SCOPO DEL NOSTRO STUDIO

Documenti analoghi
QUANDO NASCE IL PRIMO RACCONTO DELLA CREAZIONE?

PROGRAMMAZIONE RELIGIONE CLASSI PRIME, SECONDE, TERZE, QUARTE, ANNO SCOLASTICO 2015/2016

RELIGIONE MODULI OPERATIVI:

PROGRAMMAZIONE ANNUALE RELIGIONE CATTOLICA A.S. 2016/2017 Classe Prima INDICATORI TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE.

3.11. Religione Scuola Primaria

Curricolo di religione

ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO

RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA CONOSCENZE (I SAPERI) ABILITA' (SAPER FARE) DIO E L'UOMO DI COMPETENZA

Max Scot INTRODUZIONE ALL AT

CURRICOLO VERTICALE DI INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA SCUOLA DELL INFANZIA

RELIGIONE: TERZO BIENNIO. classe V scuola primaria e classe I scuola secondaria COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE

UNITÀ DIDATTICA 1: LA BIBBIA

Scuola Primaria Longhena Bologna

CURRICOLO DI RELIGIONE CATTOLICA

RELIGIONE CATTOLICA. Curricolo di base per la classe prima del Primo Ciclo di istruzione

U.d.A. RELIGIONE CATTOLICA

R E L I G I O N E C A T T O L I C A C L A S S E 1 ^

Liceo G. Galilei Trento

NUCLEI FONDANTI 1 DIO E L UOMO 2 LA BIBBIA E LE FONTI 3 IL LINGUAGGIO RELIGIOSO 4 I VALORI ETICI E RELIGIOSI

CLASSE PRIMA MACRO ARGOMENTO CONOSCENZE ABILITÀ TEMPI COMPETENZE 1 2 3

COMPETENZE DISCIPLINARI Religione

La scuola attribuisce grande importanza alla centralità dell alunno in costante evoluzione, dalla scuola dell infanzia al primo ciclo di istruzione.

NUCLEI FONDANTI COMPETENZE CONTENUTI ABILITA Il. - i segni e le esperienze della presenza di Dio nella natura

CURRICOLO VERTICALE RELIGIONE CATTOLICA - SCUOLA DELL INFANZIA - ISTITUTO COMPRENSIVO I.COCCHI LICCIANA NARDI

CURRICOLO DI RELIGIONE CATTOLICA

IL CURRICOLO DI SCUOLA INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA

CURRICOLO VERTICALE DI RELIGIONE CATTOLICA allegato 2D al POF

Istituto Comprensivo

Curricolo Insegnamento Religione Cattolica - Istituto Comprensivo di Manzano - a. s.2014/2015

Scuola Secondaria di 1 grado

CURRICOLI SCUOLA PRIMARIA RELIGIONE CATTOLICA

OBIETTIVO GENERALE: promuovere la conoscenza degli elementi significativi del trascorrere del tempo cogliendone le trasformazioni

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Al termine della scuola primaria L alunno: 1.1 Scoprire che la vita, la natura, il. di Gesù: far conoscere il Padre

ALLA RICERCA DELLA STELLA PERDUTA LABORATORIO DI ASTRONOMIA

CURRICOLO RELIGIONE CATTOLICA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE RELIGIONE

ISTITUTO COMPRENSIVO RUSSO-RACITI Via Tindari, Palermo PROGRAMMAZIONE DI RELIGIONE CATTOLICA

Programmazione annuale

nuclei fondanti indicatori descrittori valutazione riconoscimento -presenza di Dio -aspetti dell ambiente di vita del Figlio di Dio

ANNO SCOLASTICO 2013/2014

SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE

PROGRAMMAZIONE ANNUALE DI RELIGIONE CATTOLICA

ISTITUTO COMPRENSIVO RIVA 1. Piano di Studio di Istituto RELIGIONE

Arianna Fermani VITA FELICE UMANA In dialogo con Platone e Aristotele

IRC PROGETTAZIONE ANNO SCOLASTICO TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

RELIGIONE SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO CLASSE PRIMA

LICEO SCIENTIFICO A. EINSTEIN PALERMO PROGRAMMA DI FILOSOFIA. cl. III H. anno scolastico 2011/2012

III CIRCOLO DIDATTICO DI COLLEGNO PROGRAMMAZIONE ANNUALE DI CIRCOLO - IRC - ANNO SCOLASTICO

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE PER GRUPPI DIDATTICI

LICEO SCIENTIFICO LEONARDO DA VINCI

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA PER COMPETENZE

CLASSE PRIMA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

CLASSE I ATTIVITA E SOLUZIONI ORGANIZZATIVE

Progetto di educazione religiosa anno 2017/2018 Custodi dell alleanza

CURRICOLO DI RELIGIONE SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

RELIGIONE: PRIMO BIENNIO CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA

Il mito di Gilgamesh. 1. I poemi

ISTITUTO COMPRENSIVO MONTEGROTTO TERME SCUOLA PRIMARIA DISCIPLINA: RELIGIONE - CLASSE PRIMA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

I.C. Francesco Cilea via Cilea 269 Roma

La filosofia. Storia della filosofia contemporanea

PROGRAMMA a.s

CURRICOLO DI RELIGIONE CATTOLICA SCUOLA PRIMARIA

Programmazione Didattica Scuola dell'infanzia

PIANO DI LAVORO PREVENTIVO a. s

RELIGIONE Classe I sez. B Programma effettivamente svolto dal docente Maurizio Ormas

VIII. Insegnamento religioso

IL VANGELO DI GESÙ CRISTO QUERINIANA

Istituto Comprensivo Narcao. Scuola Primaria. Curricolo. Religione Cattolica

PROGRAMMA SCOLASTICO DI FILOSOFIA. ANNO SCOLASTICO 2015/16 - Classe 4 SEZ. B

RELIGIONE - CLASSE PRIMA

PROGRAMMA DI: RELIGIONE ANNO SCOLASTICO CLASSE I SEZ. A Corso CAT. L INSEGNANTE Barbara Cellesi

CURRICOLO DI RELIGIONE CATTOLICA PER LA SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO PER LE CLASSI I II III IV - V

REL. 1. A 1 Riflettere su Dio Padre e Creatore, intuendo il creato e la vita come doni di Dio

IL DONO.. AMICI COLORI A SCUOLA I.R.C (Insegnamento della Religione Cattolica)

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE PER GRUPPI DIDATTICI

Istituto comprensivo Arbe - Zara

RELIGIONE CATTOLICA scuola primaria

I.C. MONTE SAN PIETRO PROGRAMMAZIONI ISTITUTO STORIA

SCUOLA PRIMARIA A. MORO E CADUTI FANI DI RACCONIGI.

Docente: Prof./ssa Enrica Canaccini

LICEO SCIENTIFICO ALBERT EINSTEIN ANNO SCOLASTICO Classe 3D. LIBRO DI TESTO: Abbagnano- Fornero CON-FILOSOFARE Dalle origine ad Aristotele

LAUDATO SI I.R.C (Insegnamento della Religione Cattolica)

UNA PROPOSTA DI LETTURA ANTROPOLOGICO-CULTURALE DELLE NUOVE INDICAZIONI. a cura di MARTINELLO ELENA, IdR

COMPETENZA CHIAVE EUROPEA: Consapevolezza ed espressione culturale IDENTITA STORICA TRAGUARDI ABILITA CONOSCENZE DISPOSIZIONI PROCESSI METACOGNITIVI

UdA n. 1 Titolo: LA PREISTORIA E LE PRIME CIVILTA. Competenze attese a livello di UdA

ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE S. AGOSTINO

ISTITUTO COMPRENSIVO DI VIA MONGINEVRO ARCORE

1/5. Disciplina Religione Cattolica Classe SECONDA

LICEO SCIETIFICO STATALE LABRIOLA MATERIA: FILOSOFIA ANNO SCOLASTICO: CLASSE: 5 H INSEGNANTE : FRANCESCO PAOLA PROGRAMMA SVOLTO

SCUOLA DELL INFANZIA BAMBINI ANNI

La Chiamata di Dio e la risposta di Abramo Genesi 12,1-6

In relazione alla programmazione curricolare sono stati conseguiti i seguenti obiettivi in termini di:

Dagli OSA agli OBIETTIVI FORMATIVI RELIGIONE CATTOLICA CLASSE I

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE DI RELIGIONE CATTOLICA CLASSE PRIMA

I.I.S. G. Veronese G. Marconi Chioggia (VE)

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI STORIA PRIMO BIENNIO ABILITA CONOSCENZE OBIETTIVI FORMATIVI

MITI VICINO ORIENTALI ED EGIZI DELLA

RELIGIONE. Competenze e obiettivi termine classe QUINTA Scuola Primaria

INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA Prof. Andrea Guarise. PROGETTO DIDATTICO CLASSE 3 a E scientifico

MISTERO DELLA TRASFORMAZIONE

Transcript:

STRUMENTI DI STUDIO

TESTI DI STUDIO

SCOPO DEL NOSTRO STUDIO 1. LIVELLO STORICO Ricollocare nel suo orizzonte storico il complesso degli avvenimenti che inquadrano il FENOMENO RELIGIOSO D ISRAELE. 2. LIVELLO DINAMICO Rintracciare il processo di evoluzione del FENOMENO.

PIANO STORICO

PIANO DINAMICO

CONTESTO CULTURALE IN CUI SI SONO ORIGINATI I RACCONTI BIBLICI Per esprimere la DIMENSIONE UNIVERSALE il pensiero giudaico si relaziona con i MITI delle civiltà antiche circostanti. I primi 11 capitoli della Genesi sono testimoni di questo processo. Gli autori biblici parlano il linguaggio del loro tempo.

CRITICA TESTUALE I miti delle letterature sumeriche e mesopotamiche (anteriori alla letteratura biblica) parlano abbondantemente di realtà comuni alle due correnti: tappe della creazione, formazione dell uomo e della donna, paradiso, albero o pianta della vita, presenza e azione del serpente, diluvio universale e protezione accordata a una persona grazie a un imbarcazione

CRITICA TESTUALE La rassomiglianza nella fattura letteraria dei racconti, fa pensare che i nostri autori abbiano conosciuto sia il contenuto dei miti antichi, sia i documenti che li riportano. I.e. il primo racconto biblico della creazione ha somiglianze con il poema Enuma Elish che si svolge in sette tappe; così anche il corso dell episodio del diluvio in Genesi ha affinità con il racconto presente in Atrahasis.

Attraverso il linguaggio mitico gli orientali esprimono l universalizzazione delle realtà particolari che interpretano a partire dal loro vissuto. Il mito e il simbolo esprimono con un linguaggio universalizzato l esperienza della finitudine, della sofferenza, della lotta per la vita, l esperienza amara del fallimento fino al suo estremo: la morte.

Le vicende di Tiamat, Marduk, Ghilgamesh, Enkidu sono raccontati come appartenenti a loro soltanto, quasi un «ritorno al singolare»; in realtà essi esprimono ciò che avviene sempre [coordinata tempo], ovunque [coordinata spazio] per tutti [universalità]. Alla base di questi racconti mitici c è la ricerca di senso.

Il mito non è la sola forma di linguaggio universalizzante. Le stesse filosofie, prima di essere sistemi di pensiero, Hanno espresso grandi opzioni dinanzi alla problematica esistenziale: p.e. lo stoicismo (Gratuita est virtus, virtutis praemium ipsa virtus), o l epicureismo (e la sua opzione per l edonismo), o l idealismo (nato dal mito dell anima esiliata). Oppure le grandi tragedie greche, la cui saggezza ha lo scopo di insegnare a vivere all interno del tragico assoluto (catarsi collettiva): soffrire per comprendere, in opposizione alla hybris umana.

I racconti biblici, se hanno fatto ricorso alle forme di linguaggio delle letterature vicine, utilizzando talvolta gli stessi simboli o elementi del linguaggio mitico (pianta della vita, serpente, diluvio), è perché erano alle prese con gli stessi problemi e si ponevano gli stessi interrogativi. Tuttavia il ricorso allo stesso linguaggio non ha impedito di esprimere l originalità delle loro prese di posizione.

La grande domanda di senso: perché soffrire e morire? Come i loro contemporanei, gli Ebrei si sono affacciati su questi problemi dell esistenza; l hanno fatto soprattutto durante e dopo l esilio a partire dalle esperienze concrete e dolorose della loro comunità nazionale: schiavitù in Egitto, infedeltà alle Alleanza, perdita del Regno ed esilio a Babilonia. Israele sperimenta che ogni nuovo inizio nasce da una crisi, nell esperienza del fallimento trova Dio e il suo amore.

Questa riflessione è stata elaborata nel senso di una interpretazione della realtà concreta, al fine di comprendere la propria situazione, spiegare a se stessi che cosa si è e cosa si diviene, e da qui imparare a vivere. L espressione di questa osservazione e interpretazione è condizionata tra gli altri fattori anche dalla cultura base che gli dà forma.

Attraverso il mito non si ha solo una universalizzazione, ma anche una CONCRETIZZAZIONE. Gli Ebrei hanno riflettuto sui loro problemi e negli 11 capitoli della Genesi hanno espresso la loro interpretazione originale di questi problemi in un linguaggio mitico. I racconti biblici non sono dei miti nel senso proprio del termine (non conducono normalmente a una mitologia), sono una teologia simbolica, realizzata verso l anno 500, dopo l esperienza riflessiva di Israele.