Prefettura di Bergamo Ufficio territoriale del Governo. D.P.R. 309/90 Fondo Nazionale d Intervento per la lotta alla droga Ministero dell Interno



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SOMMARIO INTRODUZIONE pag. 3 PRIMA SEZIONE LA RICERCA pag. 6 CAPITOLO 1 Le nuove droghe pag. 7 1.1 Nuove droghe: un fitness artificiale per l onnipotenza e il piacere pag. 7 1.2 Classificazione delle nuove droghe pag. 8 1.3 Principali filoni di indagine sulle nuove droghe pag. 12 CAPITOLO 2 La ricerca nella provincia di Bergamo pag. 14 2.1 Obiettivi e metodologia pag. 14 2.2 Analisi del contesto pag. 18 2.3 Analisi dei risultati: pag.19 2.3.1 Confronto tra consumatori e non consumatori pag.20 2.3.2 Sostanze utilizzate e modalità di consumo pag. 47 2.3.3 L esperienza di consumo pag.58 CAPITOLO 3 Prestazione di un modello interpretativo sulle nuove droghe pag. 68 3.1 Introduzione pag. 68 3.2 Società del consumo e nuovi fenomeni di abuso di sostanze pag. 69 3.3 La costruzione identitaria nei nuovi onsumatori pag. 70 1

SECONDA SEZIONE IL PERCORSO FORMATIVO CON GLI OPERATORI TERRITORIALI pag. 94 CAPITOLO 1 Metodologia e contenuti pag. 95 1.1 L attività didattica pag, 95 1.2 I moduli verticali pag. 95 1.3 Metodologia formativa pag. 96 1.4 Contenuti formativi pag.98 1 Modulo 10 11 novembre 2003 pag. 99 2 Modulo 17 18 novembre 2003 pag. 100 3 Modulo 24 25 novembre 2003 pag. 100 4 Modulo 1-2 dicembre 2003 pag. 101 Il Modulo trasversale 3 dicembre 2003 pag. 101 1.5 Osservazioni sul corso pag. 102 1.6 La parola ai discenti pag. 103 1.7 Domande Punti di intersezione critica pag. 106 CAPITOLO 2 Le relazioni dei portavoce alla sessione conclusiva pag. 107 2.1 Operatori per la tossicodipendenza (SerT, ComunitàTerapeutiche) e del Terzo Settore pag. 107 2.2 Operatori scolastici e della prevenzione pag.112 2.3 Operatori delle forze dell ordine pag. 118 BIBLIOGRAFIA pag. 121 2

Icaro che volle volare verso il sole, fino a bruciarsi le ali di piume e di cera che lo sorreggevano nel volo, altro non è che il simbolo della pulsione che non sa dirigersi verso una meta reale, possibile oggetto d amore, ma che nel delirio di potenza, si prefigge obiettivi irraggiungibili, senza conoscere la capacità degli strumenti di cui è dotato. (S. Gindro, Icaro o della follia, in L oro della psicoanalisi, A. Guida, 1993). INTRODUZIONE In questo volume viene presentata la ricerca realizzata in provincia di Bergamo nell ambito del PROGETTO ICARO Interventi di prevenzione primaria relativi all abuso delle c.d. nuove droghe. Il progetto è stato promosso dal Direzione Generale dei Servizi Civili Servizio Affari Assistenziali Speciali, tra le attività finanziate con l esercizio 2001 dal Fondo Nazionale di intervento per la lotta alla droga, ed ha coinvolto quattro Prefetture: Bergamo, Vicenza, Cagliari e Lecce. Il progetto si è proposto di estendere le attività di ricerca e di studio sulle nuove droghe, al fine di valutare le strategie adottate per fronteggiare il fenomeno e di delineare e sperimentare, anche attraverso la formazione e l aggiornamento degli operatori del territorio impegnati nel settore, nuove e più efficaci metodologie di intervento. Il progetto si è svolto in distinte fasi: a) ricerca-intervento; b) formazione e aggiornamento degli operatori impegnati, nelle diverse istituzioni del territorio, in azioni di prevenzione e di contrasto del fenomeno; c) individuazione di nuove strategie d intervento. Le Prefetture di Bergamo e Cagliari hanno affidato all Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali l incarico di curare la realizzazione del progetto nei rispettivi ambiti territoriali. 3

In entrambe le province l attività di ricerca si è sviluppata in due momenti: 1) indagine quantitativa, attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di circa 300 giovani di età compresa tra i 15 ed i 25 anni; 2) indagine qualitativa, condotta attraverso focus group con i ragazzi e interviste in profondità a testimoni privilegiati del mondo giovanile L opportunità di realizzare lo stesso lavoro di ricerca in due differenti province, ha permesso all I.P.R.S. non solo un approfondimento delle caratteristiche generali del fenomeno oggetto di studio, ma anche una analisi comparativa delle manifestazioni che esso assume in due contesti molto eterogenei dal punta di visto socio-economico. La sostanziale omogeneità dei risultati della ricerca condotta nei due diversi ambiti provinciali, pur con le specificità legate alla differente fisionomia socio-culturale ed economica dei due contesti, ha permesso all équipe di ricerca dell I.P.R.S. l elaborazione di un modello interpretativo unitario dei nuovi fenomeni di consumo. Il volume si articola in due sezioni. La prima sezione è dedicata alla ricerca. Nel primo capitolo viene definito l oggetto di studio (le così dette nuove droghe ) così come esso emerge da una analisi della letteratura. Nel secondo capitolo viene presentata l indagine effettuata in provincia di Bergamo. Il capitolo conclusivo di questa prima sezione è riservato alle riflessioni conclusive. Esse scaturiscono dall insieme della ricerca realizzata, sia nei suoi aspetti di indagine quantitativa (questionario) sia in quelli di indagine qualitativa (focus group ed interviste in profondità). Inoltre, i risultati emersi dall indagine sono stati costantemente confrontati ed approfonditi con diversi recenti studi condotti sul fenomeno nuove droghe. Lo sforzo è stato quello di restituire un modello interpretativo il più possibile non unidirezionale, che riflettesse la problematicità e la multifattorialità del fenomeno indagato. Come già segnalato sopra, l omogeneità dei risultati della ricerca nelle due province analizzate dall I.P.R.S., dà conto della unità del modello interpretativo elaborato per i contesti di Bergamo e di Cagliari. 4

La seconda sezione raccoglie i contributi emersi durante il percorso formativo destinato agli operatori del territorio, che si è svolto presso la Prefettura di Bergamo dal 10 novembre al 3 dicembre 2003. Nel primo capitolo della sezione viene presentato il modello formativo: l articolazione delle diverse sessioni di lavoro, la progressione didattica di ciascuna sessione, le metodologie formative utilizzate. Successivamente si presentano in modo sintetico - i contenuti propri del percorso formativo proposto, evidenziando quelle che sono state riconosciute come aree critiche verso le quali indirizzare l intervento futuro. Il secondo e conclusivo capitolo raccoglie i contributi realizzati dai partecipanti al corso, che rappresentano l output dei lavori di gruppo. Riteniamo questi contributi di estremo interesse, perché scaturiscono dalla presentazione dei risultati della ricerca, e rappresentano un approfondimento degli stessi a partire dal privilegiato punto di osservazione degli operatori impegnati sul territorio; i diversi contributi costituiscono anche un prezioso strumento di verifica indiretta di quanto emerso dalla ricerca. In questo spazio, tra l altro, vengono avanzate proposte operative che riteniamo utile raccogliere in quanto, se da una parte rappresentano il punto di arrivo del, dall altra sono la base da cui partire per consolidare quell esperienza di lavoro di rete realizzata proficuamente durante il percorso formativo integrato. 5

SEZIONE 1 LA RICERCA 6

CAPITOLO 1 LE NUOVE DROGHE 1.1 NUOVE DROGHE: UN FITNESS ARTIFICIALE PER L ONNIPOTENZA E IL PIACERE Secondo il Rapporto 1998 sulle tossicodipendenze in Italia che analizza soprattutto l aspetto psicologico del consumo di cocaina e sostanze sintetiche l uso di queste sostanze appaga una esigenza di onnipotenza, che esprime a sua volta una forma di disagio della normalità. Il rapporto parla di fitness artificiale per essere primi nella gara della vita e raggiungere prestazioni estreme: Il fenomeno appare mutevole e variegato sia per quanto riguarda il panorama dei consumatori sia quello delle sostanze. Tra le principali caratteristiche risulta evidente l affermarsi, soprattutto tra i giovani, di una visione dell abuso di sostanze come un attività tesa a procurare effetti stimolanti ed eccitanti piuttosto che quelli propri dei depressori del sistema nervoso. In luogo della straniazione, della fuga da sé e della anestesia dei problemi, il mondo giovanile si proietta alla ricerca di performance elevate, energizzazioni durevoli, rapporti più facili e disinibiti con gli altri. In sintesi, l esperienza di consumo appaga l esigenza di onnipotenza attraverso il superamento dei limiti: dei propri limiti di resistenza fisica (emblematico al riguardo è il fenomeno dei rave e degli after hour) così come dei limiti nella relazione con l altro, che diviene fortemente sessualizzata e trasgressiva. Arriviamo così ad introdurre, accanto alla ricerca dell onnipotenza, la dimensione della ricerca del piacere, come ulteriore punto di aggancio al fenomeno nuove droghe. D altra parte, la stessa espressione party drugs non solo mette in stretta connessione l uso della sostanza con particolari contesti edonistici, ma anche sottolineando l effetto empatogeno e socializzante le qualifica come mezzi per arrivare a rapporti più disinibiti e piacevoli. Secondo questa linea interpretativa, la sostanza è quindi ricercata per i suoi effetti disinibenti, come mezzo" nella ricerca del piacere. Il riferimento alla dimensione del piacere introduce un senso immediato al gesto trasgressivo consumato attraverso l uso di sostanze. 7

D altra parte la piacevolezza degli effetti prodotti non è di per sé una dimensione che caratterizzi specificamente le c.d. nuove droghe rispetto alle vecchie; si tratta allora di indagare in maniera più approfondita questa dimensione, cercando di coglierne le implicazioni nella motivazione verso l uso di sostanze e nelle stesse modalità d uso. Un elemento che viene riferito come caratteristico delle sostanze ricreazionali è il loro utilizzo come mezzo piuttosto che come fine della ricerca del piacere. Tuttavia, è forse il caso di precisare meglio il senso di questa differente connotazione della dimensione del piacere nel caso di vecchie e nuove droghe. Caratterizzare le sostanze lungo l asse mezzo-fine può portare a conclusioni piuttosto approssimative, del tipo: mentre le vecchie droghe possiedono di per sé una forza attrattiva in quanto sostanze dispensatrici di piacere, le nuove droghe vengono ricercate in quanto sostanze disinibenti, che permettono di instaurare relazioni più piacevoli con gli altri. I riferimenti alle nuove droghe come farmaco della socialità sembrano rafforzare l idea di queste sostanze come mezzo terapeutico per il raggiungimento di un fine: un fine che, comunque, non va ricercato all esterno, ma collocato nel contesto spazio-temporale dell esperienza di assunzione. Mentre la dimensione del piacere è richiamata nelle diverse interpretazioni, non sempre questo piacere viene connotato in termini espressamente sessuali. In effetti, nella ricerca del piacere che si realizza attraverso l uso di ecstasy e simili l aspetto sessuale assume una innegabile importanza. Alcune ricerche sottolineano questo aspetto, facendo riferimento ad un consumo finalizzato alla performance sessuale. 1.2 CLASSIFICAZIONI DELLE NUOVE DROGHE Nel presentare le diverse classificazioni proposte relativamente alle c.d. nuove droghe, faremo riferimento alla rassegna effettuata da Geninatti S., Bellavia F. e Chiappa G. ( Contributo alla definizione di nuove droghe, in: Bollettino per le farmacodipendenze e l alcoolismo, anno XXIV n 2, 2001). Inoltre cercheremo di evidenziare gli elementi problematici connessi alle definizioni maggiormente diffuse in letteratura. Infatti riteniamo che le definizioni scientifiche non siano mai del tutto neutrali ed oggettive: la definizione dell oggetto osservato serve anche a qualificarlo secondo parametri in qualche misura esterni all oggetto stesso. Con questo intendiamo riferirci a quel meccanismo connaturato con la conoscenza scientifica, che è la proiezione nell oggetto di osservazione di 8

presupposti e categorie di riferimento proprie dell osservatore. Se questo è vero per qualsiasi campo della ricerca scientifica, a maggior ragione lo è nel caso della ricerca sulle droghe, settore in cui è particolarmente evidente l importanza dei presupposti soggettivi del ricercatore. Le definizioni adottate per qualificare determinate sostanze hanno molto pesato nell attribuire un insieme di significati all assunzione di quelle sostanze, e nel creare un collegamento tra determinate sostanze e determinati contesti di assunzione. Gli sviluppi più recenti di ricerca compreso il lavoro che qui presentiamo sembrano mettere in dubbio queste associazioni un po troppo meccanicistiche. Designer drugs Il termine è stato adottato per la prima volta in California da Henderson all inizio degli anni 80. Con questa definizione si intende riferirsi ad un insieme di sostanze che nascono dalla creatività individuale del chimico che nel suo laboratorio manipola molecole già note per i loro effetti psicotropi producendone di nuove con effetti analoghi. E da tenere presente che la necessità di produrre sempre nuove molecole nasce dal tentativo di aggirare le normative regolanti l uso delle sostanze stupefacenti, attraverso l iscrizione delle stesse in apposite tabelle che le fanno rientrare in un ambito di illegalità. Party Drugs Si tratta di una delle definizioni più accreditate in ambito statunitense, in quanto sostenuta da prestigiosi istituzioni quali il National Institute of Drug Abuse (N.I.D.A.) ed il Drug Enforcement Agency (D.E.A.). E una definizione basata sui modelli di consumo piuttosto che sulle sostanze. Infatti raggruppa sostanze assai dissimili tra loro, ma accomunate da modelli prevalenti di consumo che vedono come scenario privilegiato discoteche, concerti o altri eventi musicali (rave), spesso caratterizzati dalla dilatazione della loro durata oltre la notte (after hours). Recreational drugs Definizione che non si discosta gran che dalla precedente, anche se presenta un carattere di minor specificità. L accento viene posto sui patterns di consumo e sulle situazioni piuttosto che su specifici contesti in cui queste droghe verrebbero consumate. 9

Psicoattivi Questa definizione è usata in riferimento a tutto l insieme delle sostanze la cui assunzione comporta delle ricadute sul piano comportamentale e percettivo (alterazione degli stati di coscienza). Questa definizione può in certa misura essere vista come sinonimo di droghe o di sostanze stupefacenti ; tuttavia, il suo utilizzo sembra presentare alcuni vantaggi. Innanzitutto essa non presenta quella valenza per così dire morale che connota il primo termine; rispetto poi al secondo termine, sembra una definizione più tecnica (non tutte le sostanze hanno un effetto stupefacente) e ha il vantaggio di adattarsi a modelli di consumo per così dire sperimentali come quelli adottati dai c.d. psiconauti (Schifano) che fanno della sperimentazione di queste sostanze un attività sistematica. Nuove Droghe Con questa definizione si intende far riferimento a sostanze di recente scoperta o introduzione sul mercato; in realtà si tratta di una definizione impropria con riferimento a tutta una serie di sostanze (ecstasy, mescalina, Lsd) la cui storia di abuso nasce non certo in tempi recenti e per le quali semmai si può semmai parlare di riscoperta o rivalutazione. In maniera forse più appropriata, ciò che spesso è inteso con questa definizione è il panorama molto articolato che esula dai quadri conclamati di addiction da eroina. In questa accezione, la definizione fa riferimento ai nuovi modelli di comportamento d abuso piuttosto che all effettiva novità delle sostanze. Droghe sintetiche In generale con questa definizione si fa riferimento alle stesse sostanze descritte come nuove droghe o designer drugs, ad esclusione di alcuni elementi eterodossi quali il Fentanyl che, pur essendo una droga di origine non naturale, rientra nella famiglia degli oppiacei. Nonopium Questa definizione nasce da un esperienza italiana di ricerca (Geninatti S., 1998) sul panorama dei consumi diversi dall eroina. Il suo interesse sta nel focalizzarsi su modelli di consumo non prevalenti secondo il tradizionale punto di osservazione dei presidi di trattamento. Venivano citati: ecstasy, popper, funghi allucinogeni, LSD, cocaina e crack. 10

Smart drugs, ecodrugs, herbal XTC Sostanze di nuova generazione, si caratterizzano per essere vicine alle esigenze del nuovo consumatore : facili da usare e da gestire, soddisfacenti negli effetti. Il termine smart indica nei paesi anglosassoni una serie di prodotti che aiutano a tenersi in forma in modo simile a ciò che potrebbe fare un integratore dietetico. Altro elemento caratterizzante questa tendenza è l origine naturale del prodotto. Questi prodotti sono definiti smart drugs se studiati per avere ricadute sul tono dell umore e sul comportamento; ecodrugs se prevale l aspetto per così dire naturistico. Questi preparati si rifanno in molti casi alla medicina alternativa etnica, riproponendo l utilizzazione di sostanze vegetali ricavate da erbe e piante già al centro di tradizionali riti e usanze celebrative. Tali sostanze vengono in genere presentate e pubblicizzate per i loro effetti stimolanti ( energizzanti ), afrodisiaci, rilassanti. Il prodotto che ha conosciuto la maggior diffusione è l herbal-xtc, o ecstasy vegetale; in esso non c è traccia di MDMA, la componente principale è una amfetamina, l efedrina, che viene dichiarata essere estratta dall Ephedra Sinica, pianta conosciuta in Cina da 5000 anni con il nome di Ma-Huang. Droghe entactogene Con questa definizione viene enfatizzata la proprietà, in particolare di ecstasy (MDMA) ed analoghi, di indurre uno stato psicologico tale da potenziare le capacità introspettive del soggetto. La sensazione indotta dalla sostanza è di una maggior chiarezza interiore, una sorta di illuminazione rispetto a zone normalmente in ombra della propria personalità. Questo spiega, tra l altro, il motivo per cui queste sostanze sono state utilizzate nei trattamenti psicoterapeutici. Parallelamente, un altro effetto particolarmente ricercato dell ecstasy è quello denominato empatogeno: ossia la sostanza faciliterebbe il contatto con gli altri, producendo una sensazione di vicinanza in situazioni in cui si vanno sviluppando relazioni di tipo sociale e/o affettivo (Vendramin A., Schiaccitano A.M. 1999; Velea D. et al. 1999). Non riteniamo che le due definizioni della sostanza lungo l asse entactogena/empatogena rappresentino necessariamente una contraddizione in termini psicologici: una maggior capacità introspettiva infatti di per sé non esclude una facilità di comunicazione con gli altri. 11

Tuttavia, è pur vero che ognuna di queste definizioni determina una differente attribuzione di significato alla sostanza. E qui evidente come la definizione scelta non sia affatto neutrale, in quanto la connotazione che essa fornisce entra a far parte della rappresentazione sociale della sostanza. Rappresentazione che, a sua volta, determina degli effetti sullo stesso consumo della sostanza, nella misura in cui può creare aspettative e motivazioni verso il suo utilizzo. Riteniamo che definizioni così onnicomprensive della sostanza, che enfatizzano i suoi presunti effetti su vari aspetti della personalità e del comportamento, abbiano di fatto contribuito a mitizzare queste sostanze agli occhi del pubblico, a creare una sorta di aspettativa magica nei loro confronti. Proprio per questo riteniamo importante una attenta e precisa indagine intorno al significato che gli stessi utilizzatori, o i potenziali utilizzatori, attribuiscono alla sostanza, ed alle variazioni di questo significato in funzione delle differenti sostanze e dei differenti contesti di consumo. Una tale indagine è un indispensabile punto di riferimento per la predisposizione di efficaci programmi informativi e preventivi mirati a particolari target-bersaglio. 1.3 PRINCIPALI FILONI DI INDAGINE SULLE NUOVE DROGHE Il fenomeno del consumo delle cosiddette nuove droghe impegna da alcuni anni clinici ed epidemiologi nel tentativo di: determinare l incidenza del consumo nella popolazione; individuare i patterns di consumo ricorrente; valutare l entità dell esposizione a rischi a breve e lungo termine; sperimentare e mettere a punto efficaci modalità di trattamento. Fin dall insorgenza del fenomeno nuove droghe in Italia, accanto ai filoni di ricerca di tipo clinico ed epidemiologico, un importanza centrale ha assunto l indagine socio-psicologica. L interesse di questo filone di indagine deriva dall essenza stessa del fenomeno emergente. Quando circa dieci anni fa comparvero sulla scena dei consumi del nostro paese sostanze diverse da quelle tradizionalmente presenti (alcool, cannabinoidi, eroina), la tendenza di molti studiosi è stata quella di un approccio a questi nuovi fenomeni di consumo secondo modelli interpretativi mutuati dalle classiche tossicodipendenze; allo stesso modo, molti servizi 12

riproponevano, più o meno meccanicamente, lo stesso schema di risposta adottato per la dipendenza da eroina. Tra gli operatori delle tossicodipendenze, tuttavia, si diffuse ben presto la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un cambiamento radicale rispetto alle modalità di consumo ed alle caratteristiche psico-sociologiche dei consumatori. In sostanza, i nuovi profili di consumo sembravano difficilmente collocabili all interno dei modelli interpretativi elaborati con riferimento alle tradizionali forme di tossicodipendenza. I principali fattori di differenza notati dagli operatori rispetto alle vecchie droghe, sono stati così riassunti da Renato Bricolo nella relazione I fenomeni di abuso: nuovi soggetti per altri oggetti presentata alla Terza conferenza nazionale sulle droghe (Genova, novembre 2000) : l assunzione ritualizzata in occasioni di festa; la coesistenza all interno di uno stesso evento di assuntori e non assuntori; la condivisione della sovversione del rapporto notte/giorno, e del significato della notte; la polarizzazione fra il tempo ordinario del lavoro e/o dello studio e quello del divertimento; l assunzione in luoghi organizzati per il divertimento; l assunzione spesso plurima, con una certa tendenza a mescolare, più che a scegliere selettivamente una sostanza, e con una netta contrazione dello sviluppo di dipendenza dal genere di sostanza e di divertimento. Partendo dalla constatazione di questi elementi, che determinavano un solco non tanto tra sostanze vecchie e nuove quanto piuttosto tra vecchi e nuovi consumatori, nacque la necessità di documentarsi dall interno sulle nuove modalità di consumo; da qui presero il via numerose esperienze di interventi nelle discoteche e durante eventi musicali, nonché tutto un filone di ricerca su quello che si cominciò a chiamare il popolo della notte. Queste ricerche assumono come privilegiato oggetto di osservazione quella parte del mondo giovanile che sembra maggiormente esposto al consumo delle nuove droghe (o anche a nuove modalità di consumo di vecchie droghe ), nel tentativo di delineare possibili profili di 13

nuovi consumatori e di individudare gli elementi di discontinuità rispetto ai vecchi profili di consumo. Si tratta quindi di un filone di indagine socio-psicologica all interno del quale si colloca la ricerca condotta dall I.P.R.S. nell ambito del che non è tanto interessato alla semplice misurazione dei nuovi fenomeni di consumo, quanto piuttosto ad approfondire il significato che tali fenomeni rivestono per coloro che ne sono gli attori. CAPITOLO 2 LA RICERCA NELLA PROVINCIA DI BERGAMO 2.1 OBIETTIVI E METODOLOGIA Gli obiettivi Obiettivo della ricerca non è quello di quantificare l entità del fenomeno nella popolazione giovanile, ma di approfondire i nuovi profili del consumo di sostanza attraverso l individuazione di eventuali elementi di discontinuità rispetto ai non consumatori ed ai vecchi profili di consumo. Questa finalità generale si esprime attraverso gli obiettivi specifici della indagine quantitativa: A. effettuare un confronto tra consumatori e non consumatori rispetto a una serie di variabili sociologiche (dati socio-anagrafici, istruzione/occupazione, valori di riferimento e stili di vita) e psicologiche (disponibilità alla relazione, immagine corporea, dipendenza dal campo); B. descrivere le nuove modalità di consumo (sostanze utilizzate, frequenza di utilizzo, poliassunzione, diffusione delle diverse sostanze per fascia di età); C. approfondire l approccio alle sostanze dei nuovi consumatori (luoghi di consumo, comportamenti correlati all uso di sostanze, ). 14

Il campione Dagli obiettivi di cui sopra discende la scelta campionaria effettuata. Infatti la scelta della popolazione target non è stata casuale: a) i giovani da intervistare dovevano avere un età compresa fra i 14 e i 25 anni, di cui almeno il 30% di sesso femminile; b) il 50% degli intervistati doveva aver consumato almeno una volta nella vita le cosiddette party drugs (ecstasy, cocaina, anfetamine, popper, ecc.); d) le somministrazioni di questionari dovevano avvenire nei luoghi del loisir (discoteche, disco pub, sale giochi, bar, ecc.) e di aggregazione spontanea (strade, piazze, ecc.). Il limite di tale scelta è evidentemente rappresentato dal fatto che il campione così selezionato non è rappresentativo dell intera popolazione giovanile e, quindi, i dati emersi dalla ricerca non sono estensibili all intera popolazione: per fare un esempio, la strategia campionaria seguita non ci permette di valutare se il dato europeo che circa 2% dei giovani consuma l ecstasy sia valido anche nella provincia di Bergamo. E bene però sottolineare ancora una volta che lo scopo primario della ricerca è un analisi di tipo qualitativo: cercare di individuare le differenze tra due sub-popolazioni rappresentate da due sub-campioni, quello dei consumatori e quello dei non consumatori. Lo strumento utilizzato Per quanto riguarda l indagine quantitativa, il progetto ministeriale prevedeva un campione di ricerca di circa n. 300 giovani per ciascun ambito territoriale, cui somministrare un questionario semi-strutturato comune a tutte le province, fornito dall ente coordinatore del progetto su scala nazionale, l Associazione Parsec. Tale strumento è articolato sulle seguenti tematiche: dati socio demografici individuali e familiari; socialità e rapporti con i pari età; conoscenza sul fenomeno della droga; eventuali esperienze d assunzione di nuove droghe. Prima dell avvio effettivo della ricerca-intervento, tutte le prefetture e gli enti esecutori territoriali sono stati coinvolti in due tavoli di coordinamento indetti dal e coordinati dall Associazione Parsec nei mesi di aprile e giugno 2002. In tale occasione si è provveduto a definire il campione, comune a tutte le province, ed è stato chiesto all Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali di elaborare un test psicologico 15

da integrare con il questionario, successivamente approvato dall ente coordinatore ed integrato con il questionario. (Per una descrizione dello strumento d indagine psicologica, vedi oltre a pag..) La somministrazione dei questionari Per facilitare l approccio e la comunicazione con i ragazzi da intervistare, si è scelto di utilizzare come somministratori alcuni giovani bergamaschi appartenenti dal punto di vista anagrafico allo stesso target della ricerca e con una buona conoscenza delle abitudini e delle frequentazioni dei gruppi giovanili. L età variava dai 19 ai 26 anni ed essi erano alla loro prima esperienza in quanto ricercatori. Per quanto riguarda la selezione di 6 giovani da coinvolgere nelle attività di ricerca, abbiamo seguito due iter perché desideravamo reclutare giovani che avessero l età del campione e che conoscessero i luoghi del loisir. Abbiamo così affisso nella bacheca della facoltà di Scienze Sociali un offerta di lavoro per giovani desiderosi di partecipare ad una ricerca sulle nuove droghe indetta dalla Prefettura di Bergamo. Abbiamo inoltre richiesto alla cooperativa Alchimia - molto presente sul territorio e che aveva preso parte ad una precedente ricerca sulle n.d. realizzata nell ambito del Progetto POPPER promosso dal Dipartimento delle Dipendenze della A.S.L. di Bergamo - di proporci alcuni dei suoi operatori. In totale sono stati selezionati 6 operatori provenienti dalle facoltà di Scienze Sociali e di Giurisprudenza, nonché dalla cooperativa Alchimia. Sono stati selezionati per la conoscenza che avevano dei luoghi di aggregazione giovanile, per la buona capacità di socializzazione e per avere già avviato una autonoma riflessione sul consumo delle sostanze. Una volta costituita l équipe operativa da coinvolgere nella somministrazione del questionario, si è provveduto ad una preliminare formazione dei ricercatori. Sia la selezione sia la formazione si sono svolte all interno delle prefetture. Le somministrazioni sono cominciate durante l estate 2002 e si sono protratte fino al mese di dicembre. La mappatura dei luoghi di aggregazione giovanile ove effettuare le interviste è stata elaborata in collaborazione con la Prefettura ed il rappresentante sindacale dei locali da ballo. 16

Nei locali le interviste sono state effettuate durante l orario considerato di massimo afflusso da parte del target della ricerca (ragazzi tra i 14 e i 25 anni). Le modalità di somministrazione prevedevano la presenza dell équipe di sei operatori ed un coordinatore per ciascuna somministrazione. In genere si è cercato di essere molto flessibili per l orario di somministrazione, avendo notato che era meglio andare nei locali all inizio della serata quando la musica non era troppo forte e non vi erano troppe persone. Si è notato che chi faceva uso di sostanze era più attento e più invogliato a rispondere. Si è preferito strutturare le somministrazioni, andando in diversi locali nella stessa sera: è stato un modo per comprendere meglio l utilizzo della notte da parte dei giovani. L elaborazione dei dati La metodologia seguita nell elaborazione dei dati quantitativi, è stata dettata dagli obiettivi specifici dell indagine: effettuare un confronto tra consumatori e non consumatori ed approfondire le nuove modalità di consumo di sostanze. Il fenomeno oggetto di indagine le nuove modalità di consumo è stato in un primo momento trattato nella sua unità: in questo caso, infatti, l obiettivo era quello di studiare se esistessero significative differenze in ordine ad un insieme di variabili - anagrafiche, sociologiche, psicologiche - tra consumatori e non consumatori 1. Successivamente, l oggetto di indagine è stato suddiviso in alcune sue componenti essenziali i diversi profili di consumo - e si è proceduto ad un approfondimento rispetto alle modalità specifiche di interazione con la sostanza (frequenza di utilizzo, diffusione nelle diverse fasce d età, luogo di assunzione ). Questa opzione metodologica ci pare risponda alla esigenza di considerare la complessità del fenomeno studiato: il significato attribuito alle diverse sostanze dai singoli ragazzi e dai differenti gruppi giovanili, gli effetti ricercati 1 La significatività di tipo statistico che abbiamo applicato è basata sulla distribuzione asintotica normale, assumendo la presenza di un campione sufficientemente numeroso. Quando le diverse modalità di risposta hanno frammentato il campione intero in celle di piccola numerosità con dati dispersi, o scarsamente distribuiti, allora abbiamo preferito usare il livello di significatività basato sulla distribuzione esatta o sul metodo Monte Carlo. Il metodo Monte Carlo è una stima non distorta del livello di significatività esatto, calcolato tramite campionamenti ripetuti, a partire da un insieme di tabelle di riferimento con le stessi dimensioni e gli stessi margini di riga e di colonna della tabella osservata. Il metodo Monte Carlo, inventato dal Enrico Fermi, negli ultimi anni grazie allo sviluppo della tecnologia ed all aumento della velocità del calcolo, è diventato applicabile quotidianamente anche per le ricerche scientifiche e sociali. Esso consente di stimare la significatività esatta anche in assenza delle ipotesi necessarie per il metodo asintotico, ed è particolarmente utile quando l insieme di dati è troppo ampio per calcolare la significatività esatta. 17

attraverso il loro utilizzo, le modalità di approccio alla sostanza ed il contesto del consumo, sono tutti elementi che difficilmente si lasciano ricondurre ad unità, ma la cui analisi piuttosto evidenzia l esistenza di differenti profili di consumo che vanno approfonditi nei loro tratti essenziali. E da precisare che nell analisi che segue le due suddette modalità di trattamento dei dati non vengono presentate in ordine sequenziale: di volta in volta, viene scelta la modalità più idonea rispetto alle diverse aree di studio. 2.2 ANALISI DEL CONTESTO La prima fase del progetto di ricerca, attraverso la creazione di una rete con gli attori locali impegnati nelle azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno e con i giovani opinionleaders, ha permesso di delineare in via preliminare un quadro del contesto territoriale, che nella successiva fase di indagine qualitativa è stato sottoposto a verifica attraverso i focus group con i ragazzi e le interviste a testimoni privilegiati. Gli elementi salienti del quadro emerso sono così riassumibili: A) un popolo della notte caratterizzato da una forte mobilità e dinamicità, e il cui approccio alla fruizione ed al consumo dei luoghi del loisir così come delle sostanze sembra essere basato su una sorta di voracità; B) una tripartizione del territorio con riferimento all uso di droghe nel territorio provinciale: a nord di Bergamo vi è un maggiore consumo di haschish, al centro di cocaina ed eroina e nel sud una maggiore diffusione delle c.d. nuove droghe. La situazione da noi osservata presenta alcune evoluzioni: rispetto alla precedente ricerca promossa nell ambito del Progetto POPPER, vi è una delimitazione meno netta dei luoghi del consumo delle c.d. nuove droghe. Ad esempio, nei locali con musica afro si supponeva (dai risultati ottenuti dalla precedente ricerca) una maggiore presenza di soggetti eroinomani, ma in questa ultima rilevazione il trend si è modificato ed abbiamo intervistato molti soggetti che facevano uso delle c.d. nuove droghe. Questa evoluzione è probabilmente frutto di quella stessa mobilità e dinamicità del mondo giovanile bergamasco sopra richiamata, che porta ad un consumo vorace di luoghi, di sostanze, di tendenze. A sua volta, questa caratteristica risponde sia ad alcune peculiarità socio-economiche del territorio (benessere economico, forte propensione ai consumi) sia ad alcuni elementi più propriamente di ordine socio-psicologico. 18

Ci sembra di poter dire che la dinamicità e mobilità che caratterizza l approccio dei giovani bergamaschi alla fruizione dei luoghi del loisir ed alle sostanze sia un elemento che partendo da motivi di ordine socio-economico sia oramai entrato a far parte del loro inconscio sociale. Inoltre, quella che abbiamo definito la voracità nei consumi dei giovani bergamaschi testimonia un loro essere quasi immersi nell ambiente alla ricerca di tutto ciò che questo può offrire e vendere loro. 2.3 ANALISI DEI RISULTATI Inizieremo l analisi effettuando un confronto tra consumatori e non consumatori rispetto a una serie di variabili sociologiche (dati socio-anagrafici, istruzione/occupazione e tempo libero, valori di riferimento e stili di vita, profili di consumo) e psicologiche (disponibilità alla relazione, percezione corporea, dipendenza dal campo). Saranno poi presentati i dati relativi al consumo di nuove droghe. Infine, si approfondiranno l atteggiamento del consumatore nei confronti della sostanza, il contesto del consumo, i comportamenti correlati. 2.3.1 CONFRONTO TRA CONSUMATORI E NON CONSUMATORI Consideriamo consumatori coloro che alla domanda 40 del questionario ( quale di queste sostanze hai utilizzato almeno una volta nella vita frequenza uso della sostanza 2 ) hanno risposto in maniera affermativa relativamente alle così dette party drugs (ecstasy, cocaina, anfetamine, popper, ecc.); questo vuol dire che i soggetti considerati come non consumatori in riferimento a tali sostanze, possono comunque aver fatto uso di alcool e di hashish/marijuana. All interno del nostro campione, i consumatori di nuove droghe (da ora in avanti: n.d.) sono 140, pari al 45,90% del totale; i non consumatori di n.d. sono 165, pari al 54,10%. 2 In alcuni casi i soggetti non hanno risposto in maniera coerente alle due domande riguardanti l uso della sostanza nel corso della vita e la frequenza dell uso della stessa sostanza negli ultimi tre mesi. Quando le risposte erano contrarie (ad esempio: lo stesso soggetto rispondeva di non aver mai consumato la sostanza nel corso della vita, per rispondere poi di usare quella stessa sostanza con una frequenza di una volta al mese) abbiamo dato credito alla seconda risposta, classificando il soggetto come consumatore. 19

Dati socio-anagrafici Sesso All interno del nostro campione i maschi sono pari al e le femmine pari al Il rapporto tra maschi e femmine risulta evidentemente condizionato dalla scelta campionaria di prevedere una presenza femminile pari al 30%. Tale scelta, pur rappresentando un limite nell ottica di un equilibrata rappresentazione socio-demografica fra generi, rispecchia il rapporto maschi/femmine segnalato nella letteratura sulle n.d., che varia nei diversi studi all incirca da 3:1 a 4:1. Nel caso del consumo di N.D. abbiamo cioè una maggior rappresentanza delle femmine rispetto alle classiche forme di tossicodipendenza: ricordiamo che il dato nazionale relativo al rapporto maschi/femmine tra gli utenti Ser.T è di circa 6:1 (fonte: Relazione annuale al Parlamento, ano 2002). Tra le femmine del nostro campione, la percentuale di consumo di nuove droghe è del 33,3%; questa percentuale raggiunge il 53,1% nel caso dei maschi. Se analizziamo separatamente i due sottogruppi dei consumatori e dei non consumatori di nuove droghe, vediamo che la loro composizione in base al sesso non è omogenea: 73,6% n=103 26,4% n=37 Legenda femmine maschi 55,1% n=91 44,9% n=74 consumatori n=140 45,9% non consumatori n=165 54,1% L anello interno rappresenta i consumatori di n.d., quello esterno rappresenta i non consumatori di n.d. Tra i consumatori, i maschi sono in totale 103 (pari al 73.6%) e le femmine 37 (il 26.4%). Il rapporto maschi/femmine tra i consumatori del nostro campione è pertanto di 2.8:1, decisamente inferiore rispetto a quanto segnalato in altre ricerche simili (ad esempio: Bragozzi 20

F., Cippitelli C. Giovani e nuove droghe: 6 città a confronto, F. Angeli 2003, rilevano una proporzione di consumatori fra i ragazzi e le ragazze di 3.7 a 1), e a quello riscontrato nella nostra stessa ricerca a Cagliari, (3.6 a 1). Risulta quindi confermato che nella propensione al consumo delle n.d., la differenza di genere ha un peso limitato rispetto alle tossicodipendenze tradizionali. Ancor più, a Bergamo la differenza tra i due sessi nel consumo di n.d. appare meno rilevante che altrove. Età Passando ad analizzare l età, otteniamo un età media tra i consumatori di 20.1 anni, più alta rispetto a quella rilevata tra i non consumatori (19.0 anni), ma più bassa se paragonata a quella rilevata tra i consumatori di altre città (ad esempio, a Cagliari abbiamo riscontrato un età media dei consumatori decisamente più elevata: 22.2 anni). Questo conferma l impressione di un abitudine al consumo abbastanza precoce, che riguarda circa la metà dei soggetti interessati già a partire dai 18 anni. E interessante notare che i consumatori maschi presentano un età media più elevata rispetto ai non consumatori (20.5 anni vs 18.9), mentre le consumatrici presentano un età media finanche lievemente inferiore rispetto alle non consumatrici (19.0 vs 19.1). Analizziamo la composizione dei due gruppi (consumatori e non consumatori di n.d.) per fascia d età: 21,8% n=36 29,3% n=41 17,1% n=24 53,6% n=75 36,4% n=60 Legenda 14-17 anni 18-21 anni 22-25 anni 41,8% n=69 21

L anello interno rappresenta i consumatori di n.d., quello esterno rappresenta i non consumatori di n.d. Istruzione ed occupazione Passiamo adesso ad analizzare i dati relativi all istruzione ed al lavoro. I consumatori sono, in misura maggiore dei non consumatori, lavoratori (35% contro 25%) e, in misura minore, studenti (52% contro 63%). Questo andamento potrebbe essere collegato alla variabile età: siccome abbiamo riscontrato una presenza di consumatori nella fascia di età 18-25 anni maggiore di quella riscontrata nella fascia di età 14-18 anni, è lecito attendersi che tra i consumatori vi sia anche una maggior presenza di soggetti già inseriti nel mondo del lavoro. D altra parte, avere un lavoro può rappresentare una condizione facilitante solo nel senso di permettere una disponibilità economica che permette l accesso ad una pluralità di consumi. Questa ipotesi sembra confermata anche dalla osservazione di come si distribuiscono lungo l asse consumo/non consumo altre due categorie: gli studenti-lavoratori e i disoccupati. Tra i consumatori è presente una percentuale di studenti-lavoratori quasi doppia rispetto a quella rilevata tra i non consumatori. L inverso dicasi per i disoccupati: essi rappresentano circa il 7% tra i non consumatori, ma solo il 5% tra i consumatori. In sintesi: rispetto alla condizione scolastica od occupazionale dei soggetti del nostro campione, un elemento che ci sembra in qualche modo connesso con l uso di sostanze è la condizione di occupazione, più diffusa tra i consumatori di entrambi i sessi rispetto ai non consumatori; tuttavia, si tratta di una connessione indiretta, nel senso che la condizione di occupazione è solo un elemento facilitante l uso di sostanze, grazie alla maggior disponibilità economica che essa comporta. Incrociando la variabile secondaria 3 condizione lavorativa e scolastica con le variabili sesso e consumo, otteniamo i seguenti dati: 3 E stata creata una variabile secondaria condizione lavorativa e scolastica unendo le risposte alla domanda numero 9 : Attualmente stai studiando o sei iscritto ad un corso scolastico ( Si / No ) e alla domanda numero 11: Attualmente sei: (Occupato / Disoccupato / In cassa integrazione / Pensionato / Casalinga). Tutte le diverse 22

8,1% n=6 24,3% n=18 femmine 8,1% n=6 8,1% n=3 32,4% n=12 59,5% n=22 59,5% n=44 26,7% n=24 2,2% n=2 maschi 5,6% n=5 7,8% n=8 6,8% n=7 35,9% n=37 49,5% n=51 65,6% n=59 Legenda studente occupato studente-lavoratore L anello interno rappresenta i consumatori di disoccupato n.d., quello esterno rappresenta i non consumatori di n.d. Tra i maschi, gli studenti rappresentano il 65.6% tra i non consumatori, ma solo il 49.5% tra i consumatori; invece le ragazze che studiano rappresentano l identica percentuale (59.5%) sia tra le consumatrici sia tra le non consumatrici. Questo dato può essere in parte una conseguenza della differente età media del consumo nei due sessi: le ragazze consumatrici, abbiamo visto sopra, presentano un età media più bassa rispetto ai consumatori maschi. Sia nel caso dei maschi sia nel caso delle femmine, coloro che lavorano sono percentualmente rappresentati di più tra i consumatori rispetto ai non consumatori. In base ai dati sopra riferiti, possiamo affermare che emergono alcuni elementi di differenziazione tra i due sessi, da cui sembra possibile ricavare due diversi profili di consumo: combinazioni delle risposte effettivamente date si potevano raggruppare nelle seguenti quattro opzioni: Studenti / Studenti-Lavoratori / Occupati / Disoccupati. 23

- il consumatore maschio presenta un età media di 20 anni e mezzo, e rispetto alla variabile scuola/lavoro si divide equamente tra studenti e lavoratori; - la donna consumatrice presenta un età media decisamente più bassa (19 anni) ed è per lo più una studentessa. Contesto familiare Passiamo adesso ad analizzare i dati concernenti il contesto familiare. Per quanto concerne il livello di istruzione dei genitori e la condizione occupazionale, non abbiamo riscontrato alcuna significativa differenza tra i due sottogruppi del nostro campione. Questo dato conferma l assoluta trasversalità del fenomeno nuove droghe rispetto alle diverse estrazioni socio-economiche e culturali, ed esprime sul piano sociale quella ubiquità che sembra essere uno dei tratti caratteristici dei nuovi profili di consumo. Tuttavia, il contesto familiare dei consumatori può essere un campo di indagine nella misura in cui in esso sono rintracciabili elementi di problematicità che, sommati ad un insieme di altri fattori, possono dar conto non tanto del consumo in senso stretto, quanto piuttosto della scelta di determinati valori e stili di vita. Nel nostro studio, ci sembra di poter individuare un tale elemento di problematicità nella stessa tenuta del nucleo familiare. Infatti un importante differenziazione rilevata tra i due sottogruppi riguarda la diversa incidenza di eventi di disgregazione 4 del nucleo: il 14% dei consumatori è figlio di genitori separati o divorziati, percentuale più che doppia rispetto a quella (6%) dei non consumatori. Le differenze riscontrate a questo riguardo crediamo rendano comunque necessario un approfondimento. Le situazioni in cui esiste o è esistita nel passato una condizione di disagio familiare, sono generalmente considerate un elemento di rischio psico-sociale per i soggetti in età evolutiva, che può essere alla base di una serie di manifestazioni di disagio tra cui vengono annoverate anche le condotte devianti o il ricorso all uso di stupefacenti. Va segnalato come sono soprattutto i consumatori appartenenti alla fascia d età più bassa (14-17 anni) a presentare una più marcata differenza a questo riguardo rispetto ai loro coetanei non consumatori: in questa fascia d età, il 21% dei consumatori appartiene ad un nucleo disgregato, condizione che tra i non consumatori si ritrova solo nel 5% dei casi. 4 Anche in questo caso abbiamo creato la variabile secondaria Condizione famigliare, che consente di raggruppare tutte le diversi combinazioni tra le singoli variabili: Condizione del padre e Condizione della madre in tre possibili opzioni: Genitori conviventi ; Nucleo disgregato; Orfani di uno/entrambi genitori. 24

Nelle restanti classi d età, la forbice percentuale tra i due gruppi si riduce progressivamente. Tra i 18 e i 21 anni, appartiene ad un nucleo disgregato il 14% dei consumatori, e il 7% dei non consumatori. Nella fascia d età più elevata (22-25 anni) questa percentuale scende al 10% tra i consumatori (contro il 6% nel caso dei non consumatori): 14-17 anni 18-21 anni 5,0% n=3 3,3% n=2 7,4% n=5 7,4% n=5 20,8% n=5 13,9% n=10 5,6% n=4 79,2% n=19 91,7% n=55 80,6% n=58 85,3% n=58 22-25 anni 6,3% n=2 6,3% n=2 10,3% n=4 89,7% n=35 Legenda genitori conviventi nucleo disgregato orfani di uno/entrambi genitori 87,5% n=28 L anello interno rappresenta i consumatori di n.d., quello esterno rappresenta i non consumatori di n.d. I dati sopra riportati evidenziano un andamento sufficientemente disgiunto della variabile disgregazione nucleo familiare nei due sottogruppi. Tra i non consumatori la percentuale di coloro che appartengono ad un nucleo familiare disgregato rimane costante nelle diverse fasce d età (compresa tra il 5% ed il 7%). 25

Invece nel caso dei consumatori assistiamo ad una notevole fluttuazione di tale percentuale nelle diverse classi, che decresce costantemente nel passaggio dalla classe d età inferiore a quelle superiori: 21% tra i 14 e i 17 anni; 14% tra i 18 e i 21; 10% tra i 22 e i 25 anni. In conclusione, è possibile affermare che, nel nostro campione, l esistenza di una disgregazione del nucleo familiare è una condizione rinvenibile più frequentemente tra i consumatori; inoltre, essa caratterizza maggiormente i consumatori al di sotto dei 18 anni, mentre con il procedere dell età le differenze a questo riguardo tra consumatori e non consumatori vanno riducendosi. Rispetto all appartenenza ad un nucleo disgregato, il rapporto consumatori/non consumatori è di 4 a 1 tra i 14 e i 17 anni, per ridursi della metà (2 a 1) nella fascia d età successiva, e scendere ulteriormente (1.6 a 1) nella fascia d età più elevata. Atteggiamenti, stili di vita, interessi, valori di riferimento Livello di soddisfazione verso le attività quotidiane Nell interpretare il fenomeno del consumo di sostanze, si fa spesso riferimento alla insoddisfazione del soggetto consumatore verso la propria quotidianità; una insoddisfazione che si riflette anche nell atteggiamento verso la sua attività lavorativa o scolastica. Al fine di verificare la fondatezza di questa ipotesi per il nostro campione, si può scegliere come base di partenza la valutazione delle differenze riscontrate tra consumatori e non consumatori nelle risposte alle domande sul grado di soddisfazione verso la propria condizione scolastica o lavorativa e verso la propria condizione economica. Per ciascuna di queste tre variabili, i soggetti sono stati collocati in base alle risposte in tre categorie: soddisfatti/insoddisfatti/indifferenti (né soddisfatti né insoddisfatti). Partiamo dall analisi della variabile soddisfazione verso lo studio. Appare interessante analizzare l andamento di questa variabile in base all età. Nella fascia d età inferiore (14-17 anni) i consumatori mostrano un insoddisfazione percentualmente superiore rispetto ai non consumatori (17% vs 10%). Col procedere dell età la categoria insoddisfazione non caratterizza più il gruppo dei consumatori; invece, diviene la categoria indifferenza quella utile a distinguere consumatori da non consumatori: tra i 18 e i 21 anni, l indifferenza verso l esperienza scolastica è propria 26

del 21% dei consumatori e del 15% dei non consumatori; nella fascia d età superiore (22-25) essa caratterizza il 16% dei consumatori, ma solo il 9% dei non consumatori. In ogni caso, è bene sottolineare che le differenze percentuali riscontrate tra i due gruppi sono, per la variabile soddisfazione verso l esperienza scolastica, abbastanza limitate e, quindi, da trattare con la dovuta cautela. Dunque il consumo di n.d. non sembra collegato direttamente con la variabile insoddisfazione verso l esperienza scolastica. Tuttavia, tra gli adolescenti (14-17 a.) del nostro campione è possibile rilevare una maggior insoddisfazione dei consumatori rispetto ai non consumatori. Passiamo adesso ad analizzare il livello di soddisfazione verso l attività svolta rilevato tra coloro che lavorano. In questo caso, riscontriamo una percentuale di insoddisfazione moderatamente più alta tra i consumatori rispetto ai non consumatori: 12.5% vs 7%. Rispetto a questa variabile, un analisi differenziata per classi di età mostra un andamento che si mantiene costante: i consumatori manifestano a tutte le età un insoddisfazione percentualmente superiore rispetto ai non consumatori. Nei confronti della propria condizione economica, i consumatori tra i 14 e i 17 anni, a prescindere dalla loro condizione di studenti o di lavoratori, evidenziano una insoddisfazione superiore a quella dei non consumatori; non si riscontrano invece differenze tra consumatori e non consumatori nelle fasce d età successive: 27