Miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza della casa. GIMA Salsomaggiore 2009



Documenti analoghi
Case insalubri e insicure, fattori di rischio per la salute Ambiente Lavoro Snop Bologna 2011

Miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza della casa. Dipartimento di Sanità Pubblica - AUSL Cesena

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE

Denominazione del trattamento Fonte normativa (indicare, se possibile, le fonti normative sull attività istituzionale cui il trattamento è collegato)

REGOLAMENTO DEI CENTRI DI VACANZA PER MINORI DI CUI ALL ARTICOLO 7, COMMA 2 DELLA LEGGE REGIONALE 3 LUGLIO 2000, N. 13 CAPO I

CARTA DEI SERVIZI MEDEA

R e g i o n e L a z i

DELIBERAZIONE N. 47/7 DEL

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

DETERMINAZIONE N. 705 DEL 29/12/2014

Sostegno e Accompagnamento Educativo

PRINCIPI FONDAMENTALI...

COMUNE DI PISA. DIREZIONE SERVIZI EDUCATIVI AFFARI SOCIALI Ufficio Diritto allo Studio e Sociale U. O. Sociale Via del Carmine 12

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ;

LINEE GUIDA PER IL SERVIZIO DI ASSISTENZA SCOLASTICA SPECIALISTICA (SASS) DEL COMUNE DI CARLOFORTE

COMUNE DI SORI PROVINCIA DI GENOVA. Certificato ISO AREA SOCIALE

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori 23/01/ BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 7

Gestire le NC, le Azioni Correttive e Preventive, il Miglioramento

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

non posso permettermi la casa che vorrei... se solo quell appartamento costasse un pò meno..

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

REGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

D. LGS 81/2008. Informazione ai lavoratori

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

Procedura di Responsabilità Sociale

Linee guida per il Volontariato Civico del Comune di Monza

Comune di Castelnovo ne Monti

Regolamento Isvap n. 24 del 19 maggio 2008

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori

TITOLO II IMPIANTI TERMICI CIVILI

Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia - Direzione Generale

Caratteristiche di qualità dei prodotti

COMUNI DI Almè, Paladina, Ponteranica, Sorisole, Valbrembo, Villa d Almè. Criteri per l erogazione dei Voucher per Servizi Formazione Autonomia

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

Badanti e Assistenti Familiari Specializzati

RICHIESTA CERTIFICATO DI IDONEITA DELL ALLOGGIO E DI CONFORMITA AI REQUISITI IGIENICO SANITARI

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

ACCORDO DI COOPERAZIONE

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.

PROVINCIA DI FROSINONE L. 328/2000. Comuni di:

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS

LEGGE REGIONALE N. 5 DEL REGIONE CAMPANIA "DISCIPLINA DELL'ATTIVITA' DI BED AND BREAKFAST"

Logistica magazzino: Inventari

Titolo 1 - PRINCIPI GENERALI. Art Finalità

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

CONVENZIONE SUI SERVIZI SANITARI SUL LAVORO 1

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate

IL DISEGNO DI VALUTAZIONE ADOTTATO

ALIMENTAZIONE, MOVIMENTO, STILI DI VITA: ISTRUZIONI PER L USO

Funzione Strumentale n. 1: P.O.F. / Diffusione della cultura della qualità

Abilità comunicative e strategie di prevenzione 7 giugno 2006, Fontenoce di Recanati

Comune di Jesi. Protocollo d intesa

COMUNE DI ROVIANO (Provincia di Roma) REGOLAMENTO PER LA COMPARTECIPAZIONE DEL COMUNE ALLA SPESA PER IL RICOVERO IN RSA DI PERSONE INDIGENTI

Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri

Regolamento. Funzionamento del Servizio Sociale Professionale. Ambito S9

PROVINCIA DEL MEDIO CAMPIDANO REGOLAMENTO

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03

PROGRAMMA N. 14: CITTÀ MULTIETNICA

RUOLO DELL'ENERGY BUILDING MANAGER (DGR LOMBARDIA N. 5117/07 E S.M.)

Approvato con deliberazione del C.d.A. n. 1 del

CENTRI SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI ADULTI

Progetto Formativo Attività di Simulazione, Trucco e Face Painting Prima Parte

L.R. 41/1996, art. 14 ter, c. 7 B.U.R. 27/12/2013, n. 52

17 MARZO 2014/ 15 APRILE 2014 CRITERI PER L EROGAZIONE DI BUONI SOCIALI A FAVORE DI PERSONE CON DISABILITA GRAVE E PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI

IL MINISTRO DELLA SALUTE DI CONCERTO CON IL MINISTRO DELL ECONOMIA E DELLE FINANZE

PROVINCIA DI MODENA U.P. SERVIZI PER IL TERRITORIO SPORTELLO UNICO PER L EDILIZIA RICHIESTA DI ATTESTAZIONE DI IDONEITA ALLOGGIO.

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria Direzione Generale Ufficio III

5. AZIONI DI SISTEMA PER L ATTUAZIONE DEL PIANO

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

PROCEDURA DI COORDINAMENTO TRA GESTORI DI RETE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 34 E 35 DELL ALLEGATO A ALLA DELIBERA ARG/ELT 99/08 (TICA)

Università Roma Tre CdLM Architettura - Progettazione urbana

Requisiti minimi per un Percorso di Responsabilità Sociale d Impresa

PROVINCIA DI TERNI SETTORE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA

CIRCOLO RICREATIVO AZIENDALE LAVORATORI DI POSTE ITALIANE. CRALPoste CODICE DI COMPORTAMENTO

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

Procedura SODDISFAZIONE DEL CLIENTE E MIGLIORAMENTO CONTINUO

Analisi dati del Personale

SCHEDA REQUISITI PER LA CERTIFICAZIONE DEGLI AUDITOR / RESPONSABILI GRUPPO DI AUDIT DI SISTEMI DI GESTIONE DELL ENERGIA (S.G.E.)

DELIBERAZIONE N. 52/16 DEL

Domanda di riduzione del tasso medio di tariffa ai sensi dell art. 20 MAT e domanda di riduzione del premio ai sensi della Legge 147/2013.

Art. 1 Campo di applicazione

CENTRO DI RESPONSABILITA

Lo sportello Unico Socio Sanitario Integrato Servizi Domiciliari

COMUNE DI GUAGNANO. Provincia di Lecce

Bambini e adolescenti nelle città metropolitane: benessere e condizioni di vita

SCHEDA SOCIALE. DESTINATARIO DELL INTERVENTO Cognome Nome Nato a il / / Sesso

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

COMUNE DI SOGLIANO AL RUBICONE

COMUNE DI RIMINI. Direzione Unità Progetti Speciali

DOCUMENTO TECNICO. 1) Ripartizione delle somme

Transcript:

Miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza della casa. GIMA Salsomaggiore 2009 Salizzato L.,Bianchi D.,Fucchi R.,Reali C.,Righi F. Dipartimento di Sanità Pubblica - AUSL Cesena

Promozione della salute-documenti OMS http://www.cipespiemonte.it/docum_oms.php La promozione della salute è il processo che mette in grado gruppi e individui di aumentare il controllo sui fattori determinanti della salute e di migliorarla, contempla il miglioramento sia degli stili di vita sia delle condizioni di vita rilevanti ai fini della salute. La promozione della salute non considera unicamente interventi e attività volti a rafforzare le conoscenze e le capacità individuali, bensì anche misure tese a modificare le condizioni economiche e ambientali (fattori determinanti), in modo che incidano positivamente sulla salute dell'individuo e della popolazione.

Integrazione sociale. Politiche per la salute. Soggetti istituzionali e sociali con differenti principi ispiratori, valori, obiettivi, priorità (promozione della salute, tutela dell ambiente, benessere economico, qualità urbanistica, educazione e cultura, solidarietà e tutela dei diritti, legalità, ecc ) svolgono un ruolo importante nelle politiche per la salute, non necessariamente favorente. Tavoli di concertazione finalizzati a diversi obiettivi: Conferenze di Servizi, Sportelli unificati, Piani per la salute, Piani sociali, Agenda 21. Individuare aree comuni tra priorità diverse, per definire interessi generali e potenziare la possibilità di conseguire risultati condivisi.

Perché occuparsi di Disagio Abitativo Il profilo di salute degli immigrati residenti nel territorio cesenate risulta sovrapponibile a quello della popolazione autoctona, ma complessivamente gravato di un maggior carico di malattia. ( Profilo di salute della popolazione immigrata, gennaio 2006)

Perché occuparsi di Disagio Abitativo Salute dei migranti: Aree critiche Maggior numero di accessi al P.S. e di ricoveri in tutte le classi d età; Salute materno-infantile; Adesione ai programmi di prevenzione. IPOTESI Ridotto utilizzo dei servizi di assistenza di base (Medico e Pediatra di famiglia) Condizioni di vita insalubri che favoriscono un maggior carico di malattia

Cause di Ricovero nei minori stranieri con meno di un anno La principale causa è Nato Vivo Sano Esclusa questa causa le altre sono: condizioni patologiche perinatali 102 154 patologie delle vie respiratorie superiori 73 stranieri 152 disordini elettroliti, metabolismo, nutrizione 33 74 italiani 0 20 40 60 80 100 120 140 160 ricoveri medi annui per 1000 residenti

Cause di Ricovero nei minori stranieri con 1-17 anni Gli stranieri si ricoverano rispetto agli italiani: 4 volte di più per asma 3 volte di più per disordini dei liquidi ed elettroliti 2 volte di più per altre malattie respiratorie, per traumi superficiali, e disturbi endocrini, metabolici e nutrizionali

Accessi al Pronto Soccorso dei residenti minorenni (tassi medi annui) 1100 1071 italiani stranieri 1000 900 accessi per 1000 residenti 800 700 600 500 400 300 200 746 301 454 326 516 100 0 < 1 anno 1-17 anni totale

Formazione sul campo, anno 2005. Aggiornamento sul problema del disagio abitativo ed elaborazione di un protocollo operativo. Formazione residenziale: 2006 La prevenzione e il cittadino straniero,corso di sensibilizzazione all approccio interculturale - 2008-2009 Casa insalubre, strumenti di intervento. Procedura 2007, certificazione ISO 9001 2000. Protocollo per il miglioramento delle condizioni di disagio abitativo (2005 Cesena, 2008 Savignano SR). Analisi dei risultati periodo 2005-2008. C. Reali, F. Righi, D. Bianchi, R. Fucchi, L. Salizzato.

Protocollo di intesa-cesena-savignano SR Siglato ad ottobre 2005 tra AUSL, Comune di Cesena e la Società per l Affitto, con l obiettivo di migliorare la salubrità e la sicurezza del patrimonio immobiliare del territorio;sottoscritto nel febbraio 2008 dal Comune di Savignano SR. La procedura prevista è stata applicata anche ad abitazioni presenti negli altri Comuni del territorio Cesenate. DESCRIZIONE DEL PROTOCOLLO

Protocollo d intesa per il miglioramento delle condizioni di disagio abitativo. Obiettivi. Individuare le situazioni di disagio abitativo potenzialmente pericolose per la salute. Stimare i rischi selezionando quelli prioritari. Collaborare con gli Enti locali per attivare soluzioni efficaci a rimuovere le cause del disagio. Attivare un archivio comune delle situazioni di disagio abitativo valutando anche le richieste presentate ai fini istituzionali (carta di soggiorno ricongiungimento familiare antigienicità ), utilizzando un sito comune (su server provinciale) che fornisca agli Enti coinvolti l assunzione in tempo reale di informazioni utili alla gestione delle pratiche.

Protocollo d intesa per il miglioramento delle condizioni di disagio abitativo. Obiettivi. Valorizzare la partecipazione dei soggetti interessati (locatari e affittuari) preliminarmente all adozione di azioni coercitive al fine di evitare che alloggi dichiarati antigienici vengano immessi sul mercato dell affitto. Assicurare il monitoraggio della situazione e la valutazione dell efficacia degli interventi. Concordare eventuali interventi di ripristino delle abitazioni che non presentano requisiti igienico sanitari e di sicurezza accettabili.

Procedura Vengono analizzate le informazioni di disagio abitativo acquisite nel corso delle seguenti tipologie di sopralluoghi:segnalazioni provenienti da altri uffici e/ Servizi dell AUSL di Cesena;segnalazione degli organi di pubblica sicurezza;richiesta degli uffici Comunali;segnalazione di cittadini;richiesta di certificazione igienico sanitaria per antigienicità,carta di soggiorno,ricongiungimento famigliare, contratto di lavoro. Il Dipartimento di Sanità Pubblica effettua il sopralluogo conoscitivo sulle abitazioni anche nel corso della propria attività istituzionale e per rilascio di certificazioni. Fornisce, a coloro che sono esposti al rischio, informazioni utili a rimuoverlo, e fornisce altresì informazioni sui comportamenti positivi da tenere per mantenere salubre un alloggio (es: arieggiamento dei locali, smaltimento rifiuti, asciugatura dei panni all esterno, mantenimento della temperatura minima negli alloggi, evitare di chiudere le prese d aria, utilizzo improprio di stufette a gas, ecc.).

Procedura Il Comune di Cesena e il Dipartimento di Sanità Pubblica gestiscono un archivio comune delle situazioni note di disagio abitativo, attraverso un canale di comunicazione permanente via web che consente agli Enti coinvolti l assunzione di informazioni aggiornate in tempo reale utili alla gestione delle pratiche. In particolare le informazioni indicate, oltre a quelle di carattere generale, riguardano tutte le iniziative che i vari uffici intraprendono sul fabbricato. Il Dipartimento di Sanità Pubblica convoca i proprietari degli alloggi che presentano situazioni di rischio o di insalubrità, fornendo le informazioni riguardo agli inconvenienti strutturali riscontrati, alle possibili conseguenze sulla salute degli inquilini, nonché ai relativi obblighi di legge (tra cui la sospensione dell uso del fabbricato ai sensi dell art. 55 del Regolamento Edilizio comunale), attraverso la consegna di una relazione tecnica nella quale, oltre a quanto sopra indicato, saranno definiti anche i tempi di bonifica;

Procedura Il Dipartimento di Sanità Pubblica propone all Autorità Sanitaria: l adozione di provvedimenti per la risoluzione dei pericoli immediati; l adozione di provvedimenti nei casi in cui l accordo con il proprietario non si sia rivelato risolutivo;la diffida a riaffittare le abitazioni per le quali non si è proceduto al risanamento e alle quali sia stata revocata l agibilità. Il Settore Sviluppo Produttivo e Residenziale del Comune, sulla scorta delle proposte di cui sopra, emette gli atti conseguenti, di propria competenza, che possono essere:ordinanza di adeguamento di quanto è stato rilevato in contrasto con le normative vigenti;sospensione dell agibilità;ordinanza di sgombero per i casi di pericolo accertato per gli utenti dell immobile.

Procedura Le inottemperanze alle ordinanze di cui sopra sono accertate dal Dipartimento di Sanità Pubblica con la collaborazione, se necessaria, del personale di vigilanza del Settore Sviluppo Produttivo e Residenziale.I Servizi Sociali del Comune non rilasciano la dichiarazione di disponibilità degli alloggi in tutti i casi in cui dagli atti risulti che all alloggio stesso sia stata revocata l agibilità, sia stato oggetto di un ordinanza di sgombero oppure sia stato dichiarato antigienico. Nei casi in cui il proprietario dell immobile non abbia la possibilità di procedere autonomamente all effettuazione degli interventi necessari alla bonifica di abitazioni insalubri, la Fondazione per l affitto potrà eventualmente intervenire per far eseguire tali interventi, previo accordo con la proprietà e fatto salvo il recupero dei costi.

Tre anni di attività 2005-2008 1171 sopralluoghi e 1110 certificati (84% idoneità). Al 31.12.08 sono state indirizzate al recupero 297 abitazioni, 197 nel distretto Cesena-Valle Savio e 100 nel Distretto Rubicone; di queste 280 con procedura ordinaria e 17 con ordinanze sindacali, per 128 si è concluso positivamente l intervento di risanamento.

Inconvenienti più frequenti ( abitazioni 49% Umidità e fatiscenza dei locali (143 46% Problemi agli impianti di riscaldamento (es. tubo del gas scaduto, mancanza di fori di ventilazione in cucina o nei locali dove sono ubicati impianti di riscaldamento) (136 abitazioni). 36% Problemi agli impianti elettrici (es. prese in zona interdetta, fili elettrici scoperti) (108 abitazioni). Inconvenienti multipli : 44 abitazioni avevano sia problemi agli impianti elettrici che agli impianti di riscaldamento e 16 problemi di sicurezza agli impianti e di insalubrità dei locali.

Abitazioni concluse al 31.12.08

Conclusioni Opportunità: Riduzione delle abitazioni malsane presenti sul mercato immobiliare. Dati in rete con le amministrazioni. Modalità partecipativa (tra amministrazioni, servizi e cittadini). Profilo aggiornato della salubrità delle abitazioni del territorio. Criticità: Situazioni strutturali su cui è difficile intervenire. Problematiche complesse. Tempi lunghi. Carenza di una rete di alloggi alternativi per le famiglie in condizioni peggiori.