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Transcript:

2 1.0 L indice di Funzionalità Fluviale (IFF), quale metodo di indagine relativamente spedito, economico, facilmente utilizzabile, fornisce non solo valutazioni sintetiche sulla funzionalità fluviale e preziose informazioni sulle cause del suo deterioramento, ma anche precise indicazioni per orientare gli interventi di riqualificazione e stimarne preventivamente l efficacia. L indice è definito da una scheda con 14 domande che viene compilata percorrendo il corso d acqua da monte verso valle, osservando le due rive. Le domande 1-4 riguardano le condizioni vegetazionali delle rive e del territorio circostante al corso d acqua ed analizzano le diverse tipologie strutturali che influenzano l ambiente fluviale, come ad esempio l uso del territorio o l ampiezza della zona riparia naturale; le domande 5 e 6 si riferiscono alla ampiezza relativa dell alveo bagnato e alla struttura fisica e morfologica delle rive, per le informazioni che esse forniscono sulle caratteristiche idrauliche; le domande 7 11 considerano la struttura dell alveo, con l individuazione delle tipologie che favoriscono la diversità ambientale e la capacità di autodepurazione di un corso d acqua; le domande 12 14 rilevano le caratteristiche biologiche, attraverso l analisi strutturale delle comunità macrobentonica e macrofitica e della conformazione del detrito. Di volta in volta viene identificato un tratto omogeneo per le caratteristiche da rilevare, per il quale si compila un unica scheda. Nel caso in esame sono stati realizzati No. 3 rilievi, nei tratti omogenei dell area di interesse. Le quattro classi di risposte vanno prese in considerazione nella sequenza riportata sulla scheda, passando alla risposta successiva se non è possibile rispondere alla precedente, assegnando progressivamente pesi numerici con peso massimo 30 e minimo 1, che esprimono rispettivamente la massima e la minima funzionalità ecologica: 30= funzionalità ottima (classe a-b) 25= funzionalità buona (classe a-b) 20= funzionalità discreta (classe b) 15= funzionalità sufficiente (classe b-c) 10= funzionalità mediocre (classe c) 5= funzionalità scadente (classe c-d) 1= funzionalità pessima (classe c-d) L attribuzione degli specifici pesi numerici alle singole risposte non ha giustificazioni matematiche, ma deriva da valutazioni sull insieme dei processi funzionali influenzati dalle caratteristiche oggetto di ciascuna risposta. Questi aspetti sono sottoposti a valutazione approfondita e possono essere presi in considerazione per la formazione di un indice con un minimo di 14 punti ed un massimo di 300, per rappresentare graficamente la qualità funzionale del fiume. Come indica la tabella seguente il punteggio finale viene tradotto in 5 Livelli di Funzionalità (L.F.), espressi con numeri romani (dal I che indica la situazione migliore al V che indica quella peggiore), ai quali corrispondono i relativi giudizi di funzionalità; sono inoltre previsti livelli intermedi, al fine di meglio graduare il passaggio da una classe all altra: I.F.F. Livello funzionalità Giudizio Funzionalità Colore 261 300 I ottimo blu 251 260 I- ottimo-buono blu-verde 201 250 buono verde 181 200 -I buono-mediocre verde-giallo 121 180 I mediocre giallo 101 120 I-IV mediocre-scadente giallo-arancio 61 100 IV scadente arancio 51 60 IV-V scadente-pessimo arancio-rosso 14 50 V pessimo rosso

3 2.0 Obbiettivi delle domande 1. Gli obiettivi sono quelli di definire l uso del territorio circostante al corso d acqua, nel nostro caso coperto da boschi e prati incolti, lontano da aree densamente urbanizzate. 2. Gli obiettivi consistono nell individuare e valutare le caratteristiche in termini di composizione e struttura delle cenosi vegetali riparie che si insediano lungo il corso d acqua e presenti nella fascia perifluviale, primaria (si ritiene assente la fascia secondaria a causa dell assenza di arginature), ovvero in quella porzione di territorio individuabile lungo il corso d acqua immediatamente all esterno dell alveo di morbida non prendendo in considerazione la fascia ad erbacee pioniere di greto. Lungo il corso del fiume si riscontra la presenza di formazioni riparie arboree e arbustive. 3. Si intende valutare l ampiezza della copertura vegetale che si insedia nella fascia perifluviale. Vengono considerate solo le formazioni vegetali di tipo arboreo, arbustivo o palustre. Relativamente al mantenimento di una discreta funzionalità della fascia di vegetazione perifluviale si considera sufficiente uno sviluppo trasversale di almeno 30 m. 4. Si intende valutare la continuità della fascia di vegetazione perifluviale. Una fascia perifluviale, integra su cui si insediano cenosi arboreo-arbustive determina, in vario modo, una maggiore funzionalità ecologica del corso d acqua. Le interruzioni, siano esse naturali o artificiali, compromettono quindi, a vario livello, molte delle funzioni ecologiche che in tale ambito vengono esplicate. Si deve rilevare la presenza, la frequenza e l ampiezza delle interruzioni nella continuità della vegetazione arborea ed arbustiva. 5. Gli obiettivi tendono a valutare l effetto della frequenza e dell intensità delle variazioni di portata di un corso d acqua sulla efficienza e stabilità della colonizzazione dell alveo. In torrenti ad alimentazione mista le variazioni di portata sono dipendenti dagli eventi meteorici e quindi possono avere portate molto basse in periodi di siccità estivi o invernali. Ad influire sul regime idraulico è anche la natura geologica del bacino, più o meno permeabile, e il tipo di copertura vegetale (boschi, coltivi ecc.) che insieme determinano il tempo di corrivazione. La struttura granulometrica del subalveo e l estensione della falda possono inoltre attenuare i picchi di piena e di magra agendo da volano. Alle variazioni di portata naturali si possono sovrapporre o sostituire le variazioni indotte dall uomo che possono indurre variazioni giornaliere o stagionali. Come illustra la figura seguente, l insieme della fascia più o meno larga di substrato nudo o con vegetazione pioniera stagionale, definita come fascia delle erbacee pioniere di greto, più l alveo bagnato costituisce l alveo di morbida, in cui lo sviluppo della vegetazione dipende dalla frequenza del disturbo. Figura 1 All'estremo opposto, in un corso d'acqua dalle portate estremamente stabili, l'alveo di magra coinciderà con quello di morbida, ben delimitati da una vegetazione riparia arbustiva o arborea. Le informazioni relative alla

4 portata dell acqua nel bacino, sono state descritte nel documento 9922022A, Relazione idrologica. La forma del canale fluviale, determina l'ampiezza trasversale della fascia inondata durante le morbide. 6. Si cerca di definire le strutture morfologiche e vegetazionali che contribuiscono a formare la riva e valutare se il percorso del fiume è stabile o soggetto a modificazioni frequenti del percorso. Una fascia di riva trattenuta da strutture arboree o massi assicura stabilità degli ecotopi che compongono l ecosistema fiume e fornisce una ricchezza di nicchie e microhabitat per le biocenosi. Si focalizza l attenzione sulle caratteristiche morfologiche e strutturali della riva, che corrisponde alla stretta fascia immediatamente esterna all alveo di morbida. 7. Deve essere valutata la capacità di ritenzione della sostanza organica grossolana come fonte di energia per l'ecosistema acquatico, operata da strutture morfologiche del fiume, come massi e ciottoli, radici superficiali e canneti, cali di velocità nelle curve o nelle zone di rigurgito e stagnazione. Il processo di ritenzione, che è essenziale per l'ecosistema fiume, è dipendente dalle condizioni idromorfologiche e idrauliche del corso d acqua, come la presenza di cascatelle (riffles), buche (pools), massi, tronchi o rami in alveo o, nel caso di acque a decorso lento, di canneti o idrofite in genere. Un corso d'acqua ad elevata ritenzione avrà un corto turn-over e quindi il sistema risulterà conservativo, viceversa in situazioni opposte avrà un lungo turn-over e sarà esportativo. Tratti caratterizzati da una serie di briglie o soglie molto ravvicinate tra loro vanno considerati rispetto allo scopo della domanda come ambienti con buone strutture di ritenzione. 8. Si deve valutare l'attività erosiva del corso d'acqua attraverso l'osservazione delle caratteristiche geomorfologiche nell ambito della riva. Questa domanda fornisce l'informazione per quanto riguarda le funzioni delle rive all'interno dell'ecosistema fluviale. L erosione frequente accentua la meandrizzazione e rende il corridoio più ampio ma non consente una maturazione del sistema, operando un continuo movimento del materiale solido attraverso l asportazione nelle zone di massima forza della corrente e il deposito nei momenti di caduta di velocità e forza. Tale azione determina un sistema in rapida trasformazione producendo la riduzione dei siti di ritenzione, la distruzione di zone rifugio e di aree di deposizione, soprattutto per la fauna ittica, contribuendo alla limitazione dei fattori di trasformazione della materia organica. 9. Si valutano le trasformazioni antropiche delle sezioni trasversali. Un alveo naturale presenta diversità morfologiche e strutturali elevate, quindi quanto maggiore è l eterogeneità ambientale, tanto maggiore sarà il numero di specie che possono convivere nell ecosistema. L elevata diversità biologica, a sua volta, è garanzia di una più pronta ed efficace risposta alle variazioni temporali del carico organico, di una migliore efficienza depurante, di una maggiore stabilità del sistema. La diversità ambientale determina diversità biologica e di conseguenza funzionalità ecologica elevata. La sezione naturale è inoltre quella che garantisce al corso d acqua la continuità laterale con l ecotono ripario e verticale (o ecotono terra acqua, che rappresenta un area di interazione fra uno o più sistemi adiacenti) con l ambiente iporreico. 10. Si definisce la potenzialità dell alveo nell ospitare una fauna ricca e diversificata in base alla varietà di microambienti, osservando punti diversi del corso d acqua (raschi, pozze, rive, centro ecc.). In un corso d acqua la struttura dell alveo è di fondamentale importanza in quanto la maggior parte delle funzioni biologiche si svolgono sulla sua superficie. Tipicamente la composizione dell alveo cambia da monte verso valle e la granulometria media è dominata di volta in volta da massi, ciottoli, ghiaia, sabbia, limo. La distribuzione relativa di queste componenti deve essere valutata in un tratto fluviale omogeneo. La produzione primaria in un fiume è dovuta allo sviluppo di fitobenthos e di macrofite radicate in alveo e la loro crescita è favorita da substrati differenziati e stabili. Alvei con queste caratteristiche hanno inoltre buone capacità di ritenzione, molte variazioni di velocità di corrente e profondità, quindi nel complesso una varietà di microhabitat per ospitare una potenziale ricca fauna invertebrata. Al contrario un alveo monotono e mobile avrà bassa produzione primaria, poca ritenzione di sostanza organica alloctona e di conseguenza una comunità zoobentonica povera qualitativamente e quantitativamente. 11. Si valuta la diversificazione morfologica dell'alveo fluviale a macroscala, osservando quanto più si avvicina a condizioni di massima funzionalità, con presenza di aree di produzione di cibo, di deposizione ed incubazione delle uova o zone rifugio per la fauna ittica. La morfologia di un corpo idrico è schematizzabile in poche e ben distinguibili microhabitats: raschi (riffles), pozze (pools), correntini (runs), glides o meandri. Nei raschi, in corpi idrici rithrali, è favorito il processo di ossigenazione delle acque; sono pertanto le zone di maggior produzione di biomassa, soprattutto di macroinvertebrati bentonici che rappresentano la principale fonte alimentare dei salmonidi. I fattori che influenzano la produzione di biomassa sono principalmente la velocità di corrente, i substrati e la profondità dell'acqua. Le pozze, che solitamente sono associate ai raschi, permettono il deposito dei materiali più grossolani e l'accumulo degli elementi energetici organici. L'associazione pozza-raschio, rappresenta una zona ideale per la deposizione delle uova dei pesci, in quanto assolve in maniera ottimale l'esigenza di un elevato tenore di ossigeno per i processi metabolici, eliminazione dei cataboliti ed il mantenimento di una temperatura costante. I meandri favoriscono la diversità idromorfologica e di

5 conseguenza la creazione di habitat diversi: essi rappresentano nei tratti potamali le aree principe per il rifugio della fauna ittica e, quando sono colonizzati da macrofite divengono aree di deposizione di uova e svezzamento di avannotti. Si individuano nel tratto di corpo idrico in esame le varie componenti tipicamente presenti e la distanza con cui si susseguono lungo il percorso longitudinale. In condizioni di naturalità (e di funzionalità massima) la sequenza completa raschio-pozza o un intero meandro (costituito da due curve successive a concavità opposte) si sviluppa in un tratto di lunghezza pari a 5-7 volte la lunghezza dell alveo bagnato, ovvero il rapporto tra la distanza tra due raschi (o meandri) consecutivi e la larghezza dell alveo bagnato deve essere inferiore a 7:1 (dettato da convenzioni che indicano in questo status la massima funzionalità del sistema); successioni diverse e irregolari sono sintomo di alterazioni nei processi idromorfologici. 12. Si valuta il grado di trofia del tratto di corso d acqua, a moto laminare, basandosi sullo sviluppo del periphyton e sulla copertura e la composizione floristica della componente macrofitica. Tale termine è ormai entrato nell uso comune per indicare genericamente una complessa comunità di microrganismi che vivono aderenti a substrati immersi di diversa natura. Fanno parte del periphyton, microalghe, funghi, batteri e protozoi. Per feltro perifitico ci si riferisce allo strato di periphyton visibile o, quantomeno, rilevabile al tatto presente su ciottoli e substrati stabilmente immersi. Le alghe macroscopiche (es. ciuffi di alghe filamentose) di norma non vengono incluse nel periphyton, ma nelle idrofite in senso lato, o nelle macrofite acquatiche. Esse, tuttavia, ai fini dell I.F.F., vengono considerate appartenenti al periphyton. Lo sviluppo del feltro perifitico in un corso d acqua è regolato da diversi fattori che possono influenzarne lo spessore. Tra i fattori che ne determinano lo sviluppo vanno ricordati la presenza di nutrienti, la velocità della corrente, la capacità abrasiva del corso d acqua, la torbidità dell acqua, l ombreggiamento, il tipo di substrato e l azione di pascolo effettuata dagli organismi erbivori. Da ciò deriva quindi che il grado di trofia di un corso d acqua può determinare lo sviluppo del periphtyton che, però, non può essere il solo parametro da valutare. La valutazione contemporanea della presenza e dell entità del feltro perifitico, da un lato, e della copertura e della composizione della componente macrofitica, dall altro, può essere utilizzata per definire in via indiretta lo stato trofico delle acque. 13. L obiettivo è la valutazione dell efficienza del processo di demolizione del detrito da parte della comunità macrobentonica. Il detrito vegetale rappresenta una risorsa alimentare fondamentale per le comunità macrobentoniche. Sebbene, alle nostre latitudini, la caduta delle foglie sia concentrata nel periodo autunnale, il loro apporto ai corsi d'acqua ad opera delle piogge che dilavano la lettiera dai versanti è distribuito lungo tutto l anno, sia pure in maniera discontinua. In condizioni ottimali (buona ossigenazione, ricca comunità macrobentonica, buona capacità di ritenzione, elevata ciclizzazione) la demolizione delle foglie in materia organica particolata grossolana (CPOM) e fine (FPOM) è affidata principalmente ai macroinvertebrati trituratori che iniziano a sminuzzarle non appena esse sono rese appetibili ad opera dei batteri e dei funghi che ne colonizzano la superficie. In condizioni sfavorevoli (inquinamento, carico organico di altra natura, comunità squilibrata, scarsa ossigenazione) l efficienza dei trituratori viene compromessa più o meno fortemente e divengono prevalenti la demolizione batterica e fungina che danno luogo ad accumuli di frammenti polposi (o, in assenza di ossigeno, a materiale fine nerastro). La composizione del detrito fornisce quindi informazioni sull equilibrio tra apporti e capacità di demolizione e sulle condizioni in cui avviene quest ultima 14. Si valuta l'esistenza di una rete trofica ben strutturata e funzionale, tale da garantire una buona capacità autodepurativa, intesa come capacità di demolire in modo ottimale la sostanza organica. Gli organismi macrobentonici costituiscono un anello essenziale nella rete alimentare di un ecosistema fluviale e rivestono un ruolo fondamentale nel processo di ciclizzazione della materia organica, entrando attivamente nel meccanismo autodepurativo ed autoregolativo degli ecosistemi di acque correnti. La scelta di questi organismi come indicatori è inoltre dovuta al fatto che vivono stabilmente sui substrati disponibili nei corsi d'acqua e sono facilmente campionabili. La presenza di una comunità macrobentonica ben strutturata ed adeguata alla tipologia fluviale in esame indica che il corso d'acqua ha una buona funzionalità trofica, come si riscontra in condizioni ottimali. L'allontanamento da questa condizione comporta una riduzione della funzione autodepurativa del corso d'acqua. E' noto che le alterazioni nella struttura delle comunità macrobentoniche sono dovute all'inquinamento delle acque od a modificazioni sostanziali della morfologia fluviale. Si riportano di seguito le schede dei rilievi eseguiti in campo.

6 SCHEDA I.F.F. No.1 - Riferimento documento 9922619A DOMANDA SINISTRA DESTRA 1 Stato del territorio circostante 20 20 2 Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria 10 10 2bis Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria 3 Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva 15 15 4 Continuità vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva 15 15 5 Condizioni idriche dell'alveo 15 15 6 Conformazione delle rive 15 15 7 Strutture di ritenzione degli apporti trofici 15 15 8 Erosione 15 15 9 Sezione trasversale 15 15 10 Struttura del fondo alveo 15 15 11 Raschi, pozze o meandri 15 15 12 Componenete vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolento 10 10 12bis Componenete vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminare 13 Detrito 15 15 14 Comunità macrobentonica 15 15 205 205 Livello di fuzionalità Giudizio di funzionalità Bacino idrografico: Tanaro Corso d acqua: Rio di Sbornina Località: Stalle Buorch Tratto omogene (metri): 108 Larghezza alveo di morbida (metri):12 Flusso: turbolento, alveo di morbida Substrato: conglomerati e scisti Data: 27/01/2012 quota:1043 Foto 1 Foto 2

7 SCHEDA I.F.F. No.2 - Riferimento documento 9922619A DOMANDA SINISTRA DESTRA 1 Stato del territorio circostante 15 15 2 Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria 10 10 2bis Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria 3 Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva 15 15 4 Continuità vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva 15 15 5 Condizioni idriche dell'alveo 15 15 6 Conformazione delle rive 15 15 7 Strutture di ritenzione degli apporti trofici 15 15 8 Erosione 15 15 9 Sezione trasversale 15 15 10 Struttura del fondo alveo 15 15 11 Raschi, pozze o meandri 15 15 12 Componenete vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolento 15 15 12bis Componenete vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminare 13 Detrito 15 15 14 Comunità macrobentonica 15 15 205 205 Livello di fuzionalità Giudizio di funzionalità Bacino idrografico: Tanaro Corso d acqua: Rio di Sbornina Località: - Tratto omogene (metri): 652 Larghezza alveo di morbida (metri):12 Flusso: turbolento, alveo di morbida Substrato: conglomerati e scisti Data: 27/01/2012 quota:1007 Foto 3 Foto 4

8 SCHEDA I.F.F. No.3 - Riferimento documento 9922619A DOMANDA SINISTRA DESTRA 1 Stato del territorio circostante 10 20 2 Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria 10 10 2bis Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria 3 Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva 15 15 4 Continuità vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva 15 15 5 Condizioni idriche dell'alveo 15 15 6 Conformazione delle rive 15 15 7 Strutture di ritenzione degli apporti trofici 15 15 8 Erosione 15 15 9 Sezione trasversale 15 15 10 Struttura del fondo alveo 15 15 11 Raschi, pozze o meandri 15 15 12 Componenete vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolento 10 10 12bis Componenete vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminare 13 Detrito 15 15 14 Comunità macrobentonica 15 15 195 205 Livello di fuzionalità Giudizio di funzionalità -Mediocre Bacino idrografico: Tanaro Corso d acqua: Rio di Sbornina Località: Ponte di Nurao Tratto omogene (metri): 145 Larghezza alveo di morbida (metri): 10 Flusso: turbolento, alveo di morbida Substrato: conglomerati e scisti Data: 27/01/2012 quota:965 Foto 5 Foto 6