IC Brescia Centro 3 Via dei Mille, 4b - Brescia Novembre 2013



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Transcript:

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia GLIP di Brescia CTRH DI Brescia Incontri di formazione sul Piano Educativo Individualizzato IC Brescia Centro 3 Via dei Mille, 4b - Brescia Novembre 2013

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia GLIP di Brescia Il docente per il sostegno nel processo di integrazione scolastica Primarosa Bosio 7 Novembre 2013

Le vostre richieste A queste possiamo rispondere in questo corso: Ruolo docente sostegno Rapporti tra docenti curricolari e di sostegno per PEI, condivisione, corresponsabilità (in tutti gli ordini di scuola) Rapporti con operatori per l integrazione Tempistiche burocratiche Stesura/elaborazione del PEI e problematiche correlate Organizzare le attività di raccordo con la classe A queste forse non c è risposta alla nostra portata, possiamo dare magari qualche consiglio per affrontare al meglio la questione Avere risposta ad ogni problema improvviso La precarietà La mancanza di strumenti didattici e informatici adeguati Il problema del burn out

Le vostre richieste A queste non possiamo rispondere in questo corso, ma possiamo dare indicazioni e/o tenerne conto per iniziative future: Indicazioni metodologiche, didattiche, di gestione relazionale per tipologie particolari (autismo, ADHD, DSA ecc. Mancanza di preparazione sulle patologie per intervenire in modo corretto) Come gestire i comportamenti-problema Rapportarsi e lavorare con studenti con disabilità grave, soprattutto rimanendo in classe Strategie/procedure didattiche per il sostegno Responsabilità dei docenti (di sostegno e non) Come affrontare il problema dei compiti a casa con alunni disabili Compilare i registri avere momenti di confronto con chi svolge il tuo stesso lavoro

L integrazione degli alunni con disabilità è un processo complesso, in cui normativamente interagiscono numerose figure e istituzioni Attori in primo piano Attori sullo sfondo Dentro la scuola alunno/a con disabilità compagni docenti assistente collaboratore scolastico dirigente scolastico GLH d istituto commissioni collegio docenti consiglio d istituto Fuori dalla scuola genitori ASL/AO Personale del Comune volontariato Altre scuole GLIP, GLIR, GLH e CTRH USR e MIUR Enti locali Associazioni

Le nuove norme sui BES hanno investito questi organismi della risposta ai bisogni formativi di numerose tipologie di alunni. Vedremo come si evolverà la situazione, per ora esaminiamo queste figure, il loro profilo e i relativi ruoli per quanto attiene agli alunni con disabilità. Iniziamo dal centro del nostro ecosistema educativo Attori in primo piano Attori sullo sfondo Dentro la scuola alunno/a con disabilità compagni docenti assistente collaboratore scolastico dirigente scolastico GLH d istituto commissioni collegio docenti consiglio d istituto Fuori dalla scuola genitori ASL/AO Personale del Comune volontariato Altre scuole GLIP, GLIR, GLH e CTRH USR e MIUR Enti locali Associazioni

L alunna/o con disabilità e i compagni Alunni, tutti, come soggetti attivi del proprio apprendimento: costruzione attiva della conoscenza, esercizio di capacità decisionali anche minime, assunzione di responsabilità Ruolo strategico dei compagni di classe: sono loro la vera risorsa per l integrazione presente nella scuola comune rispetto alle scuole speciali; si verifica uno scambio di stimoli verso la maturazione di competenze: Non devono frequentare scuole diverse perchè hanno bisogno dei compagni come noi, cioè di affetto, di sgridate dai compagni quando combinano qualcosa senza lasciar perdere, e soprattutto di amicizia (Laura S., 5 elementare) Apprendere socializzando, socializzare apprendendo (Canevaro) La città progettata dai bambini - Comune di Firenze 2004

L alunna/o con disabilità e i compagni Il processo è più efficace se viene consapevomente perseguito, ad esempio - programmando collegialmente attività che abbiano come finalità esplicita la crescita della coesione e dell appartenenza di gruppo e stimolando la riflessione comune sui processi in atto - prevedendo segmenti di partecipazione alla progettazione dei propri percorsi formativi anche molto piccoli, adeguati alle capacità degli alunni Loro sono diventati più autonomi, noi siamo diventati solidali (Matteo R., 5 elementare) La città progettata dai bambini - Comune di Firenze 2004

I docenti, curricolari e di sostegno Le due figure hanno rapporti non sempre felici, può essere utile quindi chiarirne le caratteristiche ed i compiti: hanno in comune un profilo professionale definito dal Contratto attualmente in vigore e alcuni elementi di differenziazione che derivano dalle diverse norme relative alla tematica. I docenti sono poi molto diversi nei vari ordini di scuola per preparazione, cultura professionale, tradizioni, immagine sociale (e immagine di sè). Vediamo prima di tutto cosa dice il Contratto

Il profilo professionale del docente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro CCNL relativo al personale del Comparto Scuola (è quello del 2006-2009, non più modificato se non per gli aspetti economici) Art. 27 - Profilo Professionale Docente Il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col maturare dell'esperienza didattica, l'attività di studio e di sistematizzazione della pratica didattica. I contenuti della prestazione professionale del personale docente si definiscono nel quadro degli obiettivi generali perseguiti dal sistema nazionale di istruzione e nel rispetto degli indirizzi delineati nel piano dell offerta formativa della scuola.

Il profilo professionale del docente Molto interessante anche l Art. 26 Funzione docente 1. La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni, sulla base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici definiti per i vari ordini e gradi dell'istruzione. 2. La funzione docente si fonda sull autonomia culturale e professionale dei docenti; essa si esplica nelle attività individuali e collegiali e nella partecipazione alle attività di aggiornamento e formazione in servizio.

Il profilo professionale del docente 3. In attuazione dell autonomia scolastica i docenti, nelle attività collegiali, attraverso processi di confronto ritenuti più utili e idonei, elaborano, attuano e verificano, per gli aspetti pedagogico didattici, il piano dell offerta formativa, adattandone l articolazione alle differenziate esigenze degli alunni e tenendo conto del contesto socio - economico di riferimento, anche al fine del raggiungimento di condivisi obiettivi qualitativi di apprendimento in ciascuna classe e nelle diverse discipline. Dei relativi risultati saranno informate le famiglie con le modalità decise dal collegio dei docenti.

E un profilo complesso, che richiede da parte di chi lo assume consapevolezza dell importanza del proprio compito anche a livello sociale come insegnante/educatore, che ha compiti prettamente professionali, ma anche di cura delle relazioni sia nella scuola che con l extrascuola (famiglia, territorio). La scuola è un contesto protetto in cui sperimentare la convivenza tra diversi, il rispetto dei diritti e dei doveri di cittadinanza, il valore dell impegno, il gusto del conoscere, la frustrazione e la gratificazione.

Il docente per le attività di sostegno La figura viene denominata in vari modi e definita attraverso diversi passaggi normativi, che riguardano sia la sua formazione che il suo utilizzo; vediamo i più significativi Regio Decreto del 1928, art.404: istituzione di scuole magistrali ortofreniche o corsi di cultura per gli insegnanti elementari sulla fisiopatologia dello sviluppo fisico e psichico Legge 820/71, art. 1: i docenti degli insegnamenti speciali partecipano alle riunioni di programmazione (nel frattempo: legge 118/71, istruzione dell obbligo nelle classi normali per tutti) D.P.R. 970/75: il personale docente delle scuole speciali può essere assegnato alle scuole normali; si istituiscono i corsi di specializzazione

Legge 517/77: prevede la prestazione di insegnanti specializzati; il legislatore ritiene che la presenza di bambini handicappati a scuola esiga una revisione dei tradizionali paradigmi didattici e organizzativi Si inizia a puntualizzare la pari dignità...si noti che la legge non parla di insegnanti di sostegno, ma di forme particolari di sostegno di vario tipo e di diversa competenza. La locuzione insegnanti di sostegno è ormai così invalsa nell uso comune che si può anche accettarla ufficialmente. Quello che bisogna invece evitare è che i suoi compiti siano interpretati in modo riduttivo e cioè in sottordine all insegnante di classe, come purtroppo sta avvenendo in qualche caso. L insegnante di sostegno deve quindi essere pienamente coinvolto nella programmazione educativa e partecipare a pari titolo all elaborazione e alla verifica delle attività di competenza dei consigli e dei collegi dei docenti. La legge per questa funzione parla di insegnanti specializzati Circ. Min. 28 luglio 1979, n. 199

D.M. 24/4/86 e 14/6/88: definisce i Programmi dei corsi biennali di specializzazione, delineando così la figura e i compiti del docente specializzato per il sostegno (d D.M. 226/95 o O.M.227/95) Legge 104/92, art. 13 comma 3: Nelle scuole di ogni ordine e grado sono garantite attività di sostegno mediante l assegnazione di docenti specializzati ; comma 6: Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, di classe e collegi docenti Per meglio chiarire: Gli insegnanti assegnati alle attività per il sostegno, assumendo la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano e partecipando a pieno titolo alle operazioni di valutazione periodiche e finali degli alunni della classe con diritto di voto, disporranno di registri recanti i nomi di tutti gli alunni della classe di cui sono contitolari (Linee guida 2009, paragrafo 2.4)

Le ultime indicazioni nelle Linee guida per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità del 2009 Il docente assegnato alle attività di sostegno L assegnazione dell insegnante per le attività di sostegno alla classe, così come previsto dal Testo Unico L. 297/94 (art. 127) rappresenta la vera natura del ruolo che egli svolge nel processo di integrazione. oltre a intervenire sulla base di una preparazione specifica nelle ore in classe, collabora con l insegnante curricolare e con il Consiglio di classe affinchè l iter formativo previsto per l alunno possa continuare anche in sua assenza. La presenza nella scuola dell insegnante assegnato alle attività di sostegno si concreta quindi attraverso la sua funzione di coordinamento della rete delle attività previste per l effettivo raggiungimento dell integrazione. (paragrafo 2.5)

Come per l alunno, anche per il docente il lessico si modifica in misura significativa: - nel 1979 si assume la locuzione insegnanti di sostegno ; - dal 1988 si parla di docenti specializzati per il sostegno - nelle Linee guida del 2009 si utilizzano i termini docente assegnato alle attività di sostegno, non facendo più menzione alcuna della specializzazione, il chè non è indifferente La normativa semplicemente rispecchia la situazione di una figura professionale che non ha mai avuto una definizione normativa chiara, infatti il CCNL non ne fa alcun cenno; è peraltro un gruppo di docenti che ha una forte identità professionale e un forte senso di appartenenza, anche perchè in linea di massima ha un surplus di formazione che fino ad ora ha fatto la differenza. Che succederà in futuro? Il didattito è apertissimo

Il rapporto tra docenti curricolari e di sostegno è ancora uno dei punti deboli del processo di integrazione; le Linee guida del 2009 enfatizzano molto la corresponsabilità dei docenti: non si dà vita ad una scuola inclusiva se al suo interno non si avvera una corresponsabilità educativa diffusa e non si possiede una competenza didattica adeguata (Terza parte Linee guida, Punto 2) e richiamano le norme precedenti: Già nel DPR del 1994 Art. 4 - Profilo dinamico funzionale: viene redatto dall'unità multidisciplinare di cui all'art. 3, dai docenti curriculari e dagli insegnanti specializzati della scuola, Art. 5 - Piano educativo individualizzato: Comma 2 - Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e/o USSL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola

Per garantire questa corresponsabilità, secondo le Linee guida, occorre lavorare in tre direzioni: - il clima della classe: garantire insieme un ambiente di apprendimento collaborativo e produttivo, non competitivo - le strategie didattiche e gli strumenti: metodologie cooperative e di gruppo, diversi mediatori, utilizzo nuove tecnologie - l apprendimento-insegnamento: insegnamento: costruzione attiva della conoscenza Anche le ultime norme vanno nella direzione di una presa in carico collegiale dei BES

In sintesi, quali i rispettivi ruoli e compiti? Docenti curricolari mediare, con l aiuto del collega di sostegno, i contenuti disciplinari rispetto alle esigenze del singolo alunno disabile progettare esperienze educative per l intera classe che integrino il più possibile l alunno disabile Docenti specializzati individuare gli specifici bisogni dei soggetti in difficoltà e supportare i colleghi nella programmazione facilitare i rapporti tra operatori dentro e fuori la scuola Insieme progettare l utilizzo di tutte le risorse disponibili con flessibilità e attenzione ai bisogni dei singoli e del gruppo garantire un ambiente di apprendimento collaborativo e produttivo, non competitivo

La norma inoltre più volte afferma che: appare inderogabile la necessità che tutto il personale scolastico sia riqualificato in funzione della messa in atto di strategie e di tecniche che consentano di realizzare una piena ed effettiva integrazione scolastica (D.M.226/95) e ancora: Al Dirigente scolastico è richiesto di promuovere e incentivare attività diffuse di aggiornamento e di formazione del personale operante a scuola (docenti, collaboratori, assistenti) anche tramite corsi di aggiornamento congiunti di cui all art. 14 comma 7 Legge 104/92, al fine di sensibilizzare, informare e garantire a tutte le componenti il conseguimento di competenze e indispensabili strumenti operativo- concettuali (per intervenire sul contesto e modificarlo). (Linee Guida 2009, parag. 1.1) Anche la normativa sui BES richiama l opportunità della formazione per tutti i docenti su varie tematiche relative alle specificità e agli strumenti di mediazione didattica

L assistente ad personam/operatore per l integrazione/educatore La figura è prevista da varie norme (DPR 616/77, DPR 347/83, Legge 104/92), anche se non ne viene definito il profilo professionale; è fornita gratuitamente dagli Enti locali, Comuni e Province, dietro richiesta delle scuole sulla base della certificazione degli operatori sanitari in specifico la Provincia fornisce assistenza per gli alunni non vedenti e non udenti per tutti gli ordini di scuola viene definita in vari modi: assistente per l autonomia, assistente per la comunicazione (figura specifica per gli alunni sordi), operatore per l integrazione...

E una risorsa molto importante, anche perché è quella con cui l alunno disabile spesso passa il maggior numero di ore Quali i suoi compiti? vengono definiti dall Ente locale e sono comunque finalizzati alla realizzazione del PEI in accordo con i docenti, lavora soprattutto per l acquisizione dell autonomia personale e per la socializzazione va coinvolto nella progettazione e valorizzato nelle sue competenze e specificità

Il Comune di Brescia ha redatto un mansionario in cui si definisce in modo chiaro la figura professionale e i suoi compiti; non tutti i Comuni però hanno fatto analoga operazione Alcuni esempi da detto Mansionario: nell ambito della realizzazione dei Piani Educativi Individualizzati, l operatore accompagna l alunno disabile, nelle uscite e nelle attività programmate e autorizzate l operatore partecipa, se richiesto, a sostegno delle necessità degli alunni disabili, ai viaggi di istruzione programmati e realizzati dalla scuola. collabora, in aula o nei laboratori, con l insegnante nelle attività e nelle situazioni che richiedano un supporto pratico funzionale, ma anche socio-relazionale e/o di facilitazione della comunicazione, operando, su indicazione precisa, anche sul piano didattico. partecipa, se richiesto, alle attività di programmazione e di verifica con gli insegnanti, singolarmente e/o riuniti negli Organi Collegiali, 1. partecipa alla stesura del Piano Educativo Individualizzato contribuendo, secondo le proprie competenze, all individuazione delle potenzialità, degli obiettivi, delle strategie/metodologie, dei momenti di verifica.

Il collaboratore scolastico E una figura che ha sempre avuto nella scuola italiana una forte valenza positiva Collabora alla costruzione di un ambiente educativo accogliente e stimolante per la maturazione delle autonomie personali e della comunicazione E opportuno che sia coinvolto nella progettazione generale per il ruolo prezioso che può svolgere in vari contesti scolastici. Il suo profilo professionale secondo l art. 47 del CCLN del 2006-2009 prevede anche le funzioni assistenziali di base per gli alunni disabili, per svolgerle riceve un incarico formale e un compenso accessorio; va coinvolto nel GLHO, anche per il ruolo delicato che svolge. (vedi Linee guida 2009)

Ruoli e compiti Apriamo una parentesi di riflessione sul nostro ruolo, sulla rappresentazione che abbiamo del sistema in cui lavoriamo, sui rapporti con le altre figure professionali attraverso un gioco: individuiamo tre buone ragioni per fare il docente curricolare, il docente di sostegno, l educatore, il collaboratore ecc. e tre buone ragioni per non farlo

Le risposte di alcuni colleghi... Una buona ragione per fare l insegnante di sostegno sensibilizzazione alla tematica chance lavorativa competenze professionali aggiuntive concentrazione degli sforzi gratificazione maggiore per i progressi aiuto alla maturazione di competenze vitali carico di lavoro inferiore Una buona ragione per non fare l insegnante di sostegno insegnante di serie B, per colleghi e genitori mancanza di continuità mancata gratificazione nei risultati (aspettative?) senso di inutilità, isolamento minore gratificazione per il mancato esercizio delle proprie competenze disciplinari peso psicologico della presa in carico

Io ti salverò...

Una buona ragione per fare l insegnante... Una buona ragione per non fare l insegnante - soddisfazione nel vedere che i bambini imparano - legame affettivo con i bambini e rapporto con le nuove generazioni (autocritica) - sfida personale nel trovare strategie adeguate - diventare una persona completa - autonomia nella gestione del proprio lavoro - orario conciliabile con le esigenze famigliari, vacanze, stipendio - critica costante da parte del contesto - lavoro poco riconosciuto - invadenza dei genitori - formazione inadeguata - precarietà nel rapporto di lavoro - troppi adempimenti burocratici inutili - troppo personale femminile - stipendio basso

Una buona ragione per fare il collaboratore scolastico - orario flessibile e compatibile con le esigenze famigliari, 32 giorni di ferie da usare con flessibilità - meglio comunque di tanti altri lavori (fabbrica), dati i tempi - stipendio sicuro per chi è di ruolo - non è un lavoro monotono, ogni giorno c è qualcosa di nuovo - il rapporto con i ragazzi, che è molto gratificante (specie i più piccoli) Una buona ragione per non fare il collaboratore scolastico - stipendio molto basso, non si vive! - lavoro sporco - troppe ore in piedi - troppa precarietà (periodo di crisi anche per i famigliari), continui cambi di sedi scolastiche, necessità di riadattarsi - scarsità di personale, troppo lavoro, straordinario non retribuito - differenze tra uomini e donne nelle mansioni di lavoro

- occuparsi degli altri aiuta a crescere in positivo, un lavoro che mi permette di essere me stesso - il confronto con i colleghi e con i docenti stimola il tuo apprendimento, non ti fa adagiare, ti rimette sempre in discussione - frequentando un ambiente giovane, ti devi adeguare, la testa invecchia di meno - essere di esempio perchè si è a contatto con il pubblico - amore per l ordine e la pulizia - lavoro di coscienza - troppo rumore - il freddo - essere lo scaricabarile di tutti i problemi senza riconoscimento - poca considerazione da parte degli altri (genitori, docenti, dirigente e dsga, a volte anche i ragazzi, il ministro): sentirsi l ultima ruota del carro - visti come quelli che passeggiano - a volte si è maltrattati e umiliati - tutti vogliono comandare! - non si è valorizzati

- può essere gratificante mettere in atto metodi altamente professionali nel lavoro di manutanzione e pulizia-igiene - sentire che si fa parte di una comunità educativa, aiutare la scuola ad andare avanti - saper prendere posizione sui miei diritti e doveri - in alcuni casi, si fa da ponte tra alunno e insegnante - supporto infermieristico - si vive in un luogo dove la cultura e la relazione sono al primo posto - serviamo solo per le pulizie - possono esserci difficoltà con i colleghi (gelosie, invidie ), a volte non sono adatti a rapportarsi con i bambini - stiamo invecchiando, non riusciamo ad essere recettivi con i ragazzi, la scuola si deve ringiovanire - insoddisfazione culturale - i bambini ti snervano - richiesta di completa disponibilità - sentirsi inadeguati davanti a bambini fragili e in difficoltà

Un contributo da una della vecchia guardia : valore della collegialità attenzione al burn out (passione ma anche distacco professionale, formazione continua che serve anche a rimotivare, sapersi prendere delle pause, misurarsi con esperienze diverse) costruirsi un portfolio delle proprie competenze con un amico critico

Vediamo ora gli altri attori che interagiscono direttamente con l alunno con disabilità al di fuori della scuola Attori in primo piano Attori sullo sfondo Dentro la scuola Fuori dalla scuola alunno/a con disabilità compagni docenti assistente collaboratore scolastico genitori ASL/AO Personale del Comune volontariato dirigente scolastico GLH d istituto commissioni collegio docenti consiglio d istituto Altre scuole GLIP, GLIR, GLH e CTRH USR e MIUR Enti locali Associazioni

I genitori I genitori dell alunno con disabilità Il loro ruolo è, ovviamente, primario nello sviluppo del progetto di vita del figlio. Devono essere interpellati ed esprimere il loro accordo sia per la segnalazione che per la certificazione, oltre che per la scelta tra PEI differenziato o semplificato nella scuola secondaria di II grado Devono essere coinvolti nella elaborazione del PEI: Il PDF e il PEI sono redatti congiuntamente dall unità multidisciplinare USL, dai docenti curricolari e di sostegno della scuola, con la collaborazione dei genitori dell alunno (DPR 24 febbraio 1994, Atto di indirizzo applicativo della Legge 104/92)

Come coinvolgere i genitori nei processi di integrazione? Alcune percezioni diffuse: la famiglia come utente la famiglia come cliente la famiglia come partner la scuola è al centro dell intervento la famiglia è al centro dell intervento l alunno è al centro dell intervento Nella terza tipologia il genitore è percepito come il più competente esperto di suo figlio e può condividere con la scuola le ipotesi progettuali, nel rispetto dei reciproci ruoli, perchè avvenga continuità tra educazione formale e informale (ecosistema educativo)

I genitori degli alunni disabili possono essere anche una preziosa risorsa per la comunità scolastica I genitori degli altri alunni Il loro ruolo può essere cruciale per l accettazione o meno del bambino con disabilità nella scuola e per la gestione dell extrascuola. È opportuno coinvolgerli non tanto nel progetto individuale, quanto in quello di classe o di scuola, attraverso le forme canoniche della partecipazione (assemblee di classe e rappresentanti) o attraverso altre forme.

Gli operatori di ASL e Azienda Ospedaliera Il PDF e il PEI sono redatti congiuntamente dall unità multidisciplinare USL, dai docenti curricolari e di sostegno della scuola, con la collaborazione dei genitori dell alunno (DPR 24 febbraio 1994, Atto di indirizzo applicativo della Legge 104/92) L unità multidisciplinare USL (ora ASL) è composta da: medico specialista della patologia, neuropsichiatra infantile, terapista della riabilitazione, operatori sociali Prima di questa fase l ASL ha provveduto a effettuare l accertamento (Collegio, DPCM 185/2006) e a stendere la diagnosi funzionale Le famiglie possono scegliere di avvalersi di operatori sanitari di libera scelta; il loro apporto può essere prezioso per il progetto scolastico, nel rispetto dei reciproci ruoli

Il rapporto con la componente sanitaria è regolato solitamente dagli Accordi di programma regionali e provinciali; vi sono molte disparità tra i vari territori sia a livello nazionale che regionale. Una buona collaborazione è una risorsa potente, ma i tagli a cui è sottoposto ormai ovunque il sistema sanitario rendono problematica la gestione. Comunque: quali le competenze dell ASL/AO definire le modalità di funzionamento del soggetto nelle varie aree e indicare le potenzialità di sviluppo quali le competenze della scuola sulla base di quanto indicato dall ASL e di quanto osservato nella scuola, definire l intervento educativo e didattico Inoltre la legge 104/92 prevede l effettuazione congiunta di verifiche

Il personale del Comune Il Comune di residenza dell alunno con disabilità partecipa al progetto di integrazione attraverso alcune figure: l assistente sociale, l assistente/educatore, là dove assegnato, l educatore domiciliare, che a volte segue l alunno anche a casa. Le modalità di collaborazione sono definite nell Accordo di programma provinciale (problema della firma di ratifica da parte dell ANCI). Queste figure possono fornire informazioni preziose per una migliore progettazione e e garantire un più efficace collegamento con la famiglia e con l extrascuola, oltre che ovviamente partecipare alla realizzazione del progetto educativo a scuola (vedi assistente per l integrazione)

Il volontariato Il territorio della Lombardia è molto ricco di queste realtà che spesso hanno un ruolo non indifferente nella gestione dei processi di integrazione nell extrascuola e nella creazione di un clima culturale accogliente. Inoltre le Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie svolgono un ruolo essenziale di supporto (es. AnFFAs, ENS, UIC, FISH, LEDHA ecc.); il loro apporto ad un buon progetto di integrazione e di inclusione si può sviluppare in molti modi diversi, documentati spesso nei diversi siti di riferimento.

Vediamo ora quali figure/organismi costruiscono lo sfondo per una buona integrazione, innanzitutto dentro la scuola Attori in primo piano Attori sullo sfondo Dentro la scuola Fuori dalla scuola alunno/a con disabilità docenti assistente collaboratore scolastico compagni genitori ASL/AO Personale del Comune volontariato dirigente scolastico GLH d istituto commissioni collegio docenti consiglio d istituto Altre scuole GLIP, GLIR, GLH e CTRH USR e MIUR Enti locali Associazioni

Il dirigente scolastico Secondo le Le Linee guida del 2009 (Terza parte, 1), il Dirigente scolastico è il garante dell offerta formativa per tutti gli alunni; il tal senso la presenza di alunni disabili non è un incidente di percorso, un emergenza da presidiare, ma un evento che richiede una riorganizzazione del sistema già individuata in via previsionale e che rappresenta un occasione di crescita per tutti. A questa figura è attribuito un ruolo centrale per i processi d integrazione in relazione ai seguenti punti: - leadership educativa e cultura dell integrazione - la programmazione - la flessibilità - il progetto di vita

Il dirigente scolastico Normativamente è sua diretta responsabilità: - insediare e presiedere il GLH d Istituto - formare le classi - definire l utilizzo dei docenti di sostegno (attenzione all utilizzo improprio) In generale, è suo compito indirizzare, promuovere e incentivare azioni per il miglioramento dei processi di integrazione e inclusione, rendere operative le decisioni del Collegio dei docenti e del Consiglio d Istituto, garantire le condizioni per un corretto rapporto con le famiglie e con il territorio, intraprendere le iniziative necessarie per rimuovere le barriere architettoniche. Può individuare una Figura strumentale di riferimento.

Il GLH d Istituto Il Gruppo di Lavoro Handicap, GLH, è previsto obbligatoriamente dalla Legge 104/92, art. 15, comma 2 è composto da insegnanti, operatori dei servizi, familiari e studenti; può essere integrato con altre figure (es. collaboratori scolastici) ha il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano educativo (Legge 104/92 cit.); può articolare il suo intervento in relazione alla situazione. Ad esempio: formulazione di intese e collaborazioni con enti istituzionali e non, raccolta dati relativi all integrazione nella scuola, rilevazione dei bisogni formativi, promozione e/o valutazione di progetti d istituto sulll integrazione ecc. per ogni alunno con disabilità opera il GLHO (operativo)

Altre figure o organismi Il Collegio dei Docenti può deliberare la creazione di altre figure o organismi per la realizzazione di una buona integrazione: Gruppo o dipartimento degli insegnanti di sostegno E formato da tutti i docenti di sostegno dell istituto, può condividere principi, modalità e strumenti per la stesura dei documenti previsti, può curare il passaggio di consegne fra docenti Funzione strumentale per l integrazione collabora con il dirigente scolastico e può avere un compito di raccordo tra le varie componenti che si occupano dell integrazione all interno della scuola Commissioni di studio e/o lavoro...

Il Consiglio di classe, il Collegio dei Docenti e il Consiglio di Istituto Sono organismi previsti dai Decreti Delegati del 1974 e che dovrebbero essere riformati, ci sono varie proposte in parlamento. L autonomia scolastica ne ha enfatizzato il ruolo. Il Consiglio di classe/sezione/interclasse: con la presenza dei rappresentanti dei genitori, fa proposte al Collegio e verifica l andamento complessivo dell attività didattica; i soli insegnanti si occupano del coordinamento didattico e dei rapporti interdisciplinari. E il primo gradino della partecipazione dei genitori alla gestione della scuola e può avere un forte ruolo sia propulsivo che repulsivo nei confronti dell integrazione.

Il Collegio dei Docenti ha potere deliberante per tutto quello che riguarda il funzionamento didattico dell Istituto; elabora il Piano dell Offerta Formativa POF, sulla base di indirizzi generali e di scelte gestionali del Consiglio di Istituto, sentite le proposte e i pareri dei genitori (D.P.R. 275/99, Regolamento dell autonomia). Il suo ruolo nella creazione di una scuola integrante è fondamentale Il Consiglio di Istituto Indica al Collegio Docenti scelte generali di gestione e di amministrazione, adotta formalmente il POF elaborato dal Collegio Docenti. Ha un ruolo decisionale nella gestione dei fondi.

Sfondo fuori dalla scuola Attori in primo piano Attori sullo sfondo Dentro la scuola Fuori dalla scuola alunno/a con disabilità docenti assistente collaboratore scolastico compagni genitori ASL/AO Personale del Comune volontariato dirigente scolastico GLH d istituto commissioni collegio docenti consiglio d istituto Altre scuole GLIP, GLIR, GLH e CTRH USR e MIUR Enti locali Associazioni

Le altre scuole In primo luogo occorre curare il passaggio da un grado di scuola all altro dell alunno con disabilità (fase molto delicata, da programmare e gestire con attenzione). La normativa prevede: forme obbligatorie di consultazione tra insegnanti del ciclo inferiore e del ciclo superiore (Legge 104/92, art. 14) coordinamento dei curricoli, conoscenza del percorso formativo dell alunno, fascicolo personale dell allievo (ora anche portfolio), continuità orizzontale (C.M.339/92)

il prestito professionale, cioè l accompagnamento dell allievo disabile da parte dell insegnante di sostegno del ciclo precedente per un periodo da concordare tra le due scuole (C.M.1/88, DPR 275/99, ripreso anche dalle Linee guida del 2009)) In alcuni casi può non bastare, occorre un progetto ad hoc che preveda l utilizzo integrato di tutte le risorse possibili Inoltre le Linee guida del 2009 prevedono l attivazione di reti di scuole per meglio utilizzare i fondi, condividere procedure standardizzate, risorse umane e strumentali, promuovere la documentazione e la formazione, curare il raccordo interistituzionale nei Piani di zona.

Il GLIP Il Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale per l integrazione scolastica, GLIP, è previsto dalla Legge 104/92, art. 15 E costituito presso ogni UST, i suoi membri sono: un ispettore tecnico, un esperto della scuola, due degli enti locali, due delle ASL/AO, tre delle associazioni Ha compiti di: consulenza e proposte al Dirigente dell UST, consulenza alle scuole, collaborazione con enti locali e ASL/AO per la buona riuscita dei processi di integrazione

L Accordo di programma E uno strumento per coordinare le azioni dei diversi soggetti istituzionali che si occupano dell integrazione dei disabili (Enti locali, ASL e AO, scuola) E previsto dalla Legge 104/92, art. 13 e normato dal D.I. del 9/7/1992; può avere un ambito regionale, provinciale, comunale Non è una semplice intesa, ma un contratto di diritto pubblico: gli accordi presi vanno realizzati Non è presente in tutte le realtà, ci possono essere forme più blande di accordo, quali i protocolli d intesa

Altri organismi Il GLH, Gruppo di Lavoro Handicap provinciale, è un organismo consultivo composto da dirigenti e docenti esperti sulla tematica I CTRH sono 64 in Lombardia, attualmente funzionano in base ad un regolamento regionale che ha unificato le diverse tipologie di strutture e servizi. Il GLIR, Gruppo di lavoro interistituzionale regionale, ha compiti di promozione di accordi regionali di programma e di coordinamento delle diverse iniziative; in Lombardia è stato insediato da poco USR, le Linee guida 2009 affidano a questo ufficio un ruolo strategico per la programmazione, pianificazione e governo delle risorse

Altri organismi il MIUR ha funzioni evidenti di indirizzo a livello nazionale e di macrogestione delle risorse Enti locali: oltre al Comune, già visto, ha un ruolo importante anche la Provincia, soprattutto per la scuola secondaria di II grado (manutenzione degli edifici, barriere architettoniche) e i trasporti, mentre gli assistenti educatori sono comunqe a carico dei Comuni. la concertazione tra tutti questi Enti avviene (o dovrebbe avvenire) nei Piani di zona, organismi di gestione territoriali

Risulta evidente la complessità di questo sistema di gestione, in cui diversi livelli di intervento si intersecano e realtà anche molto lontane dal singolo alunno disabile hanno un influenza profonda sulle sue vicende. Per meglio comprendere le implicazioni di questa architettura istituzionale e la necessità di una coerenza complessiva a livello sistemico, può essere utile l elaborazione relativa al concetto di ecosistema educativo.

1. Ecosistema educativo da: Ecosistema: unità ecologica fondamentale formata da una comunità di organismi viventi in una determinata area e dal suo specifico ambiente fisico, con il quale gli organismi sono legati da complesse interazioni e scambi di energia e di materia Ecologia dello sviluppo umano (Bronfenbrenner): rapporto tra uomo e ambiente nello sviluppo Ambiente ecologico: strutture (microsistema, mesosistema, esosistema, macrosistema) incluse l una nell altra, le relazioni tra le strutture sono importanti quanto le strutture stesse, in quanto influiscono pesantemente sullo sviluppo dell individuo Urie Bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, Il Mulino, Bologna, 1986

Il contesto immediato di crescita e le relazioni tra le persone che si occupano del bambino direttamente ed altre che sono presenti nella situazione ambientale può essere definito il microsistema I vari contesti ambientali in cui il soggetto cresce costituiscono i mesosistemi, altri contesti in cui può non trovarsi mai, ma che influenzano ciò che accade nel suo ambiente immediato costituiscono gli esosistemi L insieme di sistemi inseriti gli uni negli altri costituiscono il macrosistema, caratterizzato da una discreta omogeneità culturale. 59

Le interconnessioni esistono sia all interno delle singole strutture che fra le strutture stesse. La ricerca accademica concentra l attenzione sull individuo, si cura poco delle strutture, pochissimo delle relazioni tra le strutture stesse. Lo studio di Bronfenbrenner tende a dimostrare che queste interconnessioni influiscono sullo sviluppo del bambino quanto le strutture e i soggetti che in esse agiscono. Altro concetto importante: la relazione tra sistema e ambiente è bidimensionale, caratterizzata dalla reciprocità Non solo l individuo è plasmato dall ambiente, ma lo plasma a sua volta, provocando modificazioni nel contesto, nel gruppo dei pari, negli adulti ecc. 60

Un esempio Microsistema Scuola Microsistema Famiglia Microsistema Terapista Microsistema Oratorio Mesosistema Territorio Macrosistema Legge 104/92 ecc. Esosistema Comunità montana, accordo di programma ecc. 61

Quindi Concetto 1: le interconnessioni all interno di un contesto di vita del bambino e fra contesti influiscono sul suo sviluppo quanto le strutture e i soggetti che in esse agiscono. Concetto 2: non solo il bambino è influenzato dalle relazioni interne al sistema, ma a sua volta influenza il sistema e provoca delle modificazioni nei diversi soggetti che interagiscono con lui Concetto 3: ci vuole coerenza tra i messaggi educativi all interno dell ecosistema educativo, altrimenti:

La scuola ha il suo progetto educativo, l ASL ha il suo progetto riabilitativo, la famiglia ha il suo progetto di vita, il volontario ha il suo progetto di coinvolgimento, l associazione ha il suo progetto di supporto.che ne è del nostro ragazzo? 63

Le ultime modifiche La normativa sui BES ha modificato alcuni di questi organismi, nella direzione di estendere a tutti gli alunni in difficoltà quanto previsto per gli alunni con disabilità o con DSA. Il GLH di Istituto è divenuto GLI, Gruppo di Lavoro per l Inclusione, con un compito, impegnativo, di coordinamento complessivo della tematica dei BES e di proposta al Collegio dei Docenti di un Piano annuale per l inclusività; si consiglia una cadenza mensile degli incontri, in orario di servizio o aggiuntivo/funzionale (quindi senza maggiori oneri); si può avvalere di esperti esterni. A livello territoriale, assumono ruolo centrale i CTS, Centri territoriali di supporto, istituiti con il progetto MIUR Nuove tecnologie e disabilità, sono almeno uno per provincia e sono punti di riferimento per tutte le altre istituzioni ed organismi. Svolgono un ruolo di cordinamento anche nei confronti degli attuali CTRH o strutture simili, che diventano CTI, Centri Territoriali per l inclusione.