LA GINNASTICA PER IL GOMITO



Documenti analoghi
ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE E PER L ALLUNGAMENTO MUSCOLARE

ESERCIZI PRATICI. ESERCIZI PRATICI per il benessere fisico

SINTOMI PRINCIPALE:DOLORE AI MOVIMENTI DELLA SPALLA

Scienze Motorie e Sportive

ESERCIZI FISICI Esercizio 1. Schiena e spalle Esercizio 2. Collo e vertebre cervicali

R.E.A.Dy Rinforzo con Elastici per Atleti Dyversamente abili

EVOLUZIONE DEL LANCIO ETA -CORRELATA

PROGRAMMA DI STABILIZZAZIONE VERTEBRALE FINALIZZATA ALLA PREVENZIONE E CURA DEI DISTURBI VERTEBRALI

L allenamento del nuotatore con particolare riferimento ai movimenti della spalla a cura di Gianni Cedolini

La semplice serie di esercizi di seguito suggerita costituisce

REGIONE DEL COLLO. Movimenti attivi della colonna vertebrale cervicale

Le principali cause del mal di schiena: 1. Postura scorretta quando si è seduti, al lavoro, in casa o in automobile.

EPICONDILITE: MA CHE COSA E ESATTAMENTE? DIAGNOSI E TERAPIA

PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE PERINEALE PER PAZIENTI SOTTOPOSTI A PROSTATECTOMIA RADICALE

Esercizio 8) Posizione supina. Braccia distese lungo i fianchi e gambe semiflesse. Sollevare il bacino e mantenere alcuni secondi.

In forma tutto l anno! Semplice programma di ginnastica sul luogo di lavoro

DURATA: 30 torsioni in totale.

CAPSULITE ADESIVA ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE

IMC advanced education ARTO SUPERIORE

Unità Operativa di Medicina Riabilitativa DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE - San Giorgio - Direttore: Prof.

PATOLOGIA DEL PORTIERE


ESERCIZI DOPO ARTROSCOPIA DEL GINOCCHIO Prof. Valerio Sansone Clinica Ortopedica dell Università di Milano Istituto Ortopedico Galeazzi

PREVENIRE LA PATOLOGIA DELLA CUFFIA DEI ROTATORI DELLA SPALLA Testo e disegni di Stelvio Beraldo

8) Coscia e anca: a) flessione; b) estensione; c) abduzione; d) adduzione; e) rotazione interna; f) rotazione esterna.

STRETCHING PER GLI ARTI

Principali leggi e decreti che regolamentano la valutazione del danno.

Riscaldamento/Rilassamento

LO STRETCHING. Metodiche di stretching. Tecniche di stretching statico

POWER FITNESS IN CASA: ESEMPI DI SCHEDE SETTIMANALI ESERCIZI CON GLI ELASTICI Testo e disegni di Stelvio Beraldo

Esercizi per la Prevenzione degli Infortuni

IL TENDINE È UNA STRUTTURA FONDAMENTALE DELL APPARATO LOCOMOTORE

PROGRAMMA BASE PER ALLENAMENTO SALA ISOTONICA

RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLARE ESERCIZI DI FISIOTERAPIA

Esercizi per collo, spalle e braccia.

15 MINUTI AL GIORNO PER EVITARE IL MAL DI SCHIENA

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

LE MALATTIE PROFESSIONALI DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI

SPALLE ESERCIZI DI FISIOTERAPIA

ORIENTAMENTI PER LA ADEGUATA PROGETTAZIONE E SISTEMAZIONE DEI POSTI DI LAVORO AL FINE DI CONTENERE IL RISCHIO DI POSTURE INCONGRUE

MESOCICLO ARBITRI PERIODO AGONISTICO

GINNASTICA PER IL MAL DI SCHIENA

2 Risalire a letto Appoggiare il sedere al bordo del letto, con le mani appoggiate

GLI ESERCIZI UTILI PER IL MAL DI SCHIENA


ALLENAMENTO DELLA FORZA MASSIMA E DELLA FORZA RESISTENTE NEL CANOTTAGGIO

PRECISAZIONI C.d. P e Help Desk:

RIABILITAZIONE CAVIGLIA DOPO DISTORSIONE

L allenamento posturale per il Biker di Saverio Ottolini

PROGRAMMA DI ATTIVITA FISICA ADATTATA PER LA PALESTRA

Salvin. Scapole alate

ww.chirurgiarticolare.it riproduzione vietata

Esercizi per il potenziamento e la stabilizzazione della muscolatura

QUESTIONARIO ANAMNESTICO DELLE PATOLOGIE DEGLI ARTI SUPERIORI E DEL RACHIDE

ECOGRAFIA DEL POLSO E DELLA MANO

Lussazione di spalla:

Lo Stretching per il ciclista 17 semplici esercizi

PROGRAMMA DI ATTIVITÀ FISICA ADATTATA PER SINDROMI ALGICHE DA IPOMOBILITÀ

Linee Guida per una Ginnastica utile per le Mani.

EFFICACIA DI STRATEGIE DI INTERVENTO BASATE SULL ATTIVITA MOTORIA IN SOGGETTI AFFETTI DA MAL DI SCHIENA

Patologie della spalla.

Corso avanzato di massaggio antistress

Curare il mal di schiena. Nicola Magnavita

Metodo per determinare la percentuale di carico riferita al massimale e per conoscere il massimale utilizzando carichi inferiori (S.

SPECIFICHE dello SPORT di INTERESSE (Triathlon): N ALLENAMENTI SETTIMANALI: 5(Lunedì, martedì, mercoledì,giovedì,sabato)

VADEMECUM PER L ATTIVITA FISICA A CASA ( tra faccende domestiche e attrezzi di fortuna)

Chair Massage. Il massaggio veloce ed efficace contro stress e tensioni

Test per gli arti superiori

LA "PERIARTRITE" DELLA SPALLA

ESERCIZI PER GLI ADDOMINALI

ESERCIZI POSTURALI LOMBARI

Schema per la raccolta della sintomatologia

Indice PARTE 2. L APPARATO LOCOMOTORE ATTIVO E PASSIVO

Dott. Massimo Franceschini. Piazza Cardinal Ferrari, 1 Via Amedeo d Aosta, Milano Milano tel massimo.franceschini@gpini.

FACILITAZIONE NEUROMUSCOLARE PROPRIOCETTIVA (METODO HERMAN KABAT)

PREVENZIONE E CURA DEL MAL DI SCHIENA

Settore Giovanile Giochi ed esercizi nel MiniVolley

Guida al paziente con frattura di femore trattato con

Core Training, Allenamento Funzionale per il portiere di calcio.

M.S.P. ITALIA SEZIONE GINNASTICA ARTISTICA FEMMINILE Programma Tecnico Serie B SERIE B

LA RIABILITAZIONE DEI TRASFERIMENTI TENDINEI. Dr Ft Valerio Massimi

METODO PER DETERMINARE LA PERCENTUALE DI CARICO RIFERITA AL MASSIMALE E PER CONOSCERE IL MASSIMALE UTILIZZANDO CARICHI INFERIORI

Valutazione delle condizioni mediche. Valutazione delle condizioni mediche

Speciale Epicondilite

vivere serenamente la preparazione ad accogliere il nostro bambino cercando di coccolarci e di coccolare la creatura che cresce dentro di noi.

CONI FIPCF LO STRAPPO CORSO DI AGGIORNAMENTO PER TECNICI DI PESISTICA E CULTURA FISICA

ESERCIZI PER LA MOTRICITÀ FINE DELLA MANO a cura di Loredana Soldini (loredana.soldini@tiscali.it)

dott. Massimiliano Molfetta

I.N.R.C.A. Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Anziani - IRCCS in Forma

COME COMBATTERE IL MAL DI SCHIENA

Ginnastica preparatoria

RUNNING. il re degli allenamenti

Corso di Laurea in Fisioterapia. Corso integrato di INTRODUZIONE ALLA MEDICINA RIABILITATIVA aa Esame obiettivo

IL GOMITO Anatomia e Fisiologia Articolare

CONOSCERE LA PROPRIA SCHIENA

INTERVENTO PER SINDROME DEL TUNNEL CARPALE

Nuove possibilità per la valutazione del rischio biomeccanico

2 Risalire a letto Appoggiare il sedere al bordo del letto, con le mani appoggiate

La sindrome pseudo radicolare: quando muscoli, legamenti, articolazioni imitano il dolore radicolare di Dr. Giovanni Migliaccio

Dott. Massimo Franceschini. Piazza Cardinal Ferrari, 1 Via Amedeo d Aosta, Milano Milano tel massimo.franceschini@gpini.

Transcript:

LA GINNASTICA PER IL GOMITO Se in un tennista compare un dolore al gomito (in sede epicondiloidea laterale) che a volte si irradia lungo la faccia posteriore dell'avambraccio, alla mano e persino al dito medio e all'anulare, purtroppo dobbiamo pensare ad una epicondilite. Questa patologia è molto temuta dai praticanti, agonisti e non, del tennis ed è diffusa anche tra chi utilizza per lavoro il braccio intensamente. Il dolore può essere spontaneo e senza apparente causa, ma più spesso è provocato da un'intensa attività sportiva o da alcuni banali gesti della vita quotidiana: avvitare un tappo, aprire una porta, versare dell'acqua da una bottiglia. Il tennista può accusare, anche se meno frequentemente, dolori anche nella regione opposta del gomito (l'epitroclea situata nel versante mediale del gomito). In questo caso la probabile diagnosi è di epitrocleite, quindi attenzione alla zona dolente. Sia l'epicondilite che l'epitrocleite sono processi infiammatori e/o degenerativi, acuti o cronici, che interessano le inserzioni osteotendinee prossimali dei muscoli dell'avambraccio: anconeo, estensore comune delle dita, estensore ulnare del carpo, estensore proprio del mignolo (nell'epicondilite); pronatore rotondo, flessore radiale del carpo, piccolo palmare, flessore ulnare del carpo, flessore superficiale delle dita (nell'epitrocleite). Muscoli Epicondiloidei Anconeo AVAMBRACC IO a) estensione.

Estensore comune delle dita a) estensione. DITA b) estensione (eccetto il pollice). Cubitale posteriore (o Estensore ulnare del carpo) a) estensione ; b) adduzione. Muscoli Epitrocleari Cubitale anteriore (o Flessore ulnare del carpo) AVAMBRACCIO a) flessione. b) flessione; c) adduzione.

Flessore superficiale delle dita AVAMBRACCIO a) flessione. b) flessione. DITA c) flessione (eccetto il pollice). Grande palmare (o Flessore radiale del carpo) AVAMBRACCIO a) flessione; b) rotazione interna. c) flessione. Palmare lungo AVAMBRACCIO a) flessione. b) flessione. Pronatore rotondo AVAMBRACCIO a) flessione; b) rotazione interna. I fattori determinanti l'insorgenza di queste patologie sono i sovraccarichi meccanici a carico dei muscoli prima citati, che determinano conseguenti microtraumi con processi irritativi a carico dei relativi tendini.

Analisi biomeccaniche hanno chiarito che l'impatto della pallina sulla racchetta costituisce uno degli elementi scatenanti anche a causa delle violente vibrazioni che si trasmettono dalla racchetta al braccio. Fattori favorenti sono invece un deficit della muscolatura che appare inadeguata alla prestazione sportiva richiesta, l'invecchiamento fisiologico del tessuto tendineo (caratteristico dell'età più colpita, quella cioè fra i trentacinquanta anni), gli errori "tecnici" e racchette non adatte al singolo tennista (grip troppo grande o troppo piccolo, eccessiva tensione delle "corde", bilanciamento poco uniforme e/o peso dell'attrezzo troppo elevato ). Importante, infine, appare la predisposizione individuale, fattore, questo, comune a tutte le patologie tendinee. I continui microtraumi causano processi di riparazione disordinati e continui che alterano la struttura del tendine, che, all'esame istologico presenta zone di trasformazione fibrosa, prevalenti nelle giunzioni osteotendinee con strozzamento delle terminazioni nervose (probabile causa primaria del dolore), focolai di degenerazione lipoidea nel contesto del tendine e zone calcificate o ossificate a livello dell'inserzione ossea. Il grado di queste degenerazioni è correlato all'intensità del dolore accusato e al grado di impotenza funzionale. La diagnosi di epicondilite viene fatta dallo specialista sulla base di una accurata anamnesi che indaghi sia i disturbi accusati dall'atleta, sia le modalità e la probabile origine della loro insorgenza. All'esame clinico, la mobilità e l'aspetto del gomito sono quasi sempre nella norma; positivi appaiono invece alcuni test: quello di Mills (la pronazione dell'avambraccio a gomito esteso e polso flesso nei casi di patologia in atto provoca dolore in sede epicondiloidea) e quello di Cozen (la flessione palmare del polso contro resistenza nei casi di patologia provoca dolore in sede epicondiloidea). Test di Mills

Test di Cozen Solo a distanza dall'insorgenza dei sintomi (talvolta anche diversi mesi) la diagnostica per immagini (radiografia, ecografia, xerografia) permette di osservare ispessimenti periostali e calcificazioni epicondiloidee. Importante la diagnosi differenziale con: sindrome del tunnel-carpale, sindromi scapolo omerali, artriti e osteoartrosi del gomito, osteocondrosi dei nuclei di ossificazione del gomito (nei giovani) sindromi neurogene, artropatie omero-radiali (lesioni della cartilagine della testa radiale e del condilo omerale, lesione del menisco omero-radiale, ispessimento del legamento anulare, infiammazione dei villi sinoviali): "dolore al gomito" non è sempre sintomo di epicondilite. Il trattamento deve essere prima di tutto mirato all'eliminazione dei fattori causali; consigliabile anche porre l'arto interessato a riposo per almeno due o tre settimane. In funzione poi del grado evolutivo raggiunto dalla patologia, possono essere prescritte terapie farmacologiche (antinfiammatori locali), terapie fisiche (crioterapia, ionoforesi, elettro stimolazioni, magnetoterapia, laserterapia, ipertermia, tecarterapia, onde d'urto), bendaggi funzionali, rinforzi articolari esterni specifici (il tutore compressivo specifico o il semplice cerotto da due centimetri da applicare intorno all'avambraccio a circa tre centimetri dalla piega del gomito...). Quando il dolore è scomparso, appaiono fondamentali una buona rieducazione muscolare, un controllo delle attrezzature usate ed una eventuale correzione del gesto tecnico, onde evitare recidive. Solo in rari casi è da valutare l'opportunità dell'intervento chirurgico (disinserzione parziale dei muscoli epicondiloidei e asportare di una piccola borsa accessoria). La prevenzione rappresenta comunque il modo migliore per affrontare il "gomito del tennista"; perfezionare la propria tecnica è già "prevenzione": alcuni particolari errori, se costantemente ripetuti, sono causa di epicondilite. Ad esempio: 1) durante il "rovescio" attenzione alla testa della racchetta quando questa è sotto il livello del polso e lo stesso, voltato verso l'alto, sta per portare il colpo. La forza, in questo caso, è generata solo dal polso; questo movimento fa soffrire il gomito

2) in occasione del "dritto" fatto con presa chiusa e colpo alla pallina con gambe aperte, ci si trova in una posizione in cui si ha la tendenza a girare solo il braccio senza fare la rotazione della spalla, con la conseguenza che la testa della racchetta sarà troppo bassa e il gomito verrà messo sotto stress. È interessante far notare che i giocatori che eseguono il rovescio con due mani soffrono in misura molto minore del problema. La Ginnastica per il Gomito (Esercizi ed immagini tratte da: "Il gomito fa ginnastica" di Vittorio Santini Scuola Nazionale Maestri di Tennis - 1995) Una buona muscolatura a livello del braccio e dell'avambraccio aiuta a stabilizzare l'articolazione del gomito e riduce i rischi di infortunio. Gli esercizi proposti richiedono l'utilizzo di semplici attrezzi (palle da tennis, clavette, racchette da tennis e una comunissima coppia di manubri il cui peso dovrà essere stabilito in base alle esigenze e alle capacità individuali), devono essere eseguiti in serie (ad esempio: 3 serie di 10-15 ripetizioni per esercizio) con un recupero di 2-3 minuti tra ogni serie. Gli esercizi devono essere effettuati con entrambi gli arti, sia col destro sia col sinistro, effettuando sempre prima un breve riscaldamento. Impugnate una palla da tennis in ciascuna mano e stringete con forza più volte di seguito.

Impugnate una clavetta e flettete il gomito a 90' in modo da avere l'avambraccio parallelo al terreno: eseguire circonduzioni del polso sul piano frontale sia in senso orario sia antiorario. a) giri esterni Dalla posizione eretta, piedi uniti, braccio destro avanti, impugnate una racchetta all'estremità del manico ed eseguite: b) mulinelli esterni Con le braccia distese avanti, impugnate con entrambe le mani un hand-roller a cui è stata applicata una funicella che sostiene un peso di circa 0.5 kg: avvolgete, il più rapidamente possibile, la fune per avanti e per dietro.

Impugnate il manubrio e flettete il gomito a 90 gradi, in modo da avere l'avambraccio parallelo al terreno. Pronate e supinate l'avambraccio tenendo il braccio aderente al tronco. Disponetevi in piedi con l'arto superiore disteso verso il basso e l'avambraccio supinato, cioè con la palma della mano che impugna il manubrio rivolta in avanti. Flettete ed estendete l'avambraccio tenendo il braccio aderente al tronco. In piedi con l'arto superiore disteso verso il basso e l'avambraccio pronato, cioè con il dorso della mano che impugna il manubrio rivolto in avanti. Flettete ed estendete l'avambraccio tenendo il braccio aderente al tronco. In piedi con l'arto superiore disteso verso il basso e l'avambraccio supinato, cioè con la palma della mano che impugna il manubrio rivolta in avanti. Flettete l'avambraccio sollevando il manubrio. Prima di tornare nella posizione di partenza portate la palma della mano verso il basso (pronare). Flettete ed estendete l'avambraccio alternando le pronazioni alle supinazioni.

In piedi con le gambe divaricate e il manubrio tenuto dietro la nuca. Estendete l'avambraccio in modo da portare il manubrio verso l'alto e tornate poi nella posizione di partenza. Disponetevi in piedi con l'arto superiore disteso verso il basso e l'avambraccio supinato, cioè con la palma della mano che impugna il manubrio rivolta in avanti. Flettete l'avambraccio e portate il manubrio sul lato opposto del corpo, abbinando il movimento ad una pronazione. Tornate nella posizione di partenza effettuando il movimento opposto. In piedi con le gambe divaricate sul piano sagittale. L'arto che impugna il manubrio è flesso e supinato, cioè con la palma della mano rivolta verso l'alto. Distendete l'arto in avanti abbinando il movimento a una pronazione, cioè portando il dorso della mano verso l'alto. Tornate nella posizione di partenza eseguendo il movimento opposto. In piedi con le gambe divaricate e la mano che impugna saldamente il manubrio. Tenendo il braccio aderente al tronco eseguire delle circonduzioni con l'avambraccio in senso orario e antiorario.

Impugnate con entrambe le mani la barra a cui è stata applicata una catenella che sostiene un peso di circa 15 kg (il peso può essere aumentato o ridotto in base alle esigenze ed alle capacità individuali). Avvolgete per avanti, il più rapidamente possibile, la catenella che sostiene il peso. Ripetere in seguito lo stesso esercizio avvolgendo la catenella per dietro.