Il monitoraggio dello stato di salute dei boschi in Friuli Venezia Giulia.

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ERSA_5_02_1_32.qxd 11/12/2002 15.49 Pagina 24 SPERIMENTAZIONE E DIVULGAZIONE A. Carpanelli Servizio della Selvicoltura, Direzione Regionale delle Foreste FORESTE Il monitoraggio dello stato di salute dei boschi in Friuli Venezia Giulia. L Inventario Fitopatologico Forestale Regionale - BAUSINVE l bosco è un ecosistema complesso costituito da organismi viventi, I quali piante, animali, funghi e numerosi microrganismi in relazione tra loro e con l ambiente circostante. Le piante, come tutti gli organismi viventi, compiono il loro ciclo vitale: nascono, crescono, talvolta si ammalano e muoiono; pertanto la presenza di alcuni alberi ammalati o morti in un bosco è un fenomeno del tutto naturale. Nei boschi caratterizzati da una elevata biodiversità, da un buon equilibrio ecologico e trattati secondo i principi della selvicoltura naturalistica, come quelli presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia, i fenomeni fitopatologici si mantengono entro un livello accettabile e nel complesso le piante godono di buona salute. Talvolta però, a causa di particolari condizioni ambientali, quali prolungata siccità, gelate, calamità naturali o a causa di errati interventi umani, come ad esempio impianti artificiali o tagli inadeguati, i parassiti possono diventare molto numerosi e compromettere la sopravvivenza di un elevato numero di alberi, danneggiando così il bosco. Ma quali sono le principali avversità dei boschi? Oltre ai danni causati direttamente dall uomo, quali gli incendi ed i fenomeni di deperimento correlabili all inquinamento atmosferico, i potenziali agenti di danno alle foreste sono rappresentati da insetti che si nutrono di foglie (Foto 1) e dei tessuti sottocorticali delle piante (Foto 2), da alcuni mammiferi (roditori, lepri, cervi, Foto 1 - Adulti del coleottero Anomala vitis mentre si nutrono delle foglie di ontano napoletano in un impianto di arboricoltura da legno (foto F. Stergulc) Foto 2 - Larve, pupe ed adulti del coleottero scolitide Ips sexdentatus al di sotto della corteccia di un pino nero. Questo insetto è responsabile di frequenti focolai d'infestazione nelle pinete del Carso triestino. (foto F. Stergulc) 24

ERSA_5_02_1_32.qxd 11/12/2002 15.49 Pagina 25 caprioli) che si nutrono della corteccia o delle parti tenere delle giovani piante, da funghi parassiti (Foto 3), batteri, virus, nonché da eventi meteorici avversi (trombe d aria, alluvioni, forti grandinate, valanghe, gelate) (Foto 4). Lo stato di salute dei boschi in Friuli Venezia Giulia ed il BAUSINVE In Friuli Venezia Giulia, gli ultimi 50 anni sono stati caratterizzati da una limitata incidenza dei fenomeni di deperimento e da pochi gravi attacchi parassitari ai boschi; l ultimo esempio forte infestazione risale alla fine degli anni 80 quando una piccola vespa defogliatrice, denominata Cephalcia arvensis e fino a quel momento poco nota, devastò in breve tempo i boschi di abete rosso del Cansiglio e dell altopiano di Asiago nel vicino Veneto (Foto 5). In seguito a questo importante attacco parassitario ed all allarme suscitato in tutta Europa, a partire dalla metà degli anni 80, dai fenomeni di deperimento del bosco attribuiti alle cosiddette piogge acide, la Direzione Regionale delle Foreste decise, nel 1992, di dotarsi di uno strumento in grado di assicurare un controllo permanente delle avversità delle foreste per migliorare le conoscenze relative ai potenziali agenti di danno, tenere sotto controllo lo stato di salute delle foreste, divulgare le conoscenze acquisite mediante la pubblicazione di rapporti di attività annuali e prevenire altri gravi attacchi parassitari. Nel 1994, dopo una fase sperimentale di due anni, divenne operativo, presso il Servizio della Selvicoltura della Direzione Regionale delle Foreste, l Inventario Fitopatologico Forestale Regionale, denominato, per praticità, BAUSINVE (acronimo composto dal termine friulano BAUS = larve di insetti, e dall italiano INVEntario). Questo servizio di controllo sullo stato Foto 3 - Ceppaie di abete rosso con estese carie interne causate dal fungo Heterobasidion annosum; questo parassita, pur non causando la morte delle piante, rende inutilizzabile il legname colpito (foto G. Frigimelica) Foto 4 - piante di abete rosso sradicate dal forte vento (foto F. Stergulc) Foto 5 - Abbattimento di numerosi abeti rossi nella foresta del Cansiglio come conseguenza della grave infestazione della vespa defogliatrice Cephalcia arvensis (foto O. Rossi) dei boschi, tuttora attivo e molto efficiente, ha per oggetto il rilevamento permanente dei danni causati dagli agenti biotici (insetti, mammiferi, funghi, batteri, fitoplasmi e virus) e dagli eventi meteorici avversi (trombe d aria, alluvioni e forti grandinate) e viene condotto dal personale del Corpo Forestale Regionale (CFR) con la consulenza di esperti in patologia vegetale forestale, entomologia e zoologia forestale; a partire dal 2002, la consulenza scientifica è affidata al Dipartimento di Biologia Applicata alla Difesa delle Piante dell Università di Udine. In questi primi nove anni di attività dell Inventario sono stati pubblicati otto rapporti di attività annuale (il rapporto 2002 verrà elaborato a fine anno) ed un libro-manuale sui principali organismi avversi ai boschi della Regione; l archivio dei dati raccolti, che ha sede presso la Direzione delle Foreste, conta ormai più di 1400 segnalazioni di eventi di interesse fitopatologico forestale avvenuti dal 1994 a oggi e rappresenta un patrimonio di informazione scientifica probabilmente unico in Italia. Inoltre, per assicurare il continuo miglioramento delle metodologie di rilevamento e confrontare diverse esperienze nel settore del monitoraggio fitosanitario, la Direzione Regionale delle Foreste mantiene contatti con diverse istituzioni di ricerca in Italia e all estero. Grazie alla quantità e qualità dei dati rac- 25

ERSA_5_02_1_32.qxd 11/12/2002 15.49 Pagina 26 colti in questi anni è ora possibile trarre qualche sintetica considerazione generale, ma oggettiva, in ordine allo stato di salute dei boschi del Friuli Venezia Giulia che, salvo qualche situazione particolare, si trovano nel complesso in condizioni fitosanitarie soddisfacenti. Come è organizzato l Inventario Fitopatologico Forestale Regionale BAUSINVE l Inventario Fitopatologico Forestale Regionale è un complesso di attività di controllo sullo stato di salute dei boschi che si è arricchito di nuovi approfondimenti nel corso degli anni; per capire meglio le attività svolte nell ambito dell Inventario, esse verranno descritte in quattro sezioni che prevedono l applicazione di diversi protocolli di rilevamento: il rilevamento ordinario il rilevamento delle patologie diffuse il Controllo fitosanitario degli impianti di arboricoltura da legno il monitoraggio di insetti forestali Rilevamento ordinario La sorveglianza fitosanitaria nei boschi, così come definiti dalla normativa regionale (L.R. n 34/1997 e L.R. n 20/2000) e negli impianti di arboricoltura da legno realizzati con contributi dell Unione Europea, viene condotta dal personale del Corpo Forestale Regionale, quale parte dei normali compiti d ufficio. In ognuna delle 31 Stazioni forestali della Regione vi sono almeno due guardie o marescialli forestali, in grado di rilevare i sintomi di malattie, attacchi di insetti, danni da roditori ed altri mammiferi o danni da eventi meteorici. Questi rilevatori hanno seguito appositi corsi di formazione, consistenti in lezioni in aula ed esercitazioni pratiche in bosco, e vengono costantemente seguiti da istruttori esperti che ne curano l addestramento. Ogni rilevatore controlla mediamente circa 4000 ha di superficie boscata e, quando si manifestano fenomeni di interesse fitopatologico (ad es. attacchi parassitari, ingiallimenti, disseccamenti, ecc.) che superano la soglia di rilevamento (stabilita in 10 piante o 0,5 ha di superficie), compila un apposita scheda cartacea (Foto 6). Le schede di rilevamento danni, compilate sul campo dalle guardie forestali, contengono i dati stazionali riguardanti la zona colpita dal fenomeno fitopatologico (riferimenti geografici ed amministrativi; tipo di bosco e di suolo, altitudine, esposizione ed eventuali fattori di disturbo); i dati relativi ai sintomi osservati (suddivisi in sintomi: da insetti ed altri animali, da funghi patogeni, Foto 6 - Rilevatore Bausinve mentre osserva i sintomi di un fenomeno fitopatologico prima di compilare l'apposita scheda (foto A. Missio) 26 batteri, fitoplasmi, virus, da avversità meteoriche) ma soprattutto esse riportano, per ogni caso esaminato, una proposta di diagnosi e la quantificazione dei danni, espressa in termini di superficie in ettari o di numero di piante colpite. I dati contenuti nelle schede vengono poi attentamente analizzati e convalidati da consulenti esterni esperti in patologia vegetale forestale, entomologia e zoologia forestale coadiuvati anche da personale degli Ispettorati Ripartimentali delle Foreste e della Direzione Regionale delle Foreste, che esaminano i campioni biologici allegati alle schede e, quando necessario, procedono a sopralluoghi di controllo. Infine, i dati validi vengono inseriti in una banca dati informatizzata che ha sede presso il Servizio della Selvicoltura della Direzione Regionale delle Foreste di Udine ed al termine di ogni anno viene elaborato e divulgato un rapporto di attività. Rilevamento delle patologie diffuse Questo tipo di rilevamento riguarda cinque note malattie delle piante che non possono essere efficacemente censite in ambiente forestale con il metodo di rilevamento ordinario sopra descritto a causa della loro ampia diffusione sul territorio. Il caso più noto è quello del cancro del castagno causato da un fungo denominato Cryphonectria parasitica, presente in tutti i castagneti. Ma problemi simili si pongono anche per altre malattie causate da funghi patogeni, quali la grafiosi dell olmo in tutta la regione, il disseccamento dei pini nelle pinete carsiche, la ruggine dell abete bianco negli abieteti della Carnia ed infine il deperimento delle querce, quest ultimo inteso non come malattia, ma come fenomeno di deperimento causato da diversi fattori concomitanti. A partire dal 2000 esse sono oggetto di indagine mediante appositi protocolli di

ERSA_5_02_1_32.qxd 11/12/2002 15.49 Pagina 27 monitoraggio basati su rilievi annuali in aree di saggio permanenti o punti di campionamento. I dati ricavati da queste indagini sono trattati in un archivio separato da quello dei dati di rilevamento ordinario ed i primi risultati si avranno tra qualche anno. Controllo fitosanitario degli impianti di arboricoltura da legno Un altro studio di settore attinente all Inventario riguarda le indagini sugli agenti avversi degli impianti di latifoglie da legno realizzati a partire dalla metà degli anni 90 a seguito dell applicazione dei Regolamenti CEE 2078/92, 2080/92 e 1257/99 (Agenda 2000). Nel territorio di pianura del Friuli Venezia Giulia sono stati realizzati, grazie ai finanziamenti comunitari, circa 1100 impianti, per una superficie complessiva dell ordine di 2300 ha (esclusi pioppeti) e questa superficie crescerà ulteriormente nei prossimi anni grazie ai nuovi finanziamenti previsti nel Piano di Sviluppo Rurale (2000-2006). Si è quindi ritenuto che l importanza di queste iniziative di imboschimento, sostenute da un considerevole impegno finanziario della Comunità, fosse meritevole di una certa attenzione ai fattori in grado di compromettere la crescita o la sopravvivenza degli impianti. Oltre alle segnalazioni che pervengono dai proprietari degli impianti o che vengono scoperte dai forestali nel corso della loro attività di perlustrazione, è stato selezionato un campione di 39 impianti che vengono regolarmente visitati due volte all anno, in giugno e settembre allo scopo di rilevare, tramite l apposita scheda, gli eventuali problemi di salute delle piante. Questo programma di sorveglianza fitosanitaria è operativo dal 1997 e ha finora consentito di raccogliere numerose informazioni sugli agenti di danno attivi nelle prime fasi di crescita delle specie arboree più frequentemente utilizzate negli impianti di arboricoltura da legno (Foto 7). Monitoraggio di insetti forestali Nel Friuli Venezia Giulia cinque specie di Foto 7 - Impianto puro di ciliegio defogliato a causa della cilindrosporiosi; In Regione un campione di 39 impianti di arboricoltura da legno, realizzati con contributi comunitari, viene controllato due volte all'anno dai Rilevatori Bausinve (foto A. Carpanelli) Foto 8 - Giovane pino nero completamente defogliato dalle larve della processionaria del pino (foto F. Sterculc) insetti potenzialmente dannosi al patrimonio forestale sono soggette a monitoraggio permanente con trappole a feromoni o di altro tipo. Le popolazioni di processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa)( Foto 8 e 9) e di monaca (Lymantria monacha) sono oggetto di sorveglianza in 30 località della regione. Nel caso della processionaria del pino, il monitoraggio è rivolto principalmente a studiare le popolazioni del defogliatore in pinete prossime a centri abitati o zone di interesse turistico, dove le eventuali esplosioni demografiche possono essere causa di problemi di salute pubblica a causa della diffusione dei peli urticanti delle larve. Ultimamente, la rete di monitoraggio per la processionaria è stata ampliata in considerazione della tendenza del lepidottero ad espandersi anche in zone in cui in precedenza risultava assente. Dal 1996 è iniziato un ciclo di monitoraggio della monaca nei boschi di conifere dell area montana; questa specie non ha precedenti di pullulazione nel Friuli Venezia Giulia, ma la comparsa di gravi episodi parassitari nelle peccete del Trentino e del Sud Tirolo negli anni 80 e 90 ha suggerito di provare a saggiare la consistenza delle popolazioni dell insetto anche nei boschi della nostra Regione. Le trappole a feromoni vengono impiegate anche per il bostrico tipografo (Ips typographus), controllato in permanenza in quattro boschi a rischio, ai quali si aggiun- 27

ERSA_5_02_1_32.qxd 11/12/2002 15.49 Pagina 28 gono ogni anno altre località nelle quali vi siano stati forti attacchi dell insetto o schianti di abete rosso non esboscati nell anno precedente (Foto 10). Infine la vespa defogliatrice dell abete rosso (Cephalcia arvensis) viene seguita nella foresta regionale del Cansiglio con 10 trappole cromotropiche. In tutti i casi, le trappole vengono controllate direttamente dai forestali addetti al rilevamento fitosanitario, i quali raccolgono i dati a scadenza settimanale e li trasmettono al termine dell estate alla Direzione dove vengono elaborati. Conclusioni L archivio informatizzato dell Inventario Fitopatologico Forestale Regionale del Friuli Venezia Giulia conteneva, al dicembre 2001, 1335 schede validate distinte in 1271 segnalazioni di eventi imputabili ad agenti biotici e 64 schede per danni da eventi meteorici; per l anno 2002 invece i dati definitivi sulle segnalazioni effettuate dal personale forestale si avranno a fine anno. In otto anni di rilevamento (1994-2001) sono state censite 110 specie di insetti (due delle quali nuove per la fauna italiana), 3 specie di acari, 6 specie di mammiferi, 51 gruppi di funghi patogeni e 1 organismo batterico. I dati raccolti riguardano inoltre 53 specie arboree, 6 specie arbustive e ben 49 tipi forestali. Dopo i primi otto anni di attività dell Inventario è possibile comunque fare qualche sintetica considerazione generale in ordine allo stato di salute dei boschi del Friuli Venezia Giulia che, salvo qualche situazione particolare, si trovano nel complesso in Foto 9 - Larve di processionaria del pino mentre escono dal nido sericeo (foto F. Sterculc) Foto 10 - Controllo settimanale di una trappola a feromoni, posizionata in prossimità di una pecceta a rischio, per la cattura del coleottero scolitide Ips typographus (foto A. Missio) 28 condizioni fitosanitarie soddisfacenti. Nel periodo di osservazione i diversi agenti di danno attivi a livello delle chiome (insetti che si nutrono delle foglie e malattie causate da funghi o altri organismi) hanno danneggiato in media una superficie di circa 1400 ettari di boschi all anno, pari al 0,5% del totale della superficie boscata della Regione (che ammonta a circa 285000 ettari). Se si esaminano i danni causati da agenti che hanno provocato la morte degli alberi (si tratta soprattutto di marciumi radicali o attacchi di insetti che si nutrono dei tessuti vivi sotocorticali) si osserva che mediamente ogni anno viene registrata la perdita di 1600 m 3 di volume legnoso in piedi, pari al 1% del totale delle utilizzazioni forestali eseguite ogni anno e allo 0,2 % della crescita legnosa annua. Per quanto riguarda le perdite di legname a causa di eventi meteorici avversi, principalmente schianti da vento, nel solo biennio 2000-2001 il recupero di legname ammontava a circa 5300 m 3 all anno, pari al 3% delle utilizzazioni ordinarie. Si tratta in entrambi i casi di valori molto contenuti, dai quali è però possibile iniziare a delineare le condizioni di base dei boschi della Regione, vale a dire le soglie che permettono di discriminare l incidenza naturale degli agenti avversi da quella patologica, che assume un carattere anomalo per intensità o durata dei fenomeni e può risultare di pregiudizio alla produzione legnosa o alle funzioni sociali delle foreste gestite. Infine, un altro prodotto importante di questo programma è legato alla divulgazione dei risultati. Oltre alle comunicazioni scientifiche, che vengono presentate in occasione di convegni e congressi in sede nazionale e internazionale, ogni anno la Direzione Regionale delle Foreste pubblica i rapporti annuali sulle condizioni fitosanitarie dei boschi sul sito ufficiale della Regione.