Stato attuale e problematiche degli impianti di latifoglie a legname pregiato: il punto di vista delle Regioni

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Copyright 2011 by the Italian Society of Silviculture and Forest Ecology. doi: 10.3832/efor0666-008 Stato attuale e problematiche degli impianti di latifoglie a legname pregiato: il punto di vista delle Regioni Calvo E ERSAF Lombardia, v. Copernico 38, I-20125 Milano (Italy) - Email: Enrico Calvo (enrico.calvo@ersaf.lombardia.it). Abstract: Current state and problems of noble hardwoods plants: the Regions point of view. This paper illustrates the current state of noble hardwoods plants established in Italy since early 90s, with the aim of describing the extension, distribution and quality of wood production obtained. Based on both results of this investigation and advices issued by administrative Regions, several considerations are discussed aimed to identify new directions for research and extension activities, as well as to support appropriate managing practices, in the light of the absence of an integrated system among the noble hardwoods productions, the agricultural sector and the timber market. Keywords: Arboriculture, Hardwood, Regions, Wood Industries Received: May 17, 2011; Accepted: Jul 01, 2011; Published online: Jul 19, 2011 Citation: Calvo E, 2011. Stato attuale e problematiche degli impianti di latifoglie a legname pregiato: il punto di vista delle Regioni. Forest@ 8: 121-125 [online 2011-07-19] URL: http://www.sisef.it/forest@/show.php?id=666 Introduzione Il presente lavoro intende fornire un approccio introduttivo ad una lettura generale del fenomeno degli impianti di latifoglie di pregio che si sono realizzati in modo massiccio in Italia a partire dai primi anni 90 col favore di significative misure finanziarie comunitarie. Il contributo illustra l entità delle superfici realizzate, la qualità degli impianti, la valutazione dei risultati, il parere espresso da alcune regioni, per pervenire ad indicare alcune tracce di lavoro su cui promuovere nuove attività di ricerca e sviluppo. Non si tratta di nuove informazioni, ma a partire dalla rilettura dei documenti presenti in letteratura, in primis il Libro bianco sulle produzioni legnose fuori foreste in Italia (Minotta 2003) e quanto prodotto dalle Regioni nel Gruppo di lavoro Selvicoltura-Arboricoltura della Rete Interregionale per la Ricerca in Agricoltura, foreste, acquacoltura e pesca, si evidenza che molte delle criticità ancor oggi presenti sono già state individuate da tempo; che la ricerca ha dato un contributo fondamentale ed importantissimo nella pratica colturale; che questa arboricoltura non si è ancora incardinata come opportunità produttiva nella pratica imprenditoriale agricola; che il problema degli sbocchi di mercato, sempre più attuale con il maturare degli impianti, non ha ancora trovato soluzioni di sistema. Lo stato degli impianti Secondo i dati riportati in letteratura la superficie di nuovi impianti realizzata in Italia con i contributi comunitari del Reg. 2080/1992 e Reg. 1257/1999 fino al 2007 ammonta complessivamente a 140 576 ha, di cui i 3/4 realizzati con latifoglie di pregio (Tab. 1 - Cesaro & Romano 2009) La distribuzione della superficie di tali impianti risulta per il 32.8 % al Nord, il 33.9 % al Centro ed il 33.3 % al Sud ed è stata realizzata da imprenditori agricoli per l 82%. L indagine citata illustra anche le previsioni di nuovi impianti con i finanziamenti previsti per il periodo 2007-2013 (Tab. 2), sulla base dei programmi dei Piani di Sviluppo Rurale delle singole Regioni, con un totale di 72 612 ha, che porterebbe il totale complessivo degli impianti di latifoglie da pregio ad una previsione di circa 180 000 ha e di pioppeti di circa 66 000 ha. Rispetto alla loro genesi ed evoluzione è possibile suddividere gli impianti destinati alla produzione di Forest@ 8: 121-125 (2011) 121

Calvo E - Forest@ 8: 121-125 Tab. 1 - Superfici (ha) degli impianti a latifoglie e pioppo realizzati in Italia con regolamenti comunitari nel periodo 1992-2006. Gruppo Reg. 2080/1992 Reg. 1257/1999 TOTALI Latifoglie 78 362 28 897 107 259 Pioppo 22 730 10 587 33 317 Tab. 2 - Previsioni di nuovi impianti (ha) con il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 (Misura 221 PSR 2007-2013). Comparto Superficie (ha) Percentuale Nord 18 400 25.34 % Centro 13 316 18.34 % Sud 40 896 56.32 % Totale 72 612 100 % Tab. 3 - Valutazione della qualità degli impianti di latifoglie della Rete Regionale Sperimentale ERSAF in Regione Lombardia, anni e 2008 (Calvo et al., Calvo & Mantovani 2008). Numero di impianti valutati: 18; Numero di piante valutate: 3 933; 1: soggetti di elevata qualità; 2-3: soggetti di media qualità; 4: soggetti di non idonei a produzioni 2008 1 9 % 37 % 2 e 3 33 % 27 % 4 57 % 36 % Tab. 4 - Valutazione della qualità degli impianti di latifoglie in provincia di Cremona, anno (Araldi et al 2004). Numero di impianti valutati: 41; Numero di piante valutate: 105 043; 1: soggetti da trancia; 2-3: soggetti di seconda scelta per trancia e segheria; 4: soggetti non idonei a produzioni 1 5 % 2 e 3 47 % 4 48 % legname di qualità in quattro categorie generazionali: Impianti di prima generazione, in cui dominava la semplicità di modelli colturali (generalmente monospecifici con noce o ciliegio) ed ubicati in stazioni marginali; Impianti di seconda generazione, con moduli colturali più ricchi (plurispecifici e con impiego di specie accompagnatorie di natura arbustiva) ed ubicati anche in aree di buona fertilità agricola; Impianti di terza generazione, con moduli articolati e sofisticati, determinati con specifica attenzione alle singole necessità di ciascuna specie utilizzata e con l impiego di specie non tradizionali (sorbo, pero, pioppo); Impianti di quarta generazione, come forma di integrazione tra l arboricoltura da legno di qualità e la produzione di biomassa. La qualità degli impianti Che risultati hanno prodotto questi sforzi economici e questi investimenti? Il tema, ancora oggi certamente di grande attualità, è stato spesso affrontato e discusso in convegni ed incontri, ma esistono solo sporadici tentativi di risposta attraverso indagini mirate. Recentemente sono stati definiti alcuni strumenti di valutazione (Buresti Lattes & Mori 2009a, 2009b), ma ancora nessun lavoro complessivo è stato condotto con criteri univoci. In Regione Lombardia Calvo e Mantovani hanno valutato in tempi diversi quasi 4000 piante distribuite in 18 impianti della Rete Regionale ERSAF di impianti sperimentali di arboricoltura da legno, secondo criteri di valutazione che permettono di suddividere le piante in 4 classi di qualità (Calvo et al. - Tab. 3) Si tratta di impianti che non possono essere ritenuti rappresentativi dello stato reale, in quanto sono stati seguiti e condotti con regolari interventi di natura colturale (lavorazioni, potature, diradamenti) e che quindi evidenziano come con una buona gestione colturale dell impianto sia possibile ottenere positivi risultati dal punto di vista della ricerca di materiale Gli stessi autori hanno condotto con lo stesso metodo una valutazione del materiale ritraibile dagli impianti di arboricoltura da legno realizzati in provincia di Cremona. Si tratta complessivamente di 274 impianti per una superficie di 1574 ettari, da cui è stato estratto un campione di 41 impianti. 122 Forest@ 8: 121-125 (2011)

Stato attuale e problematiche degli impianti di latifoglie a legname pregiato Tab. 5 - Valutazione della qualità degli impianti di latifoglie in provincia di Arezzo, anno (Buresti Lattes & Mori 2002). Condizioni Buone condizioni 20 % Medie condizioni 60 % Pessime condizioni 20 % In questo caso si è proceduto simulando le produzioni ottenibili a fine turno e classificandole in 4 categorie (Tab. 4). Buresti e Mori hanno condotto uno studio su 50 impianti realizzati in provincia di Arezzo, rappresentativi di 530 ettari distribuiti in 216 piantagioni, raccogliendo un elevato numero di informazioni, che hanno permesso tra l altro di valutare le condizioni generali degli impianti, classificate in tre classi (Tab. 5). In Regione Piemonte sono stati esaminati 15 impianti con un lavoro condotto da Berretti nel 2007. Si tratta di una prima indagine realizzata negli impianti dimostrativi regionali, finalizzata a definire un protocollo per la valutazione delle potenzialità produttive degli impianti per gli aspetti legati alla qualità degli assortimenti. Anche in questo caso i soggetti sono stati suddivisi in quattro classi di qualità (Tab. 6). Nessun impianto di arboricoltura da legno con specie legnose pregiate risulta certificato, ad eccezione di 2.5 ha in Lombardia certificati secondo lo standard FSC (FSC Italia 2010). Al di là della diversità di metodi, approcci e valutazioni emerge una quadro abbastanza critico rispetto agli obiettivi attesi di produzione di materiale di elevata qualità. Tab. 6 - Valutazione della qualità degli impianti di latifoglie della Rete Regionale Sperimentale in Regione Piemonte, anno 2007 (Berretti et al. 2007). Numero di impianti valutati: 15; Numero di piante valutate: 1500; I: soggetti da trancia; Classi II e III: soggetti di seconda scelta o falegnameria scadente; IV: materiale non lavorabile. I 10 % II e III 53 % IV e V 37 % Resta però uno spazio non indifferente di opportunità, relativo alla quota di materiale legnoso valutato nelle classi medie che con adeguati interventi colturali potrebbe essere condotto a transitare in classi superiori. Anche il confronto tra due valutazioni temporali diverse operate su medesimi impianti a seguito di interventi mirati depone a favore di tale prospettiva. La valutazione dei risultati Un attenzione particolare merita il giudizio più articolato sui risultati che questi impianti possono conseguire rispetto agli obiettivi di finanziamento. Un lavoro di interesse generale è dato dalla ricerca condotta nel dall Institut pour le Développement Forestier sui risultati conseguibili dall applicazione del Regolamento 2080/1992 a scala di Unione Europea (Picard ). Il lavoro ha interessato tre ambiti (a, b, c - vedi sotto) per i quali sono stati individuati differenti parametri descrittori dell impatto con valutazioni di ordine qualitativo (++: significativo; +: abbastanza significativo; 0: poco significativo). (a) Riduzione delle superfici agricole e delle produzioni eccedentarie Gli impianti hanno interessato a livello europeo lo 0.71% della SAU, con queste previsioni: Incremento del reddito atteso dalle attività forestali: + Supporto al reddito dei beneficiari: ++ Mantenimento della popolazione rurale: + Lotta contro l abbandono delle terre: + Diversificazione delle attività: ++ Riduzione delle eccedenze agricole: 0 (b) Contribuzione al miglioramento delle risorse della selvicoltura Al termine del loro ciclo gli impianti dovrebbero assicurare un massa di 620 000 mc di legname di qualità, per le quali si avrà: Capacità di produzione forestale: + Aumento della produzione del legname: + Incremento delle superfici forestali aziendali: 0 (c) Maggiore compatibilità della gestione dello spazio naturale con l ambiente Attraverso: Stoccaggio carbonio: + Aumento della biodiversità: + Protezione delle risorse naturali: + Forest@ 8: 121-125 (2011) 123

Calvo E - Forest@ 8: 121-125 Il parere di alcune regioni In occasione di questo incontro sono stati interpellati i funzionari delle Regioni, per avere il punto di vista delle stesse rispetto alle attese, alle previsioni, alle necessità, ai problemi degli impianti di latifoglie. Le risposte hanno toccato ed evidenziato le seguenti necessità: La promozione ed attuazione di azioni per il recupero produttivo degli impianti, prima che sia troppo tardi, favorendo corretti interventi di potatura e diradamento, soprattutto per valorizzare quelle situazioni che si collocano nelle classi intermedie di valutazione qualitativa; Il coinvolgimento di agricoltori ed imprese per rendere l arboricoltura una pratica agricola compatibile con le esigenze della nuova agricoltura e per favorire lo sviluppo di imprese capaci di gestione efficiente degli impianti; Lo sviluppo di azioni permanenti di formazione ed assistenza tecnica, a favore sia degli operatori che dei tecnici; La promozione di campagne di promozione dell uso di legname di provenienza locale; La costruzione di un sistema di raccolta e commercializzazione del legname, alla luce della prossima maturità degli impianti; L adozione di strumenti finanziari adeguati per i sostegno delle azioni necessarie; La gestione continua di una rete di monitoraggio di impianti e di raccordo operativo tra Regioni, valorizzando il Gruppo di competenza Selvicoltura - arboricoltura da legno - PFNL della Rete interregionale per la ricerca in Agricoltura, foreste, acquacoltura e pesca. Conclusioni Al termine di questa breve rassegna, si conferma la centralità di tre temi principali, che, in una prospettiva di razionale gestione degli investimenti fatti ed alla luce del quadro internazionale della disponibilità di risorse legnose, devono essere affrontati adeguatamente per garantire all arboricoltura da legno un ruolo idoneo nella valorizzazione del sistema legno del paese: L adozione di adeguati e continui strumenti di inventario, monitoraggio e valutazione degli impianti; La valutazione delle prestazioni ambientali degli impianti per offrire all agricoltura uno strumento di ulteriore ed efficacie diversificazione delle sue attività, soprattutto nella prospettiva del cambiamento delle politiche agricole comunitarie; Lo sviluppo di modelli di filiere corte territoriali per legname pregiato a Km zero. Tuttavia in questo quadro è necessario che il mondo imprenditoriale, il mondo della politica agricola e forestale, le istituzioni deputate alla gestione delle politiche e delle risorse, il sistema della ricerca affrontino in modo condiviso e partecipe le seguenti problematiche: Tra 10 anni cominceranno ad arrivare a maturità i primi impianti: come programmare il mercato? Molti impianti sono di qualità scadente: come recuperare qualitativamente la produzione? Quale destinazione produttiva proporre agli impianti irrecuperabili? C è sempre necessità di assistenza tecnica e divulgazione: come riuscire a raggiungere le decine di migliaia di agricoltori? Come attivare azioni durature di accompagnamento? Sul territorio si diffondono tipologie d impianto differenti (nuovi boschi di pianura, infrastrutture verdi, compensazioni, reti ecologiche, ecc.): come integrare modelli diversi per valorizzare le latifoglie di pregio anche dal punto di vista produttivo? La ricerca, in questi ultimi 15 anni, ha offerto un contributo di enorme qualità e rilevanza, mettendo a punto strumenti e metodi per investimenti produttivi, efficaci e mirati rispetto al contesto economico, sociale ed ambientale. Forse, proprio osservando l evoluzione di questo settore, è possibile capire il valore della ricerca e sostenere che essa è il motore dei cambiamenti necessari. La fruttuosa esperienza di un progetto nazionale come RI.SELV.ITALIA mostra il valore della partecipazione di tutti gli attori nei processi di ricerca, con ricadute immediate sul territorio e nelle aziende. Le Regioni chiedono che questi processi continuino. Ringraziamenti Si ringraziano per il contributo offerto: R. Tonetti, Regione Lombardia; L. Camoriano, Regione Piemonte; R. Zampieri, Regione Veneto; R. Comino, Regione Friuli Venezia Giulia; D. Penco, Regione Liguria; F. Cerasoli, Regione Marche. Bibliografia Araldi F, Calvo E, Mantovani F, Trambaioli I (2004). Piano Generale di indirizzo Forestale. Quaderno A: indagini sulla filiera bosco-legno. Provincia di Cremona. [online] URL: http://www.provincia.cremona.it/servizi/svilagri/ all/20031110-1110220.pdf 124 Forest@ 8: 121-125 (2011)

Stato attuale e problematiche degli impianti di latifoglie a legname pregiato Berretti R, Boetto G, Costa A.L, Locri M, Meloni F, Nosenzo A, Travaglia PM (2007). Caratterizzazione del materiale legnoso derivante da impianti di arboricoltura da legno: valutazione delle potenzialità in termini di assortimenti ritraibili. Regione Piemonte. [online] URL: http://www.regione.piemonte.it/foreste/cms/media/files/e venti/pian_gest/convegni/nosenzo.pdf Buresti Lattes E, Mori P (2002). Le piantagioni da legno realizzate con il Re. 2080/92: condizioni di sviluppo e caratteristiche nella provincia di Arezzo. Sherwood 80: 15-20 Buresti Lattes E, Mori P (2009a). Valutazione delle piantagioni da legno con latifoglie di pregio. Regione Piemonte - Direzione Opere Pubbliche e Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste - Settore politiche forestali. Buresti Lattes E, Mori P (2009b). L indice di Qualità per le piante principali. Sherwood 157: 11-15. Calvo E, D Ambrosi E, Fedrigoli M, Mantovani F (). Arboricoltura da legno. Secondo Report. Quaderni di ricerca e sperimentazione, ARF Lombardia, pp. 63. Calvo E, Mantovani F (2008). Valutazione della qualità degli impianti di latifoglie della Rete Regionale Sperimentale ERSAF. Rapporto tecnico interno, ERSAF, Milano (non pubblicato). Cesaro L, Romano R (2009). Politiche forestali e sviluppo rurale. Situazione, prospettive e buone prassi. Quaderno n.1, Osservatorio Foreste, INEA, pp. 170. FSC Italia (2010). Prodotti e produttori. [online] URL: http://www.fsc-italia.it Minotta G (2003). L arboricoltura da legno: un attività produttiva al servizio dell ambiente. Libro bianco sulle produzioni legnose fuori foresta in Italia. Ed. Avenue media, Bologna, pp. 248. Picard O (). Evaluation du système d aide communautaire pour les mesures forestières en agricolture du Règlement 2080/92. Institut pour le Développement Forestier, pp. 201. Forest@ 8: 121-125 (2011) 125