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Data 18/06/2012 Seconda giornata di studio Interreg Ora inizio 9.15 Ora fine 18.30 Luogo Provincia del V.C.O. Via dell Industria, 29/3 Verbania (VB) Borgo Veglio (Montecrestese, VB) Borgo Canova (Crevoladossola, VB) Settore Politiche Territoriali, Infrastrutture e Trasporti Sala Incubatore, Piano Terra Documento a cura di Elisa Genna (Centro Servizi Lapideo del V.C.O.) rev. 03 del 21/06/2012 ITALIA Soggetto arch. Sergio Gasparotti Provincia del Verbano Cusio Ossola (Capofila) dott.ssa Simona Albertella dott. Claudio Cottini (presenza parziale al pomeriggio) dott. Marco Cerutti Centro Servizi Lapideo del Verbano Cusio Ossola (partner) ing. arch. Elisa Genna dott. Massimo Marian (presenza al pomeriggio) arch. Marco Zerbinatti prof. ing. Riccardo Nelva Politecnico di Torino (partner) prof. ing. Gian Paolo Scarzella ing. arch. Sara Fasana ing. Paolo Piumatti G.A.L. Laghi e Monti (partner) rag. Ferruccio Sbaffi SVIZZERA GLATi Gruppo Lavoro Artigianato Ticino (partner) Soggetto dott. Claudio Gianettoni 1 di 34

Sono inoltre presenti: Ente/Associazione/Altro Ente Scuola Edile del Verbano Cusio Ossola Artigiano dell Eccellenza della Provincia del VCO (settore recupero edilizio, Regione Piemonte) Architetto e apprendista delle tecniche tradizionali locali Associazione Canova (presidente) Associazione Canova (segretario) Associazione Canova (consigliere) Soggetto arch. Marco Porini (presenza al mattino) sig. Paolo Mafrici (presenza al pomeriggio, Borgo Veglio) arch. Andrea Scotton (presenza al pomeriggio, Borgo Veglio) sig. Ken Marquardt (presenza al pomeriggio, Borgo Canova) dott. Maurizio Cesprini (presenza al pomeriggio, Borgo Canova) dott.ssa Patrizia Testore (presenza al pomeriggio, Borgo Canova) 2 di 34

PROGRAMMA DELL INCONTRO Mattino Ore 9.15 Arrivo e accoglienza dei partecipanti presso la sede della Provincia del Verbano Cusio Ossola di Verbania (IT) Ore 9.30-12.15 Programmazione delle attività Interreg Italia-Svizzera 2007-13 presentazione delle attività in corso di elaborazione (partners italiani) presentazione delle attività in corso di elaborazione (partners svizzeri) modalità di condivisione delle attività, degli aspetti decisionali, dei risultati Obiettivi: sinergie, collaborazioni e programmazione delle prossime scadenze Analisi degli aspetti normativi italiani e svizzeri i materiali lapidei, le costruzioni in muratura, le infrastrutture viarie le tecniche di utilizzo e di recupero della pietra le fonti normative e regolamentari locali per il recupero e la tutela dell architettura tradizionale: condivisione e raccolta di materiale utile per il progetto la pianificazione urbanistica (P.R.G.C., Regolamenti Edilizi, ) in Italia e in Svizzera: normativa e documenti a confronto Obiettivi: confronto sui contenuti, analisi delle criticità e proposte preliminari di azione (da portare a successivo incontro con la Regione e con i pianificatori della Provincia del V.C.O.) Analisi degli aspetti economici inerenti gli interventi di recupero/nuova realizzazione in ambiente storico tradizionale confronto tra dati reperiti da aziende del settore lapideo (costi di fornitura) e da imprese artigiane (costi di posa in opera) analisi e discussione sui dati possibili proposte di linee di indirizzo per il finanziamento Obiettivi: confronto sui dati e proposte preliminari di azione Ore 12.15-13.00 Trasferimento e visita all Ente Scuola Edile del VCO presentazione delle attività formative visita ai laboratori Ore 13.00-14.30 Pranzo 3 di 34

Pomeriggio Ore 14.30-18.00 Visita a cantieri in borgate storiche rilevanti della Val d Ossola Ore 14.30-15.15 Ore 15.15-16.45 Ore 16.45-17.10 Ore 17.10-18.00 Ore 18.00 Trasferimento da Verbania ad alcune borgate rilevanti nel Comune di Montecrestese (VB) Visita di borgate storiche, analisi di edifici storici tradizionali locali e di cantieri, con la guida esperta di un artigiano della rete dell eccellenza della Provincia del V.C.O. e di un apprendista. Presentazione fotografica e commentata di esempi di interventi di recupero sig. Paolo Mafrici artigiano arch. Andrea Scotton apprendista Trasferimento al Borgo Canova (Crevoladossola, VB) Visita del borgo con la partecipazione dell Associazione Canova presentazione dell attività dell Associazione nel recupero del patrimonio storico tradizionale locale sig. Ken Marquardt presidente dott. Maurizio Cesprini dott.ssa Patrizia Testore Fine lavori 4 di 34

CONTENUTI DELL INCONTRO Programmazione attività Interreg Italia-Svizzera 2007-13 Analisi degli aspetti normativi italiani e svizzeri La giornata di studio prende avvio con i saluti ed i ringraziamenti espressi dall arch. Sergio Gasparotti, referente tecnico del progetto Interreg per la Provincia del V.C.O. (capofila). Questi porta i saluti del dott. Claudio Cottini (assessore all Istruzione e all Università, alla Cultura, alle Attività Estrattive, alla Pianificazione Territoriale della Provincia del V.C.O. e sindaco del Comune di Santa Maria Maggiore), che si era presentato alle ore 9, prima ancora che arrivassero tutti i convocati alla giornata. Presenta anche le scuse a nome dell arch. Luigi Formoso, responsabile del progetto Interreg per la Provincia del V.C.O., che non può essere presente alla giornata. L arch. Sergio Gasparotti apre i lavori della giornata ringraziando tutti ed auspicando che possa essere proficua. Passa la parola al dott. Marco Cerutti, al quale chiede di gestire l organizzazione della mattina. Il dott. Marco Cerutti prende la parola ricordando che, nel corso della prima giornata di studio del 26 aprile u.s., tenutosi a Gordola (CH), si era giunti all analisi di parte delle azioni (come da Scheda progetto) previste dal progetto Interreg per la definizione di compiti, ruoli dei partners e relative scadenze per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Chiede ai presenti se procedere all analisi delle azioni ovvero riferire sulle ultime novità emerse durante lo svolgimento del progetto nel corso delle ultime settimane. Per quanto concerne il Manuale G.A.L., realizzato e concluso dall arch. Giovanni Simonis, nell ambito dei Piani di Sviluppo Locale, si dovrebbe procedere alla sua analisi a cura degli enti preposti. Su tale lavoro dovrebbero svilupparsi i contenuti del progetto Interreg. Il dott. Cerutti chiede al rag. Ferruccio Sbaffi di dare qualche delucidazione in merito alle procedure in atto per l approvazione del Manuale. Il rag. Ferruccio Sbaffi riferisce che il G.A.L. Laghi e Monti deve approvare il documento in Consiglio di Amministrazione. Esso sarà poi inviato agli uffici della Regione Piemonte. La Regione deve dare il suo benestare. I tempi tecnici ipotizzati sono i seguenti: - entro fine giugno/prima settimana di luglio (C.d.A. del G.A.L. Laghi e Monti); - entro prima metà di luglio (spedizione documento ed approvazione in Regione). 5 di 34

Il dott. Cerutti ringrazia e riprende dicendo che il lavoro dell arch. Simonis non è ancora nella sua veste ufficiale, ma sarebbe il caso di condividere i suoi contenuti con tutto il gruppo di lavoro Interreg. Allora chiede all ing. Elisa Genna di inoltrare il link del lavoro ai partners italiani e svizzeri coinvolti nel progetto. Il dott. Cerutti chiede conferma all arch. Gasparotti sul fatto che l assessore Claudio Cottini si sia accordato con l arch. Giovanni Simonis per la presentazione del suo lavoro alla Commissione Permanente in materia di architettura tradizionale, istituita presso la Provincia del V.C.O. ancora prima dell avvio del progetto. Il lavoro dell arch. Simonis sviluppa uno studio che tiene conto di una classificazione in aree ossolane: propone un analisi delle tecniche costruttive sulla base della suddivisione del territorio della Provincia del V.C.O. in aree tecnologiche. Viene presentata la tabella di sintesi del Manuale, che viene condivisa nella sua impostazione generale. Sulla colonna di sinistra sono riportati i tematismi che, sulla versione informatizzata del Manuale, danno accesso a pagine ed a schede di approfondimento. Sulle altre colonne viene riportata una suddivisione del territorio provinciale (di competenza del G.A.L.) in aree tecnologiche. Si tratta di un documento che sarà vincolante per i Comuni di area G.A.L. Le prescrizioni non saranno vincolanti per tutti i Comuni, ma soltanto per quelli che prevederanno, nell ambito dei Piani di Sviluppo Locale, l esecuzione di interventi di recupero con contributi a fondo perduto (fino al 70% per gli enti pubblici, fino al 40% per i soggetti privati). I progetti Leader finanziano interventi dimostrativi (casi studio significativi) e quindi le risorse economiche non sono mai eccessivamente elevate. Gli interventi potranno rappresentare occasioni di monitoraggio nel corso dello sviluppo del progetto Interreg. Insieme con il Progetto Borgate ed il Progetto Interreg, anche i progetti di recupero che si atterranno al Manuale G.A.L. potranno costituire interessanti spunti sul tema del recupero e della valorizzazione dell architettura tradizionale. Lo strumento del Manuale G.A.L. sarà da utilizzarsi come documento dal quale partire per svolgere successivi approfondimenti. Nell ambito del progetto Interreg si dovrà essere in grado di definire quante regole prescritte dall arch. Simonis nel suo Manuale dovranno essere mantenute nella loro veste vincolistica e quante dovranno essere modificate, affinchè possano essere rese applicabili sull intero territorio provinciale. Nelle sezioni di approfondimento degli elementi di dettaglio, il Manuale del Simonis fa riferimento ai suoi testi bibliografici. L arch. Simonis ha optato per questa forma di rimandi dati 6 di 34

i tempi strettissimi stabiliti per la redazione del Manuale. I partners Interreg dovranno anche avere una particolare abilità per togliere i richiami alle fonti bibliografiche ed inserire le opportune integrazioni, che scaturiranno dal lavoro Interreg. Il dott. Cerutti riferisce che l assessore Cottini proponeva di utilizzare la piattaforma informatizzata, messa a punto per il Manuale G.A.L., anche per gli approfondimenti che deriveranno dal progetto Interreg. Chiede all arch. Gasparotti di proporre una riflessione al dirigente responsabile del progetto, arch. Luigi Formoso, al fine di comprendere come recuperare le risorse utili per questa operazione. Il dott. Cerutti crede che essa possa essere fattibile dato che erano state previste risorse da dedicare alla pubblicazione e disseminazione dei risultati. In questo senso, si era discusso sull opportunità di puntare su una pubblicazione digitale (invece che semplicemente cartacea) e ad un eventuale pubblicazione cartacea sintetica. Per quanto concerne la pubblicizzazione delle attività Interreg, il dott. Cerutti propone di prevedere la predisposizione di pagine web ad hoc sui siti web della Provincia del V.C.O. e del Centro Servizi Lapideo del V.C.O. Il dott. Cerutti chiede all arch. Gasparotti di informarsi circa le ultime due questioni su scritte. Il dott. Claudio Gianettoni chiede di verificare l eventuale necessità di prevedere un sito web ad hoc dedicato al progetto, dal quale possa emergere anche il rapporto di collaborazione con la Svizzera. L arch. Marco Zerbinatti presenta una maquette cartacea, relativa al progetto Interreg Italo- Francese sul tema Le Alpi: storia e prospettive di un territorio transfrontaliero. Paesaggio, infrastrutture, architettura, habitat, sviluppato negli anni 1993-1995 dal Politecnico di Torino e dall Ecole d Architecture de Grenoble, in collaborazione con l Ecole d Architecture de Versailles e con l Ecole Nationale Supérieure du Paysage. Propone di realizzare, per l Interreg in essere, un documento divulgativo efficace, sulla falsariga della maquette di cui sopra, allo scopo di lanciare i contenuti e gli esiti in itinere del progetto Interreg. In esso possono già confluire alcuni risultati ed indirizzi di approfondimento relativi ai tematismi della ricerca. Il dott. Claudio Gianettoni interviene con alcune osservazioni circa la raccolta bibliografica. Sarà necessario indicare i riferimenti bibliografici, i luoghi presso i quali risulta consultabile la documentazione, al fine di avere una tracciabilità e reperibilità. Sarà importante provvedere anche ad una organizzazione ragionata della stessa per argomenti e settori specifici di classificazione, al fine di risalire al documento tramite l utilizzo di semplici parole-chiave immesse in motori di ricerca. 7 di 34

L arch. Marco Zerbinatti risponde che, a partire da una raccolta bibliografica preliminare, si sta procedendo ad una sua riorganizzazione per tematiche, nell ottica di arrivare a quanto proposto dal dott. Gianettoni. L arch. Zerbinatti sottolinea che la raccolta bibliografica non sarà mai un documento concluso, ma sempre implementabile ed integrabile fino alla conclusione del progetto. Il dott. Marco Cerutti riprende la parola dicendo che, nelle ultime settimane, l attività del Centro Servizi Lapideo e della risorsa impegnata interamente sul progetto, Elisa Genna, si è rivolta anche al reperimento di normative e documenti legati al tema dei muri a secco e della viabilità rurale. In Francia, esistono normative specifiche su questi temi. È necessario capire e definire le modalità di utilizzazione di parte dei contenuti di questa documentazione al fine di metterla a disposizione dei progettisti. Anche tale documentazione normativa sarà da aggiungere alla bibliografia già raccolta. L ing. Elisa Genna distribuisce ai presenti il materiale cartaceo raccolto relativo a quanto sopradetto per una condivisione dei contenuti. In particolare, i documenti condivisi sono: - Associazione mondiale della strada (AIPCR), Comitato Nazionale Italiano, Sviluppo e gestione della viabilità extraurbana minore e rurale in Italia: situazione attuale, criticità e prospettive, XXVI convegno nazionale stradale AIPCR, Comitato Tecnico A.4, Strade locali extra-urbane e accessibilità alla viabilità maggiore, Roma, 27-30 ottobre 2010 - Ufficio federale delle strade USTRA, Costruzione e manutenzione di sentieri escursionistici. Manuale, USTRA, 2009 - Dipartimento federale dell economia DFE, Ufficio federale dell agricoltura UFAG, Unità di direzione Pagamenti diretti e sviluppo rurale, Informazioni 2008 dai Settori Sviluppo rurale, Migliorie fondiarie, Edifici agricoli e aiuti per la conduzione aziendale, UFAG, 2008, pp. 27-31 - Federazione Svizzera Costruttori muri a secco FSCMS, Directive pour la construction de murs en pierres sèches, 2004, aggiornamento gennaio 2012 (http://www.svtsm.ch) - Normativa Svizzera VSS (Associazione Svizzera dei Professionisti della Strada e dei Trasporti) SN 640741-744, Surfaces de circulation à superstructure san liants (disciplina della progettazione, dell esecuzione e della manutenzione di aree di circolazione con poco traffico). 8 di 34

Il dott. Marco Cerutti riferisce sull interesse verso i contenuti della documentazione su menzionata, in particolare riguardo alla classificazione del sistema viario agricolo/rurale e delle prescrizioni per la progettazione e per l esecuzione (sottofondo, strato superficiale, tipo di transito). Ciò induce anche a svolgere interessanti riflessioni sul riutilizzo degli scarti della lavorazione lapidea in relazione al tema della realizzazione della viabilità minore. Per quanto concerne il tema dell info-formazione, il dott. Cerutti ricorda ai presenti che il progetto Interreg prevede, tra i workshops da attivare entro i prossimi mesi, quello sul tema Tecniche di costruzione e manutenzione di sentieri alpini. Nella predisposizione dei contenuti del corso, sarà fondamentale aver provveduto ad analizzare la documentazione in possesso al fine di comprendere se può costituire un utile base sulla quale mettere a punto alcune sezioni del corso. Il prof. Riccardo Nelva interviene riferendo su una ricerca condotta alcuni anni fa e che ha portato alla classificazione delle vie di comunicazione nella Valle di Bellino. Gli esiti della ricerca erano stati pubblicati su un Quaderno di Dipartimento (DISET, Politecnico di Torino). Il dott. Claudio Gianettoni riferisce che anche in Valle d Aosta si riscontrano studi analoghi. Sarebbe interessante riuscire a favorire una collaborazione con il Dipartimento del Territorio svizzero, data la loro disponibilità ad essere coinvolti nel progetto Interreg con i loro funzionari e le infrastrutture a disposizione. Il dott. Gianettoni propone la costituzione di gruppi di lavoro al fine di coinvolgere la controparte in maniera che possa essere il più possibile operativa. Il dott. Marco Cerutti riferisce che, in fase di redazione del progetto Interreg, si era provveduto ad inserire anche il tema della sentieristica e della viabilità. La Regione Piemonte, nel corso degli ultimi anni, ha provveduto a distribuire risorse sul territorio nell ottica di provvedere al recupero di mulattiere per la valorizzazione degli alpeggi, di sentieri, di piste ciclabili, etc. Spesso si è trattato di interventi sviluppati in maniera disorganica in quanto mancanti, all origine, di linee guida. È fondamentale cogliere ed organizzare occasioni di condivisione. Chiede all ing. Elisa Genna di inoltrare ai partners coinvolti nel progetto tutta la documentazione reperita nel corso delle ultime settimane. La partecipazione dei partners italiani e svizzeri potrebbe essere importante nelle occasioni di convocazione di incontri tematici presso la sede della Provincia del V.C.O. o della Comunità Montana Val d Ossola. 9 di 34

È importante anche la collaborazione con l Ente Scuola Edile al fine di definire nuovi percorsi formativi e di formare soggetti in grado di acquisire capacità operative per l esecuzione di buone pratiche. Il dott. Claudio Gianettoni chiede ai presenti di fare un punto su quanto affrontato fino a questo momento della mattina. È necessario definire quali soggetti si assumeranno il compito di svolgere approfondimenti sull argomento e di sviluppare i contenuti per l organizzazione dei percorsi di info-formazione. L arch. Marco Zerbinatti risponde che l organizzazione e la gestione dei workshops e dei corsi di formazione sul tema della sentieristica e della realizzazione dei muri a secco sono tra gli obiettivi del Politecnico di Torino, in collaborazione con il Centro Servizi Lapideo del V.C.O. Però considera necessario avviare la formazione facendo tesoro dell esperienza dell Ente Scuola Edile del V.C.O. e dei canali che l Ente ha oggi attivi sul territorio. L obiettivo è quello di avviare qualche corso entro la fine del 2012, così come previsto dal cronoprogramma ufficiale allegato al progetto. Il dott. Marco Cerutti interviene dicendo che i corsi dovranno essere organizzati in modo tale che possano essere trasferiti alcuni ragionamenti preliminari ma fondamentali. Sarà necessario far capire come un intervento di recupero realizzato facendo uso di conglomerato cementizio armato (rivestito con materiali lapidei) rispetto ad uno realizzato utilizzando interamente materiali lapidei, ha una durata ben diversa, soprattutto in aree territoriali con un elevata escursione termica (come quelle dell Ossola). Questo sarà uno dei punti sui quali concentrare l attenzione e da far emergere durante i percorsi formativi. Sarà importante come richiesto anche dall assessore Cottini cercare di dare suggerimenti sul tema delle mulattiere, delle piste per gli alpeggi, etc. attraverso lo strumento del Piano Territoriale Provinciale. In Italia, probabilmente, sul tema della viabilità minore e rurale non esistono dati normati che siano a conoscenza del dott. Cerutti. Sarebbe importante partire dalla documentazione reperita e valida in territorio svizzero e definire prescrizioni di buone pratiche. L arch. Marco Zerbinatti riferisce che in Valle d Aosta qualche intervento pilota ha riguardato la realizzazione/recupero di sentieri, che si collocavano nell ambito di lavori socialmente utili. Su questo tema, il dott. Marco Cerutti chiede all arch. Marco Porini di fare approfondimenti e di riprenderlo se e ove possibile. Il dott. Claudio Gianettoni è disponibile a fornire documentazione utile. 10 di 34

Il dott. Marco Cerutti chiede ai presenti di definire il gruppo che si occuperà di svolgere questa attività. Nelle prossime settimane si dovranno analizzare e condividere i documenti sul tema della sentieristica. Si deve, poi, definire una data entro la quale divulgare i contenuti dei percorsi formativi ed una data entro la quale far partire il primo percorso in tema di realizzazione e recupero dei sentieri (sarà necessario avviarlo entro il mese di ottobre p.v.). Il dott. Claudio Gianettoni propone di prevedere entro le prime settimane di settembre 2012 l invio delle date proposte per il corso e dei contenuti. Ovviamente il contenuto dei corsi va preparato entro il mese di settembre. L arch. Marco Porini interviene dicendo che l Ente Scuola Edile del V.C.O. è in possesso di documentazione base (da ampliare ed approfondire), relativa al corso Tetti in pioda e muri a secco tenutosi nel corso del 2011. Il dott. Marco Cerutti riferisce che sarà fondamentale realizzare collegamenti tra la parte teorica (che sarà gestita dal Politecnico di Torino) e la parte pratica (rivolta principalmente alle maestranze), cui sarà importante possa collaborare l Ente Scuola Edile. Il dott. Cerutti rammenta che, in occasione del tavolo tecnico svoltosi il 18 aprile u.s. presso la sede della Regione Piemonte, i funzionari della Regione stessa hanno chiesto di verificare con il G.A.L. la possibilità di utilizzare parte delle sue risorse per la divulgazione dei risultati sul territorio, come occasioni di info-formazione da rivolgersi alle maestranze. Il rag. Ferruccio Sbaffi risponde di aver verificato la possibilità di utilizzare tali risorse a questo scopo. L utilizzo è possibile. L unico vincolo è dato dalla territorialità: le risorse sono utilizzabili soltanto in area G.A.L. L arch. Marco Zerbinatti chiede ai presenti di fare uno sforzo nell ottica di definire il gruppo di lavoro, le maestranze da coinvolgere, i tempi ed i luoghi del coinvolgimento, i destinatari dei percorsi di formazione. Il dott. Marco Cerutti interviene dicendo che la definizione delle maestranze costituisce un di cui legato allo sviluppo del primo step, ossia quello della definizione delle regole. Anch egli chiede di definire il gruppo di lavoro che si occuperà di sviluppare il tema dei sentieri e della formazione. Il dott. Claudio Gianettoni interviene comunicando la sua disponibilità a fornire alcuni nomi di riferimento sul tema operanti nel Ticino, in particolare quello del responsabile dell applicazione della legge sui rustici. 11 di 34

Per quanto concerne l aspetto della pianificazione, il dott. Gianettoni riferisce che in Svizzera si è commesso un errore: si sono spaccati i Piani Urbanistici Comunali ed in essi non risultano ricompresi i rustici. Il rustico dipende da un economia integrata, di azienda agricola, di filiera. Il fermo delle attività agricole ha bloccato anche il nomadismo agricolo ed il blocco. La legge ha fatto sì che i nuclei vengano regolati da Piani Regolatori Comunali. La Federazione Svizzera ha bloccato gli interventi sull edilizia al di fuori dei Piani Regolatori. In Ticino, sono stati sottoposti a censimento 60 mila edifici (rustici), sui quali non è possibile intervenire. Il Piano Cantonale ha la funzione di normare gli interventi sui fabbricati al di fuori dei Piani Regolatori. Il dott. Gianettoni consegna all ing. Elisa Genna n. 2 copie del Piano di utilizzazione cantonale dei paesaggi con edifici e impianti protetti (ai sensi della Scheda di coordinamento 8.5 del Piano direttore cantonale, Approvazione art.48 LALPT), PUC PEIP, Norme di attuazione e PUC-PEIP, Rapporto di pianificazione. Inoltre, consegna n. 1 copia del documento: Canton du Valais, Département de l environnement et de l aménagement du territoire, Service de l aménagement du territoire, Des mayens à la zone des mayens. Vade-Mecum à l usage des comune, Communauté d études pour l aménagement du territoire (C.E.A.T.), Association suisse pour le service aux régions et comune (SEREC), Sion, giugno 1993. Il dott. Marco Cerutti e tutti i presenti apprezzano molto il lavoro svolto in Svizzera. Egli auspica che uno dei risultati del progetto Interreg (non potendo affrontare tutti gli argomenti correlati al tema della valorizzazione dell architettura tradizionale e del contesto) possa essere lo svolgimento di una riflessione sull approccio ai temi ed ai problemi utilizzato in territorio elvetico, e la definizione di input e spunti per avvalorare la necessità di un censimento puntuale del patrimonio minore presente sul territorio. Il prof. Riccardo Nelva sottolinea l importanza della definizione di criteri di classificazione. Il dott. Marco Cerutti sottolinea che sarebbe importante, come primo step, riuscire a definire le buone pratiche per l esecuzione degli interventi di recupero. Poi, andranno lasciati aperti punti per un approfondimento successivo. Il dott. Claudio Gianettoni propone, come primo step, di procedere per esempio al censimento dei beni solo attraverso una foto aerea dell area, indicando gli elementi generali connotanti il bene, con l esplicazione di macro-caratteristiche, al fine di comprendere che genere di ricadute economiche possono interessare il territorio in cui i beni stessi gravitano (per esempio, la conoscenza di quantità di coperture presenti su un area definita induce a fare valutazioni su interventi ed azioni di lungo periodo, etc.). Si tratta di riflessioni fondamentali di cui i partners coinvolti nel progetto non possono non tener conto. È necessario impostare il progetto definendo l effettiva sostenibilità. È importante caratterizzare i destinatari del lavoro e studiare un impostazione in modo che lo strumento possa essere utilizzato dai destinatari definiti 12 di 34

nell ambito del progetto. La collaborazione con il Dipartimento del Territorio svizzero sarà importante al fine di fare valutazioni circa le possibilità di mettere assieme mondo della domanda e mondo dell offerta. Sarà importante procedere alla definizione di: - un database dei proprietari degli immobili; - un database dei proprietari dei servizi; - un database delle amministrazioni pubbliche che si occupano di mediazione. Chi fornisce servizi e materiali può garantire un futuro al progetto. Si tratta di un impostazione che trae origine da uno studio svolto in Inghilterra. Il dott. Marco Cerutti richiama e chiede conferma ai presenti su alcuni punti previsti dal Decreto Sviluppo del Governo Monti, tra i quali l obbligatorietà dell acquisizione di crediti formativi. Se fosse così come ha appreso, vedendo complicata la strada della formazione di un albo volontario dei professionisti e delle maestranze, sarebbe utile/necessario riuscire a far riconoscere, a coloro che frequentano i corsi di formazione sui temi dell Interreg, un certo numero di crediti formativi da parte degli Ordini e dei Collegi di appartenenza. Questi dovrebbero, a loro volta, occuparsi di promuovere l elenco dei soggetti che acquisiscono un maggior numero di crediti, essendo questi coloro in grado di dare maggiore qualità agli interventi. Il dott. Claudio Gianettoni interviene dicendo che, se alla fine il prodotto deve essere a disposizione della comunità (proprietari degli immobili, patriziati (in Svizzera), che posseggono la proprietà collettiva degli alpeggi, etc.), è la comunità stessa che deve essere coinvolta in prima persona. È necessario provvedere alla canalizzazione della domanda. Lo sportello unico porta alla gestione della conoscenza, alla gestione normativa, alla gestione delle buone pratiche, all automazione delle risposte, etc. L Interreg ovviamente non può fare tutto questo, ma può giungere ad allestire un impostazione di metodo e di macro-argomenti, realizzando uno schema da condividersi su sito web. In questo modo, si potrebbe prevedere uno scambio di informazioni e la possibilità, per il singolo proprietario, di avere risposte immediate relativamente all identificazione del suo bene come rustico o meno, di effettuare foto georeferenziate, di inviare la documentazione direttamente al sistema. Il lavoro del gruppo deve costituire una sostanza solida sulla quale costruire risposte concrete. Si sente la necessità di definire e strutturare un metodo. Si può giungere ad un operazione interattiva con un principio di mercato, mettendo in contatto il mondo della domanda con il mondo dell offerta. 13 di 34

Il prof. Riccardo Nelva riferisce che il Politecnico di Torino può occuparsi dell impostazione culturale e didattica sulle buone pratiche. Poi, è compito degli enti di governo del territorio fare uno sforzo per occuparsi di dare supporto agli altri attori coinvolti nel progetto perché il lavoro svolto possa avere ricadute concrete sul territorio. Il dott. Marco Cerutti, al termine di questo lungo confronto, chiede nuovamente ai presenti di definire il gruppo che si occuperà del tema sentieristica. Si stabilisce che il gruppo di lavoro risulta costituito da: - Gian Paolo Scarzella (Politecnico di Torino) - Sara Fasana (Politecnico di Torino) - Paolo Piumatti (Politecnico di Torino) - Elisa Genna (Centro Servizi Lapideo del V.C.O.) e, per la compagine svizzera, dal: - responsabile del Dipartimento del Territorio. Il dott. Claudio Gianettoni consiglia l organizzazione della prima riunione presso la S.U.P.S.I. di Lugano, dove esiste una biblioteca accessibile e della documentazione consultabile sul tema. Il dott. Gianettoni inviterà il responsabile, dott. Colombo, della sede di Bellinzona. Si può pensare di affrontare il tema della sentieristica, svolgendo un censimento della documentazione sull argomento, ipotizzando una giornata di studio completamente dedicata ad esso. Il dott. Marco Cerutti riferisce che si procede intanto con l integrazione della raccolta bibliografica con la documentazione man mano reperita (anche sul tema della viabilità e con riferimenti normativi specifici). C è l esigenza di iniziare ad individuare allegati tecnici suddividendoli per tematismi. Il lavoro di bibliografia ragionata è già stato avviato. Il dott. Claudio Gianettoni chiede di capire sotto quali macro-voci va organizzata la bibliografia. Un documento contenuto nella raccolta deve poter essere raggiungibile attraverso la digitazione di parole-chiave, che vanno definite con esattezza. Sarebbe interessante che il Politecnico di Torino riuscisse a svolgere un lavoro di questo tipo. Sarebbe importante riuscire a costruire uno scheletro, definire un impostazione metodologica al fine di avere un immagine di cosa si può produrre. Ovviamente, il progetto Interreg andrà poi a sviluppare soltanto alcune sezioni, alle quali si aggiungeranno in futuro altri approfondimenti a completare il mosaico. Il prof. Riccardo Nelva sottolinea l importanza, nell affrontare i temi del recupero/valorizzazione della sentieristica o dello sfruttamento del territorio, degli interventi per la salvaguardia di alcune parti al fine di mantenere in vita altre parti di un medesimo sistema 14 di 34

(il recupero delle canalizzazioni per rendere significativo e funzionale il recupero dei terrazzamenti). È necessario RICONOSCERE-INDIVIDUARE-INTERVENIRE-MANTENERE. Il dott. Marco Cerutti riferisce che la documentazione recuperata nei giorni scorsi sul tema della viabilità rurale contiene informazioni interessanti anche sui flussi minimi per le opere di canalizzazione. Sarebbe fondamentale procedere alla redazione di considerazioni minime su questi temi, che dovrebbero costituire le basi del nostro studio. L ing. Sara Fasana interviene dicendo che il Politecnico di Torino ha iniziato l attività di strutturazione della bibliografia finora raccolta. I successivi approfondimenti potranno avvenire in fase di sviluppo del lavoro. L arch. Marco Zerbinatti tiene a sottolineare che la raccolta bibliografica si potrà ritenere completa al termine dell Interreg. Ricollegandosi a quanto detto dal prof. Nelva, evidenzia che il ruolo di calare sul territorio gli esiti degli studi che saranno svolti spetta agli enti di governo e gestione del territorio (in particolare, la Provincia, in qualità di capofila del progetto, avrà questo ruolo). Il dott. Marco Cerutti chiede a tutti di prevedere un incontro in Svizzera sui temi della viabilità rurale entro il prossimo mese di luglio. Entro il prossimo mese di ottobre invece, insieme con il Politecnico di Torino, sarà avviato il primo momento formativo sulla sentieristica. Ricorda che, quando partecipò in Lombardia ad alcuni tavoli sui Piani Integrati Transfrontalieri, era emersa una normativa tecnica sui muri di contenimento realizzati in Svizzera con uso degli scarti di cava. Erano stati presentati esempi di metodi per arginare muri su strade, realizzati con pietra a secco (eventualmente squadrate) e per i quali non era possibile l utilizzo di colate di cemento. Il dott. Claudio Gianettoni riferisce che il progetto al quale ha accennato Marco Cerutti faceva riferimento ai muri delle strade cantonali, che allora non erano parte integrante delle aree protette. Oggi questo tema è ancora in discussione in Svizzera. Esiste una normativa sui muri e sul loro recupero. Analisi degli aspetti economici inerenti gli interventi di recupero/nuova realizzazione in ambiente storico tradizionale Il dott. Marco Cerutti riferisce che in tutti questi ragionamenti sono coinvolte considerazioni di natura economica. È vero che sarebbe importante poter recuperare nelle rispetto dei materiali e delle tecniche costruttive utilizzati un tempo, ma ciò comporta un oneroso impegno in 15 di 34

termini di ore e di costi. Ci sono interventi che legittimano il vincolo. Esistono invece contesti nei quali il vincolo non è opportuno/non è ammissibile. Sarebbe importante riuscire a pensare gli interventi di recupero e di valorizzazione in chiave moderna, nel rispetto delle esigenze attuali (utilizzo di materiali locali, aggiornamento in chiave contemporanea, etc.). Pur consapevoli di un impegno economico non indifferente, possono valutarsi modalità di intervento differenti mettendo, per esempio, a valore gli scarti delle cave. Il dott. Claudio Gianettoni sottolinea che si tratta di un problema di sostenibilità economica. In Valle d Aosta, un muratore è in grado di costruire una scarpata a secco con blocchi di scavo locale (costi di trasporto nulli ed altri costi molto bassi). L importante è definire le regole. Creare le pertinenze, le relazioni tra luogo, applicazioni e materiali. Il prof. Riccardo Nelva precisa che il conglomerato cementizio è un materiale che, se lavorato bene e con determinate caratteristiche, è in grado di resistere molto bene. Il conglomerato cementizio con classe di resistenza C40/45 è in grado di resistere e di avere una buona durabilità. Ma nessuno lo utilizza, in quanto necessita dell uso di superfluidificanti e di tempi limitati di permanenza in betoniera. È, quindi, necessario che il conglomerato cementizio non sia poroso. È necessario far passare il concetto che il recupero con l utilizzo del conglomerato cementizio di muri di contenimento, di murature in determinati contesti non è accettabile dal punto di vista culturale ed ambientale. Il dott. Marco Cerutti riferisce che, se fossero definiti degli standard con tolleranze, i blocchetti da utilizzarsi per i muri si potrebbero preparare direttamente in cava. Il dott. Claudio Gianettoni riferisce che la normativa sugli alpeggi in Valle d Aosta può considerarsi un riferimento per le murature a secco. L arch. Marco Zerbinatti non condivide molto i contenuti di quella normativa in quanto sono stati eseguiti interventi anche non consoni. Durante l incontro che si terrà in Svizzera presso la S.U.P.S.I. sostiene il dott. Cerutti dovranno essere affrontati i temi ai quali si è fatto cenno e, come gruppo di lavoro, si dovrebbe anche affrontare il problema legato al riutilizzo degli scarti di cava (necessità di mettere a sistema gli scarti in ottica di riutilizzarli come prodotti). Un tema interessante è quello legato alla lavorazione dei trovanti, massi staccati dalle montagne. Il dott. Claudio Gianettoni riferisce essere interessante anche il discorso dell utilizzo degli attrezzi di cava per la realizzazione di pietre in cava. Il prof. Gian Paolo Scarzella interviene dicendo che un gravoso problema che riguarda i terrazzamenti è quello causato dall aver utilizzato il cemento per il contenimento dei pendii 16 di 34

costituiti da detriti. Il cemento ha una struttura rigida e non adattabile ai movimenti fisiologici dei materassi geologici colonizzati. Manifesta la sua approvazione nei riguardi dell utilizzo eventuale di scarti di cava. Il dott. Marco Cerutti chiede all ing. Elisa Genna di provvedere all inoltro ai partners della documentazione raccolta sul tema della viabilità rurale al fine di preparare la giornata di studio a tema da prevedersi alla S.U.P.S.I. di Lugano. Per quanto concerne il lavoro dell arch. Simonis, il dott. Cerutti chiede all ing. Elisa Genna di inoltrare a tutti il link per la consultazione del suo manuale, in modo da condividerne i contenuti. Un altra questione importante riguarda gli aspetti economici e di valorizzazione economica. Nelle aree interne al Parco Veglia Devero, sulle quali vige il Piano Paesistico, redatto dall arch, Giovanni Simonis, il costo degli edifici ha avuto una crescita esponenziale. A fronte di alcuni sacrifici iniziali e di ostilità alle prescrizioni del Piano, di fatto i proprietari ne hanno giovato in maniera eccezionale, nonostante i contenuti pesantemente vincolistici. Il dott. Claudio Gianettoni riferisce che, seguendo la logica dell investimento, la normativa di protezione abbatte o incrementa il valore? Sarà necessario giungere alla definizione di quali rustici mantenere e secondo quali criteri. Il rustico viene affittato perché ha un valore economico sostenuto nel tempo. Grazie alla pianificazione territoriale, alla salvaguardia dell autenticità, se il bene da valorizzare ha un valore che incrementa nel tempo, si raggiungono gli obiettivi prefissati a inizio progetto. Il dott. Marco Cerutti chiede al G.A.L. Laghi e Monti, nella persona del rag. Ferruccio Sbaffi, di procedere a svolgere alcune valutazioni sul costo al metro quadrato di superficie degli immobili, prima della costituzione del parco, prima dell applicazione del Piano Paesistico, e cercare di fare raffronti con quanto accade nelle aree adiacenti. Questo studio sarebbe di particolare interesse in quanto porterebbe a definire le ricadute positive, sul piano economicofinanziario, di interventi sul patrimonio storico-tradizionale nel rispetto di definite regole. Il prof. Riccardo Nelva sottolinea la necessità di definire ed osservare le normative tecniche, il che consente una maggiore durabilità, a fronte di costi maggiori. Il dott. Claudio Gianettoni concorda su questi ultimi punti e ritiene che il rispetto di regole di recupero possa avere un effetto moltiplicatore positivo. Un area di rispetto intorno a un edificio recuperato secondo le buone regole mantiene un valore aggiunto. 17 di 34

Per quanto concerne il tema degli strumenti urbanistici, il Centro Servizi Lapideo si sta occupando dell analisi dei Regolamenti Edilizi (analisi conclusa sui Regolamenti già acquisiti). Il Politecnico di Torino ha il compito di occuparsi dell analisi dei Piani Regolatori Generali vigenti sui Comuni della Provincia. Ha avviato le analisi sul Piano Territoriale Provinciale. Il Centro Servizi Lapideo ha provveduto al reperimento degli strumenti urbanistici disponibili sui siti web dei Comuni. Per quelli mancanti, ha predisposto una lettera di richiesta da inoltrare ai restanti Comuni. Essa attende il benestare della Provincia e dell assessore Cottini. L arch. Sergio Gasparotti riferisce che il lavoro di mosaicatura dei Piani Regolatori Generali ha tempi lunghi ed incerti. Sui siti web dei Comuni sono reperibili i files più recenti e più aggiornati. Ma non sono tutti reperibili in formato digitale. Riferisce come, ultimamente, i Comuni presentano principalmente varianti ai P.R.G.C. L ing. Sara Fasana sottolinea che, vista la mole di documentazione relativa ai 77 Comuni della Provincia, sarebbe il caso di analizzarne eventuali sovrapponibilità, attraverso le quali individuare le discriminanti. Alcuni spunti sono stati colti attraverso l analisi del Piano Territoriale Provinciale. L arch. Sergio Gasparotti riferisce che il Piano Territoriale Provinciale è un documento al momento solo adottato. Gli esiti del progetto Interreg potrebbero riversarsi nel P.T.P. L attuale Piano può fornire indirizzi, linee guida e non indicazioni specifiche per professionisti/artigiani/proprietari. L arch. Gasparotti porta l esempio di uno studio condotto da Oneto e Conti, i quali hanno redatto un regolamento tipo finalizzato alla sistemazione degli spazi aperti (manufatti, terrazzamenti, etc.). Si tratta di un documento sintetico, scarno, dotato di un supporto iconografico. Esistono, in generale, alcuni studi che contengono spunti adottabili da parte dei Comuni. Il problema è riuscire a convincere i Comuni a recepire tali esiti. L arch. Gasparotti mostra interesse per la documentazione in tema di viabilità e di gestione del territorio che sarà messa a disposizione dal Dipartimento del Territorio svizzero. Riferisce che il quadro complessivo della pianificazione urbanistica della Provincia procede con varianti strutturali, che non modificano l architettura primigenia dei P.R.G.C. presentati. Il problema con il quale la Provincia si sta scontrando riguarda gli insediamenti/le case sparse (quelli raggiunti da viabilità carrozzabile sono spesso stati modificati/distrutti; quelli raggiunti da sentieri si sono spesso mantenuti, ma sono soggetti ad avanzato stato di degrado). Si chiede 18 di 34

di poter intervenire su tali insediamenti, ma i Comuni non hanno le possibilità materiali per effettuare gli interventi. Eseguendo varianti strutturali, i Comuni non hanno la capacità di dare qualità agli interventi. La Provincia dovrebbe incidere sul Piano Territoriale Provinciale dando un ventaglio di ipotesi per eseguire gli interventi e per dare qualità agli stessi. Attualmente, il processo non è controllato da parte dei Comuni. Il dott. Claudio Gianettoni ribadisce l esigenza di mettere in rete le competenze dei professionisti, le conoscenze, le capacità delle maestranze e l elenco dei proprietari. Tali informazioni devono risultare propedeutiche. Interessante, a questo scopo, è il tema della fotografia sui rustici in Canton Ticino (definizione dei criteri di intervento e di scelta dei materiali e delle tecniche attraverso la diffusione di fotografie in rete, relative ad esempi corretti/scorretti di realizzazione corretta). L arch. Sergio Gasparotti sottolinea la necessità di definire un elenco di dati che facciano riferimento ad artigiani, progettisti, alla divulgazione di un loro elenco, in ottica di raggiungere gli obiettivi del progetto Interreg. Un azione prevista dal progetto ed in carico alla Provincia riguarda il censimento degli interventi a regola d arte eseguiti sul territorio. L arch. Gasparotti richiama il Manuale della Val Bavona (Manuale per la riattazione degli edifici, Edizione Fondazione Valle Bavona) che, a suo parere, riporta esempi di intervento eseguiti a regola d arte. Il Manuale è rivolto ai proprietari di immobili situati in Valle Bavona e a tutti gli artigiani che vi operano. Lo stesso illustra in quale modo devono essere interpretate ed applicate le norme di tutela contenute nelle NAPR-BV e le relative schede tecniche con una scelta esemplare di edifici pre-moderni non ancora riattati e ristrutturazioni già eseguite. Il dott. Claudio Gianettoni presenta anche una brochure relativa allo studio condotto sui rustici/edifici rurali dei Monti di Medaglia, a cura del Dipartimento del Territorio, Ufficio Natura e Paesaggio della Svizzera. Lo stesso dott. Gianettoni sottolinea l importanza, nella fase di analisi, di prendere in considerazione documenti non superati e che siano aggiornati. Nell analisi dei Piani Regolatori Generali è necessario focalizzare l attenzione su contenuti organizzati per tematiche. L arch. Marco Zerbinatti promette che il primo screening sui contenuti dei Piani Regolatori vigenti sui Comuni della Provincia del VCO dovrebbe essere completato entro la prima metà del mese di luglio. I primi esiti saranno inoltrati ai partners per una condivisione collegiale. Si tratterà di produrre un documento master da emendare a cura dei singoli soggetti coinvolti nel progetto. Il dott. Marco Cerutti propone un incontro per la condivisione degli esiti delle prime analisi sugli strumenti di pianificazione entro i primi del mese di settembre. 19 di 34

L ing. Sara Fasana sottolinea che sarà necessario mettere a sistema utenze e pubblica amministrazione. Il Politecnico di Torino ha analizzato i contenuti del Piano Territoriale Provinciale e le relative Osservazioni, producendo un documento di sintesi. È emersa la mancanza della definizione di un metodo e di una codifica per la redazione dei documenti. Il progetto Interreg potrebbe giungere a dare esempi tecnici sul metodo ed indicazioni ai Comuni sui Piani Regolatori Generali. Gli esiti del progetto Interreg dovrebbero puntare ad avere ricadute concrete sul territorio (come si è più volte sottolineato negli incontri svoltisi in questi mesi), attraverso un impegno diretto delle pubbliche amministrazioni. Il dott. Claudio Gianettoni propone l identificazione dei beni classificandoli per tipo, specificità, foto. Sarà necessario definire un codice univoco del bene. L arch. Marco Zerbinatti risponde che quello proposto dal dott. Gianettoni è il lavoro che il Centro Servizi Lapideo ed il Politecnico di Torino stanno svolgendo mediante la messa a punto di una scheda di censimento georeferita. Attualmente si sta lavorando alla redazione di una scheda sintetica volta all individuazione dei caratteri connotanti dei beni (al fine di definire se un manufatto è degno di tutela o meno). Poi, saranno definite schede di approfondimento specifiche per elementi tecnici ricorrenti. Il dott. Claudio Gianettoni propone di organizzare le schede in modo che sia prevista una sezione rivolta all ente pubblico ed una rivolta al proprietario del bene. Questo lavoro è in fase di sviluppo a cura del Centro Servizi Lapideo e del Politecnico di Torino. Il dott. Gianettoni sintetizza le attività da svolgere in ambito Interreg nelle seguenti: - comprendere quali sono le azioni possibili al fine di definire il tipo di intervento (restauro/recupero/ristrutturazione edilizia/manutenzione straordinaria, etc.) dal punto di vista teorico; - affrontare il tema delle competenze: maestranze, imprese, archivi sonori (per dare emotività ai contenuti ed alle azioni e non tralasciare l unicità delle testimonianze orali, che si stanno lentamente perdendo), etc.; - affrontare il tema delle agenzie immobiliari e dei criteri per la scelta dei beni da inserire nel circuito economico; - sviluppare il tema di strumenti e materiali (cave, dei fornitori, etc.); - sviluppare il tema della normativa e dei vincoli; 20 di 34

- sviluppare il tema dell informazione (redazioni giornalistiche, media, gestione della valorizzazione del bene rustico affinchè esso possa mantenere il valore economico acquisito). Ovviamente il progetto Interreg non potrà giungere allo sviluppo di tutti i punti, però sarebbe importante riuscire ad impostare una struttura secondo questa logica, nell ambito della quale l Interreg andrà a sviluppare alcuni tasselli. Il dott. Marco Cerutti chiede ai presenti di condividere alcuni ragionamenti in merito alle aziende che producono piode tradizionali a spacco o piode industriali. Su questo punto, sarà necessario svolgere considerazioni al fine di comprendere quali aziende e quali artigiani inserire negli elenchi ai quali attingere per l esecuzione di interventi di recupero a regola d arte. L ing. Sara Fasana interviene dicendo che sono poche le aziende sul territorio che producono lastre a spacco. Se sono in vigore normative che prescrivono l utilizzo di lastre a spacco naturale (più costose) certamente ciò può portare ad un incremento della produzione e possono registrarsi ricadute concrete sull economia del territorio. Il dott. Marco Cerutti riferisce che rilevanti commesse di lastre in pietra segate e sbarbate provengono dal Vallese. Eliminare dal mercato le piode segate comporterebbe un pesante danno all economia locale. Il dott. Claudio Gianettoni riferisce che, negli anni scorsi, il mercato si è spaccato in due: - quello dei prodotti a bassissimo prezzo provenienti dalla Cina; - quello dei prodotti di alta gamma ad altissimo prezzo. Anche nel caso del recupero dei rustici si assiste all assenza di interventi che si collocano in posizione intermedia (si registrano interventi a basso costo e con esiti discutibili o interventi ad alto costo e con esiti molto buoni). In questo senso, è fondamentale il lavoro culturale che sta dietro. Sarà necessario capire come poter aiutare gli impresari. Il dott. Marco Cerutti porta l esempio delle coperture: esistono edifici per i quali sussiste un vincolo (e per questo è necessario che rispettino le prescrizioni normative); esistono, però, altri edifici non vincolati, per i quali si dovrebbe valutare la possibilità di accettare tipi di manto, realizzati con materiali locali, integrati nel contesto, e che possano economicamente collocarsi tra un manto in piode tradizionali ed uno in lamiera (valutare le opportunità di utilizzazione di lastre provenienti da una lavorazione industriale, con conseguente abbattimento dei costi). 21 di 34

L ing. Elisa Genna e l arch. Marco Zerbinatti sostengono che non si tratta di fare valutazioni asettiche sul costo del materiale, ma nelle considerazioni è necessario includere anche valutazioni sulle tecniche costruttive utilizzate. L arch. Marco Zerbinatti, facendo scorrere alcune immagini relative alle ricognizioni condotte nei mesi di maggio e giugno 2012 in ambito Interreg, sottolinea l importanza del legame dell intervento con il contesto (presenta il caso di una piccola chiesa in territorio G.A.L., sulla riviera occidentale del Cusio, la quale presenta la copertura in lastre di pietra locale di spessore sottile; il nartece invece presenta un manto di copertura rifatto con scandole in ardesia. Si tratta di un intervento non ammissibile). Spesso il pianificatore si limita a dare prescrizioni di utilizzo di materiali locali, non procedendo a dare specifiche: ciò determina una libera interpretazione della normativa e conseguenti esecuzioni non rispettose dell originalità e dell autenticità del contesto. L arch. Sergio Gasparotti riferisce che ciò è una diretta conseguenza dei seri problemi economici gravanti sugli enti che hanno il compito di gestire il territorio. L arch. Marco Zerbinatti concorda con l arch. Gasparotti, ma aggiunge che c è soprattutto un grave problema di scarsa cultura. Il prof. Riccardo Nelva richiama l attenzione anche sull adeguamento alle normative nazionali vigenti in tema sismico. In quest ottica, è necessario realizzare strutture scatolari. Gli edifici in muratura ossolani sono costruzioni atipiche, che perdono la verticalità molto prima rispetto a costruzioni realizzate con altri materiali. Quindi è necessario che la struttura costituente sia ben connessa (attenzione in particolare alla corretta realizzazione dei cantonali, che hanno il compito di collegare murature adiacenti). Dal punto di vista sismico, la Val d Ossola è classificata in zona 3, tranne due Comuni in zona 3S ed i restanti in zona 4. L arch. Marco Zerbinatti fa scorrere altre immagini fotografiche, presentando anche le problematiche relative alle aperture degli edifici (di grandi dimensioni nei fienili) ed esempi di corretti e scorretti interventi di recupero. Sottolinea come spesso ci sia un attenzione maniacale per il recupero dei dettagli, perdendo però di vista l insieme (porta l esempio della rimessa in luce di un vecchio arco ritrovato in una parete, sulla quale viene poi realizzato un intonaco di cemento). Anche per quanto concerne le finiture, durante le ricognizioni effettuate, si sono registrati problemi ricorrenti. Ciò deriva dalla mancanza di attenzione e, più ancora, di cultura. A questo punto riprende la parola il prof. Riccardo Nelva, che propone una sua presentazione in particolare incentrata sul tema degli elementi in aggetto: cornicioni, scale esterne a sbalzo e balconi. Anch egli svolge un analisi in relazione agli edifici oggetto di ricognizione nei mesi di 22 di 34