Nota 3: Le parentesi. 3. Gioco Trova la regola. Commenti

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36 3. Gioco Trova la regola Nella proprietà distributiva un ruolo molto importante viene assunto dalle parentesi con le quali, spesso, alunni di quarta o quinta non hanno ancora molta confidenza. Nota 3 Si propone ora un attività centrata sull esplorazione di semplici scritture aritmetiche avente per obiettivo la scoperta di come la presenza o l assenza delle parentesi tonde influenzi la priorità nell esecuzione delle operazioni. Il gioco appassiona gli alunni e li mette nella condizione di formulare delle ipotesi la cui correttezza non è sancita dall insegnante in modo diretto, ma attraverso un Sĺ o un NO in risposta ad ogni loro proposta. Sarà l analisi collettiva di tali risposte a favorire la costruzione graduale del significato dell uso delle parentesi. L insegnante scrive alla lavagna una sola frase matematica o, in un secondo tempo, due frasi da confrontare fra loro. Gli alunni devono eseguire i calcoli (semplicissimi) a mente e proporre un risultato. Se esso è corretto viene scritto nella colonna dei Sĺ, altrimenti in quella dei NO. Non vengono dati degli aiuti. Gli alunni, riflettendo sul modo in cui i risultati vengono incolonnati man mano che l attività procede, devono scoprire ed esplicitare le regole delle precedenze. 25 (pagina succ.) Diario 8 (quarta) L insegnante scrive alla lavagna: La prima proposta è 25, che viene scritto sotto il NO. 25 26 (pagina succ.) Nota 3: Le parentesi Ricordiamo un aspetto dell uso delle parentesi sul quale, in genere, non si sofferma l attenzione degli insegnanti. È frequente che essi le introducano senza una chiara didattica delle parentesi, utilizzando metafore efficaci (ad esempio scatole che contengono operazioni) ma proponendole con una concezione quasi esclusivamente operativa, legata ad una logica ferrea delle precedenze. È molto più raro un pur temporaneo uso iniziale personale e creativo della parentesi come provvisorio rinforzo semantico. Per esempio, per evidenziare un aspetto di una situazione problematica: se un testo racconta che Leo compera tre pennarelli blu e due gialli e dopo un mese quattro verdi e cinque neri, e chiede di trovare il loro numero totale, un alunno potrebbe trovare spontaneamente più chiaro scrivere (3+2)+(4+5) anche se, a rigore, le parentesi non sono necessarie. Un altro esempio: per rimarcare la priorità di un operazione: (6 5)+8. Spesso un uso sovrabbondante di parentesi non esprime ignoranza ma insicurezza. È quindi pedagogicamente consigliabile consentire tale uso, ragionando allo stesso tempo sulla sua opportunità, in modo da favorire un graduale passaggio verso una obbligatorietà condivisa come rispetto consapevole di una norma. Questo è un esempio di quello che nel progetto ArAl si intende per contratto didattico tollerante: nella costruzione del balbettio algebrico si può consentire talvolta un uso meno ortodosso di questo strumento.

Unità 11: Viaggio alla conquista della proprietà distributiva 37 Gli alunni fanno un secondo tentativo, ancora errato: Nuova proposta: 11. 25 10 27 25 10 11 28 Emergono un 50 e un 30. Nell incertezza generale, finalmente compare la proposta corretta (13): 13 25 10 11 50 29 30 30 L insegnante propone un altra scrittura; vengono formulate tre proposte sbagliate e poi la corretta: 4 2+1 9 5 12 10 31 L insegnante invita a questo punto la classe ad ipotizzare una regola. 25. Siamo debitori per questo gioco a Paolo Toni, docente di matematica in un liceo scientifico padovano e ricercatore in educazione matematica, autore di Scintille matematiche, Giochi e gare di creatività e logica, Franco Muzzio Editore, Padova, 2005. 26. La classica risposta procedurale: le operazioni sono eseguite nell ordine in cui sono scritte. 27. L autore modifica arbitrariamente la scrittura, che diventa 3+2+5. Emerge l immagine della matematica come universo sostanzialmente criptico, che ammette anche interventi casuali. 28. Il tentativo è analogo al precedente; la scrittura viene modificata in: 3 2+5. 29. L alunno sostiene che dal suo posto aveva letto 5 2 5. 30. L alunno ha scambiato il + per un : 3 2 5. 31. L autore sostiene di aver letto nella fretta 4 2+2.

38 Dopo qualche attimo di riflessioni si alzano molte mani. Un alunna formula la seguente definizione che viene trascritta alla lavagna: Quando c è una moltiplicazione e un addizione, si esegue prima la moltiplicazione. La classe concorda. L insegnante formula una nuova proposta che ottiene tre soluzioni: 32 3 (4 1) 9 6 11 33 La classe perviene alla seguente regola che viene come il solito trascritta alla lavagna: Fra una moltiplicazione e un operazione tra parentesi, eseguo prima l operazione tra parentesi. 32. Si invita il lettore ad interpretare d ora in poi le soluzioni errate prima di leggere il Commento 33. 33. L autore di 6 ha eseguito correttamente la sottrazione nella parentesi ma poi per la fretta ha scambiato il per un + ; 3+(4-1); l autore di 11 non ha tenuto conto delle parentesi. L attività prosegue con una nuova frase, che viene risolta in tre tempi: 3 2+4 1 10 11 6 34 La risposta corretta lascia perplessi molti alunni. L alunna che l ha formulata la spiega. «Come abbiamo fatto prima eseguo prima le moltiplicazioni e poi sommo i prodotti» L insegnante invita gli alunni a riflettere con calma e a non scambiare un operazione con un altra. Poi propone una nuova frase: 34. L autore di 10 ha seguito l ordine procedurale scambiando alla fine il per un + ; l autore di 6 afferma di aver eseguito solo 3 2. 5+2 3+1

Unità 11: Viaggio alla conquista della proprietà distributiva 39 La frase si rivela più difficile del previsto, e l individuazione della soluzione corretta è molto laboriosa: 35 5+2 3+1 12 13 9 15 31 22 36 La regola è così formulata dagli alunni: Se ci sono addizioni e moltiplicazioni si fa sempre prima la moltiplicazione L ultima proposta è riassuntiva delle regole scoperte in precedenza, e la soluzione corretta viene individuata al primo colpo: 6+2 (4+1) 16 35. La ragione è piuttosto evidente: l ordine delle priorità sconvolge l ordine in cui sono scritte le operazioni, e l alunno è costretto ad un articolato avanti e indietro mentale. 36. Anche qui le richieste di spiegazione rivelano un bestiario fantastico. 13 è il frutto di una inversione completa dei segni: l alunno ha visto 5 2+3 1; 9 di una fantasiosa manipolazione: 5+2+3-1 ; 31 di un segno travisato: 3 2 5+1 ; 22 di un calcolo procedurale in cui l autore ha seguito l ordine in cui sono scritte le operazioni. L autore di 15 non ha saputo ricostruire il suo processo mentale. Diario 9 (quarta) L insegnante propone due scritture a confronto e chiede di indicare i risultati dei calcoli: Le prime proposte non tengono conto delle parentesi e invertono la situazione; l insegnante le colloca nelle colonne dei NO:

40 Viene fatta una nuova proposta, che l insegnante inserisce ancora sotto il NO: 13 37 Gli alunni osservano i due elenchi, e dopo qualche riflessione propongono le soluzioni corrette: 13 25 17 37. Suggeriamo ancora di interpretare i risultati prima di proseguire nella lettura del Diario. Nota 4: Valutazione degli errori Spesso l insegnante si limita a valutare l errore senza analizzarne le ragioni e perdendo occasioni talvolta preziose per comprendere i meccanismi psicologici alla base dell errore stesso. Nell ultima lavagna di questa pagina, per esempio, l autore di 13 perde il controllo sui significati della scrittura e improvvisa un cambio fra il 2 e il 3 come se fosse:, poi peraltro, applica correttamente la precedenza fra le operazioni. Si potrebbe dire che è stata travisata la semantica della situazione problematica originaria ma è stata rispettata la sintassi della nuova frase. Un confronto in ambiente letterario potrebbe essere: un tema che non rispetta le consegne, ma è corretto sintatticamente. Bisognerebbe abituarsi a chiedere il più spesso possibile agli alunni le ragioni delle loro proposte. Cito a questo proposito un articolo di Booth (1986) in cui afferma: Gli errori e le misconcezioni degli allievi spesso non sono né prese a cuor leggero né stupide, ma rappresentano il risultato di riflessioni e di tentativi ragionevoli per dare un senso ad espressioni matematiche altrimenti prive di significato.