ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE ACQUA

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-FARMACEUTICO DELLA PROVINCIA DI LATINA NEI COMUNI DI APRILIA, CISTERNADI LATINA, LATINA E SERMONETA ANALISI DEL CONTESTO TERRITORIALE ACQUA Gennaio 2012 1

II. ACQUE 3 1. INQUADRAMENTO GENERALE 3 1.1 IDROGRAFIA 5 1.1.1 I bacini idrografici 10 1.2 IDROGEOLOGIA 14 1.3 IL SISTEMA ACQUEDOTTISTICO 19 1.4 IL SISTEMA FOGNARIO E GLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE 22 2. DISPONIBILITÀ DELLE RISORSE IDRICHE 26 2.1 FABBISOGNI IDRICI E SFRUTTAMENTO DELLA FALDA 26 2.2 EFFICIENZA ED EFFICACIA DEL SERVIZIO DI DISTRIBUZIONE 33 2.2.1 Perdita di Risorsa Idropotabile 33 2.2.2 Volume Erogato Pro-Capite 37 2.2.3 Qualità delle Acque Potabili 38 2.2.4 Il Caso Arsenico 43 3. ANALISI DELLE PROBLEMATICHE LEGATE ALLA ACQUE SUPERFICIALI 46 3.1 QUALITÀ DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI 46 3.1.1 Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio 64 3.2 QUALITÀ DELLE ACQUE MARINO COSTIERE 65 3.3 FATTORI DI PRESSIONE SULLA QUALITÀ DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI 69 3.3.1 Impatto antropico diffuso 69 3.3.2 Inquinamento da fonte puntuale 72 3.4 ANALISI DEI CARICHI INQUINANTI NEL DISTRETTO 77 3.5 STATO DELLA DEPURAZIONE E DELLE RETI FOGNARIE 84 3.5.1 Qualità delle acque scaricate dagli impianti di depurazione 85 4. ANALISI DELLE PROBLEMATICHE LEGATE ALLA ACQUE SOTTERRANEE 96 UIFERO E VULNERABILITÀ 96 4.1.1 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola 98 4.1.2 Aree sensibili 99 4.1.3 Aree di salvaguardia 99 4.2 QUALITÀ DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI 100 5. INTRUSIONE SALINA 109 6. ALLEGATI TECNICI 112 Gennaio 2012 2

II. ACQUE La disponibilità delle risorse idriche risulta una delle principali condizioni di esistenza e di sviluppo delle comunità a, oltre ad essere una essenziale fonte di sostentamento degli organismi viventi, rappresenta una delle risorse maggiormente utilizzate nei processi di produzione industriale. Negli ultimi decenni la crescente urbanizzazione e lo sviluppo socio economico hanno determinato un costante aumento dei fabbisogni idrici, ed i problemi connessi con gli eccessivi consumi e con la tutela delle falde hanno assunto una particolare rilevanza, ad esempio, rappresenta un rischio in quantità elevate; gli scarichi delle acque reflue civili ed industriali concorrono al deterioramento della risorsa tramite il loro rilascio nei corpi idrici superficiali e sotterranei. È possibile affermare che azione che comprende inscindibilmente intesa, sia in senso quantitativo (lotta agli sprechi ed agli usi impropri attraverso il risparmio e al riutilizzo la salvaguardia dei corpi idrici recettori e della loro capacità autodepurativa). quindi riguardare la disponibilità delle risorse idriche e le pressioni che su di essa vengono esercitate, sia dal settore civile che da quello produttivo; nonché la qualità dei corpi idrici, anche in relazione alla presenza sul territorio di attività economiche a rilevante impatto ambientale. Il presente capitolo si articola quindi nelle seguenti sezioni: Disponibilità delle risorse idriche Analisi delle problematiche legate alla acque superficiali Analisi delle problematiche legate alla acque sotterranee. preceduta da una serie di informazioni di tipo qualitativo e descrittivo relative alla realtà territoriale oggetto di analisi, utili 1. INQUADRAMENTO GENERALE sa idrica è necessario inquadrare il contesto di riferimento, con infrastrutturale per la distribuzione e la depurazione delle acque. Dal punto di vista delle fonti informative, si riportano di seguito i riferimenti da cui sono state attinte le informazioni riportate nel presente capitolo. Gennaio 2012 3

Tabella_II.1 - Fonti Informative Riferimento documentale Piano di Tutela delle Acque Piano di Tutela delle Acque Lazio Documento preliminare di indirizzo al P.T.G.P., 2003 compatibile della risorsa idrica nel Lazio. Gli acquiferi Vulcanici Origine dei carichi inquinanti e stato di eutrofizzazione delle acque interne della provincia di Latina Captazioni e risorsa idrica nel bacino di Mazzocchio Atlante delle sorgenti della Provincia di Latina SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE CHIMICO-FARMACEUTICO Soggetto detentore/emittente Regione Lazio Regione Lazio Anno Adottato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 687 del 30 luglio 2004 Approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 42 del 27 settembre 2007 Riferimento territoriale Regionale, Provinciale e di Bacino Regionale, Provinciale, e di Bacino Regione Lazio 2004 Regionale e Provinciale Provincia di Latina 2003 Comunale e Provinciale Provincia di Latina 2005 Comunale e Distrettuale Provincia di Latina 2010 Provinciale Provincia di Latina 2007 Provinciale Provincia di Latina 2010 Provinciale Carta della copertura del suolo Provincia di Latina 2004 Provinciale Database della Carta del suolo Provincia di Latina 2009 Provinciale Indagini acque sotterranee per la ricerca di nitrati Arpa Lazio 2004 Comunale Monitoraggio delle acque superficiali Arpa Lazio 2007 2008-2009 Distretto Monitoraggio delle acque ad uso umano Arpa Lazio 2007 2008 2009 Distretto Stato del Mare Provincia di Latina Arpa Lazio 2009 (PAI) Rapporti informativi Autorità dei Bacini Regionali del Lazio - Lazio Meridionale Acqualatina S.p.A. Approvato dal comitato istituzionale nella seduta del 13 dicembre 2005 Provinciale, Distrettuale e Comunale Regionale 1999 Comunale 2004 2005 2007 2008 2009 2010 ATO e Comunale Relazione Ambientale Acqualatina S.p.A. 2009 ATO e Comunale Banca dati Acqualatina Acqualatina S.p.A. 2003 2004 2005 2010 Distrettuale e comunale Banca dati Acqualatina Acqualatina S.p.A. 2003 2004 2005 2009 2010 Comune di Latina 2004 Comunale Qualità delle acque superficiali nel Parco Nazionale del Circeo ro costiero compreo tra Foce Verde e Rio-Martino ( Vinicio Gragnanini Anno Accademico 2008-2009 ENEA 2003 Distrettuale Dipatimento di Scienze Geologiche Laboratorio di Idrogeologia; Università degli studi Roma 3 2008-2009 Comunale Distrettuale e Comunale Gennaio 2012 4

1.1 IDROGRAFIA Il sistema idrografico ai relativi bacini e le convogliano verso le sezioni terminali dei bacini più ampi. pontino (circa 1700 Km 2 ) ha subito, dalle s una notevole trasformazione. La pianura pontina costituisce infatti una singolare area di idrografia artificiale, essendo percorsa in gran parta da canali di bonifica o da alvei fluviali regolarizzati. Nel territorio del distretto, quella dei Bacini Regionali (ABR) del Lazio. Autorità dei Bacini Regionali del Lazio ha la competenza sui bacini idrografici di rilievo regionale, così ottobre 1996, ai sensi dell'art. 12 della legge 18 maggio 1989, n. 183 recante "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo". In pratica, comprende tutto il territorio regionale non appartenente ai bacini nazionali (Tevere, Liri-Garigliano) ed interregionali (Fiora e Tronto) ed include quasi tutta la fascia costiera del Lazio, i bacini dei laghi di Bolsena e di Bracciano, la bonifica Pontina nella parte Sud, per una estensione complessiva di circa 5.270.Km 2. I comuni sono complessivamente 103, ripartiti tra le province di Viterbo, Roma, Latina e Frosinone. foce a mare a sud della foce del Tevere, fino al bacino di interesse nazionale del Liri-Garigliano. Nella cartografia che segue viene rappresentato il distrettuale. Gennaio 2012 5

Tavola_II.1 Carta del Reticolo Idrografico nel Territorio del Distretto Gennaio 2012 SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE CHIMICO-FARMACEUTICO 6

- Albani), nasce una rete di fossi (fosso delle Cannucce, Leschione, Ficoccia, Spaccasassi, del Campo, della Crocetta, del Carano, Pane e Vino) che, prima della bonifica integrale, alimentavano il bacino del fiume Astura, il cui corso del fiume interessava, con portate non indifferenti, Al tempo bacino imbrifero che alimentava il fiume Astura. Le numerose sorgenti che contribuivano ad alimentare il tratto iniziale del fiume, andarono a disperdersi lungo gli alvei di diversi canali che vennero poi fatti confluire nel collettore principale delle Acque Alte. ultimo intercetta tutta la parte alta del vecchio bacino del fiume Astu quindi, tutti i fossi che scendono dalle pendici meridionali dei Colli Albani ad est del lago di Nemi e da pendici sud-occidentali dei Monti Lepini, ad ovest di Norma. Fiume Astura non è, pertanto, più garantita dalla rete dei canali che nascevano dalle sorgenti di Carano, ma è ponte, ato di Campoverde di Aprilia. Il Fiume presenta una lunghezza ridotta a circa 18 km ed un bacino idrografico di circa 385 km 2, nasce dalla derivazione del canale Allacciante omonimo e sfocia presso Torre Astura, al confine tra le province di Roma e Latina. Inoltre, la risistemazione idraulica fatta durante la bonifica ha ridotto la portata a valori modesti. 1 A sud del bacino del fiume Astura una serie di cors Lepini, tra i quali il fosso Cisterna (32 Km 2 ), il fosso Teppia nel cui bacino ricade il lago Giulianello (157 Km 2 ), il fiume Ninfa ed il Fiume di Val Carella (53 Km 2 ), confluisce nel canale allacciante delle Acque Alte, fino a sfociare nel Mar Tirreno. Il Fiume Incastro, che lambisce il territorio comunale di Aprilia ed il cui bacino si estende per 150 Km 2, si alimenta dalle pendici dei rilievi vulcanici dei Colli Albani. Il canale delle Acque Alte ad ovest di Latina, taglia da nord a sud la Piana intercettando le acque della parte occidentale alta della pianura e dei rilievi, che salgono verso i Colli Albani ed il valico con il bacino del Sacco, nonché le acque fino a Sermoneta. Il fiume Sisto, raccolte le acque delle sorgenti del Ninfa, funziona da canale di raccolta di acque alte per la duna quaternaria. La pianura è inoltre servita da una rete idraulica interna che ha il compito di provvedere allo scarico diretto in mare mediante una serie di canali delle acque medie: - Canale Acque Medie di Latina - Fosso Rio Martino - Canale della Botte - Canale Linea Pio Diversivo Linea Pio Nelle aree più depresse del territorio, infine, le acque raccolte dalla rete di bonifica vengono sollevate mediante impianti idrovori e scaricate nei collettori delle acque alte o direttamente in mare. 1 ARPALAZIO, Area Chimico Microbiologica, Progetto Nazionale di Monitoraggio Acque Superficiali, Sedimenti e biota del Fiume Astura (LT), 2005 Gennaio 2012 7

manutenzione e della loro efficienza nel portare al mare il prima possibile le acque drenate dal bacino imbrifero. Le competenze del Consorzio di Bonifica delle opere di bonifica idraulica, alla manutenzio interventi di sistemazione idraulica (bonifica integrale). Con Deliberazione del Consiglio Regionale 31 gennaio 1990, n. 1112 "Nuova delimitazione dei comprensori di bonifica (articoli 2 e 3 della legge regionale 21 gennaio 1984, n. 4)", l'intera superficie regionale è stata classificata territorio di bonifica di seconda categoria e sono stati individuati sei comprensori di bonifica all'interno dei quali sono stati definiti dieci consorzi di bonif svolge le proprie attività su una superficie di circa 168.187 ha comprendenti buona parte della provincia di Latina, una parte della provincia di Frosinone ed una piccola porzione della provincia di Roma. Il drenaggio delle acque meteoriche avviene attraverso le reti idrografiche relative alla parte bassa del bacino del fiume Astura, la rete idrografica afferente ai laghi costieri di Fogliano, Sabaudia, dei Monaci e di Caprolace, la rete idrografica dei fiumi Sisto e Portatore e la rete drenante il settore sud-occidentale dei Monti Lepini. Nelle pertinenze del consorzio di bonifica risultano 23 impianti di sollevamento per 114.000 litri/secondo di portata sollevata. Le reti di bonifica sono costituite dai canali che raccolgono le acque superficiali e provvedono al loro trasporto rete di bonifica si distinguono le zone a scolo naturale da quelle a Tabella_II.2 Schema della rete idrografica dei canali di bonifica Rete Caratteristiche Destinazione Localizzate in zone a quote più elevate, in grado di Acque alte scaricare le acque a gravità che scarica nel mezzo ricettore. Acque medie Rete intermedia realizzata qua particolarmente estesa. Tramite un collettore scarica nel mezzo ricettore. Zone a quota più bassa per le quali è necessario il sollevamento meccanico delle acque. La rete delle acque basse è indipendente da quella delle acque alte per non Collettore delle acque basse che diventa il canale immissario di un impianto idrovoro. ttore Acque basse sovraccaricare gli impianti di sollevamento utilizzati dalle direttamente o tramite un canale acque basse con acque che possono scaricare naturalmente. emissario. ima dotata di Gennaio 2012 8

rappresentato da zone che scolano a gravità mentre il 19% è rappresentato da zone che necessitano del sollevamento meccanico. Questo 19% è molto significativo perché, esclusa la zona lungo la costa (es. Sabaudia), naturali e 1.182 km di canali artificiali. 2 Tornando alla descrizione del reticolo idrografico, il fiume Astura e gli altri minori che hanno il bacino nel tratto montano impostato su rilievi vulcanici, presentano un profilo longitudinale caratterizzato da un tratto di alto corso (montano) breve e di notevole pendenza, seguito da un più lungo tratto a debole pendenza. I fiumi che scendono dai rilievi calcarei Lepini-Ausoni-Aurunci (tra cui il fiume Ninfa) presentano il tratto montano fortemente inciso ed acclive fino alle aree pedemontane e pianeggianti ove dopo un brusco passaggio il loro corso prosegue in leggera pendenza, recapitando a mare le acque regimate dalle opere di bonifica della Piana Pontina. Lungo la costa è presente il lago di Fogliano settentrionale e il più grande dei quattro laghi retrodunali (di cui tre sono al di fuori del territorio distrettuale) formatesi in epoca recente lungo il litorale laziale. Il lago di Fogliano ha un perimetro di 11,2 km, lunghezza massima di 4,825 km, larghezza massima/media di 1,125/0,655 km ed una superficie di m 2 contiene circa 3.616.000 m 3 di acqua salmastra e raggiunge una profondità massima/media di 2/0,89 m. Il livello dei laghi subisce oscillazioni in relazione alla variabilità degli apporti e delle perdite, ma risente anche di accumuli ggiate che possono far assumere livelli anormali alla superficie libera, con oscillazioni di quota di circa 40 cm. Il reticolo fluviale naturale e di bonifica, a causa della limitata superficie dei bacini intensivo del suolo (attività agricole) e per la discreta permeabilità dei terreni in affioramento, presenta un regime dei deflussi, piuttosto regolare; incrementi nei valori di portata notevoli e repentini si hanno limitatamente ad eventi meteorici di particolare entità. Il principale evento di piena del quale si hanno notizie, è quello relativo, sul Canale Acque Alte, nel corso del quale sono stati segnalati anche allagamenti nella città di Latina. Tuttavia negli ultimi anni si è rileva un consistente incremento delle portate di piena connesso all zzazione e alla perdita di suolo naturale. Tale fenomeno è stato anche alimentato dalla mancanza di strumenti pianificatori adeguati e capaci di indirizzare ad uno sviluppo urbanistico sostenibile ed attento alle vulnerabilità del territorio. In particolare negli ultimi anni la crescita incontrollata di manufatti e di infrastrutture viarie ( attraversamenti,. Purtroppo, s informazioni sistematiche e recenti circa il regime idrologico. A tal proposito, la Provincia di Latina ha effettuato tallazione di nuove centraline per il monitoraggio costante della qualità delle acque superficiali e quindi di tutti i dati relativi al reticolo idrografico provinciale con particolare attenzione alle caratteristiche naturali dei bacini, al suolo e alla pressioni antropiche gravanti sul territorio. Nel biennio 2003-2004 è stata condotta una prima campagna di analisi ricognitiva al fine di individuare e caratterizzare le 2 Morgana- Rosa- Prato- Minciardi- Betta- Grimaldi (2003), Qualità delle acque superficiali nel Parco Nazionale del Circeo - Marzo 2003 - www.qualitypark.casaccia.enea.it Gennaio 2012 9

sezioni su cui effettuare il monitoraggio analitico delle acque superficiali. In Allegato II.A si riportano i dati relativi ai parametri fisici monitorati durante la campagna del 2003 con riferimento (canali) interni al comune di Latina. - 2004). 1.1.1 I bacini idrografici suddiviso il territorio regionale in 39 bacini idrografici 3 principale, che sfocia a mare, e da una serie di sottobacini secondari che ospitano gli affluenti. Bacini e sottobacini possono avere dimensione ed andamento diverso secondo le caratteristiche idrologiche, geologiche ed idrogeologiche della regione geografica e climatica nella quale vengono a svilupparsi. Di conseguenza i limiti dei bacini differiscono dai limiti amministrativi, estendendosi, in base ai casi, nel territorio di più regioni, province, Nella pianura pontina, data la complessa articolazione dei canali di bonifica, (con acque che scorrono lungo direzioni imposte dalla gestione delle chiuse), in alcuni casi il limite dei bacini o dei sottobacini coincide con i corso dei canali principali. Il territorio del distretto chimico-farmaceutico è interessato da 7 bacini idrografici, le cui caratteristiche principali sono riportate nella tabella seguente. In Allegato II.B 4 si riportano le schede di bacino e la relativa cartografia dei bacini del distretto, della Regione Lazio. Per completezza si segnala che l è 3 -fisico, consistente nel tracciamento degli spartiacque sulla del piano topografico. 36 bacini individuano altrettanti corpi idrici significativi, uno raccoglie i bacini endoreici presenti nella regione cui non è possibile associare corpi idrici significativi (poiché le acque del reticolo fluviale non raggiungono il mare ma alimentano il circuito sotterraneo) e gli ultimi due sono costituiti dai sistemi idrici delle isole Ponziane. 4 Piano di Tutela delle Acque PTA, Regione Lazio 2007 Gennaio 2012 10

Tabella II.3 - Bacini idrografici del PRTA che interessano il distretto chimico farmaceutico N -Codice- Denominazione Comuni interessati dal bacino Superficie totale del bacino (ha) Quota media s.l.m. (m) Corpi idrici superficiali significativi Struttura idrogeologica di appartenenza (denominazione acquifero) 22-INC-Incastro Albano Laziale, Aprilia, Ardea, Ariccia, Genzano di Roma, Lanuvio, Nemi, Pomezia, Rocca di Papa, Roma, Velletri 15.465 160 Lago di Nemi Fosso Incastro Sistema dei Colli Albani 23-LOR-Loricina Anzio, Aprilia, Ardea, Nettuno 16.054 43 Mare Acquifero minore costiero sud 24-AST-Astura Aprilia Cisterna di Latina Latina, Nettuno 7.775 30 Torrente Astura Acquifero minore costiero sud Sistema dei Colli Albani 25-AST-MOS-Astura- Moscarello Latina 294 2 Non presenti Acquifero minore pontino costiero 26-MOS-Moscarello Aprilia, Artena, Bassiano, Carpineto Romano, Cisterna di Latina, Cori, Genzano di Roma, Lanuvio, Lariano, Latina, Montelanico, Norma, Palestrina, Roccamassima, Rocca Priora, Sermoneta, Velletri 61.626 235 Acque Alte Spaccasassi Leschione Mare Sistema dei Colli Albani 27-RMA-Rio Martino Cisterna di Latina, Latina, Sabaudia, San Felice Circeo, Sermoneta, Terracina 40.799 21 Acque Medie Ninfa Sisto Mare Acquifero minore pontino costiero Gennaio 2012 Numero di sorgenti presenti 12 (di cui 2 con portata > 20 l/s e 10 con portata < 20 l/s) 16 (di cui 5 con portata > 20 l/s e 10 con portata < 20 l/s, 1 senza dati) 4 (di cui 3 con portata > 20 l/s e 1 con portata < 20 l/s) Presenza di captazioni ad uso idropotabile SI SI SI 0 NO Note Sono presenti 4 sottobacini. Il fosso Incastro dopo aver lambito il comune di Aprilia, attraversa il comune di Ardea per poi sfociare nel Mar Tirreno. Sono presenti 4 sottobacini. Il bacino interessa il comune di Aprilia nella sua parte occidentale. Sono presenti 3 sottobacini. Il Fiume Astura bagna il comune di Aprilia e prima di sfociare nel Mar Tirreno lambisce il territorio occidentale di Latina. Sono presenti 2 sottobacini. 43 (di cui 8 con portata > 20 l/s e 22 con portata < 20 l/s, 13 senza dati) SI Sono presenti 12 sottobacini. 13 (di cui 3 con portata > 20 l/s e 6 con portata < 20 l/s, SI Sono presenti 8 sottobacini. 11

N -Codice- Denominazione Comuni interessati dal bacino Superficie totale del bacino (ha) Quota media s.l.m. (m) Corpi idrici superficiali significativi Struttura idrogeologica di appartenenza (denominazione acquifero) Numero di sorgenti presenti Laghi 4 senza dati) 28-BAD-Badino Amaseno, Bassiano, Carpineto Romano, Castro dei Volsci, Giuliano di Roma, Latina, Maenza, Patrica, Pontinia, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Supino,Terracina, Vallecorsa, Villa Santo Stefano. 79.656 246 Canale Botte Amaseno Linea Pio Cavata Ufente Mare Sistema dei Monti Lepini Sistema dei Monti Ausoni e Aurunci 126 (di cui 71 con portata > 20 l/s e 25 con portata < 20 l/s, 30 senza dati) FONTE: Regione Lazio, Piano di Tutela delle Acque, adottato con Delibera di Giunta Regionale n. 687 del 30 luglio 2004 Gennaio 2012 Presenza di captazioni ad uso idropotabile Note SI Sono presenti 17 sottobacini. Latina è interessata dal bacino solo per una piccola porzione di territorio compresa tra il fiume Sisto ed i propri confini amministrativi. Solamente il Canale Linea Pio e il Fiume Cavata ricadono marginalmente nel territorio del distretto ed interessano rispettivamente i comuni di Latina e Sermoneta. 12

In figura sono rappresentati i bacini idrografici che interessano il territorio del distretto. Tavola_II.2 Carta dei bacini idrografici che interessano il territorio del distretto BAD FONTE: Regione Lazio, Piano di Tutela delle Acque Gennaio 2012 13

1.2 IDROGEOLOGIA Nel Documento preliminare di indirizzo al Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) della Provincia di Latina sono state identificate le strutture idrogeologiche presenti nella Provincia. Per la fascia costiera tali strutture non sono state individuate ma sono stati identificati dei Sistemi Acquiferi (circolazioni idriche in corpi sedimentari eterogenei ed eteropici 5 in genere stratificate in funzione della diversa permeabilità degli strati). Il territorio del distretto chimico-farmaceutico risulta interessato, a differenti livelli, dalle seguenti Strutture Idrogeologiche (S.I.) e dai seguenti Sistemi Acquiferi (S.A.): S.I. del sistema vulcanico dei Colli Albani, costituita sostanzialmente dai prodotti del sistema vulcanico albano; S.I. dei Monti Lepini, costituita dalla dorsale carbonatica dei Monti Lepini; S.A. della Pianura Pontina, costituito dai sedimenti continentali e marini quaternari della depressione pontina. Questo sistema può essere suddiviso nel S.A. pedemontano (fino al fiume Sisto) e S.A. costiero (dal fiume Sisto al mare). S.A. minore Costiero Sud Nella pagina successiva si riportano in tabella le caratteristiche principali delle suddette strutture Idrogeologiche. 5 Formazioni sedimentarie costituite da depositi appartenenti a facies (ambienti di sedimentazione) differenti Gennaio 2012 14

Tabella II.4 Elenco delle caratter Struttura Idrogeologica/Sistema Acquifero Localizzazione Descrizione S.I. dei Colli Albani Interessa i territori comunali di Aprilia, Cisterna ed, in minima parte, di Latina. La S.I. ha infatti come limite a SE il canale delle Acque Alte, e a SW i depositi di duna antica. Il limite di potenziale imposto è costituito verso N dal Fiume Aniene e verso W dal Fiume Tevere. Verso E, la S.I. è delimitata dalla struttura carbonatica dei M.ti Lepini; mentre verso NE, il limite è incerto ed è costituito da uno spartiacque sotterraneo che divide la circolazione nei depositi struttura. I differenti gradi di permeabilità che possono essere associati alle sequenze riconosciute nel distretto vulcanico dei caratteristiche morfologiche, una zona ad elevata infiltrazione e quindi di ricarica concentrata del sistema acquifero. Gli studi idrogeologici indicano che l'alto piezometrico della falda acquifera dei Colli Albani si colloca nella zona interna alla cinta calderica e che da essa le acque sotterranee incontrano, a profondità relativamente poco elevate, orizzonti stratigrafici ad elevata permeabilità (lave scoriacee o fratturate, scorie e sabbioni vulcanici), che favoriscono un deflusso radiale verso le zone esterne. Nell'atrio del vulcano e sui ripidi versanti, gli orizzonti a più bassa permeabilità, quali tufi e lave compatte o paleosuoli, determinano la presenza di numerose sorgenti di strato. La potenzialità di queste falde è proporzionale e e alla continuità degli affioramenti delle rocce permeabili, spesso a geometria lenticolare. La sequenza Tufo Lionato-Tufo di Villa Senni, IV colata piroclastica della Fase Tuscolano-Artemisia, caratterizzata da una permeabilità relativamente più bassa, ostacola la filtrazione verso il basso delle acque di infiltrazione (aquitard) e determina, a scala di sistema, la separazione della circolazione idrica in una falda superficiale e una falda di base. La falda superficiale drena in gran parte verso la falda di base e in minima parte alimenta le modeste sorgenti poste in quota. Nella zona occidentale della caldera la superficie freatica incontra la superficie topografica dei laghi che sarebbero cosi alimentati dalla falda nel settore orientale e alimenterebbero la falda in quello occidentale. La maggiore produttività è associata agli orizzonti sabbiosi e/o ghiaiosi sovrastanti le argille di base o a livelli le del substrato. limosi. Sembra comunque che essa mantenga una comunicazione idraulica laterale con la falda superiore giacché gli orizzonti argillosi succitati appartengono ad ambienti di sedimentazione localizzati. Molto importante ai fini del deflusso sotterraneo è la presenza di particolari orizzonti produttivi rappresentati dalle lave sovrastanti la terza sequenza (evento Acquacetosa). La notevole fratturazione e il loro incassamento in paleo-valli fa sì che questi corpi costituiscano un orizzonte preferenziale per il deflusso di grandi quantitativi di acqua. Un ruolo particolare viene svolto dai corsi d'acqua che, nel loro corso inferiore, drenano il sistema vulcanico dei Colli Albani, comportandosi da vere e proprie "sorgenti lineari". Negli ultimi dieci anni, da parte dei tecnici degli enti locali, degli studiosi e degli operatori che agiscono sul territorio albano, viene denunciato un diffuso e marcato fenomeno di abbattimento dei livelli delle falde e dei Laghi Albano e Nemi, ed una significativa riduzione delle portate dei corsi d'acqua. In sostanza sembra evidente che la S.I. dei Colli Albani sia soggetta ad un marcato disequilibrio tra ricarica naturale degli acquiferi e livelli piezometrici, provocato sia dai massicci prelievi da falda che dall'attuale trend di variazione climatica. Questi elementi fanno ritenere che sia in atto un sovrasfruttamento delle risorse regolatrici e forse anche di quelle geologiche. A tal proposito è stato realizzato uno studio da Regione Lazio, Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, Autorità di Gennaio 2012 15

Struttura Idrogeologica/Sistema Acquifero Localizzazione Descrizione Lazio, ed in particolare sugli acquiferi vulcanici. 6 e Sono state quindi individuate e cartografate aree riconducibili a differenti gradi di stress idrico, denominate aree S.I. dei Monti Lepini Interessa solamente una piccola parte del comune di Sermoneta. Infatti la struttura dei Monti Lepini costituisce un acquifero carsico i cui limiti possono essere così individuati: verso NE, depositi terrigeni della Valle del Sacco; verso SW, sedimenti plio-quaternari della Pianura Pontina; verso NW, depositi dell'apparato vulcanico dei Colli Albani; so la falda di base che L'acquifero carbonatico alimenta, con una portata complessiva media intorno ai 15.000 l/s le numerose sorgenti pedemontane poste ad una quota variabile tra i 30 m s.l.m. della sorgente di Ninfa e i 2 m s.l.m. delle emergenze in alveo del Fiume Ufente. Il drenaggio della falda di base, diretto complessivamente a SW verso la Pianura Pontina, avviene secondo percorsi preferenziali determinati dalla presenza di elementi strutturali interni al massiccio, che suddividono il deflusso idrico in più rami dotati di velocità diverse. oli carsici. Questo stato di cose fa sì che le sorgenti, localizzate essenzialmente lungo il contatto con i sedimenti terrigeni della piana Pontina, siano caratterizzate da regimi idrologici molto diversi tra loro. S.A. della Piana Pontina Interessa la Pianura Pontina dal settore pedemontano adiacente ai Monti Lepini fino al mare. Costituisce un ampio sistema acquifero, caratterizzato da una circolazione idrica complessa che si sviluppa su più livelli, con differenti modalità di circolazione. Al contatto tra i depositi fluvio-palustri della Piana Pontina pedemontana e i calcari mesozoici, si collocano le dei 14,5 m 3 /s per i Monti Lepini e di 6 m 3 /s per i Monti Ausoni. Le portate emergenti dalle dorsali carbonatiche costituiscono la principale fonte di alimentazione del deflusso di preso tra la base delle dorsali carbonatiche ed il fiume Sisto. Significativa, nel settore pedemontano della Pianura Pontina, è anche la presenza di una falda in pressione contenuta nelle successioni carbonatiche sepolte al di sotto dei terreni sabbiosi e argillosi marini e fluvio palustri. Tale acquifero, idraulicamente connesso con le adiacenti strutture dei Monti Lepini ed Ausoni, alimenta le falde contenute nei terreni di copertura che frequentemente sono di tipo artesiano. Pertanto, malgrado i terreni affioranti, dotati di bassa permeabilità, garantiscano bassi valori di infiltrazione efficace 2 esenza ancora molto diffusa di pozzi artesiani con bocca pozzo libera e quindi deflusso continuo delle acque di falda ha provocato significativi abbattimenti della superficie 6 Regione Lazio, Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, Autorità di Bacino del Fiume Tevere, Univ. Roma Tre-Dip. Scienze Geologiche, idrica nel Lazio. Gli acquiferi Vulcanici, Pitagora Editrice, Bologna, 2005 Gennaio 2012 16

Struttura Idrogeologica/Sistema Acquifero Localizzazione Descrizione piezometrica, con conseguenze non ancora quantificate sia sulla consolidazione e quindi sulla subsidenza indotta dei terreni, sia sul regime delle portate emergenti dalle dorsali carbonatiche. velocità del flusso delle acque sotterranee, indotto dagli emungimenti, è anche una delle principali cause innescanti dei fenomeni di crollo e sprofondamento (sinkhole) che caratterizzano alcuni settori della pianura pontina (vedi il Per quanto riguarda la qualità delle acque, quasi tutte le sorgenti basali al margine della Piana Pontina presentano acque fortemente mineralizzate, non utilizzabili come acque potabili, a causa di consistenti apporti idrotermali che contaminano le acque del circuito carsico. Il settore costiero presenta un assetto differente. Qui i depositi prevalentemente sabbiosi della duna antica ospitano una falda di acqua dolce, alimentata prevalentemente dagli apporti zenitali. Nei vari settori della Pianura Pontina restano ancora poco conosciuti i rapporti tra le diverse circolazioni idrauliche. S.A. minore Costiero Sud Il sistema Acquifero minore costiero sud interessa la parte ovest del comune di Aprilia. Gli acquiferi minori son interno è estremamente variabile in funzione sia della granulometria dei depositi sia dei pur limitati scambi con le strutture idrogeologiche adiacenti. Sono localizzati principalmente lungo le pianure costiere. Gennaio 2012 17

Tavola_II.3 - Carta idrogeologica della Provincia di Latina, dettaglio del territorio distrettuale FONTE: Provincia di Latina, PTPG Gennaio 2012 18

1.3 IL SISTEMA ACQUEDOTTISTICO ATO4 Lazio Meridionale Latina è stato individuato ai sensi della Legge Regionale n. 6 del territoriali ottimali e organizzazione del servizio idrico integrato (S.I.I.) in attuazione della legge 5 comprende 38 comuni, di cui 32 nella provincia di Latina, 4 nella provincia di Frosinone e due nella provincia di Roma, per un totale di abitanti di 554.413 (dati censimento ISTAT 1991). Attraverso una convenzione di gestione, sottoscritta il 2 agosto 200 Il distretto chimico farmaceutico di Latina rientra interamente Meridionale Latina), i cui confini amministrativi sono rappresentati nella figura fonti di approvvigionamento idrico sono rappresentate da sorgenti e da acque sotterranee estratte attraverso pozzi ubicati lungo diversi punti di approvvigionamento, la cui collocazione è dettata sia dalla domanda che dalla disponibilità della risorsa idrica. Acqualatina S.p.A. è una società mista a prevalente capitale pubblico (il 51% del capitale è detenuto dai stato selezionato tramite una gare europea per la scelta del socio a cui affidare il 49% del capitale della società e la responsabilità della gestione. affidate ad Acqualatina le opere impianti e le Idrico Integrato nonché le relative immobilizzazioni tecniche materiali ed immateriali e le attività e Nel 2002, l integrato alla società Acqualatina S.p.A. che sulla base della Convenzione stipulata e del relativo disciplinare tecnico garantisce i servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, nonché il servizi di fognatura e di depurazione delle acque reflue, necessarie alla n. 4. Gennaio 2012 19

Secondo quanto riportato nel Rapporto Informativo del 2010 si stima che lo sviluppo della rete acquedottistica di cui si prevede il completamento entro il 2013. Nel 2009 le 39 centrali gestite da Acqualatina hanno prodotto 118.061.744 metri cubi di acqua potabile e sono stati immessi in rete complessivamente 120.498.505 metri cubi, considerando anche i d d Nel 2009 la popolazione servita è di circa 530.000 residenti ; si fa presente che la popolazione servita può raddoppiare durante la stagione estiva. Gli allacci alla rete idrica potabile alla fine del 2009 ammontano a 251.080 e sempre nello stesso anno sono stati analizzati complessivamente 55.923 parametri, ottenendo un tasso di conformità prossimo al 99,74%. distretto chimico-farmaceutico le risorse idriche fanno capo alla falda di Aprilia, (attraverso i pozzi della Regione Carano Giannottola), alla falda di Cisterna di Latina; alla falda dei Monti Lepini, attraverso le sorgenti di Ninfa, delle Sardellane e di Monticchio, tutte di interesse sia Regionale che Comunale. Per un quadro complessivo sui quantitativi di acqua potabile prodotta nel biennio 2008-2009 dagli impianti del distretto si consulti la tabella_ii.5. Il dato sui quantitativi di acqua potabile immessi in rete, sempre nello stesso biennio, nei Comuni del distretto è fornito, invece, in tabella_ii.6. comunali. Tabella_II.5 Quantitativi annui di acqua potabile prodotta nel distretto Comune alimentazione Denominazione risorsa Comune ubicazione risorsa Produzione acqua potabile in (m 3 ) Aprilia Anzio Aprilia Latina Anzio Latina 2008 2009 Campo di Carne Aprilia 1.708.741 1.768.666 Carano Giannottola Aprilia 14.897.512 15.025.247 Aprilia Genio civile Aprilia 20.000 0 Aprilia Via Muzio Aprilia 0 n.d. Cisterna di Latina Borgo Flora Cisterna di Latina 0 0 Cisterna di Latina Casotto Spallato Cisterna di Latina 1.003.390 1.170.676 Cisterna di Latina Dante Alighieri Cisterna di Latina 0 0 Cisterna di Latina Zona 167 Cisterna di Latina 1.353.611 1.371.260 Latina Sermoneta Ninfa Norma 5.205.338 6.050.115 Latina Sardellane 1 Sezze 27.207.333 26.946.397 Sermoneta Monticchio Via R. Vecchia Sermoneta 404.857 451.309 Sermoneta Via delle Vigne Sermoneta 576.703 567.652 Fonte: Acqualatina S.p.A. Elaborato dai Rapporti Informativi 2009 2010 TOTALE 64.559.985 53.351.322 Gennaio 2012 20

Tabella_II.6 Volumi immessi in rete per Comune nel biennio 2008-2009 Comune Volumi immessi in rete (mc/anno) 2008 2009 APRILIA 5.087.190 4.670.047 CISTERNA DI LATINA 2.562.683 2.541.945 LATINA 22.081.982 23.860.648 SERMONETA 1.430.915 1.352.155 TOT. DISTRETTO 31.162.770 32.424.795 ATO n. 4 116.101.798 120.480.327 Fonte: Acqualatina S.p.A. Elaborato dai Rapporti Informativi 2009-2010 Relativamente allo stato di conservazione degli impianti, la ricognizione sullo stato del servizio idrico, effettuata nel 1999 e va la seguente situazione nterno di ciascun comune: Tabella_II.7 - Stato di conservazione delle opere (1999) COMUNE Stato di conservazione Adduzione Distribuzione Aprilia Buono-Sufficiente Sufficiente Cisterna di Latina Buono Sufficiente Latina Buono Insufficiente Sermoneta Buono-Sufficiente Sufficiente FONTE: ATO4 sullo stato del servizio idrico - Monografie dei Comuni Solamente la rete di distribuzione del Comune di Latina appare, nel 1999, in condizioni insufficienti, da cui la necessità di un risanamento per la riorganizzazione dell. Gli utenti serviti da Acqualatina S.p.A. nel distretto sono passati da 56.919 del 2003 a 81.653 del 2009, tenendo conto tuttavia, che il territorio del comune di Aprilia è stato preso in gestione a partire dal mese di giugno 2004. La percentuale di utenti medi nel distretto del 2004 al 31,86% del 2009 con un massimo di crescita, per il periodo considerato, che raggiunge il 32,34 % nel 2007. Di seguito si riporta nelle tabelle i dato dei singoli comuni per il triennio 2007 con il calcolo di variazione percentuale Tabella_II.8 - Nr. medio di utenze nei comuni di Latina, Cisterna, Sermoneta, Aprilia e nell 4 (2007 / 2009) Riferimento territoriale 2007 2008 2009 ATO 244.048 251.020 256.277 Aprilia 15.836 16.271 16.431 Cisterna di Latina 8.078 8.301 8.710 Latina 52.434 53.029 53.570 Sermoneta 2.577 2.759 2.942 FONTE: Acqualatina SpA Gennaio 2012 21

Tabella II.9 - Numero di utenti medi (trend del periodo 2004/2009) Riferimento territoriale Nr. medio di utenti 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Var. % Distretto 56.919 65.933 n.p. 78.925 80.360 81.653 43,45 % ATO4 220.153 234.434 n.p. 244.048 251.020 256.277 16,41 % % Distretto / ATO4 25,9 % 28,1 % - 32,34 % 32,01 % 31,86 % - FONTE: Acqualatina SpA Dal dato di variazione percentuale si riscontra come nel territorio del distretto vadano a concentrarsi la maggior parte delle attività umane della Provincia. Si osservi infatti come il dato di variazione percentuale del numero di utenze oriale, 43,45. 1.4 IL SISTEMA FOGNARIO E GLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE Anche il sistema fognario è gestito, così come quello acquedottistico, da Acqualatina S.p.A. che la rete fognaria si sviluppa ne tuttavia anche nel 2010 si registra la stessa percentuale di residenti non allacciati alla rete. Il grado di copertura del territorio, invece, risulta pari al 10,5 %. tutti i comuni si registrano elevati rapporti di diluizione 3:1, in relazione sia alle infiltrazioni in periodi di pioggia (con entità estremamente variabile) che alla coesistenza di reflui civili e reflui industriali. Inoltre, si segnala che a r il trattamento delle acque di prima pioggia. la rete depuratore di Latina Est, sono stati avviati i lavori per la realizzazione di una nuova fognatura per consentire il stato incrementato con la nuova linea fognaria di B.go Flora, nel Comune di Cisterna, e comprende il sollevamento di via Zangrilli e la realizzazione di un nuovo sollevamento nel Comune di Norma. A causa delle caratteristiche morfologiche del territorio pontino, il sistema fognario è integrato da numerosi sollevamenti (cinquanta), che comportano rilevanti oneri di spesa per energia elettrica. I consumi di energia sono dovuti al e magazzini. La media dei consumidi energia per il triennio 2006-2008 è di 123.208.814 kwh, mentre nel 2009 il consumo di energia elettrica risulta poco superiore alla media e pari a 124.034.583 kwh maggiori oneri di energia è quella dovuta agli impianti di sollevamento del triennio 2006-2008 di circa 86.651.436 kwh consumate. come dichiarato dal gestore nella Relazione Ambientale del 2009, è il seguente: Gennaio 2012 22

64 impianti di fronte del 12% nel 2003. Il volume trattato nel corso dell 00 metri cubi. 23.716.390 kg di fanghi; 357.680 kg di vaglio; 1.803.890 kg di sabbia. I fanghi sono stati smaltiti al 6% in discarica; al 13% in spandimento in agricoltura; al 78% in compostaggio. 5, COD, SST, NT e PT. Ad oggi il numero d 64 nel 2009 a 63 nel 2010. Infatti, Cisterna loc. Piano Rosso. Su diversi impianti presenti nel Distretto sono stati effettuati, negli ultimi anni, alcuni interventi di adeguamento infrastrutturale. In particolare, nel 2007 vengono completati i lavori di adeguamento depurativa di 15.000 abitanti equivalenti. Attualmente sono in corso i lavori di potenziamento del depuratore di B.go Piave mentre, gli impianti di depurazione di Latina Est e Latina Cicerchia sono stati di recente oggetto di importanti lavori di adeguamento che hanno portato nel 2010 ad ottenere 90.000 A.E. Per quanto concerne le attività di progettazione nel segmento della depurazione, il gestore segnala quanto segue: -. - Nel 2008 termina la progettazione definitiva per i la adeguarlo alle attuali esigenze urbanistiche. Per lo stesso progetto è stata anche presentata Istanza di V.I.A. alla Regione Lazio. - Nel 2010 è stata eseguita la progettazione esecutiva per potenziare a 50.000 A.E. il depuratore di Cisterna loc. Cerciabella. del depuratore di Latina Est, sono stati avviati i lavori per la realizzazione di una nuova fognatura per consentire il stato incrementato con la nuova linea fognaria di B.go Flora, nel Comune di Cisterna, che comprende il sollevamento di via Zangrilli e la realizzazione di un nuovo sollevamento nel Comune di Norma. Gennaio 2012 23

che ebbe già inizio neg ingresso e, pertanto, di effettuare opportune valutazione sugli abitanti serviti e le reali depuratori. capacita residue dei Gli impianti di depurazione gestiti da Acqualatina sul territorio del distretto sono 16. Nella tabella seguente si ripor equivalenti di progetto ed i volumi trattai di alcuni impianti presenti nel territorio del distrettuale. Tabella II.10 - Impianti di depurazione presenti nel Distretto (anno 2009 / 2010) Comune Località AE di prog. al 31/12/2010 Vol. Trattati 2009 (mc.) Corpo idrico ricettore Latina Borgo Le Ferriere 250 277.540 Canale Albuccetto Latina Borgo Faiti 500 156.055 Canale Botte Superiore Latina Borgo S. Maria 500 71.010 Fosso Mascarello Latina Borgo Montello 700 534.114 Fosso Affluente Femmina Morta Basso Cisterna di Latina Piano Rosso 2.000 56.169 Fosso Femmina Morta Latina Borgo Piave 2.800 297.352 Fosso del Gionco Latina Borgo S. Michele 2.800 184.614 Fosso Cerasella Latina Borgo Grappa 3.000 64.519 Canale Rio Martino Latina Borgo Carso 3.500 342.973 Canale delle Acque Medie Sermoneta Via Carrara 6.000 1.298.739 Fiume Ninfa Latina Latina Scalo 15.000 609.412 Fosso Fuga Sementa Latina Latina Mare 15.000 825.169 Canale Colmata Cisterna di Latina Loc. Cerciabella 30.000 1.633.299 Fosso di Cisterna Aprilia Via del Campo 66.000 3.722.064 Fosso Ficoccia Latina Latina Est 90.000 3.650.000 Canale delle Acque Medie Latina Latina Cicerchia 60.000 6.824.700 Canale Cicerchia Tot. 16 impianti Tot A.E. = 298.050 FONTE: Rapporti informativi Acqualatina S.p.A. 2009/2010 Banca dati Acqualatina S.p.A. Il comune di Latina si dota di 12 impianti di depurazione, 5 dei quali sono di potenzialità inferiore ai 2.000 A.E. depuratore di Cisterna Piano Rosso. Nel 2004, con atto della Giunta Regionale del 11/06/04 n. 495 fu avviato un depurazione, allo scopo di accrescere le conoscenze sullo stato della depurazione nel Lazio e di individuare le situazioni di non efficienza del servizio, ai fini di un intervento tecnico strutturale finalizzato al potenziamento ed riscontrate in merito allo stato degli impianti sul territorio, la necessità di ridurre il numero di impianti di depurazione mediante un nuovo sistema di collettamento, - come obiettivo quello di conseguire un miglior funzionamento degli stessi. Gennaio 2012 24

Nel distretto non sono presenti depuratori consortili. Accanto ai depuratori comunali bisogna però tener presente che esistono anche una serie di impianti di depurazione privati interni alle aziende, i quali però sono utilizzati industrie del settore chimico-farmaceutico è generalmente presente un depuratore a servizio dell stabilimento. Per informazioni dettagliate sulla qualità delle acque depurate si consultino le tabelle del Allegato_II.D, ove si riportano in elenco i risultati delle analisi dei parametri chimici, fisici e biologici, delle acque reflue in uscita dagli impianti. Gennaio 2012 25

2. DISPONIBILITÀ DELLE RISORSE IDRICHE Con la Legge 5 gennaio 1994, n. 36, anche nota come Legge Galli, è stata avviata una riforma dei servizi idrici che ha come obiettivo finale la gestione integrata dell'intero ciclo dell'acqua, favorendo l'aggregazione dei soggetti fornitori dei servizi superare il problema della frammentazione della gestione. Se si vuole avviare un efficiente sistema di controllo della risorsa, è necessario che le istituzioni razionalizzino al meglio la gestione. La tutela dell acqua passa attraverso la riduzione dei consumi ed il conseguimento di obiettivi di qualità. Pertanto, pianificare e organizzazione sistemi di gestione efficienti, è la strategia attraverso la quale si potrà arrivare ad un consumo sostenibile evitando il depauperamento della risorsa sia in termini quantitativi che qualitativi. sia superficiale che sotterranea, rappresenta lo stato di pressione cui è sottoposto un corpo idrico. Tale dato è noto con un certo grado di attendibilità per le acque di uso potabile, altrettanto non avviene, invece, per industriali ed irrigui, ove le informazioni a disposizione si basano su stime non sempre del tutto attendibili. Nonostante la legislazione nazionale abbia dato la possibilità di migliorare la conoscenza di questi dati, definendo pubbliche tutte le acque e prevedendo la denuncia di tutti i pozzi, non sempre la quantità di pozzi denunciati corrisponde a quelli effettivamente annoso problema da risolvere. A tal proposito, una delle problematiche evidenziate dal gestore del S.I.I. Acqualatina S.p.A. riguarda proprio presenza di pozzi, talvolta anche molto profondi, che determinano il depauperamento incontrollato di importanti falde sotterranee e di sorgenti. Per evitare seri rischi di ambientali è necessario potenziare i controlli, rilevando gli abusi e verificando la reale entità delle portate emunte dai privati sia per usi domestici, sia irrigui che industriali. 2.1 FABBISOGNI IDRICI E SFRUTTAMENTO DELLA FALDA nnessa agli usi residenziali, agricoli, industriali ed alle altre attività produttive, commerciali e sociali in genere. Come si è avuto già modo di ribadire, per quanto riguarda le captazioni gestite da Enti che registrano le portate derivate, il prelievo da falda è noto, mentre il volume emunto da pozzi non opportuni coefficienti (valori di idroesigenza specifici) ai dati delle categorie dei censimenti ISTAT, per gli usi residenziali e produttivi e come risultato del bilancio idrico del suolo, per la stima dei consumi dovuti da colture irrigue. Vengono in tal modo identificate delle UTI (Unità Territoriali Idroesigenti) a cui corrispondono diverse classi associate a specif I dati relativi ai fabbisogni idrici ed allo sfruttamento della falda ad oggi disponibili si riferiscono alla zona del distretto ricadente nei comuni di Aprilia e Cisterna e facente Gennaio 2012 26

Lazio et al., 2005). Il fabbisogno irriguo delle diverse colture è stato calcolato dal valore del deficit idrico del suolo coltivato tenendo conto: - delle caratteristiche climatiche (pioggia e temperatura) - oefficiente colturale specifico - del volume di acqua utile del bilancio tra afflussi meteorici ed evapotraspirazione reale, calcolato a scala mensile. Per calcolare il fabbisogno idrico delle industrie sono stati utilizzati come riferimento i dati relativi agli studi condotti e valutata in funzione del addetti presenti. I fabbisogni idrici specifici per le diverse categorie imprenditoriali sono riportati in tabella. Tali volumi sono stati oggetto di verifica mediante il confronto con le richieste di concessione di sfruttamento di pozzi presentate da alcune industrie alla Autorità dei Bacini del Lazio. Inoltre, il dato di riferimento per il calcolo del fabbisogno idrico è stato ridotto del 20% al fine di tener conto delle previsioni compreso tra il 15% ed il 25%. Tabella_II.11 - Fabbisogni idrici specifici definiti per le diverse categorie imprenditoriali Fabbisogni idrici delle industrie Categoria imprenditoriale ISTAT m 3 /anno/addetto (m 3 /anno/addetto) diminuito del 20% DA industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 2461 1969 DB 1725 1380 DC Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari 912 730 DD Industria del legno e dei prodotti in legno 1100 880 DE Fabbricazione di pasta-carta, carte e prodotti in carta; stampa ed editoria 7360 5888 DG Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche ed artificiali 5115 4092 DH fabbricazione di articoli in gomma e paterie plastiche 1100 880 DI Fabbricazione di prodotti delle lavorazione di minerali non metalliferi 1700 1360 DJ Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 1950 1560 DK Fabbricazione macchine ed apparecchi meccanici; installazione e riparazione 424 339 DL Fabbricazione macchine elettriche ed apparecchiature elettriche ed ottiche 280 224 DM Fabbricazione di mezzi di trasporto 1164 931 DN* - altre industrie manifatturiere 1174 939 * il valore di riferimento di questa classe è stato ottenuto calcolando la media dei consumi idrici di 12 diversi tipi di attività manifatturiera. FONTE: Regione Lazio et al. (2005) compatibile della risorsa idrica nel Lazio. Gli acquiferi Vulcanici Gennaio 2012 27

Il calcolo del fabbisogno idrico civile, basato sullo studio della bibliografia relativa a che il consumo medio per abitante possa essere valutato in 240 litri/giorno. Tale valore è stato applicato ai dati della popolazione relativi alle sezioni di censimento (1991) dopo la spazializzazione con la carta delle UTI, con coefficienti di densità di popolazione diversi per le diverse tipologie residenziali censite. La valutazione della richiesta idrica degli allevamenti zootecnici è stata effettuata in funzione del numero degli animali Il confronto fra la dotazione idrica dei vari ambiti territoriali (acqua erogata dai servizi idrici) con i fabbisogni stimati ha consentito dei prelievi da falda, poiché si può presupporre area sia proporzionale ai fabbisogni idrici non soddisf fabbisogno e la dotazione idrica di fonte acquedottistica. riguardo ai bacini idrogeologici in corrispondenza dei comuni di Aprilia e Cisterna di Latina (e parte del comune di Latina), ovvero i bacini idrogeologici i versanti meridionale ed occidentale dei Colli Albani. Il bacino idrogeologico dei corsi ha un andamento allungato da Nord a Sud e comprende principalmente i Comuni di Valmontone, Artena, Lariano, Cisterna, Borgo Montello e Nettuno. Le acque sotterranee, in questo bacino, danno un contributo alla portata del Fosso Spaccasassi e del Fiume Astura nel suo tratto terminale. Il bacino idrogeologico dei rale della struttura, si estende fino alla costa tirrenica, dalla foce del Fosso Grande al promontorio di Anzio. Comprende il lago di Nemi e si estende principalmente sui territori dei Comuni di Nemi, Genzano, Velletri, Pomezia, Lanuvio, Ardea, Aprilia ed Anzio. Il contributo degli acquiferi al reticolo di superficie (Fosso Spaccasassi, Fosso della Moletta, Rio Torto, Fosso Grande della Mola) ed al lago è attualmente ridotto. La piezometria presenta importanti depressioni piezometriche dinamiche, tra cui quella di Campoleone-Aprilia. Si riportano di seguito i dati sulle sez bilanci dei bacini idrogeologici e i dati riepilogativi del bilancio idrogeologico e delle risorse idriche disponibili nei due bacini idrogeologici di riferimento. Tabella II.12 - Sezioni occidentale dei Colli Albani Denominazione sezione di Quota sezione Portata di magra misurata Anno della misura misura (m s.l.m.) (l/s) ante meridionale dei Colli Albani F.so Spaccasassi 25 618 2002 F. Astura 9 721 2002 Fosso Spaccassassi 35 137 2002 Fosso Moletta 3 133 2002 Rio Torto 40 113 2002 Fosso Grande della Mola 4 623 2002 FONTE: Regione Lazio et al. (2005) Vulcanici Gennaio 2012 28