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Correzione Quarto scritto di Matematica per Biologi, corso B, 010 31 gennaio 011 1 Parte 1 Esercizio 1.1. Per risolvere questo esercizio bisogna ricordarsi (formula.5 pag. 66 del vostro libro) che per due eventi A e B vale la seguente formula per la probabilità dell unione e quindi che P (A B) = P (A) + P (B) P (A B), P (A B) = P (A) + P (B) P (A B) Proviamo, usando i dati in nostro possesso,a vedere che informazioni possiamo ricavare da quest ultima equazione: P (A B) = 1 8 + 1 7 17 56 = 7 + 8 17 = 56 56. Per il secondo assioma della probabilità (P pag. 64) sappiamo che la probabilità di un evento deve essere un numero compreso tra 0 ed 1. Perciò non possono esistere due eventi A e B corrispondenti ai dati dell esercizio. Esercizio 1.. Non è vero che una funzione dispari da R in R è surgettiva. Un esempio tra tutti è la funzione sin(x). La funzione sin(x) è una funzione dispari, in quanto sin( x) = sin(x); inoltre è una funzione ben definita da R in R ma la sua immagine è l intervallo [ 1, 1]. Esercizio 1.3. Per determinare il dominio della funzione data dobbiamo ricordarci che il logaritmo è definito solo se il suo argomento è maggiore di 0 (pag. 41 del vostro libro di testo). Quindi la funzione è ben definita per ogni t tale che (1 + cos t) > 0; ora, visto l esponente pari a cui viene elevato 1 + cos t, sappiamo che (1 + cos t) 0 per ogni t. I punti su cui la funzione non è definita saranno quindi i punti per cui (1 + cos t) = 0, cioè, i punti per cui 1 + cos t = 0. Ora, si tratta di risolvere la seguente equazione cos(t) = 1; che sappiamo essere verificata per t = π + kπ, dove k è un numero intero. La funzione è definita quindi per ogni t (k + 1)π, per k Z. Calcoliamo ora la derivata: dobbiamo ricordarci la formula di derivazione di una funzione composta (pag. 314), cioè, (g f) (x) = g (f(x)) f (x). 1

Incominciamo calcolando la derivata di (1+cos t) : in questo caso la parte della g viene assunta dalla funzione y, mentre la parte della f viene assunta dalla funzione 1 + cos t. La derivata di g è y e quella della f è sin(t). Abbiamo quindi che: (g f) (x) = (1 + cos t) ( sin(t)). Utilizziamo ancora la regola di derivazione delle funzioni composte per calcolare la derivata della funzione log((1 + cos t) ); in questo caso la parte della g verrà assunta dalla funzione log y mentre quella della f sarà assunta da (1 + cos t) di cui abbiamo calcolato la derivata sopra. Quindi (log((1 + cos t) )) = 1 sin t (1 + cos t) ( sin(t)) = (1 + cos t) 1 + cos t. Equivalentemente, potevamo osservare che per le proprietà dei logaritmi log((1 + cos t) ) = log(1 + cos(t)); come prima, il logaritmo è definito solo per valori strettamente positivi del suo argomento, cioè quando 1 + cos t > 0, o, equivalentemente, cos t > 1. Visto che cos t assume valori compresi in [ 1, 1] abbiamo che la funzione è definita per ogni t tale che cos t 1 e dunque t (k + 1)π per k Z. Per calcolare la derivata, dobbiamo usare anche qui la formula di derivazione per le funzioni composte, dove il ruolo della g viene giocato dalla funzione log y ed il ruolo della f viene giocato da 1 + cos(t). La derivata della g è /y, mentre la derivata della f è sin t e dunque la derivata della funzione è Parte sin t 1 + cos t. Esercizio.1. 1. La cosa da notare è che il fatto di poter scegliere sia tra le 6 lettere, sia tra le cifre da 0 a 9 significa che per ogni simbolo abbiamo, in generale, 36 possibili simboli tra cui scegliere. Quindi, per il principio base del calcolo combinatorio (pag. 81 del vostro libro) i possibili codici sono 36 4.. Per risolvere questo punto è importante usiamo il fatto che in questa situazione la probabilità è di un evento è data da: Casi favorevoli Casi possibili. Possiamo contare il numero di codici che contengono solo lettere: per il principio base del calcolo combinatorio sono 6 4. Quindi la probabilità che tutti i simboli di un codice preso a caso siano lettere è Codici composti solo da lettere Codici possibili = 64 36 4 = ( 6 36 Analogamente, poiché il numero di codici composti da sole cifre è 10 4, la probabilità che tutti i simboli siano cifre è ( ) 4 Codici composti solo da cifre = 104 10 Codici possibili 36 4 =. 36 ) 4.

3. Di nuovo, ricordando che la probabilità di un evento è il rapporto tra i casi favorevoli e i casi possibili, dobbiamo contare i codici in cui 1A appare nelle prime due posizioni. Ora, questo significa contare tutti i codici del tipo 1AXX dove X è un simbolo qualsiasi dei 36 a nostra disposizione. Quindi i casi favorevoli sono 36 e la probabilità è quindi Codici con 1A nelle prime due posizioni Codici possibili = 36 36 4 = 1 36. Ora, il problema di contare i codici in cui 11 appare nelle prime due posizioni è assolutamente analogo. Come prima, stiamo contando tutti i codici del tipo 11XX dove X è un simbolo qualsiasi dei 36 a nostra disposizione. Quindi i casi favorevoli sono 36 e la probabilità è quindi Codici con 11 nelle prime due posizioni Codici possibili = 36 36 4 = 1 36. Con un ragionamento analogo si vede che fissate le prime due posizioni di un codice, la probabilità che un codice preso a caso sia di quella forma è 1/36. 4. Dobbiamo contare i codici con cifre e lettere. Per fare questo, dobbiamo prima di tutto contare in quanti modi possiamo scegliere due cifre e due lettere; per il principio base del calcolo combinatorio, i modi sono 10 36 = (36 10). Poi, dobbiamo contare in quanti modi possiamo scegliere le due posizioni del codice in cui mettere nell ordine le cifre scelte (e metteremo nell ordine le lettere scelte nelle altre due posizioni). I modi di scegliere due posizioni fra quattro possibili è dato dal coefficiente binomiale ( 4 ) = 4!!! = 6. Quindi in totale ci sono 6 (36 10) codici composti da due cifre e due lettere, e la probabilità di scegliere a caso un codice con due cifre e due lettere è dunque: 6 (36 10) 36 4 = 6 (10) 36 = 5 6 9 = 5 54. Un altro modo per rispondere a questa domanda era considerare il codice come una successione di quattro esperimenti, uno per ogni posizione. Ogni esperimento può dare due risultati possibili (lettera o numero), e gli esperimenti sono indipendenti fra loro. Si tratta quindi di un fenomeno di Bernoulli, e vogliamo calcolare la probabilità di esattamente successi ( lettere) su 4 esperimenti. La distribuzione binomiale ci dice che la risposta è ( 4 ) ( 10 36 come ottenuto precedentemente. ) ( ) 6 = 5 36 54, Esercizio.. Questo è un esercizio di programmazione lineare (pag. 165 del vostro libro). La prima cosa da fare è capire quali siano esattamente i vincoli e quale sia la funzione da massimizzare. Indicheremo con x il numero di unità 3

del prodotto X prodotte durante una settimana e con y il numero di unità del prodotto Y prodotte durante una settimana. All inizio della settimana la ditta ha in magazzino 30 unità del prodotto X e sappiamo che alla fine della settimana la ditta deve avere a disposizione almeno 60 unità del prodotto X. Il primo vincolo è quindi: 30 + x 60 o, equivalentemente, x 30. Allo stesso modo, sapendo che la ditta ha in magazzino 90 unità del prodotto Y e che a fine settimana ne deve avere almeno 95 otteniamo che y 5. Ora dobbiamo implementare le altre condizioni; visto che per produrre il prodotto X sono necessari 48 minuti (4/5 di ora) sulla macchina A, mentre per il prodotto Y sono necessari 4 minuti (/5 di ora) sempre sulla macchina A e la ditta ha programmato di usare la macchina A per un massimo di 40 ore, abbiamo l ulteriore vincolo 4 5 x + 5 y 40, o, equivalentemente y 100 x. Possiamo ripetere un ragionamento analogo per il macchinario B: per produrre un unità di prodotto X necessita di 45 minuti (3/4 di ora) mentre ogni unità di prodotto Y necessita di 15 minuti (1/4 di ora). Dunque 1 4 y + 3 4 x 35, o equivalentemente y 140 3x. La funzione da massimizzare è la funzione x + y ed il dominio su cui la massimizziamo è quello colorato di grigio in figura. Figure 1: Insieme determinato dai vincoli 4

Sappiamo inoltre, dalla teoria, che il massimo della funzione verrà assunto in uno dei vertici del bordo del dominio su cui stiamo massimizzando. Proviamo a studiare quali siano i possibili candidati come massimo; per fare ciò restringiamo la funzione S(x, y) = x+y alle diverse rette che compongono il bordo del dominio su cui la stiamo massimizzando. Se restringiamo la funzione alla retta x = 30 abbiamo che S(30, y) = 30 + y è una funzione crescente delle y, quindi S(D) > S(A). Restringiamo ora la funzione S alla retta y = 140 3x: abbiamo che S(x, 140 3x) = x + 140 3x = 140 x è una funzione decrescente della x, quindi S(C) > S(B). Se ci restringiamo alla retta y = 100 x abbiamo che la funzione S(x, 100 x) è ancora funzione decrescente delle x e quindi S(D) > S(C). Abbiamo quindi che S(D) > S(A) e che S(D) > S(C) > S(B), dunque la funzione ha il suo massimo in D. Calcoliamone le coordinate; D è il punto di intersezione tra la retta x = 30 e la retta y = 100 x, quindi, per massimizzare la produzione dobbiamo produrre 30 unità di prodotto x e 40 unità di prodotto y. (Un altro modo per trovare la soluzione era calcolare direttamente il valore della funzione S nei quattro vertici A, B, C e D, e vedere in quale vertice la funzione assumeva il valore massimo). Esercizio.3. Troviamo innanzitutto il dominio di definizione della funzione. Come già osservato, il logaritmo è definito per valori strettamente positivi dell argomento. Dobbiamo dunque studiare la seguente disequazione 1 + t t 1 > 0. Osserviamo subito che il numeratore è sempre strettamente positivo; il segno della funzione razionale che stiamo studiando è quindi determinato dal segno del denominatore, cioè quando t 1 > 0. La funzione è definita, quindi, per t > 1, cioè il suo dominio è la semiretta (1, + ). Studiamone i limiti per t che tende ad 1 + e per t che tende a +. Per t che tende ad 1 + abbiamo che (1 + t )/(t 1) tende a + per cui ( ) 1 + t lim log = +. t 1 + t 1 Per t che tende a + abbiamo che (1 + t )/(t 1) tende nuovamente a + per cui ( ) 1 + t lim log = +. t + t 1 Studiamo ora il segno della funzione, cioè per quali valori di t si ha ( ) 1 + t log > 0. t 1 Siccome il logaritmo naturale di un numero è positivo se e solo se questo numero è maggiore di 1, dobbiamo studiare la disequazione 1 + t t 1 > 1. Ma questa ci interessa solo nel dominio della funzione, che è (1 + ), dove t 1 > 0; quindi è equivalente studiare la disequazione 1 + t > t 1. 5

Dunque, per quali valori di t abbiamo che t t + > 0? Visto che il discriminante di questa equazione di secondo grado è negativo (e quindi non esiste un t per cui la funzione si annulla) e t t + ha almeno un valore positivo (in t = 0 vale ) abbiamo che è sempre positiva. Di conseguenza la funzione Q(t) è sempre positiva. Calcoliamo ora la derivata, ricordandoci che possiamo scrivere Q(t) nella forma più comoda Q(t) = log(1 + t ) log(t 1). Abbiamo quindi che Q (t) = t 1 + t 1 t 1 = t(t 1) (1 + t ) (1 + t = t t 1 )(t 1) (1 + t )(t 1). Studiamo ora il segno della derivata; la prima osservazione che possiamo fare è che per ogni t nell insieme di definizione della funzione (t > 1) il denominatore ha segno positivo, per cui non contribuisce allo studio del segno della funzione. Studiamo quindi il segno del denominatore t t 1 0. L equazione t t 1 = 0 ha una soluzione in 1 (che non appartiene al dominio di Q(t)) ed una soluzione in 1 +. Sappiamo inoltre che il suo segno è negativo per t compreso tra 1 e 1+ ; abbiamo quindi che la funzione Q(t) è decrescente per t compreso tra 1 e 1 + e crescente da 1 + in poi. Calcoliamo ora la derivata seconda, usando la forma comoda della derivata prima, quella con i due addendi t/(1 + t ) e 1/(t 1). Abbiamo quindi Q (t) = (1 + t ) t(t) 1 (1 + t ) + (t 1) = t (1 + t ) + 1 (t 1). Ne studiamo ora il segno t (1 + t ) + 1 (t 1) 0, o equivalentemente t4 + 4t 3 + t 4t + 3 (1 + t ) (t 1) 0. Anche ora, il segno della derivata seconda dipende solo dal numeratore. Studiamo perciò il numeratore: lo indicheremo con N(t) ed investighiamo qual è il suo comportamento; ciò che ci interessa è capire se N(t) abbia o meno degli zeri nel dominio della funzione. Chiaramente N(t) è un polinomio di quarto grado; un polinomio di quarto grado ha al più quattro radici, dunque il segno di Q (t) cambierà al più quattro volte. Inoltre, essendo N(t) un polinomio, sia N(t) sia le sue derivate sono definite e continue su tutto R. Visto che N(1) = 4 e lim t + N(t) =, abbiamo che il numeratore si annullerà almeno una volta nel dominio di definizione della funzione Q(t). Per capire qualitativamente il comportamento di N(t) calcoliamo e N (t) = 4t 3 + 1t + 4t 4 N (t) = 1t + 4t + 4 le usiamo per capire il comportamento del numeratore. Nel grafico potete trovare i grafici di N(t), N (t) e N (t). La derivata seconda del numeratore (in rosso nel grafico ) ha un solo zero nel dominio di definizione della funzione, in ( 3 + 3)/3, ed è positiva tra 1 e ( 3 + 3)/3 e negativa da ( 3 + 3)/3 in poi. Questo significa che N (t) (in 6

Figure : Grafico del numeratore della derivata seconda e sue derivate verde nel grafico ) è crescente tra 1 e ( 3 + 3)/3 e decrescente da ( 3 + 3)/3 in poi. Dallo studio di N (t) e visto che N (1) = 8 e lim t + N (t) =, questo significa che la derivata del numeratore si annulla per un solo valore α > ( 3 + 3)/3; infatti, se vi fossero altri zeri, N (t) dovrebbe raggiungere un minimo locale e poi tornare a crescere e questo comportamento verrebbe rispecchiato da un ulteriore cambiamento di segno di N (t). Quindi N(t) (in blu nel grafico ) è crescente per t compreso tra 1 e α e decrescente da α in poi. Con un ragionamento analogo, usando le informazione che abbiamo sul segno di N (t), visto che lim t + N(t) = e N(1) = 4, abbiamo che N(t) si annullerà per un solo β > α ed avremo quindi un cambio di concavità della funzione Q(t), cosa che può essere vista chiaramente nel grafico 3. La seconda domanda ci chiede per quali valori di t il modello effettivamente rispecchia il fenomeno preso in considerazione. Dallo studio dei limiti della funzione ci accorgiamo che la quantità di antidoto necessaria tende a più infinito per t che tende ad 1. Questo tipo di comportamento è poco plausibile: è ragionevole supporre che in una situazione reale la quantità di antidoto cresca all aumentare della quantità di tossina. Questo ci fa pensare che il modello rispecchi il fenomeno solo per t > 1 +. 7

Figure 3: Grafico della funzione Q(t) Calcoliamo ora il limite che ci viene proposto nella terza domanda ( ) ( 1+t t 1 t log t Q(t) lim t + log t log = lim t + log t log t + log = lim t + = lim t + ) ( (1/t )+1 1 (1/t) log t ) (1/t )+1 1 (1/t) log t log = 1 + lim t + ( ) (1/t )+1 1 (1/t) = 1. log t 8