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La Dislessia Evolutiva caratteristiche del disturbo e funzionamento dei soggetti dislessici
Dislessia Evolutiva La dislessia è una sindrome classificata tra i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà che hanno i soggetti colpiti a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. Tali difficoltà non possono essere ricondotte a insufficienti capacità intellettive, a mancanza di istruzione, a cause esterne o a deficit sensoriali. Dato che leggere è un complesso processo mentale, la dislessia ha svariate espressioni. Questa sindrome sembra strettamente legata alla morfologia stessa del cervello. Secondo la definizione più recente, approvata dall'international Dyslexia Association (IDA), "la dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia).
Questo deficit viene definito evolutivo, in quanto non deriva da nessun episodio specifico, cui possa essere imputato l insorgere del successivo disturbo. Possiamo anche aggiungere che si tratta di un deficit funzionale, che si ipotizza di natura costituzionale con base genetica. Si ha una familiarità per il disturbo nel 60-70% dei casi. È presente quindi fin dalla nascita, anche se le manifestazioni più evidenti possono comparire solo con la scolarizzazione
La DE rappresenta il più noto dei DSA, tanto da spingere spesso ad un improprio utilizzo dei due termini, quasi fossero sinonimi. La DE è una disabilità che non scompare mai completamente e la sua incidenza nella popolazione scolastica italiana è stimata intorno al 3,5-5%. A volte può coesistere la presenza di disturbi dell attenzione e di D.E. Di solito i bambini dislessici hanno difficoltà a mantenere a lungo l'attenzione a scuola, anzi spesso sono proprio queste difficoltà attentive che vengono rilevate dagli insegnanti. Bisogna distinguere, nella clinica, se esse sono primarie (un disturbo dell attenzione è, co-presente, insieme, al disturbo specifico di apprendimento) o se sono secondarie alle difficoltà di apprendimento: in questi casi, il bambino può raggiungere una soglia massima di affaticamento proprio per sovraccarico di risorse attentive e quindi si sottrae all'impegno per lui insostenibile.
Le difficoltà che comporta derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un'adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale". Anche l'organizzazione Mondiale della Sanità classifica la dislessia e gli altri disturbi specifici di apprendimento come disabilità, per cui non è possibile apprendere la lettura, la scrittura o il calcolo aritmetico nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento.
Se questo problema non viene identificato nei primi anni della scuola primaria, tramite la valutazione di un esperto nel campo dei disturbi dell'apprendimento, le conseguenze possono risultare di una certa gravità. Se il bambino dislessico è sottoposto a un metodo d'apprendimento usuale, egli riuscirà solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a ottenere risultati che per i suoi compagni e per i suoi insegnanti sono quasi banali.
Durante la scuola dell'infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l'abilità di lettura, in modo da poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente carenti. Anche se la diagnosi di dislessia può essere fatta solo in classe seconda o terza della scuola primaria, i segnali del disturbo possono essere colti molto prima (quando il bambino affronta l'apprendimento della lettura e della scrittura) ed è opportuno intervenire subito: aspettando, la difficoltà aumenta. I maschi tendono a esternare di più un problema rispetto alle femmine che cercano di celarlo. I problemi maggiori nascono quando i bambini dislessici non vengono compresi, poiché spesso passano per pigri o addirittura per stupidi. Questo li porta spesso a perdere la propria autostima, a forme di depressione o ansia, a crisi d'identità e molto spesso a rigettare in toto il mondo della scuola, rinunciando in questo modo a molte possibilità che la loro capacità di memoria standard invece consentirebbe.
La Dislessia Evolutiva (D.E.), in breve è una difficoltà selettiva nella lettura, in presenza di: capacità cognitive adeguate, adeguate opportunità sociali e relazionali; e in assenza di deficit sensoriali e neurologici, disturbi psicologici primari. Nella D.E. le difficoltà del bambino interferiscono nella vita quotidiana e nel proseguimento degli studi, e persistono nonostante un istruzione scolastica normale. Spesso le difficoltà di lettura si associano a difficoltà nella scrittura (disortografia) e difficoltà nell aritmetica, anche se non necessariamente con la stessa intensità, perché queste tre abilità (lettura, scrittura e aritmetica) presentano delle basi comuni. Si parla, infatti, di sindrome dislessica.
Caratteri specifici della dislessia Nella D.E. ciò che è disturbato della lettura è la "decodifica", cioè la rapidità e la correttezza con cui si legge. La rapidità di lettura viene più comunemente valutata con un parametro statistico: nella D.E. essa è significativamente inferiore (2 o più deviazioni standard ) a quella media dei soggetti della stessa età e livello di scolarizzazione ; Riguardo la correttezza di lettura ci sono degli errori "tipici": errori di tipo visivo, che consistono nello scambio di lettere che hanno tratti visivi simili o speculari ("e" con "a", "r" con "e", "m" con "n", "b" con "d", "p" con "q"), errori di tipo fonologico, riguardanti lo scambio di lettere che hanno la stessa "radice" ("f" con "v", "c" con "g"); errori di "anticipazione", cioè una parola letta al posto di un'altra, a cui si accomuna o per lettere iniziali o per significato (es, Algeri con allegri, chissà con chiese, sono stato con sono andato).
Esempio di lettura caratteristici: gravemente alterata da errori Li naso ce scabba Nu gionro un sigora anbo in dagno bagno ber fassi la papa guarbandosi ello sbecio specchio si eccorse accorse ce il suo ua naso in mezzo alle facce con cera piu..piu. Si affeccio alle finetre a vipe e vide li naso bi.dirighesri vesro..verso li mare eberto cese in stra.da ber..per insegiuirlo ma con errivo ni tem po. Traduzione: Il naso che scappa Un giorno un signore andò in bagno per farsi la barba, guardandosi allo specchio si accorse che il naso, in mezzo alla faccia non c era più. Si affacciò alla finestra e vide il naso dirigersi verso il mare aperto, scese in strada per inseguirlo ma non arrivò in tempo.
Esempio di lettura alterata ma meno compromessa del precedente esempio: Un giorno la moglia ando la marcato e vipe..vide il naso bel del marito in mezzo ai pesi. Sudito lo porto e casa il me..marito sudito ciese.chiese ma perche sei scappato? li naso riposa mi bevi devi prometera di non ma.mettere la dita nel naso etrimeti taglia la nunghie. Traduzione: Un giorno la moglie andò al mercato e vide il naso del marito su un banco, in mezzo ai pesci. Subito lo portò a casa, il marito subito gli chiese: ma perché sei scappato? Il naso rispose: mi devi promettere di non metterti più le dita nel naso, altrimenti tagliati le unghie.
Strategie di lettura Questo accade perché nella D.E. possono essere disturbate una o entrambe le strategie con le quali possiamo leggere: la strategia lessicale, con la quale noi guardiamo la parola e la riconosciamo, quindi la diciamo scegliendola tra tutte le parole che conosciamo la strategia fonologica, con la quale c'è un riconoscimento visivo delle singole lettere e un relativo accoppiamento con il fonema corrispondente. Le lettere poi vengono fuse insieme e si ha la parola. Quest ultima strategia si usa, nella lingua italiana, quando si impara a leggere, o si legge una lingua straniera, o si legge senza capire. Generalmente i bambini di lingua italiana già alla fine della prima elementare iniziano ad adottare una strategia lessicale di lettura. La comprensione del testo nella D.E. è variabile, può anche essere buona o sufficiente, dipende molto dalla qualità della decodifica.
Esempio di lettura lessicale Socdno una riccrea dlel Unvrsetiià di Carbmdgie l oidrne dlele lertete all iternno di una praloa non ha imprtzaona a ptato che la pimra e l ulimta saino nllea gusita psoizoine. Anhce se le ltteere snoo msese a csao una peonrsa può leggere l inetra fasre sneza poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime. Icnrebidile he?
Esempio di lettura fonologica Lapido munato bacuto miotra notole ecchiu lapiro quodre amizio gamapi falaso tigomo nivaba barloma giagna dagumi buglia strova defito fromopu irrole scorpi pilcone tifola beniro enchea vostia fucido avelli vicepo chiore digato
Dalla comprensione di un testo alla scrittura Nella comprensione di un testo sono coinvolte: le conoscenze linguistiche (lessico e sintassi) le proprie preconoscenze (esperienza) il contesto I bambini imparano: prima il suono delle parole poi imparano a ripeterle e pronunciarle poi imparano a leggerle e poi imparano a scriverle Lettura e scrittura dipendono quindi anche dalle capacità di comprensione verbale e di produzione del linguaggio
EMISFERO SINISTRO AREE COINVOLTE NELL UTILIZZO DEL LINGUAGGIO VERBALE
Aree di attività cerebrale nei normodotati GUARDARE PRONUNCIARE ASCOLTARE PENSARE
CONFRONTO DELLE AREE CEREBRALI ATTIVATE PERSONA NON DISLESSICA PERSONA DISLESSICA AREA NON ATTIVATA NEI DISLESSICI
Disturbo della lettura La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità di leggere raggiunto (cioè, precisione, velocità, o comprensione della lettura misurate da test standardizzati somministrati individualmente) si situa sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l'età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell'intelligenza e un'istruzione adeguata all'età. L anomalia interferisce in modo significativo con l apprendimento scolastico o con le attività di vita quotidiana che richiedono capacità di lettura.
I modelli di apprendimento della lettura/scrittura Seguono fasi comuni ma con criteri opposti: Nella lettura i vari stadi sono necessari per una consapevole fusione dei suoni Nella scrittura le fasi sono eseguite per la segmentazione in singoli fonemi e la loro trascrizione in grafemi. Si distinguono: Fase logografica Fase alfabetica Fase ortografica Fase lessicale
Stadio logografico Coincide con l'età prescolare, è la fase in cui il bambino identifica alcuni termini familiari in base alla presenza delle caratteristiche fisiche (forma, colore, lunghezza, ecc.) che ha imparato a riconoscere (parole fissate nella memoria visiva) No scrittura di parole ""nuove"". Esempio: proprio nome.
Stadio alfabetico Il bambino riconosce che il suono di ogni parola può essere scomposto in unità più piccole, prima sillabe poi fonemi; applicando le regole di trasformazione della propria lingua, il bambino associa i suoni ai grafemi cioè: riconosce che quello che si rappresenta graficamente sono i singoli fonemi; Impara la precisa corrispondenza biunivoca fonemagrafema, rispettandone la sequenza. Impara la precisa corrispondenza biunivoca fonemagrafema, rispettandone la sequenza. Esempio: P-A-N-E
Stadio ortografico Il bambino perfeziona il meccanismo di conversione fonema/grafema, prende coscienza dell'esistenza di regole ortografiche e sintattiche e delle relative eccezioni, impara ad associare gruppi di lettere a suoni più complessi (le sillabe, i morfemi, ecc.). In questo momento avviene quindi la fusione uditivo-visiva anche di parole irregolari. Esempio: cerchio, sciare, ragno, gigli
Stadio lessicale Si forma il cosiddetto "magazzino lessicale", che consente l'automatizzazione della lettura e della scrittura. Le parole conosciute vengono scritte senza utilizzare il meccanismo di conversione fonema/grafema e quindi senza una ricodificazione fonologica, ma accedendo direttamente alla parola o pezzi di parola, immagazzinata nella memoria a lungo termine. Esempio: jeans, acqua, scuola, l'ago, lago.
Comprensione del testo L alunno non dislessico: Investe poche risorse cognitive per l attivazione dei processi automatici (lettura); E in grado di adattare le strategie di lettura in base alle caratteristiche del testo (tipologia, scopo); L alunno dislessico: Investe molte risorse - cognitive per l attivazione dei processi automatici (lettura); Utilizza un unica modalità di lettura, indipendentemente dalle caratteristiche del testo (tipologia, scopo).
Come si manifesta la dislessia Le difficoltà del bambino possono essere notate quando inizia a leggere e scrivere: nei casi più complessi in prima elementare, o, a volte, sin dall'ultimo anno di scuola materna (se si svolgono gli esercizi di pre-lettura e pre-scrittura). Nei casi più lievi, cominciano a notarsi dalla terza elementare, quando la lettura e la scrittura dovrebbero diventare automatiche e non lo sono. È possibile riconoscere dei possibili segni quando il bambino legge in modo poco fluente, legge commettendo errori, a volte sembra non ricordare o non comprendere quello che legge, spesso commette errori anche quando scrive, scrive in modo poco comprensibile, spesso ha difficoltà in aritmetica, si distrae facilmente.
Evoluzione naturale della D.E. Prime fasi di acquisizione (1^ elementare) Difficoltà e lentezza nell acquisizione del codice alfabetico e nell applicazione delle mappature grafema-fonema; Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi fonemica con errori che alterano in modo grossolano la struttura fonologica delle parole lette; Accesso lessicale limitato o assente anche quando le parole sono lette correttamente; Capacità di lettura, come riconoscimento, di un numero limitato di parole.
Per la scrittura: Deficit nell identificazione dei singoli suoni che compongono la parola (b?/d?); Deficit nella discriminazione di suoni affini (f/v, c/g, t/d, p/b); Deficit nella corrispondenza tra i suoni e le lettere che li rappresentano nella scrittura; Per la lettura: Faticoso e impreciso riconoscimento delle lettere scritte; Lentezza nella transcodifica segno-suono; Difficoltà nella sintesi fonemica;
Fasi successive (2^- 4^ elementare) Graduale acquisizione del codice alfabetico e delle mappature grafema-fonema che non sono pienamente stabilizzate; Possono persistere difficoltà nel controllo mappature ortografiche più complesse; delle L analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose e scarsamente automatizzate; Migliora l accesso lessicale, anche se resta limitato alle parole più frequenti.
Per la lettura, si verifica una divaricazione tra le due strategie prevalenti di lettura: Strategia linguistica: più rapida, meno accurata (sostituzioni di parole o di parti della parola); Strategia fonologica: meno rapida, più accurata (errori nelle parole che fanno eccezione); Per la scrittura: Difficoltà nei fonemi complessi (ch, gn, gl gh, sc); Errori nelle parole omofone non omografe (luna/l una, lascia/l ascia, letto/l etto).
Fase finale (5^ elementare e medie) Padronanza quasi completa del codice alfabetico e stabilizzazione delle mappature grafema-fonema; L analisi, la sintesi fonemica e l accesso lessicale cominciano ad automatizzarsi, almeno con le parole di uso più frequente; Limitato accesso al lessico ortografico; Scarsa integrazione dei processi di decodifica e comprensione: la lettura resta stentata.
Dislessia in Adolescenti e Adulti La letteratura sull'argomento ci dice che: La lentezza nella decodifica rimane una delle caratteristiche principali di un dislessico, mentre l'accuratezza migliora in relazione con la scolarità. Gli adulti dislessici sono più lenti nella lettura di parole, non parole rispetto alla lettura di brano. Il miglioramento in correttezza e velocità è correlato con il livello di gravità del disturbo rilevato in età infantile (Lami et al. 2008). Studenti dislessici adulti necessitano di tempi più lunghi per compiti di lettura e scrittura (e.g. situazioni accademiche, Hatcher et al. 2002)
La dislessia evolutiva dopo la scuola elementare L evoluzione del bambino con dislessia sembra paradossale: la lettura migliora ma i problemi scolastici aumentano. Perché?
La DE dopo la scuola elementare Perché con il procedere della scolarizzazione la lettura è sempre più importante per fissare i contenuti delle varie discipline Perché la scuola procede con tempi troppo rapidi per i dislessici Perché le modalità di verifica adottate dalla scuola implicano maggiormente la lettura
La Diagnosi di Dislessia in Età Adolescenziale L adolescente, dal punto di vista neuropsicologico, è assimilabile all adulto in: Memoria verbale a breve termine (MBT) Digit span, memoria di parole Working memory dual task RANRAS (Rapid Automatized Naming and Rapid Alternating Stimulus) Velocità e accuratezza della lettura ad alta voce
La Diagnosi di Dislessia in Età Adolescenziale L adolescente, dal punto di vista neuropsicologico, si differenzia, invece, dall adulto in: Lessico recettivo ed espressivo Comprensione del testo.
La Dislessia Evolutiva nell Adulto Dislessia recuperata: Le prestazioni del soggetto con pregressa diagnosi di DE sono comparabili in tutti gli ambiti a quelle dei normolettori Dislessia compensata: La lettura di materiale significativo (testi e non parole) è abbastanza fluente (lenta ma non sempre sotto-soglia), mentre la lettura di non-parole è significativamente lenta e inaccurata Dislessia persistente: Tutti i parametri di lettura, in tutti i tipi di stimoli (testo, parole e non-parole) sono significativamente sotto-soglia per rapidità e accuratezza
Dislessia compensata (caratteristiche neuropsicologiche) L adulto è in grado di leggere con discreta fluenza (> 3 sill/sec); Legge stimoli significativi senza commettere errori (compenso lessicale); Gli errori compaiono negli stimoli a bassa frequenza (non parole, lessici specialistici, ecc.); Permane deficit di automatizzazione (prontezza nella risposta).
Dislessia compensata (conseguenze funzionali) Affaticabilità in tutti i compiti che richiedono lettura, cefalee e disturbi funzionali; Difficoltà di comprensione e di studio; Difficoltà con la lettura delle lingue straniere; Difficoltà nelle prove a tempo; Difficoltà con le prove con risposta a scelta multipla; Bassa autostima.
Dislessia persistente Lettura molto stentata, lenta (< 3 sill/sec); Lettura inaccurata (< 5 centile); Impossibilità di studiare senza aiuto; Rifiuto della scolarizzazione; Disturbi di socializzazione.
Caratteristiche dei DE compensati Netto miglioramento nella significativo (testo e parole); lettura di materiale Persistenza di difficoltà nella lettura di materiale non significativo (non-parole).
Sviluppo della componente rapidità (fluenza) di lettura (Klicpera & Schaubman) Pur migliorando, resta ad una distanza significativa dal livello di sviluppo atteso per l età e il grado di scolarizzazione La velocità tende a migliorare maggiormente nella lettura di brano e parole, rispetto alla lettura di nonparole
Il processo di lettura nell adulto Utilizza prevalentemente la via lessicale Ricorre alla via fonologica per le parole nuove (lessici speciali) Ricorre ad una verifica per via fonologica quando coglie incongruenze nella ricostruzione del significato
La dislessia evolutiva: caratteristiche del disturbo e funzionamento dei soggetti dislessici Il processo di lettura nell adulto Richiede capacità di balancing tra strategia guidata linguisticamente (via lessicale) strategia analitica (via fonologica) Senza balancing la comprensione del testo diviene conferma delle attese e risulta difficile lo studio
Lo studio disciplinare Viene effettuato quasi esclusivamente attraverso la lettura Richiede continui processi di controllo (comprensione) I processi di controllo si realizzano attraverso la ri-lettura La ri-lettura utilizza la via fonologica Lo studio nel dislessico Tendenza a leggere solo una volta Utilizzo quasi esclusivo della via lessicale Tendenza a riparare le incongruenze senza ricorrere alle verifiche attraverso la rilettura Difficoltà a sviluppare tecniche di analisi testuale (parole chiave, sintesi..)
Che fare in questa situazione? Rieducare La strategia fonologica La strategia lessicale Il sistema esecutivo centrale Abilitare Insistendo con l attività di lettura Sorreggendo le attività Compensare Strumenti compensativi
La dislessia evolutiva: caratteristiche del disturbo e funzionamento dei soggetti dislessici Esigenze della lettura nell adulto e impiego degli strumenti compensativi L ascolto può soddisfare le stesse esigenze di controllo e revisione che offre la lettura? La possibilità di focalizzazione sulla singola parola, o sul paragrafo, è altrettanto efficace? Quali sono le possibilità di evidenziare passaggi significativi?
Comprensione del testo e abilità di studio Nella lettura finalizzata allo studio sono molto utili: Segnalazioni Semantiche: titoli sottotitoli sintesi, sommari; Segnalazioni tipografiche: sottolineature corsivi, grassetti box; La presenza di segnalazioni ha effetti positivi sul ricordo e sull organizzazione delle informazioni; L assenza di segnalazioni incentiva una modalità di elaborazione di tipo elencativo.
Ricognizione degli elementi contestuali Leggere titoli e sottotitoli; Individuare le parole-chiave (in grassetto, in corsivo); Leggere le immagini, le cartine, i grafici, le tabelle; Leggere le didascalie, i commenti a margine, i box ; Integrare questa fase con eventuali appunti presi in classe recuperando le informazioni ritenute più utili (Questi elementi concorrono a definire una mappa cognitiva dell argomento)
Difficoltà residue in un adulto dislessico Talvolta possono persistere difficoltà residue di un adulto dislessico, quali: bassa velocità di lettura, difficoltà nei compiti di spelling, espressione scritta poco articolata. Tra gli effetti secondari possiamo trovare anche mancanza di fiducia, bassa autostima e aumentato livello di frustrazione
Perché studiare la dislessia nell adulto? Il numero crescente di studenti dislessici individuati ogni anno; previsione di incremento nelle scuole medie e superiori e conseguentemente all università di studenti dislessici necessità di creare iniziative relative alla dislessia, per favorire l adozione di strumenti compensativi e dispensativi al fine di offrire risposte positive al diritto allo studio (Circolare Ministero Istruzione); l esigenza di creare un programma di intervento e sostegno adeguato per gli studenti universitari dislessici
Il patrimonio ereditario definisce solo le condizioni di base del progetto, ma è il risultato finale che porta alla costruzione di un sistema nervoso sempre pronto ad adattarsi alle nuove esigenze dell ambiente e non è mai certo: sono sempre possibili soluzioni diverse da quella standard
Plasticità Cerebrale È la plasticità cerebrale a consentire al nostro cervello di ristrutturare le connessioni neurali nel modo più funzionale ai bisogni di gestione del comportamento del soggetto, modificandosi e adattandosi a nuovi compiti
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