Il gusto della vita: per un buona storia di vita nell età anziana

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Il gusto della vita: per un buona storia di vita nell età anziana Descrizione del progetto, con particolare riferimento al contesto e ai problemi e bisogni considerati. Il presente progetto trae spunto dall approccio autobiografico come intervento formativo sull Anziano. In tutte le civiltà è presente il rituale di tramandare i ricordi ed ascoltare quelli degli altri. Il narrare e quindi il narrarsi rende possibile l instaurarsi delle relazioni umane e sociali. L (auto)biografia è un metodo con cui l individuo parla di sé, sia tramite la scrittura, ma anche con il racconto relativo alla propria storia di vita e quindi attraverso la memoria ricostruisce il significato della propria esperienza. Con questo progetto si intende utilizzare l approccio autobiografico per aiutare gli Anziani a conservare e rielaborare la conoscenza di sé evidenziando il potere curativo e formativo connesso ai processi introspettivi, mnestici, riflessivi e narrativi. In quest ottica i volontari e gli operatori partecipanti al progetto rappresenteranno il livello importantissimo dell ascolto : la narrazione di sé per essere efficace necessita dell incontro con un ascoltatore che sia in grado di creare il dialogo e un sentimento di comunione con l ascoltato, dovrà essere uno scrivano intelligente, in grado di cogliere l essenziale di ogni storia di vita per trasformare, quanto annotato in racconto e donarlo ai legittimi proprietari I colloqui con ognuno degli utenti coinvolti nel progetto, saranno audio-registrati, poi trascritti. In seguito saranno riscritti sotto forma di racconto. A corredo del racconto verrà realizzato, da due fotografi volontari, un racconto per immagini di una storia di vita. Quindi scritti ed immagini andranno a comporre un prodotto che verrà restituito al legittimo proprietario, ma anche alla collettività in quanto rappresentazione della stretta relazione tra la storia individuale e quella collettiva. Riteniamo pertanto importante sottolineare che, per la realizzazione del progetto, la pubblicazione composta da scritti ed immagini, venga considerata elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso. Ciò detto al fine di trasmettere e far conoscere al territorio, il prodotto ottenuto, con particolare attenzione alle nuove generazioni nella consapevolezza che gli anziani, che sono detentori di una storia personale connotata in un tempo, possono rappresentare un prezioso anello di continuità intergenerazionale. Il progetto prevederà la formazione di volontari e degli operatori dell Ente che si dedichino alla raccolta e alla trascrizione delle autobiografie di anziani, ospiti della struttura e del territorio, che si trovino nella impossibilità o nella incapacità, di vedersi riconosciuto il diritto al racconto della

propria storia di vita e desiderino lasciare testimonianza di sé. Essi verranno incoraggiati a raccontarsi, a scrivere le proprie memorie e, se non in grado di farlo, ad affidare ad un biografo il racconto della propria esperienza, a dettare lettere, a ritrovare il piacere e il benessere di leggere insieme le storie degli altri, a tenere un diario. In modo più specifico si tratta di organizzare un nuovo tipo di volontariato che sia capace di rendere i momenti di ascolto, del sostegno materiale e psicologico, dell incoraggiamento personale un occasione in cui, chi assiste ed aiuta, possa rendersi custode dei ricordi: individuali e nondimeno collettivi. L obiettivo della proposta non esclude attività di ricostruzione delle memorie familiari, di storie locali e di tradizioni. Ci si rivolgerà a chiunque, indipendentemente dall età, voglia dunque collaborare alla realizzazione di una rete di solidarietà disponibile a condividere i principi pedagogici di un etica della narrazione, della lotta ad ogni forma di oblio e alla minaccia della dispersione e del declino del valore culturale e terapeutico della scrittura. Poiché ogni racconto autobiografico, oltre a restituire identità e dignità umana ed esistenziale ai singoli, svolge una cruciale funzione di aggregazione e incontro, ci si occuperà (laddove sia condiviso) della sua socializzazione anche in forme artistiche. Finalità generali del progetto e risultati attesi L attenzione per le storie di vita, per le loro trascrizioni e valorizzazioni nelle pratiche sociali, cliniche ed educative, è un dato ormai acquisito sul piano scientifico, politico, culturale e di emancipazione, ormai da molti decenni e che, pur nelle differenze, mette a tema la soggettività umana, la sua biograficità, come motivo (e motore) di ricerca, cura ed istanza etica nel comune progetto di restituire agli individui la loro storia, rendendoli più consapevoli dei loro diritti e delle loro ricordi, sia personali che collettivi. Le metodologie autobiografiche utilizzate in ambito sociale sono utili, come afferma Duccio Demetrio1, a: - ricostruire, per il tramite delle testimonianze ritrovate, eventi, consuetudini, credenze connesse a circoscritte comunità; - dar voce agli ultimi ; 1 Cf DEMETRIO D., L autobiografia nel lavoro sociale e di cura,, in La locanda della memoria. Uno spazio per scrivere di sé e far comunità locale, prima edizione, Centro stampa del Comune di Reggio Emilia 2009, 17-28.

- dar voce a coloro che sono in grado di offrire versioni dei fatti di cui siano stati diretti protagonisti (soprattutto quelle connesse a condizioni di emarginazione, di esclusione, di povertà); - dare ascolto come un atto collettivo finalizzato a consentire ai membri di una comunità di prendere coscienza delle ragioni del loro malessere; - generare processi di natura emancipativa sia sul piano umano che della coscienza civile. - ritrovare le parole per trasformare le silenziose, ignorate, vessate storie individuali in rappresentazioni generali della condizione umana; - migliorare le condizioni psichiche dei narratori ricostruendone la biografia cognitiva; - alleviare le sofferenze dei pazienti e/o di persone anziane valorizzandoli nella loro veste di narratori. - scrivere quale occasione di procedimenti analitica esistenziale; - attivare la prospettiva autobiografica che mette al centro la scrittura come insostituibile strumento di auto aiuto; - aiutare a sopportare e oltrepassare situazioni dolorose, di crisi e di disagio. Dal punto di vista di chi raccoglie le scritture, i volontari, si sviluppa un circolo virtuoso che è ad un tempo di natura cognitiva, affettiva e sociale. E di tipo cognitivo poiché apprendere l arte dello scrivere di sé, dell ascolto e dello scrivere dell altro (tecniche auto-biografiche) produce un aumento di competenze e abilità sociali che migliorano nei volontari la qualità del loro saper vivere e convivere. E di tipo affettivo poichè l arte dell ascolto e della condivisione del racconto di sé genera legami e relazioni profonde che ben presto si evolvono in una vero e proprio farsi carico dell altro, prendersi cura di lui o di lei. Da un punto di vista sociale, infine, si sviluppa una particolare forma di volontariato che per la particolare metodologia quella autobiografica rimane una preziosa risorsa per il territorio e il lavoro di comunità a disposizione dell Ente e della città. Non sfugge che nell inchiesta biografica l alfabetizzazione, la diffusione dello scrivere e del leggere costituiscono già di per sè premessa e approdo dell azione sociale intrapresa, consentendo l accesso a conoscenze, a forme del pensiero, a pratiche quotidiane e culturali che sono appunto di grande interesse per tutti gli operatori sociali.

OBIETTIVI SPECIFICI Per i volontari Conosceranno e sapranno utilizzare il metodo autobiografico quale strumento per accogliere, orientare, ascoltare, decodificare il disagio; incrementeranno le competenze riflessive e metacognitive attraverso elaborazioni autobiografiche; apprenderanno a raccogliere e scrivere le biografie degli gli anziani. Per gli anziani saranno aiutati a rileggere e ri-significare il percorso della propria vita; saranno stimolati ad aprire spazi di relazioni significative fondate sull ascolto e sull attenzione alla vita; contribuiranno ad arricchire la memoria collettiva non solo dei macro-fenomeni ed eventi, ma anche dei frammenti di storie individuali; contribuire a creare reti sociali tra l Ente e la comunità che la abita e singoli cittadini (volontari); saranno aiutati a integrarsi tra di loro mediante l attenzione alle diverse storie di vita. Per gli operatori Sapranno riconoscere il valore e l efficacia dell autobiografia nella vita dell ospite anziano; Sapranno coordinare un gruppo di volontari biografi; Sapranno individuare modi e occasioni di utilizzo delle metodologie autobiografiche nella struttura. 1. Ambito territoriale entro il quale si sviluppa l iniziativa L associazione di volontariato A.V.A.P. presta la propria opera all interno della Casa di Riposo Dott. G. Pariani di Oleggio che ha sempre avuto un forte radicamento nel tessuto cittadino. Nella sua storia, ormai secolare, i rapporti tra l Ente e la città sono sempre stati solidi e connotati da grande attenzione e reciproco sostegno. La città ha sempre ritenuto l Ente un pezzo del suo cuore, e l Istituto ha sempre servito la vita degli anziani più poveri e a rischio di emarginazione

della città. L ambito territoriale di riferimento è quindi necessariamente quello della struttura e del suo territorio locale. Si precisa che gli Utenti della residenza provengono in gran parte dai comuni facenti parte il distretto dell A.S.L. Novara-NO (ex ASL13). I volontari sono per gran parte oleggesi e operano all interno della Casa di Riposo attraverso una convenzione con l Ente. 2. Destinatari Ad oggi la Casa di Riposo Dott. G. Pariani ospita 99 utenti (di cui 18 autosufficienti e 81 non autosufficienti, a cui si aggiungono 6 Ospiti in Centro Diurno Integrato). La maggior parte di loro sono anziani, ma sono inseriti anche alcuni soggetti non ancora ultrasessantacinquenni in condizione di disabilità. Con questo progetto intendiamo raggiungere il maggior numero di ospiti interessati e coinvolgibili, che saranno i destinatari diretti, attraverso il contatto individuale o in piccolo gruppo. Si ritiene inoltre che il progetto avrà destinatari indiretti che saranno i volontari, gli operatori della struttura, i famigliari e, nella fase di restituzione del progetto, le agenzie del territorio.