I consumi alimentari in Italia in periodo di crisi



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Transcript:

I consumi alimentari in Italia in periodo di crisi Alberto Franco Pozzolo (Università degli Studi del Molise e Gruppo 213)

Le domande La Grande recessione, iniziata nel 28, è stata la peggiore crisi economica dal 29 Misurata a prezzi costanti, la spesa totale delle famiglie è calata tra il 27 e il 29 del 2,6 per cento Come sono cambiate le abitudini alimentari degli italiani per effetto della crisi? Quali classi di reddito hanno modificato maggiormente i loro consumi alimentari e in che direzione? Verso quali punti vendita si sono spostati i consumatori? Come ha reagito il canale della vendita diretta?

-5-4 -3-2 -1 Quota dei consumi alimentari e reddito Al crescere del reddito la quota dei consumi alimentari sul totale dei consumi tende a diminuire (legge di Engel) Variazione della quota dei consumi alimentari 1997-29 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

-1.5 Quota dei consumi alimentari e reddito durante la crisi Con la crisi le classi più povere avrebbero dovuto accrescere la quota delle spese alimentari ma non è stato così -1 -.5.5 Variazione della quota dei consumi alimentari 27-29 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

-1.5 L andamento territoriale La riduzione è stata più forte al Sud, con l eccezione delle classi di spesa più elevate -1 -.5.5 1 Variazione della quota dei consumi alimentari 27-29 1 2 1 2 1 2 1 2 1 2 Centro-Nord Mezzogiorno

Piemonte e Valle d Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna -2-1 1 L andamento regionale Particolarmente forte è stata la riduzione in Basilicata, Calabria e Sicilia, oltre che in Liguria Quota dei consumi alimentari per regione (Valori percentuali al 29)

-.5 -.4 -.3 -.2 -.1 Variazione Variazione.2.4.6.8 Quota delle spese per abbigliamento e affitto Nella prima classe di spesa, la quota di consumi alimentari si è ridotta dell 1,5 per cento, quella per l abbigliamento dello,2 per cento, quella dell affitto è cresciuta di quasi l 1 per cento Variazione della quota dei consumi di abbigliamento 27-29 Variazione della quota delle spese per affitto 27-29

Una prima ipotesi Durante la crisi, nonostante la contrazione dei redditi, la quota dei consumi alimentari è diminuita, contrariamente a quanto previsto dalla legge di Engel Le categorie di reddito meno abbienti hanno registrato la riduzione più forte La domanda per altre categorie di beni è stata più rigida rispetto alla contrazione del reddito L ampiezza e la varietà dell offerta di prodotti alimentari ha permesso di cogliere più facilmente opportunità di risparmio

Lo spostamento dei consumi alimentari Carne, pane e pasta e latte, uova e formaggi rappresentano la quota maggiore della spesa alimentare delle famiglie italiane; cosa è cambiato con la crisi? Tipologia di consumi alimentari (Valori percentuali al 29) 9.1% 8.4% 15.8% 9.2% 9.8% 14.3% 3.3% 8.% 22.2% pane carni oli e grassi ortaggi bevande drogheria pesc e formaggi frutta

-.3 -.2 -.1 Variazione -.4 -.3 -.2 -.1 Variazione -.5 -.4 -.3 -.2 -.1 Le quote dei consumi di prodotti più costosi Sono calate per tutte le categorie di spesa le quote dei prodotti più costosi e voluttuari: pesce, olio di oliva e bevande Variazione della quota dei consumi di pesce 27-29 Variazione della quota dei consumi di olio 27-29 Variazione della quota dei consumi di bevande 27-29

Variazione.1.2.3.4 Le quote di consumo di prodotti meno costosi È invece generalmente cresciuta la quota di prodotti meno costosi, come la pasta, il pane e le uova Variazione della quota dei consumi di pasta 27-29.1.2.3.4.5 -.5 Variazione.5.1 Variazione.15.2 Variazione della quota dei consumi di pane 27-29 Variazione della quota dei consumi di uova 27-29

-.3 -.2 -.1.1.2 Le variazioni delle quote dei consumi di carne (1) Soltanto le classi di reddito meno abbienti hanno ridotto la quota dei consumi di carne Variazione della quota dei consumi di carne 27-29

-.5 -.4 -.3 -.2 -.1 -.1 -.5 Variazione.1.2.3.4 Variazione.5.1.15 Le variazioni delle quote dei consumi di carne (2) ma tutte hanno ridotto la quota dei consumi di manzo, a favore del pollo e, in alcuni casi, del maiale Variazione della quota dei consumi di manzo 27-29 Variazione della quota dei consumi di pollo 27-29 Variazione della quota dei consumi di maiale 27-29

-.1.1.2.3.4 Le variazioni delle quote dei consumi di ortaggi La quota dei consumi di ortaggi ha registrato un generale aumento, soprattutto per le classi intermedie Variazione della quota dei consumi di ortaggi 27-29

-.2 -.1 -.1 -.2 -.5 Variazione Variazione.5.1.2.4.6 Le variazioni delle quote dei consumi di frutta Mentre la quota dei consumi di frutta ha registrato una generale diminuzione, con importanti effetti di ricomposizione Variazione della quota dei consumi di frutta 27-29 Variazione della quota dei consumi di mele 27-29 Variazione dei consumi di frutta con il nocciolo 27-29

-.2 -.1 -.2 Variazione.1.2.3.2.4 Le variazioni dei consumi di formaggi La quota dei consumi complessivi di latte, formaggi, latticini e uova è generalmente cresciuta, ma soltanto le classi di spesa più elevate hanno aumentato la quota dei formaggi Variazione della quota dei consumi di latticini 27-29 Variazione della quota dei consumi di formaggi 27-29

-4-2 2 4 6 Si ritorna a mangiare a casa Soltanto le classi di spesa più elevate hanno aumentato l incidenza dei pasti fuori casa, con un aumento del 6 per cento Variazione della quota dei consumi di ristorazione 27-29

Una parziale conferma dell ipotesi delle opportunità di risparmio L analisi delle variazioni nelle scelte di consumo alimentare disaggregata per tipologie di prodotti fornisce una parziale conferma che i consumatori hanno cercato di risparmiare nella spesa alimentare: spostando i consumi tra categorie di prodotti, da quelli più costosi (ad esempio, carne e pesce) a quelle di prodotti meno costosi (pasta, pane e uova) spostando i consumi all interno delle categorie di prodotti, verso quelli relativamente meno costosi (ad esempio, pollo e maiale al posto del manzo) Per risparmiare si cono cercati punti di vendita diversi?

-6-4 -2 Variazione 2 4 I luoghi di acquisto: il pane Il pane viene acquistato sempre più spesso al supermercato, ma anche all ipermercato e all hard discount Pane - Luoghi di acquisto (Quote percentuali al 29) Variazione della quota dei consumi di Pane 27-29 35.2% 5.2% 8.1%.8% 5.7% Hard discount Mercato Supermercato Ipermercato Negozio 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Hard discount Ipermercato Mercato Negozio Supermercato

-2-1 Variazione 1 2 I luoghi di acquisto: la pasta Nell acquisto della pasta si nota un calo dei negozi e uno spostamento delle classi meno abbienti dal supermercato all hard discount e di quelle più abbienti al supermercato Pasta - Luoghi di acquisto (Quote percentuali al 29) Variazione della quota dei consumi di Pasta 27-29 9.3% 13.6%.4% 62.5% 14.2% Hard discount Mercato Supermercato Ipermercato Negozio 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Hard discount Ipermercato Mercato Negozio Supermercato

-3-2 -1 Variazione 1 2 I luoghi di acquisto: la frutta Le classi meno abbienti comperano sempre meno la frutta al mercato tradizionale, spostandosi verso negozi, hard discount e ipermercati Frutta - Luoghi di acquisto (Quote percentuali al 29) Variazione della quota dei consumi di Frutta 27-29 5.4% 9.3% 4.3% 17.6% 27.4% Hard discount Mercato Supermercato Ipermercato Negozio 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Hard discount Ipermercato Mercato Negozio Supermercato

-2-1 Variazione 1 2 I luoghi di acquisto: la carne Nell acquisto della carne è diminuita la quota dei negozi, a favore di hard discount (per le fasce meno abbienti), supermercati (per le medie) e ipermercati (per le più abbienti) Carne - Luoghi di acquisto (Quote percentuali al 29) Variazione della quota dei consumi di Carne 27-29 5.6% 1.9%.9% 45.3% 37.3% Hard discount Mercato Supermercato Ipermercato Negozio 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Hard discount Ipermercato Mercato Negozio Supermercato

Un ulteriore conferma dell ipotesi delle opportunità di risparmio L analisi dei luoghi di acquisto conferma la ricerca di opportunità di risparmio, economico (hard discount) e di tempo (ipermercato) Prosegue la riduzione dell incidenza dei negozi e dei mercati tradizionali Come hanno reagito alla crisi canali innovativi come la vendita diretta?

I canali innovativi: la vendita diretta La vendita diretta rappresenta quasi il 3% del totale dei consumi alimentari Tra il 27 e il 29 il valore complessivo dei beni venduti attraverso il canale della vendita diretta è cresciuto di otre il 2 per cento L analisi degli effetti della crisi sulla vendita diretta è difficile, perché: mancano informazioni dettagliate sulle tipologie di consumo e di consumatori la forte crescita degli ultimi anni rende difficile separare gli effetti della crisi dalla dinamica complessiva

Cosa spinge la vendita diretta? La qualità La domanda di prodotti alimentari di qualità è ancora un fenomeno di nicchia, ma potrebbe trovare spazi crescenti

o il prezzo La vendita diretta garantisce anche un maggiore controllo dei prezzi, e potrebbe quindi offrire opportunità per la ricomposizione della spesa alimentare verso canali meno costosi

Valori percenutali La ricomposizione della vendita diretta Anche all interno del canale della vendita diretta si è verificata una ricomposizione della spesa verso prodotti meno costosi Quota dei prodotti in vendita diretta (valori percentuali) 4 3 2 1 Vino Olio Carni e salumi Ortofrutta Formaggi 27 29

Percentuale degli intervistati Qualità e prezzo? Ma non emerge chiaramente che la convenienza di prezzo sia il motivo principale che spinge i consumatori presso i punti di vendita diretta 8 7 6 5 4 3 2 1 Percezione dei prezzi di vendita diretta Troppo elevato Elevato Adeguato Poco elevato Giudizio

Vendita diretta e distribuzione (1) Un limite è la distribuzione: i farmer markets sono oggi distribuiti in quasi tutte le regioni italiane 2 18 16 14 12 1 8 6 4 2 Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Farmers markets (numero per milione di abitanti) Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

Vendita diretta e distribuzione (2) ma la maggior parte delle vendite avviene presso l azienda di produzione Canali di vendita Vendita am bulante 4,5% Farmers market 8,7% Locale aziendale 68,9% Sagre 26,9% Consegne a dom icilio 5,7% Negozio aziendale 17,9% Negozi in città 4,1%

Conclusioni e prospettive (1) Durante la crisi la quota dei consumi alimentari è diminuita, non aumentata La spesa alimentare offre maggiori opportunità di ricomposizione e risparmio che altre tipologie di consumo, grazie a: una più ampia gamma di prodotti offerti una minore valenza di status symbol una maggiore trasparenza dei prezzi, legata anche alla frequenza di acquisto una forte concorrenza

Conclusioni e prospettive (2) L alimentazione sta assumendo sempre più alcune caratteristiche di un bene di lusso Si possono quindi immaginare due scenari: con un recupero della crescita, il settore agroalimentare potrebbe mantenere o accrescere la propria quota sul totale dei consumi, puntando sulla qualità se permane la fase di stagnazione, si potrebbe viceversa registrare uno spostamento verso una crescente concorrenza di prezzo e riduzione della qualità Entrambe le tendenze si potrebbero tuttavia verificare contemporaneamente, ma per diverse categorie di reddito