GLOBALIZZAZIONE: CRIMINALITÀ E TERRORISMO. Carlo Jean Roma 13 settembre 2012



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GLOBALIZZAZIONE: CRIMINALITÀ E TERRORISMO Carlo Jean Roma 13 settembre 2012 1. La globalizzazione ha comportato la porosità delle frontiere, l aumento dei flussi finanziari e migratori, il dominio delle reti orizzontali sulle tradizionali strutture piramidali degli Stati, delle società, delle economie ed anche della criminalità. Quest ultimo cambiamento è derivato dalle nuove ICT e dalla rivoluzione dell informazione, nonché dall aumento dei traffici, dovuto alla diminuzione del costo dei trasporti, dalla deregolamentazione e dalla finanziarizzazione. Non si è determinata solo una dissociazione fra gli Stati, i territori e la ricchezza. E diminuita la capacità di governance, rimasta prevalentemente nazionale, mentre i fenomeni su cui deve esercitarsi sono in gran parte diventati transnazionali o globali. Sono comparsi nuovi attori nella politica internazionale: ONG, centrali finanziarie, agenzie di rating, criminalità, ecc. Alle forze omogeneizzanti della globalizzazione, si oppongono reazioni etniche e identitarie. Si è verificato quello che Gilles Kepel ha chiamato il ritorno di Dio nella storia. Nelle polemiche nell Eurozona si è registrata una contrapposizione fra le virtù luterane e l irresponsabilità dei cattolici. Gli Stati hanno visto erose dall alto (istituzioni internazionali), dai lati (MNC, finanza, criminalità) e dal basso (localismi, ecc.), le loro possibilità di controllo sul territorio e sull economia; pressoché annullate sono quelle sulle comunicazioni e sulla finanza. L indebolimento dei governi ha eroso anche l efficacia delle istituzioni che chiamiamo internazionali, ma che, nella realtà effettuale della politica, sono intergovernative. 2. Le reti sono più flessibili delle strutture gerarchiche. Reagiscono più rapidamente. Lo si è visto nelle rivolte della c.d. primavera araba ed anche 1

con il black bloc. Alla globalizzazione finanziaria e della criminalità non è corrisposta quella della giurisdizione e delle forze di law enforcing, intelligence compresa. Il mondo da rotondo si è trasformato in piatto (Thomas Friedman). E divenuto più complesso, imprevedibile e in più rapida trasformazione. 3. La criminalità organizzata e il nuovo terrorismo si sono adeguati rapidamente alla network society, alla porosità delle frontiere e al fatto che, nel mondo globalizzato, la geopolitica degli spazi è stata sostituita da quella dei flussi. Entrambi hanno tratto vantaggio dalla rivoluzione dell informazione e dalla liberalizzazione e finanziarizzazione delle economie, iniziata dalla Thatcher e da Reagan, ma acceleratesi con la fine della guerra fredda. Insomma, la criminalità organizzata ha acquisito con la globalizzazione vantaggi competitivi contro le forze che la contrastano. Lo stesso è avvenuto per il terrorismo. I suoi effetti che sono psicologici prima che materiali - sono amplificati dalle nuove ICT. Gli effetti psicologico-politici del terrorismo o delle violenze della criminalità, volte al controllo del territorio e alla conquista del potere su di esso - cioè ad ampliare spazi e spessore della propria sovranità ai danni dello Stato o delle bande rivali sono simili a quelli dell economia della paura. Panico ed euforia sono analoghi a quelli registrati sui mercati finanziari o delle commodities, indipendentemente dai fondamentali dell economia e dai rapporti fra domanda ed offerta. La tecnologia moderna pone a disposizione di piccoli gruppi o d individui enormi capacità di distruzione, mentre le società post-industriali sono divenute più vulnerabili, per le interconnessioni che le caratterizzano. L aumento della vulnerabilità è un prezzo pagato all aumento della loro efficienza. 4. Il contrasto attuato sia con il controllo del perimetro, cioè delle frontiere, sia con l azione preventiva e repressiva interna, è estremamente costoso in 2

termini sia economici che di libertà individuali. La prevenzione e l aumento della resilienza sono sempre relativi e di esito incerto, anche perché ai terroristi basta vincere in un solo momento e punto, che essi stessi scelgono. L antiterrorismo, così come l anti-criminalità, invece, devono vincere sempre ed ovunque. Inoltre, se difende un punto, aumenta la probabilità che ne venga attaccato un altro, relativamente meno difeso. Il possesso dell iniziativa e della libertà d azione conferisce al terrorismo e alla criminalità un vantaggio decisivo sulle forze di contrasto, in termini sia di libertà d azione che di economia delle forze (e dei costi relativi). La globalizzazione ha accentuato tali asimmetrie e, quindi, tali vantaggi. Più efficace è teoricamente l azione di contrasto svolta al di fuori delle frontiere nazionali, dato che essa pone terroristi e criminali sulla difensiva, obbligandoli a concentrarsi sulla loro sopravvivenza. Tale azione è però ostacolata dalla frammentazione del mondo in Stati, gelosi della propria sovranità. Inoltre, la militarizzazione della lotta alla criminalità e al terrorismo, attuata con interventi militari, ha sempre costi economici e politici rilevanti ed esiti incerti. Lo si è visto con la guerra globale al terrore di Bush ed anche con l intervento in Colombia ed America Centrale delle Forze Speciali americane. Il gioco si svolge prioritariamente sul piano dell intelligence. Parte della popolazione locale teme (e fornisce loro informazioni e rifugi) i criminali, gli insorti e i terroristi molto più delle forze che li contrastano. Esse, soprattutto quelle dei paesi democratici, non possono impiegare una potenza di fuoco che consenta di raggiungere il punto culminante della violenza. Esso è analogo al clausewitziano punto culminante della vittoria. Con il suo raggiungimento, si determina un cambiamento di atteggiamento della popolazione. Cessa la sua omertà. Collabora con le forze d occupazione o dell ordine. E quanto avvenuto in Colombia, permettendo la distruzione dei cartelli di Medellin e poi di quello 3

di Cali, anche attraverso una guerra di mafia fra i due clan promossa dal governo. Non sta avvenendo invece in Messico, dove la guerra fra i potenti cartelli criminali (droga e immigrazione clandestina negli USA) ha provocato dal 2009 15.000 morti all anno. Non riesce neppure in Afghanistan, per il fallimento della fantasiosa campagna di conquista delle menti e dei cuori, per la difficile afghanizzazione del conflitto e per la persuasione della popolazione che alla fine prevarranno i Talebani. 5. Tutti i governi sono consapevoli che il contrasto a minacce globali come alla criminalità e al terrorismo - non possa avere successo se attuato da strutture, secondo normative e con strategie solo nazionali. Tutti gli Stati sanno anche che entrambe le minacce stanno crescendo e che si sono trasformate da marginali in esiziali per il loro potere interno e la loro stabilità, economia e sicurezza. Nessuno Stato è però disponibile a mettere in comune con altri la sovranità sulla propria legislazione criminale, cioè l autorità sul proprio territorio. Nel caso del terrorismo non esiste neppure concordanza fra gli Stati: quelli che gli uni considerano terroristi, per altri sono combattenti per la libertà. Taluni Stati hanno militarizzato la lotta al terrorismo, considerandolo una minaccia militare; altri lo considerano un crimine, da contrastare con la polizia e la magistratura. Per la criminalità esiste una maggiore convergenza fra gli Stati, seppure con qualche eccezione per la corruzione quasi ovunque intrecciata e collusa nei modi più diversi con la politica. Sul proprio territorio e nelle proprie faccende interne gli Stati vogliono esercitare in modo esclusivo la propria giurisdizione. 6. A differenza di quanto avviene per il terrorismo, per la criminalità esiste almeno una definizione comune accettata. Inoltre, si è cercato ad esempio con la Convenzione ONU di Palermo del 2000/03 (e i suoi tre protocolli) e, prima ancora, con il Gruppo di Lione del G-8 del 1996 - di creare un qualche collaborazione internazionale permanente, prevedendo lo scambio 4

obbligatorio d informazioni ed il coordinamento del law enforcement, e soprattutto di quello dell intelligence. Ma, qualsiasi tentativo di coordinamento è contrastato, quando non neutralizzato, dal c.d. paradosso del coordinamento : tutti lo chiedono, ma nessuno vuole essere coordinato da qualcun altro. Lo conosciamo bene in Italia, per il coordinamento interforze o per quello delle forze di Polizia, entrambi beninteso fortemente esaltati. L ipocrisia, ignorando i problemi e facendo finta di averli risolti, permette la convivenza. Avviene anche nelle famiglie, fra suocera e nuora! Il multilateralismo istituzionale e normativo ha poco spessore, anche nelle istituzioni più integrate, come l UE. Più efficace è il bilateralismo, anche perchè è più semplice e facilita accordi ad hoc. Lo ammettono anche l UNODC (UN Office on Drugs and Crime), l Interpol e l Europol. Progressi si sono comunque registrati soprattutto a livello regionale europeo, anche se essi sono ancora limitati rispetto all entità della minaccia della criminalità transnazionale. Nell UE un impulso è stato dato dal c.d. 3 pilastro dell Unione, quello della Giustizia e Affari Interni. Tuttavia, esistono precisi limiti che nessuno intende superare. Lo si è visto con la Francia per il caso Battisti. Gli USA, limitatamente all assassinio di cittadini americani o a minacce alla sicurezza nazionale (definite nel quadro della GWOT Global War on Terror) estendono extra-territorialmente gli spazi della loro giurisdizione, con le Extraordinary Renditions, che furono autorizzate dal Congresso dopo il caso Achille Lauro. Ma lo possono fare poichè sono l unica superpotenza rimasta, grazie al Re dollaro e a una superiorità militare di entità mai esistita nella storia (47% delle spese militari mondiali!). 7. L impraticabilità di un unitaria risposta globale ha consentito al crimine di approfittare della globalizzazione, in misura per certi versi analoga ai vantaggi che ne hanno tratto la comunicazione, il commercio, l economia e soprattutto la finanza. Le reti informatiche hanno facilitato la globalità e 5

anche la maggiore flessibilità, sia organizzativa che territoriale. Molte organizzazioni criminali hanno trasformato le loro strutture sia gerarchiche verticali sia territoriali in reti, organizzate spesso in cellule autonome, capaci di sopravvivere e di operare anche quando altri componenti della rete sono stati neutralizzati. Il terrorismo e la criminalità sono diventati come un Idra che si rigenera, sopravvive e si espande. Taluni esperti sostengono che la criminalità possa essere vinta polarizzando l azione di contrasto non sull eliminazione dei gruppi terroristici, ma dei mercati. Facile da dirsi. Difficile da farsi. 8. Anche il reclutamento dei terroristi e dei criminali si è parzialmente modificato: non avviene più prevalentemente su base etnica e familiale, come è avvenuto per la Mafia americana, prosperata come Onorata Società fra gli immigrati siciliani, o come tuttora avviene per la Triade Cinese fra le diaspore di immigrati del Celeste Impero. Esistono beninteso eccezioni. Una è quella della N drangheta, potente e violenta organizzazione, dall interessantissima logica organizzativa. Unisce infatti aspetti premoderni (familiali e locali delle varie n drine), con altri postmoderni, specie per quanto attiene il riciclaggio e gli investimenti nell economia legale. Le reti spesso concludono tra di loro accordi anche transnazionali per la divisione del mercato e del tipo di attività (ad esempio: produzione, trasporto e spaccio della droga: degli oppiacei dall Afghanistan; della cocaina dall America del Sud e della cannabis dal Marocco). Adottano logiche di outsourcing e di offshoring simili a quelli che esistono fra le multinazionali. Si sono così formati degli hub criminali, specializzati per materia o per attività, come messo in rilievo dal rapporto annuale di Europol. Tali accordi non sempre sono solidi. Talvolta, come nel caso colombiano, hanno permesso ai governi di adottare come strategia di contrasto, l innesto 6

di guerre di mafia. I vari gruppi criminali si eliminano tra loro, sopperendo all incapacità delle forze dell ordine e della magistratura di contrastarli efficacemente. Come è stato ricordato, tale strategia, vittoriosa in Colombia, sta registrando esiti disastrosi in Messico. 9. Altro fattore che ha facilitato l espansione della criminalità è l urbanizzazione. Le periferie delle megalopoli, che stanno sorgendo ovunque, sono ingovernabili. Basti pensare alla difficoltà con cui le forze dell ordine entrano nei sobborghi di Karachi, di Lagos, di San Paolo ed anche di Parigi. Nelle aree rurali i confini fra i clan mafiosi sono più facilmente tracciabili. La Mafia siciliana, anche per il mantenimento della tradizionale struttura gerarchica, ha conosciuto un tasso di violenza interna molto inferiore alla Camorra campana. Un altra innovazione che ha dato molti vantaggi alla criminalità organizzata è stata quella del banking virtuale, base della finanziarizzazione dell economia globalizzata. Esso ha enormemente facilitato le transazioni opache, la criminalità finanziaria, il riciclaggio del denaro, rendendone difficile la rintracciabilità. Per inciso, ciò ha reso ancora più difficile il contrasto al finanziamento del terrorismo, anche se esso avviene generalmente lungo incontrollabili canali informali (ad esempio, hawala o finanziamento in moneta da parte delle charities arabe del Golfo). Il riciclaggio è il punto più debole della criminalità. Con esso, i profitti sotterranei della criminalità risalgono in superficie, per essere investiti in attività economiche formalmente legali. Molti dei successi della lotta alla criminalità in Italia sono derivati dall efficacia dell anti-riciclaggio. Essa ha permesso l individuazione e il sequestro di molti beni mafiosi. Gli investimenti della criminalità nell economia marginalizzano l economia reale e incidono negativamente sullo sviluppo. Essi sono facilitati dal fatto che la complessità e 7

l imprevedibilità della globalizzazione, nonchè il rilevante aumento degli scambi, hanno attenuato la possibilità di distinguere fra le attività economiche legali e quelle illegali. 10. Tra criminalità e terrorismo esistono varie connessioni poste in rilievo dal Consiglio d Europa - anche se la criminalità ha come obiettivo principale la massimizzazione del profitto e il controllo se non la conquista della sovranità sul territorio in cui agisce. Il terrorismo si prefigge invece principalmente obiettivi politici, parateologici, ecologici, ecc. Mentre la criminalità effettua azioni reali, eccetto nel caso dell intimazione, il terrorismo agisce anche in modo virtuale, utilizzando il terrore, volto a delegittimare le strutture politiche ed amministrative esistenti. In questo obbedisce ad una logica molto simile a quella della forza militare, specie quella descritta da Mao Zedong per le guerre di lunga durata. Però, il terrorismo ha bisogno di finanziamenti. Nel periodo bipolare, essi provenivano in gran parte dalle due superpotenze. Poi, dalle ONG soprattutto islamiche o da quelle umanitarie, che gestivano i grandi campi profughi. Oggi, principalmente da circuiti finanziari informali (hawala o tassazione delle diaspore) e, in misura sempre maggiore, da attività criminali, che saccheggiano i territori e intimidiscono la popolazione. Ciò ha aumentato la contiguità tra il terrorismo con le organizzazioni criminali. Talvolta, le attività criminali sono attuate direttamente dagli stessi gruppi terroristici. Ciò si verifica ad esempio nel transito verso l Europa della cocaina sudamericana attraverso l Africa Occidentale, effettuato dall AQIM (al-qaeda of the Islamic Maghreb) e dal nigeriano Boko Haram. Lo si vede in Pakistan, nel Caucaso, in Afghanistan e anche in Turchia. La FARC colombiana protegge il transito della cocaina dai produttori alle raffinerie e alle organizzazioni transnazionali che provvedono al trasporto ai punti di entrata negli USA e in Europa. 8

Criminalità e terrorismo non sono più separati. Spesso fanno capo alla medesima organizzazione. Ciò avviene soprattutto negli Stati in cui si svolge o è appena terminata - una guerra civile, specie se di natura etnico-identitaria. Per inciso, ciò rende estremamente difficile la stabilizzazione post-conflitto. I signori della guerra mantengono il controllo dell economia nera, che ha finanziato il conflitto. Alla fine degli scontri armati si costituiscono spesso Stati-mafia. In essi, lo scopo del crimine non è solo il profitto, ma anche il mantenimento del potere. Polizia e magistratura dipendono dagli stessi signori della guerra. Un caso tipico è quello della Bosnia. In essa, la storia dell assedio di Sarajevo coincide con quella del mercato nero della città, gestito congiuntamente da serbi e da musulmani. La criminalità è di massima meno violenta. Fanno eccezione, almeno come tecniche e tattiche, i suoi gruppi di fuoco, utilizzati per intimidire gli apparati dello Stato o la popolazione, oppure quando si scatena una lotta fra i clan. Ciò si verifica soprattutto nelle aree urbane, nelle quali i confini fra i gruppi criminali sono più difficilmente tracciabili e meno stabili - di quanto lo siano nelle aree rurali. Basta al riguardo esaminare le cause della maggiore violenza della Camorra rispetto a quella della Mafia. Non avviene più quello che si era verificato nei confronti delle Brigate Rosse, nelle quattro regioni italiane in cui è particolarmente forte la criminalità organizzata (o a quanto si era verificato in Francia con l Union Corse nei riguardi dell Action Directe). La criminalità organizzata aveva allora impedito l installazione di gruppi del terrorismo ideologico nei propri territori. Temeva che l inevitabile forte reazione dello Stato l avrebbe coinvolta, facendo diminuire i suoi profitti. Oggi, i vari gruppi criminali transnazionali e quelli territoriali preferiscono accordi tra di loro, consapevoli del fatto che una lotta indebolirebbe tutti, mentre la collaborazione rafforza entrambi. Ciò non toglie che la forza venga impiegata, quando gli accordi sono impraticabili, come fra i cartelli 9

messicani per il controllo delle vie del traffico di cocaina e di emigranti verso gli USA. Sull uso della violenza, oltre che la natura rurale o urbana delle varie organizzazioni criminali, influiscono anche le loro strutture gerarchiche e il livello di coordinamento delle varie cellule della rete. La tipologia che assumono è estremamente diversa e varia nel tempo a seconda delle circostanze. 11. Oggi convivono forme tradizionali di criminalità con altre nuove. Le prime si riferiscono ad attività come il traffico di droga, di armi, di esseri umani, l usura, il sequestro di persone o cose a scopo di riscatto, l estorsione, il pizzo, ecc. Talune sono transnazionali e deterritorializzate, effettuate in outsourcing e offshoring. Altre rimangono localizzate e legate al territorio. Talune delle nuove attività criminali sono strettamente connesse con la globalizzazione. Ne rappresentano il lato nero. Traggono vantaggio dalle regole liberalizzanti, stabilite dal Washington Consensus in nome della libertà di commercio. Gli Stati hanno smantellato interi segmenti dei loro regimi regolatori, particolarmente in campo finanziario e di controllo delle frontiere. L aumento dei traffici e dei movimenti migratori ha reso difficili i controlli e comunque maggiori i loro costi sia materiali, sia in termini di libertà individuali. 12. Altre forme della nuova criminalità sono collegate all evoluzione tecnologica: la cybercriminalità, il traffico di organi, quello di scorie ad alta pericolosità, la contraffazione di medicinali e quelle di sigarette, che talvolta contengono pesticidi cancerogeni. Ha poi conosciuto un esplosione la criminalità finanziaria, settore in cui le attività nere del riciclaggio dei fondi del traffico di droga, di armi o di esseri umani, non possono essere distinte da operazioni grigie come la corruzione, l evasione fiscale, l appropriazione indebita, l insider trading, ecc. e anche da quelle legali, come gli investimenti 10

in attività produttive o commerciali. Tale criminalità denominata dei colletti bianchi - si è enormemente estesa, anche per la difficoltà di controllo delle enormi masse di denaro che circolano con il virtual banking, a cui si è prima accennato e per l esistenza di paradisi fiscali e del segreto bancario. La difficoltà del loro controllo è risultata ben evidente allorquando, dopo gli attentati terroristici a New York e Washington dell 11 settembre 2001, si era pensato di poter sconfiggere il terrorismo, bloccandone i finanziamenti. I risultati conseguiti dalla FATF (Financial Action Task Force) dell OCSE sono stati deludenti, anche perché il terrorismo non necessita di consistenti finanziamenti. Esiste infatti un enorme asimmetria fra i costi dell attacco e quelli della difesa. Gli attentati dell 11 settembre hanno provocato danni diretti inferiori ai 100 miliardi di $; danni indiretti di circa 750 mld.; danni di processo di 2.000 mld. Il costo dell antiterrorismo nel mondo ha superato in 12 anni i 10.000 mld $. Basti pensare che un ritardo di 20 minuti nell imbarco su tutti gli aerei causa all economia mondiale un danno di 200 mld$ all anno, per rendersi conto dei costi del terrorismo. 13. Alla difficoltà di rilevamento dei flussi finanziari va aggiunta la facilità dell investimento all estero, soprattutto con lo sviluppo delle multinazionali, della finanziarizzazione dell economia globalizzata e dal crescente numero di fondi sovrani di ricchezza. Tale espansione ha facilitato la criminalità, anche perchè i controlli si sono attenuati a seguito della crisi finanziaria mondiale. Ciò ha permesso la contaminazione di larghi settori dell economia da parte delle organizzazioni criminali, nazionali ed internazionali. L espansione della criminalità è continua. E stata accelerata dalla crisi finanziaria mondiale e da quella dei debiti sovrani dell Eurozona. Le quattro organizzazioni criminali del Mezzogiorno hanno aumentato gli investimenti anche al Nord e nell intera Europa. Rischia di far perdere agli Stati la sovranità su ampie parti della loro economia e del loro stesso territorio. Gli 11

investimenti della criminalità sono in questo simili a quelli dei Fondi Sovrani di Ricchezza di molti paesi esteri. La diffusione della criminalità rallenta lo sviluppo d intere regioni. Il reddito per abitante nel Sud è appena il 57% di quello del Centro-Nord. Secondo l FBI l infiltrazione della criminalità nell economia produce, a livello mondiale, danni analoghi a quelli causati dal mancato rispetto della proprietà intellettuale e dalla contraffazione. L esistenza della criminalità rende difficili gli investimenti, specie della PMI, meno in condizioni di provvedere alla loro sicurezza di quelle di dimensioni maggiori. Il controllo dei subcontractors da parte della criminalità ha prodotto un primato italiano: quello di possedere con l autostrada Salerno-Reggio Calabria, il corpo di reato più lungo nel mondo! 14. Per concludere, sembra opportuno accennare a due altri fatti. In primo luogo taluni, constatato che i gruppi criminali si riproducono, nonostante le perdite fatte subire dall azione di contrasto, affermano che quest ultima non deve essere rivolta prioritariamente alla lotta contro i gruppi criminali, ma alla distruzione dei mercati. Facile da dirsi, ma difficile da farsi, soprattutto data l infiltrazione della criminalità nell economia reale e il collasso economico che si produrrebbe in varie regioni del mondo qualora fosse eliminata ammesso, ma non concesso che fosse possibile la presenza di gruppi criminali. Teoricamente, con il massiccio impiego di defolianti, potrebbero essere distrutte le coltivazioni di papavero in Afghanistan. Ma non lo si fa, per non espandere la rivolta alle masse contadine afgane, che traggono consistenti guadagni da tali coltivazioni. In secondo luogo, ha ripreso la pirateria sulle coste africane. Nel Golfo di Guinea, assume forme diverse da quelle che ha in corrispondenza delle coste somale. Nel primo caso, i pirati si limitano a impossessarsi del carico delle navi. Nel secondo, catturano navi ed equipaggi, per liberarli solo dopo 12

che le assicurazioni abbiano pagato riscatti. Anche in questo caso, come nel caso del traffico di oppio e di cocaina, ai pirati locali rimane ben poca parte dei guadagni. Secondo l IMO (International Maritime Organization) degli 8 miliardi di dollari di danno causato dalla pirateria africana all economia mondiale, meno di 200 milioni rappresentano i guadagni dei pirati. Il resto va alle società di assicurazione per i maggiori premi, alle misure di sicurezza, ai maggiori tempi e costi necessari per i cambiamenti di rotta, alle indennità degli equipaggi, ecc. Si tratta di una cifra simile a quella prodotta dall UNODC per la cocaina. La torta finale sarebbe così divisa: l 1% ai contadini; l 1% alle organizzazioni che trasportano la droga all interno della regione andina; il 25% a chi trasporta la droga ai punti d entrata dei Caraibi- America Centrale, per gli USA, e dell Africa Occidentale o Paesi Baschi, per l Europa; il 17% per il trasporto dai punti d entrata agli spacciatori e il 56% a questi ultimi. Si tratta di percentuali impressionanti. La pericolosità consiste principalmente nelle organizzazioni criminose transnazionali che provvedono ai trasporti dai luoghi di origine a quelli di destinazione finale. Esse costituiscono le componenti più militarizzate della criminalità organizzata. Poichè coinvolgono pochi individui e dispongono di strutture gerarchiche, con sistemi di comando e controllo spesso sofisticatissimi, tali gruppi hanno enormi disponibilità di cash che li mettono in grado di rigenerarsi, nonché di destabilizzare interi paesi. 13