IPOTALAMO. Fattori che producono calore. Fattori che disperdono calore



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Negli esseri viventi, per il corretto mantenimento delle funzioni vitali, è necessaria una determinata temperatura corporea, che varia da specie a specie. Ogni essere vivente adotta una serie di metodi che prendono il nome di termoregolazione. IPOTALAMO Fattori che producono calore Fattori che disperdono calore

Per febbre si intende un'elevazione della temperatura corporea al di sopra di 37 C. Facendo riferimento all'intensità dell'elevazione termica, possiamo distinguere la situazione subfebbrile (37-38 ), la febbre lieve (38-38,5 ), quella moderata (38-39 ), la febbre elevata (39-40,5 ), ed infine l'ipertermia (> 40,5 )

Cause e meccanismo Negli esseri umani la febbre è dovuta all'alterazione del punto di regolazione ipotalamico e in questo va distinta dall ipertemia, che è l'elevazione della temperatura corporea senza disregolazione del centro termoregolatore ipotalamico. Quest'ultimo è ad esempio il caso del colpo di calore, in cui l'elevazione della temperatura corporea è dovuta a uno squilibrio tra calore assorbito e calore che è possibile disperdere.

Cause e meccanismo La febbre può avere diverse cause, le quali hanno comunque tutte come effetto comune quello di una attivazione del sistema immunitario, e in particolare dei macrofagi. Questi vengono stimolati a produrre citochine quali l'interleuchina 1 e 6, il TNF alfa e beta, l inteferone alfa che vanno ad agire sul centro termoregolatore dell'ipotalamo. A sua volta, l'ipotalamo, "istruito" a mantenere una temperatura corporea più elevata, raggiunge lo scopo sia aumentando la produzione di calore (ad esempio attraverso la contrazione muscolare detta brivido) sia riducendone le perdite attraverso la vasocostrizione (è per questo che mentre la febbre sale la pelle è fredda e pallida). Al contrario la dispersione del calore si ha con la vasodilatazione, la sudorazione, la respirazione

Cause e meccanismo Le cause che determinano questa attivazione immunitaria possono essere diverse: quelle più comuni sono senz'altro quelle infettive, ma si può avere febbre anche in seguito a malattie neoplastiche o autoimmuni ma anche nelle infiammazioni locali come l infarto del miocardio o polmonare o in seguito a trauma

LA FEBBRE E UTILE? Per l inizio della risposta immunitaria è essenziale la presenza di IL1 ( pirogeno endogeno). Alcune risposte immuni sono in vitro sono favorite da temperature elevate Molti agenti infettivi sono sfavoriti dalle alte temperature ( spirochete).

La febbre in questo senso va considerata come parte dei meccanismi di difesa dell'organismo, in quanto a temperature più elevate della norma viene ostacolata la replicazione dei microorganismi infettanti (specialmente virus). Non è quindi buona norma ricorrere ai farmaci antipiretici in ogni occasione di febbre, piuttosto riservarli a condizioni di febbre elevata (maggiore di 39 C) o in presenza di indicazioni specifiche, meglio se sotto controllo medico (bambini piccoli, anziani debilitati, cardiopatici eccetera); tali farmaci infatti agiscono sul centro termoregolatore, quindi sul sintomo, non sulla causa della febbre, che andrà opportunamente trattata a parte con antibiotici o altri provvedimenti.

LA FEBBRE E UTILE? E dannosa nei cerebropatici, negli anziani. Nei cardiopatici la tachicardia può precipitare le condizioni cardiovascolari. Nei bambini può dare convulsioni.

Se teniamo conto della variazione della temperatura nel tempo, secondo il profilo della curva termica è possibile definire diversi tipi di febbre: Continua: la temperatura si mantiene febbrile giorno dopo giorno, e le sue oscillazioni non superano 1 C Remittente: è quella in cui la temperatura, pur rimanendo sempre al di sopra dei 37 C, presenta oscillazioni circadiane maggiori di 1 C ed è massima la sera e minima al mattino. Intermittente: è quella in cui la temperatura ha un profilo circadiano caratteristico, scendendo al di sotto dei 37 C al mattino, per ripresentarsi elevata al pomeriggio o la sera.

Ricorrente: è quella caratterizzata dall'alternanza ultradiana di periodi di febbre che durano qualche giorno, intervallati da periodi di apiressia altrettanto lunghi. Ondulante: è quella con profilo ultradiano caratteristico per aumentare gradualmente giorno dopo giorno fino ad un massimo, e poi diminuire altrettanto gradualmente fino a scomparire. Tale ciclo si ripete più volte, ed tipico della brucellosi.

Febbricola: è quella caratterizzata da elevazioni termiche di lieve entità ma di lunga durata Settica: è la febbre tipica (anche se non esclusiva) delle cistopieliti e delle colangiti, caratterizzata da esordio brusco, con brivido squassante, o con episodi di brivido subentranti nell'intervallo di minuti o ore, che raggiunge valori di temperatura assai elevati (superiori a 39 C), e che va incontro a defervescenza in maniera altrettanto rapida, per crisi. Essa dipende dall'immissione in circolo di materiale batterico in grande quantità, prevalentemente di tipo Gram-

Nella febbre si distingue un periodo di ascesa, uno di acme ed uno di defervescenza. L'ascesa può essere rapida, oppure graduale, preceduta o meno da brivido; ugualmente, la defervescenza può avvenire bruscamente, per crisi, o gradualmente, per lisi. La febbre si accompagna quasi costantemente all'aumento della frequenza cardiaca: circa 8-10 battiti al minuto oltre la frequenza di base, per ogni grado di temperatura al di sopra dei 37 C, con una rara eccezione rappresentata dalla febbre dell'ileotifo (bradicardia relativa). I soggetti con insufficienza renale, epatica, chetoacidosi diabetica hanno una temperatura più bassa. Negli anziani può non esservi una risposta febbrile ma solo perdita di appetito stato confusionale, o ipotensione.

Febbre di origine sconosciuta Si indica la malattia febbrile con temperatura superiore a 38.3 C della durata di almeno tre settimane per le quali non sia stata formulata una diagnosi specifica dopo 3 giorni di degenza o dopo 3 visite specialistiche Febbre fittizia o autoindotta