MECCANISMI FLESSIBILI. di Silvia Fazi Valentina Garruto Marina Muratore

Documenti analoghi
Protocollo di Kyoto 1988 IPCC 1992 UN Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) protocollo di Kyoto

Protocollo di Kyoto 1988 IPCC 1992 UN Framework Convention on Climate Change protocollo di Kyoto

Michela Gallo. CE.Si.S.P. Centro per lo Sviluppo della Sostenibilità dei Prodotti Università di Genova. Pavia

Direttiva 2003/87/CE EMISSION TRADING. che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità

Metodologie e vantaggi. Ing. Matteo Locati Responsabile Servizi Sostenibilità Certiquality

Industria del recupero e packaging chain

Tematica Argomento Docente. Elementi di diritto ambientale: quadro normativo internazionale, comunitario, nazionale legislativi inquadramento generale

I meccanismi flessibili per la riduzione dei gas serra: il progetto Desair

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali

REGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE COMPETITIVITA DEL SISTEMA REGIONALE POR FESR 2007/2013

Sistemi filtro ed arborei di pianura per l immobilizzazione della CO2

Accesso alla banca dati dell inventario delle emissioni in atmosfera

Costruiamo un futuro sostenibile

SCHEDA REQUISITI PER LA CERTIFICAZIONE DEGLI AUDITOR / RESPONSABILI GRUPPO DI AUDIT DI SISTEMI DI GESTIONE DELL ENERGIA (S.G.E.)

Presentazione del Progetto Emissions Trading ed Enti Locali. Il protocollo di Kyoto e l Emissions Trading

Gli standard ISO e UNI per l efficienza energetica: opportunità, benefici e ritorni degli investimenti

Emission Trading: i costi del Protocollo. Giovanni Straffelini

Il protocollo di Kyoto

Il Sistema Internazionale delle Emissioni e gli Strumenti di Flessibilità

Le politiche energetiche della Regione Emilia Romagna. Alberto Rossini Coordinatore ANCI Emilia-Romagna del PAES Valmarecchia

Analisi e riflessioni sulle tendenze e la regolamentazione del mercato energeticoambientale

CERTIFICATI BIANCHI - TEE (Titoli di Efficienza Energetica)

PUNTO ENERGIA _ Industrie o terziario di grandi dimensioni

AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA

Conferenza finale Bologna, 15/12/2015

il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il Comune di Bastia Umbra

Incontro informativo. Il mercato delle quote di emissione del GME

A cura di Giorgio Mezzasalma

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

BANCA POPOLARE ETICA La finanza di progetto a supporto di investimenti nel settore energetico. Ing. Andrea D Ascanio

Gestione Finanziaria delle Imprese. private equity e venture capital

ALLEGATO 2 - Schema di relazione tecnico-economica del progetto di investimento

Diagnosi Energetica: da obbligo normativo ad opportunità

Emissions trading: funzionamento, aspetti normativi e contrattuali 22/04/2010

ALLEGATO 4 STUDIO DI FATTIBILITA

Risparmio energetico ed efficienza energetica. perché l'energia più economica è quella che non si consuma

CHI SIAMO. Viale Assunta Cernusco s/n Milano

L energia. La riqualificazione e l efficienza. energetica: obiettivi ambientali e obblighi

Il sistema di misurazione e valutazione della performance di Éupolis Lombardia

Ing. Fabio Minchio L AUDIT ENERGETICO ENERGIA: DA COSTO INCONTROLLATO A VARIABILE STRATEGICA. 1. costo inevitabile e incontrollato

I CONTRATTI DI RENDIMENTO ENERGETICO:

Come le imprese chimiche affrontano la criticità dell Energia.

Linee guida per le Scuole 2.0

Provincia di Reggio Calabria

Promuovere gli investimenti locali in efficienza energetica ed energie rinnovabili. Milano 30 gennaio 2013 Federico Beffa / Area Ambiente

Gli strumenti per lo sviluppo delle biomasse in Italia. Norme, incentivi, iter autorizzativi, contrattualistica

NER 300 PROGETTI DI DIMOSTRAZIONE COMMERCIALE FINALIZZATI AL TRATTENIMENTO, IN TOTALE SICUREZZA AMBIENTALE, E LO STOCCAGGIO GEOLOGICO DI CO2.

Iniziative e progetti pilota per la promozione dei Sistemi di Gestione Ambientale in Lombardia

La Certificazione degli Energy Manager come punto qualificante della Nuova Normativa

ABI Energia Competence Center ABI Lab su energia e ambiente. Gli ambiti di ricerca in ABI Energia

Le azioni di efficienza energetica degli edifici nel PAES Piano di Azione per l Energia Sostenibile

Progetto co-finanziato dall Unione Europea. 7 Convegno

in collaborazione con PROGETTO

Export Development Export Development

ENERGY EFFICIENCY ENERGY SERVICE COMPANY ENERGY EFFICIENCY ENERGY SERVICE COMPANY ENERGY + EFFICIENCY

Avvio della programmazione

Progetto di riforestazione TERRA TERZO MONDO ETHIOPIA

Lo standard ISO per l efficienza energetica e il nuovo periodo ETS: opportunità e benefici

Allegato A Guida ai Diritti Guida al sito dell Autorità

Ministero dello Sviluppo Economico

La riforma del servizio di distribuzione del

Un passo avanti e due indietro: il settore termoelettrico nel sistema EU ETS

business plan fotovoltaici

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

Verona, 5 Maggio

IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PER UN COMUNE

UNI CEI Certificazione dei servizi energetici

La Certificazione di qualità in accordo alla norma UNI EN ISO 9001:2000

ENI AWARD 2016 REGOLAMENTO

Certificati Bianchi Titoli di Efficienza Energetica

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy

Gas Fluorurati. contribuiscono al cd. «effetto serra»

Incentive & La soluzione per informatizzare e gestire il processo di. Performance Management

Comitato territoriale costituzione

IL FUNZIONAMENTO DEL MERCATO DELL EFFICIENZA ENERGETICA: RISULTATI E PROSPETTIVE

QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE

1 La politica aziendale

Politiche energetiche ed ambientali. Previsioni sull energia prodotta da rinnovabili

Torino, 15 novembre 2011

1. Chi è il produttore secondo GSE? Vi sono delle conseguenze per me?

La predisposizione dei Contratti EPC nella Certificazione UNI CEI Roma 03/12/2015 Relatore: Ing. Andrea D Innocenzo

Le logiche di azione delle Esco nel settore

Gestione diretta: I programmi comunitari

1- Corso di IT Strategy

Il ruolo di Assogasliquidi nello sviluppo del GNL in Italia. Francesco Franchi Presidente Assogasliquidi

RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA E VALUTAZIONE DELLE OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO SUL PATRIMONIO ARCHITETTONICO

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

Policy La sostenibilità

Comitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE e per il supporto nella gestione delle attività di progetto del Protocollo di Kyoto

Strumenti operativi a disposizione dei Comuni per l elaborazione dei PAES

Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA

Comune di Termini Imerese. Regolamento Albo Comunale delle Associazioni. Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. del

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

PERCORSO FORMATIVO OPERATORE FORESTALE RESPONSABILE

Sito Internet dedicato alle PMI e alle istituzioni

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

SCHEDA REQUISITI PER LA QUALIFICAZIONE DEL CORSO PER ESPERTI IN MARKETING & COMUNICAZIONE

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

Transcript:

MECCANISMI FLESSIBILI di Silvia Fazi Valentina Garruto Marina Muratore

AGENDA Introduzione Meccanismi Flessibili Requisiti essenziali Progetti CDM e JI Baseline Vantaggi e Svantaggi Caso Italiano CDM: Attori Ciclo di un progetto CDM JI: Attori Ciclo di un progetto JI Prime esperienze

Introduzione Meccanismi Flessibili Requisiti essenziali Progetti CDM e JI Baseline Vantaggi e Svantaggi Caso Italiano CDM: Attori Ciclo di un progetto CDM JI: Attori Ciclo di un progetto JI Prime esperienze

MECCANISMI FLESSIBILI DI KYOTO Clean CleanDevelopment Mechanism (baseline and and credit) Permette alle imprese dei Paesi Annex I (con vincoli di emissione) di realizzare progetti che mirano alla riduzione delle emissioni dei gas serra nei Paesi non Annex I (senza vincoli di emissione). (Art.12) Joint JointImplementation (baseline and and credit) Permette alle imprese dei Paesi Annex I (con vincoli di emissione) di realizzare progetti che mirano alla riduzione delle emissioni dei gas serra nei Paesi Annex I (con vincoli di emissione). (Art.6) Emission Trading (cap (capand and trade)

PERCHE FLESSIBILI? Flessibilità geografica: un Paese dell Annex 1 può raggiungere gli obiettivi di Kyoto assegnatigli attraverso realizzazione di progetti in un Paese diverso in cui i costi marginali di abbattimento sono inferiori Flessibilità temporale: se si abbatte più del necessario, le riduzioni in eccesso possono essere utilizzate in periodi successivi

COP COP 9 Milano: Emission Trading L Unione Europea ha confermato la sua convinta intenzione di attivare tutte le misure necessarie per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere i propri obiettivi di Kyoto. A proposito del meccanismo di ET l Unione ha dichiarato che: nel 2005 partirà il mercato interno dei permessi di emissione che coprirà circa la metà delle emissioni di CO2 dell Unione (Direttiva 2003/87/CE) è previsto di permettere la conversione dei permessi ottenuti mediante Joint Implementation (JI) e Clean Development Mechanism (CDM) nei permessi utilizzabili nell ambito del sistema di emission trading europeo (Direttiva Link).

CDM INVESTITORE INVESTIMENTO PROGETTO PAESE ANNEX 1 PAESE IN VIA DI SVILUPPO Aziende Private, NGOs, Fondazioni o Soggetti Pubblici realizzano un progetto in un paese in via di sviluppo mirato alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra

CDM INVESTITORE INVESTIMENTO PROGETTO PAESE ANNEX 1 CERs PAESE IN VIA DI SVILUPPO La differenza fra la quantità di gas serra emessa realmente e quella che sarebbe stata emessa senza la realizzazione del progetto (scenario di riferimento) è accreditata sotto forma di CREDITI DI EMISSIONE CERs

JI INVESTITORE INVESTIMENTO PROGETTO PAESE ANNEX 1 PAESE ANNEX 1 Aziende Private, NGOs, Fondazioni o Soggetti Pubblici realizzano un progetto in un paese ANNEX 1 mirato alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra

JI INVESTITORE INVESTIMENTO PROGETTO PAESE ANNEX 1 ERUs PAESE ANNEX 1 La differenza fra la quantità di gas serra emessa realmente e quella che sarebbe stata emessa senza la realizzazione del progetto (scenario di riferimento) è accreditata sotto forma di UNITA DI RIDUZIONE ERUs

CDM e JI CERs o ERUs Sviluppo sostenibile nel Paese Ospite Investitore Può usarli per aumentare il proprio budget emissivo BANKING Può venderli sul mercato dei permessi di emissione

REQUISITI ESSENZIALI DEI PROGETTI CDM e JI IL PROGETTO DEVE PORTARE AD UNA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI ALMENO UNO DEI GAS REGOLATI DAL PROTOCOLLO DI KYOTO (CO 2, CH 4, N 2 O, HFC, PFC, SF 6 ) IL PAESE OSPITANTE DEVE AVER RATIFICATO IL PROTOCOLLO DI KYOTO IL PROGETTO DEVE ESSERE VOLONTARIO LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI E ADDIZIONALE ALLA SITUAZIONE CHE SI AVREBBE IN ASSENZA DI TALE PROGETTO (BASELINE AND CREDIT) IL PROGETTO DEVE PORTARE BENEFICI DI LUNGO TERMINE NELLA MITIGAZIONE DEL CLIMA

REQUISITI ESSENZIALI DEI PROGETTI CDM e JI IL PROGETTO DEVE PREVEDERE IL TRASFERIMENTO DI TECNOLOGIE PULITE E NON DEVE PREVEDERE L UTILIZZO DI UNA TECNOLOGIA NUCLEARE IL PROGETTO DEVE CONTRIBUIRE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL PAESE OSPITANTE: SONO ESCLUSI I PROGETTI CHE HANNO UN IMPATTO SOCIO-ECONOMICO ED AMBIENTALE NON EQUILIBRATO (documento di approvazione da parte del Paese host) DEVE ESISTERE UN METODO RICONOSCIUTO DI VALUTARE QUANTITATIVAMENTE LE EMISSIONI EVITATE IL PROGETTO NON DEVE UTILIZZARE FONDI PUBBLICI DI ASSISTENZA ALLO SVILUPPO; SI DEVE POTER AFFERMARE CHE, SENZA L INCENTIVO DEI CREDITI, IL PROGETTO NON SAREBBE REALIZZABILE

INFLUENZA DEI PROGETTI JI E CDM SUL BUDGET DI KYOTO JI CDM ALLARGAMENTO DEL BUDGET DI KYOTO INVESTOR COUNTRY HOST COUNTRY INVESTOR COUNTRY

INFLUENZA DEI PROGETTI CDM UNILATERALI SUL BUDGET DI KYOTO COP 7 di Marrakech (2001): Si introduce la possibilità di progetti CDM autonomamente gestiti dai LDCs CDM unilaterale BUDGET EMISSIVO ANNEX I ALLARGAMENTO DEL BUDGET DI KYOTO

CDM e JI EMISSIONI CREDITI GENERATI SCENARIO DI RIFERIMENTO (BASELINE) EMISSIONI REALI INIZIO PROGETTO TEMPO

CDM: Tempi I progetti CDM forniscono CERs già a partire dall anno 2000. I crediti generati a partire da tale anno possono essere accumulati ed utilizzati per il rispetto degli obblighi CHI REALIZZA IN TEMPI BREVI PROGETTI CDM SI TROVA AVVANTAGGIATO!!! JI: Tempi I progetti JI generano ERUs solo a partire dall anno 2008 (commitment period)

JI EMISSIONI SCENARIO DI RIFERIMENTO (BASELINE) CREDITI GENERATI INIZIO PROGETTO 2008 EMISSIONI REALI TEMPO

BASELINE Nei progetti di JI il Paese Ospite non sarà interessato ad emettere una non realistica quantità di ERUs in quanto questi vengono sottratti dal proprio budget nazionale di emissioni Nei progetti di CDM entrambi i Paesi sono interessati ad una sovrastima dei CERs: L OSPITE PER ATTRARRE INVESTIMENTI L INVESTITORE PER AUMENTARE IL PROPRIO BUDGET EMISSIVO NECESSITA DI UN ACCURATA DEFINIZIONE DELLE BASELINE

BASELINES STANDARDISED APPROACHES: METODOLOGIE APPROVATE DALLA COP 7 DI MARRAKECH STATUS QUO EMISSIONS MARKET CONDITIONS BEST AVAILABLE TECHNOLOGY PROJECT BASED APPROACHES E POSSIBILE UTILIZZARE ANCHE UNA METODOLOGIA ALTERNATIVA, MA VA DESCRITTA DETTAGLIATAMENTE E GIUSTIFICATA (maggiore soggettività, maggiori costi di transazione)

Best Available Technology (BAT) BASELINES Host country average 100 80 60 40 20 0 Host country average of last 5 years Best technology currently commercial Best technology in host country Baseline CDM Project

CDM: Periodo di Generazione dei Crediti EMISSIONI CREDITI GENERATI I BASELINE II BASELINE III BASELINE CREDITI GENERATI EMISSIONI REALI 2001 INIZIO PROGETTO 2008 2011 2015 TEMPO

Paesi Investitore CDM e JI: Perché partecipare? Raggiungere gli obiettivi di Kyoto a minori costi Aziende Investitrici NGOs Development Banks Investitori istituzionali Associare i propri investimenti al principio dello sviluppo sostenibile: miglioramento dell immagine aziendale Esplorazione e potenziale allargamento nei nuovi mercati dei paesi ospiti emergenti Aumentare il proprio budget emissivo Accedere ad agevolazioni offerte dalle istituzioni finanziarie internazionali Contenere la realizzazione nei LDCs di investimenti in tecnologie produttive mature e a basso costo che generano potenziale concorrenza di prezzo Generare una nuova fonte di reddito (vendita dei CERs) mediante esportazione delle proprie tecnologie ambientalmente efficienti Promuovere lo sviluppo e la sostenibilità Promuovere lo sviluppo sostenibile Creare nuovi mercati Diversificazione del portafoglio Investimento socialmente responsabile

CDM e JI: Perché partecipare? Ricevere nuovi investimenti esteri: aumento dell occupazione e diminuzione della povertà Paesi Ospiti Importare nuove tecnologie che facilitino lo sviluppo in un ottica di sostenibilità Miglioramento delle condizioni ambientali Trasferimento di tecnologia Imprese Ospiti Miglioramento dell efficienza tecnica ed economica Acquisizione di vantaggi competitivi rispetto alle altre imprese nazionali

CDM e JI: Svantaggi COSTI DI TRANSAZIONE: per la produzione della documentazione di progetto INVESTITORI per l implementazione del piano di monitoraggio per le procedure di valutazione e verifica per la registrazione dei crediti per l eventuale intermediazione per la vendita dei crediti OSPITI Eventuale perdita di altre forme di finanziamento per lo sviluppo Aumento della dipendenza economica e tecnologica dai Paesi Sviluppati Per i Paesi Ospiti Annex I (JI) maggiori difficoltà nel raggiungimento del proprio vincolo di Kyoto

CDM e JI: ESEMPI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA - Conversione/costruzione di impianti alimentati a biomassa o da rifiuti - Costruzione di impianti alimentati da fonti rinnovabili - Recupero di scarti di lavorazione industriale a scopo energetico - Interventi mirati al miglioramento dell efficienza (miglioramento caldaia, cogenerazione, cicli combinati) - Conversione verso combustibili fossili a minore intensità di CO2

CDMe JI: ESEMPI DISTRIBUZIONE DI ENERGIA: miglioramento efficienza distribuzione di energia termica e elettrica DEMAND SIDE MANAGEMENT: diffusione delle apparecchiature ad alta efficienza, costruzione di ecoimmobili TRASPORTI: trasformazione di veicoli a gas naturale RIFIUTI: recupero gas da discarica a fini energetici EMISSIONI DIFFUSE DA COMBUSTIBILI: riduzione delle perdite da serbatoi di combustibile e dagli oleodotti

CDM: ESEMPI AFFORESTAZIONE RIFORESTAZIONE nei LDCs le regole relative a tale CDM sono state stabilite nel corso della COP 9 di Milano (1-12 dicembre 2003)

L Italia e i Meccanismi Flessibili Nella Delibera CIPE 2002 è affidato ai meccanismi flessibili un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi di Kyoto: Mt CO2 eq 10-20 Mt CO2: progetti di riduzione del gas flaring e del gas venting 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 93 Riduzione necessaria 12 21 40 43 Misure già individuate Ulteriori misure Progetti CDM e JI Misure di riduzione interna Riduzione rispetto allo scenario tendenziale 2010 CDM e JI come strumenti per l accesso ai finanziamenti internazionali e come veicolo per l internazionalizzazione dell economia italiana

Eni e Meccanismi flessibili Eni può contribuire notevolmente al conseguimento dell'obiettivo italiano di Kyoto mediante investimenti esteri finalizzati alla riduzione dei gas serra prodotti all estero dalle sue attività. 3 Dicembre 2003: nell'ambito della COP 9, Eni e il Ministero dell Ambiente sottoscrivono un accordo volontario finalizzato all individuazione, la promozione e la valorizzazione dei progetti CDM e JI. A tal fine vengono riconosciuti come progetti CDM e JI quelli finalizzati alla eliminazione o riduzione del flaring e del venting di gas metano associato alla produzione petrolifera. Reiniezione in giacimento Flaring - Venting Generazione elettrica Treni LNG

Shell e CDM

Introduzione Meccanismi Flessibili Requisiti essenziali Progetti CDM e JI Baseline Vantaggi e Svantaggi Caso Italiano CDM: Attori Ciclo di un progetto CDM JI: Attori Ciclo di un progetto JI Prime esperienze

CDM -ATTORI Governance COP / MOP Executive Board (EB) Designated Operational Entities (DOE) Project participants: - Investor -Host Designated National Authorities (DNA) Stakeholders

CDM: Executive Board (EB) Istituito durante la COP 7 di Marrakech Eletto da COP/MOP Costituito da 10 membri (4 Annex I, 5 Non-Annex 1, 1 AOSIS) Si riunisce almeno tre volte all anno Decide con i 3/4 di maggioranza Ha le seguenti principali responsabilità: Approvazione di nuove metodologie per la definizione delle baselines e dei piani di monitoraggio Supervisione dei progetti Registrazione dei progetti Rilascio dei CERs Garantire un equa distribuzione spaziale dei progetti Divulgazione delle attività e delle opportunità relative al CDM Accreditamento e controllo degli Operational Entities

CDM - Designated operational entities (1) I DOE sono enti legali nazionali o internazionali indipendenti accreditati dall Executive Board Hanno le seguenti responsabilità: Validazione e richiesta di registrazione dei progetti Verifica e certificazione dell effettiva riduzione delle emissioni per i CDM registrati e realizzati Presentazione di un resoconto annuale all Executive Board Compilazione di una lista pubblica dei progetti Fornire informazioni sui progetti

CDM - Designated operational entities (2) Principali requisiti per l accreditamento: Provata competenza su tematiche ambientali, regionali, settoriali, nella definizione di baseline e piani di monitoraggio, nell auditing ambientale Indipendenza dal progetto Ad eccezione dei progetti di piccole dimensioni (small scale projects), gli enti accreditati per la validazione devono essere diversi da quelli accreditati per la verifica La finalità dei DOE è di garantire l integrità ambientale dei progetti CDM e di facilitare il commercio dei CERs

Designated National Authority (DNA) I governi dei DC devono designare un Autorità Nazionale per i progetti CDM Le DNA hanno il compito di certificare l effettivo contributo del progetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile del paese ospite Prima della registrazione del progetto l Executive Board deve ricevere una lettera di approvazione dalla DNA

CICLO DI UN PROGETTO CDM Step Definizione Ente responsabile Fase progettuale 1. PROJECT DESIGN 2. VALIDATION and REGISTRATION Documento che fornisce informazioni sul progetto Valutazione indipendente del progetto Accettazione formale del progetto Partecipanti al progetto Operational Entity Executive Board 3. MONITORING Documento di monitoraggio della riduzione di emissioni Partecipanti al progetto Fase realizzativa 4. VERIFICATION and CERTIFICATION Verifica della reale riduzione di emissioni Attestazione formale del raggiungimento degli obiettivi Operational Entity Operational Entity 5. ISSUANCE Rilascio dei CERs Executive Board

CICLO DI UN PROGETTO CDM FASE PROGETTUALE 2. VALIDATION & REGISTRATION 1. PROJECT DESIGN CERs 5. ISSUANCE 3. MONITORING 4. VERIFICATION & CERTIFICATION FASE REALIZZATIVA

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 1: Project Design Descrizione del progetto Piano di monitoraggio Metodologia di baseline Calcoli

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 1: Project Design Descrizione del progetto: Scopo Spiegazione tecnica Trasferimento di tecnologia Confini del progetto Durata Identificazione del periodo per l ottenimento dei crediti (massimo di sette anni con possibilità di rinnovarlo due volte o di dieci anni senza possibilità di rinnovo) Addizionalità Impatti (sociali e ambientali) rilevanti per il paese ospite Fonti di finanziamento pubblico Commenti dei soggetti coinvolti (Stakeholders)

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 1: Project Design Piano di monitoraggio: Identificazione della qualità dei dati. Sono accurati? Confrontabili? Completi? Definizione delle metodologie utilizzate nel raccoglimento dei dati e nel progetto di monitoraggio Se vengono proposte nuove metodologie (devono essere approvate dall Executive Board): Descrizione della nuova metodologia Identificazione dei punti di forza e di debolezza Descrizione di eventuali progetti in cui la metodologia è stata applicata con successo

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 1: Project Design Metodologia di baseline: Se si utilizza una metodologia approvata: Dichiarazione della metodologia adottata Come tale metodologia sarà applicata Se si utilizza una nuova metodologia : Descrizione e giustificazione della nuova metodologia Punti di forza e di debolezza Parametri chiave Proiezione dell ammontare di emissioni nello scenario di riferimento Leakage

Calcoli: CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 1: Project Design A. Emissioni da baseline per fonte + B. Leakage = Emissioni totali da baseline C. Emissioni del progetto CDM per fonte + D. Leakage = Emissioni totali da progetto CDM (A+B) (C+D) = riduzione di emissioni dovuta al progetto

CICLO DI UN PROGETTO CDM FASE PROGETTUALE 2. VALIDATION & REGISTRATION 1. PROJECT DESIGN CERs 5. ISSUANCE 3. MONITORING 4. VERIFICATION & CERTIFICATION FASE REALIZZATIVA

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 2: Validation and Registration L Ente accreditato procede alla validazione del progetto, accertando l esistenza dei seguenti elementi: Rispetto dei requisiti di partecipazione Volontarietà Addizionalità Commento dei soggetti coinvolti Analisi d impatto ambientale Confini del progetto Che la metodologia di baseline osservi i metodi già approvati (nuove metodologie devono essere approvate dall Executive Board) Scelta del periodo per ottenere i crediti L Ente accreditato riceve la lettera dalle Autorità Nazionali

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 2: Validation and Registration L Ente accreditato, dopo aver validato il progetto, invia una richiesta di registrazione all Executive Board La fase progettuale si conclude con la registrazione formale del progetto da parte dell Executive Board La registrazione è considerata completa otto settimane dopo il ricevimento della richiesta, a meno che una delle Parti coinvolte o almeno tre membri dell Executive Board non richiedano una revisione del progetto

CICLO DI UN PROGETTO CDM FASE PROGETTUALE 2. VALIDATION & REGISTRATION 1. PROJECT DESIGN CERs 5. ISSUANCE 3. MONITORING 4. VERIFICATION & CERTIFICATION FASE REALIZZATIVA

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 3: Monitoring Quando il progetto diventa operativo, i partecipanti devono monitorare la riduzione di emissioni di GHG seguendo la metodologia stabilita nel Piano di Monitoraggio Tutte le modifiche del Piano di Monitoraggio devono essere giustificate e sottoposte nuovamente al procedimento di validazione

CICLO DI UN PROGETTO CDM FASE PROGETTUALE 2. VALIDATION & REGISTRATION 1. PROJECT DESIGN CERs 5. ISSUANCE 3. MONITORING 4. VERIFICATION & CERTIFICATION FASE REALIZZATIVA

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 4: Verification and Certification I risultati del monitoraggio devono essere sottoposti alla revisione dell Ente accreditato al fine di verificare la reale riduzione delle emissioni rispetto allo scenario di riferimento Se la verifica è positiva, L Ente accreditato rende pubblica una certificazione formale del progetto

CICLO DI UN PROGETTO CDM FASE PROGETTUALE 2. VALIDATION & REGISTRATION 1. PROJECT DESIGN CERs 5. ISSUANCE 3. MONITORING 4. VERIFICATION & CERTIFICATION FASE REALIZZATIVA

CICLO DI UN PROGETTO CDM Fase 5: Issuance L Executive Board rilascia una quantità di crediti di emissione (CERs) pari alla riduzione di emissioni ottenuta mediante il progetto Tutti i dati sul rilascio, il possesso, il trasferimento e l acquisizione dei CERs vengono depositati in un registro apposito

CDM: Small-Scale Projects Progetti che riguardano fonti rinnovabili fino a 15 MW Attività di miglioramento di efficienza fino a 15 GWh/anno Altri progetti con emissioni inferiori alle 15 ktonn di CO 2 eq. all anno Il Comitato Esecutivo utilizza una procedura semplificata per la validazione, il monitoraggio e la verifica, allo scopo di ridurre i costi di transazione.

Introduzione Meccanismi Flessibili Requisiti essenziali Progetti CDM e JI Baseline Vantaggi e Svantaggi Caso Italiano CDM: Attori Ciclo di un progetto CDM JI: Attori Ciclo di un progetto JI Prime esperienze

Modalità di realizzazione JI: Track 1 La modalità veloce si applica quando il paese ospitante, è in grado di rispettare alcuni requisiti richiesti dal Protocollo di Kyoto riguardanti l inventario nazionale delle emissioni. In questo caso, è il paese ospitante che decide la procedura da seguire per la registrazione dei progetti, il rilascio dei crediti (ERUs) e la verifica delle riduzioni effettive di Gas Serra il loro trasferimento all investitore.

Modalità di realizzazione JI: Track 2 La modalità lenta si applica quando il paese ospitante, non è in regola con i requisiti richiesti dal Protocollo di Kyoto o non ha una struttura istituzionale in grado di supervisionare e seguire il progetto in tutte le fasi. In questo caso, il progetto deve essere sottoposto ad un Comitato di Supervisione e seguire un iter simile a quello per i progetti CDM.

Requisiti per JI Requisiti per paese ospitante Track 1 Track 2 Ratifica protocollo di Kyoto + + AAUs stabiliti da Annex B + + Sistema nazionale per l inventario nazionale delle emissioni e la metodologia di calcolo + Registro nazionale per variazioni di AAUs, ERUs + + Report annuale dell inventario + Linee guida e procedure nazionali per approvazione di progetti di JI + Istituita DNA + + Costi di Transazione Risparmio di

JI Track 1 Segratariato nazionale UNFCCC COP/MOP Autorità Nazionale Partecipanti al progetto Fase Progettuale Progetto JI Fase Realizzativa ERUs

CICLO DI UN PROGETTO JI Track 1 Step Definizione Ente responsabile Fase progettuale 1. PROJECT DESIGN 2. VALIDATION and REGISTRATION Documento che fornisce informazioni sul progetto Valutazione indipendente del progetto Accettazione formale del progetto Partecipanti al progetto Partecipanti al progetto 3. MONITORING Documento di monitoraggio della riduzione di emissioni Partecipanti al progetto Fase realizzativa 4. VERIFICATION and CERTIFICATION 5. ISSUANCE Verifica della reale riduzione di emissioni Attestazione formale del raggiungimento degli obiettivi Rilascio dei ERUs Partecipanti al progetto Partecipanti al progetto

JI Track 2 Segratariato nazionale UNFCCC COP/MOP Comitato Supervisore Ente Indipendente Accreditato (AIE) Autorità Nazionale Partecipanti al progetto Fase Progettuale Progetto JI Fase Realizzativa ERUs

CICLO DI UN PROGETTO JI Track 2 Step Definizione Ente responsabile Fase progettuale 1. PROJECT DESIGN 2. VALIDATION and REGISTRATION Documento che fornisce informazioni sul progetto Valutazione indipendente del progetto Accettazione formale del progetto Partecipanti al progetto AIE 3. MONITORING Documento di monitoraggio della riduzione di emissioni Partecipanti al progetto Fase realizzativa 4. VERIFICATION and CERTIFICATION 5. ISSUANCE Verifica della reale riduzione di emissioni Attestazione formale del raggiungimento degli obiettivi Rilascio dei ERUs AIE Comitato Supervisore

JI e i paesi dell Europa Centro-Orientale

Perché i paesi dell Europa Centro-Orientale? Sono paesi ad economia in transizione; Non fanno parte della bolla europea; Bassi costi marginali nel ridurre emissioni di gas serra; Bisogna distinguere tra nuovi stati membri, dell Unione Europea, con decorrenza 2004 e i paesi candidati.

Perché i paesi dell Europa Centro-Orientale? Nuovi Stati Membri Hanno baseline in linea con le stringenti disposizioni ambientali Europee Paesi Candidati Baseline più alta rispetto agli standard europei Entrata prevista: 2007 Costi Marginali di abbattimento più elevati rispetto alla situazione ex ante. Investimenti diretti esteri

Perché i paesi dell Europa Centro-Orientale? Nuovi Stati Membri Hanno baseline in linea con le stringenti disposizioni ambientali Europee Paesi Candidati Baseline più alta rispetto agli standard europei Entrata prevista: 2007 Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia hanno iniziato il sistema di trading di emissioni domestiche Romania e Bulgaria cercano cooperazione con paesi industrializzati per JI

Prototype Carbon Fund

Prototype Carbon Fund Struttura a fondo mutuo con portafoglio progetti diversificato: 35-45 progetti e contratti di acquisto di certificati Azionisti: Governi $10 MiL, Aziende $5Mil Obiettivi del PCF Certificati a prezzo competitivo e di qualità Fascia di prezzo acquisto: $ 2.5-4.0 /tco2 Target di prezzo di cessione agli azionisti $ 5.6 /tco2 Qualità Kyoto (CDM/JI; diritto di veto da parte del GEF) Generare esperienza e competenze nell emergente carbon market Contribuire allo sviluppo sostenibile dei PVS

ERUPT

ERUPT Investimenti, in ambito JI, in Europa Centro-Orientale di cui si fa promotore il ministero dell economia in Olanda. Olanda ERUPT1 ERUPT2 Compra ERUs Vende ERUs ERUs stimati 4 MIL 10 MIL 9-5 2-5 Investitore per ERUs Tot. 36 MIL 25 MIL Caratteristiche Investimenti Energia rinnovabile Efficienza energetica Fuel switch Rimboscamento Gestione rifiuti 250.000 CO2 tra 2008-2012 CERUPT: investimenti in ambito CDM

ERUPT Autorità indipendente Track1: Autorità Indipendente designata da: governo olandese e governo ospitante 3. Richiesta di validazione 4. Validazione 8. Richiesta di verifica 9. Verifica 1. Richiesta per approvazione 7. Riduzione di emissioni Governo ospitante Investitore 2. Lettera di approvazione 13. ERUs 12. Richiesta di ERUs 6. Contratto 5. Proposta di progetto 11. Pagamenti 10. Report Governo olandese

ERUPT Autorità indipendente Track 2 : Autorità Indipendente designata dal Comitato Supervisore 3. Richiesta di validazione 4. Validazione 8. Richiesta di verifica 9. Verifica 1. Richiesta per approvazione 7. Riduzione di emissioni Governo ospitante Investitore 2. Lettera di approvazione 13. ERUs 12. Richiesta di ERUs 6. Contratto 5. Proposta di progetto 11. Pagamenti 10. Report Governo olandese

WEB-GRAFIA http://www.hwwa.de/hwwa_engl.html http://www.senter.nl/asp/page.asp?alias=erupt http://prototypecarbonfund.org/router.cfm?page=home http://carbonfinance.org/ http://www.unfccc.int http://www.minambiente.it http://www.cop9.info

JI INFLUENZA DEI PROGETTI JI E CDM SUL BUDGET DI KYOTO EURs INVESTOR COUNTRY HOST COUNTRY INVESTOR COUNTRY HOST COUNTRY Budget emissivi back