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RELAZIONE DI COMPATIBILITA CON IL PIANO REGIONALE DI TUTELA DELLE ACQUE DI UNA NUOVA DERIVAZIONE DA CORPO IDRICO SUPERFICIALE AD USO IDROELETTRICO versione ottobre 2007 PREMESSA LINEE GUIDA L articolo 21 comma 4 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del Piano di Tutela delle Acque (PTA) stabilisce che Nel rilascio dei provvedimenti di autorizzazione, concessione, nulla osta, permesso od altro atto di consenso comunque denominato, compresi quelli assentiti per silenzio, le autorità competenti dispongono affinché non siano realizzate opere, interventi o attività in contrasto con le finalità del Piano o che possano compromettere il raggiungimento degli obiettivi dallo stesso fissati. Secondo quanto stabilito dall articolo 46 - Misure di tutela nel prelievo di acque delle Norme di attuazione del Piano: 1. I prelievi di acqua dai corpi idrici regionali sono consentiti compatibilmente con il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano e nel rispetto delle linee di intervento del Piano e delle misure di tutela delle presenti Norme di attuazione, della priorità di uso stabilite dal Piano, dell ottimizzazione dell'utilizzo rispetto alla disponibilità e dell equilibrio tra quantità e qualità dell'acqua restituita rispetto a quella prelevata. 2. Le modalità con le quali è autorizzato il prelievo di acqua sono specificate nella scheda Disciplina delle procedure di autorizzazione alla derivazione di acque pubbliche e revisione delle concessioni di derivazione di acqua pubblica dell Allegato Linee di azione, interventi e programmi di azione. 3. I prelievi di acqua dai corsi d acqua superficiali devono rispettare i rilasci delle portate di Deflusso Minimo Vitale (DMV) ai sensi dell art. 37. Secondo quanto stabilito dal Piano di Tutela delle Acque ogni intervento che interessa un corpo idrico: 1) non deve pregiudicare il conseguimento degli obiettivi fissati dal Piano; 2) deve essere conforme con le linee di intervento fissate dal Piano Il progetto relativo alla realizzazione di una nuova derivazione da acque superficiali deve essere accompagnato dalla valutazione della sua compatibilità rispetto agli obiettivi di tutela della risorsa idrica e degli ecosistemi ad essa connessi fissati dal Piano di Tutela delle Acque (PTA). Per ogni nuova derivazione il progetto deve individuare la soluzione migliore per soddisfare le idroesigenze e senza pregiudicare gli equilibri ambientali A tale proposito la verifica dell idro-esigenza deve essere effettuata sotto il profilo sia quantitativo (quanta acqua serve per l utilizzo ipotizzato), sia sotto quello qualitativo (quale deve essere la qualità dell acqua in funzione del tipo di utilizzo ipotizzato). 1

Devono poi essere determinati sia l impatto che il prelievo determina sul corpo idrico sotto il profilo quantitativo (alterazione del regime idrico) e sotto quello qualitativo (modifica delle condizioni qualitative delle acque), sia le trasformazioni dei luoghi e sul corpo idrico causate dalla realizzazione delle opere di captazione e di utilizzo delle acque. Per ciascun impatto devono quindi essere individuate le misure di mitigazione da attuare per minimizzare a livelli compatibili con la tutela dell ecosistema fluviale le conseguenze della derivazione. Per le nuove derivazioni sottoposte a procedura di valutazione di impatto ambientale, la redazione del presente documento, relativo alla compatibilità del prelievo rispetto agli obiettivi del piano di tutela delle acque, non esaurisce la valutazione della compatibilità ambientale dell intervento. Lo studio di impatto ambientale infatti dovrà prendere in considerazione le modificazioni indotte anche sulle altre matrici ambientali. Si evidenzia, infine, che la valutazione degli effetti della nuova derivazione sul corpo idrico, in termini di incompatibilità rispetto agli obiettivi di tutela della risorsa idrica e degli ecosistemi ad essa connessi fissati dal Piano di Tutela delle Acque, determina il rigetto dell istanza concessoria. Il documento è articolato secondo le seguenti parti che conducono ad una valutazione omogenea del tratto interessato dalla derivazione: 1. Caratteristiche del prelievo; 2. Descrizione dello stato ambientale e delle pressioni nel tratto sotteso dalla derivazione; 3. Analisi critica delle rilevazioni effettuate in modo da evidenziare la compatibilità dell intervento con gli obiettivi di tutela quantitativa e qualitativa della risorsa idrica e dell ecosistema come stabiliti dal Piano, 4. Definizione delle misure da intraprendere per la mitigazione degli effetti più rilevanti; 5. Programma di monitoraggio da intraprendere. Si fa presente che il Servizio Gestione Risorse e Demanio idrico dell Assessorato regionale Territorio, Ambiente e Opere pubbliche è a disposizione per fornire chiarimenti o ulteriori informazioni in merito alla redazione della relazione di compatibilità della derivazione al Piano regionale di tutela delle acque. 1. CARATTERISTICHE DEL PRELIEVO Inquadramento geografico della derivazione Comune o Comuni interessati; Corpo idrico interessato dal prelievo e corpo idrico interessato dalla restituzione (la denominazione ufficiale è quella riportata sulla carta tecnica regionale, in assenza di questa è quella riportata sulle tavole di catasto); Quota dell opera di presa e della restituzione; Coordinate UTM del punto di prelievo e di restituzione in corrispondenza della sponda; Planimetria in scala 1:25000 con indicazione del/i bacino/i sotteso/i dalla derivazione su base CTR; Planimetria in scala 1:10000 o 1:5000 su base CTR con indicazione della/e opera/e di presa, del percorso delle condotte forzate, dell ubicazione della/e centrale/i e di eventuali gronde. 2

Caratteristiche tecniche della derivazione Parametri principali della derivazione; Utenze con diritti di derivazione irrigua sottesi dalla derivazione; Numero di centrali di cui è costituito l impianto; Caratteristiche dell opera di derivazione; Caratteristiche della condotta di adduzione; Caratteristiche delle centrali; Caratteristiche delle opere di restituzione. 2. DESCRIZIONE DELLO STATO AMBIENTALE E INDIVIDUAZIONE DELLE PRESSIONI NEL TRATTO SOTTESO DALLA DERIVAZIONE Per la descrizione del corso d acqua si considera il tratto compreso tra la sezione trasversale posta 100 metri a monte della derivazione fino alla sezione posta 100 metri a valle della restituzione (ovvero il punto di sbocco del torrente in un corso d acqua di ordine superiore in caso di prelievi che non attuino la restituzione, ovvero il confine regionale in quest ultimo caso quando il prelievo avviene nella Dora Baltea). Deve essere specificata la classificazione del corpo idrico sul quale si vuole ubicare la derivazione al fine di individuare i previsti obiettivi fissati dal Piano, in base a quanto previsto dall articolo 13 delle Norme di Attuazione (NTA) del PTA: Corpo idrico significativo; Corpo idrico a specifica tutela; Corpo idrico non classificato dal PTA. Secondo il PTA sono considerati di particolare pregio anche i corpi idrici regionali, o parti di questi, nei quali sono presenti riserve di pesca e/o tratti no kill. Per la loro individuazione, pertanto, occorre fare riferimento al calendario ittico in vigore redatto annualmente dal Consorzio Regionale per la Tutela, l Incremento e l Esercizio della Pesca della Regione Autonoma Valle d Aosta. 2.1 Descrizione dello stato ambientale attuale 2.1.1 FISIOGRAFIA Inquadramento geologico litologico; Inquadramento geomorfologico (pendenza, esposizione dei versanti, etc.); Stabilità delle sponde: individuare ad esempio i possibili dissesti in atto o potenziali; Usi del suolo; Descrizione morfologica dell alveo; Trasporto solido e tendenza evolutiva del corso d acqua: segnalare zone di deposito e di erosione lungo il tratto considerato. 2.1.2 BILANCIO IDRICO E MISURAZIONI DI PORTATA Individuazione della portata naturale del corso d acqua sulla base dell analisi delle diverse componenti (precipitazioni, infiltrazioni, ruscellamento superficiale, presenza di bacini nivoglaciali, evapotraspirazione, etc) e anche in relazione alle possibili evoluzioni conseguenti ai cambiamenti climatici. 3

Ai fini di una corretta valutazione dell andamento annuale del deflusso nella sezione di prelievo, si richiede una campagna di misurazione delle portate a cadenza mensile da effettuarsi per almeno un anno ed in concomitanza con gli eventuali prelievi per le analisi del L.I.M. 2.1.3 EFFETTI DELLA DERIVAZIONE SULLA CIRCOLAZIONE DELLE ACQUE SOTTERRANEE Localizzazione di pozzi e sorgenti esistenti nelle aree limitrofe al tratto interessato; Analisi dei possibili effetti della derivazione sulla falda sotterranea. 2.1.4 BIOCENOSI E QUALITÀ DELL ACQUA Determinazione dei seguenti parametri: I.B.E., L.I.M. e I.F.F. secondo i protocolli tecnici attualmente in vigore. I punti di campionamento devono essere almeno 3 per ogni tratto in indagine: uno a monte dell opera di presa, uno appena a valle dell opera di presa e uno in prossimità di una sezione rappresentativa del tratto cortocircuitato. Dovranno inoltre essere previsti ulteriori punti di campionamento per rilevare l'entità di eventuali fonti di pressione puntuale (depuratori, scarichi, ecc.) o per indagare tratti esenti da pressioni ma rappresentativi di tipologie ambientali sensibilmente difformi rispetto alle sezioni rappresentative scelte. A seconda delle peculiari condizioni dei tratti in esame potrà essere valutata la possibilità di ridurre il numero di stazioni e/o la frequenza dei campionamenti, previa consegna di apposita relazione tecnica motivazionale al Servizio regionale competente in materia di risorse idriche. Determinazione dei seguenti parametri: ph, temperatura, torbidità dell acqua (materiali in sospensione) Compilazione della scheda di rilevamento morfo-idraulico reperibile presso gli uffici del Servizio Gestione Risorse e Demanio idrico dell Assessorato regionale Territorio, Ambiente e Opere pubbliche e presso gli uffici della Direzione Flora, Fauna, Caccia e Pesca dell Assessorato Agricoltura e Risorse naturali. Descrizione qualitativa delle condizioni delle rive dal punto di vista vegetazionale e delle condizioni spondali del tratto di corso d acqua in esame. Caratterizzazione ittiofaunistica del tratto in esame: raccolta ed elaborazione dati sulle popolazioni presenti, analisi degli ambienti di vita, rassegna e descrizione di eventuali discontinuità longitudinali insuperabili (laddove disponibili ed aggiornati fare riferimento ai dati reperibili presso Direzione Flora, Fauna, Caccia e Pesca). Indicazione dell eventuale presenza di aree a specifica tutela ambientale e di stazioni floristiche e/o faunistiche a particolare protezione. 2.1.5 PAESAGGIO E FRUIZIONE TURISTICO-SPORTIVA Individuazione delle zone di interesse paesistico e di fruizione turistica; Descrizione dell impatto visivo determinato sia dall opera che dal prelievo sugli elementi del paesaggio locale; Descrizione delle eventuali attività alieutiche e turistico-ricreative connesse al corso d acqua. 2.2 Descrizione delle pressioni Devono essere descritti i seguenti fattori di pressione puntuali e diffusi gravanti sul corso d acqua: Scarichi fognari e livello di trattamento dei reflui; Derivazioni irrigue, produttive e potabili; Presenza di superfici insediate (urbano, industriale e insediamento agricolo); 4

Superfici utilizzate per l agricoltura (serre, orti, colture legnose, prati, pascoli)*; Opere di difesa spondale; Briglie, sbarramenti; Attraversamenti. *Deve essere presa in considerazione una fascia di 300 m dalle sponde per la Dora Baltea e una fascia di 150 m dalle sponde per gli altri corsi d acqua. 3. ANALISI CRITICA DELLE RILEVAZIONI EFFETTUATE E COMPATIBILITÀ CON GLI OBIETTIVI FISSATI DAL PIANO Sulla base dei dati raccolti e dalle osservazioni effettuate in campo, devono essere valutate le modificazioni indotte dalla nuova captazione rispetto alla situazione fotografata dalla rilevazione dello stato di fatto. In particolare devono essere individuati i fattori di criticità puntuali e diffusi, le alterazioni, le fragilità naturali nonché gli impatti prodotti sugli elementi a ad elevata valenza paesaggistica. Le criticità individuate devono essere, quindi, confrontate con gli obiettivi di tutela prefissati dal PTA. 3.1 Definizione degli obiettivi 3.1.1 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI QUALITÀ AMBIENTALE DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE Per il tratto sotteso devono essere definiti gli obiettivi fissati dal Piano. Corpi idrici significativi Per tutti i corpi idrici superficiali significativi regionali è confermato innanzitutto il conseguimento degli obiettivi come definiti nell'allegato 1 del decreto legislativo n. 152/1999: 1. sia mantenuto o raggiunto per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei l'obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di "buono" (con un obiettivo intermedio pari a sufficiente entro il 31 dicembre 2008); 2. sia mantenuto, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale "elevato" come definito nell'allegato 1 del decreto legislativo n. 152/1999. Accanto agli obiettivi del decreto legislativo n. 152/1999 viene individuato un insieme di obiettivi specifici articolati sugli indicatori LIM e IBE (diversificati nel tempo e per corpo idrico significativo superficiale): 1. per quanto riguarda il LIM gli obiettivi da conseguire rispettivamente entro il 2008 e il 2016 sono rappresentati nelle tabelle seguenti: 5

LIM OBIETTIVO 2008 LIVELLO ATTUALE LIVELLO 1 LIVELLO 2 A LIVELLO 2 B LIVELLO 2 B LIVELLO 1 LIVELLO 2 NOTE A B TUTTI I CORSI D ACQUA DORA BALTEA ALTRI CORSI D ACQUA Valori obiettivo al 2008 del LIM. LIM OBIETTIVO 2016 LIVELLO ATTUALE LIVELLO 1 LIVELLO 2 A LIVELLO 2 A LIVELLO 2 B LIVELLO 1 LIVELLO 2 NOTE A Valori obiettivo al 2016 del LIM. 2. Per quanto riguarda l IBE gli obiettivi da conseguire entro il 2016 sono rappresentati nella tabella seguente: B ALTRI CORSI D ACQUA DORA BALTEA DORA BALTEA IBE OBIETTIVO 2016 LIVELLO ATTUALE CLASSE 1 CLASSE 2 A CLASSE 2 B CLASSE 3 A CLASSE 3 A CLASSE 3 B CLASSE 1 CLASSE 2 NOTE A Valori obiettivo al 2016 dell IBE. B TUTTI I CORSI D ACQUA TUTTI I CORSI D ACQUA DORA BALTEA ALTRI CORSI D ACQUA SUPERFICIALI SIGNIFICATIVI TUTTI I CORSI D ACQUA 6

Corpi idrici a specifica tutela TIPOLOGIA DI CORPO IDRICO DEFINITO DI PARTICOLARE PREGIO Corpi idrici che ricadono in aree di rilevante interesse ambientale e naturalistico, in particolare quelli localizzati in aree protette nazionali e regionali o in aree individuate in relazione a specifiche esigenze di tutela ambientale o di protezione degli habitat e delle specie. Acque a specifica destinazione per le quali sono previsti utilizzi specifici quali quelli elencati all art. 6 del decreto legislativo n. 152/1999 (acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci). OBIETTIVI DI QUALITA 1. Le condizioni di qualità delle acque devono consentire il mantenimento delle componenti biologiche che caratterizzano gli ecosistemi acquatici e ripariali. 2. Per i corpi idrici significativi e di particolare pregio sono fissati anche obiettivi di qualità basati sull indicatore SACA, ove questi non contrastino con le finalità di cui al punto 1, individuati nella tabella seguente. 1. Gli obiettivi di qualità funzionale da perseguire sono quelli previsti dal decreto legislativo n. 152/1999. Per i corsi d acqua superficiali significativi, classificati anche di particolare pregio, in quanto ricadono in aree di specifica valenza naturalistica, si stabiliscono i seguenti obiettivi specifici di qualità ambientale (questi obiettivi non devono essere in contrasto con l obiettivo di tutela degli ecosistemi acquatici e ripariali): CORSO D ACQUA SUPERFICIALE SIGNIFICATIVO DI PARTICOLARE PREGIO SACA (2010) SACA (2016) Dora di Vény I I Dora di Ferret I I Torrente Savara I I Dora di Rhêmes I II I Torrente Grand'Eyvia I II I Torrente Ayasse I II I Obiettivi di qualità ambientale per i corsi d acqua superficiali significativi e di particolare pregio Lo stato ambientale del corso d acqua (SACA) è espresso in cinque classi di qualità secondo la seguente tabella: Classe I Classe II Classe III Classe IV Classe V elevato buono sufficiente scadente pessimo 7

Corpi idrici non classificati dal Piano di Tutela delle Acque Per i corpi idrici non classificati dal Piano i livelli di qualità sono determinati attraverso la definizione degli indicatori di qualità ambientale stabiliti dal decreto legislativo n. 152/1999 e dal Piano stesso, cioè sufficiente per il 2008 e buono per il 2016. Per i corpi idrici non classificati dal Piano devono essere tutelati i livelli di qualità elevata o buona delle acque qualora esistenti; deve essere inoltre recuperato il livello di qualità buono. 3.1.2 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI TUTELA E DETERMINAZIONE DELLE CRITICITA PER IL TRATTO DI CORSO D ACQUA SOTTESO DALLA DERIVAZIONE Attraverso l analisi critica dello stato ambientale e, in particolare delle criticità che emergono dalle valutazioni effettuate, devono essere evidenziati i punti di particolare pregio e vulnerabilità naturalistica da preservare e gli eventuali utilizzi ammissibili. Dal confronto di tali informazioni con gli obiettivi del Piano per il tratto considerato devono essere definiti tratto per tratto le carenze o le criticità ambientali presenti. Devono essere ipotizzati gli scenari di trasformazione del corpo idrico determinati dalla derivazione nelle sue componenti fisiografiche, di bilancio idrico, di biocenosi, del paesaggio, di qualità delle acque. 4. DEFINIZIONE DELLE MISURE DA INTRAPRENDERE PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI Sulla base dell analisi critica effettuata e degli obiettivi del PTA riferiti al tratto considerato, devono essere indicate delle proposte di intervento (strutturali e non) da porre in atto per rendere compatibile la derivazione con gli obiettivi fissati dal Piano. Nell allegato C alle norme di attuazione del PTA sono individuati gli strumenti attraverso i quali si intende conseguire gli obiettivi di tutela quantitativa e qualitativa della risorsa idrica e dell ecosistema come stabiliti dal piano, che vengono riepilogati nella tabella seguente: 1. OBIETTIVI DI QUALITÀ AMBIENTALE E PER SPECIFICA DESTINAZIONE AZIONI A. Collettamento e trattamento dei reflui idrici del comparto civile e industriale INTERVENTI 1. Completamento del sistema di collettamento e di trattamento dei reflui idrici civili 8

2. OBIETTIVI DI TUTELA E RIQUALIFICAZIONE DELL ECOSISTEMA FLUVIALE AZIONI A. Tutela degli alvei e delle sponde dei corsi d acqua B. Riassetto ecologico e valorizzazione paesaggistico - fruitiva delle sponde e degli alvei dei corsi d acqua C. Tutela e valorizzazione dell ittiofauna INTERVENTI 1. Disciplina degli interventi in alveo 2. Progetti di gestione degli invasi 1. Misure per la riqualificazione fluviale 1. Misure per la tutela e la valorizzazione dell ittiofauna 3. OBIETTIVI DI TUTELA QUANTITATIVA AZIONI A. Razionalizzazione degli usi nei comparti civile, irriguo e industriale INTERVENTI 1. Interventi per razionalizzare la gestione e l utilizzo delle risorse idriche nel settore del consumo umano 2. Interventi per razionalizzare la gestione e l utilizzo delle risorse idriche nel settore irriguo 3. Interventi per razionalizzare la gestione e l utilizzo delle risorse idriche nel settore industriale ed energetico B. Salvaguardia e recupero del regime idrologico 1. Determinazione delle portate di Deflusso Minimo Vitale DMV Per approfondire i singoli interventi si rimanda alle Schede Intervento dell allegato C e all allegato F delle Norme di Attuazione del PTA. 4.1 Individuazione portate DMV Sulla base dell analisi e delle considerazioni fin qui effettuate, deve essere determinato il DMV secondo il criterio scelto (2 o 3) basandosi sull allegato G delle NTA del PTA. Per il cr. 3, durante la fase di caratterizzazione, è possibile avvalersi di metodi idraulicobiologici per la determinazione della portata di DMV da cui avviare la fase di sperimentazione almeno nei tratti a vocazione ittiofaunistica (stabiliti nell ambito del Progetto Interreg Identification, sauvegarde et réhabilitation des populations de truites autochtones en Vallée d Aoste et en Haute Savoie ) e nei tratti nei quali, in fase di caratterizzazione, sia emerso un particolare pregio ambientale. 9

5. IMPOSTAZIONE DEL PROGRAMMA DI MONITORAGGIO Deve essere descritto il piano delle misure di controllo e di monitoraggio per valutare le modifiche indotte dalla nuova captazione rispetto alle precedenti condizioni ambientali del corso d acqua tenendo a riferimento le principali criticità descritte nel precedente punto 3. 10