UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI URBINO CARLO BO



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COMUNICATO STAMPA INSTABILITÀ FAMILIARE Ecco le cause e le conseguenze demografiche, economiche e sociali Martedì 13 settembre alle ore 10:30 presso l aula B2 della Facoltà di Sociologia dell Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, il Prof. Guido Maggioni, direttore del Cursf (Centro universitario di studi e ricerche sulle famiglie) e altri componenti del gruppo di ricerca hanno presentato il workshop Instabilità familiare: aspetti causali e conseguenze demografiche, economiche e sociali che si svolgerà il 15 (ore 15-19) ed il 16 settembre (ore 9-13) presso l Aula Rossa della Facoltà di Economia, Palazzo Battiferri, Via Saffi, 42 a Urbino. Questo workshop rappresenta un primo momento di confronto tra gli studiosi che partecipano all omonimo progetto di ricerca cofinanziato dal Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e diretto dal prof. Livi Bacci. Oltre all Ateneo fiorentino e all Istituto di Sociologia dell Università di Urbino, partecipano al progetto anche le università di Padova, Messina, Udine, Verona, Milano Cattolica e Bocconi. Nel corso del workshop verranno presentati alcuni primi risultati di ricerca e illustrate alcune impostazioni di analisi del fenomeno dell instabilità familiare. In particolare verranno fornite informazioni sull andamento delle separazioni e dei divorzi che risultano in continua crescita negli ultimi anni. Nel 2003, l Istat registra 81.744 separazioni e 43.856 divorzi (con un aumento di circa il 60% rispetto a dieci anni prima) con un coinvolgimento (tra coniugi e figli) di circa 225.000 persone nel primo caso e di 110.000 nel secondo, che si aggiungono a quelli che hanno vissuto le stesse esperienze negli anni precedenti. Inoltre permangono signficative differenze territoriali: separazioni e divorzi restano infatti sempre molto più frequenti a Nord che a Sud (il tasso è quasi il doppio). La percentuale di separazioni che si trasforma successivamente in divorzi, tuttavia, è rimasta abbastanza stabile, attorno al 60 per cento. Quasi la metà delle coppie che si separa, quindi, non va oltre il primo stadio del processo di scioglimento del rapporto coniugale. Ciò è in parte favorito dalla peculiare legislazione italiana, che obbliga ad almeno tre anni di attesa dopo la pronuncia della separazione prima di poter chiedere il divorzio. Questa situazione determina anche un cambiamento nelle strutture familiari. Crescono le famiglie ricostituite, i genitori soli non vedovi, i single non vedovi, le unioni libere. In totale esse coinvolgono (1998) il 10,4% della popolazione italiana. Il 5,1% delle coppie (2001) è costituito da famiglie ricostituite, prevalentemente coniugate. Queste nuove famiglie sono composte da persone che hanno vissuto esperienze precedenti di vita di coppia e di rottura degli equilibri familiari. La rottura del contratto di coppia, o tra genitori e figli, ha pesanti ricadute sulla vita sociale e sul benessere economico e psicologico dei soggetti coinvolti direttamente (i partner stessi e i loro figli) e indirettamente (le famiglie di origine). Ricadute che coinvolgono anche la fecondità, in termini di mancato raggiungimento del numero desiderato di figli. Le conseguenze economiche dell instabilità familiare e le ricadute sul benessere psicologico e sulle esperienze dei figli verranno approfondite nell ambito di due sessioni specifiche. Particolare attenzione verrà anche dedicata alla dimensione di genere dell instabilità familiare. In particolare, il gruppo di ricerca dell Istituto di Sociologia dell Università di Urbino è impegnato nella realizzazione di uno studio che si pone l obiettivo di approfondire le diverse

conseguenze della rottura del legame coniugale per uomini e donne, evidenziando i diversi rischi cui l instabilità matrimoniale espone i soggetti a seconda del sesso, in ambito economico, relazionale e di chances sul mercato delle seconde nozze e del repartnering. Nello specifico, si cercherà di comprendere il tipo di risorse materiali (economiche, supporto nel lavoro di cura, opportunità offerte dal mercato del lavoro, forme di protezione sociale, ecc.) e simboliche (immagini di Sé, stereotipi culturali, orientamenti di valore) cui uomini e donne hanno accesso in seguito alla separazione e al divorzio e che determinano opportunità diverse ai fini della riorganizzazione del proprio percorso di vita e della costituzione di nuovi legami familiari. Infine, le famiglie ricostituite rappresentano un ulteriore specifico oggetto di approfondimento Verrà preso in considerazione il processo di ricostituzione di nuove famiglie per esplorarne le caratteristiche socio-economiche, per individuare le regole informali che legano il nucleo e le nuove modalità di relazione che si sperimentano in questi contesti, con particolare riguardo alle relazioni tra genitori e figli. In particolare, il gruppo di Urbino ha avviato uno studio sull esperienza della genitorialità sociale, ossia di quella particolare esperienza della genitorialità che si realizza quando un soggetto decide di assumere responsabilità genitoriali nei confronti dei figli del proprio partner. È stata condotta un analisi sulle sentenze finalizzata a comprendere come il diritto definisce il genitore sociale mentre sono previste interviste con professionisti (avvocati e operatori sociali) al fine di indagare come vengono trattati e risolti i problemi legati a questa specifica forma di genitorialità. Il workshop rappresenta un primo momento di confronto tra i ricercatori impegnati nella ricerca. Le ricerche avviate dalle varie unità verranno concluse nei prossimi mesi, mentre i risultati definitivi saranno disponibili entro la fine del 2006. martedì 13 settembre 2005 Università degli Studi di Urbino Carlo Bo - Via Saffi, 2-61029 URBINO tel. 0722 305216 fax 0722 4813 e-mail: ufficiostampa@uniurb.it

Instabilità familiare: aspetti causali e conseguenze demografiche, economiche e sociali Workshop Urbino, 15 e 16 settembre 2005 Instabilità familiare: tendenze e conseguenze demografiche Silvana Salvini Le dinamiche temporali dello scioglimento di matrimonio nelle regioni italiane. Dati, metodi di analisi e primi risultati Come emerso dai dati e della letteratura recente, il comportamento familiare sta cambiando anche in Italia, con la diffusione di nuove forme familiare, quali le unioni di fatto, e l aumento degli scioglimenti di matrimonio, in termini di separazioni e di divorzi. L obiettivo di fondo di questo studio consiste nell analisi delle serie temporali delle diverse misure di separazione e divorzio, da effettuarsi con le opportune tecniche statistiche. In questa direzione, l analisi sarà affiancata dallo studio delle relazioni con le serie degli indicatori economici e culturali allo scopo di indagare a livello macro i principali fattori dei mutamenti dei relativi comportamenti demografici. Lo studio di questi fenomeni, l interpretazione dei cambiamenti e i fattori sociali ed economici che causano e che conseguono alla rottura delle unioni e alla loro ricostituzione, non possono tuttavia prescindere da una esatta ricostruzione delle tendenze temporali degli scioglimenti di unioni a livello territoriale disaggregato, ricostruzione che costituisce l obiettivo di base di questo intervento. I dati di base sono costituiti dalle serie temporali dei matrimoni, delle separazioni e dei divorzi. I tassi di separazione e di divorzio secondo la durata calcolati a livello regionale rappresentano la griglia di riferimento in cui vanno inseriti studi più particolareggiati, sia strutturali sia territoriali. Nella prima fase dello studio si è effettuato un analisi critica delle definizioni (alla base della raccolta dei dati aggregati di fonte ISTAT), in particolare per quello che riguarda la durata di convivenza-matrimonio. I dati ISTAT fanno riferimento a definizione variabili nel tempo e pertanto la serie presenta discontinuità (che rendono di fatto impraticabile il confronto temporale dei tassi dall anno della introduzione della legge sul divorzio), che è invece possibile per il periodo più recente 1993-2002. L esame dei tassi di divorzialità dimostra la crescita del fenomeno nelle diverse regioni italiane. Una descrizione delle differenze geografiche, con l evidenza del divario Nord-Sud (ad esempio, il tasso di divorzialità totale per la Lombardia è oltre il doppio di quello della Sicilia) chiude questo studio preliminare. Silvia Meggiolaro, Stefano Mazzuco, Fausta Onagro Cambiamenti di stato dopo lo scioglimento di un'unione tra percezioni e fatti Il continuo aumento delle separazioni e dei divorzi in Italia ha inevitabili conseguenze sia sulla carriera familiare che su quella abitativa delle persone che direttamente (coppia) e indirettamente (figli) sono coinvolti nell esperienza. Per alcuni ciò ha anche un impatto su altri ambiti della vita personale: reddito e capacità di spesa, lavoro, rete sociale, abitazione e famiglia.

La letteratura esistente sull'argomento si focalizza sulle conseguenze economiche ma poco si conosce sulle altre dimensioni della condizione di vita. In questo lavoro intendiamo esplorare gli effetti a breve termine della separazione su alcuni di questi ambiti della vita quotidiana, utilizzando i dati del Panel Europeo delle famiglie il quale ci permette di confrontare la situazione dei separati prima e dopo l'avvenuta separazione. Tuttavia tale fonte non è priva di problemi specialmente quando si tratta di definire l'evento di interesse. Tenendo presente questi problemi, le stime sono state effettuate utilizzando metodi di matching combinati con uno stimatore del tipo differenza nelle differenze. In questo modo, si elimina (almeno in parte) la distorsione dovuta alla selezione. Così facendo si riescono ad ottenere stime apprezzabili sugli effetti della separazione: coloro che subiscono un più drastico peggioramento del proprio tenore di vita in virtù di una separazione sembrano essere le donne sia nelle misure oggettive (reddito) che in quelle soggettive. Un altro effetto è l'entrata nel mondo del lavoro di alcune donne dopo la separazione, indice della necessità di aumentare il reddito. Cambia, ovviamente la situazione abitativa con un aumento dei ritorni a casa dei genitori (specialmente per i maschi) ed un significativo passaggio da case di proprietà a case in affitto (specialmente per le donne). Si tenga presente che tutti questi cambiamenti riguardano l'anno immediatamente successivo la separazione. Rosella Rettaroli, Gustavo De Santis Stato civile, coppie di fatto e fecondità in Italia: evoluzione nel tempo e confronti geografici Si analizza qui, su dati di stock, la distribuzione della popolazione femminile per stato civile, sia analiticamente, per classi di età, sia con opportune misure sintetiche. L'obiettivo è mostrare persistenze e cambiamenti nella quota di tempo trascorso nei diversi stati di nubile, coniugata, vedova, ecc. Nei confronti temporali di lungo periodo, basati su dati di censimento nel periodo 1861-2001, il focus principale è mostrare l'evoluzione del "mercato matrimoniale" in maniera strettamente connessa con la riproduttività della popolazione. Le tradizionali misure di età media al matrimonio e nubilato definitivo trovano qui una sintesi, che consente anche un confronto tra le diverse aree geografiche del paese. Per gli anni più recenti, il maggior dettaglio censuario, la fonte anagrafica (POSAS) e le indagini campionarie, consentono di mettere in luce la crescita delle "nuove famiglie", e le differenze territoriali che caratterizzano il nostro paese. La dimensione socio-economica dell instabilità familiare N. Sartor, N. Tommasi I conti familiari generazionali dinamici: aspetti metodologici e primi risultati La ricerca ha lo scopo di rendere dinamici i conti familiari generazionali sulla base delle stime relative ai cambiamenti nell'organizzazione familiare. La prima parte dello studio cerca di stimare una matrice di transizione sulla base della indagine longitudinale EUROPANEL European Community Household Panel (ECHP) Sono stati condotti due tipi di analisi. La prima ha l'obiettivo di stimare le probabilità di separazione della coppia condizionata ad alcune variabili di tipo socio-economico. La seconda, di tipo dinamico, è mirata ad indagare l'evoluzione dei redditi e della situazione familiare dei singoli componenti della coppia originaria.

La limitatezza del campione non consente di valutare con sufficiente attendibilità gli aspetti dinamici, dai quali comunque sembra apparire una relativa stabilità della condizione occupazionale. Maria Letizia Tanturri, Gustavo De Santis, Chiara Seghieri La caratterizzazione socio-economica delle nuove famiglie Il lavoro persegue due obiettivi. Il primo è quello di proporre una classificazione delle famiglie che riesca a combinare la semplicità e la maneggevolezza con l'esaustività e l'adeguatezza della tassonomia ottenibile. Dall'altra, offre una descrizione delle tipologie familiari prevalenti negli anni 1994-2001, non solo in termini di frequenza, ma anche, e soprattutto, in termini di caratteristiche economiche. La fonte dei dati è l'echp (European Community Household Panel), che è stato qui utilizzato, per il momento, limitatamente alla sola Italia. Dopo una presentazione dei principali risultati raggiunti (in termini di frequenza e caratteristiche socio-economiche delle principali tipologie familiari), si illustrano alcune possibili linee di sviluppo: 1) Studiare le probabilità di transizione tra tipologie familiari nel periodo coperto dall'echp (1994-2001); 2) Usare questi risultati per simulare percorsi di vita (evoluzione delle tipologie familiari e delle condizioni economiche di individui con certe caratteristiche di partenza): 3) Domandarsi se l'emergere delle "nuove" forme familiari sia configurabile piuttosto come la ricerca di forme di vita alternative a quelle tradizionali, ovvero come il fallimento del tentativo di formare una famiglia tradizionale, e, in entrambi i casi, indagare le possibili conseguenze sociodemografiche di tali tendenze (in termini, ad esempio, di calo di fecondità e di rischi di solitudine in età anziana). Arnstein Aassve, Gianni Betti, Stefano Mazzuco, Letizia Mencarini Marital disruption and Wellbeing: A Comparative Analysis of Welfare Regimes in Europe. Marital disruption is not a new phenomenon in most European countries. However, it is an issue of continued concerns, and of particular interest is the fact that marital disruption is gaining importance in Mediterranean countries. In this paper we investigate recent trends in marital disruption using information from the European Community Household Panel Survey - a longitudinal survey of 15 European countries running from 1994 to 2001. The main focus of the study is to investigate the relationship between marital disruption and economic wellbeing analysing the extent to which marital disruption leads to a deterioration of economic wellbeing, and how this varies between gender, countries and welfare regimes. In doing so, we consider the role of social and public policies as a means to buffer adverse economic consequences resulting from divorce. We provide both a descriptive analysis and an analysis of a more causal nature, the latter consisting of a Difference-in-Differences estimator combined with Propensity Score Matching techniques (DD-PSM). Normally economic wellbeing is analysed by considering family income or poverty status. In a comparative setting, due to differences in taxation and purchasing power, such measures of wellbeing become difficult. Using relative poverty overcomes some of these problems, but since poverty status is a poor proxy for wellbeing, we also derive several multidimensional measures of wellbeing. These measures are referred to as deprivation indices and avoid the poor/non-poor dichotomy.

Interpretazioni e metodologie di studio dell istabilità familiare Alessandro Rosina, Giuseppe Micheli, Giulia Rivellini Famiglia forte e fragilità di coppia. Una rilettura dei dati IDEA (in attesa dei dati Istat FSS03) L indagine IDEA è stata progettata al fine di studiare i processi di transizione allo stato adulto e di formazione della famiglia. Sebbene quindi lo studio dell instabilità coniugale non fosse tra gli obiettivi dell indagine, alcune domande poste consentono comunque di analizzare - con qualche rilevante limite - lo scioglimento (per separazione legale) del primo matrimonio. L analisi è stata condotta usando un modello di regressione logistica sulle donne non nubili di età 33-37 anni al momento dell indagine. Come variabile di controllo inseriamo l età al matrimonio. Come fattori esplicativi vengono considerate le classiche variabili usate in letteratura (ripartizione geografica, dimensione del comune, titolo di studio, frequenza ai riti religiosi a 16 anni, separazione dei genitori, motivo di uscita dalla famiglia di origine, aver lavorato o meno prima del matrimonio). L obiettivo principale è quello di analizzare al netto di tali variabili l azione di diverse dimensioni della famiglia forte sulla fragilità dei legami di coppia. A tal fine inseriamo come splicative anche l aiuto ricevuto per l acquisto della casa al momento dell uscita dalla casa dei genitori. Inoltre, in un ultimo modello inseriamo anche la distanza (attuale) dall abitazione dei genitori (di più problematica interpretazione in termini di direzione del verso causale). Queste due utlime variabili risultano entrambe significative, coerentemente con l ipotesi che la forza dei legami familiari intergenerazionali eserciti un azione rilevante sui destini delle nuove unioni. Alessandra Vincenti Fare ricerca qualitativa da una prospettiva di genere. Nel passaggio dal primo al secondo anno della ricerca sul tema dell instabilità familiare e della riorganizzazione dei percorsi di vita maschili e femminili che segue alla separazione dei coniugi, questo breve intervento vuole focalizzare l attenzione sulla scelta della prospettiva di genere quale categoria analitica che informa sia l approccio teorico che permetterà a valle - la lettura dei dati raccolti, sia a monte - la costruzione degli strumenti che verranno utilizzati dall unità di ricerca di Urbino. In particolare, verrà posto l accento sulla forte connessione tra la ricerca di genere e la ricerca qualitativa, guardando al dibattito sviluppatosi nel mondo anglosassone sotto l etichetta di feminist methodology, dibattito complesso e pluralista che negli ultimi vent anni, attraverso teorizzazioni e pratiche di ricerca, ha fatto emergere le contraddizioni e le ragioni delle disuguaglianze/differenze tra i sessi, partendo dalla consapevolezza che la ricerca fino ad allora aveva escluso dalla prospettiva di analisi l esperienza sociale delle donne. Questo dibattito ha influenzato la discussione sui nuovi orientamenti obiettivi e metodi - della ricerca sociale, dalla questione dell oggettività a quella della riflessività, in risposta a quel crescente bisogno di qualità che nasce da una sempre maggiore attenzione agli aspetti culturali dei processi di mutamento ed alle modalità relazionali di costruzione delle pratiche sociali.

Gustavo De Santis, Antonino Di Pino Le nuove famiglie, tra produzione e riproduzione In questo lavoro si presenta una proposta di classificazione delle famiglie basata su una combinazione di caratteristiche elementari (sesso, stato civile, e classe di età del capofamiglia; presenza di figli giovani o adulti; ecc.). Si ottiene così una griglia di tipologie familiari, di cui si mostrano frequenza e principali caratteristiche socio economiche: dimensione, reddito, redito equivalente, grado di istruzione, attività lavorativa. Il lavoro si inserisce nell'ambito di un filone di ricerca volto a stimare, congiuntamente, nuzialità, fecondità e attività lavorativa delle donne italiane, tenendo debitamente conto dei rischi di endogeneità presenti in questo filone di studi. La fonte dei dati è data dall'indagine sui bilanci delle famiglie italiane, condotta dalla Banca d'italia nel 2002.