METODOLOGIA MONITORAGGIO MACROINVERTEBRATI BENTONICI

Documenti analoghi
METODOLOGIA DI MONITORAGGIO DELLA COMUNITA' DELLE MACROFITE ACQUATICHE

PROGETTO LIFE 13 ENV/IT/ RINASCE Attività di monitoraggio chimico-fisico delle acque superficiali

METODOLOGIA MONITORAGGIO ELEMENTI CHIMICO-FISICI E FUNZIONALITA ECOLOGICA FLUVIALE

IMPATTI INDOTTI SU UN CORSO D ACQUA

Progetto LIFE13 ENV/IT/ RINASCE RIqualificazione NAturalistica per la Sistemazione integrata idraulicoambientale

ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI

DEFINIZIONE DELL ALGORITMO DI CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA

Giornata celebrativa per il ventennale del Programma LIFE Università degli Studi di Brescia 25 maggio 2012

Prospettive per il biomonitoraggio dei fiumi

Invaso Trinità (TP): prima classificazione dello stato ecologico in base al DM n. 260/2010.

LA RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA IDRAULICO-AMBIENTALE DEI CANALI DI BONIFICA

Mesohabitat pool/riffle e generico: campionamento [e classificazione]

UTILIZZO DEGLI ODONATI COME INDICATORI DELLO STATO ECOLOGICO DEI CORSI D ACQUA E STRUMENTO DI MONITORAGGIO DI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE

Studio di Ingegneria Ferrari e Giraudo Corso Nizza 67/A CUNEO PREMESSA... 2 MONITORAGGIO IN FASE DI CANTIERE... 2

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ADEGUAMENTO

Il percorso del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po al 2015 e le sue criticità

I corpi idrici tipizzati secondo la direttiva quadro in materia di acque (2000/60/CE)

Deflusso minimo vitale: il caso del Friuli Venezia Giulia. G. Favrin, V. Stocca, G. Mattassi

Diga di Saretto Comune di Acceglio. La gestione di un invaso. ENEL Produzione ing. Barettini San Damiano Macra 18 ottobre 2014

9 IL BACINO DEL TORRENTE VENTENA

6 METODOLOGIA qualità chimico-fisica

CORPI IDRICI: STATO E OBIETTIVI. II Forum di informazione pubblica Milano, 17 settembre 2009

Caffaro e Brescia I nuovi dati. I sedimenti delle rogge

All. C_bis integrazione alla relazione preliminare ambientale. a cura di. Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale

Università di Trento - Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica. Agenzia Provinciale per la Protezione dell Ambiente

Ciclo idrico e governo delle acque Titolo contratti Sottotitolo di fiume con particolare riguardo alle attività di monitoraggio e controllo

Elementi idromorfologici: indice di alterazione del regime idrologico (IARI)

AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE. Procedura operativa del modello pressioni-impatti-misure

La pianificazione di settore nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: elementi di coerenza con il Piano di Gestione

LIFE. Dott. Marco Zanetti (biologo) Martedì 17 maggio Azione. . Mappaggio biologico di qualità. Analisi dei macroinvertebrati bentonici.

Incontro regionale sui Piani di Gestione

Affidabilitàdel dato nella classificazione ecologica dei corpi idrici della Regione Piemonte

Dalla qualità delle acque alla funzionalità ecologica

La prevenzione e la manutenzione idraulica a quarant'anni dall'alluvione di Firenze

Reggio Emilia, 8 maggio 2009

Carta dei servizi. Acqua

Revisione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola Acque superficiali

Classificazione relativa allo stato di qualità ambientale e idoneità alla vita dei pesci

LINEE GUIDA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CORSI D ACQUA INTERESSATI DA IMPIANTI IDROELETTRICI

Marine Strategy: monitoraggio delle microplastiche nell'ambiente marino

INDICE. Bacino dei fiumi della pianura tra Livenza e Piave I

Piano di Tutela delle Acque

Un nuovo indice per valutare la qualità ecologica dei laghi attraverso gli invertebrati bentonici: validazione con i risultati del Progetto INHABIT

Corso di Laurea Triennale e Magistrale in Analisi e Gestione delle Risorse Naturali (AGRN) TECNICHE DI RILEVAMENTO DATI AMBIENTALI 27 MAGGIO 2009

Corso di Laurea Triennale e Magistrale in Analisi e Gestione delle Risorse Naturali (AGRN) TECNICHE DI RILEVAMENTO DATI AMBIENTALI 21 APRILE 2010

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA

Nel territorio comunale sono presenti i seguenti corsi d acqua iscritti negli elenchi delle acque pubbliche:

Indagini biologiche e morfologiche sul torrente Gesso

Variazioni morfologiche storiche del torrente Aurino ed effetti ecologici dei recenti interventi di riqualificazione: risultati preliminari

Il sistema MacrOper dal campionamento alla classificazione: specifiche relative alla classificazione

Gli indirizzi regionali per la gestione della pesca in lombardia

Progetto INHABIT Lo stato dell implementazione della WFD in Sardegna quadro conoscitivo e necessità di approfondimento

SIA CAVONE - APPENDICE 2

OSSERVATORIO DEL LAGO DI VARESE

A.R.P.A.V. Dipartimento Provinciale di Belluno Servizio Sistemi Ambientali

Milano, 23 aprile 2009

I fiumi. La scienza che si occupa di studiare le acque di superficie si chiama idrologia

Secondo incontro pubblico di confronto del Processo Partecipativo del Progetto Life Rinasce

IL CASO STUDIO DEL TORRENTE SEVESO

CRITERI E PROCEDURE PER L ESECUZIONE DEI PROGRAMMI DI MONITORAGGIO E CLASSIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI E SOTTERRANEI DELLA TOSCANA

WORSHOP DAL DMV AL FLUSSO ECOLOGICO:

Piano di Tutela delle Acque e Direttiva 2000/60/CE: Quali gli obblighi e le azioni per il futuro

MONITORAGGIO BIOLOGICO E CHIMICO

Torino, Ottobre 2011

STUDIO PER L ANALISI DEL RISCHIO IDRAULICO E ALLUVIONALE DEL COMUNE DI PARMA

"GIS e modelli idraulici per l aggiornamento del PAI in area urbana"

Applicazione dell Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche (ISECI) in alcuni corpi idrici del Friuli Venezia Giulia

13 dicembre Descrizione dell attività didattica

Dalle criticità idrauliche alla gestione della vegetazione: la manutenzione dei corsi d acqua nell approccio regionale

5.1 - CONSUMO DI ACQUA PER USO DOMESTICO E PERDITE DI RETE

Naples Shipping Week, 25 Giugno 2014, Tavola rotonda: «Il dragaggio dei porti e la destinazione dei sedimenti»

Azione 5: Progettazione di interventi di miglioramento degli habitat fluviali. Relatore: Ing. Massimo Sartorelli

Incontro di consultazione pubblica Venezia, 6 luglio 2017

Analisi delle caratteristiche delle acque superficiali nel bacino del fiume Adige: corpi idrici superficiali e condizioni di riferimento

Laboratorio Isonzo. CONSULTAZIONE: SITUAZIONI di OPPORTUNITA' CRITICITA' ed ELEMENTI DI ATTENZIONE. 15 dicembre ARPA FVG Palmanova - Italy

Incontro di consultazione pubblica Venezia, 6 luglio 2017

Monitoraggio dell'ambiente marino costiere nei corpi idrici 12-16

AAVV, (1998), Water quality criteria in enviromental management Commission of the European Communities.

DELIBERA N. 156 RELATIVA ALLA SEDUTA DEL C.I. DEL 19 giugno 2007 Pagina 1 di 6. Autorità di Bacino

La riqualificazione fluviale in Emilia-Romagna

Prime valutazioni analitiche sul contenuto di silice cristallina respirabile in sabbie di mare e di fiume

Autorità di Bacino del Fiume Arno

CORSO ANALISI CHIMICA MOD Analisi terreni ITIS VIOLA A.S. 2016/2017 SUOLO LEZIONE 1: INTRODUZIONE E CAMPIONAMENTO

Monitoraggio, controllo e valutazioni ambientali sulle risorse idriche dei bacini idrografici di Salto e Turano

Le analisi chimiche dell acqua del fiume Padrongianus Scienze Integrate Chimica

4. PROTOCOLLO DI APPLICAZIONE Fase preliminare Definizione degli obiettivi

Gli aspetti di sistemazione idrogeologica e idraulica nel loro rapporto con il PdG Po. Ing. Lorenzo Masoero Geol. Giorgio Gaido

Fiume ADDA. Cornate d Adda. Dati biologici. Dati generali. Caratteristiche ambientali. Stato biologico. Tendenza

Piano di Gestione dell Appennino Centrale

A.M.A. A.M.A. S.p.A. via Laurentina nn. 877/879/ ROMA. TAV. II - STRALCIO CARTA TECNICA REGIONALE SEZIONE N "EUR" scala 1:10.

Life 13ENV/IT/ Rinasce: riqualificazione naturalistica per la sostenibilità integrata idraulico ambientale dei canali emiliani

Bologna, 11 dicembre Clara Bravi, Regione Lombardia - Pietro Genoni, ARPA Lombardia

Rovigo, Veccione, e Brentana). Il torrente Santerno non è quindi direttamente interferito da cantieri o campi base nel territorio emiliano.

Metodologia per la definizione della predisposizione al verificarsi di fenomeni tipo Flasch Flood nel bacino del fiume Arno

A.I.A. (D.Lgs. 59/05)

L'uso della modellistica idraulica nella difesa del suolo

ARPA Sezione di Rimini

1. COMPUTO D.M.V. G.E.CO. S.r.l. Geologo Specialista ORDINE DEI GEOLOGI DELLE MARCHE. APIRO - agosto 2013

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Transcript:

Progetto convenzionato: Attività di monitoraggio nell ambito del progetto LIFE RINASCE - LIFE13 ENV/IT/000169 ACTION C.1: MONITORAGGIO CHIMICO-FISICO, ECOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E IDRULICO DEGLI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E GESTIONE DELLA VEGETAZIONE METODOLOGIA MONITORAGGIO MACROINVERTEBRATI BENTONICI

A cura di: Dott.ssa Silvia Franceschini ARPA Emilia-Romagna, Sez. prov. di Reggio Emilia.

Indice 1. Generalità... 4 2. Approccio metodologico... 4 3. Bibliografia... 17 Allegato 1 - Scheda di campionamento Invertebrati Acquatici... 18 Pagina 3 di 18

1. Generalità L attività prevista dalla Convenzione è orientata al monitoraggio biologico, sia ante-operam sia post-operam, nell ambito dell azione C1 Monitoraggio chimico - fisico, ecologico, geomorfologico e idraulico degli interventi di riqualificazione e di gestione della vegetazione del progetto LIFE RINASCE - LIFE13 ENV/IT/000169 di cui il Consorzio di Bonifica dell Emilia Centrale è beneficiario coordinatore e capofila. L obiettivo è di monitorare e valutare i risultati e gli effetti ambientali degli interventi dimostrativi di riqualificazione dei canali previsti dal suddetto Progetto LIFE (azioni dalla B3 alla B7), rispetto alla comunità dei macroinvertebrati bentonici. L attività di monitoraggio si sviluppa attraverso: Campionamento ed analisi della comunità macrobentonica, secondo le modalità previste dal DM 260/2010 ed in particolare dalla metodologia ufficiale IRSA-CNR (Notiziario dei metodi analitici n.1/2007) tramite substrati artificiali per la cattura degli organismi; Compilazione delle schede di campo / liste faunistiche; elaborazione dei dati tramite calcolo delle metriche previste dal DM.260/2010 per la classificazione delle acque correnti; sviluppo degli appositi report/restituzioni. I risultati in esito al progetto saranno: - La classificazione delle acque rispetto agli elementi biologici indagati ai sensi del DM 260/2010 ante e post-operam; - La valutazione delle variazioni indotte nelle comunità biotiche quale indicatore degli effetti ambientali ed ecologici degli interventi dimostrativi di riqualificazione dei canali previsti dal suddetto Progetto LIFE (azioni dalla B3 alla B7); - L integrazione dei risultati ottenuti con i dati sulla qualità territoriale delle acque gestite dal Consorzio di Bonifica dell Emilia Centrale, con la conseguente possibilità di pianificare eventuali indagini suppletive oppure interventi di tutela della risorsa irrigua e/o ecosistemica. 2. Approccio metodologico L attività di monitoraggio svolta da Arpa Sez. prov. di Reggio Emilia riguardante il monitoraggio della comunità dei macroinvertebrati bentonici si svilupperà come indicato nel Timetable (a pagina 115 di 136 del formulario approvato) su due anni di lavoro, il 2015 per il monitoraggio ante-operam e il 2017/2018 per il monitoraggio post-operam. In termini generali la metodologia proposta fa riferimento al DM 260 dell 8 novembre 2010, ai sensi della Direttiva acque 2000/60/CE. Pagina 4 di 18

Il piano di campionamento relativo alle comunità biologiche dei macroinvertebrati prevede il monitoraggio di quattro stazioni, una per ogni corpo idrico oggetto di riqualificazione, attraverso la realizzazione di tre campagne di campionamento, compatibilmente con le condizioni idrologiche e di gestione idraulica dei canali stessi. Il metodo è infatti applicabile agli ambienti di acqua corrente. Il monitoraggio sarà realizzato applicando la metodologia prevista nel Notiziario dei metodi analitici IRSA CNR, n.1/2007: Macroinvertebrati acquatici e Direttiva 2000/60/EC (WFD) - Parte D. Metodo di campionamento per i fiumi non guadabili, che descrive il metodo ufficiale per la raccolta dei macroinvertebrati acquatici in fiumi che si presentino come non o difficilmente guadabili o che si rivelino di accesso difficoltoso o non sicuro, sia per le caratteristiche delle sponde sia per l insufficiente visibilità dell alveo fluviale. Il metodo, applicabile a sistemi lotici di acque correnti, prevede la raccolta quantitativa di organismi bentonici che colonizzano substrati artificiali a lamelle, opportunamente posizionati nel sito in esame, quali strumenti di cattura in grado, nel giro di circa un mese, di venire stabilmente colonizzati dai macroinvertebrati acquatici. Considerando la finalità del monitoraggio unitamente alla variabilità idrologica dei canali oggetto di indagine, la scelta di tale metodo si configura necessaria anche al fine di poter confrontare situazioni molto diverse tra loro nelle diverse stagioni, selezionando una sola tecnica di campionamento che consenta la raccolta di invertebrati nei diversi periodi previsti, anche nel caso in cui tale tecnica non fosse la più idonea a descrivere nei dettagli il sito (e.g. nei termini del numero di taxa effettivamente presenti). Spesso infatti, i grandi canali artificiali sono difficilmente campionabili in modo del tutto rappresentativo a causa della profondità dell acqua, della dispersione su ampi spazi dei microhabitat, delle differenze di qualità fra le due sponde, etc. Questo tipo di substrato artificiale presenta alcune caratteristiche che ne giustificano l impiego in tale tipo fluviale: - permette un campionamento standard, seppure limitato ad un solo microhabitat, e quindi la confrontabilità dei campioni; - fornisce prevalentemente informazioni relative ai taxa dominanti, o comunque più rappresentativi, della comunità bentonica presente nella colonna d acqua, in linea con gli assunti della WFD; - consente di catturare i taxa più sensibili all inquinamento dell acqua, di norma legati ai substrati duri, presenti negli ambienti potamali (e.g. Efemerotteri del Genere Heptagenia); - può fornire informazioni di tipo quantitativo. Nonostante ciò, nell uso di questi substrati bisogna sempre ricordare che: non si potrà definire la struttura dell intera comunità bentonica del fiume, in quanto si campiona un solo microhabitat, sottostimando così la ricchezza globale di unità sistematiche. Tale microhabitat può non essere rappresentativo dell'intero sito. Inoltre, è noto che i substrati artificiali sono selettivi nei confronti dei diversi taxa bentonici, che non riescono a colonizzarli con la stessa facilità. Nel presente contesto di applicazione tale svantaggio è limitato dalla relativa omogeneità morfologica degli alvei dei canali in oggetto e dalla scarsa diversità di microhabitat presenti. Pagina 5 di 18

La comparabilità tra campioni garantisce inoltre che il grado di incertezza nella descrizione della comunità presente (i.e. l errore associato al campionamento in un dato tipo fluviale con una data tecnica di raccolta) sia contenuto e consenta quindi la formulazione di giudizi meno dipendenti da fattori diversi dalla qualità dell acqua o dell habitat. Il campionamento rappresenta un'integrazione di tutto il periodo di permanenza dei substrati (circa 30 gg.), fornendo un quadro complessivo dei fattori di qualità dell acqua che determinano le variazioni nella struttura della comunità, senza risentire in modo troppo marcato di eventuali variazioni a carico delle caratteristiche dell habitat fisico (con l esclusione della velocità di corrente e del trasporto solido). E comunque fondamentale ribadire che il metodo per la valutazione dei macroinvertebrati bentonici è applicabile in ambienti di acque correnti e richiede la presenza di un minimo battente idrico e di acqua fluente in alveo con continuità per tutto il periodo di campionamento. Eventuali discostamenti da questa condizione attesa possono invalidare la rappresentatività dei risultati ottenuti. Dalle conoscenze pregresse sull idrologia del reticolo idrografico e dai sopralluoghi tecnici eseguiti, non si può escludere che il verificarsi di condizioni di secca prolungata, acqua stagnante o battente idrico troppo basso in alcuni canali o in alcune stagioni, potrebbe impedire la realizzazione di alcune delle campagne previste dal formulario di progetto. Il piano di campionamento prevede la caratterizzazione/monitoraggio di quattro stazioni, una per ogni corpo idrico oggetto di riqualificazione. I punti di prelievo sono stati ubicati a valle degli interventi da realizzare, in sezioni che risultino rappresentative, rispetto agli effetti/impatti che si intendono rilevare, che non si siano condizionate significativamente da pressioni terze e che siano idonee sotto il profilo logistico sia per la possibilità di ancoraggio dei substrati sia rispetto della sicurezza degli operatori. Le stazioni di campionamento (riportate nella Tabella 1) sono state georeferenziate mediante l uso di un dispositivo GPS (Garmin GPSmap 62S), basato sul sistema di coordinate geografiche geodetico UTM32-WGS84, e inserite in ambiente GIS. Stazione di Campionamento Stazione 1 Stazione 2 Stazione 3 Stazione 4 Corpo idrico Cavata Orientale Diversivo Fossa Nuova Cavata Collettore Acque Basse Modenesi Collettore Alfiere Codice Stazione CO-1 DFNC-2 CABM-3 CA-4 Tabella 1 Stazioni di campionamento Ubicazione (descrizione) Ubicata 17 m a monte del ponte su via Lama di Quartirolo Interna Ubicata in corrispondenza del ponte 320 m a monte della botte su via Canale di Cibeno Ubicata in corrispondenza del ponte su via Strazzetto Ubicata circa 2500 m a monte dal ponte di Strada Artona in corrispondenza del ponte di via Zappello Coordinate GPS N 44 45 57,0 E 10 53 36,3 27 m s.l.m. N 44 48 3,1 E 10 53 39,0 23 m s.l.m. N 44 54 25,8 E 10 56 12,4 16 m s.l.m. N 44 52 56,0 E 10 36 30,0 15 m s.l.m. Pagina 6 di 18

Figura 1 - Ubicazione dei quattro tratti d intervento Figura 2 Particolare dell ubicazione del tratto d intervento su Cavata Orientale Pagina 7 di 18

Figura 3 Stazione di campionamento CO-1 su Cavata Orientale Figure 4 Particolare dell ubicazione del tratto d intervento su Diversivo Fossa Nuova Cavata Pagina 8 di 18

Figura 5 Stazione di campionamento DFNC-2 su Diversivo Fossa Nuova Cavata Pagina 9 di 18

Figura 6 Particolare dell ubicazione del tratto d intervento su Collettore Acque Basse Modenesi Pagina 10 di 18

Figura 7 Stazione di campionamento CABM-3 su Collettore Acque Basse Modenesi Pagina 11 di 18

Figura 8 Particolare dell ubicazione del tratto d intervento su Collettore Alfiere Figura 9 Stazione di campionamento CA-4 su Collettore Alfiere Pagina 12 di 18

Il tipo di campionamento proposto è quantitativo, poiché la superficie da campionare è definita dal numero e dalla superficie dei substrati artificiali immessi nel corso d acqua. Si tratta inoltre di un campionamento habitat specifico. La tecnica di campionamento prevede: l uso di substrati artificiali (SA) a lamelle di faesite grezza; il posizionamento di gruppi di SA appesi a strutture galleggianti e sospesi in acqua; il recupero, dopo circa un mese, dei gruppi di SA precedentemente posizionati e lo smistamento degli invertebrati ad essi adesi; il trattamento, in campo e/o in laboratorio, dei taxa catturati. Descrizione e composizione del SA - Ogni singolo substrato artificiale è costituito da dieci lamelle quadrate di faesite grezza o masonite, di 100 cm 2 di superficie per ciascuna delle due facciate e 2-3 mm di spessore (Figg. 10-11). Le lamelle sono fissate al centro da una o due barre filettate metalliche (lunghe 10-12 cm e con diametro 4-6 mm) affrancate ad una estremità da un golfare con un anello e all altra da un dado ad alette (Fig. 12); - Cinque SA singoli, ciascuno costituito dall assemblaggio di 10 lamelle, come mostrato in Figg. 11-12, vengono aggregati tra loro, a formare un gruppo di SA che costituirà lo strumento standard per il campionamento degli invertebrati (Fig. 13) nei canali di bonifica; - Nell anello del golfare dei cinque SA aggregati viene fatto passare e fissato un cavetto metallico plastificato - o una corda sufficientemente robusta - utilizzato per ancorare il substrato ad un supporto galleggiante, ad una estremità (Fig.15); - Nel modello elaborato per i canali di bonifica i 5 SA sono collegati al galleggiante in modo da stare poco sotto il pelo dell acqua visto il livello mediamente poco profondo dei canali (da 10 cm a poche decine di centimetri di battente) Figg. 17-18; - Fig. 19. Gruppo di 5 SA aggregati tra loro a costituire lo strumento per il campionamento standard per gli invertebrati nei canali di bonifica; si noti il peso fissato ad una delle estremità del cavetto/corda di ancoraggio messo per stabilizzare il substrato in corrente (Figg. 14). Pagina 13 di 18

Fig.10: materiale per i SA: lamelle di faesite grezza, un perno, guarnizioni di stanziatrici di gomma e un golfaro Fig.11: materiale in via di assemblaggio Fig.12: assemblaggio substrati con guarnizioni distanziatrici Fig.13: substrato assemblato Fig.14: contrappeso fissato ad una estremità del cavo Fig.15: substrati collegati al cavo Pagina 14 di 18

Fig.16: substrati collegati al cavo ed al relativo contrappeso Fig.17: realizzazione di un galleggiante utilizzando due bottiglie da campionamento e un pezzo di bambù Fig. 18: collegamento dei substrati al galleggiante Fig.19: singolo modulo galleggiante finito L indicazione per il campionamento degli invertebrati è quella di usare 5 SA, in modo da utilizzare una superficie analoga a quella usata per la maggior parte dei fiumi guadabili in Italia di 0.5 m 2. Ciò nonostante, il rischio di perdita dei substrati stessi (per vandalismo o eventi ambientali es. piene) e l eventuale scarsa rappresentatività del campione raccolto in relazione alle condizioni idrologiche che si verificheranno nei canali, suggeriscono la pianificazione a priori di campionamenti basati sull utilizzo di 10 SA per stazione. L immersione dei substrati dovrebbe essere effettuata in un punto con una discreta velocità di corrente superficiale (e.g. superiore a 50/80 cm/s), sia per facilitarne la colonizzazione sia per evitare che si possa giungere, in seguito a variazioni di portata anche lievi, a condizioni tipicamente lentiche. Ove possibile essi andrebbero immersi ad una profondità di almeno 0.5-1.5 m. La condizione ottimale, in termini generali, è che essi occupino una posizione sospesa tra il fondo dell alveo e la superficie dell acqua, permanendo variazioni di portata permettendo - in una posizione più vicina al fondo, a circa 2/3 della profondità. A tal fine, è necessario considerare al momento del posizionamento di quanto la portata del fiume potrà variare (secondo quanto noto), rischiando di portare i substrati ad avvicinarsi al fondo del fiume. Nel caso essi si dovessero Pagina 15 di 18

insabbiare, il campione raccolto, pur contenendo qualche taxon di invertebrati bentonici, non risulterà comparabile con gli altri campioni raccolti correttamente mediante substrati artificiali a lamelle (i.e. non insabbiati). In corrispondenza del posizionamento e del prelievo degli SA, è richiesta la compilazione della scheda di campo, di cui si riporta in Allegato 1 il modello originale previsto dal metodo IRSA CNR. Ai fini della presente indagine sarà utilizzato un modello di scheda in formato xls, ricostruito sulla base dei campi richiesti e personalizzato in modo rispondente alle necessità del progetto. Dopo il necessario periodo di colonizzazione, i gruppi di substrati artificiali dovranno essere recuperati con l ausilio di un retino a maglia, per evitare la perdita di esemplari nel momento in cui vengono estratti dall acqua, e trasferiti un apposito contenitore per il risciacquo e l asportazione degli organismi. Lo smistamento, quantificazione e identificazione degli organismi avverranno preferibilmente in campo. Solo alcuni esemplari per ciascun taxon i.e. famiglia/genere/ou identificato in campo dovranno essere fissati e portati in laboratorio per la verifica delle identificazioni. Per gli organismi macrobentonici raccolti il livello di identificazione di base sarà quello previsto per l applicazione del metodo IBE (Unità Sistematiche, APAT & IRSA-CNR, 2003). Per alcuni gruppi, e in particolare per gli Efemerotteri, potranno essere necessari approfondimenti ad hoc per l identificazione delle Unità Operazionali (Buffagni, 1999). I risultati ottenuti saranno elaborati secondo quanto previsto dalla normativa di riferimento DM 260/2010 al punto A.4.1.1, utilizzando la combinazione degli indici STAR_ICMi e MTS (Mayfly Total Score), mediante il calcolo della media ponderata. Per giungere ad una classificazione dello stato ecologico delle acque in esame verrà valutato il grado di scostamento della comunità macrobentonica di riferimento (attesa). Il D.M. 260/10 individua infatti il valore di riferimento solo per le diverse tipologie di corsi d'acqua naturali; pertanto il calcolo dello stato ecologico per i corsi d'acqua oggetto di indagine, verrà effettuata cercando di assegnare il valore più idoneo per assimilazione ad un corso d'acqua naturale. Pagina 16 di 18

3. Bibliografia a. Decreto 8 novembre 2010, n. 260 (Supplemento Ordinario n. 31 alla Gazzetta Ufficiale 7 febbraio 2011 n. 30) del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 3, del medesimo decreto legislativo; b. D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2006 Supplemento Ordinario n. 96) Norme in materia ambientale - Stralcio - Parte III - Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche; c. Gazzetta ufficiale della Comunità Europea n. L327 del 22/12/2000. Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque; d. IRSA CNR Notiziario dei Metodi Analitici, 2007 (1). Macroinvertebrati acquatici e Direttiva 2000/60/EC (WFD) - Parte D. Metodo di campionamento per i fiumi non guadabili : 69-93. e. APAT & IRSA-CNR, 2003. Metodi Analitici per le Acque. Indicatori biologici. 9010. Indice biotico esteso (I.B.E.). APAT Manuali e Linee guida 29/2003 (vol.3): 1115-1136. f. BUFFAGNI, A. 1999. Pregio naturalistico, qualità ecologica e integrità della comunità degli Efemerotteri. Un indice per la classificazione dei fiumi italiani. Acqua & Aria, 8: 99-107. Pagina 17 di 18

Allegato 1 - Scheda di campionamento Invertebrati Acquatici Pagina 18 di 18