Anello commutativo. Un anello è commutativo se il prodotto è commutativo.



Documenti analoghi
STRUTTURE ALGEBRICHE

Prodotto elemento per elemento, NON righe per colonne Unione: M R S

Nel seguito, senza ulteriormente specificarlo, A indicherà un anello commutativo con identità.

Corso introduttivo pluridisciplinare Strutture algebriche

Capitolo I STRUTTURE ALGEBRICHE ELEMENTARI

ALGEBRA I: ARITMETICA MODULARE E QUOZIENTI DI ANELLI

R X X. RELAZIONE TOTALE Definizione: Si definisce relazione totale tra x e y se dati X,Y diversi dall'insieme vuoto

4. Operazioni binarie, gruppi e campi.

Insiemi con un operazione

DIARIO DEL CORSO DI ALGEBRA A.A. 2012/13 DOCENTE: ANDREA CARANTI

DOMINI A FATTORIZZAZIONE UNICA

Teoria degli insiemi

Applicazioni lineari

2 FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE

DIARIO DEL CORSO DI ALGEBRA A.A. 2013/14 DOCENTE: ANDREA CARANTI

Parte 6. Applicazioni lineari

Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme

G. Pareschi ALGEBRE DI BOOLE. 1. Algebre di Boole

APPUNTI DI ALGEBRA B

Parte 2. Determinante e matrice inversa

Corso di Laurea in Matematica. Dispense del corso di ALGEBRA II

STRUTTURE ALGEBRICHE

Lezioni di Matematica 1 - I modulo

1. PRIME PROPRIETÀ 2

LEZIONE 16. Proposizione Siano V e W spazi vettoriali su k = R, C. Se f: V W

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI

Anelli a fattorizzazione unica. Domini ad ideali principali. Anelli Euclidei

LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

Lezione 1. Gli Insiemi. La nozione di insieme viene spesso utilizzata nella vita di tutti i giorni; si parla dell insieme:

Esame di Matematica Discreta Laurea Triennale in Informatica e Comunicazione Digitale Sede di Taranto 28/9/2005

Esercizi su lineare indipendenza e generatori

L anello dei polinomi

REGISTRO DELLE LEZIONI 2005/2006. Tipologia. Addì Tipologia. Addì Tipologia

RELAZIONI BINARIE. Proprietà delle relazioni Data una relazione R, definita in un insieme non vuoto U, si hanno le seguenti proprietà :

DIARIO DEL CORSO DI ALGEBRA A.A. 2015/16 DOCENTE: ANDREA CARANTI

3 GRAFICI DI FUNZIONI

Algebra e Geometria. Ingegneria Meccanica e dei Materiali Sez (2) Ingegneria dell Automazione Industriale Sez (2)

ESERCIZI APPLICAZIONI LINEARI

Prodotto libero di gruppi

Anelli. dispense provvisorie del corso di Algebra Alessio Del Vigna - Giovanni Gaiffi

x 1 + x 2 3x 4 = 0 x1 + x 2 + x 3 = 0 x 1 + x 2 3x 4 = 0.

Esercitazione del Analisi I

Strutture Algebriche Le Sottostrutture Strutture degli Insiemi Quoziente

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE

CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI

Algebra Lineare e Geometria

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione

LEZIONE 17. B : kn k m.

1 Serie di Taylor di una funzione

10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue.

Numeri naturali numeri naturali minore maggiore Operazioni con numeri naturali

APPLICAZIONI LINEARI

LEZIONE 31. B i : R n R. R m,n, x = (x 1,..., x n ). Allora sappiamo che è definita. j=1. a i,j x j.

Dimensione di uno Spazio vettoriale

MODULI INIETTIVI. Definizione: Un inclusione di A-moduli ι : M N si dice estensione essenziale di M se per ogni sottomodulo non nullo P N, P ι(m) 0.

Dispense di Algebra 1 - Gruppi

Prova parziale di Geometria e Topologia I - 5 mag 2008 (U1-03, 13:30 16:30) 1/8. Cognome:... Nome:... Matricola:...

Corrispondenze e funzioni

4. Strutture algebriche. Relazioni

4 3 4 = 4 x x x 10 0 aaa

ESERCIZI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA

FUNZIONE. Si scrive: A B f: A B x y=f(x) (si legge: f funzione da A in B) x f y= f(x)

RELAZIONI E FUNZIONI. Per ricordare. Figura 1. Figura 2. Figura 3. Figura 4

ALGEBRA I: MODULI. Abbiamo indicato con 0 A, 1 A lo zero e l unità nell anello A e con 0 M l elemento neutro del gruppo abeliano (M, +).

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

Anno 5 Funzioni inverse e funzioni composte

LEZIONE 23. Esempio Si consideri la matrice (si veda l Esempio ) A =

ALGEBRA I: NUMERI INTERI, DIVISIBILITÀ E IL TEOREMA FONDAMENTALE DELL ARITMETICA

Lezione 6 Nucleo, Immagine e Teorema della Dimensione. 1 Definizione di Nucleo e Immagine

Diagonalizzazione di matrici e applicazioni lineari

Laboratorio teorico-pratico per la preparazione alle gare di matematica

Le funzioni reali di variabile reale

UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE. Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Funzioni inverse Simmetrie rispetto alla bisettrice dei quadranti dispari. Consideriamo la trasformazione descritta dalle equazioni : = y

Lezione 9: Cambio di base

ALGEBRA I: CARDINALITÀ DI INSIEMI

1 Applicazioni Lineari tra Spazi Vettoriali

1 Insiemi e terminologia

Algebra Booleana 1 ALGEBRA BOOLEANA: VARIABILI E FUNZIONI LOGICHE

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

APPUNTI DI MATEMATICA ALGEBRA \ INSIEMISTICA \ TEORIA DEGLI INSIEMI (1)

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t)

Lezioni di Algebra Lineare III. Applicazioni lineari e matrici Struttura algebrica delle soluzioni dei sistemi lineari

I sistemi di numerazione

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010

UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE. Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali ALGEBRA II UNITÀ. M. Chiara Tamburini

Siano V e W due spazi vettoriali. La definizione seguente é è tra quelle basilari per il corso di Matematica B. L : V W

Iniziamo con un esercizio sul massimo comun divisore: Esercizio 1. Sia d = G.C.D.(a, b), allora:

Classicazione dei moduli nitamente generati su un dominio euclideo

LE FIBRE DI UNA APPLICAZIONE LINEARE

Funzioni. Parte prima. Daniele Serra

5. La teoria astratta della misura.

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

Anno 5 4 Funzioni reali. elementari

Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica

Geometria Superiore. A.A. 2014/2015 CdL in Matematica Università degli Studi di Salerno. March 2, 2015

Esercizio 1 Dato il gioco ({1, 2, 3}, v) con v funzione caratteristica tale che:

SOMMARIO I radicali pag I radicali aritmetici pag Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag.

razionali Figura 1. Rappresentazione degli insiemi numerici Numeri reali algebrici trascendenti frazionari decimali finiti

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria).

Transcript:

Anello. Un anello (A, +, ) è un insieme A con due operazioni + e, dette somma e prodotto, tali che (A, +) è un gruppo abeliano, (A, ) è un monoide, e valgono le proprietà di distributività (a destra e a sinistra) del prodotto rispetto alla somma. Per la somma si usa la notazione additiva e per il prodotto la notazione moltiplicativa. L elemento neutro della somma si indica con 0 e quello del prodotto con 1. Si assume sempre che 0 1. La legge di cancellazione per la somma vale sempre: per ogni a, b, c A, a + c = b + c a = b. Valgono le seguenti proprietà: a0 = 0a = 0, per ogni a A; a( b) = ( a)b = (ab) e ( a)( b) = ab, per ogni a, b A. Per ogni a, b A, con la scrittura a b si intende a + ( b) (questa ultima espressione in notazione moltiplicativa sarebbe a b 1 ); il prodotto di a e b va invece indicato utilizzando le parentesi, cioè come a( b), o in modo più esplicito come a ( b). Anello commutativo. Un anello è commutativo se il prodotto è commutativo. Multipli interi. Per ogni a A e per ogni n Z, il multiplo na è definito da: 0a = 0, (n + 1)a = na + a se n 0 e na = ( n)( a) se n < 0. Per ogni a A e ogni n Z, si ha: ( n)a = n( a) = (na). Per ogni a A e ogni m, n Z, si ha: ma + na = (m + n)a e n(ma) = m(na) = (mn)a. Per ogni a, b A e ogni m Z, si ha: ma + mb = m(a + b). Potenze intere. Per ogni a A e per ogni n N, la potenza a n è definita da: a 0 = 1 e a n+1 = a n a. Se a è invertibile rispetto al prodotto, la potenza a n è definita anche per ogni n Z da a n = (a 1 ) n se n < 0. Per ogni a A che sia invertibile e per ogni n Z, si ha a n = (a 1 ) n = (a n ) 1. Per ogni a A e ogni m, n N, si ha: a m a n = a m+n e (a m ) n = (a n ) m = a mn ; se a è invertibile queste proprietà valgono per ogni m, n Z. Per ogni a, b A e ogni m N, si ha: a m b m = (ab) m ; se a e b sono invertibili questa proprietà vale per ogni m Z. Divisori dello zero. Un elemento a di un anello A è un divisore dello zero se a 0 ed esiste b A, con b 0, tale che ab = 0 oppure ba = 0. Gli elementi 0 e 1 non sono divisori dello zero. Gli anelli Z, Q, R e C non hanno divisori dello zero; mentre gli anelli M n (Z) hanno divisori dello zero. I divisori dello zero dell anello Z/nZ sono le classi di congruenza [h], al variare di h N, con 1 < h < n e (h, n) 1. Quindi, se p è primo l anello Z/pZ non ha divisori dello zero. Se c è un elemento di un anello A, c 0 e c non è un divisore dello zero, allora valgono le due leggi di cancellazione per c, cioè: per ogni a, b A, da ac = bc segue a = b, e da ca = cb segue a = b. Elementi invertibili. Un elemento a di un un anello A è invertibile se è invertibile rispetto al prodotto. L elemento 0 non è invertibile (mentre, 1 lo è, ovviamente). Un divisore dello zero non è invertibile; ovvero, un elemento invertibile non è un divisore dello zero. Gruppo degli elementi invertibili. L insieme degli elementi invertibili di un anello A è un sottomonoide di (A, ), risulta un gruppo e si indica con U(A). In generale, U(A) non è chiuso rispetto alla somma. Considerando alcuni degli anelli più comuni, si ha: U(Z) = {1, 1}, U(Q) = Q, U(R) = R, U(C) = C, U(Z/nZ) = {[a] : a N, 1 a < n, (a, n) = 1}, U(M n (Q) = GL n (Q), U(R[X]) = R, U(R R ) = (R ) R. 1

Dominio d integrità. Un dominio d integrità è un anello commutativo privo di divisori dello zero. In un dominio d integrità vale la legge di cancellazione per ogni elemento diverso da zero (le due leggi di cancellazione si riducono ad una sola poiché il prodotto è commutativo). Campo. Un campo è un anello commutativo tale che ogni suo elemento diverso da zero è invertibile. Un campo è un dominio d integrità; ma esistono domini d integrità che non sono campi. Un dominio d integrità finito è necessariamente un campo. Sottoanelli. Un sottoinsieme S di un anello A è un sottoanello di A se è un sottogruppo di A rispetto alla somma e è un sottomonoide di A rispetto al prodotto. Un sottoanello di A è un anello rispetto alle operazioni indotte da quelle di A, contiene 0 e contiene 1. Ogni anello è sottoanello di se stesso. Ogni sottoanello di un anello commutativo è commutativo. L intersezione, anche infinita, di sottoanelli è un sottoanello. Se A è un anello e S A, allora S è un sottoanello di A se, e solo se: 0 S e 1 S; per ogni x, y S, x + y S e xy S; per ogni x S, x S. Ideali. Un sottoinsieme I di un anello A è un ideale di A se è un sottogruppo rispetto alla somma e se per ogni a A e ogni x I si ha ax I e xa I. Ogni ideale contiene 0. Il sottoinsieme {0} è un ideale, detto ideale nullo o ideale banale. Ogni anello è ideale di se stesso, ed è detto l ideale improprio. L intersezione, anche infinita, di ideali è un ideale. Se A è un anello e I A, allora I è un ideale di A se, e solo se: 0 I; per ogni x, y I, x + y I; per ogni x I, x I; per ogni x I e ogni a A, ax I e xa I. In alternativa, I è un ideale di A se, e solo se: I ; per ogni x, y I, x + y I; per ogni x I e ogni a A, ax I e xa I. Gli ideali di Z sono tutti i soli i sottoinsiemi nz, con n N. Un ideale che contiene 1 o un qualsiasi elemento invertibile è necessariamente l ideale improprio. I soli ideali di un campo sono l ideale nullo e l ideale improprio. Ideali principali. Se A è un anello commutativo e a A, l insieme (a) = {xa : x A} è un ideale, viene chiamato l ideale generato da a e viene anche indicato con Aa o aa. Un ideale I di un anello commutativo A si dice principale se esiste a A tale che I = (a). L ideale (a) è il più piccolo ideale di A che contiene a. L ideale nullo è principale, perché {0} = (0); l ideale improprio è principale, perché A = (1). Un anello commutativo A i cui soli ideali sono {0} e A è necessariamente un campo. Un dominio a ideali principali è un dominio d integrità in cui ogni ideale è principale. Somma di ideali. Se I e J sono due ideali di un anello A, l insieme I + J = {x + y : x I, y J} è un ideale e viene chiamato somma di I e J. L ideale I + J è il più piccolo ideale di A che contiene sia I che J (cioè, che contiene I J). Nel caso dell anello Z, se m, n N, si ha: mz + nz = (m, n)z, mentre mz nz = [m, n]z. Anello quoziente. Se I è un ideale proprio di un anello A, l anello quoziente A/I è l insieme delle classi laterali di A modulo I rispetto alla somma, con le operazioni di somma e prodotto definite sui rappresentanti. Utilizzando quanto già visto per i gruppi, sappiamo già che A/I è un gruppo rispetto alla somma [ricordiamo le definizioni e i ragionamenti seguiti: la classe laterale di un elemento a A rispetto a I è l insieme a + I = {a + x : x I}; l insieme delle classi laterali è una partizione di A; per ogni a, b A, a e b appartengono a una stessa classe laterale (a + I) (b + I) a b + I b a + I a + I = b + I a b I b a I; la relazione di equivalenza I è la relazione associata alla partizione e può essere anche definita da una qualunque delle precedenti condizioni, tra loro equivalenti; le classi laterali 2

coincidono con le classi di equivalenza, precisamente si ha [a] I = a + I, per ogni a A; la somma è definita da (a + I) + (b + I) = (a + b) + I; la somma è ben definita e rispetto a questa operazione A/I è un gruppo abeliano]. Sullo stesso insieme A/I si definisce il prodotto, ponendo (a+i) (b+i) = (a b)+i; questa definizione è ben posta, cioè non dipende dalla scelta dei rappresentanti delle classi; l insieme A/I con tali somma e prodotto verifica tutte le proprietà di un anello. L elemento neutro della somma è I (cioè la classe di 0); l opposto di a + I è a + I, per ogni a A; l elemento neutro del prodotto è 1 + I. Un esempio importante è dato dall anello Z e da un suo ideale nz, con n N e n 2. Dallo studio di Z come gruppo additivo, sappiamo già che la relazione di equivalenza associata alla partizione di Z in classi laterali modulo nz coincide con la relazione di congruenza modulo n; e sappiamo anche che l insieme quoziente Z/nZ è un gruppo, abeliano e di ordine n. Ora osserviamo che Z/nZ è un anello, ed è evidente che coincide con l anello delle classi di congruenza modulo n, cioè con (Z/ n, +, ), che già conosciamo. Omomorfismi. Se A e B sono due anelli, un applicazione φ : A B è un omomorfismo di anelli se è compatibile con le operazioni di A e di B, cioè se, per ogni x, y A, φ(x + y) = φ(x) + φ(y) e φ(xy) = φ(x)φ(y) e, inoltre, φ(1 A ) = 1 B. Quindi, un applicazione tra due anelli è un omomorfismo di anelli se, e solo se, è un omomorfismo di gruppi rispetto alla somma e un omomorfismo di monoidi rispetto al prodotto. Se φ : A B è un omomorfismo di anelli, allora φ(0 A ) = 0 B, φ(nx) = nφ(x) per ogni x A e ogni n Z, e φ(x) n = φ(x n ) per ogni x A e ogni n N; l ultima uguaglianza vale per ogni n Z, se x è invertibile. Un isomorfismo è un omomorfismo biettivo. L inverso di un isomorfismo è un isomorfismo. La composizione di omomorfismi è un omomorfismo. Due anelli si dicono isomorfi se esiste un isomorfismo tra di loro. Nucleo e immagine di un omomorfismo di anelli. Se φ : A B è un omomorfismo di anelli, l immagine di φ, denotata con Im(φ), è l insieme {φ(x) : x A} e il nucleo di φ, denotato con Ker(φ), è l insieme {x A : φ(x) = 0 B }. L immagine di un omomorfismo φ : A B è un sottoanello di B. Osserviamo che la definizione di immagine di un omomorfismo non coinvolge le due operazioni di somma e prodotto dei due anelli; quindi tale definizione coincide con la definizione di immagine di φ, considerato solo come applicazione tra insiemi. Il nucleo di un omomorfismo φ : A B è un ideale di A. Osserviamo che la definizione di nucleo di un omomorfismo (di anelli) coinvolge solo le operazioni di somma dei due anelli, ma non quelle di prodotto; quindi tale definizione coincide con la definizione di nucleo di φ, considerato solo come omomorfismo di gruppi (i gruppi additivi dei due anelli.) Un omomorfismo φ : A B è iniettivo se, e solo se, Ker(φ) = {0 A }. Se I è un ideale proprio di A, la proiezione canonica π : A A/I, definita da x x + I, è un omomorfismo di anelli, suriettivo, con nucleo I. Da ciò segue che gli ideali propri di un anello sono tutti e soli i nuclei degli omomorfismi con dominio l anello stesso. Teorema fondamentale sugli omomorfismi di anelli. Se φ : A B è un omomorfismo di anelli, allora esiste un unica applicazione φ : A/Ker(φ) B tale che φ π = φ; tale applicazione è un omomorfismo iniettivo e la sua immagine coincide con quella di φ. Considerando solo le operazioni di somma su A e B, l applicazione φ è un omomorfismo di gruppi (abeliani) e quindi per il teorema fondamentale sugli omomorfismi di gruppi, sappiamo già che esiste un unica applicazione φ tale che il diagramma φ A B π φ A/Ker(φ) 3

è commutativo e che φ è iniettiva, Im( φ) = Im(φ) e φ è un omomorfismo di gruppi. Tenendo conto che φ(x + Ker(φ)) = φ(x), per ogni x A, si verifica subito che φ è un omomorfismo di anelli. Come corollario, si ha: se φ : A B è un omomorfismo di anelli, allora A/Ker(φ) è isomorfo a Im(φ); e come caso particolare: se φ : A B è un omomorfismo suriettivo di anelli, allora A/Ker(φ) è isomorfo a B. Ricordiamo che per ogni x, y A, x φ y φ(x) = φ(y) φ(x y) = 0 B x y Ker(φ) x Ker(φ) y; e quindi che per ogni z Im(φ), se x φ 1 (z), allora φ 1 (z) = x + Ker(φ). Caratteristica di un anello. La caratteristica di un anello A è : 0, se h1 A 0 A per ogni h N + ; il minimo degli interi h N + tali che h1 A = 0 A, altrimenti (dove h1 A è il multiplo intero di 1 A con coefficiente h, cioè la somma di h volte 1 A ). Consideriamo l omomorfismo di anelli φ : Z A, dato da z z1 A. Il suo nucleo è un ideale di Z, e quindi è principale: sia Ker(φ) = mz, con m 0. Allora m è la caratteristica di A. La caratteristica di A può anche essere definita nel modo seguente, considerando l ordine additivo di 1 A, cioè l ordine di 1 A nel gruppo additivo di A, (A, +): è 0 se tale ordine è infinito, ed è uguale a tale ordine, altrimenti. Sia m la caratteristica di A. Allora m 1, poiché 1 A 0 A ; inoltre, m = 0 se, e solo se, φ è iniettivo; infine, per ogni a A, si ha ma = 0 A. In generale, Im(φ) è un sottoanello di A, isomorfo a Z/mZ, e viene chiamato anello fondamentale, o anello primo, di A. Esso è contenuto in ogni sottoanello di A. In termini discorsivi (precisamente, a meno di isomorfismi), possiamo dire che ogni anello contiene l anello degli interi Z (se la sua caratteristica è 0), oppure contiene l anello delle classi di congruenza modulo m Z/mZ (se la sua caratteristica è m, con m 2). La caratteristica di un dominio d integrità (e quindi anche di un campo) è 0, oppure è un numero primo p. Esempi classici di anelli. Insiemi numerici: (Z, +, ), (Q, +, ), (R, +, ), (C, +, ). Matrici quadrate: (M n (Z), +, ), (M n (Q), +, ), (M n (R), +, ), (M n (C), +, ). Polinomi: (Z[X], +, ), (Q[X], +, ), (R[X], +, ), (C[X], +, ). Classi di congruenza modulo n : (Z/ n, +, ). Parti di un insieme con la differenza simmetrica e l intersezione: (P(X),, ). Funzioni reali su un intervallo: (R I, +, ), (C(I), +, ), (C h (I), +, ) (I intervallo dell asse reale e h N). (Z[ 2], +, ), (Z[i], +, ), (Q[ 3], +, ). (Z n, +, ), (Q n, +, ), (R n, +, ), (C n, +, ), ((Z/mZ) n, +, ). Esempi classici di campi. Q, R, C. Z/pZ, con p un numero primo. Q[ 2], Q[ 3], Q[i]. Altri esempi di anelli. Z R, Q Z/nZ, M n (R) Q Q M n (Z/mZ), M n (R[X]), M n (R R ) Z/nZ[X], M n (R)[X], (Q[X])[Y ] 4

Il teorema cinese dei resti, II. Se m, n N, m, n 2 e (m, n) = 1, dalla teoria dei gruppi già sappiamo che l applicazione f : Z/mnZ Z/mZ Z/nZ, definita da [z] mn ([z] m, [z] n ), è un isomorfismo di gruppi (rispetto alle operazioni di somma). Si vede facilmente che f è compatibile anche con le operazioni di prodotto: quindi f è un isomorfismo di anelli. Come conseguenza, abbiamo che U(Z/mnZ) e U(Z/mZ Z/nZ) sono isomorfi (come gruppi moltiplicativi, ovviamente); in particolare, hanno lo stesso numero di elementi. Quindi, poiché U(Z/mZ Z/nZ) è uguale a U(Z/mZ) U(Z/nZ), abbiamo ϕ(mn) = ϕ(m)ϕ(n). Questo risultato si generalizza a più interi: se n 1,..., n t N, dove t N e t 2, n i 2 e n i è primo con N/n i per ogni i = 1,..., t, dove N = n 1... n t, allora l applicazione f : Z/NZ Z/n 1 Z... Z/n t Z è un isomorfismo di anelli; in particolare, ϕ(n 1... n t ) = ϕ(n 1 )... ϕ(n t ). Una diversa generalizzazione, ad anelli qualsiasi, è la seguente: se A è un anello e I e J sono due suoi ideali propri tali che I + J = A, allora l applicazione f : A/I J A/I A/J è un isomorfismo di anelli. Questa applicazione f puó essere data direttamente ponendo, per ogni x A, f(x + I J) = (x + I, x + J), e dimostrando che questa è una buona definizione; oppure puè essere ottenuta considerando l omomorfismo φ : A A/I A/J, definito da x (x + I, x + J), e osservando che f = φ. 5