PREVALENZA DEL RISCHIO DI PATOLOGIA E RIPERCUSSIONI SULLA PRODUZIONE Meno latte se la vacca è a rischio chetosi Il 25% delle vacche è a rischio chetosi nei primi 5-10 giorni di lattazione. Le bovine appartenenti al gruppo di aziende non a rischio chetosi presentano una produzione media di latte a inizio lattazione di 18 L capo/mungitura, contro i 17,4 L delle bovine di allevamenti a rischio Regola fondamentale per limitare i rischi di chetosi è evitare, in asciutta, di far ingrassare la bovina (al parto con un Bcs = 4) perché pregiudicherà il post parto di Stefania Colombini, Gianni Matteo Crovetto La chetosi è una patologia di natura alimentare che consiste in un aumento nel sangue (e in piccola misura anche nel latte) dei corpi chetonici (acetone, aceto-acetato e beta-idrossibutirrato) derivanti da un catabolismo incompleto nel fegato degli acidi grassi liberi o non-esterificati. Tali acidi grassi liberi vengono mobilizzati dai tessuti adiposi di riserva quando la bovina è in bilancio energetico negativo, vale a dire quando l ingestione di alimenti e della relativa energia è troppo bassa per compensare le richieste ener- getiche associate a un elevata produzione di latte. La prima regola per limitare i rischi di chetosi è quella di non far ingrassare la bovina durante la fase di asciutta: un aumento di condizione corporea (Bcs - Body condition score. Punteggi: 1 - soggetto emaciato; 2 - soggetto magro; 3 - soggetto in forma; 4 - soggetto grasso; 5 - soggetto obeso) in questo periodo, con vacche che arrivano al parto con punteggi Bcs di 4, è sicuramente pregiudizievole per la bovina nel post partum: aumenta infatti il rischio di inappetenza che, se associato a un rapido aumento della produzione lattea, porta la bovina a un forte calo ponderale associato al rischio di chetosi. Tale dismetabolia quindi colpisce la bovina soprattutto a inizio lattazione, nella fase di transizione, la più critica per l animale e per l esito dell intera lattazione. Oltre alle performance produttive, la chetosi può influenzare negativamente anche la sfera riproduttiva, con una forte ripercussione economica per l allevatore. Si comprende allora l importanza di poter diagnosticare preventivamente tale patologia, quando è ancora in una forma subclinica, ma interessa già molti capi in stalla, il più delle volte senza che l allevatore ne sia consapevole. La ricerca L Associazione regionale allevatori della Lombardia e il Dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell Università di Milano hanno raccolto ed elaborato i dati produttivi e qualitativi individuali di bovine da latte di stalle lombarde per un intero anno, indagando sulle relazioni tra concentrazione di Bhb (beta-idrossibutirrato) nel latte, produzione e qualità del latte e prevalenza di chetosi (= percentuale di vacche chetotiche). In presenza di chetosi subclinica la concentrazione dei corpi chetonici aumenta anche nel latte, è quindi importante studiare le relazioni tra corpi chetonici nel latte e risposte produttive per individuare precocemente le bovine a rischio per tale patologia e intervenire prontamente su di esse. La raccolta dati Sono stati raccolti i dati dei controlli funzionali realizzati tra marzo 13 e gennaio 14, per un totale di circa 330.000 osservazioni individuali e 463 aziende localizzate nelle diverse province lombarde. I parametri del latte valutati sono stati: produzione, Bhb, grasso, proteina, lattosio e cellule somatiche. Le analisi del latte sono state condotte nei laboratori dell Aral tramite apparecchiature Foss. 14 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 29/14 supplemento a L Informatore Agrario 21
GRAFICO 1 - Stima della prevalenza di chetosi (clinica e subclinica) nei diversi intervalli di lattazione in funzione del livello di Bhb (*) del latte Bovine con Bhb > 0,12 mmol/l (%) 30 25 10 5 0 5-10 11-21-30 31-40 41-50 51-60 Giorni di lattazione 61-0 1-300 > 300 La prevalenza elevata (25%) di rischio chetosi nei primissimi giorni di lattazione (5-10 giorni); tale valore cala gradualmente nelle fasi successive (circa il 5% per animali con 50-0 giorni di lattazione) e tende ad aumentare leggermente per gli animali con più di 300 giorni di lattazione GRAFICO 2 - Andamento della produzione di latte nell intera lattazione di bovine in funzione di un valore soglia di Bhb (*) (0,12 mmol/l) del latte Latte (L/mungitura) 25 10 5 0 5-10 11-21-30 31-40 41-50 51-60 61-0 1-300 Giorni di lattazione Bhb > 0,12 mmol/l Bhb < 0,12 mmol/l > 300 La produzione è inferiore per le bovine con un contenuto di Bhb > 0,12 rispetto a quelle con Bhb < 0,12 mmol/l latte. Soprattutto nei primi 30 giorni di lattazione la perdita stimata di latte è di circa 0,9 L per mungitura, cioè il 5% circa. Prevalenza di chetosi e perdita di latte In tabella 1 sono riportati i valori medi per i parametri considerati. Il valore del Bhb è stato contenuto e pari a 0,04 mmol/l (media di 197 giorni lattazione). In funzione del metodo analitico utilizzato, il valore soglia di Bhb, per valutare le bovine a rischio di chetosi subclinica, è compreso tra 0,10 e 0, mmol/l latte. TABELLA 1 - Medie produttive derivate dai controlli funzionali nel corso del progetto Produzione di latte (L/mungitura) 17,8 Grasso (%) 3,90 Proteina (%) 3,44 Lattosio (%) 4,81 Bhb (*) (mmol/l) 0,04 Cellule somatiche (n./ml) 2.432 Giorni di lattazione 197 Lattazione (n.) 2,2 (*) beta-idrossibutirrato. In funzione del metodo analitico utilizzato, il valore soglia di Bhb, per valutare le bovine a rischio di chetosi subclinica, è tra 0,10 e 0, mmol/l latte: nelle aziende esaminate il valore medio del Bhb è stato contenuto, pari a 0,04 mmol/l. Si è quindi utilizzato un valore soglia di Bhb pari a 0,12 mmol/l per valutare la prevalenza di chetosi subclinica nelle varie fasi della lattazione (grafico 1). La prevalenza indica il rapporto fra il numero di eventi sanitari rilevati in una popolazione (animali con Bhb del latte > 0,12 mmol/l) e il numero di individui della popolazione stessa. Si evidenzia una prevalenza elevata (25%) nei primissimi giorni di lattazione (5-10 giorni); tale valore cala gradualmente nelle fasi successive (circa il 5% per animali con 50-0 giorni di lattazione) e tende ad aumentare leggermente per gli animali con più di 300 giorni di lattazione. I valori ottenuti sono simili a quelli riportati da Oetzel (13) per stalle statunitensi: 28,9% di bovine con chetosi subclinica al 5 giorno di lattazione. Considerando anche per il dataset lombardo il 5 giorno di lattazione, la prevalenza risulta essere 29,2% (n = 1.934). Un numero limitato di studi ha valutato la prevalenza di chetosi subclinica in stalle italiane e due recenti lavori (Berge e Vertenten 14; Suthar et al. 13) riportano una prevalenza del 32 e 36,6%, rispettivamente per il primo e il secondo studio, in linea con i risultati del presente studio. Una delle conseguenze negative della chetosi è un calo della produzione di latte e nel grafico 2 sono riportate le produzioni di latte nei diversi stadi della lattazione in funzione del livello di Bhb del latte. La produzione è inferiore per le bovine con un contenuto di Bhb > 0,12 rispetto a quelle con Bhb < 0,12 mmol/l latte. In particolare, nei primi 30 giorni di lattazione la perdita stimata di latte è di circa 0,9 L per mungitura GRAFICO 3 - Relazione tra produzione e livello di Bhb (*)del latte nei primi giorni di lattazione. 22 21 19 18 17 16 0 0,05 0,1 0, 0,2 0,25 0,3 Bhb (mmol/l) All aumentare della concentrazione di Bhb nel latte diminuisce la produzione per mungitura, soprattutto al superare di un valore soglia di circa 0,10 mmol/l di Bhb. Latte (L/mungitura) 22 supplemento a L Informatore Agrario 29/14 14 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.
( 5% circa) e in linea con i valori proposti da altri studi ( 5,5% Duffield et al., 09; 4,4 e 6,6% Dohoo e Martin, 1984). Una diagnosi tempestiva e un trattamento con glicole propilenico consentono di aumentare la produzione di latte di circa 700 g/giorno rispetto alle bovine non trattate (McArt et al., 11). Negli stadi successivi della lattazione (più di 30 giorni di lattazione), per i quali la prevalenza di animali con Bhb > 0,12 mmol/l è però limitata, la perdita è più accentuata: in media 2,3 litri per mungitura che corrispondono a una perdita di circa il 14%. Si è inoltre confermata la relazione negativa tra concentrazione di Bhb del latte e produzione di latte, soprattutto al superare di un valore soglia di circa 0,10 mmol/l (grafico 3). È inoltre da evidenziare che le bovine con un Bhb del latte > 0,12 mmol/l nei primi 30 giorni di lattazione hanno avuto l ultimo controllo funzionale a 336 giorni di lattazione mentre per le bovine con un Bhb del latte < 0,12 mmol/l l ultimo controllo è stato effettuato a 323 giorni. Ciò fa presumere una lunghezza di lattazione maggiore per le TABELLA 2 - Produzione e qualità del latte in relazione al rischio aziendale di chetosi nei primi giorni di lattazione Rischio chetosi ( 1 ) no si Giorni di lattazione 12,6 12,3 Lattazione (n.) 2,3 2,3 Latte (L/mungitura) 18,0 17,4 Grasso (%) 4,28 4,47 Proteina (%) 3,42 3,39 Lattosio (%) 4,72 4,68 Urea (md/dl) 19,4,2 Cellule (.000) 142 2 Acetone (mmol/l) 0,063 0,094 Bhb (mmol/l) 0,051 0,095 Prevalenza ( 2 ) (%) 8,7 38,0 ( 1 ) Per ogni azienda nel gruppo «chetosi si» almeno il % di bovine aveva una concentrazione di Bhb del latte> 0,12 mmol/l. ( 2 ) Percentuale di bovine con valori di Bhb > 0,12 mmol/l. Le bovine appartenenti agli allevamenti a rischio chetosi producono 600 g di latte in meno per mungitura. In presenza di chetosi, inoltre, il grasso tende ad aumentare e il lattosio a diminuire. Di tutte le aziende esaminate il 44% ha almeno il % delle bovine con un valore di Bhb > 0,12, quindi a rischio chetosi. Nella foto bovina affetta da chetosi clinica in stato di deperimento bovine chetotiche, derivante da un concepimento ritardato rispetto alle bovine sane. Produzione e qualità del latte Il valore soglia scelto (0,12 mmol/l) non vuole identificare tutti gli animali con chetosi subclinica ma piuttosto vuole essere uno strumento per fornire un rischio di stalla per tale patologia. È da tenere presente che una valutazione del rischio di chetosi per il singolo capo ha poco significato a livello applicativo mentre al contrario è fondamentale valutare il rischio di stalla, ossia la percentuale di animali che all interno dell intervallo di lattazione considerato presenta un valore di Bhb del latte > 0,12 mmol/l. Un valore del % sembra essere un valore pertinente anche se superiore a quello utilizzato da altri gruppi (esempio il 10% dell Università Cornell). Si specifica infine che si sta considerando complessivamente un «rischio» di chetosi subclinica poiché non è implicito che animali con concentrazioni di Bhb > 0,12 mmol/l siano in uno stato di chetosi subclinica e viceversa. In tabella 2, si riportano i dati relativi alla produzione e alla qualità del latte in relazione al rischio aziendale di chetosi nei primi giorni di lattazione. Si premette che per questa elaborazione è stato considerato anche l effetto aziendale (risultato significativo) e che sono stati utilizzati i dati dei controlli funzionali delle aziende che presentavano almeno 5 bovine nell intervallo di lattazione considerato (371 aziende e circa 12.500 controlli). Le bovine appartenenti al gruppo di aziende non a rischio chetosi (in media l 8,7% dei capi aveva un valore di Bhb del latte > 0,12 mmol/l) presentano una produzione di latte di 18 L capo/mungitura contro una produzione di 17,4 L/mungitura delle bovine delle aziende a rischio chetosi (in media il 38% dei capi aveva un valore di Bhb del latte > 0,12 mmol/l), con una perdita di produzione di circa il 3,4%. Un altro cambiamento importante riguarda le concentrazioni di grasso e lattosio del latte; in presenza di chetosi il grasso del latte tende ad aumentare mentre il lattosio diminuisce, effetto osservatosi anche nelle stalle del presente studio. Il latte prodotto dalle bovine delle aziende del gruppo a rischio chetosi presenta, inoltre, valori maggiori di urea e cellule somatiche. Mediamente, nelle stalle considerate e nei primi giorni di lattazione, la percentuale di bovine con un livello di Bhb del latte > 0,12 mmol/l è risultata essere di circa il 19% con un ampia variabilità tra aziende (min: 1,8 e max 43,4%), inoltre circa il 44% delle stalle considerate è caratterizzato dall avere almeno il % di bovine con un livello di Bhb del latte > 0,12 mmol/l. Contenere il rischio di chetosi L indagine effettuata ha rivelato che la chetosi è più diffusa di quanto si potrebbe supporre e sicuramente la sua incidenza economica è importante. L analisi del Bhb è uno strumento utile per un monitoraggio in continuo della mandria. Non è il singolo capo che interessa in questo caso, ma la mandria nel suo insieme. Un contenimento del numero di bovine a rischio chetosi a inizio lattazione può diventare un obiettivo concreto di miglioramento dell efficienza tecnica ed economica aziendale. Stefania Colombini Gianni Matteo Crovetto Dipartimento di scienze agrarie e ambientali Università di Milano Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it 14 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 29/14 supplemento a L Informatore Agrario 23
ARTICOLO PUBBLICATO SUL SUPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO N. 29/14 A PAG. 21 Meno latte se la vacca è a rischio chetosi BIBLIOGRAFIA Berge A.C., Vertenten G. (14) - A field study to determine the prevalence, dairy herd management systems, and fresh cow clinical conditions associated with ketosis in western European dairy herds. Journal of Dairy Science, 97: 2145-24. Dohoo I.R., Martin S.W. (1984) - Subclinical ketosis: prevalence and associations with production and disease. Canidian. Journal of Comparative Medicine, 48:1-5. Duffield T.F., Lissemore K.D., McBride B.W., Leslie K.E. ( 09) - Impact of hyperketonemia in early lactation dairy cows on health and production. J. Dairy Science, 92: 571-580. McArt J.A., Nydam D.V., Ospina P.A., Oetzel G.R. (11) - A field trial on the effect of propylene glycol on milk yield and resolution of ketosis in fresh cows diagnosed with subclinical ketosis. Journal of Dairy Science, 94: 6011-60. Suthar V.S., Canelas-Raposo J., Deniz A., Heuwieser W. (13) - Prevalence of subclinical ketosis and relationships with postpartum diseases in European dairy cows. Journal of Dairy Science, 96: 2925-2938. Oetzel G.R. (13) - Understanding the impact of subclinical ketosis. Proceedings 24th Annual Florida Nutrition Symposium: pp. 16-26.
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