LE ISCRIZIONI DEL LATO OVEST DEL CORTILE. UNO STUDIO IN CORSO*



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Art, Conservation, Science. The Lancellotti Collection Project. Eds. M. Barbanera & A. Freccero. (The Swedish Institute in Rome. Projects and Seminars, 3:1), Rome 2005 www.svenska-institutet-rom.org/lancellotti LE ISCRIZIONI DEL LATO OVEST DEL CORTILE. UNO STUDIO IN CORSO* Astrid Capoferro Abstract The aim of this article is to present the study, still in process, of the inscriptions on the statues along the western wall of the cortile of Palazzo Lancellotti. The left-hand part of an inscription is preserved on the plinth of the female statue, with part of the name of a woman. The text is unpublished. The use of inscriptions on statues and full-length reliefs is not as common as on bust-length portrait reliefs. The same text, but complete, appears on a funerary relief in the Vatican Museums, published in the CIL, where Sempronia is portrayed with her husband and son. The two sculptures may therefore be part of the same funerary monument. The inscriptions on the three togati statues are: C. Cassius, M. Tullius Cicero and M. Antonius iiivir. These inscriptions are surely modern. The sculptures are first mentioned in year 1638, in the Giustiniani collection, and are part of a group of statues with names of famous persons of ancient Rome. Fig. 1. Iscrizione sulla base della statua di Sempronia. Foto: A. Freccero. Lo studio delle iscrizioni presenti sulle quattro sculture allineate lungo la parete occidentale del cortile di Palazzo Lancellotti è ancora in corso. In questa sede ci si limiterà pertanto a presentare brevemente i testi in esame. Tutte le sculture, tre figure di togati ed una statua femminile, presentano iscrizioni. La statua femminile reca un epigrafe sul plinto (fig. 1). Il testo è mutilo a sinistra, dove la base presenta segni di corrosione con caduta di una lettera alla prima riga, e a destra, dove parte del plinto è di restauro. La provenienza della scultura è ad oggi ignota e l iscrizione risulta ancora inedita. [S]empron[ia] C. l. Eun[e uxor?]. Le lettere, in particolare in riga 1, sono piuttosto allungate, con tendenza dei tratti verticali a disporsi obliquamente. Un segno di interpunzione è presente in r. 2 fra la L di liberta e la E di Eune. * Desidero esprimere un vivo ringraziamento al Prof. Silvio Panciera per aver letto il testo. I suoi preziosi consigli e le sue indicazioni sono un valido stimolo a proseguire la ricerca. Sono inoltre grata ad Agneta Freccero, Paolo Liverani, Alessandro Danesi, Silvia Gambardella e Daniele Bevilacqua per aver fornito utili suggerimenti. 1

Fig. 2. Rilievo funerario dei Servilii. Foto: Musei Vaticani neg. L14.265. L integrazione proposta alla r. 2 si basa sul confronto con un testo ben noto: una Sempronia Eune compare, infatti, nel rilievo funerario marmoreo dei Servilii 1, ora ai Musei Vaticani, la cui provenienza è purtroppo ignota (fig. 2). Sappiamo, però, che nel Settecento si trovava nel Conservatorio delle Mendicanti, in via del Colosseo; 2 di qui passò poi al Museo Lateranense e quindi ai Musei Vaticani. Questo rilievo sepolcrale, che raffigura il liberto Q. Servilius Hilarus, la moglie Sempronia Eune ed il figlio P. Servilius Globulus, è stato datato da ultimo da Valentin Kockel alla fine degli anni 30 a.c. L iscrizione apposta sotto il ritratto di Sempronia presenta la stessa impaginazione dell epigrafe sul plinto della Sempronia nel cortile Lancellotti. La seconda riga inizia anche qui più a destra e dal punto di vista paleografico si può osservare una certa somiglianza fra i due testi; anche nel rilievo, le lettere, in particolare alla r. 1, sono piuttosto allungate. In base allo studio di Agneta Freccero la scultura di palazzo Lancellotti potrebbe essere stata originariamente un rilievo a figura intera, forse parte di un rilievo funerario con più figure, successivamente rilavorato a tutto tondo. In particolare, un altro personaggio avrebbe trovato posto sulla destra. In tal caso avremmo allora una diversa disposizione delle figure rispetto al rilievo vaticano, dove Sempronia è l ultima a destra. La scultura di Palazzo Lancellotti, d altra parte, mostra per tipologia, esecuzione ed interventi successivi, alcune peculiarità che rendono oggi assai difficile il suo inquadramento sotto il profilo stilistico ed iconografico. Essa è stata rilavorata a tal punto da rendere oltremodo difficoltosa una ricostruzione del suo aspetto originario, tanto da non potersi escludere che possa addirittura trattarsi di un opera moderna del tutto. In questa serie di problematiche deve trovare posto anche la corretta interpretazione del testo iscritto che, per le ragioni suddette, può dipendere, non da ultimo, dalle conclusioni cui perverrà lo studio dei materiali, della tecnica artistica e delle numerose tracce di lavorazione che allo stato attuale presenta la statua. Considerata a sé ad un primo esame l iscrizione non sembrerebbe essere un falso. Sulla paleografia del testo, tuttavia, importante elemento guida nella verifica della genuinità dell iscrizione, ci si riserva di tornare più oltre ed in modo più approfondito. È da dire che la sua correttezza potrebbe dipendere da una copia scrupolosa dell originale da parte del copista. Se autentica, è evidente che i due monumenti devono appartenere al medesimo contesto. La presenza di un cognome raro, Eune, 3 associato allo stesso 1 CIL, VI 26410: P. Servilius Q.f. / Globulus f(ilius) // Q. Servilius Q.l. / Hilarus pater // Sempronia / C.l. Eune uxor. Museo Gregoriano Profano, Inv. 10491. Cfr. Kockel 1993, 141-142, H6, tav. 51b-52a-c (con bibliografia). 2 Cfr. Lanciani 1989-2002, v. 2, 241-242, v. 5, 175, v. 6, 198-199. 3 Eune è un cognome attestato solo nel rilievo dei Servilii cfr. Solin 2003, 1394. Eun[---] potrebbe essere altrimenti integrato con Eunia/Eunoe, o con il più raro Eunice, cfr. Solin 2003, 66, 1310. Escluderei le forme rare e attestate in età tarda Eunapia e Eunomia, cfr. Solin 2003, 65, 465. 2

gentilizio (Sempronia) e prenome del patrono (Caius), nonché la coincidenza nell impaginazione del testo, inducono a credere che la Sempronia del rilievo vaticano e quella che ritroviamo menzionata sul plinto della statua Lancellotti non possano essere che la stessa persona e che entrambe le sculture siano appartenute in antico al medesimo monumento funerario (monumentum Serviliorum). Come si è detto, la prima notizia di cui disponiamo è quella relativa al rilievo vaticano, che si trovava nel Settecento presso il Conservatorio delle Mendicanti, non lontano dal Colosseo, in un area che però non può essere il luogo di provenienza originario, poiché si trovava all interno della città antica, ben al di qua della linea pomeriale, anziché presso un area sepolcrale extra moenia. Si potrebbe supporre che il sepolcro sia stato spogliato (forse solo in parte) nel XVIII secolo e che le sculture abbiano preso poi strade diverse. In ciò niente di strano, considerando la dispersione ad ampio raggio dell immenso patrimonio scultoreo antico, contestualmente al suo confluire, già dal Medioevo, nelle collezioni private oppure al suo recupero come preziosa materia prima. Preoccupa, se mai, che della scultura di Palazzo Lancellotti, pur dotata di iscrizione, vera o falsa che sia, non risulti alcuna notizia fino ad oggi. Ammessa - per ora ed in via ipotetica - l autenticità del testo, quale doveva essere, dunque, la collocazione originaria delle sculture nel monumento? La sequenza dei ritratti nel rilievo dei Musei Vaticani è interrotta, tra le figure del padre e del figlio, da un pilastro sormontato da un capitello: la lastra doveva trovarsi perciò sulla facciata del monumento, forse scandita da più pilastri, inserita nella parte più alta della parete, all altezza, appunto, dei capitelli. I rilievi funerari sia a figura intera che con il busto dei defunti sono una tipologia piuttosto comune a Roma, fra i liberti, in particolare tra la fine dell età repubblicana e l età augustea. 4 L uso diminuisce poi progressivamente fino al II d.c. I rilievi a figura intera sono meno comuni di quelli con la raffigurazione del busto, anche perché avevano un costo maggiore, come denota il fatto che essi sono spesso di esecuzione assai più accurata rispetto a quest ultimi. Entrambe le forme decoravano le facciate e a volte l interno dei monumenti funerari, anche entro nicchie, uso che si diffonderà in maggiore misura nel I e nel II d.c., con la tendenza ad interiorizzare le rappresentazioni sepolcrali prima eminentemente e quasi esclusivamente pubbliche. A questo proposito sembra opportuno sottolineare ancora come i rilievi funerari siano sempre inseriti nella struttura del monumento e mai vengano individuati come elementi a sé stanti. 5 Un altra particolarità che presenta la scultura Lancellotti è l apposizione dell iscrizione sul plinto. Sono piuttosto comuni, infatti, le iscrizioni sui rilievi con busti 6, mentre per i rilievi a figura intera, unico confronto in ambito urbano sembrerebbe quello con il rilievo di Fulcinia, altra liberta, dalla zona di Porta Maggiore, conservato al Museo Nazionale Romano e databile nella prima età augustea. 7 Da questo primo esame emerge, dunque, che siamo in presenza di una scultura ampiamente rimaneggiata (moderna?) che reca un iscrizione (antica?) con una curiosa corrispondenza, per lessico, onomastica ed impaginato, con un noto rilievo funerario, senz altro d epoca classica. Nel prosieguo del nostro studio cercheremo di dare una risposta soddisfacente ai dubbi che essa solleva, tenendo nella debita considerazione le conclusioni cui perverranno lo studio generale (iconografico e tecnico-artistico) della scultura e la ricerca d archivio in corso. Non da ultimo, verificata l eventuale autenticità del testo epigrafico, dovremo necessariamente tentare di ricostruire anche il contesto originario del monumento dei Servilii. 4 Kleiner 1977, 5-191, Von Hesberg 1992, 232-238, Kockel 1993, 1-79. 5 Kleiner 1977, 7, 182. 6 Circa la metà di quelli conservati sono iscritti, mentre per quelli senza iscrizione si suppone che essa dovesse trovarsi su un blocco separato, generalmente collocato sotto il rilievo, cfr. Kleiner 1977, 57-59. 7 Fulcinia C(ai) l(iberta). C(aius) +. L iscrizione, inquadrata da una cornice modanata, è incisa in modo accurato, con lettere regolari e segni di interpunzione triangolari. Il testo continuava a destra, dove doveva trovarsi un altro personaggio, di cui si conserva solo il prenome. Anche in questo caso saremmo in presenza di un rilievo con più figure. Cfr. L. Nista, R. Friggeri in Giuliano 1982, 141-142, n. VI 5; Kockel 1993, 223, O32, tav. 133d. 3

Fig. 3. Iscrizione sul sostegno del primo togatus a sinistra M. Tullius Cicero. Foto: A. Freccero. Le tre sculture di togati recano incise le seguenti iscrizioni: sul sostegno del primo togato a sinistra (fig. 3): M. Tullius Cicero sul plinto dei due togati a destra (figg. 4-5): C. Cassius M. Antonius iiivir In questi altri casi che si tratti di iscrizioni moderne si può chiaramente desumere dall aspetto di alcune lettere. Le prime due iscrizioni sono incise con una certa accuratezza e probabilmente dalla stessa mano, ma un aspetto non antico denotano in particolare il tratto inferiore della lettera C, l occhiello piuttosto grande della lettera R e l eccessiva grandezza e irregolarità della lettera O. Un aspetto più sobrio, dovuto probabilmente ad una mano diversa, presenta la terza iscrizione, che mostra un uso meno accentuato delle apicature, ma tradisce la sua modernità nell esecuzione della lettera M, con i tratti quasi verticali, nonché nell incertezza d esecuzione della lettera N, di dimensioni diverse, e forse anche nella lettera O, dall aspetto regolare, ma di forma piuttosto grande. 4

Fig. 4. Iscrizione sul plinto del togatus a destra C. Cassius. Foto: A. Freccero. Fig. 5. Iscrizione sul plinto del togatus a destra M. Antonius iiivir. Foto: A. Freccero. 5

La prima menzione di queste sculture si ha nell inventario della collezione Giustiniani 8 redatto nel 1638, alla morte di Vincenzo Giustiniani (1564-1637), iniziatore della grande collezione di antichità. 9 Alla morte del marchese le tre sculture si trovavano, dunque, in un viale del giardino fuori Porta del Popolo e facevano parte di un gruppo di otto personaggi storici di Roma antica, di cui uno però non identificato, disposti forse in due gruppi ai lati di una statua seduta di Minerva: Cassio, Catone, Scipione Africano, Marco Antonio, Pompeo, console non identificato, Agrippa, Cicerone. Chi ha redatto l inventario ha identificato i personaggi grazie alle iscrizioni moderne che vi erano apposte, della cui modernità egli era consapevole, dal momento che non le menziona. 10 Dall inventario del 1757, alla morte di Girolamo Vincenzo, risulta che le statue nel giardino fuori Porta del Popolo erano state trasportate nella villa e giardino a San Giovanni, trasferimento databile al 1716. 11 Nell inventario del 1793, alla morte del principe Benedetto, ritroviamo il gruppo di statue collocate nella villa a S. Giovanni in Laterano. 12 Nella prima disposizione delle sculture nel viale del giardino di Villa del Popolo si può dunque vedere l intento di creare una sezione tematica con otto personaggi della Roma repubblicana, di cui si può supporre che almeno sette recassero incisa sul plinto una moderna didascalia con il nome. L uso di identificare sculture con personaggi dell antichità classica, in particolare dell età repubblicana, attraverso un iscrizione incisa sul plinto, è un fenomeno che ha origine nella seconda metà del Quattrocento, in coincidenza con il rinato interesse per le iscrizioni antiche. 13 Il nucleo della collezione Giustiniani, databile agli inizi del Seicento, va invece inquadrato in un contesto diverso e sarà dunque oggetto di studio, per tentare di ricostruirne la formazione, di mettere in luce gli intenti del committente e di stabilire le vicende che portarono poi alla sua successiva dispersione. Astrid Capoferro Istituto Svedese di Studi Classici a Roma Via Omero 14 00197 Roma capoferr@vatlib.it 8 Numerose sculture della collezione Lancellotti provengono, appunto, dalla collezione Giustiniani. 9 A.S.R., Notai Adiutor Camerae, prot. 1377. Notaio Domenico Buratti, f. 918r-919v, pubblicato in Gallottini 1998, 98-100: Nel viale in faccia alla d.a stanza una statua di Cassio console alta pal. 9 ½ inc.a, con suo piedistallo con sua iscrittione alt. pal. 4 inc.a. Un altra statua di M. Catone con habito consolare alt. pal. 9 ½ inc.a con suo piedistallo con sua inscritt.ne antica, alt. pal. 4 inc.a Una statua di Scipione Affricano alt. pal. 10 inc.a sopra un piedistallo con sua inscrittione alt. pal. 4 ¼ inc.a in habito consolare. Una statua di M. Antonio iiivir alta pal. 9 ¾ inc.a sopra un piedistallo con sua inscrittione alt. pal. 5 ½ con habito consolare. Una statua di Minerva a sedere alta pal. 7. Sopra un piedistallo con sua inscrittione alta pal. 6 incirca. Una statua di Pompeo in habito consolare alta pal. nove et mezzo. Sopra piedistallo con sua inscritt.ne alto pal. 5 inc.a. Una statua vestita d habito consolare alta pal. 9 ½. S.a un piedistallo con sua inscrittione alta pal. 4 ½ inc.a Una statua di M. Agrippa alta pal. 9 ½ inc.a. S.a il piedistallo con sua inscritt.e alto pal. 4 ½ in habito consolare. Una statua di Cicerone console alta pal. 9 ½ inc.a. S.a un piedistallo con sua inscritt.ne alto pal. 3 ½ inc.a. 10 I piedistalli con iscrizione menzionati nell inventario, data la loro altezza di circa 4-6 palmi, sono da identificarsi con are o basi iscritte antiche e non con il plinto su cui è inciso il nome del personaggio. 11 Gallottini 1998, 30, 238. 12 Gallottini 1998, 257: nel piazzone avanti detto casino vi sono collocate num.o 18 statue grandi al naturale che fanno corona a detto piazzone, collocate sopra piedistalli di muro, rapp.ti una statua togata con denominazione di M. Antonio il triumviro,, statua denominata M. Catone,, Pompeo preteso,, preteso Cicerone. 13 Un esempio è l iscrizione sul plinto del togato di età augustea della collezione Santacroce: VALER PVBL CC, cfr. Bombardi 1994, 169-198. Lo scopo era quello di mostrare una mitica discendenza da un personaggio dell antichità, come facevano anche altre famiglie romane, i Cenci da Cincio Alimento, i Fabi dalla gens Fabia, i Massimi/Massimo da Quinto Fabio Massimo, i Muti da Muzio Scevola, i Porcari da Porcio Catone. Si tratta di un operazione che trae spunto dagli interessi umanistici, ma che presuppone anche una finalità politica, quella di contrapporsi al potere del papato e delle famiglie nobili, esaltando invece i valori della libertà repubblicana. 6

Bibliografia Bombardi 1994 S. Bombardi, Valerio Publicola e la famiglia Santacroce, ArchCl 46, 1994, 169-198. Gallottini 1998 A. Gallottini, Le sculture della collezione Giustiniani. I. Documenti (Xenia antiqua. Monografie, 5), Roma 1998. Giuliano 1982 A. Giuliano (ed.), Museo nazionale romano. Le sculture. I,3, Roma 1982. Von Hesberg 1992 H. von Hesberg, Monumenta. I sepolcri romani e la loro architettura (Biblioteca di archeologia, 22), Milano 1992. Kleiner 1977 D.E.E. Kleiner, Roman group portraiture. The funerary reliefs of Republic and early Empire, New York 1977. Kockel 1993 V. Kockel, Porträtreliefs stadtrömischer Grabbauten. Ein Beitrag zur Geschichte und zum Verständnis des spätrepublikanisch-frühkaiserzeitlichen Privatporträts (Beiträge zur Erschliessung hellenistischer und kaiserzeitlicher Skulptur und Architektur, 12), Mainz am Rhein 1993. Lanciani 1989-2002 R. Lanciani, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di antichità, Roma 1989-2002. Solin 2003 H. Solin, Die griechischen Personennamen in Rom. Ein Namenbuch (Corpus inscriptionum Latinarum. Auctarium. Series nova, 2), Berlin and New York 2003 2. 7