Rendiconto della Gestione al 30 dicembre 2014 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato denominato BancoPosta Obbligazionario



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Rendiconto della Gestione al 30 dicembre 2014 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato denominato BancoPosta Obbligazionario Giugno 2015 istituito da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR

INDICE Parte Generale Premessa 1 Considerazioni generali 1 Mercati 3 Prospettive 6 Regime di tassazione 6 Parte Specifica Relazione degli Amministratori Politica di gestione Linee strategiche Eventi successivi alla chiusura dell esercizio Attività di collocamento delle quote Schemi contabili Situazione Patrimoniale Sezione Reddituale Nota Integrativa Relazione della Società di Revisione

Premessa Il Rendiconto della Gestione al 30 dicembre 2014 (ultimo giorno di borsa italiana aperta dell esercizio 2014) del fondo comune di investimento mobiliare aperto armonizzato denominato BancoPosta Obbligazionario Giugno 2015, istituito da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR (Società Promotrice) e gestito da BNP Paribas Investment Partners SGR (Società Gestore), è stato redatto dalla Società Gestore in conformità alle disposizioni emanate dalla Banca d Italia con Regolamento dell 8 maggio 2012 e successive modifiche. La Società Gestore assume piena responsabilità sulla completezza e sulla veridicità dei dati e delle informazioni contenute nel presente documento. Il Rendiconto della Gestione si compone di una Situazione Patrimoniale, di una Sezione Reddituale e di una Nota Integrativa. Esso è accompagnato dalla Relazione degli Amministratori della Società Gestore che fornisce, tra l altro, indicazioni sia sulla politica di investimento seguita nella gestione del patrimonio dei fondi nel corso dell anno sia sulle prospettive di investimento e dalla Relazione della Società di Revisione incaricata della revisione legale del fondo ai sensi dell art. 9 del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 e dell art. 14 del D.Lgs 27 gennaio n. 39. Considerazioni generali La dinamica dell economia globale nel corso del 2014 è stata caratterizzata da una espansione limitata, inferiore alle attese, in linea con il 2013. Dopo una crescita nel primo semestre dell anno inferiore alle previsioni l attività economica ha ripreso vigore in USA e nel Regno Unito, mentre è rimasta debole in Europa, Giappone e sostanzialmente stabile nelle economie emergenti. Stando alle stime più recenti del FMI, la crescita globale, significativamente condizionata anche dal persistere di tensioni geopolitiche sia in medio oriente che tra Russia e Ucraina, dovrebbe attestarsi a fine 2014 intorno al 3,3%, ancora trainata dai paesi emergenti (4,4%), mentre i principali paesi OCSE dovrebbero mantenere un andamento più moderato: USA +2,2%, Europa 0,8%, Giappone +0,9% (Fonte FMI World Economic Outlook, ottobre 2014). Lo sfasamento nell evoluzione del ciclo economico, in particolare tra Area Euro e USA, ha comportato un progressivo disallineamento delle politiche monetarie - ancor più espansiva nell Area Euro, in graduale normalizzazione negli Stati Uniti testimoniato dalla prosecuzione della fase di attivismo delle Banche Centrali che già aveva caratterizzato gli ultimi anni. La BCE, per contrastare il rischio di un periodo prolungato di inflazione troppo bassa e per sostenere il credito e l attività economica, ha ridotto i tassi ufficiali ai minimi storici, adottando nuove misure non convenzionali di politica monetaria indirizzate a favorire l afflusso di credito all economia. La FED, invece, potendo contare su uno scenario economico in via di consolidamento e uno scenario inflazionistico sotto controllo, ha proseguito nel processo di rimozione dello stimolo monetario (Tapering), preparando le condizioni per una inversione della politica monetaria la cui gestione dovrebbe comunque essere prudente e graduale. Stati Uniti In USA, dopo la contrazione del primo trimestre il PIL è tornato a crescere nel secondo, sostenuto in primis dal contributo della domanda interna. L attività ha continuato a consolidarsi contribuendo alla netta ripresa del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione che è progressivamente sceso verso la soglia del 6% per poi superarla verso il basso (5,8% a novembre). Dopo un primo semestre di contenuto aumento, l indice dei prezzi al consumo è sceso nella seconda parte dell anno anche per via del consistente calo dei prezzi dei prodotti energetici; l inflazione di riferimento per la FED, misurata dal deflatore dei consumi al netto dei prodotti energetici e alimentari, è rimasta piuttosto stabile poco al di sotto dell 1,5%. Tali dinamiche hanno permesso alle autorità monetarie di proseguire con il processo di normalizzazione delle condizioni monetarie, che si è sviluppato riducendo progressivamente gli acquisti mensili di mortgage-backed securities (MBS) e di obbligazioni del Tesoro a lungo termine fino ad annullarli completamente. La FED ha comunque tenuto a mantenere invariata la propria 1

forward guidance, ribadendo che il processo di inversione della politica monetaria verso una fase restrittiva resta improntato a criteri di gradualità e prevedibilità. Area Euro In Europa la ripresa ha perso progressivamente slancio, le prospettive di crescita sono state ripetutamente riviste al ribasso sia per l intera area nel suo complesso che per le principali economie e l inflazione ha continuato a diminuire. L attività economica non ha praticamente registrato progressi (0,3 % nel primo trimestre, 0,1% nel secondo e 0,2% nel terzo trimestre); l interscambio con l estero ha fornito un contributo appena positivo, mentre l apporto della domanda interna è stato sostanzialmente nullo, a causa del calo degli investimenti, della crescita modesta dei consumi e del contributo neutro delle scorte. Il prodotto interno lordo si è mantenuto comunque sopra la media dell Area Euro in Germania (dove il ciclo si è indebolito fino a contrarsi nel secondo trimestre, per poi riprendere nella seconda metà dell anno), è sceso in territorio negativo in Italia, ha ristagnato in Francia, mentre è cresciuto oltre le attese in Spagna e nei Paesi Bassi. In tale scenario l inflazione ha raggiunto in media livelli eccezionalmente bassi, scendendo in termini aggregati fino a 0,3% in settembre e in novembre, raggiungendo minimi storici anche al netto delle componenti più volatili (0,7% in novembre), causando una serie di revisioni al ribasso anche delle prospettive a medio termine ( le ultime previsioni ufficiali parlano di 0,7% nel 2015 e l 1,3% nel 2016). Per contrastare il rischio di un periodo prolungato di inflazione troppo bassa, lontana dal target del 2% la BCE ha ridotto il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali a giugno e a settembre portandolo da 0,25% a 0,05% (e nel contempo ha ulteriormente diminuito il tasso sulla deposit facility, negativo già da giugno, portandolo a -0,20). Le autorità monetarie hanno inoltre varato un programma di acquisti di titoli emessi a seguito della cartolarizzazione di crediti bancari a imprese e famiglie (Asset-Backed Securities Purchase Programme) e obbligazioni bancarie garantite (Covered Bond Purchase Programme). Tale programma, iniziato durante il quarto trimestre di quest anno, proseguirà per i prossimi due anni e insieme alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Long Term Repo Operations, TLTRO), contribuirà all erogazione del credito all economia e ad ampliare in misura significativa il bilancio dell Euro sistema. Il Presidente della BCE, Mario Draghi, pur ribadendo in più occasioni la necessità che i paesi migliorino l efficienza del processo di riforme strutturali e perseguano politiche fiscali con l obiettivo di riequilibrare nel medio termine i principali indicatori di stabilità del debito, ha confermato l impegno della BCE di ricorrere, se necessario, ad ulteriori interventi non convenzionali che si pensa possano includere anche acquisto diretto di titoli del debito pubblico dei paesi dell area (c.d. Quantitative Easing). La fine del 2014 ha visto anche i risultati dell esercizio di valutazione approfondita (Comprehensive Assessment) condotto dalla BCE e dalle autorità di vigilanza nazionali sulle maggiori banche dell Area Euro. L esercizio si basa su un analisi della qualità degli attivi (Asset Quality Review, AQR), volta a verificare l adeguatezza delle politiche di accantonamento delle banche, e su uno stress test, ovvero una valutazione della capacità degli intermediari di resistere a eventuali shock macroeconomici avversi. L esercizio, propedeutico all inizio dell operatività del Meccanismo di vigilanza unico (Single Supervisory Mechanism, SSM) europeo, ha messo in evidenza, con alcune eccezioni, una solidità del sistema bancario dell area dell euro, in grado di rafforzare la capacità di contribuire a finanziare l economia, nonostante durante il 2014 sia proseguita la contrazione dei prestiti alle imprese, la crescita dei prestiti alle famiglie sia rimasta contenuta, e la dinamica dei principali aggregati monetari piuttosto debole. UK Nel Regno Unito il prodotto ha accelerato tornando ai livelli pre-crisi; la favorevole fase congiunturale unita ad uno scenario inflazionistico sotto controllo ha permesso alla Banca Centrale d Inghilterra di lasciare invariati il tasso di riferimento (0,5 per cento) e la quantità di attività finanziarie acquisite nell ambito dell Asset Purchase Programme (375 miliardi di sterline). Sulla base delle valutazioni più recenti del Monetary Policy Committee i segnali positivi provenienti dal mercato del lavoro caratterizzato da un tasso di disoccupazione in costante discesa dall inizio dell anno e pari in agosto al 6% indicano un 2

progressivo riassorbimento della capacità produttiva inutilizzata, che permetterà al ciclo economico di stabilizzarsi progressivamente su livelli vicini all equilibrio. Giappone In Giappone la forte contrazione del PIL nel secondo trimestre del 2014 ha più che compensato la crescita in quello precedente, quando l aumento delle imposte indirette aveva indotto un anticipo delle decisioni di spesa. Nella seconda metà dell anno il prodotto ha solo in parte recuperato la significativa perdita restando comunque in territorio negativo. La Banca del Giappone ha mantenuto invariato il programma di espansione della base monetaria incentrato sull acquisto di obbligazioni pubbliche a lunga scadenza. Cina Tra le principali economie emergenti, in Cina il PIL ha rallentato leggermente mantenendosi nell intorno del 7,5% a causa dell indebolimento della domanda interna, non completamente compensato dalla ripresa di quella estera, oltre che della generalizzata debolezza del comparto immobiliare. Mercati Per quanto riguarda i mercati finanziari, il 2014 è stato un anno positivo per tutti i principali listini azionari internazionali che hanno così proseguito nella fase di rialzo intrapresa negli ultimi anni, anche se in alcuni periodi dell anno si è assistito a prese di profitto determinate anche da alcune tensioni geopolitiche internazionali. In valuta locale ed al netto dei dividendi, l indice statunitense S&P 500 ed il giapponese Nikkey 225 hanno guadagnato rispettivamente il 13% ed il 7,12% il listino europeo Eurostoxx 50 e l HSI di Hong Kong si sono limitati ad una crescita di 1,13% e di 1,10%. In tale scenario, i listini statunitensi e quello tedesco hanno raggiunto nuovi massimi storici con lo S&P500 sopra i 2.080 punti, il Dow Jones sopra i 18.000 punti e il Dax tedesco sopra i 10.000 punti, mentre il listino nipponico (rappresentato dal Nikkey 225) ha conseguito i massimi dal 2007. Le motivazioni sottostanti tali andamenti positivi differiscono a seconda delle aree geografiche in maniera significativa. Negli USA lo S&P 500 è stato sostenuto da buoni risultati societari e soprattutto dal continuo miglioramento dello scenario macroeconomico domestico con una crescita in via di consolidamento (come evidenziato anche dai dati sul PIL e sull occupazione), che ha favorito la progressiva normalizzazione della politica monetaria da parte della FED. La debole performance dei mercati azionari europei (sintetizzata dall EuroStoxx50) ha risentito in generale della debolezza dei dati macroeconomici nell Area Euro (che ha causato anche la revisione al ribasso delle previsioni a medio termine su crescita e inflazione da parte della BCE) e, con particolar riferimento ad alcuni paesi periferici, anche delle tensioni geopolitiche tra Ucraina e Russia. Relativamente a quest ultima, il crollo delle quotazioni del petrolio nella parte finale del 2014 (il WTI è sceso sotto i 55 dollari al barile) ha alimentato dubbi sulla sostenibilità finanziaria del paese così come testimoniato anche dalla consistente svalutazione del Rublo russo. Tali elementi negativi per i listini azionari europei sono stati compensati dall atteggiamento particolarmente accomodante della politica monetaria della BCE (con attese di ulteriori azioni espansive e non convenzionali nel 2015), le cui manovre hanno favorito anche una significativa svalutazione dell Euro vs USD nella parte finale del 2014. In Giappone l andamento positivo del mercato azionario è da ricondursi principalmente alla politica monetaria espansiva della Banca Centrale del Giappone (BoJ) che ha determinato anche una svalutazione dello Yen vs USD, svalutazione che favorisce i conti delle società esportatrici. Infine, l andamento sostanzialmente invariato del mercato azionario di Hong Kong è imputabile principalmente al lieve indebolimento del quadro economico e finanziario cinese, con tassi di crescita dell economia moderatamente inferiori rispetto agli ultimi anni. Con riferimento al mercato dei titoli governativi europei il 2014 è stato caratterizzato da un significativo trend di discesa dei rendimenti in tutti i paesi ad eccezione della Grecia. Al movimento di ribasso dei rendimenti si è accompagnata una sostanziale riduzione della volatilità. Nel corso dell anno la BCE 3

ha avuto un ruolo centrale per il mercato governativo europeo, attraverso l adozione di misure convenzionali e non, in crescendo a partire dalla seconda parte dell anno. Infatti, mentre nel I semestre l autorità monetaria europea ha definitivamente fugato il rischio di disgregazione dell Area Euro, agendo sulla forward guidance, a partire dal mese di giugno sono state ratificate nuove misure espansive di politica monetaria, tra cui il taglio del costo del denaro, progressivamente giunto a 0,05%, la riduzione del tasso sui depositi, divenuto negativo (-0,20%), e la sospensione della sterilizzazione del Securities Market Program. Nonostante ciò, i dati macroeconomici costantemente inferiori alle attese, sia sul fronte della crescita che dell inflazione, hanno determinato la discesa dei rendimenti governativi, spingendo la BCE ad attuare misure nuove non convenzionali che determineranno anche un ampliamento del bilancio (da 2000 miliardi di Euro attuali a 3000 miliardi, livello raggiunto nel 2012) attraverso l acquisto di covered bond, ABS e nuove LTRO finalizzate a stimolare la ripresa economica attraverso l incentivazione dei prestiti dalle banche e alla piccola e media impresa. L obiettivo di espansione del bilancio della BCE è stato tuttavia percepito dagli operatori del mercato di difficile raggiungimento, se non si includono tra gli strumenti acquistabili anche quelli più liquidi, come i corporate bond ed i titoli di stato. Contestualmente sia i dati correnti dell inflazione (scesa da 0,8% di fine 2013 a 0,3% a novembre 2014) che le misure delle aspettative di lungo periodo (che dal mese di settembre hanno definitivamente abbandonato il target di stabilità dei prezzi del 2% previsto dalla BCE riducendosi fino a 1,7% circa a fine 2014) hanno continuato a diminuire, anche per effetto della significativa discesa del prezzo del petrolio, diminuito da 99$ il barile a fine 2013 a 54$ al 30/12/2014. Lo scenario di stagnazione della crescita ed il progressivo aumento dei rischi di deflazione (già evidenti nei paesi periferici) hanno determinato una significativa discesa dei rendimenti dei titoli di Stato in tutti i paesi dell area sia core che periferici, con il Bund 10y che è sceso da 1,3% a fine 2013 a 0,54%, minimo assoluto, così come il BTP 10y da 4,09% di dicembre 2013 a 1,88%. Le attese del proseguimento della politica monetaria espansiva della BCE per un periodo di tempo ancora lungo, che probabilmente impegnerà la Banca Centrale per il prossimo biennio, hanno inoltre contribuito ad un appiattimento delle curve dei titoli di stato. Le scadenze brevi fino a 3y nei paesi core e semicore, Germania, Francia e Olanda, si sono portate a livelli di rendimento negativi, mentre quelle medio lunghe, da 5 a 30 anni, sono state caratterizzate da un movimento di riduzione più significativo per effetto sia delle limitate prospettive di crescita ed inflazione che dell allungamento sulla curva degli investitori, alla ricerca di rendimenti più elevati. A rimuovere progressivamente il rischio di disgregazione dell'euro hanno contribuito sia la BCE che l uscita di Irlanda e Portogallo dal piano di aiuti congiunto ESM/FMI, nonché il loro ritorno al finanziamento attraverso il mercato primario e secondario con successo. In questi Paesi ed in Spagna le riforme strutturali (in particolare quelle relative al mercato del lavoro) hanno iniziato a manifestare gli effetti positivi sulla crescita. In Grecia invece, sul finire dell anno, sono riemersi rischi politici per effetto del fallimento delle elezioni presidenziali anticipate e la successiva dichiarazione di elezioni governative a gennaio 2015, tali eventi hanno riportato volatilità su tutta la periferia ed un significativo flusso di vendite sui governativi greci. Anche le agenzie di rating hanno premiato i Paesi che hanno portato avanti con maggiore celerità il programma di riforme strutturali, ed in particolare quelle relative al mercato del lavoro, che dovrebbero determinare una maggiore flessibilità ed un incremento della competitività. Tra questi da evidenziare l aumento del merito creditizio di Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia e Cipro, mentre i Paesi ad essere penalizzati con un declassamento sono stati Francia e Italia, quest ultima, in particolare, caratterizzata oltre che da una significativa lentezza nell attuazione delle riforme, anche da un ingente peso dell indebitamento pubblico. Il sentiero di normalizzazione delle condizioni macroeconomiche e finanziarie dei paesi periferici e la ricerca di rendimenti più elevati hanno determinato un significativo restringimento degli spread tra i rendimenti dei paesi core e periferici su tutte le scadenze (ad esempio lo spread BTP Bund sulla scadenza 10 anni è diminuita da 216 punti base di fine 2013 a 134 p.b. alla fine del 2014). In USA nel corso del 2014 la FED si è focalizzata sul miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro non soltanto in termini di tasso di disoccupazione, che si è progressivamente ridotto fino al 5,8%, ma anche in termini di altri parametri, tra cui il numero di nuovi occupati del settore non agricolo ed il tasso di partecipazione della forza lavoro. 4

Nonostante la forza del mercato del lavoro e i dati positivi relativi alla crescita, dopo aver concluso il Tapering ad ottobre, la FED ha espresso la preoccupazione che rischi di rallentamento della crescita a livello globale possano in qualche modo inficiare l economia statunitense, così come contestualmente, la contrazione delle quotazioni petrolifere possa raffreddare eventuali spinte inflazionistiche. Pertanto nella riunione di dicembre la FED ha continuato ad essere cauta nel delineare il percorso di normalizzazione della politica monetaria, che sarà gestito in maniera graduale e, probabilmente, in maniera attiva solo a partire dal secondo semestre 2015. Questo atteggiamento dell autorità monetaria USA ha determinato una discesa dei rendimenti dei titoli governativi (con il Treasury 10y che è sceso da 2,97% di fine 2013 a 2,19% al 30/12/2014). La moderazione della FED nel procedere ad una politica di normalizzazione dei tassi probabilmente è stata influenzata anche dal trend ancora significativamente espansivo della politica monetaria di BCE e BOJ: anche quest ultima infatti nel mese di ottobre ha rafforzato il programma di Quantitative and Qualitative Easing (QQE). Con riferimento al mercato dei corporate bond, nel corso del 2014 si è verificata complessivamente una riduzione degli spread di credito. Gli indici Itraxx si sono riportati su livelli di spread sperimentati tra 2007 e 2008, prima del fallimento Lehman Brothers: nello specifico l indice Itraxx Main ha terminato l anno a 63 bps (a fine 2013 era a 70 bps), mentre l indice Itraxx su Senior Financials ha terminato l anno a 67 bps (a fine 2013 era a 87 bps). L indice Itraxx Crossover con scadenza 5 anni, invece, ha registrato un restringimento da inizio 2014 a fine settembre 2014 di 30bps circa (diminuzione da 287 bps a 257 bps). Si segnala che l indice Crossover ha terminato l anno a 344 bps, molto più alto rispetto ai mesi precedenti: la ragione è di natura tecnica ed è da attribuire alla nuova definizione del paniere sottostante l indice, avvenuta ad inizio ottobre 2014 (immediatamente dopo la nuova definizione del paniere, l indice è aumentato a 335 bps). Complessivamente nel corso dell anno si è assistito, oltre che ad una riduzione degli spread di credito, anche ad un movimento di riduzione dei rendimenti risk free, riconducibile a bassi livelli di inflazione, politiche monetarie ancora espansive e tensioni di carattere geo-politico. Nello stesso periodo si è verificato inoltre un graduale ritorno degli investitori non domestici sui paesi periferici dell Euro zona, associato ad una compressione degli spread, quest ultima legata alla politica monetaria espansiva della BCE, al lieve miglioramento del quadro economico globale e alla riduzione dei rischi sistemici. L esito positivo del Comprehensive Assessment di BCE/EBA ha delineato un quadro di sostanziale stabilità del sistema bancario europeo: banche che risultano ben patrimonializzate anche in condizioni congiunturali estreme, in concomitanza delle manovre espansive che sta realizzando la BCE (con possibilità di ulteriore ampliamento), dovrebbero ricominciare a prestare anche a società al di sotto dell Investment grade o con un rating più basso, contribuendo a ricreare condizioni positive per la crescita economica. Infine la ricerca di rendimento da parte degli investitori ha privilegiato le classi di rating di qualità meno elevata e le scadenze più lunghe, segnalando il forte interesse da parte degli investitori anche verso le nuove emissioni collocate sul mercato primario. PRINCIPALI INDICI DI MERCATO Azionario Variazioni* USA S&P 500 Index (Dollaro USA) 13,00% Dow Jones (Dollaro USA) 8,96% Nasdaq (Dollaro USA) 15,00% Europa Eurostoxx 50 Index (Euro) 1,13% DAX Index (Euro) 2,65% CAC 40 Index (Euro) -0,71% FTSE 100 (Sterlina) -2,74% Pacifico Nikkei (Yen) 7,12% Hang Seng Index (Dollaro HKD) 1,10% Italia FTSE Mib (Euro) 0,23% 5

Obbligazionario Variazioni** Europa Germania 1-3 anni (Euro) 0,65% Germania 3-5 anni (Euro) 3,49% Germania 7-10 anni (Euro) 13,34% Italia Italia 1-3 anni (Euro) 2,77% Italia 3-5 anni (Euro) 8,07% Italia 7-10 anni (Euro) 19,39% Corporate Europa Citigroup Eurobig 1-3 2,07% Citigroup Eurobig 3-5 5,03% Citigroup Eurobig 7-10 15,12% * Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2013 al 30 dicembre 2014, (fonte Bloomberg). **Variazioni complessive calcolate in base ai livelli degli indici di settore Citigroup, (fonte Bloomberg); gli indici obbligazionari sono rappresentativi dell andamento dei titoli con scadenza all interno del segmento considerato (1-3 anni, 3-5 anni, 5-10 anni). Per quanto riguarda le divise e in particolare la valuta europea, il 2014 è stato caratterizzato complessivamente da un movimento di significativo deprezzamento dell euro rispetto al dollaro USA, soprattutto nel secondo semestre. Nei primi sei mesi abbiamo infatti assistito ad una fase di sostanziale stabilità dell Euro, che ha oscillato all interno di un intervallo compreso tra 1,35 e 1,40 rispetto al Dollaro. La seconda parte dell anno è stata invece caratterizzata da un progressivo indebolimento della valuta europea, motivato principalmente dalla politica monetaria espansiva condotta dalla BCE (in procinto di realizzare con elevata probabilità un piano di Quantitative Easing tradizionale) e dalla graduale rimozione delle misure espansive da parte della FED. Nello specifico, il cambio Euro-Dollaro ha registrato nel secondo semestre del 2014 una diminuzione da 1,369 di fine giugno a 1,216 di fine 2014 (deprezzamento del 10% circa). Complessivamente nel corso del 2014 l Euro si è deprezzato rispetto al Dollaro del 13% circa (il tasso di cambio è passato da 1,38 di fine 2013 a 1,216 di fine 2014). PRINCIPALI TASSI DI CAMBIO CONTRO EURO Variazioni* Dollaro USA/Euro 13,48% Yen/Euro -0,15% Sterlina/Euro 6,94% *Variazioni dei prezzi dal 30 dicembre 2013 al 30 dicembre 2014 - fonte Bloomberg WMCompany London 16:00. Prospettive Nel 2015 l economia globale continuerà ad espandersi su un sentiero relativamente più solido del 2014. In USA la crescita reale dovrebbe stabilizzarsi su livelli più vicini alla media di lungo periodo in uno scenario inflazionistico sotto controllo: il tasso di inflazione uscirà ancora compresso dal 2014, significativamente condizionato dal prezzo del petrolio per poi aumentare progressivamente durante il prossimo anno spinto da motori più endogeni al sistema, legati in particolare alle dinamiche del mercato del lavoro. La FED, una volta riportato in equilibrio il livello di liquidità procederà gradualmente all inversione di trend della politica monetaria che diventerà più restrittiva. In Europa i rischi sull evoluzione del ciclo economico e dell inflazione restano al ribasso. Come più volte ribadito la BCE utilizzerà nuove misure espansive necessarie per ricondurre l inflazione in tempi adeguati verso il target del 2% e ancorarne le aspettative di medio lungo termine. Il progressivo indebolimento in atto della valuta europea, in particolare contro il dollaro USA, dovrebbe contribuire a stimolare la crescita in Euro zona ed eliminare definitivamente i rischi di deflazione. Lo scenario descritto potrebbe risultare progressivamente meno favorevole per i mercati obbligazionari dei titoli di stato in particolare per quello USA. Tra i rischi maggiori a livello globale permangono le incertezze legate ad alcune economie emergenti ed in particolare alla Russia, recentemente colpita dal crollo del prezzo del petrolio e della propria divisa. Regime di tassazione Per la trattazione dell argomento si rimanda alla sezione del sito: http://www.bancopostafondi.it/fiscalita.shtml. 6

FONDO BANCOPOSTA OBBLIGAZIONARIO GIUGNO 2015 Relazione degli Amministratori Politica di gestione Il fondo ha realizzato nell anno una performance del -1,79% espressa al lordo dell effetto fiscale. Nel mese di gennaio, è stato distribuito un provento ( 0,1375 per singola quota), pertanto la performance total return, comprensiva dell impatto del provento distribuito, è pari a 0,79% circa nel corso dell anno 2014. In relazione allo stile di gestione adottato, non è possibile individuare un parametro di riferimento (benchmark) rappresentativo della politica d investimento posta in essere. In USA dopo una prima fase di debolezza, il ciclo economico si è progressivamente consolidato, supportato anche dal miglioramento del mercato del lavoro, in uno scenario inflazionistico sotto controllo e condizionato dalla significativa discesa del prezzo del petrolio e dall apprezzamento del dollaro che ha caratterizzato in particolare la seconda parte dell anno. Il disallineamento in termini di ciclo economico tra gli USA e l Eurozona si è manifestato sempre più nettamente, dato che in area Euro la congiuntura ha continuato a ristagnare in un contesto di inflazione molto bassa e distante dal target della BCE. Ciò ha comportato un approccio diverso di politica monetaria che ha visto la FED diventare neutrale (con la fine del Tapering) in vista di una fase restrittiva di politica monetaria, mentre la BCE, dopo aver operato direttamente sui tassi di interesse di riferimento (che hanno raggiunto i minimi storici), ha pianificato una serie di interventi espansivi indiretti volti a supportare il circuito creditizio e in seconda battuta l economia reale. Tale contesto ha favorito un andamento positivo del mercato obbligazionario europeo. Come previsto dalla politica di investimento, lo stile di gestione è stato orientato al tendenziale mantenimento del portafoglio costituito da titoli obbligazionari con vita residua media prossima all orizzonte temporale del fondo e dunque con vita residua decrescente con il trascorrere del tempo. Nel corso dell anno sono state effettuate operazioni su titoli anche ai fini della gestione della politica distributiva. Inoltre nel corso del periodo non sono state effettuate operazioni di copertura del rischio di credito mediante strumenti derivati. Al 30 dicembre 2014, il portafoglio è investito al 55,27% in emissioni societarie, al 43,61% in emissioni governative italiane e all 1,11% in liquidità. Con riferimento alla componente obbligazionaria societaria (27 emissioni su un totale di 33, ciascuna con un peso inferiore al 4,5% circa), il portafoglio è investito in emissioni del settore finanziario (circa il 18,8%), telecomunicazioni (circa il 10,6%), consumi durevoli (circa l 8,7%), servizi di pubblica utilità (circa il 7,4%), consumi discrezionali (circa il 3,9%), energetico (circa il 3,7%) e materie prime (circa il 2,1%). Con riferimento alla componente investita in obbligazioni governative, il portafoglio al 30 dicembre 2014 è investito in sei emissioni dello Stato italiano (circa il 43,61%). Dal punto di vista del rischio paese, il portafoglio nel suo complesso è investito principalmente in emissioni dell Unione Europea (Italia circa il 55,4%, Francia circa il 16%, Germania circa il 5,7%, Regno Unito circa il 6,7%, Spagna circa il 10,1%, Paesi Bassi circa il 4,5%, Svezia circa lo 0,3%) e in via residuale in emissioni non UE denominate in euro (Norvegia circa l 1,3%). Al 30 dicembre 2014, la duration del portafoglio è pari a 4 mesi circa. Per quanto riguarda la suddivisione per classi di rating (scala S&P), il portafoglio a fine dicembre è esposto a titoli con rating pari ad AA- (1,30% circa), pari ad A+ (2,25% circa), pari ad A (11,78% circa), pari ad A- (7,05% circa), pari a BBB+ (8,05% circa), pari a BBB (16,73%), pari a BBB- (52,84% circa). Con riferimento al merito creditizio dei titoli presenti in portafoglio, nel corso del periodo di riferimento sono state effettuate dalle agenzie di rating variazioni di giudizio su una serie di emittenti in portafoglio con una valutazione finale che su tutte le emissioni interessate, alla data di riferimento del presente Rendiconto, è rimasta comunque pari a Investment Grade. Le prime cinque posizioni a cui risulta esposto il portafoglio sono il BTP giugno 2015 con un peso del 28,5% circa (rating dell emittente pari a BBB- per S&P, pari a Baa2 per Moody s e BBB+ per Fitch), il BTP marzo 2015 con un peso del 9,2% circa, il BTP aprile 2015 con un peso di circa il 5,9%, il titolo Intesa Sanpaolo aprile 2015 con peso pari al 4,2% circa (rating pari a BBB- per S&P e pari a Baa2 per Moody s), il titolo BBVA aprile 2015 con peso pari a circa il 2,5% (rating pari a BBB per S&P, Baa2 per Moody s e A- 7

per Fitch). Il rating più basso presente in portafoglio è pari a BBB- (secondo scala S&P) con una percentuale del 52,84% (Governativi Italiani, Banca Intesa, Metro AG, Royal KPN). Con riferimento alle emissioni governative, il 5 dicembre 2014 l agenzia di rating Standard & Poors ha abbassato di un notch il rating della Repubblica italiana da BBB a BBB- con otulook stabile, le agenzia di rating Moody s e Fitch hanno migliorato l outlook sull Italia da Negativo a Stabile, rispettivamente lo scorso 14 febbraio e lo scorso 25 aprile, con giudizio di rating pari a Baa2 per Moody s e BBB+ per Fitch. La performance total return del fondo nel periodo di riferimento è stata positiva. Tale andamento è attribuibile principalmente al rendimento cedolare del portafoglio titoli. Più nello specifico, contribuiscono positivamente alla performance sia la componente governativa sia la componente societaria, con un contributo leggermente maggiore della componente societaria. Con riferimento alla componente societaria risultano positivi i contributi di tutti i settori, in particolare il settore finanziario e delle telecomunicazioni. Tra gli emittenti societari il maggior contributo positivo deriva nel settore finanziario da Intesa Sanpaolo e BBVA; da Telefonica e Royal KPN nel settore delle telecomunicazioni. Nel corso dell'esercizio, rispetto al gruppo di appartenenza di BNP Paribas Investment Partners SGR SpA (Società Gestore): sono state effettuate compravendite di strumenti finanziari con controparti del gruppo in percentuale pari al 13,95% rispetto al totale delle operazioni, non sono state effettuate compravendite di strumenti finanziari, diversi dagli OICR, emessi da società del gruppo e non sono stati sottoscritti strumenti finanziari collocati da società del gruppo. Poste Italiane S.p.A. Società con socio unico - Patrimonio BancoPosta, società controllante BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, rappresenta il Collocatore unico delle quote dei fondi comuni di investimento promossi e/o gestiti da BancoPosta Fondi S.p.A. SGR. Tabella per Tipologia di Emissione e per Paesi Italia Francia Spagna Regno Unito Germania Altri Paesi Obbligazioni societarie 11,32% 16,05% 10,05% 6,68% 5,69% 6,11% Obbligazioni con collaterale - - - - - - Obbligazioni governative 44,10% - - - - - Peso Totale 55,43% 16,05% 10,05% 6,68% 5,69% 6,11% Nota: le percentuali rappresentate sono calcolate rispetto al portafoglio titoli. Linee strategiche Fino al termine dell orizzonte temporale (giugno 2015) la politica di investimento è orientata al tendenziale mantenimento della attuale composizione di portafoglio. I titoli sono tendenzialmente detenuti fino alla loro naturale scadenza e costantemente monitorati. Per finalità di contenimento del rischio complessivo e per l efficienza gestionale del fondo il gestore potrà effettuare sostituzioni dei titoli stessi o strategie di copertura del rischio di credito. Eventi successivi alla chiusura dell esercizio In data 1 gennaio 2015 hanno acquisito efficacia le seguenti modifiche regolamentari: - riunione, in capo a BancoPosta Fondi S.p.A. SGR, delle funzioni di promozione e di gestione del fondo; - aggiornamento dei numeri di iscrizione all albo delle SGR, di recente mutati in seguito all evoluzione del quadro normativo di riferimento, scaturente dal recepimento della Direttiva 2011/61/UE; - possibilità di prevedere per la SGR di escludere o limitare la titolarità diretta o indiretta delle quote del fondo da parte di Soggetti Statunitensi («U.S. Person» secondo la definizione contenuta nella "Regulation S" - Rules Governing Offers and Sales Made Outside the United States Without Registration Under the Securities Act of 1933 come tempo per tempo modificata). 8

Nel periodo successivo alla chiusura dell esercizio, in data 12 gennaio 2015, il Consiglio di Amministrazione della SGR Gestore ha deliberato di distribuire l importo di 0,1300 per ciascuna delle quote in circolazione alla data del 12 gennaio 2015 per un importo complessivo di 2.710.135, in accordo con quanto previsto dal Regolamento del Fondo (Parte B Caratteristiche del prodotto, art. 2 Proventi, risultati della gestione e modalità di ripartizione). Tali importi, sono stati posti in pagamento a decorrere dal 15 gennaio 2015 contro stacco della cedola n. 4 per il tramite della Banca Depositaria BNP Paribas Securities Services. Attività di collocamento delle quote Nel corso dell esercizio 2014, trattandosi di Fondo non più in collocamento, non sono state effettuate nuove sottoscrizioni, ma solo operazioni di disinvestimento (realizzate totalmente attraverso gli sportelli del Collocatore, distribuiti omogeneamente sul territorio nazionale) e operazioni di reinvestimento dei proventi. Numero Quote Sottoscritte Importo Sottoscrizioni Importo Disinvestimenti Importo Raccolta Netta Poste Italiane 1.135,587 5.932,65 8.801.394,02-8.795.461,37 Totale collocato 1.135,587 5.932,65 8.801.394,02-8.795.461,37 Al 30/12/2014 i rapporti aperti per il fondo BancoPosta Obbligazionario Giugno 2015 erano 10.899 (tutti del collocatore Poste Italiane). 9

ATTIVITA A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI Situazione Patrimoniale al 30/12/2014 SITUAZIONE AL 30/12/2014 Valore % complessivo tot. attività 105.189.842 95,858 SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore % complessivo tot. attività 116.756.306 96,721 A1. Titoli di debito 105.189.842 95,858 116.753.170 96,718 A1.1 Titoli di Stato 47.652.988 43,425 44.411.459 36,791 A1.2 Altri 57.536.854 52,433 72.341.711 59,927 A2. Titoli di capitale A3. Parti di O.I.C.R. 3.136 0,003 B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI 1.007.770 0,918 1.047.560 0,868 B1. Titoli di debito 1.007.770 0,918 1.047.560 0,868 B2. Titoli di capitale B3. Parti di O.I.C.R. C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA 1.324.030 1,207 435.283 0,361 F1. Liquidità disponibile 1.323.688 1,207 434.866 0,361 F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 342 0,000 417 0,000 F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare G. ALTRE ATTIVITA 2.213.258 2,017 2.475.006 2,050 G1. Ratei attivi 2.213.258 2,017 2.475.006 2,050 G2. Risparmio d imposta G3. Altre TOTALE ATTIVITA 109.734.900 100,000 120.714.155 100,000 10

PASSIVITA E NETTO SITUAZIONE AL 30/12/2014 Valore complessivo SITUAZIONE A FINE ESERCIZIO PRECEDENTE Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI M1. Rimborsi richiesti e non regolati M2. Proventi da distribuire M3. Altri 50.200 45.603 4.597 57.473 55.620 1.853 N. ALTRE PASSIVITA N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati N2. Debiti d imposta N3. Altre 53.751 53.731 20 57.754 57.300 454 TOTALE PASSIVITA 103.951 115.227 VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 109.630.949 120.598.928 NUMERO DELLE QUOTE IN CIRCOLAZIONE 20.858.808,048 22.531.714,206 VALORE UNITARIO DELLE QUOTE 5,256 5,352 MOVIMENTI DELLE QUOTE NELL ESERCIZIO Quote emesse 1.135,587 Quote rimborsate 1.674.041,745 Le quote emesse sono relative ai proventi reinvestiti nel fondo per gli importi complessivamente spettanti ai singoli partecipanti non superiori a 10 connessi allo stacco cedola del 27 gennaio 2014. 11

SEZIONE REDDITUALE RENDICONTO AL 30/12/2014 RENDICONTO ESERCIZIO PRECEDENTE A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI A1. PROVENTI DA INVESTIMENTI A1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito A1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale A1.3 Proventi su parti di O.I.C.R. A2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI A2.1 Titoli di debito A2.2 Titoli di capitale A2.3 Parti di O.I.C.R. A3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE A3.1 Titoli di debito A3.2 Titoli di capitale A3.3 Parti di O.I.C.R. A4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 1.338.953 4.259.417 4.259.417-274.074-274.075 1-2.646.390-2.646.390 3.466.549 4.708.447 4.708.447 50.359 50.359-1.292.257-1.292.258 1 Risultato gestione strumenti finanziari quotati B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI 7.710 1.338.953-2.584 3.466.549 B1. PROVENTI DA INVESTIMENTI B1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito B1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale B1.3 Proventi su parti di O.I.C.R. B2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI B2.1 Titoli di debito B2.2 Titoli di capitale B2.3 Parti di O.I.C.R. B3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE B3.1 Titoli di debito B3.2 Titoli di capitale B3.3 Parti di O.I.C.R. B4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI 47.500 47.500-39.790-39.790 34.356 34.356-36.940-36.940 Risultato gestione strumenti finanziari non quotati C. RISULTATO DELLE OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI NON DI COPERTURA 7.710-2.584 C1. RISULTATI REALIZZATI C1.1 Su strumenti quotati C1.2 Su strumenti non quotati C2. RISULTATI NON REALIZZATI C2.1 Su strumenti quotati C2.2 Su strumenti non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI E. RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI E1. OPERAZIONI DI COPERTURA E1.1 Risultati realizzati E1.2 Risultati non realizzati E2. OPERAZIONI NON DI COPERTURA E2.1 Risultati realizzati E2.2 Risultati non realizzati E3. LIQUIDITA E3.1 Risultati realizzati E3.2 Risultati non realizzati 12

F. ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE F1. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE F2. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI Risultato lordo della gestione di portafoglio 1.346.663 3.463.965 G. ONERI FINANZIARI - 19-454 G1. INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI G2. ALTRI ONERI FINANZIARI - 19-454 Risultato netto della gestione di portafoglio H. ONERI DI GESTIONE - 505.050 1.346.644-560.229 3.463.511 H1. PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR H2. COMMISSIONI BANCA DEPOSITARIA H3. SPESE PUBBLICAZIONE PROSPETTI E INFORMATIVA AL PUBBLICO H4. ALTRI ONERI DI GESTIONE - 454.797-44.700-848 - 4.705-502.214-47.092-5.815-5.108 I. ALTRI RICAVI ED ONERI 63.164 88.410 I1. INTERESSI ATTIVI SU DISPONIBILITA LIQUIDE I2. ALTRI RICAVI I3. ALTRI ONERI 65.969-2.805 88.548-138 Risultato della gestione prima delle imposte L. IMPOSTE 904.758 2.991.692 L1. IMPOSTA SOSTITUTIVA A CARICO DELL ESERCIZIO L2. RISPARMIO D IMPOSTA L3. ALTRE IMPOSTE Utile dell esercizio 904.758 2.991.692 13

Nota Integrativa Parte A: Andamento del Valore della quota (1) : In relazione allo stile di gestione adottato, non è possibile individuare un parametro di riferimento (benchmark) rappresentativo della politica d investimento del fondo. La performance è espressa come total return, ossia comprensiva del reinvestimento del provento. Rendimento annuo del fondo (2) (2) : I dati di rendimento del fondo non includono i costi di sottoscrizione e rimborso a carico dell investitore e dal 1 luglio 2011 la tassazione a carico dell investitore. Nel prospetto seguente si illustrano alcuni dati relativi all andamento del valore della quota. Obbligazionario Giugno 2015 2014 2013 2012 Valore iniziale della quota 5,357 5,390 4,991 Valore finale della quota 5,256 5,352 5,376 Nel 2014, il valore massimo della quota ( 5,363) è stato raggiunto il 13 gennaio, quello minimo ( 5,224) il 27 gennaio. L andamento del valore della quota nell anno è positivo ed in linea con l andamento del mercato governativo italiano e con 14

l andamento delle emissioni societarie presenti nel portafoglio. Durante l anno la performance è stata positiva e coerente con la duration contenuta del portafoglio. Volatilità La volatilità del portafoglio calcolata come deviazione standard settimanale annualizzata, nel corso dell anno 2014 è stata pari allo 0,2% circa, inferiore rispetto all 1,1% circa del 2013 e inferiore rispetto al 2,6% circa del 2012. Tecniche di gestione dei Rischi di Portafoglio La principale componente della rischiosità del portafoglio fino alla scadenza dell orizzonte temporale è rappresentata dal rischio di credito associato agli emittenti delle obbligazioni in portafoglio. In caso di rimborso antecedente il termine dell orizzonte temporale di investimento (giugno 2015), i principali fattori di rischio risultano essere il rischio emittente e il rischio di tasso. Il portafoglio, oggetto di investimento, viene monitorato costantemente, attuando, se ritenuto opportuno da parte del Gestore, sostituzioni di titoli presenti in portafoglio per finalità di contenimento del rischio, nonché strategie di copertura del rischio di credito mediante strumenti derivati. Durante l esercizio non sono state poste in essere politiche di copertura del rischio di credito attraverso l utilizzo dei derivati. La misurazione e l analisi dei rischi viene effettuata con frequenza giornaliera, in particolare viene effettuato il monitoraggio degli emittenti sulla base di valutazioni di tipo fondamentale e di analisi riguardanti il profilo di rischio/rendimento delle emissioni. Per il calcolo del rischio di portafoglio exante ci si avvale di modelli di rischio di tipo parametrico, stimati sulla base di serie storiche settimanali dei principali fattori di rischiosità (rischio di prezzo, di tasso di interesse, di credito, di tasso di cambio). In particolare, quale misura assoluta di controllo del rischio ex-ante è stata utilizzata la volatilità attesa dei rendimenti del Fondo. La modified duration è utilizzata quale misura sintetica del rischio di tasso di interesse ed al 30 dicembre si attesta a 4 mesi circa. Determinazione dell importo da distribuire Sulla base del presente Rendiconto e del Regolamento dei fondi BancoPosta (Parte B Caratteristiche del prodotto, art. 2 Proventi, risultati della gestione e modalità di ripartizione), il Consiglio di Amministrazione della SGR Gestore in data 12 gennaio 2015 ha deliberato di porre in distribuzione Euro 0,1300 per ciascuna delle numero 20.847.194,404 quote in circolazione alla medesima data, per complessivi Euro 2.710.135 pari a circa il 71,28% dei ricavi netti e degli oneri di gestione e funzionamento, così come definiti dal citato articolo del Regolamento, qui di seguito riesposti (importi in unità di Euro): Importo Proventi da investimenti: +/- Saldi netti relativi a: interessi su c/c, operazioni p/t e assimilati, differenziali su operazioni future Oneri di gestione e di funzionamento: 4.306.898-505.050 Totale proventi realizzati 3.801.848 Considerata l entità dell utile di periodo, pari ad 904.758, il suddetto ammontare posto in distribuzione avrà, per i sottoscrittori del fondo, la natura di provento realizzato in costanza di partecipazione soggetto a tassazione per l importo di 904.758 quale utile netto del periodo e per 1.805.377, rimborso parziale di capitale. Le eventuali frazioni di proventi non distribuibili (troncamento della cedola unitaria) rimangono ricomprese nel patrimonio del fondo. I proventi saranno in ogni caso reinvestiti nel fondo qualora l importo complessivo spettante al partecipante non superi i 10 euro. Il valore della quota relativa al 12 gennaio 2015 tiene conto dello stacco dei proventi. 15

Parte B: Le Attività, le Passività e il Valore Complessivo Netto Sezione I Criteri di Valutazione BNP Paribas Investment Partners SGR nella predisposizione del Rendiconto di Gestione ha utilizzato i principi contabili ed i criteri di valutazione previsti dal Regolamento Banca d Italia dell 8 maggio 2012 e successive modifiche. Tali principi e criteri di valutazione risultano coerenti con quelli utilizzati per la predisposizione del Rendiconto al 30 dicembre 2013, della Relazione Semestrale al 30 giugno 2014, e dei Prospetti di Calcolo del Valore della quota nel corso dell esercizio. Registrazione delle Operazioni 1. le compravendite di titoli sono contabilizzate nel portafoglio del fondo sulla base della data di effettuazione delle operazioni; 2. gli interessi, gli altri proventi e gli oneri a carico del fondo sono calcolati secondo il principio della competenza temporale, anche mediante rilevazione dei ratei attivi e passivi; 3. le sottoscrizioni ed i rimborsi delle quote sono rilevati a norma del Regolamento del fondo e secondo il principio della competenza temporale; 4.i dividendi sono generalmente registrati il giorno di quotazione ex-cedola del relativo titolo; 5.gli utili e le perdite realizzati su cambi, vendite di divisa a termine e negoziazioni di titoli in divisa estera sono originati dalla differenza tra il cambio rilevato alla chiusura delle rispettive posizioni ed il cambio storico di conversione dei debiti, dei crediti, dei contratti in divisa, dei conti valutari e dei titoli in divisa; 6.gli utili e le perdite da realizzi risultano dalla differenza tra i valori realizzati dalle vendite ed i costi medi ponderati di carico; i costi ponderati di carico rappresentano i valori dei titoli alla fine dell esercizio precedente, modificati dai costi medi di acquisto del periodo; 7. le plusvalenze e le minusvalenze su titoli sono originate dalla differenza tra i valori determinati secondo i criteri indicati in precedenza, ossia prezzi di mercato o valutazioni applicati alla data del Rendiconto ed il costo medio ponderato; 8.le differenze di cambio derivanti dalla conversione delle voci espresse in valuta estera sono contabilizzate in voci separate nel Rendiconto tenendo distinte quelle realizzate da quelle di valutazione; sempre nella sezione riguardante il risultato della gestione cambi sono da registrare le componenti reddituali delle operazioni di copertura dal rischio di cambio; 9. i contratti a termine di compravendita divisa sono valutati secondo le istruzioni dettate dall Organo di Vigilanza: valorizzando giornalmente la differenza tra il cambio negoziato alla data dell operazione e la curva dei tassi a termine aventi la medesima scadenza; 10. i differenziali su operazioni di futures, registrati secondo il principio della competenza sulla base della variazione giornaliera dei prezzi di chiusura del mercato di contrattazione, sono rappresentati dalla somma dei margini, diversi da quelli iniziali, versati agli organismi di compensazione ovvero introitati dagli stessi; 11. i diritti connessi ai premi ed alle opzioni, per i quali alla data del Rendiconto erano già decorsi i termini di esercizio, sono portati in aumento o a riduzione dei ricavi per vendite e dei costi per acquisti dei titoli nei casi di esercizio del diritto, mentre sono registrati in voci apposite del Rendiconto nei casi di mancato esercizio del diritto. Il valore dei premi e delle opzioni, per i quali alla data del Rendiconto non erano ancora decorsi i termini di esercizio sono adeguati al valore di mercato; 12. per le operazioni di pronti contro termine, la differenza tra i prezzi a pronti e quelli a termine è distribuita, proporzionalmente al tempo trascorso, lungo tutta la durata del contratto. 16

Valutazione degli Strumenti Finanziari La valutazione degli strumenti finanziari detenuti in portafoglio è effettuata secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla Banca d Italia, con Regolamento dell 8 maggio 2012 e successive modifiche. BNP Paribas Securities Services, soggetto al quale BNP Paribas Investment Partners SGR (Società Gestore) ha conferito, con effetto dalla partenza del Fondo, il compito di svolgere l attività di Banca Depositaria e di calcolo del valore della quota ha definito i principi generali del processo valutativo e fissato i criteri di valutazione da adottare per le diverse tipologie di strumenti finanziari. Il documento Criteri di valutazione degli strumenti finanziari e significatività dei prezzi, concerne: - i criteri di valutazione degli strumenti finanziari detenuti nel portafoglio del fondo, concordati con la SGR Gestore; - i criteri e le procedure organizzative poste in essere ai fini dell individuazione e del controllo della significatività dei prezzi relativi agli strumenti finanziari quotati, concordati con la SGR Gestore e sottoposti al parere dell organo di controllo della SGR. 1. Il valore degli strumenti finanziari ammessi alla negoziazione sui mercati regolamentati è determinato in base al prezzo di riferimento o all'ultimo prezzo disponibile rilevato sul mercato di negoziazione. Per gli strumenti trattati su più mercati o circuiti alternativi (di negoziazione ovvero di scambi efficienti di informazioni sui prezzi) si fa riferimento alla fonte di prezzo ritenuta più significativa avendo presenti le quantità trattate, la frequenza degli scambi nonché l'operatività svolta dal fondo. 2. I titoli non ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati sono valutati al costo di acquisto, rettificato al fine di ricondurlo al presumibile valore di realizzo sul mercato, anche tenendo conto della situazione dell'emittente, del suo Paese di residenza e del mercato; al riguardo, si applicano i criteri previsti dal documento. 3. Gli strumenti finanziari illiquidi (classificati tra gli strumenti finanziari quotati e tra quelli non quotati), vale a dire gli strumenti finanziari per i quali i volumi di negoziazione poco rilevanti e la ridotta frequenza degli scambi non consentono la formazione di prezzi significativi, sono valutati rettificando il costo di acquisto al fine di ricondurlo al presumibile valore di realizzo sul mercato secondo i criteri applicativi previsti dal documento. 4. I titoli di nuova emissione vengono valutati, dalla data di acquisto fino alla data di inizio contrattazione ufficiale, al minore tra il prezzo di acquisto e quello di emissione. 5. Ai fini della determinazione del valore di libro delle rimanenze finali, si utilizza il metodo del costo medio ponderato. Tale costo è determinato tenendo conto dei costi di acquisto sostenuti nel corso dell esercizio. Relativamente alle quantità detenute in portafoglio, le differenze tra i prezzi di valorizzazione dei titoli ed i costi medi ponderati determinano le plusvalenze o le minusvalenze. Gli utili e le perdite da realizzi riflettono invece la differenza tra i relativi valori di realizzo e i costi medi ponderati. 17

Sezione II Le attività II. 1 STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per Paese di residenza dell'emittente Paese di residenza dell emittente Italia Altri Paesi dell'ue Altri Paesi dell'ocse Altri Paesi Titoli di debito: - di Stato - di altri enti pubblici - di banche - di altri Titoli di capitale: - con diritto di voto - con voto limitato - altri Parti di O.I.C.R.: - aperti armonizzati - aperti non armonizzati - altri 47.652.988 4.437.092 4.947.832 10.695.009 36.096.445 1.360.476 Totali: - in valore assoluto - in percentuale del totale delle attività 57.037.912 51,978 46.791.454 42,640 1.360.476 1,240 Ripartizione degli strumenti finanziari quotati per mercato di quotazione Mercato di quotazione Italia Paesi dell'ue Altri Paesi dell'ocse Altri Paesi Titoli quotati 57.037.912 46.791.454 1.360.476 Titoli in attesa di quotazione Totali: - in valore assoluto - in percentuale del totale delle attività 57.037.912 51,978 46.791.454 42,640 1.360.476 1,240 Movimenti dell'esercizio Controvalore acquisti Controvalore vendite/rimborsi Titoli di debito: - Titoli di Stato - altri 9.850.152 9.850.152 18.493.015 5.943.803 12.549.212 Titoli di capitale: Parti di O.I.C.R.: 3.137 Totale 9.850.152 18.496.152 18