Per Neto (1999) la Periodizzazione comprende la divisione dell anno di allenamento in periodi particolari di tempo con obiettivi ben definiti.



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CAPITOLO 3 COSA SI INTENDE PER PERIODIZZAZIONE TATTICA 13

Prima di introdurre la mia Periodizzazione Tattica, è bene chiarire cosa si intende con il concetto di periodizzazione. Il termine in questione sta a significare l organizzazione e la pianificazione annuale dell allenamento. Per Neto (1999) la Periodizzazione comprende la divisione dell anno di allenamento in periodi particolari di tempo con obiettivi ben definiti. Per Castelo (1994) è necessario costruire un modello tecnico-tattico di gioco a partire dall osservazione e dall analisi delle squadre più rappresentative ad un livello più alto. In sostanza, la suddivisione dell allenamento in vari cicli allo scopo di gestire le sedute di allenamento (tempi, mezzi, metodiche...) più facilmente; avere il picco di forma nel momento più opportuno; alternare fasi di carico a fasi di scarico per arrivare al top all appuntamento più importante della stagione. Questo modello di pianificazione, nato in ambito sovietico e che deve la sua origine alle intuizioni di L.P. Matveev, con la suddivisione a blocchi del programma di allenamento annuale, era ottimo per la preparazione di atleti Olimpici i quali, in genere, (ed in particolare nel periodo di nascita della teoria, fra gli anni 50 e 60), avevano un unico appuntamento importante durante la stagione nel quale farsi trovare preparati: le Olimpiadi o i Campionati mondiali o i Campionati europei. Gli ottimi risultati prodotti dagli atleti di URSS e Germania dell Est alle Olimpiadi, convinsero molti della validità di queste teorie, che ebbero successive evoluzioni nel lavoro di J.V. Verchosanskij. Tuttavia, coloro che importarono le teorie degli autori del blocco di oltre cortina nel campo occidentale e, segnatamente, 14

all interno dell organizzazione del lavoro dei giochi di squadra quali il calcio, non tennero in dovuta considerazione: il fatto che, come detto, la preparazione era rivolta al raggiungimento della massima forma in un determinato periodo dell anno, solitamente compreso fra le 2 e le 3 settimane, mentre un campionato di calcio dura 8-9 mesi; l assoluta mancanza di una periodizzazione applicata agli sport di squadra. La suddivisione a blocchi dell allenamento è ancora presente all interno del mondo del calcio. Alves (2006) citando (Carvalhal, 2001) afferma che la Periodizzazione tradizionale nel calcio ha le seguenti caratteristiche: lavoro fisico come aspetto primario della preparazione; circuiti di lavoro sulla forza che poi non si effettuano allo stesso livello di volume ed intensità per il resto dell anno; assenza quasi completa della definizione di un modello di gioco della squadra e scarso impegno nell aumento del lavoro della dimensione tecnico-tattica; scarso equilibrio nel rapporto lavoro/recupero; valorizzazione eccessiva del volume di lavoro rispetto all intensità. Se pensiamo infatti alla suddivisione di un macrociclo annuale di una squadra di calcio, abbiamo ancora: un periodo preparatorio; un periodo agonistico; un periodo transitorio. Periodo preparatorio E il periodo all interno del quale si gettano le basi per la stagione a venire. In questo periodo, si allena la squadra dal punto di vista fisico, con carichi di lavoro crescenti e si comincia il lavoro tecnico e tattico per la costruzione e l applicazione del sistema di gioco scelto dall allenatore. E 15

talmente grande l importanza che viene attribuita dagli allenatori, dai media e dai tifosi a questo periodo che spesso si arriva a dire che è in questo periodo che si vincono i campionati. Quasi che nel resto della stagione non si debba o non si possa continuare a lavorare ed a progredire. Verso la fine del periodo preparatorio i carichi di lavoro tendono a diminuire di volume e ad aumentare di intensità: allenamenti più brevi con esercitazioni a ritmo più alto, sia per le componenti tecniche sia per quelle fisiche. Periodo agonistico E il periodo in cui si concentrano gli impegni delle coppe e del campionato. Solitamente, in questo periodo, si procede utilizzando lo stesso rapporto volume-intensità utilizzato nella parte finale del periodo preparatorio, vale a dire con allenamenti a volume ridotto (tempo e quantità del carico impiegato) ma con intensità medio-alta. Verso la fine del microciclo settimanale, il carico di lavoro subisce un ulteriore decremento. Periodo transitorio E il periodo che separa la fine delle competizioni ufficiali dalla ripresa dell attività agonistica con il successivo ritiro precampionato. In questo periodo i calciatori utilizzano una parte del tempo a disposizione per smaltire le fatiche della stagione appena conclusa ed un altra per riprendere l allenamento fisico in modo da non presentarsi in condizioni precarie alla ripresa degli allenamenti per la stagione seguente. Durante i periodi in cui il gruppo lavora insieme, cioè nel periodo preparatorio ed in quello agonistico, il calciatore deve 16

allenarsi dal punto di vista fisico, tecnico, tattico e psicologico. Quello che ci preme sottolineare è il metodo tradizionale di approccio all allenamento delle qualità fisiche-tattiche-tecnichepsicologiche e l innovazione proposta dalla Periodizzazione Tattica. Non ha più senso ripartire il lavoro fra periodo preparatorio e periodo agonistico, modulando i fattori di intensità e carico. Altrimenti torniamo all applicazione del vecchio concetto di periodizzazione di tipo sovietico. Quello che invece prevede la Periodizzazione Tattica é: promuovere un lavoro basato sull intensità, da intendersi come l intensità massima possibile che un giocatore può dare in un determinato momento della stagione, vale a dire secondo una intensità alta relativa ; di conseguenza, non dare troppa importanza ad una suddivisione fra fasi di carico e fasi di scarico del lavoro. Mantenendo fin dal periodo preparatorio una lavoro a basso volume ed intensità alta si andrà ad incidere immediatamente sulle capacità tecnico, tattiche, fisiche e psicologiche della squadra, favorendo nel contempo anche il recupero dei giocatori e minimizzando la possibilità di incorrere in tutti gli infortuni e microtraumi che, solitamente, si verificano nelle squadre in questo periodo. Nel calcio, bisogna evitare oscillazioni nella forma della squadra e deve essere dunque anteposto al concetto di picco di forma quello di stabilizzazione della forma (Silva, 1998; Faria, 1999; Carvalhal, 2000). 17

Ecco quindi che il periodo preparatorio non deve più avere come obiettivo primario quello di migliorare le capacità condizionali della squadra ma quello di migliorare il livello globale del gioco della squadra, di introdurre e cominciare a lavorare sul concetto di Modello di Gioco. Uno introduzione al lavoro che proseguirà durante il periodo agonistico. Fin dal primo giorno di ritiro, si va a lavorare sul Modello di Gioco. Una premessa. Il termine Periodizzazione Tattica compare per la prima volta in Portogallo agli inizi degli anni 90 grazie al lavoro di uno scienziato dell'allenamento come il Prof. Vitor Frade e trova il suo primo allievo di alto livello, il primo ad applicare questa metodologia, nel famoso allenatore portoghese Carlos Queiroz. Il lavoro dell attuale tecnico della nazionale portoghese ed ex secondo di Alex Ferguson al Manchester United lascia una profonda traccia fra i tecnici portoghesi e Queiroz è ancora ricordato come uno degli innovatori delle teorie e metodologie di allenamento applicate al calcio sia a livello professionistico sia a livello di settore giovanile. La forza dei metodi di Queiroz è tale che il portoghese non era un semplice secondo per Alex Ferguson. Lo stesso passaggio dal classico 4-4-2 al 4-2-3-1 del Manchester United delle ultime stagioni è stato ispirato dal tecnico portoghese. Ha detto di Queiroz Ryan Giggs: ci allenava, ci preparava per le partite, organizzava il team e decideva le cose che dovevamo fare... mi ha impressionato fin dall inizio. 18

C è molto di Queiroz dietro i successi recenti del Manchester United. Come tutti gli innovatori (un pò come Arrigo Sacchi e Zdenek Zeman in Italia), anche Queiroz vide le proprie idee osteggiate dagli allenatori che si ispiravano ai vecchi metodi di allenamento. Questi tecnici bollavano i giovani allenatori che, come Queiroz o Carlos Carvahal, avevano un background universitario, come semplici preparatori fisici. Come detto da Raùl Oliveira, allenatore e studioso portoghese, molti allenatori che stanno ancora applicando le teorie della vecchia scuola non conoscono le nuove teorie ed introducono la palla negli esercizi, ma questa non è la periodizzazione tattica, questa è una periodizzazione tradizionale con la palla.... La Periodizzazione Tattica, infatti, non divide l allenamento in una parte fisica + una parte tattica + una parte tecnica + una parte psicologica, ma tutti questi aspetti vengono lavorati in modo simultaneo, contemporaneamente. Per Nuno Amieiro la Periodizzazione Tattica è una metodologia di allenamento che presuppone una logica metodologica propria...nella Periodizzazione tattica non si concepiscono queste dimensioni [tattica, tecnica, fisica e psicologica, N.d.A.] separatamente ma bensì in costante interazione. Gli allenatori, sia che operino a livello dilettantistico sia che lavorino a livello professionistico, hanno poche ore da dedicare all allenamento dei calciatori. Vuoi per una questione di tempi, di spazi a disposizione o per mancanza di cultura del lavoro da 19

parte dei calciatori, i giocatori non lavorano come gli atleti delle discipline olimpiche. Quindi, la parola chiave è ottimizzazione. Bisogna ottimizzare gli spazi a disposizione, ottimizzare il tempo, ottimizzare i materiali che si hanno a disposizione... Per far questo, si deve integrare il lavoro tattico con quello fisico, tecnico e psicologico. E la base di tutto il lavoro del microciclo settimanale deve essere costituita dal lavoro tattico. Questo perchè il calcio è uno sport collettivo, di squadra e, come tale, ha nella tattica il suo punto cardine. L organizzazione di squadra fa la differenza non tanto fra il vincere ed il perdere ma sopratutto fra l avere possibilità di vittoria e non averle. Nessuna squadra può vincere ad alti livelli se non è preparata tatticamente. Come arrivare a questo livello di preparazione? Lavorando costantemente in situazioni specifiche, intendendo con questo termine lavori che costringano il calciatore a pensare da un punto di vista tattico. Come detto dal prof. Oliveira la dimensione tattica è al centro del nostro modello di allenamento. Se, per esempio, utilizziamo un esercizio di tiri in porta per allenare la conclusione, dovremo usarne uno che costringa a pensare tatticamente i nostri giocatori e che, allo stesso tempo, dia loro un allenamento psicologico e fisico. Afferma il prof. Frade: la tattica è molto importante, ma non può essere più importante in alcuni momenti della settimana piuttosto che in altri. 20

Infatti, se pensiamo ad un microciclo classico di una squadra di Serie A, vediamo come gli aspetti tattici vengano allenati più intensamente soltanto negli ultimi 2-3 giorni della settimana. Invece, gli aspetti tattici, essendo la parte più importante del gioco, dato che il calcio è soprattutto tattica, devono essere allenati costantemente durante tutta la settimana. E inutile dedicare alla tattica appena il 10 o 15% del tempo totale impiegato durante la seduta di allenamento, quando sappiamo che la tattica è l elemento più importante del gioco. Dobbiamo quindi utilizzare una metodologia di allenamento che ci permetta di allenare gli aspetti tattici, siano essi individuali, di reparto o collettivi, in maniera continuativa, senza tralasciare gli aspetti del condizionamento fisico, psicologico e tecnico. Molte volte, quando si parla di utilizzare un metodo integrato, gli allenatori e gli addetti ai lavori pensano che basti semplicemente inserire il pallone all interno dell allenamento. Questo deriva da una errata concezione della Periodizzazione Tattica. Anche se la palla viene usata nel 90% dei casi durante l allenamento, c è differenza fra allenarsi con la palla ed allenarsi utilizzando il pallone per costruire tatticamente il gruppo. Il segreto dietro la metodologia della Periodizzazione Tattica non è l utilizzo del pallone negli allenamenti ma l allenamento volto a raggiungere un determinato obiettivo tattico. Nella Periodizzazione Tattica, tutti gli esercizi sono costruiti per centrare un obiettivo allenante di natura tattica, per allenarsi a mettere in pratica i nostri principi di gioco 21

Per Oliveira, J. (1991) non basta affermare che la tattica è importante, è necessario che... la tattica sia il baluardo di tutta la metodologia adottata. Il lavoro fisico è una conseguenza del lavoro tattico svolto. Infatti, se uno vuole allenare anche la resistenza organica durante l allenamento tattico, può organizzare una partitella con obiettivi tattici allargando il terreno di gioco; se si vuole allenare la potenza muscolare si giocherà in campi più ristretti, dove i giocatori sono costretti a frequenti cambi di direzione. Ma nella Periodizzazione Tattica l elemento fisico non è mai l elemento preponderante della seduta di allenamento. L aspetto fisico dovrà essere monitorato ma non sarà mai la parte principale della sessione di allenamento. L elemento fisico è presente, ma non rappresenta mai la parte centrale della seduta di allenamento. Certo, si deve tenere presente il carico fisico delle esercitazioni svolte con la palla ed il lavoro fisico deve essere ad esse complementare. Anche l allenamento fisico deve essere tattico, in modo che ogni azione tecnica o fisica sottintenda sempre un motivo tattico. Non basta correre, ma si deve correre bene, correre con un obiettivo, correre per qualcosa... E perfettamente inutile avere giocatori più forti fisicamente, più veloci, più resistenti se, quando sono in possesso del pallone, non sanno cosa farsene e se, quando devono difendersi, non sanno come reagire davanti a determinate situazioni. 22

E inutile avere giocatori in grado di fornire alte prestazioni fisiche, allenati con ripetute su 800-1.000 metri, con valori di potenza aerobica straordinari, se poi non sanno come muoversi in campo. Per Tenney (2008) il corpo di un atleta si adatterà sempre in maniera specifica a quello che verrà richiesto. Se questo è il caso, allora perchè un giocatore fa serie di corse tipo 10x120m durante l allenamento? Perchè non un 2v1, o 2v2 in transizione, su un campo lungo 40m, dove gli attaccanti devono segnare più velocemente possibile? Questo è specifico e può essere riportato nel gioco, mentre le serie 10x120m di corsa non si possono portare affatto in partita. Per Bangsbo (2008) l allenamento specifico allena i muscoli specifici per il calcio. In aggiunta, i giocatori fanno anche lavoro tecnico e tattico. Tutto questo ridimensiona fortemente anche il valore che si dà all uso dei test per valutare la condizione fisica dei giocatori... Quanto volte sentiamo allenatori le cui squadre hanno problemi rispondere alle domande della stampa con generiche affermazioni del tipo eppure i test indicano che non ci sono scadimenti di forma? Questo perchè i test non servono...cosa importa infatti che un giocatore dimostri la sua efficacia nei test se poi in campo è impaurito e non sa cosa fare? Per Mourinho (cit. in Oliveira et co, 2007) test fisici?! E una questione di convinzione. Io non ci credo... Non utilizzo programmi muscolari individualizzati. La palestra e le macchine sono per il dipartimento medico. Il cosiddetto allenamento integrato e la mia metodologia di allenamento non hanno la minima relazione... se non l uso del pallone! 23

Le squadre che utilizzano o hanno utilizzato la Periodizzazione Tattica sembrano più in forma non perchè corrono più veloci o sono più forti fisicamente ma perchè i loro giocatori sanno esattamente cosa fare in ogni situazione. Stare in forma andrà così a significare non più la condizione fisica di ogni singolo elemento, ma la condizione generale della squadra sotto il punto di vista del gioco, cioè del livello di applicazione del Modello di Gioco. Per Mourinho (2006) Non credo, nel calcio di oggi, che ci siano squadre preparate bene fisicamente ed altre no...ci sono delle squadre adattate o meno al modo di giocare del loro allenatore. Quello che noi cerchiamo è che la squadra sia in grado di adattarsi al tipo di sforzo che il nostro modo di giocare richiede. Nell allenamento integrato si utilizza il pallone per allenare le componenti fisiche. Nella Periodizzazione Tattica si utilizza invece il gioco per obiettivi tattici allenando nel contempo anche le qualità fisiche. Non si tratta quindi di disconoscere l importanza dell allenamento delle componenti fisiche del gioco, quali forza, resistenza e velocità, ma di inquadrarle in relazione alle esigenze tattiche. Una esercitazione tattica, che comprende molti salti, sprint, cambi di direzione, è molto più specifica di un lavoro decontestualizzato fatto in palestra. Per Rui Faria (2007) volendo giocare in una determinata maniera e lavorando settimanalmente per questo, in un contesto interamente orientato a questo, tutta la struttura fisiológica si adatta in maniera concreta e specífica...per noi, l adattamento specifico a partire dalle situazioni di gioco ci permette di affrontare molto meglio la preparazione del giocatore...ognuno sceglie il cammino che è più indicato per il proprio obiettivo finale. Il nostro è che la squadra giochi come vogliamo, secondo il nostro modello di gioco. 24

I concetti come forza, velocità e resistenza, giova quindi ripeterlo, non sono mai gli elementi primari delle sedute di allenamento e del programma. Quello che conta è il gioco, che ci indica lo stato di forma generale della squadra. In sostanza, la periodizzazione classica prevede: l esaltazione della componente fisica nel macrociclo, mesociclo e microciclo di allenamento secondo la dicitura per cui i calciatori sono atleti. La divisione del microciclo settimanale in allenamenti a prevalenza tecnica, tattica, fisica e psicologica (si pensi agli allenamenti quasi interamenti dedicati alla visione di filmati sui prossimi avversari o alle lunghe ed estenuanti conversazioni sulla partita appena svolta). La divisione del carico all interno del microciclo settimanale diminuendo l intensità ed il volume mano a mano che ci si avvicina alla partita di campionato. la necessità di utilizzare allenamenti non specifici rispetto al calcio e, comunque, con poca interazione fra i membri dello staff e quindi con un rapporto non idoneo fra lavoro svolto a secco e lavoro con la palla. La nozione secondo cui il periodo agonistico è un periodo di conservazione e non di incremento della forma della squadra. Di contro, la Periodizzazione tattica prevede: Un lavoro contestualizzato. La tattica diventa il nucleo centrale del lavoro sia nel macrociclo che nel mesociclo che nel microciclo. Richiede all allenatore una elevata conoscenza del modello di gioco che si vuole impiegare, in tutte le sue fasi e la conoscenza delle esercitazioni più idonee per 25

26 allenare le componenti tattiche, tecniche, fisiche e psicologiche necessarie ad insegnarlo. Le sessioni del microciclo assumono tutte la stessa importanza. Il lavoro è volto ad un costante miglioramento delle qualità di una squadra durante tutto l anno, senza limitarsi al mantenimento del livello raggiunto. Proprio quest ultimo punto assume una rilevanza fondamentale. Come dice R. Oliveira (2008): la più grande difficoltà nell applicazione della periodizzazione tattica è perchè...dobbiamo adattare i nostri esercizi ed i nostri allenamenti all evoluzione del nostro modello di gioco ed anche all evoluzione dei nostri giocatori. Non esiste un allenamento perfetto così che si possa dire farò questo allenamento per tutta la stagione ; dobbiamo sempre essere preparati ad introdurre alcuni cambiamenti e pronti a valutare gli effetti degli allenamenti sulla squadra. Alves, B. (2006) citando Jorge (1998), Konzag, (1991), Tschiene 1994), sostiene che il processo di allenamento deve coniugare diversi aspetti (físico, técnico, táttico, e psicológico). Filipe Martins (2003) ha identificato l esistenza di 3 metodologie di allenamento. Dell allenamento a blocchi proprio dell URSS abbiamo già parlato. Abbiamo poi il Metodo Integrato, nel quale gli aspetti tecnici e tattici vengono lavorati insieme. Anche se questo metodo si avvicina al gioco, ne resta ancora troppo lontano. Con il Metodo Integrato lavoriamo con la palla, ma restiamo sempre ancorati al vecchio modo di organizzare l allenamento.

Oliveira, J.G. (2004) afferma che una delle differenze fra la Periodizzazione tattica ed il Metodo Integrato sta nel fatto che nella Periodizzazione tattica il modello di gioco è costruito a partire dall allenamento mentre nel Metodo Integrato avviene l opposto. Secondo Alves B. (2006) nella Periodizzazione Tattica l allenatore, attraverso l allenamento, crea il gioco che vuole che la sua squadra svolga mentre nel Metodo Integrato l allenatore smonta il gioco e lo trasporta nell allenamento per allenare alcuni comportamenti. Per Carvalhal (2004) esistono due tipi di allenamento con la palla; quello integrato e quello periodizzato. Nel primo la palla è presente ma in forma subordinata... Noi sosteniamo un altro genere, nel quale la palla è presente dal primo giorno di allenamento per modellare i giocatori, dal punto di vista collettivo ed individuale secondo la nostra idea di gioco. Ed anche quando la palla non è presente il nostro obiettivo è sempre il nostro modo di giocare. L allenamento integrato è soltanto un allenamento analitico con la presenza della palla. Un allenamento cioè dove le varie parti, fisiche, tattiche, tecniche, psicologiche, vengono allenate separatamente per essere poi ricomposte soltanto successivamente. Inoltre, con Metodo Integrato, si intende, come detto, l allenamento fisico con la palla. E quindi ancora una volta l aspetto fisico a prendere il sopravvento. Invece, la Periodizazzione Tattica permette di allenarsi attraverso il gioco insegnando il modello di gioco che si ha in mente. Per Marisa Gomes (2008) la Periodizzazione tattica non ha niente a che vedere con il Metodo Integrato perchè: il Metodo Integrato non contempla nè sviluppa un modello di gioco; il Metodo Integrato si orienta sugli stessi obiettivi fisici della Periodizzazione classica ma anche, con l integrazione della balla, attraverso il suo uso. Modello di gioco Come abbiamo visto, fino ad ora abbiamo sottolineato l importanza del concetto di Modello di gioco. Prima di 27

proseguire ritengo opportuno dare una definizione di Modello di gioco. Per Modello, secondo il Dizionario Italiano Devoto-Oli, si intende: L oggetto o il termine atto a fornire un conveniente sistema di punti di riferimento ai fini della riproduzione e dell imitazione. Per Modello di gioco si deve intendere (Severino, 2008): l insieme di principi (dai quali derivano i sub-princípi) di comportamento della squadra, che ne definiscono l organizzazione, dando ad essa una propria identità tenendo presenti i 4 momenti principali di gioco fase difensiva, transizione offensiva, fase offensiva e transizione difensiva. Il Modello sarà quindi il modo in cui un allenatore vuole che la sua squadra debba giocare, attaccando (attacco di posizione, contrattacco ), difendendo (pressing, pressione uomo a uomo ), facendo transizione. Per Oliveira (cit. da Marisa Gomes, 2008) il Modello di gioco spiega come dobbiamo giocare: come dobbiamo attaccare, come dobbiamo difendere e come dobbiamo fare le transizioni. Il Modello di Gioco deve quindi definire il sistema di relazioni esistenti fra i membri della squadra in ogni situazione di gioco. Non si deve confondere il Modello di gioco con il Sistema di gioco, cioè con la disposizione in campo dei giocatori (4-4-2, 4-3-3...) Non adottiamo un modello di gioco, creiamo un modello di gioco (Oliveira, cit. da Marisa gomes, 2008). Per Carlos Queiroz (1986) i modelli técnico-táttici devono descriveremetodicamente e sistematicamente un sistema di relazioni che si stabiliscono fra i diversi elementi di una determinata situazione di gioco, determinando in modo chiaro i compiti ed i comportamenti técnico- táttici che un allenatore vuole dai suoi giocatori, in accordo con il loro livello di capacità. 28

Per Carvalhal (2002) il modo in cui rendere operativo il modello di gioco è quello di utilizzare esercizi specifici...questi devono essere fatti con intensità e concentrazione, sempre subordinati al modello di gioco adottato. Pensiamo alla tradizionale stagione di una squadra professionistica. Abbiamo una preparazione nel ritiro precampionato che si volge con sessioni di allenamento doppie, per circa 30-45 giorni. In questo periodo, l accento è posto sulle qualità fisiche quali la potenza aerobica, la capacità e potenza lattacida, la velocità, la forza...questo è anche il menù di molte squadre dilettantistiche. Negli ultimi anni, qualcuno ha cominciato ad introdurre il pallone, dando vita all allenamento integrato. Ma, ripeto, sempre dando priorità all aspetto fisico. Poi si passa all aspetto tattico, ancora una volta allenato a blocchi e decostentualizzato dal resto del lavoro. Si schierano 3 o 4 difensori contro 4-5 attaccanti, si fa circolare la palla, si provano le coperture difensive...e poi si passa ad altro. Esercizio utile, per carità (magari come lavoro di recupero nell allenamento seguente ad una partita), ma soltanto come didattica generale, che non viene legato all idea di gioco che l allenatore vuole insegnare alla squadra e che non interessa nè gli aspetti tecnici, nè psicologici, nè fisici. Così, vediamo squadre senza una propria identità. Il Modello di Gioco di una squadra è invece proprio ciò che la deve caratterizzare, in quanto ha il suo presupposto nell idea di gioco di un allenatore. Presupposto perchè poi, nella realtà, il Modello di Gioco che un allenatore ha in mente deve tenere presenti altri fattori che andranno ad influenzare quello che sarà il risultato pratico, cioè il Modello di Gioco effettivamente realizzato. 29