SERVIZIO ADOZIONE Ambiti Territoriali 6, 8, 9 e 10,11,12 ASL N 2

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3.1. Caratteristiche Sviluppo delle abilità di coping Resilienza Locus of Control... 13

Transcript:

EVOLUZIONE NORMATIVA DELL ADOZIONE NAZIONALE E INTERNAZIONALE Legge 19 ottobre D.G.R 23 Dicembre 2009 n 1983linee guida in materia di Adozione internazionale, nazionale Legge 28 Marzo 2001 n. 149 Modifiche alla Legge 184/83 e al Titolo VIII del Libro I del Codice Civile Legge 31 Dicembre 1998 n. 476 Ratifica della Convenzione dell Aja e modifiche alla Legge n. 184/83 in tema di adozione di minori stranieri 29 Maggio 1993 Convenzione Internazionale dell Aja Legge 4 Maggio 1983 n. 184 Disciplina dell adozione e dell affidamento del minore Prima del 1967 Adozione Ordinaria Legge 23 Giugno 1967 n. 431 Adozione Speciale

Legge 4 Maggio 1983 n. 184 Disciplina dell adozione e dell affidamento del minore Vengono disciplinati per la prima volta L affidamento familiare L adozione internazionale

Legge 149 del 28 marzo 2001 modifiche alla legge 184 del 1983 disciplina dell adozione e dell affidamento Legge173 del 19 ottobre 2015 Diritto alla continuità affettiva dei bambini e bambine in affido familiare ADOZIONE Il minore è in stato di abbandono morale e materiale Possono adottare i coniugi uniti in matrimonio da almeno 3 anni L età degli adottanti deve superare di almeno 18 e di non più di 45 anni l età dell adottando Il minore acquista lo stato di figlio legittimo e cessano tutti i rapporti con la famiglia di origine Il minore deve essere informato della sua condizione dai genitori adottivi AFFIDO Il minore è temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo Può essere affidato a: un familiare del minore; una famiglia/comunità educativa; un single. L affidatario deve essere maggiorenne L affidamento non può superare la durata di 24 mesi. Vengono facilitati e sostenuti i rapporti tra la famiglia di origine, la famiglia affidataria e il minore. L obiettivo è il suo rientro in famiglia.

L identikit dei genitori adottivi La differenza d età minima tra i genitori adottivi e i figli è di 18 anni, quella massima di 45. Sono previste deroghe che concede il Tribunale per i Minorenni: - quando uno dei due coniugi supera il limite fino a un massimo di 10 anni.(es. Un bambino di 5 anni può vivere con una coppia di 50 anni e un uomo di 60 anni); -quando i coniugi siano genitori di figli dei quali almeno uno in età minore; -quando l adozione riguarda un fratello o sorella del minore già adottato. E necessario che la coppia sia sposata da almeno tre anni o che raggiunga tale periodo sommando la durata del matrimonio e il periodo di stabile convivenza

Ambiti Territoriali 6, 8, 9 e 10,11,12 - ASL N 2 I Soggetti: I Servizi Adozione Il Tribunale per i minorenni Autorità Centrale CAI Enti Autorizzati Regioni

TRIBUNALE DEI MINORENNI Il Tribunale per i Minorenni Incarica il Servizio Adozione di effettuare lo studio di coppia Idoneità all Adozione NAZIONALE INTERNAZIONALE Di acquisire elementi e relazionare: Sulla situazione personale, familiare e sanitaria degli aspiranti genitori adottivi; Sul loro ambiente sociale; Sulle motivazioni che li determinano; Sulla loro attitudine a farsi carico di adozione internazionale; Sulla loro capacità di rispondere in modo adeguato alle esigenza di uno o più minori; Sulle eventuali caratteristiche particolari dei minori che essi sarebbero in grado di accogliere.

Ente Autorizzato Ente Autorizzato Informa gli aspiranti genitori adottivi sulle procedure Autorità straniera Svolge le pratiche di adozione presso le competenti autorità del Paese indicato Prepara all Incontro tra gli aspiranti all adozione e il minore

IL PERCORSO DELL ADOZIONE INTERNAZIONALE Legge n. 476 del 31 dicembre 1998 ENTE AUTORIZZATO: Vigila sulle modalità di trasferimento in Italia del minore e dei futuri genitori adottivi. Svolge, con il Servizio Adozione, attività di sostegno al nucleo adottivo su richiesta degli adottanti. Certifica la durata delle assenze dal lavoro e le spese sostenute dai genitori adottivi per l espletamento della procedura di adozione. Disposizioni in materia di tutela e sostegno alla maternità e paternità (D. Lgs. 26 Marzo 2001 n 151) Congedo di maternità: fino al 6 anno di vita del bambino,nei primi tre anni dall ingresso. Nelle adozioni e affidamenti di minori stranieri la disposizione si applica fino al raggiungimento della maggiore età Congedo di paternità: alle stesse condizioni del congedo di maternità quando la madre abbia rinunciato a fruirne. Congedo parentale: Congedo per la malattia del bambino: elevato a 6 anni nelle adozioni e negli affidamenti anziché a 3 anni come previsto per i genitori naturali.

Servizio territoriale adozioni secondo le linee guida regionali (2009) Quattro servizi territoriali multi professionali e interistituzionali assicurati da personale dei servizi Specialistici Sanitari e da personale dei Comuni. Tutti i servizi adottano la stessa metodologia condivisa indicata dalle linee guida regionali e definita dopo un percorso formativo comune. La competenza istituzionale primaria dell intervento spetta ai Comuni. Il servizio svolge la propria attività attraverso una equipe con competenze: Sociali (Assistenti Sociali dei Comuni) Psico-pedagogiche educative e di gestione di gruppi genitoriali e familiari (psicologi, pedagogisti, educatori dei Comuni) Psicologico-cliniche (psicologi clinici dei Sevizi Sanitari Specialistici)

Servizio territoriale adozioni secondo le linee guida regionali (2009) L equipe opera in autonomia, secondo la metodologia condivisa a livello regionale e al suo interno individua un coordinatore tecnico tra le figure dipendenti dei comuni. Ciascun Servizio stipula accordi operativi tra tutti gli Enti coinvolti nei quali sono definiti: la sede che è unica ed è riferimento per lo svolgimento di tutte le attività connesse al percorso adottivo il personale che fa parte dell equipe e il monte ore di ciascun operatore gli oneri a capo di ciascuna amministrazione La Regione assicura il monitoraggio e il coordinamento dei Servizi Territoriali e di tutti i soggetti interessati nel percorso adottivo attraverso un tavolo tecnico regionale composto da rappresentanti dei seguenti Enti: Regione, Comuni, Aziende Sanitarie, Equipe Territoriali, Enti autorizzati con sede nella Regione, Tribunale dei Minorenni, Ufficio Scolastico regionale, Associazioni di Genitori Adottivi.

Il corso di informazione/formazione La ragione del corso è basata sulla consapevolezza che essere genitori adottivi costituisce un esperienza diversa dall essere genitori biologici. Infatti come spesso usiamo dire durante i corsi la genitorialità adottiva è un modo speciale di essere genitori. FINALITA Far conoscere il servizio adozioni come azione inserita nel complesso delle attività a sostegno della genitorialità promosse dai servizi pubblici educativi, sociali e sanitari del territorio; Confrontare ed approfondire le informazioni già acquisite dai partecipanti sul percorso adottivo; Favorire il coinvolgimento attivo di ciascun partecipante; Mettere in gioco emozioni e ricordi legati alla nascita e all infanzia; Creare uno spazio mentale per il figlio da accogliere e i suoi bisogni; Conoscere altre coppie adottive per diminuire l estraneità dell evento, identificarsi con l altro, aprire possibilità di nuove relazioni; Promuovere una maggiore consapevolezza personale e una autovalutazione della coppia relativamente alle proprie risorse ai propri punti deboli, alle proprie aspettative.

Il corso di informazione/formazione CONTENUTI Il corso analizzerà le seguenti tematiche: L identità personale e la storia di ognuno; Il ciclo vitale: dall individuo, alla coppia, alla famiglia; L adozione come evento personale e culturale La famiglia adottiva Il bambino adottato. METODOLOGIA Si privilegia una metodologia attiva per favorire il coinvolgimento e la partecipazione e il confronto nel gruppo. Obiettivo è far emergere in ciascuno elementi di riflessione e facilitare l espressione di aspetti emotivi che possano essere poi ripresi nei colloqui individuali. Si utilizzano quindi i seguenti approcci: - role playing - letture/video - lavori di gruppo - simulata

I UNITÀ FORMATIVA OBIETTIVI: Ricordare e raccontare momenti significativi della propria infanzia per diminuire l estraneità e costruire il gruppo; Rendere consapevole ciascuno della propria storia personale e del ruolo centrale dell infanzia nella costruzione dell identità; Fornire indicazioni e contenuti sui bisogni fondamentali dell individuo e sulle tappe evolutive; Fornire strumenti concettuali operativi sugli stili di attaccamento e sulla relazione genitore-figlio; Rendere consapevoli le coppie del percorso che le ha portate alla scelta adottiva e delle differenze tra l essere genitori biologici e l essere genitori adottivi.

II UNITÀ FORMATIVA OBIETTIVI: Prendere consapevolezza dei compiti di sviluppo: dall individuo alla coppia alla famiglia; Aumentare la consapevolezza dell evento adozione dall aspetto sociale storico all aspetto individuale psichico; Evidenziare gli elementi doppiamente riparativi su cui si basa il patto adottivo: la sterilità, l abbandono; L adozione arriva per seconda ma non è una seconda scelta Rappresentare la realtà e le condizioni dei bambini adottabili

III UNITÀ FORMATIVA OBIETTIVI: Fornire una chiave di lettura sull esperienza traumatica dell abbandono, chiarire le conseguenze sul bambino e i vissuti dei genitori adottivi nei confronti dei genitori naturali; Confrontare ed approfondire le informazioni già acquisite dai partecipanti sul percorso adottivo; Aumentare la consapevolezza degli elementi conoscitivi e valutativi che possono stare alla base della scelta dell ente autorizzato.

IV UNITÀ FORMATIVA OBIETTIVI: Far comprendere il disagio psicologico e le conseguenti difficoltà comportamentali e relazionali comuni ai bambini adottati e quelle specifiche legate all età dell abbandono e dell adozione; Aiutare le coppie a confrontarsi tra il bambino immaginato e il bambino reale; Approfondire il tema della rivelazione, della storia passata, della diversità culturale e dare indicazioni e criteri per affrontare queste tematiche con il bambino: non c e nessun segreto c è una verità narrabile ; Favorire la presa di coscienza della coppia rispetto al ruolo sociale e pubblico dell adozione e della famiglia adottiva.

I dati delle ZONE SOCIALI N 6, N 8, N 9 ATTIVITA 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Informazione N. Coppie 9 7 7 8 3 8 N. Colloqui informativi di gruppo 2 1 2 3 1 2 Formazione N. Corsi 1 1 1 1 1 1 N. Coppie 8 7 7 8 4 8 Valutazione N. Coppie 8 10 16 11 11 7 Post-adozione N. Coppie 7 17 13 8 8 5 N. Colloqui (max 3) 14 34 26 16 20 8 N. Corsi 1 1 1 1 1 1 Riunioni Equipe N. Riunioni 6 6 10 5 5 6

I dati delle ZONE SOCIALI N 10, N 11, N 12 ATTIVITA 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Informazione N. Coppie 37 36 36 30 31 40 N. Colloqui informativi di gruppo 3 3 3 2 2 Formazione N. Corsi 3 3 3 3 2 2 N. Coppie 36 36 36 28 24 23 Valutazione N. Coppie 33 25 18 31 18 16 Post-adozione N. Coppie 37 23 23 31 21 30 N. Colloqui (max 3) 50 52 52 60 84 N. Corsi 2 2 2 2 2 Riunioni Equipe N. Riunioni 5 4 6 8 10 9