENAROLI F., FERRANTI R., FRATTINI S., GALASSO G., GARIBOLDI L., GIORDANA F., GRUPPO BOTANICO MILANESE, GRUPPO FLORA ALPINA BERGAMASCA, GRUPPO BRE- SCIANO DI RICERCA FLORISTICA, GUIGGI A., KLEIH M., MARTINI F., MAURI S., PAROLO G., PERICO M., PROSSER F., ROVELLI P., SARTORI F., TRUZZI A., VIL- LA M. & ZANOTTI E., 2010 - Dati su presenza e distribuzione provinciale. In: La flora esotica lombarda. Banfi E. & Galasso G. (eds.). Museo di Storia Naturale di Milano, Milano. CELESTI-GRAPOW L., PRETTO F., BRUNDU G., CARLI E. & BLASI C. (eds.), 2009 - A thematic contribution to the National Biodiversity Strategy. Plant invasion in Italy, an overview. Ministry for the Environment Land and Sea Protection, Nature Protection Directorate, Roma: 1-32 + CD- ROM. FRÖBERG L., 2010-37. Heracleum L. In: Flora Nordica. Jonsell B. & Karlsson T. (esd.). The Swedish Museum of Natural History, Stockholm, 6 (Thymelaeaceae to Apiaceae): 224-234. GALASSO G., BANFI E., CASSETTI F., COLOMBO M. L., PEREGO S., MARTINO M. & DAVANZO F., 2010 - Segnalazione della diffusione della pianta infestante Heracleum mantegazzianum, responsabile di gravi fotodermatiti. In: 34a mostra del fungo e della natura. AaVv. Associazione Micologica Bresadola, Gruppo di Villa d Ogna, Villa d Ogna (BG). NIELSEN, C., RAVN H. P., NENTWIG W. & WADE M. (eds.), 2005 - The Giant Hogweed Best Practice Manual. Guidelines for the management and control of an invasive weed in Europe. Forest & Landscape Denmark, Hoersholm. PYŠEK P., COCK M. J. W., NENTWIG W. & RAVN H. P. (eds.), 2007 - Ecology and Management of Giant Hogweed (Heracleum mantegazzianum). CABI, Oxfordshire. Notula 280 Nicola M. G. Ardenghi & Sara Mossini Dipartimento di Scienze della Terra e dell Ambiente, Università degli Studi di Pavia, via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@ hotmail.com; sara.mossini@virgilio.it 280. Erigeron bonariensis L. (Asteraceae) ( Conyza bonariensis (L.) Cronq.) 29