I SERVIZI EROGATI Una classificazione Interventi direttamente rivolti al genere Interventi indirettamente rivolti al genere
Una classificazione I servizi offerti dal Comune di Udine possono essere suddivisi fra servizi direttamente o indirettamente a favore delle donne: Classificazione Interventi direttamente riconducibili al genere Interventi indirettamente riconducibili al genere Esempi di servizi Servizi antiviolenza, iniziative culturali a favore delle donne (8 marzo), politiche del personale, progetti della Commissione e del Comitato Pari Opportunità, ecc. SOSTEGNO AL LAVORO DI CURA: Asili nido, servizi educativi e doposcuola, centri estivi, impianti sportivi, servizi di supporto alla cura degli anziani e dei disabili, centri per anziani, ecc. SVILUPPO DELLA VIVIBILITÀ E QUALITÀ DELLA CITTÀ: Sicurezza e Polizia Municipale, Viabilità, Mobilità, Parchi e aree verdi, ecc. 24 I SERVIZI EROGATI
Interventi direttamente rivolti al genere I centri antiviolenza Ogni tre giorni in Italia una donna muore per violenza maschile. Nel 2007 i decessi femminili per violenza sono stati 107 (erano 101 nel 2006); la mano che colpisce è per la maggior parte dei casi del marito; a seguire: fidanzati e conviventi, ex, padri, figli e fratelli 1. Ma la violenza non è solo fisica; è anche verbale, psicologica ed economica; ed è spesso multipla. Zero Tolerance Zero Tolerance è la risposta del Comune di Udine al problema della violenza sulle donne. Nato nel 1998, il servizio esiste anche grazie alla Legge Regionale 17/2000, che disciplina i vari tipi di violenza contro le donne, garantisce l anonimato ed agevola la protezione delle donne e dei loro figli, istituendo i centri d accoglienza. Zero Tolerance opera per prevenire la violenza sulle donne e supportare le donne in difficoltà, attraverso consulenza, informazione e sostegno attivo, con attivazione di percorsi individualizzati per l uscita dalla situazione di violenza. Dal 2001, dispone anche di due case di accoglienza per le donne vittime di violenza e i loro figli, nelle situazioni più critiche. Tutti i servizi sono gratuiti: ogni donna che ha vissuto o vive una situazione di maltrattamento, molestia, violenza psicologica, fisica, mentale, sessuale, economica, in famiglia e nel sociale trova in Zero Tolerance uno spazio di ascolto e di sostegno concreto alle proprie scelte. I contatti con Zero Tolerance possono essere: telefonici: 24 ore su 24, anche con numero verde 800.531.135 personali: allo sportello di Via S. Valentino, aperto per 15 ore settimanali. 1 Studio La mattanza realizzato dalla Casa internazionale delle donne di Roma, in collaborazione con quella di Bologna, che ha analizzato migliaia di articoli di stampa del 2007. Non sono di certo confortanti neppure i dati della ricerca ISTAT La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia, pubblicata a febbraio 2007, che evidenzia come siano quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita; 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), quasi 4 milioni violenze fisiche (18,8%). Capelli strappati, spinte, schiaffi, calci, pugni, morsi, violenze psicologiche; i partner sono responsabili della quota più elevata delle forme di violenza fisica rilevate, che nella quasi totalità dei casi non vengono denunciate. 25
La conoscenza del servizio si è diffusa con il passaparola: la rete delle donne è un efficace strumento di comunicazione quando i bisogni sono così importanti. Negli anni, Zero Tolerance si è conquistata un posto di rilievo nel panorama dei servizi antiviolenza. Nel 2007 è stata segnalata sul sito del Servizio Regionale delle Pari Opportunità come modello di eccellenza in ambito regionale, per la metodologia di intervento utilizzata e i riferimenti teorici assunti in materia di violenza e maltrattamento di genere. I numeri degli interventi Area Mediazione e cura Donne che si sono rivolte a Zero Tolerance 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Le prime straniere si sono presentate a Zero Tolerance nel 2004: su un totale di 80, le straniere erano 18; ancor oggi, la maggior parte delle donne che usufruisce del servizio è italiana. Le donne che nel 2007 si sono rivolte a Zero Tolerance erano per il 42% coniugate e per il 17% conviventi; per il 59% appartenevano alla fascia d età 30-49 anni; e per il 15% alla fascia 50-59 anni; per lo più occupare (47% occupate, 17% lavoro precario/occasionale, 1% professioniste) 2 avevano nel 52% dei casi un titolo di studio di scuola superiore o universitario. 2 Dati 2007 26 I SERVIZI EROGATI
Età di chi si rivolge a Zero Tolerance 40% 2007 2006 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% meno di 20 anni 20-29 anni 30-39 anni 40-49 anni 50-59 anni oltre 60 anni I dati di Zero Tolerance del 2007 evidenziano, in sintonia con il dato nazionale, come autore della violenza sia per il 42% il marito, per il 30% il convivente; ex mariti ed ex fidanzati totalizzano assieme il 12%. Il conoscente è solo il 6%. Un mito da sfatare sono le caratteristiche psico-fisiche del maltrattatore: non si tratta di etilisti, tossicodipendenti o persone con disturbi psichici; per l 80% dei casi sono persone che rientrano nella categoria nessuna. Autore della violenza 2007 2006 Marito 42% 57% Convivente 30% 22% Ex marito 10% 11% Conoscente 6% 2% Familiare 5% 4% Figlio 4% 4% Ex fidanzato 2% n.d. La violenza subita è psicologica per il 95%; fisica per il 78%, economica per il 29% (questa tende a permanere anche dopo la separazione, e si realizza attraverso il mancato pagamento degli alimenti legittimi alla ex moglie). Un ultimo, significativo dato: il 65% delle donne che si rivolge a Zero Tolerance non sporge denuncia; il 2% ritira la denuncia; solo il 35% denuncia i maltrattamenti. 27
Area Accoglienza Da quando il Comune ha messo a disposizione le due case di accoglienza, sono state 30 le donne e 35 i bambini accolti; per loro sono stati attivati i programmi di sicurezza e protezione. Area Prevenzione Quest attività fondamentale per contrastare la violenza sulle donne, interviene per eliminare gli stereotipi che radicano nelle cultura degli individui i pregiudizi di genere. Si realizza attraverso iniziative di sensibilizzazione rivolte alla collettività in genere e a specifiche fasce di cittadini. Grande importanza rivestono le attività svolte nelle scuole per sradicare nei giovani i pregiudizi e sviluppare sensibilità attiva sulle tematiche di genere, come i progetti: Alla scoperta della differenza, incontri per far comprendere come le differenze di genere e di ruoli siano una ricchezza, rivolti ai ragazzi delle superiori (4 e 5 ), (anche in collaborazione con l A.S.S. n. 4 Medio Friuli). La camera ingombra - educare alla relazione attraverso il confronto di genere, per insegnanti, educatori e operatori dei servizi pubblici e privati che si occupano delle relazioni di aiuto (in collaborazione con il Consultorio Familiare). Rivolto a tutti i cittadini è invece il convegno Il silenzio spezzato, che ogni anno mira a sviluppare la consapevolezza che la stessa indifferenza è una forma di violenza indiretta e a spingere ad una presa di coscienza della situazione e alla condivisione attiva del problema da parte di tutti. Elenco e recapiti dei centri antiviolenza dislocati in Regione: http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/pariopportunita/pagine/centriantiviolenza.asp Elenco delle associazioni che operano nel territorio regionale e promuovono iniziative per le donne: http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/pariopportunita/pagine/spazioassociazioniregionali.asp 28 I SERVIZI EROGATI
Interventi indirettamente rivolti al genere Asili nido, scuole materne, doposcuola, centri estivi, disponibilità di impianti sportivi per i giovani, supporto alla cura degli anziani e dei disabili: sono tutti servizi indirettamente, ma fortemente rivolti al genere femminile. Perché come le rilevazioni dell Isfol 1 confermano - in Italia il tempo speso dalle donne in attività di cura non lavorative e quindi «non riconosciute, non pagate, non valorizzate» costituisce ancora oggi un enorme differenziale. La conciliazione L Italia 2 si caratterizza (assieme ad alcuni paesi dell area mediterranea) per l assenza di forme strutturate di protezione sociale e per una spesa sociale più bassa degli altri Stati europei, con scarse risorse destinate al sostegno delle famiglie. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è discontinua; la condivisione dei carichi familiari all interno della coppia è scarsa e sono ridotte anche le opportunità di conciliazione tra vita e lavoro offerte dal sistema dei servizi pubblici e dall organizzazione del lavoro. Nei paesi del Nord Europa, all opposto, esiste un forte sistema di sostegni a favore delle lavoratrici madri, che ha ridotto le incompatibilità tra lavoro e cura dei figli e portato ad elevati tassi di occupazione femminile. Per ridurre questi divari, l Unione europea, nella Strategia di Lisbona, ha individuato una specifica linea d intervento dedicata all incremento dell occupazione femminile, in connessione con lo sviluppo dei servizi di supporto: gli Stati sono stati invitati ad offrire servizi all infanzia al 33% dei bambini di età compresa tra 0 e 3 anni: l Italia si attesta sul 9,9%; a Udine l offerta di nidi comunali e convenzionati copre l 11,7% della richiesta potenziale (risulta peraltro disponibile sul territorio un ampia offerta di nidi privati); l obiettivo di occupazione femminile è del 60% entro il 2010; in Italia il tasso di occupazione femminile supera di poco il 45%, mentre quello maschile sfiora il 70%. Secondo Isfol 3, la principale causa della discontinuità occupazionale è la maternità: in questo frangente, una donna su nove esce dal mercato del lavoro. 1 Rapporto ISFOL 2008, che annualmente illustra lo stato dell arte, i processi evolutivi e le principali tendenze dei sistemi del lavoro, dell istruzione e formazione e delle politiche sociali in Italia. 2 Rapporto ISFOL 2008. 3 Indagine Isfol Plus dati 2006. 29
In Italia, il tema chiave della conciliazione non ha trovato soluzioni, se non quelle affidate alla sensibilità dei singoli contesti lavorativi o quelle che intervengono sulla flessibilità lavorativa, come il part-time, ampiamente utilizzato dalle donne, ma che ha risvolti penalizzanti da diversi punti (ad esempio, sul trattamento pensionistico). Lo snodo cruciale è il sistema di servizi alla famiglie con bambini, in particolare per l accesso ai servizi: quanto più elevati sono i costi di cura dei figli (asili nido, doposcuola, babysitter, ecc.), tanto più elevato è il cosiddetto salario di riserva, cioè la retribuzione al di sotto della quale la donna - non avendo convenienza a lavorare - preferisce occuparsi direttamente dei figli. Il Comune di Udine, nell ambito delle proprie competenze, agisce offrendo una serie di servizi di notevole rilevanza per la conciliazione: per le madri con figli piccoli : asili nido, doposcuola, centri estivi e in genere servizi educativi e sportivi; per le madri con figli adolescenti: servizi di qualità, come i centri di aggregazione giovanile, il Forum Giovani o le Officine Giovani, oltre che le biblioteche o l offerta di una serie di impianti sportivi distribuiti su tutto il territorio, per permettere a tutti l accesso alla pratica sportiva; per le donne che hanno in carico anziani e disabili, un ampia serie di servizi di supporto, sia per le situazioni di emergenza, sia per soddisfare le esigenze di socialità e di qualità del tempo libero. Va infine evidenziato anche il risvolto di genere nell offerta dei servizi rivolti a migliorare la vivibilità della città, ad esempio: parchi e aree verdi: supporto alla qualità della vita nel tempo libero di bambini, giovani ed anziani; i servizi legati alla sicurezza, per permettere alle donne di uscire e muoversi, anche la sera, senza timori; i servizi legati alla mobilità, per poter accompagnare agevolmente i figli a scuola o alle altre attività, ma anche per permettere ai ragazzi di muoversi in autonomia e in piena sicurezza. Per la trattazione e i numeri di questi servizi comunali, si rinvia al Bilancio Sociale. 30 I SERVIZI EROGATI
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Questo volume è stato realizzato a cura dell Ufficio Comunicazione del Comune di Udine Responsabile: Marina Galluzzo Redazione testi: Marina Galluzzo e Alessandra Albanesi Elaborazione dati: Uffici Comunali Supervisione al progetto: Paola Asquini Progetto grafico: Milena Salvador Impaginazione e produzione: Lucia Di Benedetto