Filippo Gomez Paloma Università degli Studi di Salerno

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Filippo Gomez Paloma Università degli Studi di Salerno fgomez@unisa.it

Da circuiti a processi Da processi a re-azioni Da input a circuiti Da re-azioni a comportamenti??

Il E nostro grazie al modo corpodi che vivere oggi possiamo e di sperimentare meglio comprendere il nostroquali mondo sono coinvolge i meccanismii nervosi che ci consentono di entrare in comunicazione con i nostri simili, di trasmettere nostri processi sensoriali e motori, percezioni e azioni loro i nostri desideri, le nostre credenze, le nostre intenzioni "Siamo Il cervello esseri è certamente nervosi. parte I nostri di un sistema cervellintegrato ricevono e dinamico il loro input che èdal indirizzato resto dei alle nostri singole azioni corpi. chei passano nostri corpi dal nostro edcorpo il modo e popolano in cui ogni funzionano istante della vita nel quotidiana. mondo Se si considera il cervello solo come un dispositivo computazionale, il cui compito è di strutturano i concetti che possiamo usare per pensare. Non possiamo processare informazioni e in questi termini lo si pensi come il centro della cognizione, si pensare ignora la centralità qualsiasi dellacosa, forma animata ma solo nelciò pensiero che umano. ci permettono i nostri cervelli incorporati.

Paradigma scientifico-(inter)culturale? asserisce Oggi non è più possibile pensare che si possa studiare la mente senza tener conto del fatto che i processi cognitivi sono influenzati dal cervello e in generale dal corpo, dai suoi vincoli e dalle opportunità che offre. (Borghi e Iachini, 2004) asserisce C'è un movimento in corso nelle scienze cognitive finalizzato a concedere al corpo un ruolo centrale nella formazione della mente. I fautori della cognizione incarnata hanno come loro punto di partenza teorico non una mente che lavora su problemi astratti, ma un corpo che richiede una mente per farlo funzionare. (Wilson, Robert, Foglia, 2011)

Rizzolatti (2006) Letheby (2012) Borghi (2013) Fisher (2012) Goleman (2006) Wilson (2002) Chemero (2009) Gardner (2000) Lakoff (1999) Gallese (2012) Merleau Ponty (2003) Ryle (2007)

PERCHÉ

B E S

B E S CORPOREITÀ

B E S CORPOREITÀ

1. FRAMEWORK TEORICO 17-03-2014 2. PROTOCOLLO PER L EDUCAZIONE FISICA 20-03-2014 3. PROTOCOLLO PER DIDATTICA ORDINARIA 25-03-2014

QUADRO SINOTTICO Indicazioni Nazionali 2012 Ilcorpoelasuarelazioneconlospazioeiltempo Il linguaggio del corpo come modalità comunicativa-espressiva Ilgioco,losport,leregoleeilfairplay Salute e benessere, prevenzione e sicurezza

Esempio Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo CAPACITÀ COMPETENZE INFANZIA PRIMARIA I GRADO CAPACITÀ Riconoscere il proprio corpo nelle sue diverse parti Coordinare utilizzare schemi motori ed diversi Realizzare gesti tecnici specifici anche in situazioni nuove COMPETENZA Sperimentare schemi posturali e motori e adattarli alle situazioni ambientali Organizzare il proprio movimento nello spazio in relazione a sé, agli oggetti, agli altri Correlare variabili spaziotemporali funzionali alla realizzazione del gesto tecnico nelle situazioni sportive e in ambiente naturale

Team di Ricerca Prof. Filippo Gomez Paloma(Università di Salerno) Coordinatore Scientifico Prof. Dario Ianes(Libera Università di Bolzano) Supervisore Scientifico Prof.ssa Elisabetta Ghedin(Università di Padova) Coordinatore Didattico Prof. Gaetano Raiola(Università della Basilicata) Coordinatore Organizzativo Dott.ssa Antonella Mancaniello(Ufficio VII Disabilità - MIUR) - Componente Dott.ssa Paola Damiani (USR per il Piemonte) - Componente Dott.ssa Melissa Milani(CIP Nazionale) - Componente Dott.ssa Nicolina Pastena(Università degli Studi di Salerno) - Componente Dott.ssa Cristiana D Anna(Docente MIUR) - Componente Dott.ssa Laura Rio(Docente MIUR) - Componente

Filippo Gomez Paloma Università degli Studi di Salerno fgomez@unisa.it Vi ringrazio per l attenzione! Riepiloghiamo alcuni punti fondamentali: non si tratta di un modello già esistente e validato, ma di una ipotesi da sperimentare insieme; il modello è stato costruito su basi scientifiche che non rispondono a principi deterministici; la condivisione e la motivazione/passione di tutti noi è alla base del successo; l obiettivo è avviare la sperimentazione di modelli che, inquadrando la persona nel complesso fenomeno dell ICF, consentano ai docenti di radiografare pedagogicamente i BES