Capitolo 2 : LA GESTIONE STRATEGICA NELLA REALTA



Documenti analoghi
LA GESTIONE STRATEGICA

Corso di Marketing Industriale

Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing

IL BUSINESS PLANNING LO SVILUPPO DI UN BUSINESS PLAN. 1.Definizione della Visione Imprenditoriale e degli obiettivi. Ing. Ferdinando Dandini de Sylva

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

GUIDA - Business Plan Piano d impresa a 3/5 anni

Strategie e Controllo

TITOLO DELL INSEGNAMENTO CFU. Principali conoscenze e/o Abilità. Obiettivo. Organizzazione didattica. Strategia d Impresa e Marketing 10 CFU

Segmentare ovvero capire il contesto di mercato di riferimento

Capitolo XVII. La gestione del processo innovativo

Marketing: una definizione 28/10/2013 CREAZIONE DI VALORE, ATTIVITÀ DI MARKETING E STRATEGIE D IMPRESA, PIANIFICAZIONE (CAP.

ANTONELLA LAVAGNINO COMUNICAZIONE & MARKETING

Vuole rappresentare un punto di riferimento affidabile in quei delicati momenti di cambiamento e di sviluppo del nuovo.

LA LOGISTICA INTEGRATA

CAPITOLO 11 Innovazione cam i amen o

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA

L analisi per la sopravvivenza del sistema vitale

Chi può richiedere il Voucher Formativo?

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

Il Marketing Strategico

Dalla Business Idea al Business Plan - 1 -

Piano di marketing internazionale

Tecnologie dell informazione e della comunicazione per le aziende

Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni

! "#$ #$$% # % &#'('! #' ' %. $$ /'( &

Capitolo 12. La strategia di espansione globale. Caso di apertura

ANALISI. Questionario per il personale ASI. Data Sezione del documento / Motivo della revisione Revisione Prima emissione documento A

Il Marketing Strategico

I rapporti economici internazionali. Liberismo e protezionismo La Bilancia dei pagamenti Il cambio La globalizzazione

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento

Principi di marketing

I vantaggi dell internazionalizzazione delle imprese

Corso di Marketing Industriale

NOTE DI PRESENTAZIONE DELLA MALAVOLTA CONSULTING S.a.s.

ANDREA POGGI Pianificazione e controllo strategico in una logica di apprendimento dinamico Giuffrè, 1998

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

Organizzazione, marketing interno e cultura del servizio

IL NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO DELLE STRUTTURE COMMERCIALI TERRITORIALI

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Perfare MASSIMIZZARE IL VALORE DELL ATTUALE GAMMA DI PRODOTTI

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

Consulenza e formazione nel Turismo e nella Ristorazione

CAPITOLO 3. Elementi fondamentali della struttura organizzativa

Concetto e sistema di Marketing

Realizzazione MOVIDA per Sport&Management. Cos è il marketing

Come sviluppare un marketing plan

Business Intelligence CRM

Le strategie di marketing

Analisi SWOT. L analisi SWOT è un analisi di supporto alle scelte, che risponde ad un esigenza di razionalizzazione dei processi decisionali.

REALIZZARE UN BUSINESS PLAN

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

I.Ri.Fo.R. Regionale Toscano Onlus. Analisi dei fabbisogni per la formazione di Trascrittori testi in braille, ingranditi ed elettronici

Corso Marketing per il No-Profit. Pescara, 05 Febbraio 2016

Che cos è l intelligenza e come funzionano i test del Q.I.

Fondamenti di strategia competitiva ed analisi dei settori industriali

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE RELAZIONALI DEL PERSONALE INTERNO A CONTATTO CON IL CLIENTE

REPORT EX ANTE Servizio civile nazionale

CRM: IL FUTURO DEL MARKETING ATTRAVERSO LA CONOSCENZA DEL CLIENTE

21/05/2014 Fondi & Sicav - N.64 - Maggio 2014

ILSISTEMA INTEGRATO DI PRODUZIONE E MANUTENZIONE

La genialità di una campagna di comunicazione non ha una formula ben precisa. Per essere efficace e di successo, si devono dosare i giusti

LEZIONE N. 1. Il Marketing Concetti Introduttivi. Alessandro De Nisco. Università del Sannio. Corso di Marketing

Technology and Quality of Life. [Preincubazione] [Preincubazione]

MODELLO PER LO SVILUPPO DEL PRODOTTO

LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE

Innovare in Filiere Tradizionali. Federchimica

Corso di MARKETING OPERATIVO

Facoltà di Scienze Politiche e di Scienze della Comunicazione. Corso di laurea in Economia e Metodi Quantitativi per le Aziende

LA FUNZIONE COMMERCIALE terza parte: politiche di prodotto e segmentazione strategica del mercato

Le miniguide di Umberto Santucci. Come stabilire le priorità? Miniguida per l'uso del Diagramma di Pareto

Alta Formazione Manageriale

A cura di Giorgio Mezzasalma

SAPORI ITALIANI NEL MONDO

IL MARKETING STRATEGICO

Il Controllo di gestione nella piccola impresa

PROJECT MANAGEMENT SERVIZI DI PROJECT MANAGEMENT DI ELEVATA PROFESSIONALITÀ

UN ESEMPIO DI VALUTAZIONE

Lezione 1 Introduzione

Concetti di Marketing nel turismo

Controllo di gestione budget settoriali budget economico

Il gruppo nella ricerca-azione. azione. Cantù, 24 maggio 2011

Export Development Export Development

Ruolo e attività del punto nuova impresa

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LESS IS MORE MODELLO PER LA COMPILAZIONE DEL BUSINESS PLAN PROGETTO D IMPRESA LESS IS MORE

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning

Costituzione dell azienda

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA

Il Marketing Concetti Introduttivi

Tecniche Di Project Management. Le Architetture Organizzative di progetto

Il marketing dei servizi

CHI SIAMO. Viale Assunta Cernusco s/n Milano

Capitolo 1. Il marketing: costruire una relazione profittevole con il cliente. Capitolo 1- slide 1

IL TRADE MARKETING. Prof. Giancarlo Ferrero - Università di Urbino

Information summary: Il Marketing Strategico

La valorizzazione della ricerca e la costituzione di imprese innovative

Corso di Programmazione e Controllo SEDE DI FANO

Outlook finanziario dell agricoltura europea

La "navigazione" in Versilia diventa facile con un click!

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti

Transcript:

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI URBINO Carlo Bo FACOLTA' DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN MARKETING E COMUNICAZIONE PER LE AZIENDE Capitolo 2 : LA GESTIONE STRATEGICA NELLA REALTA GIORGIO BAIOCCHI 1

OBIETTIVE DEL CAPITOLO 1. L evoluzione della teoria 2. Le critiche al modello tradizionale (razionale) 3. La strategia è un processo di miglioramento continuo 4. Le trappole nelle decisioni strategiche e come evitarle 5. La necessità di formulare una strategia e di pianificare 6. Il caso: The Honda Story 2

1. L EVOLUZIONE DELLA TEORIA Anni Sessanta: la nascita Le origini della gestione strategica possono farsi risalire ai primi anni Sessanta e in particolare ai contributi di Chandler (1962), Ansoff (1965) e Andrews (1971). Chandler: ricostruì la storia di quattro grandi imprese americane per studiare come il management avesse preso le decisioni riguardanti il lungo periodo e come avesse modificato di conseguenza la struttura organizzativa. Nel formulare le sue tesi usò due concetti: Strategia e strutture organizzative; Andrews: rafforzò il concetto di strategia di Chandler; la strategia è l adattamento ad un ambiente esterno dominato dall incertezza e in continuo cambiamento. La strategia sarebbe la ricerca del migliore adattamento (fit) tra opportunità e minacce dell ambiente da un lato e forze e debolezze dell impresa dall altro (Strategic fit); Ansoff: obiettivo dell impresa è la massimizzazione del profitto. Per Ansoff la strategia è il filo che lega: obiettivi di una strategia prodotto/mercato; i vettori dello sviluppo (mercati prodotti vecchi e nuovi); vantaggi competitivi; sinergie generate internamente; decisioni make or buy. 3

Anni Settanta: la transazione verso la ricerca I contributi di Andrews, Ansoff e in particolare quelli di Chandler offrirono un sistema di concetti per capire come le strategie si formano e come agiscono sui risultati. La crisi mondiale del 1973 75, originata dall aumento dei prezzi del petrolio, chiarì che anche i sistemi di pianificazione più sofisticati non erano in grado di anticipare il cambiamento. Si dimostrò che le strategie erano la risultante di tentativi (a volte confusi e a volte assistiti). Mintzberg e Waters (1985) e Quinn (1980), i primi due con il concetto di strategie emergenti, il secondo con quello di logical incrementalism, sulla base di ricerche empiriche affermarono il principio che la strategia è spesso la sintesi di risultati non programmati. 4

Anni Ottanta in poi: i contributi di altre discipline Le tecniche di analisi strategica rese popolari dai consulenti furono oggetto di due critiche: le strategie raccomandate risultavano troppo diverse per una stessa situazione; errore di principio basare l intera valutazione sul presupposto che il capitale fosse una risorsa scarsa e che l arena competitiva fosse statica. McKinsey corse ai ripari, riconoscendo queste debolezze e proponendo di procedere gradualmente verso una strategia di successo attraverso quattro fasi di crescente dinamismo e incertezza. Gestione Strategica (creare il futuro) Analisi dinamica Pianificazione orientata verso l ambiente esterno (pensare strategicamente) Analisi statica Pianificazione basata su previsioni (predire il futuro) Pianificazione finanziaria (budget annuale) 5

2. Le critiche al modello tradizionale (razionale) La strategie è il risultato di un processo razionale, un processo che muove dall analisi verso la realizzazione lungo una sequenza definita. La strategia sarebbe la ricerca di un equilibrio, di un adattamento giudicato conveniente per la creazione di valore dell impresa tra due forze: da un lato l ambiente esterno, dall altro l analisi interna. Fin dalle sue prime formulazioni hanno sollevato seri dubbi circa l efficacia dei sistemi di pianificazione formalizzata come piattaforma per l elaborazione delle strategie: Incertezza e adattamento: la strategie non si sviluppa in un mondo di certezze. Si sviluppa in un mondo dominato dall incertezza, dalla complessità, dalla confusione; Approccio dal basso verso l alto. 6

Approccio dal basso verso l alto. Mintzberg: La strategie è un modello in un flusso incessante di decisioni o di azioni. Egli sostiene che il processo di formulazione di una strategia non segue un percorso lineare, spesso è irregolare e discontinuo. Strategie che l impresa vorrebbe adottare Strategie pianificate Strategie realizzate Strategie non realizzate Strategie emergenti 7

Il pensiero di Mintzberg può essere così riassunto: distingue fra strategie scelte, strategie pianificate (intended strategy) e strategie realizzate, strategie emergenti (emergent strategy). Strategie pianificate Strategie emergenti Mission e obiettivi Analisi esterna Mission e obiettivi Analisi interna Analisi esterna Scelta delle strategie Analisi interna Scelta delle strategie (rispondono agli obiettivi) Strategie pianificate Strategie emergenti Realizzazione Cultura dell organizzazione Dall alto verso il basso Dal basso verso l alto 8

3. LA STRATEGIA È UN PROCESSO DI MIGLIORAMENTO CONTINUO Un altra debolezza del modello tradizionale emerge dalla constatazione che nella realtà il cambiamento strategico avviene per piccoli aggiustamenti della strategia esistente. La strategia è gestita sulla base dell esperienza e dell apprendimento continuo. Lo sviluppo incrementale o logical imcrementalism (Quinn, 1978) Nelle grandi imprese il processo di formazione delle strategie è spesso frammentato, in continua evoluzione, frutto di intuizione. Le imprese alterano a lunghi periodi di continuità nel corso dei quali le strategie non cambiano ad altrettanti periodi in cui il percorso scelto non risulta chiaro e definito, non è chiara la strategia. Esistono dei limiti alla conoscenza: non si possono prendere decisioni complesse riconducendo simultaneamente più fattori ad un unica matrice al fine di cercare una soluzione ottimale. Se si adottano le tesi dello sviluppo incrementale si corrono due rischi: rispondere in ritardo a cambiamenti radicali del contesto; sviluppare una cultura organizzativa basata sulla semplice reazione a eventi esterni e non sul costante impegno ad anticipare gli eventi e a innovare. 9

Incertezza e learnig organization Un altra posizione contraria al modello tradizionale di gestione strategica è espressa dai sostenitori della chaos theory del management, secondo cui turbolenze e caos sono la regola nel contesto in cui agiscono le imprese. Questa visione apre la strada alla learning organization: una organizzazione che apprende riesce a trarre vantaggio dalla varietà di conoscenze, capacità ed esperienze delle persone che la compongono. Due sono i presupposti principali: 1. la condivisione degli obiettivi dell organizzazione da parte dei collaboratori; 2. lo sviluppo di una cultura che stimoli il confronto tra idee diverse e dia priorità alla sperimentazione. 10

4. LE TRAPPOLE NELLE DECISIONI STRATEGICHE Diverse sono le spiegazioni che vengono date in merito all incapacità del modello tradizionale di produrre i migliori risultati: 1.L equilibrio non da vantaggi: la pianificazione è la condizione necessaria per ottenere risultati non inferiori alla medie, ma non garantisce risultati superiori alla media; 2.L incertezza domina: il futuro è dominato dall incertezza, l unica costante è il cambiamento; 3.Non basta pensare in grande: assegnare le decisioni esclusivamente ai vertici dell organizzazione allontana le decisioni dai problemi reali e priva il vertice del contributo di conoscenza di molti collaboratori; 4.Lontani dal futuro: attenzione concentrata sul rapporto tra le risorse esistenti e le condizioni attuali dell ambiente esterno; 11

4. LE TRAPPOLE NELLE DECISIONI STRATEGICHE (1) 5. Vittime di pregiudizi: le ricerche sono basate sui pregiudizi che la mente umana crea e che hanno conseguenze nella formulazione della strategia; 6. Limiti alla conoscenza e all autonomia: errato o incompleto uso delle informazioni disponibili per il manager; 7. Pensiero di gruppo: i componenti di un gruppo spesso prendono decisioni che da soli non avrebbero preso; chi ha la responsabilità delle strategie non può permettersi di vedere il mondo da un solo punto di vista; 8. Due tecniche: come migliorare le decisioni? Due tecniche sono state suggerite: devil s advocacy (avvocato del diavolo) dove uno o più manager hanno il compito di criticare le strategie adottate e i piani di sviluppo relativi. Lo scopo è far emergere eventuali debolezze; dialectic inquiry (analisi dialettica) dove al piano originario è contrapposto un secondo piano che parte da ipotesi diversi e segue percorsi diversi. Confrontando i due piani possono emergere nuovi concetti, nuove politiche meno vulnerabili rispetto a quelle del piano originario. 12

5. LA NECESSITÀ DI FORMULARE UNA STRATEGIA E DI PIANIFICARE È veramente necessario avere una strategia e una pianificazione strategica? La risposta è si, per molte ragioni. 1.Maggiore complessità delle operazioni e maggiori investimenti di capitali; 2.La progettazione richiede più tempo; 3.Il ciclo di vita dei prodotti si accorcia; 4.Occorre personale specializzato; 5.Un gruppo di imprese deve avere una strategia unitaria; 6.Cresce l instabilità; 7.La conoscenza è più intensa; 8.Cresce l importanza dei valori sociali; 9.Bisogna pensare in termini di futuro; 10.Pianificare significa motivare e agevolare; 11.La pianificazione è uno strumento di controllo. 13

6. IL CASO: THE HONDA STORY Negli anni 60 Honda si nel mercato USA con la commercializzazione di moto di piccola cilindrata, affidandosi non hai negozi specializzati, ma ai grandi magazzini (punti vendita di articoli sportivi). Nel 1975 il governo britannico pubblicò un rapporto preparato dal Boston Consulting Group (BCG) con le possibili strategie per rianimare l industria motociclistica in grande crisi: utilizzo di economie di scala e le curve di esperienza (bassi costi di produzione); attacca il segmento dove i produttori locali erano assenti; strategie risultanti da un processo razionale. R. Pascal nel 1982 intervistò sei dirigenti giapponesi Honda: 1. i prezzi bassi di Honda 50 era dovuto non alle economie di scala nella produzione ma alla potenza e alla leggerezza del motore 50cc; 2. inizialmente il target era il segmento delle moto 250cc e 350cc, ma le vendite furono assai modeste; 3. Il successi viene quasi per caso con la 50cc Honda Cubs, che i manager usavano per spostarsi in Los Angeles; 4. Successo dipeso dalle capacità dei dirigenti di Honda di rispondere agli eventi e di apprendere il mercato (strategia emerge dai livelli bassi). 14