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INTRODUZIONE Oggi non è più solo il grande atleta a decidere se cedere all uso di sostanze dopanti. Anche i ragazzi e ragazze nelle palestre e nei circuiti sportivi giovanili rischiano pericolose sollecitazioni verso il doping. Eppure gli effetti sono spesso devastanti Le ultime Olimpiadi sono state macchiate da episodi spiacevoli di doping, molti atleti di valore sono stati trovati positivi ai controlli e quindi squalificati. Lo sport si sta inquinando e le gare internazionali presentano atleti sempre meno umani e sempre più fenomeni che si spingono al limite delle capacità naturali. Tutto nasce da un gesto, un gesto sportivo di incantevole bellezza. Il motore dello sport è la passione. Lo sport comporta applicazione e spirito di sacrificio; campioni si può nascere, grazie ai nostri genitori geneticamente ben predisposti, ma non si diventa senza rigore e determinazione. Costanza, la voglia di migliorare, la disciplina sono alcuni dei punti cardine per la riuscita di un obiettivo da cui non si può scappare. Tuttavia esiste una strada diversa che permette all individuo di raggiungere tale scopo con più facilità: il doping. Qualcosa che non ha niente a che fare con la cultura sportiva basata sui valori classici, ma che vuole ingannare e vuole illudere. Il doping è un arma a doppio taglio. Fare utilizzo di sostanze dopanti con la speranza di primeggiare nell attività sportiva vuol dire illudersi due volte: prima di tutto non permette con certezza di raggiungere una vittoria, e poi, aspetto più importante, comporta dei gravi danni alla salute futura. Allora una persona potrebbe chiedersi, ma quali sono le motivazioni che spingono alcuni atleti a tali sostanze? Il bisogno di misurarsi con se stessi e di confrontarsi con gli altri, spinge lo sportivo a cercare di aumentare il proprio rendimento fisico anche attraverso l uso di farmaci, il più delle volte impropriamente usati. Vincere ad ogni costo è un non valore. Anche se alcuni ci credono. Questo è sotto gli occhi di tutti ma esistono realtà meno evidenti e sempre più frequenti nella vita quotidiana, di persone che, pur svolgendo attività fisica a livello non professionistico, fanno uso (o abuso) di sostanze cosiddette dopanti. Sono vere e proprie droghe (dall inglese to dope= drogare) che vengono assunte consapevolmente o inconsapevolmente (mascherate dietro il nome di integratori alimentari) per aumentare la prestazione fisica e migliorare l aspetto estetico. Un fenomeno molto diffuso soprattutto nelle palestre e, a livello giovanile, in quegli sport in cui ai ragazzi sono richieste prestazioni precoci per poter avere un futuro da professionisti. (calcio, baseball, atletica, basket, nuoto e 4

rugby) Il famoso Pierre de Coubertin, ribattezzato Il Barone amava ripetere l importante è partecipare non vincere. Quella frase vale a maggior ragione oggi, in un tempo che promuove, in apparenza, solo il successo come valore da perseguire. Ma partecipare significa dare sempre il meglio di sé, solvendo come primo avversario se stesso. Chi vince, nello sport, deve ringraziare anche l ultimo classificato e gli intermedi. Senza di loro la competizione non avrebbe senso. Parola di Nelson Mandela, premio Nobel per la Pace. Ricorrere a pratiche illecite, nello sport come nella vita, significa imbrogliare. 5

CAPITOLO PRIMO 1.1 GENERALITA SUL DOPING 1.1.1 DEFINIRE IL PROBLEMA: L ETICA DEL DOPING Il doping consiste nell utilizzo di sostanze e metodi proibiti allo scopo di migliorare le prestazioni sportive. Per il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) il doping è contrario ai principi di lealtà e correttezza nelle competizioni sportive, ai valori culturali dello sport, alla sua funzione di valorizzazione delle genuine potenzialità fisiche e delle qualità morali degli atleti.per il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), la ragione essenziale per tentare di proibire il doping è nel desiderio di dare protezione a competizioni leali e giuste, ma aggiunge anche che rischi potenziali alla salute offrono un ulteriore giustificazione alla proibizione delle sostanze stupefacenti perché gli atleti sembrano ignorare, almeno in parte, le conseguenze delle loro azioni sullo stato di salute nel medio e nel lungo periodo. (J.Inciardi, 1987) In sintesi, il doping è prima di tutto pericoloso per la salute dell atleta, in secondo luogo è sleale e potrebbe inficiare la credibilità e l immagine dello sport e in ultima istanza, è un modello sbagliato per i più giovani che aspirano a diventare atleti. (R.Voy, 1991) 1.1.2 La storia del doping Il termine doping nasce negli ippodromi intorno al 1890, forse mutato da un dialetto di una tribù dell Africa Sud Orientale, quella dei Kafir, che con il termine DOP indicano un forte liquore da loro usato come stimolante durante le cerimonie religiose. Il fare ricorso a sostanze atte a migliorare la resistenza alla fatica è noto sin dai tempi antichi. Già gli atleti greci e romani in occasione dei Giochi di Olimpia utilizzavano diete carnee drogate con sostanze stimolanti (a dimostrare che il fenomeno ha radici antiche), gli Incas usavano caffeina e stricnina per i lunghi trasferimenti, i Cinesi l efedrina e i Vikinghi l amanita muscaria. In questi casi l uso era naturalmente legato ad altre attività e diversamente connotato. Ancora oggi per esempio, dopo circa duemila anni è invalsa tra le popolazioni andine la tradizione del Coqueo (masticazione di foglie di coca impastate con calce e cenere di conchiglie), allo scopo di sopportare meglio la fatica in condizioni ambientali disagevoli. (Gambogi, 2002) Il fenomeno continuò nei secoli, basti pensare che nel diciannovesimo secolo gli atleti 6

assumevano anche piccole dosi di stricnina, alcaloide velenoso ricavato da semi di un albero indiano, per enfatizzare la loro prestazione sportiva. (Puffer, 1986) Risale al 1866 la prima vittima accertata dell era moderna, il ciclista inglese Luiton, morto durante la Parigi-Bordeaux per abuso di stimolanti, mentre nel 1904 alle olimpiadi di St. Louis, durante la maratona, un atleta americano, Tom Hicks, fu colto da un collasso provocato da una miscela di stricnina e brandy. (Houlihan, 2002) Nel 1908 anche un italiano, certamente il più noto tramandato ai nostri giorni, Dorando Pietri, fu squalificato all arrivo della maratona delle Olimpiadi di Londra, perché sorretto in preda a grave crisi, negli ultimi metri da un giudice. Aveva abusato delle sue energie, ma certamente anche di una miscela di stricnina e brandy macerata in foglie di coca, a quei tempi molto in voga, che presumibilmente esaurì i suoi effetti prima del necessario. (Gambogi, 2002) L attenzione pubblica, nello scorso secolo, è stata colpita dalla notizia dell uso di steroidi anabolizzanti da parte della nazionale sovietica. Infatti, il successo dei lanciatori di peso nel 1950 è stato attribuito all uso di tali sostanze. (Strauss, 1991) Il primo passo significativo nella lotta al doping fu mosso nel 1960, quando un Concilio Europeo, comprendente oltre venti Nazioni, emanò una risoluzione contraria all uso delle sostanze dopanti nello sport. Tre anni dopo il Governo francese promulgò una legge che dichiarava illegale la pratica del doping su tutto il territorio nazionale, preludio allo scandalo emerso nel corso del Tour de France denominato in seguito: ( l affair Festina ).Tuttavia, questi primi, timidi e contestati tentativi di lotta al doping rappresentarono il punto di partenza per iniziative più convinte ed efficaci che, purtroppo, furono intraprese solo all alba della tragica scomparsa del ciclista britannico Tommy Simpson, stroncato dal caldo e dall assunzione di un misterioso cocktail a base di simpamina, durante l ascesa al Mont Ventoux nel Tour del 1967. Durante le Olimpiadi di Città del Messico del 1968, il CIO rese pubblica la prima lista di sostanze proibite che, con alcune rettifiche ed aggiornamenti, è tuttora in vigore. Le sostanze bandite, inizialmente, erano: le simpamine, farmaci in grado di stimolare il sistema nervoso simpatico e che hanno un azione adrenergica; gli stimolanti, che promuovono l attività del sistema nervoso; infine CNS, una miscela di stimolanti e narcotici analgesici, usati per indurre torpore, insensibilità e per attenuare il dolore. Alcune sostanze come gli steroidi anabolizzanti, di cui già si conosceva l uso per aumentare la prestazione sportiva, non facevano parte della lista per la difficoltà di mettere a punto metodiche sicure per verificare positività alla sostanza. (Wade, 1972) Nel 1984 nella lista fu aggiunta anche la categoria dei metodi proibiti, il doping ematico, e nell anno successivo furono incluse altre 7

sostanze proibite, i beta-bloccanti e i diuretici. (Catlin, 1991) Nei primi anni 80, il prepotente sviluppo delle tecniche di laboratorio, principalmente della gas-cromatografia, contribuì ad incrementare il numero e la frequenza dei test anti-doping. Ciononostante, l assunzione di sostanze dopanti rimane tuttora pratica inquietante diffusa. 8

1.2 Le principali categorie delle sostanze proibite Sono qui descritte le principali sostanze dopanti vietate dal CIO, il loro meccanismo d azione, gli usi terapeutici e i rischi della salute derivanti dal loro impiego. Tabella I (modificata da Ceci e Reggiardo, 1998) Classi di sostanze proibite STIMOLANTI NARCOTICI ANABOLIZZANTI DIURETICI ORMONI PEPTIDICI METODI PROIBITI SOSTANZE SOTTOPOSTE A RESTRIZIONE Principali esempi Anfetamine, caffeina, Efedrina, Salbutamolo, Saleterolo, ecc. Eroina, Metadone, Morfina, Pentazocina ecc. Clostebol, Nalodrone, Testosterone, Stanozolo, Clenbuterolo, Fenoterolo ecc. Acetazolamide,Bumetanide, Furusemide ecc. Gonadropina ciorionica umana, ormone della crescita ecc. Trasfusione di sangue o doping ematico, sia che esso avvenga con sangue di un donatore che con il proprio sangue (Autoemotrasfusione) Alcool, Marijuana, Hashish, Anestetici locali, Corticosteroidi peruso locale, Betabloccanti 1.2.1 Gli stimolanti I maggiori stimolanti di cui si abusa sono anfetamine, efedrina, caffeina e cocaina. Gli stimolanti agiscono direttamente sui centri nervosi dell atleta per velocizzare, o incrementare i tempi di durata e l intensità di certi stimoli e messaggi. Sono usati dagli atleti per migliorare i tempi di resistenza, mascherare la fatica, e incrementare la competitività e l aggressività. Tuttavia pur essendoci dei gruppi di stimolanti, assimilabili per usi ed effetti, essi differiscono in termini di meccanismo d azione, effetti specifici, ed epidemiologia. (Rudge&Schifano, 2001) Tra i farmaci che vengono adoperati per il loro effetto stimolante sul sistema nervoso le anfetamine possono essere considerate dei veri e propri stupefacenti e pertanto il loro uso al di fuori, delle prescrizioni mediche, è perseguibile penalmente. Scoperte nel secolo scorso, il loro impiego nello sport si è diffuso a partire dagli 9

anni 50. In molte discipline sportive si fa ricorso alle anfetamine allo scopo di aumentare l aggressività e la competizione. Quest ultimo effetto è raggiunto in quanto le anfetamine permettono di superare la soglia del dolore e della fatica: per questo, hanno avuto un ruolo principale negli sport di resistenza, (ciclismo,corsa, nuoto) e in quelli di potenza, (football, rugby) e infine nelle discipline esplosive (sollevamento pesi, lancio del martello). A livello psichico la diminuzione della capacità di riflessione e di ragionamento conduce molto spesso l atleta a portare la prestazione ben oltre i propri limiti fisiologici, continuando a gareggiare in condizioni di estrema fatica; è evidente, quanto sia pericoloso andare oltre i limiti del proprio organismo: un fatto storico a testimonianza è la morte del ciclista Tom Simpson durante una delle tappe del Tour de France del 1967, per una miscela di anfetamine, caldo e fatica. Inoltre le anfetamine sono state utilizzate nel trattamento della narcolessia e nelle obesità gravi dove, in quest ultimo caso, viene sfruttata la capacità di queste sostanze di inibire lo stimolo della fame per riuscire a mantenere il peso entro alcuni parametri prefissati. (Green et al., 2001) La forte stimolazione del sistema nervoso determinata dalle amfetamine comporta molti effetti collaterali: tremori, insonnia, convulsioni, delirio, allucinazioni e psicosi. L interruzione improvvisa dell assunzione di amfetamine provoca una vera e propria crisi d astinenza, caratterizzata da depressione, stanchezza e fame smodata. L efedrina è strutturalmente legata alle anfetamine. Si tratta di una droga comune presente nei rimedi per l influenza forniti sottobanco, e anche nelle pillole per dimagrire in alcuni paesi, come gli USA e il Canada. Non è presente invece in Gran Bretagna. Il suo abuso nello sport è diffuso in giochi di squadra dove è presente il contatto fisico e l aggressione, come il football americano e il rugby. (Rudge&Schifano, 2001) Per questa classe di sostanze sorgono dei problemi: l uso comune di alcuni spray nasali e altri prodotti farmaceutici, contenenti questi stimolanti, hanno molto spesso condotto alcuni atleti ad essere considerati dopati senza la loro consapevolezza. Consideriamo come esempio il caso di un atleta canadese, che, avendo inavvertitamente utilizzato un prodotto per il raffreddore, venne squalificato a vita, (Donohoe & Johnson, 1986) e il caso del campione olimpico medaglia d argento sui 100 metri, che ha scampato la sospensione in settembre 2001 dopo aver dichiarato che i suoi risultati positivi al test erano dovuti ad un farmaco antinfluenzale passatogli sottobanco. (Rudge & Schifano, 2001) Ci sono vari effetti dati dall efedrina che la rendono una droga d abuso. E ben nota per aumentare la soglia di attenzione e ridurre la fatica. Causa anche tachicardia e ipertensione che, oltre ad essere pericolosa, conferisce agli sportivi, specie quelli di sport 10

come il rugby, la sensazione di essere pompati, o su di giri. L efedrina è spesso assunta con la caffeina, poiché è nota credenza che l una accentui gli effetti dell altra (questa convinzione risale alla Seconda Guerra Mondiale, quando una combinazione delle due droghe era somministrata ad alcuni reparti speciale dell esercito americano). Questa ipotesi è stata testata su soggetti che dovevano affrontare un test di allenamento dell Esercito Canadese, riguardante una corsa di 3.2 Km con indosso 11 Kg di bagaglio. I soggetti che avevano assunto una combinazione di caffeina ed efedrina completarono il percorso in un tempo sensibilmente più breve rispetto al normale, e un battito cardiaco aumentato in modo diffuso. (Bell & Jacobs, 1999) Molti studi annoverano gli effetti di dipendenza da queste droghe, sia in campo sportivo, che al di fuori; il rischio di un colpo di calore o di un arresto cardiaco: perché assumere queste sostanze se il beneficio ammonta solo all 1 o 2%? La semplice risposta a ciò fu proposta da uno studio sul progresso dei record mondiali in vari eventi atletici negli ultimi 100 anni. Fu scoperto che, nei 1500 metri per esempio, i record sono migliorati con una media dell 1% ogni sette anni, e perciò si è concluso che un atleta che può mantenere l 1% di miglioramento nella sua prestazione è in vantaggio sui suoi avversari. Questo valore è stato definito margine d anfetamina. (Laties & Weiss, 1981) Nella famiglia degli stimolanti troviamo anche la cocaina, una sostanza stupefacente estratta dalle foglie di coca, una pianta del Sud America. Il consumo della cocaina nello sport è emerso negli anni 60 e si è diffuso in molte discipline, in modo rilevante soprattutto nel football: uno sport di contatto dove la determinazione e l aggressività hanno un ruolo fondamentale. L impiego della cocaina nella pratica sportiva è pericoloso e sostanzialmente inutile. Non è mai stato provato un suo effetto ergogenico; studi clinici, invece, hanno dimostrato una diminuzione delle prestazioni atletiche a seguito di assunzione della droga. La brusca interruzione del consumo di cocaina determina una crisi d astinenza (stanchezza, convulsioni, depressione); dosi troppo elevate possono rivelarsi mortali: la letteratura riporta che una dose moderata di cocaina aumenta il battito cardiaco fino a portare la frequenza cardiaca al di sopra dei 100 battiti al minuto nella condizione di riposo. L aumento della pressione del sangue determinato dalla cocaina fa aumentare il rischio di infarto e ictus. Con dosi più elevate possono presentarsi convulsioni e si può arrivare alla morte, dovuta all azione tossica sul cuore o sul cervello. (Benzi, 1998) Anche la caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale contenuto in alcuni alimenti di origine vegetale (caffè, tè, cacao): è la droga 11

psicoattiva più comunemente ingerita al mondo, ed il suo uso come aiuto è molto diffuso fra gli atleti dappertutto e a tutti i livelli, e soprattutto in tutte le fasce d età. La Commissione Olimpica Internazionale, nel 1984, ha sancito un limite per il consumo di caffeina di 15 microgrammi per millimetro, soglia che è stata spostata nel 1986 a 12, che equivalgono all incirca a otto tazze di caffè in 2/3 ore. Viene somministrata per via orale, sia per mezzo di una bevanda, sia in tavoletta, e può comparire nel flusso sanguigno per appena cinque minuti, con un assorbimento complessivo quasi del 100%. Inger Miller, il campione mondiale dei 200 metri, è risultato positivo alla caffeina nei Campionati mondiali Indoor di atletica del 1999, ed è stato quindi squalificato dai campionati. (Rudge & Schifano, 2001) Analogamente, ai giochi olimpici di Seul del 1988 due atleti vennero squalificati dalla competizione perché risultati positivi al test per la caffeina (Nehlig & Debry, 1994) La vasta gamma e la varia natura degli effetti,(incremento dell attenzione, migliore risposta di reazione, aumento di concentrazione), risultano dall abuso di caffeina negli sport estensivi come la corsa, la maratona, il rugby, lo sci di fondo per citarne alcuni. Per quanto riguarda gli effetti ergogenici della caffeina, sono stati dimostrati in livelli significativamente alti dalla ricerca di Spriet (1995), sollevando polemiche di ordine etico sull uso della caffeina per migliorare le performance sportive. 1.2.2 I narcotici Sono sostanze con potere analgesico molto elevato. La morfina, un derivato dell oppio, è il narcotico più diffuso; eroina, codeina, fenantile sono altri oppioidi molto noti. I narcotici sono impiegati in medicina per trattare gravi forme di dolore acuto e cronico; il loro uso al di fuori della pratica medica è perseguito penalmente. Il rischio principale derivante dall uso di queste sostanze è la tossicodipendenza, ovvero la necessità di assumere quantità sempre più grandi del farmaco per non incorrere in crisi d astinenza con sintomi tipici: agitazione, insonnia, tachicardia, e compulsione, ossia desiderio non controllabile di assumere il farmaco; dosi elevate sono pericolose e possono causare coma e morte. (Benzi, 1998) I narcotici non hanno alcun effetto positivo sulle prestazioni sportive; potrebbero essere impiegati nel trattamento del dolore causato da traumi e crampi, ma il loro impiego è vietato. E permesso, invece, l uso di farmaci derivati dagli oppioidi ma privi di proprietà antidolorifiche. 12

1.2.3 Gli ormoni peptidici La classificazione degli ormoni peptidici comprende: la gonadotropina corionica umana (HCG): una sostanza prodotta dalla placenta che si estrae dalle urine di donne in gravidanza. E utilizzata dagli sportivi per nascondere gli effetti collaterali determinati dall uso cronico di steroidi anabolizzanti e per aumentare la secrezione di testosterone e di epitestosterone riuscendo indirettamente ad influenzare la prestazione fisica. (Kieman et al., 1991) La classificazione comprende anche due ormoni prodotti dalla ghiandola pituitaria anteriore : l adenocorticotropo (ATCH) necessario al mantenimento dell equilibrio idrico e metabolico ; l ormone della crescita (GH) che stimola e regola la crescita nell uomo e nella donna. Molti sportivi utilizzano dosi elevate di questa sostanza, con la convinzione che essa aumenti la massa muscolare e la forza, sottovalutando invece i molteplici effetti collaterali irreversibili: l acromegalia (aumento delle dimensioni degli organi interni), indebolimento dei muscoli, cambiamento della fisionomia del cranio, diabete, impotenza, cardiopatie e accorciamento della durata della vita. Un problema associato all uso di ormoni è lo scambio degli aghi usati per le iniezioni. Tale comportamento può indurre allo sviluppo di malattie infettive, come epatite e AIDS. (Dawson, 2001) 1.2.4 I metodi proibiti Il doping ematico consiste nell uso di trasfusioni del sangue di altre persone o dell atleta stesso per aumentare il numero dei globuli rossi e quindi incrementare la quantità di ossigeno disponibile al muscolo. Questo tipo di pratica è molto difficile da scoprire soprattutto quando è effettuata una autotrasfusione. Proprio per la difficile rilevazione ha avuto una diffusione veloce tra gli sport di resistenza, tra cui il ciclismo e la corsa. Inoltre come tecnica è molto pericolosa sia per lo sviluppo di malattie infettive, sia per un rigetto del sangue non compatibile. Un altro danno possibile è un incremento del volume del sangue, che può provocare un aumento della pressione sanguigna. (Jones, Tunstall, Pedoe, 1989) La manipolazione chimica, farmacologia e fisica è anch esso un metodo proibito e comprende varie tecniche: la sostituzione dei campioni delle urine o la cauterizzazione, con cui gli atleti reintroducono una quantità di urine pulite prima di sottoporsi al test antidoping, o infine l uso sia di probenecid e sostanze analoghe per inibire la secrezione renale di altre droghe e quindi la loro comparsa nelle urine. (MacAuley, 1996) 13

1.2.5 Gli agenti anabolizzanti Gli steroidi anabolizzanti sono un gruppo di composti sintetici che agiscono in maniera simile al testosterone, il più importante ormone maschile, che determina e regola il normale sviluppo fisico e sessuale. Il loro effetto anabolizzante si riferisce alla capacità di stimolare la sintesi delle proteine. In ambito sportivo sono usati perché in grado di sviluppare la massa muscolare e aumentare resistenza e forza. Il DSM IV, nel capitolo disturbi correlati a sostanze, inserisce gli steroidi anabolizzanti tra le sostanze diverse o sconosciute che hanno effetti psicoattivi. Sono definiti come sostanze che producono un senso iniziale di aumentato benessere (o anche d euforia), cui si sostituisce, dopo l uso ripetuto, mancanza d energia, irritabilità e altre forme di disforia. L uso continuo di queste sostanze tende ad influenzare anche i comportamenti e lo stato mentale. In particolare è stato segnalato che il testosterone, oltre ad innalzare sensibilmente il livello energetico dell organismo, induce un aumento della sicurezza di sé, ma anche del livello di aggressività. (Strauss&Yesalis, 1991) e Il primo uso di questi composti allo scopo di favorire un miglioramento delle prestazioni atletiche è avvenuto negli anni 50. Esso è comunemente attribuito al team sovietico che in quegli anni vinse l oro olimpico nel sollevamento pesi. Negli anni 60 l uso degli steroidi si è poi esteso anche in altri Paesi, dapprima negli sport ove occorre una forza intensiva, dall atletica leggera al football, e successivamente anche tra gli sport di resistenza come il nuoto e il fondo. In conclusione, possiamo affermare che l uso degli steroidi è diventato una realtà sempre più definita e diffusa. Tale affermazione è sostenuta da una ricerca rivolta alla popolazione degli Stati Uniti, che comprendeva un raggio di età dai 12 fino ai 35 anni. Questo studio ha dimostrato che 1 milione di soggetti utilizzavano tali sostanze. (Yesalis et al., 1993) 14

1.2.6 Classi di sostanze soggette a restrizione I beta-bloccanti sono farmaci in grado di diminuire la forza e la frequenza delle contrazioni cardiache; sono utilizzati per il trattamento dell ipertensione ma si rivelano utili anche nell angina pectoris, nell infarto e negli stati ansiosi. Sono utilizzati in quegli sport nei quali una frequenza cardiaca elevata, causata da tensione nervosa o da sforzo fisico, può diminuire la precisione del gesto atletico (tiro a segno, arco e bersaglio) e in quelle discipline in cui è determinante il controllo dell ansia e la fermezza degli arti. (MacAuley, 1996) Altri componenti di questa classe sono sia l alcool che la marijuana sostanze molto utilizzate nella nostra società. L assunzione prolungata di alcool a dosi eccessive, induce dipendenza e porta alla cirrosi epatica, con rischio di coma, morte e sviluppo di tumore al fegato. L alcool peggiora le prestazioni sportive; tuttavia in passato era somministrato agli atleti nel pentatlon, per diminuire il tremore durante le prove di tiro al bersaglio. La marijuana è utlizzata per produrre calma e euforia. E stato provato scientificamente che la sua assunzione diminuisce la forza muscolare, altera la coordinazione e l equilibrio. I Corticosteroidi sono utilizzati per le loro proprietà antinfiammatorie, nei casi in cui ci siano risposte esagerate nel sistema immunitario. Nello sport si utlizzano per il loro effetto ergogenico e per combattere dolore e infiammazioni conseguenti ai traumi articolari. Gli atleti ne abusano proprio in virtù di questi motivi, per diminuire il dolore e per continuare a gareggiare, ma senza considerare che se utilizzati a lungo provocano indebolimento del muscolo e osteoporosi (Houlihan, 2000). Per quanto riguarda gli anestetici locali sono vietate le iniezioni intramuscolari e endovenose, mentre vengono permessi alcuni trattamenti locali. Come per i narcotici, essi hanno la funzione di bloccare la conduzione degli impulsi nervosi così da ottenere una riduzione della sensibilità al dolore e al contatto. Hanno, però il vantaggio rispetto ai narcotici, di non influenzare lo stato di coscienza e altri organi vitali. 15

1.2.7 Le altre sostanze Tra le sostanze non classificate dal CIO e di conseguenza non sanzionabili possiamo identificare l uso di molti tipi di integratori e sostanze in quantità esagerata, che sono ricercate dall atleta, con lo scopo di migliorare la propria prestazione e di raggiungere un vantaggio sull avversario. Tra queste sostanze la creatina è sicuramente uno dei più rinomati integratori usata ampiamente nello sport, per i suoi possibili effetti ergogenici. Il ruolo della creatina durante l esercizio fisico è espresso dalla seguente relazione: PCr + ADP + Hydrogen < Creatine Kinase > Creatine + ATP, la quale si scatena aumentando la quantità di energia libera disponibile dalla contrazione muscolare. (Kreider et al., 1998) Svariati studi hanno rilevato che la somministrazione di creatina migliora la forza disponibile negli adulti. (Birch et al., 1996) In realtà i miglioramenti delle prestazioni atletiche determinati dall assunzione di questa sostanza sono stati evidenziati solo in soggetti non allenati; studi effettuati su atleti durante vere competizioni non hanno fornito risultati positivi. Il consumo di questa sostanza varia tra il 75% al 90%, rispettivamente nei giocatori di football e nei body builders americani. Altre statistiche hanno rilevato che in Inghilterra su 369 atleti, il 44% si è dichiarato consumatore quotidiano. (Poortmans, Francaux, 2000) La creatina viene assunta anche dai giovani non necessariamente sportivi. E stato dimostrato dalla ricerca di La Torre e colleghi che il 13,9% degli studenti di un campione delle scuole medie di Napoli assume creatina. L uso esteso di questa sostanza trova spiegazione nel fatto che la creatina non essendo presente nella lista del CIO, può essere acquistata liberamente. Tra le altre sostanze da considerare, troviamo gli amminoacidi, le vitamine e i sali minerali che possono provocare numerosi danni, se assunti in modo sbagliato o a dosi eccessive, con lo scopo di migliorare la propria performance o di reintegrare un fisico debilitato e stanco. 16