Seconda Università degli Studi di Napoli Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale «L. Vanvitelli» Corso di Caratteri costruttivi dell edilizia storica A.A. 2012/2013 Prof. arch. Francesco Miraglia Prof. arch. Giuseppe Fiengo Emerito di Restauro Conservazione e valorizzazione dei monumenti allo stato di rudere della Costiera amalfitana II
PALAZZI PATRIZI Scala, borgo Pontone, grande rudere innanzi alla chiesa di S. Eustachio. L originario edificio, a due piani, appartenente ai D Afflitto, aveva al piano terra grandi sale coperte con volte a crociera.
Scala, borgo Pontone, palazzo D Afflitto, parte superstite. Al piano terra si conserva un bagno turco; struttura molto diffusa nelle residenze medievali patrizie di Scala e Ravello, ma anche di Amalfi.
Ruderi e parti superstiti dell antico palazzo alterati da moderne trasformazioni.
Muro fiancheggiante la scala di accesso al piano terra del palazzo con tracce di tarsie medievali. A Scala sussistono strutture,in pessimo stato, mai rilevate ed analizzate, di importanti palazzi medievali, come quelli Sasso e De Imperatore. Meglio conservata è, invece, Casa Romano, trasformata nel Settecento e modernamente alterata.
Ravello, Villa Rufolo, scorcio da sud. In primo piano, si scorge parte del salone medievale, con cinque crociere estradossate, che sembra innestarsi nell attiguo volume di connotazione settencesca, ma di origine duecentesca. Il primo studioso moderno ad occuparsi del monumento, H.W. Schulz, li trascurò entrambi, perché privi di evidenti caratteri medievali, come il patio, la torre d ingresso, etc., influenzando, fin quasi ai nostri giorni, gli studiosi.
Fronte sud-est del salone. Come è stato documentato di recente, il volume in causa, nel tardo XV sec., fu frazionato in due livelli, ricavando in ciascuno un appartamento e sacrificando le cinque grandi trifore del XIII sec. precedute da una loggia, di cui sussistono ancora due moduli.
Fronte sud-ovest del deambulatorio del primo piano del patio, l unica superstite dopo il crollo dei rimanenti lati. A differenza di quanto scrisse M. Camera, che cioè il crollo si verificò nel 1713, l evento si data al 1587.
La fronte interna di sud-ovest del patio vista dalle volte estradossate, medievali e moderne, della copertura. Villa Rufolo è stata definita da P. Peduto «giardino-palazzo islamico».
Scorcio parziale di due dei sei grossi piloni eretti nel patio, dopo il terremoto del 1688, a rinforzo delle residue strutture medievali ed a sostegno di quelle moderne.
Veduta dalla terrazza del donjon delle volte estradossate del XIII sec. del salone, fiancheggiante a sud-est il patio, e dell ambulacro di nord-est di quest ultimo, il cui spazio è stato invaso, nel primo Settecento, dai tre ambienti con volte a schifo in primo piano.
Padiglione del giardino. La sala, di pianta quadrata, era dotata, probabilmente, di una cupola a nervature analoga a quella della torre di ingresso. L integrità di Villa Rufolo, così come pervenuta nell Ottocento, si deve a Francis Neville Reid che l acquistò nel 1851, effettuando, con la collaborazione di Michele Ruggiero, un restauro controcorrente.
Cappella dei Rufolo, veduta del fianco prospettante la via omonima. Dell arabesco di liste di tufo grigio, al di sopra della serie di archetti su colonnine, restano poche, preziose tracce, mentre la fascia orizzontale è stata grossolanamente rifatta in un recente restauro. Nel XVI sec., la proprietà della villa fu acquisita dai Muscettola, i quali, subito dopo, entrarono nel possesso anche della Villa Aragonese napoletana detta la Conigliera.
Ravello, palazzo della Marra, la facciata prospettante la nuova rampa che ha separato il grande rudere medievale in piccola parte abitato dal vasto giardino un tempo di sua pertinenza. Durante l età sveva e, in parte, angioina, esponenti della famiglia Della Marra, commercianti e banchieri, ricoprirono cariche di vertice nell amministrazione finanziaria statale del regno meridionale.
Veduta della medesima facciata. Le volte a crociera del piano terra di questa sezione dell edificio sono state ricostruite un quarto di secolo fa, con l abituale criterio mimetico. L ex piano nobile, invece, è allo stato di rudere. Il primo nucleo del grande edificio, quello appunto della foto, fu eretto, entro il 1241, da Angelo Della Marra.
Altro particolare del lato nord della facciata. Si scorge non solo la cornice della bifora, poggiante sulla fascia marcapiano di lastre di tufo di Nocera, ma anche l apertura quadrata superiore, che contribuiva all illuminazione ed alla ventilazione dell alta sala retrostante.
Scorcio di via Della Marra e dell omonimo edificio. La strada tardo-ottocentesca, di collegamento della via costiera Amalfi-Vietri sul mare con la piazza del duomo di Ravello, attraversa il piano nobile del palazzo, impegnando anche parte del piano terra. Le due moderne arcate visibili si aprono, appunto, negli opposti lati del salone nella grande dimora medievale.
Veduta dell ala del palazzo con andamento est-ovest, in gran parte allo stato di rudere. Qui è ubicata una vasta loggia che dava accesso al salone e disimpegnava la scala di comunicazione con il secondo piano. Il settore fu eretto da Giozzolino Della Marra (1210-78), maestro razionale e membro del Consiglio di Reggenza al tempo di Carlo I d Angiò.
Scorcio dell arcata che incorniciava un tempo una bifora della loggia d ingresso al salone del palazzo. Nel 1283, il principe di Salerno, in nome del padre, Carlo I d Angiò, fece arrestare esponenti delle famiglie Della Marra e Rufolo, ritenuti responsabili dell insurrezione scoppiata in Sicilia. Alcuni di loro furono giustiziati.
CASE A VOLTA Scala, borgo Pontone, ruderi di una casa del XII sec. in via Grotte, presso la chiesa di S. Maria del Carmine (foto 1996).
Particolare di un arcata del piano terra recante tracce di tarsie di tufo grigio di Nocera e di calcarenite salernitana, databili al tardo XII sec. Secondo R. Bonelli, la prima espressione nota del carattere arabo-islamico delle architetture amalfitane, risultante dalla traduzione locale del gusto islamico, è rappresentata dalla cappella cupolata della basilica del Crocifisso di Amalfi (XII sec.).
Amalfi, frazione Pastena, scorcio dall alto, sullo sfondo del mare, di una casa a volte estradossate sita presso la salita Spinale. In primo piano i terrazzamenti ospitano pergolati di uva e limoni. Sita in una posizione panoramica eccezionale, dalle sue finestre si scorge Amalfi e la costa da Maiori a Capo d Orso.
Veduta da sud-ovest. La casa ha lo schema planimetrico tipico della residenza duotrecentesca della Costa di Amalfi, generato dall aggregazione lineare al primo piano di quattro ambienti, di pianta rettangolare, coperti con crociere estradossate, con quello di testa (nord-est) più ampio degli altri. Il piano terra, addossato al terrapieno, accoglieva servizi e depositi.
Scorcio dal basso. A causa del prolungato abbandono, il notevole episodio medievale, restaurato nel XVIII sec., versava, agli inizi degli anni novanta, in un gravissimo stato di fatiscenza strutturale, che aveva provocato, tra l altro, il crollo delle due volte sovrapposte di nord-est e l apertura di vistose lesioni in quelle limitrofe.
Scorcio degli estradossi delle crociere ogivali contrassegnati da una disastrosa condizione del masso di lapillo battuto.