Le Imprese agroalimentari e gli investimenti sulla qualità Tracciabilità di filiera tra adempimenti obbligatori e norme volontarie FOGGIA 05 luglio 2005 REGIONE PUGLIA UFFICIO III ASSISTENZA TECNICA ASSOCIAZIONISMO E COOPERAZIONE AGRICOLA Antonio Frattaruolo 1
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) L Unione Europea ha fatto della sicurezza alimentare una delle grandi priorità dell agenda politica europea. La sicurezza alimentare è divenuta oggi un obiettivo trasversale da integrarsi in diversi ambiti di competenza comunitaria: o o o o Ambiente; Sanità pubblica; Protezione del consumatore; Realizzazione del mercato interno 2
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) Il Regolamento definisce cinque principi generali fondamentali: L affermazione del carattere integrato della filiera alimentare; L analisi del rischio quale fondamento essenziale di tale politica; L impegno della responsabilità degli operatori del settore; La definizione della tracciabilità dei prodotti in tutte le fasi della filiera alimentare; Il diritto dei cittadini a un informazione chiara e precisa; 3
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) Il Regolamento oltre ad istituire l Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissare procedure nel campo della sicurezza alimentare stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare. L articolo 18 introduce nel diritto alimentare europeo una prescrizione generale la rintracciabilità di tutti gli alimenti e mangimi 4
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) La rintracciabilità degli alimenti, dei mangimi, degli animali destinati alla produzione alimentare è disposta in tutte le fasi della: Produzione; Trasformazione; Distribuzione 5
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) Gli operatori devono disporre di sistemi e di procedure che consentano di mettere a disposizione delle autorità le informazioni al riguardo. La tracciabilità permette alle aziende di lanciare due messaggi: Il prodotto non nasconde alcun mistero dietro la sua produzione; L azienda lo attesta con una formale ammissione di responsabilità 6
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) Rintracciabilità totale del prodotto all interno dell azienda (provenienza delle materie prime, stato dei semilavorati, destinazione dei lotti finiti) Rintracciabilità di filiera ( capacità di ricostruire la storia e di seguire l utilizzo di un prodotto mediante identificazione documentale) 7
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) L adeguamento organizzativo disposto dalla norma è stato già recepito, a livello volontario, da quegli operatori che hanno visto un vantaggio di marketing e commerciale nelle vendite rispetto alla concorrenza 8
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) Perché le imprese hanno scelto la rintracciabilità? Strumento di coordinamento di filiera (rapporti clienti/ fornitori) Strumento di vantaggio competitivo; 9
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) Il consumatore è disposto a pagare il costo della rintracciabilità? E disposto a pagare fino al 10% in più per una garanzia di sicurezza; E disposto a pagare fino al 20% in più per una garanzia di qualità certa; 10
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) I vantaggi della rintracciabilità per i distributori Rafforzamento dei rapporti cliente/fornitore; Trasparenza; Fiducia del cliente; Riduzione dei costi 11
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) TRACCIABILITA INTERNA E la tracciabilità lungo tutto il processo o la trasformazione svolta da ciascun partner sui suoi prodotti Si concretizza in una serie di procedure interne all azienda che consentono di risalire alla provenienza dei materiali, al loro utilizzo e alla destinazione dei prodotti La realizzazione di sistemi di tracciabilità interna costituisce prerequisito senza il quale non vi può essere tracciabilità di filiera, 12
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) TRACCIABILITA DI FILIERA È la identificazione delle aziende che hanno contribuito alla formazione di un dato prodotto alimentare. Tale identificazione è basata sul monitoraggio dei flussi materiali dal campo alla tavola, cioè dal produttore della materia prima al consumatore finale. Essa è un processo non governabile da un singolo soggetto, ma basato sulle relazioni tra gli operatori. Necessita il coinvolgimento di ogni soggetto che ha contribuito alla formazione del prodotto, quindi complessa e di difficile realizzazione 13
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) LE CHIAVI DELLA TRACCIABILITA Identificazione Individuazione univoca di unità logistiche e lotti produttivi che hanno subito lo stesso processo di trasformazione Registrazione Legame con i dati Legame tra lotti produttivi Legami tra lotti e unità logistiche; Legame tra unità logistiche; Comunicazione Linguaggio comune; Metodo condiviso 14
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) Ai fini della tracciabilità non è essenziale tanto l origine geografica o il luogo della trasformazione o del confezionamento, quanto il nome delle aziende che hanno partecipato alla produzione e ne hanno la responsabilità. 15
Reg. CE 178/2002 (la rintracciabilità) Adeguamento dell organizzazione alla normativa Europea Un numero sempre maggiore di amministrazioni pubbliche (in particolare Regioni e Province) offre la possibilità di contributi ed agevolazioni finanziarie a favore degli operatori del settore che adeguano l organizzazione alla normativa europea 16
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità La Regione Puglia ripone molta attenzione nel settore della sicurezza alimentare e più specificatamente della tracciabilità e della rintracciabilità del prodotto. Proprio in questo periodo, attraverso un bando (scad. 13/06), sono stati approvati nuovi finanziamenti per tutte le aziende pugliesi che decidono di investire nello sviluppo della competitività delle imprese, nel miglioramento del controllo della qualità e della sicurezza. 17
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità In particolare, nell ambito della Misura 1 Qualificazione delle produzioni è prevista l Azione 1.3 - Implementazione dei sistemi di qualità che ha come obiettivo l armonizzazione dei sistemi di produzione, lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti tipici agroalimentari pugliesi di qualità. 18
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità L Azione 1.3 si articola in Interventi: 1.3.1 - Certificazione volontaria di prodotto; 1.3.3 - Applicazione e riconoscimento del protocollo EUREP GAP; 1.3.4 - Certificazione di qualità a norme ISO 9001-2000 e HACCP; 1.3.5 - Certificazione di Sistemi di gestione ambientale a norma ISO 14001-1996; 1.3.6 - Certificazione di Sistemi di gestione ambientale a norma Reg. CE 761/2001- EMAS. 19
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità L attuazione degli Interventi previsti nella stessa Azione tenderà a migliorare la competitività del sistema agroalimentare pugliese dei prodotti tipici regionali. I prodotti e le filiere interessati sono i seguenti: Ortofrutta: uva da tavola, carciofi, ciliegie, asparagi, ortaggi, funghi, agrumi, mandorle; Olio extra vergine di oliva; Vino; Cereali: grano duro; Carne: bovina, ovina e caprina; Prodotti lattiero caseari: formaggi a pasta filata e a pasta dura (es. burrata, mozzarella, caciocavallo, canestrato, pecorino, ecc.); Industria conserviera e di trasformazione: prodotti vegetali ed animali trasformati (es. olive da mensa, prodotti sott olio, pomodori da industria, pomodori secchi, ecc.); Fiori recisi. 20
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Beneficiari degli aiuti I soggetti beneficiari dei contributi previsti dai suddetti Interventi dell Azione 1.3 della Misura 1 sono: a) associazioni di produttori agricoli riconosciute, consorzi di tutela riconosciuti, cooperative agricole e loro consorzi, associazioni di scopo di imprese agricole aventi per finalità la produzione e/o lavorazione e/o trasformazione e/o conservazione e/o commercializzazione della produzione agricola e zootecnica ottenuta anche con metodi di agricoltura biologica; 21
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Beneficiari degli aiuti b) imprese agricole singole (ditte individuali, società di persone, società di capitali) aventi come oggetto, dell attività principale, la produzione e, dell attività complementare, la lavorazione e/o trasformazione e/o conservazione e/o commercializzazione della produzione agricola e zootecnica ottenuta anche con metodi di agricoltura biologica; c) imprese singole (ditte individuali, società di persone, società di capitali) di trasformazione, lavorazione e commercializzazione di prodotti agricoli freschi e trasformati; 22
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Localizzazione degli investimenti I finanziamenti pubblici sono destinati ad attività localizzate nella Regione Puglia. Pertanto sono ammissibili a contributo esclusivamente le spese, fra quelle previste dal punto 5 del bando, sostenute per l acquisizione di servizi destinati a strutture all interno del territorio della Regione Puglia. 23
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Finalità e tipologie degli Interventi Intervento 1.3.1 Certificazione volontaria di prodotto. La finalità dell intervento è la valorizzazione di prodotti aventi caratteristiche particolari all interno di una stessa tipologia al fine di aumentare la qualità percepita dal cliente ed il valore del prodotto stesso ed in linea con le norme HACCP. 24
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Intervento 1.3.3 - Applicazione e riconoscimento del protocollo EUREP-GAP. La finalità dell intervento è: la creazione di uno standard comune per la produzione agricola favorendo la commercializzazione; l applicazione delle regole della produzione integrata all interno della struttura di produzione e commercializzazione di prodotti freschi; la valorizzazione di prodotti aventi caratteristiche particolari all interno di una stessa tipologia al fine di aumentare la qualità percepita dal cliente ed il valore del prodotto stesso ed in linea con le norme HACCP 25
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Intervento 1.3.4 - Certificazione di qualità a norme ISO 9001-2000 (certificazione di sistema qualità) e HACCP (sistema di autocontrollo per l igiene degli alimenti). La finalità dell azione è il miglioramento dell organizzazione aziendale, garantendo la sicurezza e salubrità dei prodotti utilizzati secondo le norme ISO 9001 e HACCP. 26
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Intervento 1.3.5: Certificazione di Sistemi di gestione ambientale a norma ISO 14001-1996. La finalità dell intervento è l attuazione di un sistema di gestione e costante controllo per la prevenzione e il miglioramento dell impatto ambientale. 27
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Intervento 1.3.6: Certificazione di sistemi di gestione ambientale a norma del Reg. CE 761/2001- EMAS. La finalità dell azione è l attuazione di un sistema di gestione e costante controllo per la prevenzione e il miglioramento dell impatto ambientale attraverso una integrazione azienda- istituzioni pubbliche sistematica e documentata. 28
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità ESCLUSIONI Sono escluse dal finanziamento le spese sostenute per la certificazione delle produzioni di qualità regolamentata: a) Reg. CE n. 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e all indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari; b) Reg. CE n. 2081/92 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d origine dei prodotti agricoli ed alimentari; c) Reg. CE n. 2082/92 relativo alle attestazioni di specificità di prodotti agricoli ed alimentari. Sono inoltre considerate di qualità regolamentata le produzioni vitivinicole DOC, DOCG e IGT riconosciute ai sensi della vigente normativa (legge n. 164 del 10/02/1992 e successive modifiche e integrazioni). 29
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Intervento 1.3.1 Certificazione volontaria di prodotto. 1.3.3 - Applicazione e riconoscimento del protocollo EUREP-GAP. 1.3.4 - Certificazione di qualità a norme ISO 9001-2000 e HACCP 1.3.5: Certificazione di Sistemi di gestione ambientale a norme ISO 14001-1996. 1.3.6: Certificazione di sistemi di gestione ambientale a norma Reg. CE 761/2001-EMAS. Spesa massima ammissibile Euro 10.000 per fascicolo tecnico di produzione per ogni singolo prodotto fino ad un massimo di Euro 50.000,00 per impresa singola o per organismo associativo (massimo n. 5 fascicoli tecnici per prodotti differenti da certificare) Euro 10.000,00 per piano della qualità riferito ad un singolo prodotto, fino ad un massimo di Euro 50.000,00 per impresa singola o organismo associativo (massimo n. 5 piani della qualità per produzioni differenti da certificare) Euro 15.000,00 per certificazione e per soggetto beneficiario (impresa singola o organismo associativo) Euro 5.000,00 per soggetto beneficiario (impresa singola o organismo associativo) Euro 10.000,00 per soggetto beneficiario (impresa singola o organismo associativo) 30
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità Puntando al sostegno della competitività delle imprese e allo sviluppo delle aziende agricole la Regione Puglia porta avanti un progetto finalizzato a far diventare le aziende stesse ed i consumatori assoluti protagonisti del comparto agroalimentare. L introduzione di concetti di tracciabilità, di rintracciabilità e di filiera possono consentire uno sviluppo più consapevole e la creazione di sinergie nuove tra i soggetti può contribuire allo sviluppo economico dell intera regione. 31
Sistema Organizzato Il Problema della competitività gioca un ruolo fondamentale nell attuale crisi dei vari settori ed in particolare nell ortofrutta. Crisi dovuta solo in parte alla contrazione dei consumi. La minore competitività ha messo in rilievo tutte le lacune del sistema organizzato 32
Sistema Organizzato La Puglia è una delle regioni leader nella produzione di ortofrutticoli ed è anche una delle tante regioni dove il sistema organizzato è marginale. Soltanto il 14% della PLV è organizzata in O.P. e di questo i ¾ riguardano O.P. Operanti nel campo di pomodoro da industria. 33
Sistema Organizzato Riflessione La mancanza di aggregazione fa perdere all Italia ogni anno oltre 310 milioni di euro di risorse Comunitarie pari a circa 620 MILIARDI DI LIRE 34
Distribuzione regionale delle O.P. 25% 16% 7% 7% 8% 9% 7% 3% 1% 2% 1% 2% 5% 5% 1% 1% Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia R. Lazio Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino Alto Adige Veneto 35
Rappresentanza % V.P.C. e P.L.V. VPC e PLV 30% 38% 25% 22% 20% 17% 15% 12% 14% 12% 7% 6% 10% 5% 0% 3% 1% 6% 7% 5% 3% 4% 4% 4% 3% 2% 4% 5% 5% 3% 3% 3% 1% 2% 2% 0% 0% 1% 0% Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia R. Lazio Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trent. A. A. Veneto VPC ITALIA 3.001 Meuro PLV ITALIA 10.002 Meuro %VPC %PLV regionale 36
PLV 95% 5% 0% 53% 47% PLV non organizzata 30% 56% 0% 71% 75% 86% 91% 88% 83% 75% 86% 86% 95% 93% 70% 44% 29% 25% 25% 14% 9% 12% 17% 14% 14% 5% 7% Campania Emilia R. Lazio Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trent. A. A. Veneto 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% VPC/PLV PLV fuori OCM 37 Calabria Abruzzo Basilicata
9 3 1 14 OP 1 38
Sistema Organizzato Negli ultimi venti anni la Puglia ha rappresentato un distretto molto attivo dove gli operatori privati hanno avuto un ruolo catalizzatore del comparto primeggiando sui mercati internazionali. L attuale fase negativa deve essere di stimolo per sviluppare la ricerca 39
Sistema Organizzato Lo sviluppo della ricerca si deve concretizzare nell affermazione di una qualità made in italy, espressione di genuinità, sapore, tradizioni storiche e culturali e all insegna del rispetto delle regole che governano il sistema europeo 40