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Transcript:

L aborto uccide più la madre o il bambino?

Che cos è un aborto? L aborto è il procedimento volontario che interrompe lo sviluppo del bambino durante la gravidanza nell utero materno fatto con lo scopo di sopprimerne la vita.

I METODI USATI PER UCCIDERE IL NASCITURO DURANTE I PRIMI TRE MESI DÌ GRAVIDANZA SONO DI DIVERSO TIPO:

Farmaci abortivi Questa pillola, molto usata dalle giovanissime, fa si che una donna stia almeno una settimana con il feto abortito in grembo e dopo ciò avviene l espulsione.

SPIRALE ABORTIVA Essa impedisce l impianto dello spermatozoo nell utero. A lungo andare, essa può causare ulcere e lacerazioni all interno di esso, con inevitabili emorragie. Nei casi più gravi causa la sua asportazione.

Espulsione per aspirazione E un vero e proprio martirio per il feto, in quanto egli viene letteralmente fatto a pezzi mentre è aspirato.

Aborto Meccanico con il forcipe

Il feto di poche settimane, viene letteralmente raschiato via dall utero con un cucchiaino. causando probabili e permanenti lacerazioni all interno dell utero materno Raschiamento

Con quale coscienza si può uccidere un bambino?

I medici che praticano l aborto non dicono mai la verità alle donne. Essi fanno credere loro che tale operazione è legale e sicura.ma i rischi sono veramente tanti: sterilità, lesioni a organi interni,emorragie, danneggiamento al sistema immunitario,infezioni e lesioni del collo uterino.

Quali sono i danni psicologici che subisce una donna dopo avere abortito? Gravissimo senso di colpa Perdita dell autostima Rimpianto Ansia e depressione Sindromi post-abortive.

la dottoressa THERESA BURKE fondatrice di Rachel s Vineyard ministriers, un attività di ritiri per le problematiche conseguenti all aborto. Ci spiegherà un po meglio la situazione.

Quali sono le caratteristiche del rapporto psicologico tra la donna e il bimbo che porta in grembo?

Il rapporto psicologico tra la madre e il nascituro si basa sui diversi elementi fisici e ormonali, ma anche sul sostegno che la donna riceve dal sistema sociale e culturale in cui è inserita. Per la maggior parte delle donne il primo trimestre può essere un momento di aspettativa e di fervore, oppure di rabbia e timore per una gravidanza indesiderata.

Piuttosto comuni sono anche i sentimenti contrastanti: La madre è piena di meraviglia di fronte al mistero del suo corpo che è in grado di produrre vita; e al contempo può anche sentirsi sopraffatta dalle responsabilità derivanti dall esigenza di farsi carico di un altro essere umano. Nel terzo trimestre possono sopraggiungere ansie per il parto, pensieri per la salute del bambino, preoccupazioni su come il partner si adeguerà alla presenza di un nuovo componente della famiglia, e angustie sulle nuove esigenze economiche. Allo stesso tempo, la donna è elettrizzata e piena di speranze per l imminente nascita del suo bambino e per l inizio di una fase completamente nuova della sua vita. Si può dire che la donna ha bisogno di tutti e nove i mesi di gravidanza per poter intraprendere quel processo emotivo e psicologico che accompagna la maternità. Sia la madre, che il figlio, attraversano una trasformazione rapida e molto intensa.

Che ruolo svolgono altri fattori, quali la pressione proveniente dalle famiglie, dal partner e dai problemi economici, nella decisione della donna di ricorrere all aborto? Da alcune ricerche recenti, risulta che nel 95% dei casi, il partner svolge un ruolo centrale nella decisione di abortire.

I dati ci dicono che l omicidio è la prima causa di morte delle donne incinte. Gli uomini che sono stati condannati per aver ucciso la propria partner in stato di gravidanza, adducono come principale motivazione la volontà di non pagare per sostenere il bambino. Queste terribili statistiche nazionali indicano chiaramente che esiste un alto livello di coercizione che induce le donne ad abortire loro malgrado. Senza il continuo sostegno del padre del bambino o della propria famiglia, molte madri temono di non avere sufficienti risorse da dedicare al figlio. Considerati i tassi di povertà tra i genitori single e i problemi che gravano su di loro, questo rappresenta un problema reale. Troppo spesso, dietro le donne che abortiscono scopriamo una serie di persone che sono molto coinvolte nella sua scelta e che spesso esercitano pressioni persuasive e manipolative.

Cosa avviene al rapporto psicologico quando una donna abortisce? Esiste qualche differenza rispetto all aborto spontaneo? Quando una madre viene bruscamente e violentemente staccata dal figlio si verifica un trauma. La sua è un esperienze di morte innaturale. In molti casi, lei ha violato la propria etica morale e i propri istinti naturali. La sua immagine di madre che nutre, protegge e sostiene la vita subisce un colpo devastante. Personalmente ho conosciuto migliaia di donne la cui vita è stata distrutta dal trauma dell aborto, un evento che hanno vissuto come un qualcosa di brutale e ignobile. Interviene poi un sentimento di dolore, di tristezza, di angoscia, di colpa, di vergogna e di rabbia.

Molte imparano a rendersi insensibili attraverso l alcol e la droga, o pensano di dominare il trauma riaffrontando e ripetendo l esperienza. Alcune ricorrono alla promiscuità e ripetono l aborto, entrando in un vortice traumatico di abbandono e di rigetto. Altre, per soffocare i sentimenti, cadono in fenomeni di disordine alimentare, di attacchi di panico, depressione, ansia e pensieri suicidi. Alcune hanno subito danni permanenti fisici e riproduttivi per cui non possono più avere figli. L agonia psicologica e spirituale conseguente all aborto viene soffocata dalla società, ignorata dai mezzi di comunicazione, rifiutata dagli psicologi e disprezzata dai movimenti femminili. Il trauma post-aborto è una malattia grave e devastante che non dispone di porta voci celebri, che non è oggetto di film, né di programmi televisivi o talk show.

L aborto tocca tre questioni centrali dell identità di una donna: la sua sessualità, la sua moralità e la sua maternità. Esso comporta anche la perdita di un figlio, o almeno la perdita dell opportunità di avere un figlio. In entrambi i casi questa perdita deve essere affrontata, elaborata e compianta. Anche in un aborto spontaneo la madre soffre per la perdita del figlio. La differenza sta però nel diverso grado di vergogna e di senso di colpa rispetto alle donne che hanno abortito. Queste ultime, infatti, hanno abortito in seguito ad una scelta volontaria e consapevole di porre termine alla vita che portavano in grembo, mentre l aborto spontaneo avviene per cause naturali. Con l aborto volontario, la perdita è un segreto. Non vi è alcun sostegno o consolazione che provenga dagli amici o dalla famiglia.

Peraltro è importante considerare che dopo un aborto volontario aumentano le probabilità di incorrere in successivi aborti spontanei. E quando avviene una perdita spontanea di un figlio, concepito dopo un precedente aborto, la donna spesso sviluppa complessi fenomeni di dolore e di depressione, perché è indotta a pensare che si tratti di una sorta di punizione divina. L aborto, essendo legale, è considerato normalmente anche come un qualcosa di sicuro. Anzi, normalmente è considerato come un diritto della donna. Questo diritto, o privilegio, dovrebbe liberare la donna dal peso di una gravidanza indesiderata. Dovrebbe procurare sollievo e non afflizione e depressione.

Il professor David Fergusson, ricercatore della Christchurch School of Medicine in Nuova Zelanda, ha svolto uno studio in cui voleva dimostrare che l aborto non comporta alcuna conseguenza psicologica. Ma si è sorpreso nello scoprire che le donne che hanno avuto un aborto avevano una probabilità 1,5 volte superiore di sviluppare malattie mentali, e 2 o 3 superiore di diventare tossicodipendenti o di fare abuso di alcol. Fergusson ha seguito un campione di 500 donne dalla nascita all età d 25 anni. Quelle che hanno abortito avevano elevate probabilità di sviluppare successivamente problemi di salute mentale, tra cui la depressione (aumento del 46%), l ansia, comportamenti suicidi e tossicodipendenza, afferma lo studio pubblicato nel Journal of Child Psychiatry and Psychology.

In definitiva, la media degli aumenti nell incidenza del suicidio riportati da questi tre studi è del 310%! Gli alti tassi di suicidio successivi all aborto contraddice chiaramente l idea che porre fine alla gravidanza possa essere una scelta più sicura rispetto a quella di dare alla luce il bambino. Un altro studio rivela che anche quattro anni dopo aver abortito, i tassi di ricorso alla psichiatria rimangono del 67% più alti rispetto alle donne che non hanno abortito.

Dalle statistiche relative agli Stati Uniti risulta che: -- Il 55% di coloro che hanno abortito afferma di avere incubi e di essere ossessionato dall aborto; -- Il 73% afferma di avere dei flashback; -- Il 58% delle donne afferma di avere pensieri suicidi e di riferirli direttamente all aborto; -- Il 68% rivela di essere scontenta di se stessa; -- Il 79% si sente in colpa e afferma di essere incapace di perdonarsi; -- Il 63% ha timori per future gravidanze e dell idea di diventare genitore; -- Il 49% non si sente a proprio agio vicino ai neonati; -- Il 67% si descrive sentimentalmente insensibile. Da molti altri studi ed esperienze cliniche si comprende che per molte donne l emergere di disfunzioni sessuali, di disordini alimentari, di un aumento del consumo di tabacco, di attacchi di panico e di ansia, o di relazioni conflittuali, è un dato costante che consegue all esperienza dell aborto.

Pensiamo ancora che le conseguenze di un aborto siano una punizione divina? Dio ci ha creati per la vita e per la felicità.se procuriamo la morte, che colpa ne ha Lui delle inevitabili conseguenze?

Fine