Lo stile e i feedback dell allenatore:



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Lo stile e i feedback dell allenatore: effetti sulla motivazione e sul benessere degli atleti Dott.ssa Marika Maganzini Abstract - IT Con il presente lavoro si vuole illustrare, riferendosi alla Teoria dell Autodeterminazione ( Ryan & Deci, 1985, 2002) e alla Teoria dei bisogni di base ( Ryan & Deci, 2002), quali sono gli effetti dello stile comportamentale dell allenatore sull atleta. L analisi condotta conferma il fatto che l allenatore ha un ruolo importante rispetto alla motivazione e al benessere dell atleta. L allenatore con i suoi comportamenti e con il suo stile di allenamento crea un contesto ambientale in cui gli atleti possono soddisfare o meno i loro bisogni fondamentali ( competenza, relazione ed autonomia) e che ciò si riflette sul loro benessere e sulla loro motivazione. Dalla letteratura scientifica emerge che un buon allenatore debba essere autorevole e capace di supportare e di favorire l autonomia dell atleta. E importante che il coach presti attenzione alla qualità dei feedback che fornisce al fine di non minare la competenza percepita dall atleta, nonché non direzioni la motivazione verso fattori esterni gratificando con premi materiali minando così la motivazione intrinseca. Da non sottovalutare anche il ruolo dell amotivazione come predittore di malessere e depressione, aspetto che va tenuto sotto controllo in un ottica preventiva del burn out dell atleta. Risulta importante che l allenatore consideri l atleta non solo come sportivo ma come persona e che quindi tenga conto dei suoi bisogni, delle sue opinioni, del suo temperamento, del suo benessere e della sua crescita; nonché è necessario che il coach intraprenda la sua professione curando non solo gli aspetti tecnici della disciplina, ma anche la sua crescita personale e le sue competenze relazionali e pedagogiche. Abstract - EN This study intends to illustrate the effects of the coach s behaviour ( Ryan & Deci, 1985, 2002) based on attachment theory and basic needs theory ( Ryan & Deci, 2002). Results of analysis confirm the fact that the coach has an important role on the athlete s motivation and wellbeing. The coach, with his conduct and training style creates an ambience wherein athletes can satisfy or not their basic needs (competence, relationship and autonomy) which is then reflected on their wellbeing and motivation. The review of literature shows that a good coach is one who is authoritative, supportive and who encourages autonomy of the athlete. It is important that the coach gives attention to the quality of the feedback he gives to athletes so as not to threaten their perceived sense of competence and redirect their motivation to extrinsic factors through material reinforcements, that may in turn compromise the intrinsic motivation. On the other hand, the role of motivation as an indicator of the athlete s distress and depression, should not be underestimated to prevent burnout. It is important that the coach considers the athlete, not only as a sportsman but most of all as a person, thus, bearing in mind his needs, opinions, temperament, wellbeing and growth. Likewise, it is necessary that he exercises his profession not only on the technical aspects of the discipline, but also on his personal growth and relational and pedagogical competencies. Abstract - ES El presente trabajo pretende mostrar, con referencia a la Teoría de la Autodeterminación (Ryan & Deci, 1985, 2002) y a la Teoría de las necesidades básicas (Ryan & Deci, 2002), qué efectos produce sobre el atleta el estilo de comportamiento del entrenador. El análisis seguido confirma el hecho de que el entrenador tiene una función importante en lo que se refiere a la motivación y al bienestar del atleta. Con sus maneras de comportarse y con su estilo de entrenamiento, el entrenador crea un contexto ambiental en el que los atletas pueden satisfacer o no sus necesidades fundamentales (competencia, relación y autonomía), que se refleja en su bienestar y en su motivación. La literatura científica resalta que un entrenador debe ser autoritario y capaz de soportar y de favorecer la autonomía del atleta. Es importante que el coach preste atención a la calidad de los feedback que usa a fin de no minar la competencia captada por el atleta, así como a no dirigir la motivación hacia factores externos, gratificando con premios materiales y minando así la motivación intrínseca. No se debe minusvalorar la función de la motivación como anunciador de malestar y de depresión, aspecto que es controlado desde la óptica preventiva del burn out del atleta. Es importante que el entrenador considere al atleta no sólo como deportista sino como persona, y que, por tanto, tenga en cuenta sus necesidades, sus opiniones, su temperamento, su bienestar y su crecimiento; es igualmente necesario que el coach realice su profesión cuidando no sólo los aspectos técnicos de la disciplina, sino también su crecimiento personal y sus competencias relacionales y pedagógicas. Abstract - PR

Com o presente trabalho se pretende ilustrar, tendo como referência a Teoria da Autodeterminação (Ryan & Deci. 2002) e a Teoria das necessidades básicas (Ryan & Deci, 2002), quais são os efeitos do estilo comportamental do treinador sobre o atleta. A análise seguida confirma o fato de que o treinador desempenha um papel importante sobre a motivação e o bem-estar do atleta. Com suas maneiras de comportar-se e com seu estilo de treinamento, o treinador cria um contexto ambiental em que os atletas podem satisfazer ou não as suas necessidades fundamentais (competência, relação e autonomia), que se reflete em seu bem-estar e em sua motivação. Da literatura científica emerge que um bom treinador deve ser dotado de autoridade, capaz de suportar e de favorecer a autonomia do atleta. É importante que o coach preste atenção à qualidade do feedback que usa a fim de não minar a competência captada do atleta, assim como não direcione a motivação para fatores externos, gratificando-o com prêmios materiais, prejudicando desta forma a motivação intrínseca. Não subestime também a função da motivação como sintoma do mal-estar e da depressão, aspecto este que deve estar sob controle em uma ótica preventiva de burn out do atleta. É importante que o treinador considere o atleta não só como desportista, mas como pessoa e, portanto, leve em conta suas necessidades, suas opiniões, seu temperamento, seu bem-estar e seu crescimento, assim como se faz mister que o coach exerça sua profissão cuidando não só dos aspectos técnicos, mas também do seu crescimento pessoal e de suas competências relacionais e pedagógicas.

Introduzione Nel contesto sportivo l atleta, sia in ambito agonistico che in ambito amatoriale, si trova a fronteggiare i compiti inerenti la propria disciplina ( esercizi, allenamenti, gare, ecc) sotto la guida dell allenatore, figura importante sia da un punto di vista tecnico che relazionale. Con il presente lavoro ho voluto indagare quali sono gli effetti dello stile comportamentale dell allenatore sull atleta, supponendo che esso influisca sulla motivazione dell atleta e anche sul benessere sperimentato svolgendo la propria attività sportiva. Ho indagato alcuni degli studi eseguiti sull argomento che hanno riguardato principalmente gli effetti sulla motivazione e sul benessere. La motivazione La motivazione la possiamo definire ( Pintrich,1996) come il processo tramite il quale un attività diretto verso un obiettivo è stimolata e sostenuta, i cui indicatori sono rintracciabili nella scelta di fare alcune cose piuttosto che altre, nel grado di impegno impiegato, nella persistenza dello stesso. Gli sportivi si differenziano sia da quanto sono motivati ma anche rispetto alla qualità della loro motivazione. Questi tipi di differenze sono state studiate ed approfondite nell ambito della Self Determination Theory ( SDT) di Deci & Ryan ( 1985, 1991, 2000). L autodeterminazione è legata alla percezione che una persona ha dell origine del proprio comportamento ovvero delle cause primarie che lo attivano. Si parla pertanto di locus of causality interno ed esterno. Il locus of causality interno esprime il vedere se stessi come origine di un certo comportamento. ( es. gioco a calcio perché mi piace farlo ). Il locus of causalità esterno indica che il motivo dell azione è esterno al comportamento. ( es. gioco a calcio perché così miglioro nella corsa ). La qualità della motivazione si differenzia lungo un continuum che va da un estremo in cui non c è autodeterminazione ( quindi locus assente) all estremo opposto in cui l autodeterminazione è massima( e il locus of causality è interno). La motivazione può pertanto essere : -assente e quindi si parla di Amotivazione ( non so perché faccio questa azione ); -Estrinseca quando il locus è esterno. Rispetto a questo tipo di motivazione c è da precisare che la regolazione del comportamento può essere di varia natura : esterna, introiettata, identificata. La regolazione esterna prevede che il mio comportamento è determinato da un fattore esterno contingente, che può ad esempio essere un premio o l evitare una conseguenza negativa ( punizione). Secondo la SDT i comportamenti regolati in questo modo hanno una bassa persistenza una volta che la contingenza non esiste più e le contingenze sono controllare dall esterno.

La regolazione introiettata riguarda anch essa comportamenti che sono dettati da una contingenza esterna che però in questo caso è dettata dall individuo verso se stesso. Usualmente in questi casi la motivazione è caratterizzata da senso di colpa, ansia e bisogno di mantenimento della propria autostima. Infine la regolazione identificata prevede una consapevole attribuzione di valore all obiettivo del comportamento. Pur essendo quest ultima una motivazione estrinseca è quella che può predire un maggior coinvolgimento della persona e il mantenimento nel tempo del comportamento rispetto alle altre. Deci e Ryan ( 1985, 2000) la indicano anche come motivazione estrinseca autodeterminata. -Intrinseca è la motivazione in cui il grado di autodeterminazione è massimo in quanto il comportamento è regolato da fattori che sono legati precipuamente all attività in sé e al piacere di agire quel comportamento. Le ricerche hanno dimostrato che le motivazioni estrinseche di tipo autodeterminato e quelle intrinseche sono predittori per la persistenza, per una maggiore concentrazione nel compito, per un impegno e sforzo maggiore e per una migliore performance. Molti fattori possono impattare su questi tipi di motivazione, la relazione tra allenatore e atleta è uno dei più importanti. Il benessere In accordo con la Teoria dell Autodeterminazione possiamo citare la Teoria dei bisogni di base ( Ryan & Deci, 2002) secondo la quale esistono tre bisogni che soddisfatti assicurano la crescita e il nutrimento della psiche umana. Essi sono dei bisogni psicologici riguardanti l autonomia, la competenza e la relazione. La soddisfazione del bisogno di autonomia riguarda l esperienza di scegliere e sentire che si è i protagonisti delle proprio scelte; la soddisfazione del bisogno di competenza consiste nell esperire di aver portato a termine dei risultati con i propri strumenti; la soddisfazione del bisogno di relazione è inserente al sentirsi connessi con gli altri e capiti. Secondo tale teoria le variazioni nella soddisfazione di questi bisogni predice differenze per il benessere fisico e psicologico delle persone nonché predicono, secondo la SDT, una motivazione intrinseca. Sul benessere esistono due orientamenti: edonico ed eudemonico. Il primo vede il benessere come il raggiungimento del piacere e l evitamento del dolore; mentre il secondo considera il benessere come il grado in cui una persona è completamente coinvolta e partecipe in ciò che sta facendo. La teoria dell autodeterminazione abbraccia l approccio eudemonico e utilizza come indici per misurare il benessere la vitalità,l interesse e la soddisfazione che si prova nell attività. Per misurare il malessere vengono considerati i sintomi fisici negativi riportati dalle persone.

La relazione allenatore-atleta : un modello motivazionale Nello studio di Mageau e Vallerand ( 2003) si è cercato di strutturare un modello motivazionale riguardo la relazione tra atleta e allenatore con l ottica di presentare come gli allenatori possono influenzare la motivazione intrinseca e quella estrinseca autodeterminata. Il modello è illustrato in figura 1. Esso propone una sequenza motivazionale in cui il comportamento dell allenatore è influenzato dalle convinzioni dell allenatore sullo stile dell allenamento, dal contesto in cui allena e dalla percezione che ha delle motivazioni e del comportamento dei suoi atleti. Questi tre elementi influenzerebbero lo stile del comportamento dell allenatore: supportivo rispetto l autonomia vs controllante. Uno stile che promuove l autonomia insieme ad una struttura fornita dall allenatore e ad un suo coinvolgimento garantirebbero la soddisfazione dei tre bisogni che supportano una motivazione intrinseca ed estrinseca autodeterminata : il bisogno di competenza, il bisogno di autonomia e il bisogno di relazione.

Struttura creata dall allenatore Comportamento allenatore Competenza percepita dall atleta Contesto allenamento Comportamenti dell allenatore che supportano l autonomia conpo Autonomia percepita dall atleta Motivazione intrinseca e motivazione estrinseca autodeterminata Comportamento e motivazione percepiti Coinvolgimento dell allenatore Relazione percepita dall atleta Fig.1 Modello Motivazionale della relazione atleta-allenatore Tale modello estende quello precedentemente presentato da Vallerand and Pelletiers( 1985) e nei prossimi paragrafi lo illustreremo meglio. Rispetto a cosa si intende per motivazione intrinseca ed estrinseca abbiamo già precedentemente descritto le loro caratteristiche. Riguardo all influenza dei comportamenti dell allenatore che influenzano sulla motivazione presentiamo qui di seguito il ruolo dell autonomia, della struttura fornita e del coinvolgimento. Il supporto dell autonomia Secondo la teoria della valutazione cognitiva ( Deci e Ryan, 1980,1985) supportare l autonomia da parte di chi occupa una posizione di autorità ( es. l allenatore) vuol dire tenere in considerazione le prospettive degli altri, conoscere le loro opinioni e sentimenti, fornendo loro opportunità di scelta evitando pressioni e comandi. Ciò si traduce in pratica in una serie di comportamenti quali : o dare più scelte possibili entro specifiche regole e limiti o fornire delle ragioni valide per i limiti e le regole ( se non ne viene compreso il senso sarà più difficile farli accettare e rispettare) o indagare sui sentimenti e le opinioni degli altri o permettere opportunità per iniziative personali

o fornire feedback sulle competenze che non siano controllanti. I feedback positivi hanno un influenza positiva se promuovono la percezione della propria autonomia, se riguardano comportamenti che sono sotto il controllo dell atleta, se riguardano aspettative anche alte ma realistiche. Ad esempio sono da evitare frasi del tipo Hai fatto bene, come avresti dovuto, Continua così. Vorrei che tu facessi ancora meglio la prossima volta. o evitare di esercitare il controllo, di indurre il senso di colpa e di fornire premi materiali. Ottenere risultati promettendo premi induce l atleta, soprattutto se giovane, a non considerare il compito interessante e piacevole in se. o prevenire la competizione fine a se stessa ovvero evitare che l unico obiettivo dell atleta sia quello di superare gli altri e di valutare la sua performance solo rispetto ad un confronto interindividuale ma promuovere invece una valutazione che tenga conto dei proprio standard personali. La relazione, la competenza e l autonomia percepite In linea con i precedenti modelli ( Deci e Ryan, 1985, 2000; Vallerand, 1997, 2000, 2001) la soddisfazione dei bisogni di relazione, di competenza e di autonomia inducono una maggiore motivazione autodeterminata e ciò viene maggiormente enfatizzato in presenta di un stile dell allenatore che supporta l autonomia. E evidente che comportamenti di questo genere da parte del coach favoriscono il senso di autonomia dell atleta rispetto alla competenza e alla relazione. Possiamo evidenziare che un atteggiamento che favorisce l autonomia prevede dei comportamenti quali l ascolto e la considerazione dei sentimenti ed opinioni altrui ( relazione) e dei comportamenti quali il fornire possibilità di scelta e di libera iniziativa ( competenza). Nel modello presentato non vengono poi dimenticati la struttura ( indicazioni, regole, istruzioni) che l allenatore fornisce e il suo coinvolgimento, i quali impattano rispettivamente sul bisogno di competenza e di relazione. Personalità, influenze sociali e contestuali sul comportamento dell allenatore Rispetto alla personalità vengono distinti due stili quello controllante e quello autorevole (che favorisce l autonomia). Molto spesso è anche la cultura e gli stereotipi che inducono a favorire degli atteggiamenti autoritari e di controllo rispetto a quelli di ascolto e di autorevolezza.

Per esempio nella cultura occidentale c è la credenza, anche nel contesto sportivo, che un comportamento autoritario abbia maggiori risultati. Sul comportamento dell allenatore influiscono anche delle variabili di contesto quali ad esempio la pressione esercitata dai genitori degli atleti o dal club sportivo. Ciò induce a stress e a esercitare maggiore controllo e direttività. Infine non va dimenticato che la relazione tra atleta e allenatore è reciproca, con influenze che si esercitano in entrambi i sensi. Pertanto il comportamento degli atleti, il loro temperamento, la loro motivazione influiscono sui comportamenti dell allenatore che nel percepirli difficili da gestire o non motivati potrebbe più facilmente esercitare controllo e comportamenti direttivi. Il comportamento dell allenatore, la soddisfazione dei bisogni e il benessere fisico psicofisico dei giovani atleti Uno studio di Reinboth, Duda e Ntoumanis ( 2004), compiuto su ragazzi adolescenti, calciatori e giocatori di cricket, ha voluto indagare quale legame ci fosse tra gli aspetti dell ambiente sociale in cui gli atleti svolgono le loro attività e gli indici del benessere psicologico e fisico. Come sopraesposto come indici del benessere sono stati considerati : la vitalità, la soddisfazione intrinseca nel compiere l attività e i sintomi fisici. Per ciò che riguarda l ambiente sociale sono stati studiati le caratteristiche dell allenatore in termini di supporto all autonomia fornito, di feedback sulle competenze e di comportamenti socio relazionali. L ipotesi della ricerca era che questi tre aspetti predicessero rispettivamente i tre bisogni fondamentali della Teoria dei bisogni fondamentali, ovvero il bisogno di competenza, di relazione e di autonomia. Il modello derivante da questa ricerca (Fig 2) propone inoltre che la soddisfazione di tali bisogni sia correlata positivamente con gli indicatori del benessere e negativamente con quelli del malessere. Supporto autonomia Bisogno autonomia vitalità feedback Bisogno competenza Soddisfazio ne intrinseca Supporto sociale Bisogno relazione Sintomi fisici

Fig 2 La metodologia utilizzata per la ricerca è consistita nella compilazione da parte degli atleti di questionari. I risultati della ricerca hanno confermato la relazione positiva tra ambiente sociale e soddisfazione dei bisogni fondamentali. Rispetto invece agli indici del benessere è emerso che il bisogno di autonomia, seppur in modo debole, è un predittore di benessere mentre non emerge nessuna relazione con gli indici del malessere. Il bisogno di competenza sembra essere un forte predittore degli indici di benessere ed esiste un legame anche con quello di malessere. Indagando quale rilevanza abbia il bisogno di relazione, contrariamente alle aspettative, non sembra costituire un predittore degli aspetti negativi o positivi del benessere. I ricercatori hanno supposto che tali risultati siano da riverificare tramite altre ricerche in quanto vanno considerati i fattori situazionali collegati all attività sportiva che possono influire sulla maggiore o minore significatività della relazione e dell autonomia ( si pensi ad uno sport individuale vs gioco di squadra), nonché va tenuto in considerazione che questa ricerca è stata condotta con un campione di adolescenti e con questionari self report in cui è alto il rischio di effetti di desiderabilità sociale. In conclusione tale studio ha voluto evidenziare quanto sia importante il ruolo dell allenatore come costruttore di un contesto sociale che può migliorare le condizioni in cui lavorano gli atleti in un ottica di favorire il loro benessere. Il ruolo dei feedback positivi sulla motivazione Una ricerca di Mouratidis, Vansteenkiste, Lens e Sideris ( 2008) ha indagato sul ruolo dei feedback positivi sulla motivazione, approfondendo gli effetti che essi potevano avere anche sul benessere, sulla performance e sulla persistenza a continuare nel tempo un attività sportiva. Tale studio ha avuto la caratteristica di indagare su questo ambito comparando due domini diversi ( attività fisica di tipo scolastico vs sport agonistico), due tipologie di sportivi ( amatoriali vs agonisti) e due modalità di ricerca ( sperimentale e correlazionale). Sono stati infatti eseguite due ricerche a seconda degli ambiti. La prima ha riguardato ragazzi di scuola impegnati in una attività sportiva appartenente al programma di educazione fisica, mentre nella seconda ricerca sono stati proposti agli atleti dei questionari su differenti dimensioni. Nel primo studio ( Fig 3) veniva manipolato il feedback positivo che veniva fornito allo studente dopo la sua performance, in quanto si voleva studiare come la qualità di un feedback predicesse

aspetti inerenti il benessere dell individuo, la sua attitudine a proseguire nell attività e la sua performance I feedback positivi erano di due tipi: forte vs moderato. Persistenza Vitalità Motivazione autonoma Feedback Soddisfazione competenza Stato affettivo positivo Amotivazione Performance Stato affettico negativo Depressione Fig 3 modello studio 1 I dati della ricerca hanno evidenziato che la qualità del feedback influisce sulla soddisfazione del bisogno di competenza e sulla motivazione. E stato infatti riscontrato che un feedback forte induce un aumento della propria soddisfazione relativamente alla propria competenza rinforzando le aspettative rispetto alla propria possibilità di successo. Un feedback moderato può invece minare l aspettativa di chi si ritiene competente. E stato rilevato pertanto un collegamento tra tipologia di feedback e competenza percepita, la quale influisce anche sulla motivazione autonoma in maniera positiva. ( più ci si sente competenti e più si è motivati intrinsecamente). A sua volta la motivazione autonoma predice la persistenza nell attività, la sensazione di vitalità e uno stato emotivo positivo. Non è stata invece trovato un collegamento significativo tra la motivazione autonoma e la qualità della performance. Risultato che è stato imputato al tipo di compito proposto nell esperimento che non permetteva, data la semplicità, di evidenziare miglioramenti nelle strategie o la modalità di padronanza dell atleta.

. Vitalità Stato affettivo positivo Motivazion e autonoma Feedback percepiti Soddisfazione competenza Stato affettico negativo Amotivazione Depressione Progressi intraindividuali Progressi interindividuali Fig Studio 2 Nel secondo studio, a differenza del primo, sono state introdotte come variabili da misurare anche dati sul malessere ( stato affettivo negativo e depressione) e sui risultati delle performance degli atleti a livello individuale e intraindividuale. Inoltre rispetto alla motivazione si è indagato anche sul ruolo della motivazione. Rispetto al primo studio gli atleti non sono stati sottoposti a prove, ma è stato richiesto loro di compilare questionari che misuravano le variabili indagate I dati emersi hanno confermato quanto trovato nel primo studio: i feedback positivi, in questo caso percepiti, predicono in modo positivo su vitalità e stato affettivo positivo tramite l effetto che essi hanno sulla competenza percepita e sulla motivazione autonoma. A differenza del primo studio è stato riscontrato un collegamento diretto tra competenza percepita e misure relative al benessere. Inoltre la motivazione è risultata essere collegata con l insorgere di aspetti depressivi e di stato d animo negativo e di avere valore predittivo anche sulla performance. Come nel primo studio la motivazione autonoma non ha un ruolo significativo rispetto alla performance.

In conclusione questi due studi suggeriscono che la qualità del feedback soddisfacendo il bisogno di competenza favorisce una motivazione autonoma che rispettivamente predice positivamente sul benessere e sulla continuità dell impegno nell attività sportiva. Di contro feedback che non incontrano i bisogni di competenza dell atleta inducono la motivazione che sembra avere un valore predittivo sull insorgenza di aspetti depressivi e su basse performance. Conclusioni L analisi condotta conferma il fatto che l allenatore abbia un ruolo importante rispetto alla motivazione e al benessere dell atleta. L allenatore con i suoi comportamenti e con il suo stile di allenamento crea un contesto ambientale in cui gli atleti possono soddisfare o meno i loro bisogni fondamentali ( competenza, relazione ed autonomia) e che ciò si riflette sul loro benessere e sulla loro motivazione. Le ricerche sopraesposte suggeriscono che un buon allenatore debba essere autorevole e capace di supportare e di favorire l autonomia dell atleta. E importante che il coach presti attenzione alla qualità dei feedback che fornisce al fine di non minare la competenza percepita dall atleta, nonché non direzioni la motivazione verso fattori esterni gratificando con premi materiali minando così la motivazione intrinseca. E emerso anche il ruolo della motivazione come predittore di malessere e depressione, aspetto che a volte viene sottovalutato e che invece va tenuto sotto controllo in un ottica preventiva del burn out dell atleta. Le ricerche non sembrano attribuire all aspetto socio- relazionale un ruolo predittivo sugli aspetti del benessere. E ipotizzabile che l attenzione verso il soddisfacimento dei bisogni socio-relazionali abbia un effetto sulla coesione e sul senso di gruppo, che probabilmente ha poi un influenza sul benessere e anche sulla motivazione. Considerazioni che si potrebbero approfondire in altre ricerche. Contrariamente alle aspettative non è emerso un ruolo della motivazione sulla performance. E risultata invece un influenza significativa dei feedback percepiti su questo aspetto. In conclusione risulta importante che l allenatore consideri l atleta non solo come sportivo ma come persona e che quindi tenga conto dei suoi bisogni, delle sue opinioni, del suo temperamento, del suo benessere e della sua crescita; nonché è necessario che il coach intraprenda la sua professione curando non solo gli aspetti tecnici della disciplina, ma anche la sua crescita personale e le sue competenze relazionali e pedagogiche. Bibliografia

Mageau G., Vallerand R., The coach-athlete relationship: a motivational model Journal of Sports Sciences,2003,21,883-904 Mouratidis A.,Vansteenkiste M., Lens W.,Sideridis G. The Motivating Role of Positive Feedback in Sport and Physical Education: Evidence for a Motivational Model Journal of Sport & Exercise Psychology,2008,30,240-268 Reinboth M., Duda J.L., Ntoumanis N.(2004) Dimension of coaching behavior,need Satisfaction, and the Psychological and Physical Welfare of Young Athletes Motivation and Emotion, Vol.28, No.3 September 2004