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Transcript:

4) VILLE DI ETA ROMANA Con il termine villa venivano definiti inizialmente, in età romana, gli edifici ubicati nelle campagne, esterni, pertanto, alle mura delle città; questi edifici si caratterizzavano per la presenza frequente di una proprietà rurale associata alla struttura insediativa. A partire dal I secolo a.c. la villa acquisì sempre più forte il valore di simbolo di benessere sociale del proprietario (che sempre più frequentemente risiede in città): essa divenne il luogo in cui le classi agiate si ritiravano per trovare quella solitudine e quella quiete interiore che la città negava, per praticare l otium intellettuale, per controllare la produzione agricola delle terre di proprietà (di solito lavorate da schiavi). Nel II secolo si colgono, nelle ville della penisola italica, alcuni segnali di crisi, probabilmente legati a problemi nell ambito della produzione e del commercio dei generi rurali, nonché alla concorrenza dei raccolti dalle province; in alcuni casi ci sono segnali di decadenza economica, in altri si arriva all abbandono del sito. Dai secoli II-III d.c. nelle rappresentazioni di ville prevale l aspetto della produzione agricola, aspetto che diventa decisamente determinante negli ultimi secoli dell impero, quando in queste strutture si vide la possibilità di organizzare un piccolo centro autosufficiente che poteva essere ben difeso, anche con la realizzazione di mura. I luoghi del lavoro ben presto vennero distinti da quelli per la residenza: nell impianto tradizionale la pars urbana era destinata alla residenza del proprietario ed era edificata con criteri architettonici che la rendevano simile alle ricche domus urbane, ben differenti da quelli della pars rustica, dove i luoghi del lavoro, i locali di servizio, le stalle e gli spazi in cui si riparavano gli schiavi erano realizzati con materiali poveri e organizzati in ambienti di dimensioni ridotte. Realizzate in prevalenza nelle aree pianeggianti più fertili, in prossimità delle vie di comunicazione che portavano alle città e ai mercati, furono spesso vere e proprie aziende agricole, anche se non mancarono i casi con proprietà rurali poco estese. A partire dal I secolo a.c., in quanto simbolo del benessere ostentato dai proprietari, le ville ebbero architetture sempre più articolate, che ben rispondevano al desiderio di rappresentanza dei committenti. A queste esigenze di rappresentanza e di lusso va legata la presenza di un vero e proprio repertorio di soluzioni architettoniche, fra le quali per es. la ricorrenza di ambienti absidati, sempre più frequenti negli ultimi secoli dell impero. Nella villa non potevano mancare gli ambienti termali, pertanto erano preferiti siti caratterizzati dalla vicinanza a un corso d acqua o a un lago, che garantissero l approvvigionamento idrico. In Italia settentrionale non si affermò il modello tipico del Centro-Sud, della grande proprietà terriera (fundus) gestita col lavoro servile, bensì un insediamento piuttosto diffuso e basato sulla conduzione diretta, con piccole e medie proprietà gestite a livello familiare: le dimensioni limitate dei singoli siti permettono di spiegare la presenza di numerose ville, anche in territori poco estesi. Lo scarso ricorso alla manodopera servile porta a escludere d altra parte, per le ville dell Italia settentrionale, la presenza degli spazi tipicamente finalizzati all alloggio e al controllo degli schiavi (o ne giustifica la limitata estensione). Nella pianura bergmasca sono numerosi i casi di strutture di età romana attribuibili a ville, legate prevalentemente alla produzione di cereali e erbe foraggere, nonché all allevamento 298

stanziale: questi insediamenti insistevano sugli assi della centuriazione e si concentravano soprattutto nella bassa pianura. Nella maggior parte dei casi le strutture evidenziano un lungo periodo di vita, con differenti fasi e interventi di modifica e restauro; in alcuni casi questi insediamenti dovettero sviluppare una certa autonomia e trasformarsi in centri amministrativi, ai quali comunque era sovraordinato il controllo da parte del vicus, e talvolta si dotarono di aree sepolcrali. Nel passaggio fra romanità e Medioevo alcuni di questi insediamenti sopravvissero e si munirono di fortificazioni, trasformandosi in veri e propri nuclei di produzione e autoconsumo, ben difesi. Un caso che sembra allontanarsi dal modello della azienda agricola è costituito dalle strutture rinvenute a Predore, probabilmente riferibili a una villa di proprietà della importante famiglia bresciana dei Nonii. In scheda sono state riportate alcune notizie relative ai siti indagati e pubblicati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; resti rinvenuti in occasione di ricerche di superficie fanno supporre la presenza di ville anche a Mozzanica, Azzano S.Paolo, Barbata, Brignano, Cologno al Serio, Cortenova, Gorlago, Martinengo, Bolgare, Calcinate, Carobbio sul Cherio, Calcio, Lurano. Numerosi siti in cui vennero realizzate ville in età romana si trovano spesso, tuttora, ubicati in aree rurali, e potrebbero costituire nodi locali per la maglia delle Reti Ecologiche; sarebbe possibile anche la realizzazione di un percorso di visita (con corridoi verdi pedonali) per i siti che risultano ubicati in località vicine, per esempio nella Calciana. Riferimenti bibliografici A.SCORLAITI, La villa romana di Cassana, Firenze 1978 H. MIELSCH, La villa romana, Firenze 1990 R. POGGIANI KELLER, a cura di, Carta archeologica della Lombardia La Provincia di Bergamo, Modena,1992 I.TIRLONI, La villa di Campo Musma a Calcinate, in I.TIRLONI (a cura di), Calcinate romana - Evidenze archeologiche antiche e moderne, 1999, Calcinate (Bg) G. P. BROGIOLO (a cura di), La fine delle ville romane: trasformazioni nelle campagne tra tarda antichità e alto Medioevo, documenti di archeologia, 11, 1996, Mantova I.TIRLONI, a cura di, Calcinate romana- Evidenze archeologiche antiche e moderne, Almenno S. Bartolomeo 1999 M. FORTUNATI ZUCCALA, Il territorio di Bergamo in età romana-le ultime scoperte, conferenza della dott.ssa M. Fortunati, 1 ottobre 1998, Bergamo 2000 M. FORTUNATI ZUCCALA, Il territorio in età romana: le presenze archeologiche, in P. M. De MARCHI, L. PAGANI, Le fasi antiche del territorio- La Lombardia Orientale fra Adda e Oglio, 2003 Bergamo, pp. 91-96 M. FORTUNATI ZUCCALA, L età romana, in R.CAPRONI (a cura di), Ghisalba: dalle origini al Medioevo, 2005 Ghisalba (Bergamo), pp. 30-55 299

M. FORTUNATI ZUCCALA, L elemento acqua e la pianificazione territoriale in età romna: l ager bergomense, in L. PAGANI, A. TOSI, a cura di, Acqua e Paesaggio, Bergamo 2005, pp. 61-64 Aa.Vv., Notiziari della Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia (anni 1992-2004). Villa romana di Arzago d Adda, Via Leopardi La struttura fu realizzata in età tardoantica, ma continuò a essere abitata nell Altomedioevo, periodo al quale si riferiscono interventi di costruzione con materiali di riutilizzo dalla villa e di realizzazione di strutture più povere. I resti testimoniano la presenza di un ambiente absidato, collegato ad altre strutture, a costituire, probabilmente, il settore termale della villa. figura n. 35 resti della villa romana ad Arzago d Adda da M. FORTUNATI, L età romana, in R. CAPRONI (a cura di), Ghisalba dalle origini all Altomedioevo, Ghisalba 2005, p.43 Scavi sono stati condotti in momenti differenti; indagini del 1995 hanno permesso di riconoscere l antico piano di coltivo in fase con l edificio, che venne ampliato fra III e IV secolo d.c.. Nell VIII secolo il testamento di Taido ricorda un abitato definito Villa vicino ad Arzago: probabilmente si riferisce a strutture legate a questo insediamento. 300

Villa romana di Bariano convento dei Neveri figura n. 36 villa romana a Bariano resti di mosaico e strutture romane da M. Fortunati, L età romana, in R. Caproni (a cura di), Ghisalba dalle origini all Altomedioevo, Ghisalba 2005p.39 301

I resti di una villa romana sono stati rinvenuti in un area che, anticamente, era ubicata in prossimità di un guado del fiume Serio. La villa, che fu in uso fra il I e il IV secolo d.c., fu successivamente inglobata nella cappella della Madonna del Carmine (Convento dei Neveri); interventi recenti hanno appurato la presenza di un lacerto del pavimento a mosaico (I secolo d.c.), da riferirsi probabilmente all edificio termale, legato ai muri dell alzato, in blocchi squadrati di pietra calcarea. Sotto al livello pavimentale della navata laterale dell attuale cappella è stata rinvenuta parte di una struttura ipogea, poi riutilizzata a scopi funerari. La villa cui questi resti si riferiscono doveva estendersi su un area piuttosto vasta, a comprendere la porzione di campagna su cui è sorto, successivamente, il convento e parte dei campi circostanti: per la costruzione del convento sono spesso stati riutilizzati materiali provenienti dall antica struttura. Bariano può essere identificato nel medievale vicus Averga. Villa romana di Calcinate In località Musna, in prossimità del torrente Zerra, rinvenimenti segnalano la probabile presenza di una villa: tessere di mosaico e frammenti di suspensurae e tegulae hamatae testimoniano la presenza di ambienti mosaicati riscaldati (pars urbana); frammenti di marmo di importazione segnalano la ricchezza della struttura. La fotografia aerea ha permesso di riconoscere, almeno in parte, le strutture dell edificio ancora sepolto: risultano orientate secondo l impianto della centuriazione. Villa romana di Calcio I resti rinvenuti ristrutturando la casa padronale Silvestri (in strada della Chiesa Vecchia, centro storico) fanno ipotizzare l esistenza di una villa sul terrazzo che si affaccia sul fiume Oglio. Sulle rovine di questo edificio fu edificato il castello di età medievale. I pavimenti a mosaico suggeriscono una datazione al II-III secolo d.c. Villa romana a Cologno al Serio Resti di strutture romane rinvenute nel 1856 potrebbero suggerire la presenza di una villa rustica di età romana (tardo imperiale) su cui fu impiantata un area sepolcrale in età medievale. La necropoli romana rinvenuta nel latifondo Palazzo nel secolo XIX probabilmente era ubicata lungo l antico percorso che portava a un importante guado sul fiume Serio. Villa romana di Covo Nei pressi della cascina Bellinzana, in seguito al progetto di ampliamento di una cava esistente, nel 1995 sono state condotte operazioni di scavo che hanno permesso il rinvenimento di strutture di una villa rustica di età romana e di una necropoli altomedievale. La necropoli è ubicata nell area N-E dello scavo; a Oriente della necropoli sono emersi i resti di una villa con impianto termale e struttura insediativa dotata di portico (esposto a Est). La villa, che può essere datata dai rinvenimenti ceramici all inizio 302

dell età imperiale, restò in uso sino all Altomedioevo. Ricerche di superficie fanno supporre che l edificio si estendesse su un area pari a circa 7500 mq. Le sepolture rinvenute nell area e Ovest della villa, che probabilmente appartenevano a una necropoli prediale di dimensioni limitate (forse contemporanea alle fasi più recenti della villa) sono databili fra la tarda romanità e l epoca altomedievale. Villa romana presso il Dignone Nell area limitrofa alla motta del Dignone (Romano di Lombardia) si conservano, in gran parte ancora da indagare, resti di un insediamento con numerosi ambienti e pavimenti a mosaico (vedere scheda sulla Motta). Ville romane di Ghisalba figura n. 37 villa romana a Ghisalba, da M. Fortunati, L età romana, in R. Caproni (a cura di), Ghisalba dalle origini all Altomedioevo, Ghisalba 2005, p.33 A Ghisalba sono stati rinvenuti resti di edifici di età romana, riconducibili al modello della villa. In località Cascina Alessandra (1 km a Nord dell abitato, in prossimità della strada che porta al castello di Malpaga), sulla sponda sinistra del fiume Serio, sono stati rinvenuti resti di una villa romana (almeno 2200 mq), ubicata vicino alla strada romana Mediolanum-Brixia, in prossimità di un guado sul fiume Serio. Le strutture evidenziano la presenza di una villa rustica dotata di fundus: a Sud si trovava il quartiere residenziale (pars urbana), dotato di vano absidato, con pavimento a mosaico e riscaldamento a ipocausto, a Nord, invece, era ubicata la pars rustica, con ambienti più modesti, costituiti da piccoli vani che si affacciano su un cortile interno (probabilmente riparato, almeno in parte, da una tettoia). Nella parte rustica è stata messa in luce anche una cisterna. La villa 303

rimase in uso dall età augustea al VI secolo d.c., anche se entro questo arco cronologico conobbe momenti di declino o abbandono (per es. nel II secolo d.c.). In località Villanuova (Campo Traverso - confine tra Ghisalba e Martinengo) sono stati rinvenuti resti di una villa datata fra la tarda età repubblicana e l età imperiale. I resti ubicati presso la Cascina Alessandra sono sottoposti a vincolo Villa romana a Isso In località Cantonata, a Sud di un fontanile, sono stati rinvenuti resti di una villa con ambienti rettangolari e una struttura in ciottoli, laterizi e legno, crollata in seguito a un incendio: probabilmente si tratta della pars rustica dell edificio. Le tessere di mosaico e i reperti ceramici rinvenuti testimoniano la presenza, almeno in antico, della pars urbana. Forse appartengono allo stesso sito i resti rinvenuti immediatamente a Sud, in località Ortaolle, probabilmente pertinenti ad un area a funzione artigianale, in uso in epoca tardo-antica/ altomedievale. Villa romana di Martinengo Si ipotizza la presenza di una villa di età romana in località S.Zenone: la ricerca di superficie ha permesso di rinvenire tessere di mosaico, frammenti di intonaco, cocciopesto e suspensurae (indicativi della presenza di ambienti riscaldati), di piombo e di ceramica. Villa romana di Morengo In località Campo S.Martino, in un area vicina al punto in cui si incontravano le due strade romane Milano-Brescia e Bergamo-Cremona (due assi stradali di grande importanza), sono state rinvenute strutture murarie, pavimenti e una vasca: i frammenti fittili permettono una datazione ad età romana. Villa romana di Predore La villa, situata sotto l attuale centro storico, in prossimità del torrente Rino, era costituita da un insieme articolato di strutture, comprensive di impianto termale. Proprio i mosaici relativi alle strutture termali permettono di proporre una datazione fra I e II secolo d.c. Il rinvenimento di un ara in cui ricorre il nome dell importante famiglia bresciana dei Nonii ha fatto supporre che la villa appartenesse a tale famiglia. Va ricordato che Predore, in età antica, era un importante scalo commerciale, il corrispettivo del centro di Iseo sulla sponda dirimpettaia. Le strutture portuali rinvenute nell area della villa di Predore non hanno restituito materiali datanti, però la vicinanza alla villa suggerisce una realizzazione in età romana: si tratterebbe dei locali annessi al porto (manutenzione-magazzini). 304