La norma UNI ISO 31000:2010 Gestione del rischio

Documenti analoghi
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

CERTIFICAZIONE ISO 14001

I modelli normativi. I modelli per l eccellenza. I modelli di gestione per la qualità. ! I modelli normativi. ! I modelli per l eccellenza

Governare il processo della sicurezza

AUDIT. 2. Processo di valutazione

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

I modelli normativi. I modelli per l eccellenza. I modelli di gestione per la qualità

GESTIONE DELLA FORMAZIONE E

Applicazione e valutazione della tecnica di ispezione presso le imprese alimentari. Marco Luvisi 16-17_Luglio_2013

LA CERTIFICAZIONE. Dr.ssa Eletta Cavedoni Responsabile Qualità Cosmolab srl Tortona

POLITICA INTEGRATA QUALITÀ, AMBIENTE E SICUREZZA

1 La politica aziendale

Diventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO

PASSAGGIO ALLA ISO 9000:2000 LA GESTIONE DELLE PICCOLE AZIENDE IN OTTICA VISION

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

Evidenziare le modalità con le quali l azienda agrituristica produce valore per i clienti attraverso la gestione dei propri processi.

03. Il Modello Gestionale per Processi

AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

La gestione della qualità nelle aziende aerospaziali

Manuale della qualità

POLITICA DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATA POLITICA PER LA QUALITÀ E PER LA SICUREZZA

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

Sistema di Gestione Integrata Qualità/Ambiente/Sicurezza Doc.3 Politiche aziendale. Qualità/Ambiente

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS AV2/07/11 ARTEMIDE.

Sistemi di Gestione: cosa ci riserva il futuro? Novità Normative e Prospettive

REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE?

Cos è la UNI EN ISO 9001?

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

3. APPLICABILITÀ La presente procedura si applica nell organizzazione dell attività di Alac SpA.

GUIDA SULL'APPROCCIO PER PROCESSI DEI SISTEMI DI GESTIONE PER LA QUALITÀ (AGGIORNAMENTO DEL )

5.1.1 Politica per la sicurezza delle informazioni

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

Strategia della Fondazione svizzera per la promozione dell allattamento al seno

Convegno Ecoreati e gestione del rischio aziendale.

La certificazione ISO 9001:2000 nelle scuole

La mediazione sociale di comunità

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

Qualità è il grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti (UNI EN ISO 9000:2005)

ISO 14001:2015 Le nuove prospettive dei Sistemi di Gestione ambientali. Roma 22/10/15 Bollate 05/11/15

Azienda Sanitaria Firenze

LA NORMA OHSAS E IL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA 81/2008: IMPATTO SUL SISTEMA SANZIONATORIO

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE RIFERIMENTI SIGLE E DEFINIZIONI RESPONSABILITA PROCEDURA...3

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE

GD Srl CAPITOLATO GENERALE DI FORNITURA. N 1 Specificato il Foro Competente AQ DIR 05/02/15. Torchio. Barigazzi. Giannitti

Certificazione ISO Il sistema di gestione per la qualità

REALIZZARE UN BUSINESS PLAN

POLITICA DELLA QUALITA DELL AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ALIMENTARE

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

Corso formazione su Sistema di gestione della qualità. Standard ISO 9001:2000/2008 Vision 2000

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

Guida al colloquio d esame

La norma ISO 9001:08 ha apportato modifiche alla normativa precedente in

A cura di Giorgio Mezzasalma

BILANCIARSI - Formazione e Consulenza per la legalità e la sostenibilità delle Organizzazioni

G.Pietro Trovesi Sistema di gestione per la Sicurezza delle Informazioni

La valutazione dei rischi: requisito comune di BS 18001:2007 e D.Lgs. 81/2008

QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE

INTEGRAZIONE E CONFRONTO DELLE LINEE GUIDA UNI-INAIL CON NORME E STANDARD (Ohsas 18001, ISO, ecc.) Dott.ssa Monica Bianco Edizione: 1 Data:

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

Effettuare gli audit interni

MANUALE DELLA QUALITÀ DI

Presentazione di Arthur D. Little Integrazione di sistemi di gestione

Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005

1.0 POLITICA AZIENDALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO

Area Marketing. Approfondimento

ISO/IEC 2700:2013. Principali modifiche e piano di transizione alla nuova edizione. DNV Business Assurance. All rights reserved.

OHSAS 18001:2007 Sistemi di Gestione della Sicurezza e della Salute sul Lavoro

ISO 9001:2015 e ISO 14001:2015

Nota sullo svolgimento delle prove INVALSI per gli allievi con bisogni educativi speciali

QUADRO AC DI COMPETENZE Versione riveduta Giugno 2012

SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE

TECNICHE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

La Certificazione di qualità in accordo alla norma UNI EN ISO 9001:2000

Politica di Acquisto di FASTWEB

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Sistemi di gestione per la qualità Requisiti

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

Politica per la Sicurezza

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

Management e Certificazione della Qualità

La norma UNI EN ISO 14001:2004

A.O. MELLINO MELLINI CHIARI (BS) GESTIONE DELLE RISORSE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE RISORSE UMANE INFRASTRUTTURE...

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

I dati in cassaforte 1

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

1- Corso di IT Strategy

RAPPORTO INDIVIDUALE SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE PER L ANNUALITÀ 2012

Il Regolamento REACh e la Check Compliance: proposta di Linee Guida

Il catalogo MARKET. Mk6 Il sell out e il trade marketing: tecniche, logiche e strumenti

IL SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE una tutela per la società e i suoi amministratori. Milano 18 novembre A cura di: Luca Ghisletti

Transcript:

La norma UNI ISO 31000:2010 Gestione del rischio Principi e linee guida La gestione del rischio è un obiettivo a cui ogni impresa attenta agli aspetti preventivi dovrebbe tendere e che ogni cliente dovrebbe pretendere, in particolare in settori caratterizzati da alta variabilità. La Linea Guida ISO 31000 ci propone un modello di gestione del rischio e di integrazione dello stesso nel sistema di gestione aziendale. Essa è applicabile a tutte le tipologie di rischio (da quelli strategici a quelli operativi, valutari, di mercato, di compliance, di paese, ecc.) Giuseppe Bifulco In ogni direzione Milano, collezione privata (particolare) Nel novembre del 2010 è stata pubblicata la norma UNI ISO 31000:2010 Gestione del rischio, traduzione italiana della corrispondente norma internazionale ISO 31000 del novembre 2009. Come tutte le Linee Guida, di recente pubblicazione, la sua struttura presenta: Un introduzione - fondamentale per la comprensione dei successivi capitoli Lo scopo ed il campo di applicazione (1) I termini e le definizioni - molto articolati e completi (2). Il paragrafo relativo ai principi (3) La struttura di riferimento per la gestione del rischio (4) Il processo di gestione del rischio (5) Un appendice dedicata alla Gestione del rischio robusta (Appendice A) 1

La Linea Guida, ancora una volta e non poteva essere altrimenti- si basa sul modello PDCA (Plan Do Check - Act), considerato la base di riferimento sia del paragrafo 4 che del 5. Introduzione L introduzione delinea la struttura della norma e pone particolare attenzione sui vantaggi di una corretta ed attiva gestione del rischio. Tra i vantaggi 1 : aumentare la probabilità di raggiungere gli obiettivi 2 ; incoraggiare la gestione proattiva; migliorare il reporting cogente e volontario; costruire una base affidabile per il processo decisionale e la pianificazione; accrescere le prestazioni in ambito salute e sicurezza - protezione ambientale; migliorare l apprendimento organizzativo. L introduzione indica anche la gamma dei portatori di interesse a cui la Linea Guida è destinata. Tra questi sono citati anche gli estensori di norme, guide, procedure e codici di comportamento. Scopo e campo di applicazione Il campo di applicazione, descritto nel capitolo 1, specifica che la linea guida è adattabile a qualsiasi tipo di organizzazione (impresa pubblica, privata o sociale, associazione, gruppo o individuo) e lungo l intera vita dell organizzazione medesima. La linea guida è stata strutturata, inoltre, per fornire un modello indipendente dal tipo di rischio considerato, che abbia conseguenze negative oppure positive. Termini e definizioni 3 Il capitolo 2, dedicato alla terminologia, è particolarmente interessante e da solo vale la lettura del documento. Non è possibile, in questa breve sintesi, soffermarsi su tutte o anche solo su una parte delle definizioni. Però, dato che la Linea Guida rimarca più volte l importanza del contesto, sia esterno che interno, vorrei approfondire solo le relative definizioni. 1 La lista non è esaustiva 2 Una corretta gestione del rischio non è volta solo a ridurre la probabilità che accada un evento negativo, ma anche che accada un evento positivo 3 Si veda anche UNI 11230:2007 Gestione del rischio Vocabolario 2

Il Contesto Esterno, definito come L ambiente esterno nel quale l organizzazione cerca di conseguire i propri obiettivi 4. Gli esempi riportati individuano come fattori caratteristici: l ambiente culturale, sociale, politico, cogente, finanziario, tecnologico, economico, naturale e competitivo, sia internazionale, nazionale, regionale o locale, le relazioni con i portatori di interesse esterni;gli elementi determinanti e le tendenze fondamentali che hanno un impatto sugli obiettivi dell organizzazione. Il Contesto Interno, definito come L ambiente interno nel quale l organizzazione cerca di conseguire i propri obiettivi 5. Esso può comprendere: la Governance, la struttura organizzativa, i ruoli e le responsabilità; le politiche, gli obiettivi e le strategie che sono in atto per conseguirli; le capacità, intese in termini di risorse e conoscenza (per esempio, capitale, tempo, persone, processi, sistemi e tecnologie); i sistemi informativi, il flusso di informazioni e i processi decisionali (sia formali, sia informali); le relazioni con i Giuseppe Bifulco In ogni direzione Milano, collezione privata (particolare) portatori d interesse interni, le loro percezioni e valori; la cultura dell organizzazione; le norme, le Linee Guida e i modelli adottati dall organizzazione; la forma e l estensione delle relazioni contrattuali. In termini generali possono essere identificati, a titolo di esempio e non in termini esaustivi, i seguenti rischi: 4 UNI ISO 31000:2010 paragrafo 2.10 5 UNI ISO 31000:2010 paragrafo 2.11 3

Rischi esterni: Concorrenti Bisogni dei clienti Progresso tecnologico Normative di legge nei mercati di riferimento Costi materie prime e delle utility Oscillazioni cambi e tassi Fornitori Rischi interni: Strategici: Ciclo di vita del prodotto Proprietà intellettuale Penali dei clienti Finanziari Liquidità Capitale proprio Operazionali Processo Qualità del prodotto Catena dei fornitori Frode da parte dei collaboratori /terzi Errori non intenzionali Salute e sicurezza dei lavoratori infrastrutture Rischi specifici per il settore Alcuni esempi: Nel settore della catena di produzione di alimentari, cosmetici, farmaci (o imballi destinati a questi settori), i rischi specifici possono essere connessi alla contaminazione batterica o alla deperibilità delle materie prime; 4

In una fonderia, alcuni rischi riguardano difetti occulti, che non è possibile evidenziare se non (e comunque non sempre), con sofisticati strumenti di controllo. In una web farm dei rischi specifici possono riguardare gli attacchi dall esterno, la manomissione dei sistemi, il furto di credenziali. I due capitoli fondanti della Linea Guida riguardano: La struttura gestionale di riferimento (capitolo 4) Il processo di gestione del rischio (capitolo 5) I principi I principi, riportati nel capitolo 3, evidenziano una serie di caratteristiche della gestione del rischio. In particolare, essa crea e protegge il valore dell impresa; si vuole in tal modo evidenziare la creazione del valore, accanto a quello della protezione del valore come finalità della gestione del rischio. Conseguentemente, essa è una parte integrante di tutti i processi dell organizzazione, anche se poi solo per alcuni di essi, sulla base dei risultati della ponderazione del rischio, si procederà con l attività di trattamento del rischio stesso. Quindi, proprio in virtù di una decisione da prendere, la gestione del rischio è parte del processo decisionale, e necessariamente deve trattare esplicitamente dell incertezza, essendo questa una caratteristica intrinseca alla gestione del rischio. Quali sono gli strumenti per ridurre tale incertezza, o, per lo meno, per tenerla sotto controllo? Ecco che ci vengono incontro altri principi che elencano le specifiche caratteristiche che deve possedere la gestione del rischio, la quale deve essere: sistematica, strutturata, tempestiva, basata sulle migliori informazioni possibili, su misura ; ed Giuseppe Bifulco In ogni direzione Milano, collezione privata (particolare) ancora tiene conto dei fattori umani e 5

culturali, trasparente ed inclusiva, dinamica, iterativa e reattiva al cambiamento. Insomma, dichiara l ultimo principio: La gestione del rischio favorisce il miglioramento continuo dell organizzazione Come poteva essere altrimenti? La strutture gestionale di riferimento Il capitolo 4 tratta della struttura gestionale di riferimento e fornisce le indicazioni per la sua progettazione, sviluppo e miglioramento con riguardo ai componenti e alle loro modalità di relazione. L iter di gestione è il consolidato modello PDCA, che prevede, a valle della definizione da parte della Direzione del Mandato e Impegno, le fasi di: Progettazione della struttura di riferimento per la gestione del rischio Attuazione della gestione del rischio Monitoraggio e riesame della struttura di riferimento Miglioramento continuo della struttura di riferimento La figura 1 illustra i componenti della struttura e la loro relazione. Lo schema è riportato nella Linea Guida 6 ; i numeri indicano i paragrafi in cui i concetti sono sviluppati. 6 UNI ISO 31000:2010 capitolo 4 6

Come tutte i documenti che forniscono indicazioni sui sistemi di gestione, anche la Linea Guida UNI ISO 31000:2010 fornisce il quadro di riferimento riguardante la politica per la gestione del rischio, la quale deve contemplare gli obiettivi e gli impegni necessari per il loro conseguimento. La politica, oggetto di comunicazione all interno ed all esterno dell organizzazione, dovrebbe trattare i seguenti punti 7 : il fondamento logico dell organizzazione per gestire il rischio i legami tra gli obiettivi dell organizzazione, le sue politiche e la politica per la gestione del rischio; i vari gradi di responsabilità; il modo in cui sono trattati i conflitti d interesse; l impegno a rendere disponibili le risorse necessarie per supportare coloro che hanno i vari gradi di responsabilità; il modo in cui viene misurata e riferita la prestazione relativa alla gestione del rischio; l impegno a riesaminare e migliorare periodicamente, nonché in risposta ad un evento o ad un cambiamento di circostanze, la politica per la gestione del rischio e la struttura di riferimento. Di fatto, attraverso una politica strutturata e completa si pongono le basi per tutti gli elementi che concorrono alla definizione della struttura di riferimento. I passi operativi susseguenti alla definizione della politica, prevedono quindi che l organizzazione 8 : definisca tempistica e strategia appropriate per attuare la struttura di riferimento; applichi la politica ed il processo di gestione del rischio ai processi organizzativi; rispetti i requisiti cogenti; Giuseppe Bifulco In ogni direzione Milano, collezione privata (particolare) 7 UNI ISO 31000:2010 paragrafo 4.3.2 88 UNI ISO 31000:2010 paragrafo 4.4.1 7

si assicuri che il processo decisionale, compresi lo sviluppo e la definizione degli obiettivi, sia in linea con gli esiti dei processi di gestione del rischio; svolga sessioni di informazione e formazione-addestramento; comunichi e si consulti con i portatori di interesse, per assicurare che la propria struttura di riferimento rimanga adeguata. Il processo di gestione del rischio Il capitolo 5 fornisce le Linee Guida affinché il processo diventi parte essenziale dell organizzazione e quindi integri il sistema di gestione aziendale; quest ultimo si completa quindi con un ulteriore tassello, che affianca le componenti tradizionali, ormai consolidate (ambiente, sicurezza, qualità, ecc.). Gli elementi del processo considerato sono: Definizione del contesto Valutazione del rischio (Identificazione, Analisi, Ponderazione) Trattamento del rischio Trasversalmente si evidenziano le attività di: comunicazione e consultazione, monitoraggio e riesame. Il processo deve essere ripetuto per ogni ambito di potenziale rischio, in ogni area e livello, così come nelle specifiche funzioni, progetti ed attività 9 ; peraltro, dato che ogni specifico settore od applicazione della gestione del rischio comporta particolari necessità, interlocutori, percezioni e criteri è fondamentale definire il contesto come attività iniziale del processo, da un punto di vista generale, non specifico 10.Da ciò discende il principio che la gestione del rischio è un abito su misura ; per essere veramente efficace, ogni situazione va studiata ed analizzata nella sua specificità e la Linea Guida, in sintesi, ci insegna proprio come fare questo, nel migliore dei modi. La figura 2 mette in evidenza, secondo uno schema riportato dalla Linea Guida 11, gli elementi che concorrono al processo. I numeri indicano i paragrafi della Linea Guida in cui i concetti sono sviluppati. 9 UNI ISO 31000:2010 capitolo Introduzione 10 UNI ISO 31000:2010 capitolo Introduzione 11 UNI ISO 31000:2010 capitolo 5 8

La gestione del rischio robusta Completa la Linea Guida l appendice A, dedicata alle caratteristiche che deve possedere una gestione del rischio robusta; si tratta di ulteriori elementi per integrare la struttura di riferimento; per ogni elemento (attributo) sono forniti esempi di indicatori: ATTRIBUTO Miglioramento continuo Completa responsabilità dei rischi Applicazione della gestione del rischio nell intero processo decisionale ESEMPIO DI INDICATORE Misura delle prestazioni dell organizzazione Consapevolezza, da parte di tutti i membri dell organizzazione, dei rischi, dei sistemi di controllo, dei compiti assegnati Documentazione delle decisioni assunte e della motivazioni che hanno portato a tali decisioni 9

ATTRIBUTO Comunicazione continua Piena integrazione nella struttura di Governance dell organizzazione ESEMPIO DI INDICATORE Evidenza della comunicazione per i portati di interesse Dichiarazione nella politica dell organizzazione, evidenze delle dichiarazioni ed azioni dei responsabili Giuseppe Bifulco In ogni direzione Milano, collezione privata (particolare) senza interferire nell impianto complessivo, l analisi del documento. Conclusioni La Linea Guida sono uno strumento complesso che deve essere letto, riletto ed applicato per poterne comprendere appieno le potenzialità ed implicazioni. Peraltro, non sono forniti esempi applicativi; se da un lato ciò ha il pregio di rendere assolutamente asettico il contenuto del documento, dall altro ne risultano più difficili la lettura e la comprensione. Gli Aiuti pratici, cui ci aveva abituati ad esempio la ISO 19011, relativa agli audit, avrebbero facilitato, Infine è da evidenziare che la complessità dell approccio fa sì che la Linea Guida sia destinata ad imprese di dimensioni medio - grandi; solo queste hanno, infatti, la forza organizzativa per poter sostenere l impatto che essa comporta; nonostante ciò, anche realtà di minori dimensioni possono trovare in questo documento spunti di riflessione che, sia pure per applicazioni parziali, forniscano preziose indicazioni per una consapevole e matura gestione del rischio. 10

APPLICAZIONE ADEGUATA NON ADEGUATA NON CONFORMITA NON CONFORMITA NON ADEGUATA MINORE GRAVE PROCEDURALE PROCEDURA NON CONFORMITA ADEGUATA CONFORMITÀ MINORE APPLICATIVA Tabella 1 Esempi di scrittura di Non Conformità applicativa La non conformità applicativa può essere scritta in forma testuale o schematica, in ogni caso maggiori sono le informazioni riportate (ed il modello schematico riduce la possibilità di dimenticare delle parti) maggiore è la possibilità di ricostruire, e quindi di oggettivare, il caso specifico che si è verificato. In forma testuale: Nell Ufficio Approvvigionamenti gli ordini di acquisto 23/2010 e 67/2009 (pari al 30% dei contratti esaminati) non riportavano le condizioni di pagamento, contrariamente a quanto specificato nella procedura PR. ACQ/01. In forma schematica: Area: Ufficio Approvvigionamenti Evidenza: Ordini di acquisto 23/2010 e 67/2009 Campionamento: 6 contratti dal marzo 2009 al febbraio 2010 Non conformità: non riportano le condizioni di pagamento Riferimenti: procedura PR.ACQ/01 Esempio di cosa esprime una Non Conformità Dove concentrare l attenzione - Area: Ufficio Approvvigionamenti In quali casi si è verificata - Evidenza: Ordini di acquisto 23/2010 e 67/2009 Entità/estensione del fenomeno - Campionamento: 6 contratti dal marzo 2009 al febbraio 2010 Problema riscontrato - Non conformità: non riportano le condizioni di pagamento 11

Dove viene spiegato - Riferimenti: procedura PR.ACQ/01 Non Conformità procedurale Le modalità di registrazione delle non conformità procedurali possono essere descrittive in fatti, di norma registrano un evento e non sono il risultato di uno specifico caso di campionamento. Esempio di scrittura di Non Conformità procedurale La registrazione dell attività di formazione è effettuata tramite un Database di recente introduzione non menzionato nella procedura PR.RUM/01, nella quale si fa riferimento al modulo cartaceo M. RUM/01, non più utilizzato In molte situazioni di fatto si riscontra una situazione la cui gravità è minore rispetto alla non conformità; si tratta, in questo caso della formulazione di commenti. Esempi di commenti, con un taglio procedurale sono i seguenti: È evidente che la nuova soluzione adottata con il Database è soddisfacente, ma deve essere aggiornata la procedura La procedura PR. ACQ/01 non è rispettata sia pure per un numero limitato di casi Le cause dell origine delle Non Conformità Un Sistema per funzionare correttamente deve essere: NOTO, cioè il personale deve conoscerne l esistenza, per poterlo utilizzare; DISPONIBILE, cioè le informazioni in esso contenute, e necessarie per la sua applicazione/gestione, devono essere accessibili al personale; Giuseppe Bifulco In ogni direzione Milano, collezione privata (particolare) 12

APPLICATO, cioè deve essere utilizzato in modo continuo così come previsto e/o specificato; APPLICABILE, cioè il suo contenuto deve riferirsi alle attività realmente svolte in azienda, essere scritto in una lingua comprensibile al personale che lo utilizza ed essere utilizzabile in tutti i casi per i quali esso è stato concepito. Per questo le cause di Non Conformità, cioè mancata applicazione di quanto predisposto (piani, procedure, contratti, ecc.), sono dovute soprattutto a: carenze formative (il Sistema non è noto oppure non è disponibile al personale) carenza di risorse (umane ed infrastrutture) mancanza di tempo (non è applicato oppure non è applicabile) attività non efficace (mancanza di valore aggiunto al processo) mix delle cause precedenti Infine, per la ricerca della causa della Non Conformità può essere utilizzata la tecnica del campionamento, andando alla ricerca dell origine del problema, tramite un campionamento selettivo e mirato. Le Osservazioni invece non evidenziano una carenza rispetto al criterio, ma sono orientate al miglioramento, offrendo la possibilità di essere più efficienti. Sono sempre formulate in positivo e sono possibiliste (valutare, considerare, ); devono essere valutate nel loro rapporto costo-benefici prima di poter essere messe in pratica. Nella formulazione delle osservazioni è importante, quando possibile, mettere in evidenza le motivazioni che inducono a segnalarla. Esempio di scrittura di osservazioni Considerare, al fine di una maggiore garanzia di tutela dei dati, Back-up giornalieri piuttosto che settimanali, come attualmente eseguito. Considerare anche Back-up in luogo remoto. Valutare di integrare le registrazioni relative all applicazione delle MACCP con il sistema qualità, al fine di eliminare registrazioni ridondanti (es. pulizia e controllo merce in entrata). Considerare una sola procedura relativa alla formazione alla sicurezza del personale, rispetto alle due attualmente in vigore, al fine di semplificare l impianto documentale e le registrazioni ad esso connesse. 13

In sintesi È fondamentale l atteggiamento mentale con cui si affronta un audit: un auditore, all inizio di un audit deve essere certo che il processo, il contratto, la funzione che dovrà verificare rispetta i requisiti posti. Nel proseguo dell audit confermerà questa sua posizione oppure diminuirà la sua fiducia nella capacità dell attività oggetto di audit di rispettare i requisiti. la sua posizione è quindi aperta, di fronte ad una domanda che gli auditati non Giuseppe Bifulco In ogni direzione - Milano, collezione privata (particolare) comprendono non si chiede forse questo processo non è regolamentato ma piuttosto forse non sono stato chiaro nel formulare il quesito. Ecco, ci sarebbe molto altro da dire per migliorare il processo di audit ed innovarlo, ma in sintesi, per fare un audit in modo efficace il primo, che deve porsi in gioco e rivedere la propria posizione, i propri metodi è proprio l auditore. Fonti: per la stesura del articolo è stata fondamentale la decennale esperienza come auditor, rispetto a diversa sistemi di gestione maturata in più di vent anni, oltre a numerose attività di docenza sul tema. Sono stati utilizzati anche spunti di riflessione ed articoli presenti sul WEB per il quali non è stato possibile rintracciare, a distanza di tempo, la fonte esatta Dicembre 2011 A cura di Monica Perego AIATI S.r.l. docente di TUV Italia 14